Hernandes Dias Lopes
UNA CHIESA ACCOGLIENTE
Concisi Chiari Edificanti Rinaldo Diprose Per gli uomini Marcus Nodder Cosa accadrà quando morirò?
E altre domande su paradiso, inferno e vita futura
Michael Jensen Il perdono è davvero gratuito?
La grazia, la legge e la salvezza
Hernandes Dias Lopes Una chiesa accogliente
Sam Allberry Dio odia i gay?
Tim Challies Disintossicazione sessuale
Jeramie Rinne Come finirà il mondo?
Mike McKinley Satana, demoni e spiriti maligni
L’omosessualità, la Bibbia e l’attrazione per le persone dello stesso sesso
E altre domande sugli ultimi avvenimenti e la seconda venuta di Cristo
John Greco Voti infranti
Il divorzio e la bontà di Dio
Una guida per i ragazzi stanchi della pornografia
Domande e risposte dalla Bibbia
Hernandes Dias Lopes Dio non rinuncia a te
Hernandes Dias Lopes Una chiesa accogliente
Proprietà letteraria riservata: BE Edizioni di Monica Pires P.I. 06242080486 Via del Pignone 28 50142 Firenze Italia
Uma igreja acolhedora © 2008 Hernandes Dias Lopes This edition published by arrangement with Editora Hagnos. All rights reserved. Coordinamento editoriale: Filippo Pini Traduzione: Daniele Sybullelly Rey Kylly Revisione: Irene Bitassi Progetto grafico: Samuele Ciardelli Prima edizione: Settembre 2017 Stampato in Italia
Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla Nuova Riveduta, Società Biblica di Ginevra. ISBN 978-88-97963-60-8
Per ordini: www.beedizioni.it
È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, anche ad uso interno didattico. Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto verso l’autore e gli editori e mette a rischio la sopravvivenza di questo modo di trasmettere le idee.
Indice Introduzione
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1. Agire come un corpo
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3. Una comunitĂ che guarisce
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Postfazione all’edizione italiana Di Giancarlo Farina Cosa dire di questo libro?
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2. Siamo una famiglia Conclusione
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Introduzione Il Dio della pazienza e della consolazione vi
conceda di avere tra di voi un medesimo senti-
mento secondo Cristo Gesù, affinché di un solo
animo e di una stessa bocca glorifichiate il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Perciò
accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio.
Romani 15:5-7
Poiché, come il corpo è uno e ha molte
membra, e tutte le membra del corpo, ben-
ché siano molte, formano un solo corpo, così è anche di Cristo. Infatti noi tutti siamo stati
battezzati in un unico Spirito per formare un
unico corpo, giudei e greci, schiavi e liberi; e
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Una chiesa accogliente
tutti siamo stati abbeverati di un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro
solo, ma di molte membra. Se il piede dices-
se: “Siccome io non sono mano, non sono del corpo”, non per questo non sarebbe del corpo. Se l’orecchio dicesse: “Siccome io non sono oc-
chio, non sono del corpo”, non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse oc-
chio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto.
Se tutte le membra fossero un unico membro,
dove sarebbe il corpo? Ci sono dunque molte membra, ma c’è un unico corpo; l’occhio non
può dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né il capo può dire ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Al contrario, le membra del corpo che sembra-
no essere più deboli sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere
le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre
decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha for-
mato il corpo in modo da dare maggior onore
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alla parte che ne mancava, perché non ci fosse
Introduzione
divisione nel corpo, ma le membra avessero la
medesima cura le une per le altre. Se un mem-
bro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
1 Corinzi 12:12-27
Ragioniamo insieme. Quali sono le principali ragioni per scegliere una chiesa? Quali sono i criteri che portano qualcuno a fermarsi nella chiesa A e non nella chiesa B? Ancora, se la decisione è di qualcuno che desidera frequentare una chiesa, ma ancora non conosce la Parola di Dio, quali caratteristiche distintive deve avere questa chiesa? A riguardo esiste già un dato statistico dimostrato: il fattore motivante più importante in questa scelta non è né la denominazione, né la predicazione, né la musica, né il comfort, né la praticità e neanche le dottrine di questa chiesa, ma l’accoglienza. Statisticamente, è stato dimostrato anche che, se una persona non riesce a fare amicizia in
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Una chiesa accogliente
una chiesa, finisce per andarsene altrove in cerca di comunione. Senza coinvolgimento non si creano vincoli. L’accoglienza calorosa conta più di qualunque altro fattore. Ciò non significa che dobbiamo abbandonare i nostri assoluti, né negoziare i nostri princìpi e valori, per diventare una chiesa accogliente. Non sosteniamo l’idea che la chiesa debba essere pragmatica, rinunciando alla verità, predicando ciò che alla gente piace sentire, pur di attrarre le persone. Non siamo d’accordo con coloro che pensano che il gregge debba comandare il pulpito, che gli ascoltatori debbano determinare l’agenda del predicatore. Siamo assolutamente convinti che ci sia bisogno di predicare la verità con integrità e fedeltà. Non predichiamo per essere graditi: predichiamo per portare i peccatori al pentimento. Predichiamo per insegnare, edificare, correggere e consolare i salvati. Comprendiamo, però, che non ci possiamo accontentare soltanto della teologia giusta, senza accompagnarla a una vita giusta.
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Introduzione
Abbiamo bisogno di andare oltre. La buona teologia dev’essere riflessa nei nostri gesti, soprattutto nella convivenza gli uni con gli altri e nell’accoglienza di chi ci fa visita. Potremmo giustificare un’accoglienza tiepida dicendo che, nelle chiese più grandi, c’è molta gente e non sappiamo mai se chi arriva al culto sia un membro o un visitatore. In realtà, se ogni membro facesse più attenzione a chi arriva, saremmo più efficaci nel ricevere i visitatori. L’accoglienza delle persone deve iniziare là fuori, nel cortile, nel parcheggio o davanti al cancello della chiesa. Il modo in cui trattiamo le persone, è spesso più significativo per loro rispetto alla musica che ascolteranno nel locale. Una chiesa che non esprime amore nelle sue azioni, vitalità nell’accoglienza, simpatia nelle sue parole, interesse genuino per le persone, non riflette lo spirito del vangelo di Cristo. La chiesa non è un club, dove paghiamo una quota per usufruire di benefici. La chiesa non è una platea dove ci sediamo per ascol-
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Una chiesa accogliente
tare una conferenza. La chiesa è il popolo chiamato da Dio, trasformato dal vangelo, abitato dallo Spirito, che deve adorare Dio in spirito e verità. La chiesa è una famiglia che si riunisce per prestare culto al Dio trino e si diffonde nella società per dare testimonianza della grazia di Dio ai parenti, sul lavoro, a scuola, tutti i giorni e ovunque. Quando usciamo dalle nostre case per andare al locale di culto, siamo coscienti di non essere delle isole, di non bastare a noi stessi. Siamo parte di un corpo, membri di un gregge, di una famiglia con lo stesso Padre, lo stesso Signore, battezzata nello stesso Spirito. Non andiamo nel locale di culto per cercare una benedizione, ma per essere una benedizione. Non andiamo per ricevere qualcosa, ma per offrire le nostre vite. Il culto non è rivolto a noi, ma dedicato a Dio. Non è antropocentrico, ma teocentrico. Quando ci riuniamo per adorare Dio, sperimentiamo un triplice incontro. C’incontriamo con Dio. La casa di Dio è una casa di
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Introduzione
preghiera, un luogo dove parliamo con Dio e dove ascoltiamo la sua voce, per mezzo dell’esposizione della sua Parola. Tuttavia incontriamo anche i nostri fratelli. Ci riuniamo per pregare insieme, per cantare lodi a Dio insieme ed essere edificati dalla sua Parola. Non possiamo avere una piena comunione verticale, senza una corretta comunione orizzontale. Non possiamo amare Dio, senza amare i fratelli.1 Non possiamo deliziarci in Dio e allo stesso tempo essere indifferenti verso chi ci sta intorno. Allo stesso modo, quando siamo al culto abbiamo un incontro con noi stessi. Il culto è un momento di auto-esame. Guardiamo verso l’alto, verso l’esterno e anche dentro noi stessi. In questo triplice incontro, abbiamo bisogno di stare attenti per poter esprimere ai nostri fratelli un’accoglienza calorosa. La Bibbia c’insegna ad accoglierci gli uni gli altri, così come Dio in Cristo ci ha accolti.2 1 Cfr. 1 Giovanni 4:20 (ndr). 2 Cfr. Romani 15:7 (ndr).
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Una chiesa accogliente
Se il progetto di Dio è che tutti noi arriviamo al perfetto vigore di Cristo, alla maturità spirituale, non possiamo ammettere, come abbiamo già detto, l’idea di una chiesa simile a un club, dove si paga la quota per usufruire di determinati benefici, senza che però nessuno s’interessi di coloro che vi giungono. In un club i membri sono soci, non una famiglia. In un club ognuno si prende cura di ciò che è suo. Noi non possiamo, allo stesso modo, intendere la chiesa come un rifugio dei salvati, dove ognuno si accontenta soltanto della propria sicurezza, senza dare importanza a ciò che un altro sta attraversando. In molte chiese, i visitatori vengono visti con una certa indifferenza. Vengono trattati con freddezza. In queste chiese, i credenti vivono una specie di santità ombelicale, una santità intimistica, esclusivamente verticalizzata.
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Immagina di essere a casa e di preparare una cena speciale, per celebrare il compleanno di un parente molto caro. Tutto ciò che desideri è un momento di comunione, gioia e intimità con la tua famiglia. Quando stai per prendere posto a tavola, suona il citofono e la tua reazione è un sorriso forzato... Ci sono chiese che ricevono le persone in questo modo: come estranei. Questo libro vuole riflettere su quali ragioni portino le persone a preferire una chiesa, invece che un’altra. Se qualcuno desidera frequentare una chiesa, ma ancora non conosce la Parola di Dio, cosa cercherà prima di tutto nell’assemblea prescelta? Il Dio della pazienza e della consolazione ci chiede di avere tra di noi un medesimo sentimento, secondo Cristo Gesù, per glorificare Dio con un solo animo e una stessa bocca. Perciò dobbiamo accoglierci gli uni gli altri, come anche Cristo ci ha accolti, per la gloria di Dio. Hernandes Dias Lopes ha studiato al Seminário Presbiteriano do Sul (a Campinas in Brasile) e al Reformed Theological Seminary (del Mississippi negli Stati Uniti). È pastore della Primeira Igreja Presbiteriana di Vitória in Brasile ed è considerato un punto di riferimento per la chiesa brasiliana. Ha all’attivo più di un centinaio di libri, tradotti in varie lingue. È sposato con Udemilta Pimentel Lopes e ha due figli.
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