UN PO’ DI MUSICA PER RASSERENARCI!
Iniziamo questo nuovo numero di Beesness con una bella intervista al trio dei Meduza, la band del momento che sta facendo ballare tutti i suoi fan, grazie a sonorità particolari. Ci raccontano la loro idea di musica e i tour che hanno affrontato e che affronteranno in futuro.
Settembre è il mese dedicato alla moda e in particolare dei saloni e delle fashion week italiane. Vi consigliamo di leggere i resoconti dei saloni Pitti Filati e Pitti Uomo, che presentano e propongono le ultime novità in tema. Una di queste è l’azienda Stile Latino, che realizza collezioni maschili eleganti e di raro pregio. Un’altra, è il marchio Johnny Lambs dell’imprenditore Giuseppe Nardelli, che trae ispirazione dallo stile inconfondibile dell’Avvocato Gianni Agnelli.
Inoltre, da non trascurare, il settore moda è sempre più attento alle tematiche ambientali e all’ economia circolare, ricercando soluzioni innovative. Come non ricordare la stilista Eleonora Lastrucci che da tempo si impegna nella creazione di abiti che abbiano il minor impatto possibile,
attraverso la scelta e l’utilizzo di tessuti eco sostenibili.
Nella parte della rivista inerente al food, interessante risulta essere l’articolo che traccia il rapporto che i più grandi artisti del mondo hanno avuto con il cibo. Da Giuseppe Verdi, passando per Niccolò Paganini e arrivando fino a Johann Strauss conoscerete tutto quello che gustavano all’epoca.
Nella sezione dedicata alla cultura spicca l’articolo sulla Biennale di Antiquariato di Firenze, una delle più importanti manifestazioni in questo campo. Si potrà godere della grande arte italiana in un percorso che si snoda dal Rinascimeno fiorentino fino al Novecento italiano e internazionale.
Concludiamo con le rubriche dedicate ai libri, al retail e al franchising.
Vi auguriamo di riprendere al meglio le vostre attività lavorative e vi aspettiamo con un nuovo numero di Beesness, sempre più ricco di novità e di curiosita dal mondo dell’imprenditoria.
Giovanni Bonani Direttore ResponsabileEditore
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Giovanni BonaniAlessia Portelli Marcella Ciappi Christian Gaston Illan Laura Lamarra Patrizia Saolini Giorgio NadaliUSA ed Europa sostengono la ripresa dell’alto di gamma Confermate le previsioni di crescita 2022 36 Una stoffa da raccontare con un filo di simpatia I mille filati della fashion – designer pratese Eleonora Lastrucci 40 Centenario Clerici Tessuto Doppia presenza: Première Vision e Milano Unica 42
Pitti Uomo Sempre in pole position
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L’Assemblea dei Soci Assogiocattoli, riunitasi a Milano, ha eletto il Consiglio Direttivo e i Revisori dei Conti dell’Associazione per il triennio 2022-2025. Il nuovo Consiglio e i tre Revisori dei Conti si sono poi riuniti per eleggere il nuovo Presidente. Gianfranco Ranieri di Flora Srl è stato eletto Presidente Assogiocattoli e succede a Roberto Marelli di Artsana, in carica per due mandati dal 2016 al 2022.
Il nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione è adesso composto da:
• Claudio Basile di EQSG
• Michele Basili di Simba Toys
• Dario Bertè di Trudi
• Claudio Borella di Borella
• Maurizio Borgonovo di U. Borgonovo
• Dino Canuti di Spinmaster
• Marco Capone di Lego
• Anna Maria Foppa Pedretti di Foppa Pedretti
• Stefano Gandolfi di Italtrike
• Roberto Lo Iacono di Hasbro
• Roberto Marelli di Artsana
• Donatella Papetta di Top Company
• Paola Parodi di Peg Perego
• Stefano Quercetti di Quercetti
• Genesio Rocca di Gemar
• Andrea Santambrogio di Garden Team
• Jacopo Scandella di Mattel
• Luca Tomasi di L’Inglesina
• Fabrizio Villa di Villa Giocattoli
Per l’occasione sono anche stati eletti anche i nuovi Revisori dei Conti:
• Mario Barracca di Educational
• Lorenzo Tucci Sorrentino di Cranio Creations
• Paolo Taverna di Sartoo
Per FANUC, azienda leader mondiale nel campo della robotica, del controllo numerico e dell’automazione industriale, il Fiscal Year 2021 (chiuso il 31 Marzo 2022) è stato un anno pieno di soddisfazioni. A livello corporate, l’azienda ha chiuso l’anno fiscale con un fatturato pari a 6,39 miliardi di dollari, mentre in Europa, dove FANUC conta oltre 1.800 dipendenti e 24 filiali, le revenue generate sono state di 960 milioni di euro. Per l’Italia, in particolare, il 2021 è stato un anno record, con un fatturato di 173 milioni di euro, in crescita del 30% sul 2020 e del 28% sul 2019. Complessivamente la raccolta ordini ha registrato la domanda di oltre 6.500 unità, segnando un +82% rispetto al 2020: dati che si inseriscono in uno scenario di mercato dominato da un vero e proprio record storico nella richiesta di robot. Un’esplosione che FANUC è in grado di soddisfare in tutti i settori dell’industria manifatturiera: dall’automotive, al food&beverage, dall’aerospace all’elettronica, dal medicale alla lavorazione delle materie plastiche fino al luxury.
Secondo recenti dati SIRI (Associazione Italiana di Robotica e Automazione), complessivamente nel nostro Paese i robot installati nel 2021 sono stati oltre 11.500, il 50% in più rispetto al 2020. Dal 2008 al 2021 il tasso medio di crescita è stato pari al 7,5% e le prospettive di crescita per il 2022 si mantengono alte, con un tasso di incremento a due digit per quanto riguarda il volume d’affari generato.
CON UN FATTURATO ITALIANO 2021 IN CRESCITA DEL 28% SULL’ANNO PRE-COVIDFIORDAFOOD: APRE LA NUOVA FOOD COURT DEL CENTRO COMMERCIALE FIORDALISO
Il Centro Commerciale Fiordaliso ha inaugurato la nuova Food Court, ultima fase di un processo di refurbishment iniziato due anni fa che ha visto una trasformazione complessiva del centro commerciale che ha reso il Fiordaliso un moderno shopping mall.
La riorganizzazione ha visto la delocalizzazione dell’ipermercato ad insegna Iper La grande i, la conversione dell’area da esso precedentemente occupata in una serie di medie superfici di vendita che hanno accolto importanti brand nazionali ed internazionali, la creazione di un nuovo ingresso e di nuovo parcheggio multipiano, oltre alla completa rivisitazione dell’ingresso in piazza centrale finalizzata alla creazione di nuove aree comuni e una nuova offerta ristorativa. La riorganizzazione complessiva ha riguardato anche il retail park adiacente al centro con il restyling del punto vendita Decathlon e l’inserimento di nuovi brand quali Poltrone & Sofà e Johnny Rockets.
Si completa dunque il processo di restyling e riposizionamento del Fiordaliso, uno dei più noti e affermati shopping mall di Milano e di Italia, di proprietà della joint-venture istituita tra il Gruppo Finiper ed Eurocommercial Properties. L’apertura di questa caratteristica food hall denominata Fiordafood, sarà animata da nuove prestigiose insegne che completeranno l’ampia e qualificata offerta ristorativa già presente nel centro. Fiordafood annovera brand leader del panorama ristorativo nazionale e internazionale quali Wagamama, Calavera, Giustospirito, Kebhouze, KFC, Bar Coppitello, La Piadineria, Almaki e Signorvino, che si aggiungono ai ristoranti esistenti Rana, Smokery&Billy Tacos, Old Wild West ed I love Poke.
SECOLI FASHION SHOW 2022 | SENSE
Gli studenti di Istituto Secoli sono tornanati a calcare la passerella del “Secoli Fashion Show”. La 39° edizione dell’evento più atteso dai fashion designers dell’Istituto ha rappresentato il trampolino di lancio nel mondo della moda e offerto loro l'opportunità di mostrare per la prima volta al pubblico le loro creazioni.
A patrocinare l’evento è stato il Comune di Milano e le più importanti associazioni del settore moda: Antia, Camera Nazionale della Moda, IACDE, Piattaforma Sistema Formativo Moda, Sistema Moda Italia. Tema di ispirazione della sfilata il concetto SENSE inteso come atto del “sentire estetico”, attraverso la lettura dell’immagine colta nella sua narrazione creativa; interrogazione profonda sul concetto di estetica, concepita come sensazione e intuizione, bellezza e percezione, finalizzata al raggiungimento di un’esperienza di soddisfazione intima e sensoriale che accompagna alla “bellezza del senso”. SENSE porta alla costruzione di AMBIENTI ESTETICI, ciascuno definito da un proprio carattere, temperamento.
BATH APRE A MARGHERA (VE) CON PERCASSI
Bath & Body Works , lifestyle brand conosciuto in tutto il mondo per le sue fragranze per il corpo e per la casa, ha appena inaugurato un nuovo store a Marghera, il primo in Veneto, presso il complesso commerciale Nave De Vero. Il nuovo negozio, aperto in partnership con Percassi, partner licenziatario unico del brand in Italia, si estende su una superficie di circa 170 metri quadrati ed impiega 6 addetti alla vendita. I clienti potranno così provare una nuova avvolgente esperienza sensoriale per esplorare una vasta offerta di incredibili fragranze per il corpo, saponi mani e prodotti per la casa. Da note divertenti e seducenti a profumi sofisticati ed esotici, Bath & Body Works offre un’ampia scelta di fragranze di fama internazionale, per ogni personalità ed occasione.
Tra le collezioni corpo più amate da esplorare, ci saranno Gingham, la fragranza simbolo del brand, capace di conquistare tutti con il suo iconico profumo agrumato, o l’aroma floreale di Japanese Cherry Blossom. Provare nuove fragranze diventerà un sogno con le seducenti note di Into The Night o la brillante fragranza di In The Stars. Da Bath & Body Works tutti potranno trovare la profumazione più adatta scegliendo tra fragranze intramontabili, novità stagionali o collezioni dedicate, come quella uomo o Aromatherapy.
Oltre ai prodotti per il corpo, nello store saranno disponibili le insuperabili candele White Barn, conosciute ed amate in tutto il mondo per la loro profumazione intensa e duratura e i saponi Bath & Body Works, capaci di aggiungere un tocco unico e vivace ad ogni stanza.
VOGLIA DI INTEGRARE IN MANIERA COMODA E BUONA? MIND THE GUM(MY) È LA RISPOSTA.
Dalle ultime ricerche emerge che 1 italiano su 2 utilizza integratori, diversamente 5 anni fa i dati dicevano che 1 italiano su 3 aveva questa abitudine. Gli ultimi dati rilevano che con la pandemia vi è stato un aumento della consapevolezza dell’importanza della propria salute -sia negli uomini che nelle donne di età trasversali- incrementando così l’utilizzo e il consumo di integratori.
Sana alimentazione e movimento sono alla base dell’healthy lifestyle, ma quando stress e stile di vita frenetico influenzano la nostra salute occorre “aggiungere” qualcosa. E che cosa può migliorare il nostro benessere? Scoprite con MIND THE GUM un nuovo modo smart di integrare.
Il lancio prevede una linea completa di 5 integratori nel nuovo formato di caramelle gommose per un rilascio più veloce e comodo, senza problemi di deglutizione. Senza lattosio, glutine, zucchero né aspartame e con meno di 5 calorie per caramella supportano il benessere dall’interno e uniscono praticità, gusto ed efficacia. Ogni preparazione è una pronta risposta a diverse esigenze di integrazione sia healthy (Dream, VitaminaD, Omega3) che beauty (Capelli di seta e Pelle di Pesca). Disponibili in farmacia, parafarmacia, Supermercati e shop on line, sono pronti a diventare alleati della vostra wellness routine.
UN NUOVO PUNTO VENDITA STARBUCKS APRE A SCALO MILANO
OUTLET & MORE CON PERCASSI, CREANDO 20 NUOVI POSTI DI LAVORO
Ha aperto a Milano il settimo negozio Starbucks ® in città presso Scalo Milano Outlet & More , a Locate di Triulzi, portando 20 nuovi posti di lavoro, che si aggiungono al migliaio di occupati diretti e indiretti del centro. Si tratta del 18° store aperto dal 2018 da Percassi, partner licenziatario unico del brand in Italia, nell'ambito di un più ampio piano di espansione che prevede l'apertura di ulteriori 18 nuovi negozi Starbucks nel Nord e Centro Italia entro la fine del 2023, con la creazione di 300 nuovi posti di lavoro. L’apertura di un negozio di Starbucks si inserisce nel piano di sviluppo, Future Vision Plan 2022-2027 di Scalo Milano Outlet & More, che prevede l’ampliamento del villaggio portando il numero dei brand partner a circa 200 e puntando a un posizionamento Premium Luxury.
Il nuovo negozio si colloca in una posizione baricentrica del villaggio e vanta un design contemporaneo e arredi nei toni del legno chiaro e caldi, oltre ad ampie vetrate che garantiscono luminosità agli spazi, si colloca in una posiziona baricentrica nel villaggio, Oltre ai 40 comodi posti a sedere all’interno, i clienti hanno la possibilità di rilassarsi anche nei due dehors esterni da 25 posti. Il tutto all’interno della splendida cornice di Scalo Milano Outlet & More, destinazione di shopping ed entertainment frequentata con assiduità da molti milanesi e non solo, che potranno ristorarsi nel nuovo negozio Starbucks. Starbucks continua inoltre ad impegnarsi ad acquistare caffè al 100% di provenienza etica, in collaborazione con Conservation International. Le pratiche C.A.F.E. (Coffee and Farmer Equity) sono infatti alla base dell’approccio etico di Starbucks nell’approvvigionamento di caffè.
NUTKAO INAUGURA IL NUOVO CENTRO DI SVILUPPO PRODOTTO: RICERCA, APPLICAZIONE, ANALISI
Nutkao - società italiana leader internazionale nel contract manufacturing che da 40 anni produce creme e cioccolati conto terzi - ha inaugurato, nel suo headquarter a Canove di Govone, il nuovo centro di ricerca e sviluppo “House of Dreamers”. Il progetto, pensato nel 2020, che ha richiesto all’azienda un investimento iniziale pari a 3 milioni di euro, si inserisce in un piano di ampliamento innovativo, produttivo e distributivo lanciato nel 2015 con l’apertura del primo stabilimento in Nord Carolina (US) - per la produzione di creme per retail e industria - seguito poi da quello ad Accra nel 2018 - dove si lavorano fave di cacao esclusivamente ghanesi di prima scelta - e continuato con le ultime acquisizioni, nel 2021, della belga Boerinneke e della siciliana Antichi Sapori dell’Etna. “House of Dreamers”, questo il nome evocativo voluto dall’azienda, è stato concepito come il centro nevralgico della ricerca, dello sviluppo e dell’applicazione dei prodotti del gruppo, che potrà offrire così un servizio sempre più completo e “on time” ai propri clienti: creazione di formulazioni “tailor made”, applicabili tempestivamente ai processi di produzione di ciascun cliente, controllando e monitorando ogni singola fase. All'interno del laboratorio sono state installate soluzioni tecnologiche ed evolute di analisi, in grado di simulare l’intera catena di produzione e logistica, dalla creazione della soluzione “su misura” fino al confezionamento e all’analisi della shelf-life.
Altra novità destinata a migliorare le performance delle soluzioni offerte è una nuova linea produttiva “Bean to Bar” studiata dall’azienda, letteralmente “dalla fava alla tavoletta”: 7 impianti strettamente collegati tra loro che, partendo dalle fave di cacao, permettono di creare profili di tostature personalizzati per poter massimizzare la qualità della fava ghanese, ottenendo così diversi profili aromatici.
Il Centro di Applicazione sarà dotato, inoltre, di un’innovativa linea di raffinazione a cilindri, esatta replica in scala degli impianti produttivi di Nutkao, per simulare perfettamente il risultato dei test come se questi fossero effettuati sulle proprie linee di produzione.
BROOKS LA NUOVA LOFT
Brooks utilizza da sempre le soluzioni più innovative per aiutare i runner a migliorare costantemente la loro esperienza di corsa. L’ultima innovazione si chiama DNA LOFT v3 , la tecnologia applicata all’intersuola e realizzata con il processo della nitro-infusione inserita in Glycerin 20, Glycerin GTS 20, Caldera 6 e Hyperion Tempo . In questo modo i runner non saranno più costretti a scegliere tra leggerezza, ammortizzazione, reattività o durevolezza.
Con il DNA Loft v3 Brooks ha messo a punto le proprietà di ammortizzazione senza sacrificare il peso e il ritorno di energia, garantendo al runner di vivere un’esperienza di corsa fluida, sicura e priva di sforzo. La schiuma, peraltro, essendo una sostanza fluida, consente di adattarsi a superfici diverse, dalla strada al trail, ed è in grado di riprendere molto rapidamente la propria forma originale, consentendo così una corsa agevole. Risulta, inoltre, particolarmente durevole nel corso di gare molto lunghe, poiché la struttura cellulare è totalmente chiusa e omogenea rispetto alle mescole tradizionali.
COSMOPOLITAN FASHION-TECH E LA SUA VERSIONE SOSTENIBILE DELLA GAMMA NATIVE SUSTAINABLE TEXTILES
Nell’ Innovation Area di Milano Unica, a cura di SMI - Sistema Moda Italia , Sitip ha presenta nella sezione dei Tessili Tecnici le sue collezioni all’insegna della Multifunzionalità e Trasversalità: tessuti versatili, che abbracciano lo sportswear ma anche il “fashion”, garantendo sempre elevata qualità, eccellenti performance e ricercato design.
È stata esposta l’iconica Maglia Rosa 2022 e la Maglia Ciclamino 2022 dedicata al Made in Italy (in collaborazione con ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), entrambe realizzate con i tessuti tecnici Sitip della linea NATIVE Sustainable Textiles.
MEDUZA
Come vi siete conosciuti e come è nato il vostro gruppo “Meduza”?
Ci siamo tutti conosciuti, in linea di massima, intorno al 2010: frequentavamo gli stessi studi discografici e gli stessi club di Milano / Como.
Dapprima io (Simone) e Luca abbiamo provato a collaborare un po’ assieme salvo poi (per cause esterne) prendere strade differenti.
Ci siamo rincontrati nel 2016 quando, nel duo che nel frattempo avevamo creato io e Matt, mancava un tocco tecnico che solo Luca secondo noi poteva aggiungere. Da qui in avanti assieme abbiamo sperimentato sound diversi anno dopo anno per poi confluire tutte le nostre idee nel progetto Meduza nel 2019.
Cosa è successo dopo lo sapete tutti.
Come mai la scelta del nome “MEDUZA”?
Cercavamo un nome che potesse essere internazionale ma al contempo ricordasse la nostra italianità: abbiamo pensato dapprima a Medusa; i nostri manager inglesi ci hanno allora
suggerito di rovesciare la S facendola diventare una Z per renderlo più unico così è diventato Meduza con la Z. La cosa simpatica del nome Meduza è che ha all’interno le nostre 3 iniziali: M(Matt) D (De Gregorio) S (Simon).
A chi vi siete ispirati? Quale è il vostro Dj preferito? Diciamo che il nostro progetto è il risultato del background musicale che ha ognuno di noi e porta un po’ dentro le sonorità di tutti quegli artisti che ci hanno influenzato nel nostro percorso di crescita musicale partendo dai Daft Punk passando per i Chemical Brothers, da Quincy Jones a Giorgio Moroder, da Dr.Dre a Eric Prydz. Riguardo al nome di un dj è difficile dirne uno su tutti: forse Solomun mette un po’ tutti e 3 d’accordo.
Avete fatto un tour pazzesco in America, Usa, ecc... Come è stato non potersi esibire per tanto tempo in Europa per via della pandemia dopo i vostri successi mondiali appena usciti?
Abbiamo avuto la fortuna di poterci esibire per tutto il 2021
Il trio italiano porta la musica house nel mondoRubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan, Maria Giulia Linfante e Luca Sardi
negli Stati Uniti ed è stato da una parte esaltante e liberatorio dopo un anno di stop forzato, ma allo stesso tempo ci è sembrato quasi irreale in quanto quando al termine del tour tornavamo in Europa tutti i club e festival erano ancora chiusi: sembrava di vivere un bel sogno all’interno di un vero incubo. Fortunatamente ora sembra tutto finito e questa estate abbiamo completato il primo tour europeo da Ibiza a Stoccolma, da Mykonos al Tomorrowland passando per Riccione e Gallipoli.
Progetti per il futuro e tour?
Parlando di tour dopo l’Europa (e sempre un po’ di Usa perchè abbiamo la residency mensile al Wynn di Las Vegas) ci aspetta a fine settembre l’Australia che non vediamo ahimè dal lontano 2019.
Abbiamo visto che siete tifosissimi del Milan come avete scritto anche sul vostro profilo instagram. Vi vediamo spesso a San Siro e anche alla festa del Milan. Come è stata la gioia di questo scudetto?
Incredibile e inaspettata, soprattutto perché arrivavamo da 11 anni senza vittorie e con una squadra tra le più basse di età media in Europa quindi senza esperienza. Il lavoro della dirigenza con Maldini, in panchina Pioli e l’aiuto di un campione nello spogliatoio come Ibrahimovic, che ha aiutato tanti giovani a maturare velocemente, ci ha portato alla vittoria dello Scudetto. Abbiamo festeggiato con tutta la squadra lunedì sera in piazza Duomo e vederli sfilare con la coppa a 10 cm di distanza è stato come realizzare un sogno, una sensazione indescrivibile a parole, il sogno di ogni tifoso.
L'ultima domanda di rito: gli ultimi vostri 5 brani ascoltati nella vostra playlist di Spotify.
1. Drake - Elevate
2. Foo Fighters - Everlong
3. Motley Crue - Wild Side
4. Inner city - Good life
5. The Pointer Sisters - I’m So Excited
BRIATORE CONTRO NAPOLI
A cura di Marco Chingari Discussione a “pizze in faccia”
È balzato alle cronache e, soprattutto, sui social diventando subito virale l’editto di Re Flavio: a Napoli la pizza non la sapete fare e la pizza non è napoletana.
Si, lo confessiamo, abbiamo un po’giocato sulle dichiarazioni estrapolando i concetti e scrivendoli per far colpo ma, come si dice, cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia.
Ma la pizza sì.
Ma andiamo con ordine.
Flavio Briatore è la quintessenza del sogno italiano che fa impallidire, di parecchie lunghezze anche, il sogno americano.
La sua vita? Una vera e propria fiction. Nato da una famiglia normalissima (il papà e la mamma erano due insegnanti) diventa in gioventù geometra (facendosi pure bocciare due volte) avendo peraltro, come compagno di studi, nientepopodimeno che l’ottimo Professore Piergiorgio Odifreddi.
Poi, quasi per magia, questo normalissimo ragazzone comincia una carriera che, per trovarne una più agguerrita, bisogna rivolgersi alle memorie Berlusconiane.
Da subito, facendo peraltro il maestro di sci, comincia a gestire un ristorante (avventura non andata benissimo stante anche il soprannome del ristorante il “Tribula” da tribolare), per poi passare addirittura alla dirigenza di una piccola banca dopo aver fatto l’assicuratore.
Beh da allora, per amor di brevità, non staremmo ad elencare tutte le attività poste in essere dal Briatore ma come non ricordare
la liaison con Benetton (del quale è anche grande amico) fin dal lontano 1987 prima con dei franchising del gruppo Benetton nelle isole Vergini e poi più seriamente con l’avventura, che lo porterà alla fama indiscussa, nella formula 1 sempre con la benedizione del gruppo Benetton. Da allora l’apoteosi.
Vincite di super premi in F1 (complice la felicissima scoperta in tempi non sospetti di un diciottenne e dotatissimo Alonso), creazioni di altri premi, e, tornando al primo amore, apre il primo resort di lusso in Kenya nella sua villa a Malindi, il Lion and the Sun, dove peraltro si precipita il gotha della celebrità economica e glamour di allora, e cioè Silvio Berlusconi, Naomi Campbell, Fernando Alonso, Simona Ventura, Paolo Bonolis, Heidi Klum ed Eva Herzigova. Ma già prima, nel 1998, aveva aperto il Billionaire (cavalcando sicuramente l’idea del locale extralusso tipo la Capannina di Forte dei Marmi antichissima - dal 1929! - e famosissima discoteca alla moda) che subito aveva preso corpo come must nel mondo della ristorazione e nell’accoglienza nel mondo del lusso estremo.
Insomma Briatore è un prezzemolato economico, un imprenditore che rasenta la perfezione nell’occupar posti e business in tutti i campi, alla Formula Uno all'agenzia viaggi di lusso, dalla ristorazione alle discoteche esclusive, dalla moda ad, addirittura, nel campo della farmaceutica passando anche per una partecipazione
televisiva in un reality denominato “The Appendice” dove, anche lì (e come ti sbagli?) ottiene un grandissimo successo.
Dopo aver aperto locali ovunque (ed aver avuto successo, quello vero, in tutto il mondo) cosa mancava al nostro Briatore? Una pizzeria.
Ma può Re Flavio aprire una banalissima pizzeria?
Ci mancherebbe!
Nasce così “Crazy pizza”, serie di locali che fanno parte del gruppo di ristorazione di lusso Majestas, il primo a Montecarlo, Roma adesso in Via Veneto e, prossimamente, nel quartiere di Brera a Milano il più trend della capitale Meneghina.
Briatore stesso ha affermato che a Roma in particolare il goal sarebbe quello di riportare via Veneto ai fasti antichi del successo della famosa Dolce Vita felliniana, e così anche a Montecarlo e, conseguentemente, a Milano. Diciamo che prima di subito però le critiche non sono mancate, anche perché la pizza di Re Flavio non segue certo i dettami della tradizione partenopea ma, anzi, quella della pizza romana, “romanesca” per la precisione, e, arriviamo a dire noi che siamo di origine assolutamente capitolina, addirittura della pizza (meravigliosa, gustosa e leggerissima da digerire) da forno romano.
E proprio come quella del forno romanesco la pizza del Crazy Pizza non solo non è cotta nel forno al legno ma non contiene lievito. Apriti cielo.
Il mondo intero, napoletano e non (dura da decenni la diatriba tra pizza napoletana e romanesca ma SEMPRE con cottura lignea) hanno sparato alzo zero su Briatore.
Alle critiche sulla gestione della ricetta non sono tardate le altre critiche, e come ti sbagli, sul prezzo delle pizze servite nei neo locali del nostro Flavione.
15 euro per una Margherita, 45 per la pizza al tartufo e, cosa inaudita, 65 euro per la pizza al prosciutto di Patanegra spagnolo, per inciso il prosciutto più caro al mondo.
A parte il fatto che altre ben altisonanti diatribe già tempo fa aveva suscitato con grande spolvero la pizza margherita di Cracco (servita nel locale sito nella Galleria di Milano a ben 23 euro la porzione altro che 15) il che, come se non ci fosse stato bisogno di provarlo, afferma che l’Italia è una nazione
non basata sul lavoro ma sull’invidia di chi ha successo in quest’ultimo, il nostro Monarca Briatore che ti fa?
Un bel video di protesta, elencando tutti i costi delle materie prime (le sue costosissime quelle degli altri forse un po’ meno) e, di conseguenza, criticando e definendo “irreali” ed “impossibili” i costi di 4-5 euro per una pizza margherita servita a Napoli nelle pizzerie nazional-popolari.
Poi, non pago ancora, rincara la dose ed afferma, senza tema di smentita, che “La pizza non è napoletana ma è un prodotto che si mangia in tutto il mondo, quindi inutile fregiarsi di un brand che non esiste”. Riapriti cielo.
Era dal tempo di Masaniello che non si vedeva una rivoluzione popolare di quella portata.
Ma a farne le spese stavolta non era un Re di origine Borbonica ma un Monarca di origine lombarda.
Però procediamo con ordine e facciamo un tantino chiarezza.
Basta informarsi un poco e, meraviglia delle meraviglie, si viene a scoprire che la pizza non nasce né a Roma né, tampoco, a Napoli. O, almeno, la proto pizza non è esattamente napoletana.
Pensate che già in Sardegna, circa tremila anni fa, si sono trovati resti di lavorazione della farina con il lievito.
E cosi nell’antica Grecia con i dischi di pane chiamati Plakous, i persiani che cucinavano i suddetti dischi su degli scudi da cottura per finire agli egiziani che già usavano il lievito e cucinavano focacce.
Gli antichi romani non erano da meno: anche
In verità il primo vero esempio di pizza può essere considerato la cosiddetta "Pizza Manistucola" preparata tra il “500” ed il “600” proprio nel Regno di Napoli: il condimento di questa prevedeva l’utilizzo di lardo, cigoli, formaggio di pecora, pepe e basilico, seguita, nel tempo, dalla pizza Cecinielli, condita con piccoli pesci, i bianchetti, denominati appunto Cecinielli.
Per arrivare però alle prime pizze col pomodoro, ortaggio? No frutto o più precisamente, bacca, dall’origine americana e balzata assai tardi nell’uso culinario italiano, bisogna aspettare almeno il 700, conquistando non solo il palato semplice e popolare dell’umil vulgo, ma anche, e soprattutto, quello dei reali sia di origine Borbonica che i Savoia.
Nel 1866, facendo menzione della preparazione, scrive l’editore svizzero Francesco de Bourcard: “Le pizze più ordinarie, dette coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minutamente. Altre sono coperte di formaggio grattugiato e condite con lo strutto, e allora vi si pone disopra qualche foglia di basilico. Alle prime spesso si aggiunge del pesce minuto; alle seconde delle sottili fette di muzzarella. Talora si fa uso di prosciutto affettato, di pomidoro, di arselle, ec. Talora ripiegando la pasta su se stessa se ne forma quel che chiamasi calzone”.
Da questo ad arrivare alla pizza Margherita
il passo è breve.
Lo storico pizzaiuolo napoletano Raffaele Esposito, con impeto patriottico, nel 1889 crea una pizza coi colori italiani bianco (la mozzarella) verde (il basilico) e rosso (il pomodoro) dedicandola alla Regina Margherita.
Nasce così la pizza più famosa in Italia e nel mondo, anche se dovette aspettare, per essere esportata nel settentrione italiano, la fine della seconda guerra mondiale. Chiarita dunque la battaglia storica sulla pizza rimane il genio italico della discussione. Insomma in questa diatriba tutti hanno ragione e tutti hanno torto.
I napoletani perché criticare Briatore, un imprenditore nel mondo della ristorazione che ha creato imperi e posti di lavoro a gogò,
non è sintomo di grande perspicacia.
Peraltro la loro pizza, gustosissima intendiamoci, non sempre trova estimatori appassionati anche perché, a Napoli, essa nasce con l’intento più di sfamare che di deliziare il palato (anche se, e lo ripetiamo ancora una volta, la troviamo eccezionale).
La pizza di Briatore, costo a parte, non sembra essere così male. È assai digeribile e "scrocchiarella" ed è servita in pompa magna in locali, certo non per tutte le tasche, ma dalla professionalità ineccepibile.
Non faremo poi la figura dei bottegai andando a disquisire sui costi di esercizio enunciati da Briatore o dai napoletani o, sulle critiche assai strambe di qualche noto giornalista, sull’uso del nobile Patanegra su di una pizza napoletana o simil romana: cosa ci vogliamo mettere sulla pizza un prosciutto di scarto legnoso e salatissimo? Modestamente secondo noi il prosciutto crudo sulla pizza più è buono e meglio è (a meno che non si voglia dormire con la cannella dell’acqua in bocca tutta la notte).
Finiamo questa sciarada con il genio di Flavio Briatore.
Solo lui può capovolgere una situazione critica e negativa a suo favore, facendosi pubblicità (e che pubblicità) da una diatriba che è durata giorni e giorni e giorni.
D’altro canto non è lui che ha affermato: "Quando nella tua vita succede qualcosa che non è positiva e tu hai la forza di capovolgerla a tuo favore allora sei un vincitore …" E come dargli torto???
Si è tenuta presso Palazzo Castiglioni la conferenza stampa di presentazione della Milano Wine Week 2022 , il più grande evento non-fieristico d’Italia dedicato alla promozione, al racconto e all’esperienza del vino, giunto alla sua quinta edizione. L’appuntamento, che animerà il capoluogo lombardo dall’8 al 16 ottobre, torna con un palinsesto ricco di iniziative rivolte ad appassionati, opinion leader e operatori del settore di tutto il mondo, che troveranno occasioni di business concrete, in una manifestazione - oggidalla vocazione ancora più internazionale, organizzata in una delle città maggiormente rappresentative delle eccellenze del Made in Italy.
Protagonisti dell’appuntamento consorzi, organizzazioni e centinaia di aziende provenienti da tutta Italia, ma anche realtà extra-settore, istituzioni e associazioni di categoria, e il pubblico finale: l’edizione 2022 si caratterizza infatti per un format dall’approccio fortemente immersivo, improntato all’avvicinamento dei consumatori tramite esperienze e attività coinvolgenti, dalle degustazioni
A cura della Redazione Quinta edizione Milano Wine Week
ai workshop, dagli eventi speciali alle challenge che vivranno sull’app di MWW e permetteranno ai partecipanti di accedere a speciali promozioni e reward. Un importante ritorno alla vocazione originale della manifestazione, che si pone l’obiettivo di coinvolgere i più noti quartieri dell’intero territorio cittadino, con il ritorno dello storico headquarter di Palazzo Bovara, polo di riferimento nell’ambito business, a cui si affianca il nuovo hub di Palazzo Serbelloni , che accoglierà le principali
iniziative rivolte al pubblico di consumatori, dando vita al nuovo asse portante di Corso Venezia , la Wine Street di MWW 2022.
Nati come presidi dei consorzi nei più rilevanti quartieri della città, tornano anche i Wine District, che quest’anno saranno sei.
Nel corso della presentazione, guidata dal Presidente di MWW Group Federico Gordini , sono intervenuti Gian Marco Centinaio, Sottosegretario alle politiche agricole, alimentari e forestali; Carlo Ferro,
Presidente ICE; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Silvano Brescianini, Membro della Consulta vino Coldiretti; Lino Enrico Stoppani, Presidente FIPE; Emmanuel Conte , Assessore al Bilancio e Patrimonio Immobiliare, Comune di Milano; Christophe Rabatel , CEO Carrefour Italia; Gianpiero Morbello, Head of Brand & IOT, Haier Europe; Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Equalitas.
Numerosi gli eventi in calendario organizzati all’interno e fuori dal Palazzo, tra walk around tasting, talk, conferenze, workshop, aperitivi e cene con i produttori. Proprio l’aperitivo come rituale di consumo sarà un nuovo focus della manifestazione, con tre speciali appuntamenti realizzati in collaborazione con altrettanti supporter di MWW: Masottina, Leone Alato e Cuvage. Sempre Palazzo Serbelloni ospiterà la nuova edizione degli eventi di approfondimento promossi sotto l’egida dei Forum di Milano Wine Week , che quest’anno ritornano con un format rinnovato, più dinamico e coinvolgente: il Wine Generation Forum e il convegno Habitat - Wine Sustainability Forum (13 ottobre).
I Wine District
Tornano i Wine District , sei per questa nuova edizione. Nati come presidi dei Consorzi , animeranno la città nei luoghi di maggior interesse.
• SEMPIONE-ARCO DELLA PACE: Consorzio dell’Asti Spumante e Moscato d’Asti DOCG District
• BRERA: Consorzio di Tutela Lugana DOC District
• PORTA VENEZIA: Medways District
• NAVIGLI: Chianti Lovers District
• PORTA ROMANA: Colli di Parma Wine District
• EUSTACHI-PLINIO: Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
Un’opportunità esclusiva che riunisce sotto un unico progetto i quartieri iconici di Milano, dove i cittadini potranno scoprire una moltitudine di iniziative dedicate, tra installazioni, eventi immersivi e walk around tasting, oltre che una serie di
Cene con il Produttore in programma in alcuni quartieri. Coinvolti anche i locali dei distretti, che proporranno durante la manifestazione esperienze variegate e interattive.
Il programma 2022 offre a professionisti dell’Ho.re.ca, buyer e stampa un palinsesto ricco di occasioni di business, in grado di consolidare relazioni e crearne di nuove, coinvolgendo operatori italiani e internazionali che avranno la possibilità di raggiungere mercati chiave per l’export vinicolo nel mondo. Palazzo Bovara si conferma la casa del business di Milano Wine Week, trasformandosi in un centro mondiale di promozione vinicola e ospitando numerosi appuntamenti di formazione, networking e confronto tra player del settore, oltre che masterclass nazionali e internazionali: saranno oltre 50 gli appuntamenti di degustazione in programma, e 8 le città internazionali coinvolte in 6 mercati-chiave - New York, Houston, Chicago, Toronto, Londra, Shenzhen, Tokyo, Hong Kong - grazie al Programma Internazionale di Milano Wine Week, che trasmetterà in diretta in una serie di location nel mondo, e al supporto di ICE-Maeci , che coinvolgerà per la prima volta anche una delegazione di operatori esteri che raggiungeranno il capoluogo meneghino per partecipare in prima persona agli eventi e conoscere e approfondire le referenze di cantine e consorzi.
Tornano inoltre gli MWW Awards (10 ottobre), giunti alla loro seconda edizione, che premieranno le migliori selezioni vinicole d’Italia sia nel settore della somministrazione con il “Premio Carta Vini” che in quello della distribuzione con il “Premio Wine Retail”. I riconoscimenti - assegnati da una giuria d’eccezione presieduta da Andrea Grignaffini - verranno consegnati nell’ambito di una serata di gala che sarà anticipata dalla presentazione della ricerca condotta dal Centro Studi Fipe sul vino in ristorazione.
Tra gli appuntamenti istituzionali previsti al n.51 di Corso Venezia, anche i convegni di Equalitas (14 ottobre) e del Cervim (16 ottobre).
Saranno tantissime le attivazioni speciali dedicate al grande pubblico. Tra le numerose attività in programma, l’hub di Palazzo Serbelloni ospiterà un’inedita Wine Escape Room, in collaborazione con Winelivery; “Champions Wine”, evento speciale in occasione della partita di calcio in programma il 12 ottobre che proporrà un nuovo modo di raccontare il vino in accostamento a un altro mondo, quello del calcio; due appuntamenti in collaborazione con il Touring Club: la degustazione per i 20 anni della guida (10 ottobre) e il tasting di oltre 200 vini selezionati dalla Guida Vinibuoni d’Italia. Tra gli eventi esclusivi, il 14 ottobre andrà in scena una serata speciale dedicata al prestigioso Milano Wine Club, mentre chiuderà il palinsesto settimanale, domenica 16 ottobre, “Milano Wine List”: la top 100 dei sommelier dell’alta ristorazione, con il coinvolgimento di alcuni dei più importanti nomi del fine dining milanese.
Anche Palazzo Bovara sarà cornice di una serie di appuntamenti inediti, che prenderanno il via l’8 ottobre con l’evento inaugurale della sede, realizzato in collaborazione con Confagricoltura . Il giorno successivo, domenica 9 ottobre, l’evento “Romania through grapes and glasses”, presentato da Carrefour Romania, sarà l’occasione di conoscere i vini di un Paese emergente. Ancora, il 15 e il 16 ottobre, il pubblico potrà partecipare a due Wine Show a cura di Vinhood - format che coniuga l’esperienza di degustazione alla cieca con la guida dei sommelier esperti - dedicati rispettivamente al mondo delle bollicine e all’intrigante tema “I vini che non ti aspetti: curiosità e chicche da tutta Italia”.
Si rinnova anche quest'anno la partnership con Slow Wine , che ha scelto ancora la Milano Wine Week per presentare la nuova edizione dell’omonima Guida (8 ottobre, ore 10.30), offrendo l’occasione di degustare le etichette selezionate grazie a un grande banco d’assaggio, ospitato nel pomeriggio a Superstudio.
Saranno centinaia - oltre 300 - anche le etichette disponibili per la degustazione dell’evento Wine Cube di Partesa , in
programma il 10 e 11 ottobre presso lo Spazio Antologico di via Mecenate.
Tra le proposte in città, la Wine Boat del Consorzio Chianti , in partenza tutti i giorni dal molo del Naviglio Grande, presenterà un’inedita occasione di degustazione del grande rosso toscano; il Wine Bus, un double-decker per tasting itineranti, porterà il pubblico tra i luoghi più significativi della metropoli. Il 14 e 15 ottobre, in Piazza Città di Lombardia, la
suggestive serate durante le quali sarà possibile degustare alcune referenze selezionate ascoltando le performance di talentuosi artisti, mentre al celebre Blue Note andrà in scena l’incontro tra vino e jazz con una serie di appuntamenti in programma dall’11 al 16 ottobre. Quest’anno gli appuntamenti per gli amanti del vino saranno anche in libreria: in programma da Hoepli presentazioni “tra vino e cultura” con importanti autori italiani (8-14 ottobre). E anche presso
animerà il CityLife Shopping District con un grande momento di celebrazione collettivo a cui tutta la città è invitata a prendere parte, mentre il lancio istituzionale della manifestazione è previsto lunedì 10 ottobre con la conferenza di apertura di MWW2022 , in programma a Palazzo Serbelloni.
La nuova edizione della Milano Wine Week si distingue per un’offerta facilmente navigabile e fruibile . Il sito e l’app
manifestazione-nella manifestazione Calici Urbani proporrà una due giorni all’insegna del vino, dell’arte, del buon cibo e della musica per tutta la famiglia, con prodotti provenienti da diverse aree geografiche d’Italia, affiancati da una selezione di Street Food. Il 16 ottobre appuntamento anche con la Marathon Cantina Urbana , iniziativa che invita il pubblico a visitare tutte le location dell’insegna per accedere a uno speciale wine party. Imperdibili i Candlelight Concerts (15-16 ottobre),
il punto vendita Eataly Smeraldo sarà possibile partecipare tutta la settimana a eventi tematici e degustare speciali menù e abbinamenti creati per l’occasione. Tra le location partner di MWW2022 anche Signorvino, con eventi ad hoc scanditi nel corso della manifestazione.
A dare il via a tutto questo, ritorna in presenza anche il Brindisi Inaugurale di Milano Wine Week, realizzato in collaborazione con Prosecco DOC, che
MWW presentano una nuova release e contenuti ancora più interattivi; tornano le challenge che consentiranno agli utenti di amplificare l’esperienza della manifestazione, accedendo a speciali promozioni e rewards
Charity partner della Milano Wine Week 2022 è Fondazione Francesca Rava, media partner della manifestazione si riconfermano Adnkronos, RDS e The Drinks Business.
CIBO E ARTE
Sembra che Giuseppe Verdi, che ben aveva rappresentato cibo e cucina nelle sue opere (si pensi ai vari brindisi, primo fra tutti il più celebre quello della Traviata, nonché le grasse ed opulenti mangiate di fagiani di Falstaff nell’opera omnia o il banchetto di Macbeth), nell’ultima cena prima di cadere vittima dell’ictus cerebrale che lo porterà tristemente alla morte, avesse mangiato, nell’ordine: risotto alla certosina, branzino bollito con maionese, brasato di manzo, costolette di agnello, parmigiana, tacchino arrosto, insalata, frutta e gelato al rum. Il tutto, per di più, accompagnato da diversi vini.
Lo studio pedissequo delle biografie in storia della musica ed anche nella storia dello spettacolo o dell’arte, ci hanno sempre descritto questi grandi geni del passato come uomini dall’algida parvenza umana che nulla avevano a che fare con i vizi privati ma solo con le pubbliche virtù ma, da quello che si evince dall’ultimo menù verdiano su descritto, evidentemente i vizi e le necessità private erano pari alle immense virtù artistiche.
Per continuarla col Verdi allora, cominciamo col dire che era figlio di un oste che mesceva vino Lambrusco a gogò, vino che Verdi stesso continuò a produrre nella sua stessa enorme tenuta a Sant’Agata, ed anche che non disdegnasse assolutamente la buona e ricchissima, di grassi saturi cucina Emiliana: tanto che la famosa Spalla Cotta di San Secondo (che lui acquistava personalmente il venerdì perché asseriva che il sabato, stante la grande richiesta, non era buona come il giorno prima) e gli anolini non mancavano mai alla sua mensa.
Mensa che peraltro si arricchì nel tempo (Verdi e la Strepponi la di lui moglie-compagna si scambiavano via lettera ricette e consigli gastronomici) di piatti diversi, nonché di un risotto creato
appositamente per Verdi stesso dallo chef Henri-Paul Pellagra, allievo di Auguste Escoffier, un piatto a base di prosciutto, asparagi e funghi porcini.
A sua volta, e prima di Verdi, Gioacchino Rossini fece della tavola e della gola non solo il suo peccato più grave, ma anche ed assolutamente il suo “bernoccolo artistico” più seguito specie dopo il suo prematurissimo ritiro dalle scene compositive avvenuto alla ancora verde età di 39 anni.
Si narra che un giorno una nobile signora, avvicinatosi al Maestro pesarese dopo un concerto gli disse: «Oh, Maestro! Posso finalmente contemplare quel volto geniale, che non conoscevo se non nei ritratti! Non si può sbagliare; avete nel cranio il bernoccolo della musica; eccolo là!» Al che Gioacchino rispose: «E che ve ne pare di quest’altra signora? – battendosi il ventre – Non potete negare che sia ancor più visibile e sviluppato. Infatti il mio bernoccolo è quello della gola».
Ed il ventre doveva averlo ben allenato dato che, pare, si vantasse di mangiare un tacchino intero tutto da solo, e che stesse sempre in cucina alla ricerca di piatti nuovi insieme peraltro a professionisti di validissima e affermatissima fama, primo fra tutti lo chef Carème, che lo aiutò a confezionare quella meravigliosa ricetta che sono i Tournedos alla Rossini, Filetti di manzo con salsa di tartufi e fois gras.
Pare che il nome derivi dal fatto che il Maggiordomo di casa Rossini rimanesse voltato durante la preparazione del piatto
A cura di Marco Chingari
Cantanti, musicisti e scrittori gourmet tra tavola e arte
per non disvelare ai convitati il segreto della ricetta o, secondo taluni, dal severo rimbrotto dello Chef irritato da Rossini che continuava a dargli consigli, cosicché il compositore stesso gli urlò: «et alors, tournez le dos!» (e allora, voltate la schiena!).
È sintomatico, per finire, il fatto che Rossini dichiarò di aver pianto soltanto tre volte nella vita: quando fischiarono alla sua prima opera, quando sentì suonare l’amico Paganini e quando durante una gita in barca gli cadde in acqua un tacchino ripieno di tartufi.
E cosa dire di Mascagni e Puccini che discutevano quali fossero i piatti toscani più buoni se non il caciucco alla livornese (sorte di buonissima zuppa di pesce N.d.R.) o le pernici fritte con i fagiani al coccio care a quel cacciatore impenitente di Puccini?
Un prezioso manoscritto autografo conservato presso la Library of Congress di Washington recita come pure il sommo Niccolò Paganini oltre ai 24 Capricci per
violino solo, compilò la sua personale ricetta del sugo di manzo per i ravioli alla genovese. Così si legge: «Per una libbra e mezza di farina due libbre di buon manzo magro per fare il suco. Nel tegame si mette del butirro, indi un poco di cipolla ben tritolata che soffrigga un poco. Si mette il manzo, e fare che prenda un po’ di colore. E per ottenere un suco consistente si prende poche prese di farina, ed adagio si semina in detto suco affinché prenda il colore. Poi si prende della conserva di pomodoro, si disfa nell’acqua, e di quest’acqua se ne versa entro alla farina che sta nel tegame e si mescola per scioglierla maggiormente, e per ultimo si pongono entro dei funghi secchi ben tritolati e pestati; ed ecco fatto il suco. Ora veniamo alla pasta per tirare le sfoglie senza ovi. (…)». Come si nota leggendo tra gli ingredienti Paganini fu uno dei promotori e cultori dell’uso del pomodoro in cucina, in un’epoca in cui questo ortaggio iniziava ad imporsi come alimento.
E Johann Strauss che compose una “Cotoletta – Polka” per esaltare la famosissima cotoletta fritta alla milanese o, per meglio dire, alla viennese?
Dal canto loro, tornando indietro nel tempo, pare anche che Salieri, il famoso avversario di Mozart, fosse ghiottissimo di Marron Glacés mentre Vivaldi, il celeberrimo prete rosso autore delle
stranote Quattro Stagioni, non poteva fare a meno dei risotti, conditi con più di 220 ricette a base di pesce famose al tempo del Barocco musicale.
E come non ricordare la genesi della celebre e buonissima Pasta alla Norma siciliana dovuta ad uno sceneggiatore e poeta catanese Nino Martellio il quale ai primi del 900, assaggiando il gustosissimo primo piatto, ebbe ad esclamare:” Ma questa pasta è perfetta!!! È una vera Norma!!!”
Ma anche sul versante dei cantanti si ebbero singulti gastronomici interpretativi: i Vermicelli alla Caruso (un aglio olio e peperoncino con pomodorini del Vesuvio) o la pesca con gelato alla Melba, famosissimo soprano a cavallo dell’ottocento e del novecento, nonché un dolce per un’altra celeberrima cantante lirica, Renee Fleming, golosissima anch’essa di gelato, appunto un dessert a base di chantilly al pistacchio cioccolato e lamponi.
Chiudiamo dunque questa kermesse golosissima con un ultimo sprizzante viaggio nell’arte e nella letteratura, parlando di Caravaggio e dei suoi Carciofi alla romana (che quasi costarono la vita al cameriere che glieli servì invitandolo poco garbatamente ad odorare da sè stesso se fossero conditi con olio o burro – al che il pittore sguainò la spada inseguendolo), o la
lepre alla D’Annunzio ricca ricetta a base, e come non capirlo dato il personaggio, di tartufi e grassi vari, gli spaghetti alla Ungaretti, ermetici ma che, con i loro ingredienti (parmigiano grattugiato, burro, cumino, noce moscata, pangrattato e sale) riuscivano ad illuminare d’immenso chiunque. Per concludere, il sommo Pascoli (colui che inventò il termine piada o piadina) con il suo risotto romagnolo a base di zafferano, sugo di pomodoro, fegatini di pollo, funghi e prezzemolo. Insomma l’arte tutta non si ferma mai solo all’apparenza del genio compositivo od esecutivo ma, accompagnata dal carisma non solo artistico ma anche umano, anzi umanissimo, abbiamo visto come dispiegasse la sua volubilità e la sua gagliardia interpretativa anche e soprattutto nel dorato mondo del piacere gastronomico, legando al nome dei grandi del passato ad altrettante grandi ricette.
A parte Elvis Presley, al cui nome è legato un panino assai famoso negli States detto “Fool’s Gold” a base di pane, burro di arachidi, banane e bacon il tutto impanato in abbondante uovo sbattuto e poi fritto nel burro.
Una roba che neanche l’aggettivo “laido e corrotto” sarebbe esaustivo nel descriverlo.
Praticamente una vera e propria... americanata!
PESCATORUM
INAUGURA LA “CUCINA DI MARE”
Il Mediterraneo in tavola a Milano
A cura della Redazione
Ha aperto meno di un anno fa la sua prima pescheria, con la missione di portare sulle tavole dei milanesi i migliori prodotti ittici del Mediterraneo, grazie a un format fresco e moderno nato per incoraggiare un consumo di pesce consapevole e vario e semplificare il più possibile un prodotto - il pesce - ancora percepito come “complesso”. Adesso, dopo pochi mesi dalla sua nascita, Pescatorum aggiunge un altro tassello al suo mosaico e inaugura, direttamente negli oltre 200 mq di Via Solari 6, la sua prima “cucina di mare”.
Realizzata in continuità con il protagonista indiscusso del format di pescheria con cucina - quel Banco del Pesce Fresco che accoglie chi entra nel locale e che ha già ospitato, da Novembre 2021, oltre 50 diverse varietà di pesce di provenienza dal Mediterraneo la nuova “cucina di mare” di Pescatorum può contare su 63 coperti e un menù costruito all’insegna di tre parole chiave: biodiversità, filiera controllata e accessibilità.
Il ristorante, infatti, si aggiunge al lavoro già iniziato con la pescheria volto alla valorizzazione dei prodotti del Mediterraneo e dei pescatori che lo popolano, con l'obiettivo di chiudere il “viaggio” che porta il pesce dal mare al banco di Pescatorum e poi ai piatti proposti ai clienti : così, alla ricerca svolta ogni giorno tra pescherecci, aste, marinerie e mercati ittici dagli addetti della Pescheria, si sommerà la capacità del nuovo team di cucina Pescatorum di trasformare la materia prima in pranzi e cene. E così, nel menù di Pescatorum si trovano piatti che valorizzano al meglio la qualità del prodotto, grazie a una cucina semplice che predilige con cotture veloci, capaci di esaltare il gusto del pesce. Le proposte in carta spaziano dal ceviche del Mediterraneo al polpo alla ligure, dagli spaghetti alle vongole veraci alla calamarata con pesto di pistacchi, stracciatella e tartare di alalunga fino ai gamberi rosa del Mar Adriatico.
Il nuovo format di pescheria moderna di Via Solari apre alla ristorazione con la sua nuova “cucina di mare”: dai pescherecci alla tavola per un menù mediterraneo all’insegna di biodiversità, filiera corta e accessibilità.Tradizione, TERRITORIO EMILIANO
“Opera|02 è un omaggio alla tradizione di questo territorio, alla memoria di Luciano Pavarotti e all’anno in cui il nostro sogno ha preso forma. Ma la nostra tenuta e il nostro vino hanno decisamente un’anima rock”.
È questo il pensiero di Mattia Montanari, classe 1981, mente e braccia di Opera|02 , luogo unico tra le colline del territorio modenese e che racchiude sotto un unico nome un elegante resort, un ristorante gourmet con bistrot annesso, e un’azienda agricola di oltre 40 ettari.
Dopo la laurea in Economia, Mattia, la cui famiglia fonda le sue radici nel mondo dell’edilizia, passa da una semplice gestione economica-finanziaria al timone dell’azienda agricola. Segue le orme di famiglia che da sempre, con passione e per tradizione, produce aceto balsamico, una delle peculiarità del territorio modenese. Mattia con il tempo riflette sulla possibilità di far crescere Opera|02: in parte crede nella diversificazione
A cura della Redazione Mattia Montanariun’esperienza territoriale e insieme un’esperienza gourmet.
“È stato un lavoro lungo almeno quindici anni” - racconta Mattina Montanari“ma le grandi imprese richiedono tempo, sacrificio e tanto lavoro. Si pensi che siamo partiti da una tenuta degli anni Cinquanta e da 4/5 ettari di terreno”.
Oggi Opera|02 è una realtà unica tra le colline di Levizzano Rangone (MO): una struttura ricettiva elegante, con un’atmosfera calda e accogliente, dagli arredi moderni, a bassissimo impatto ambientale con 8 suite una diversa dall’altra, ristorante gourmet e bistrot, agriturismo, cantine e acetaia in una posizione strategica tra Modena, Bologna e Reggio Emilia, che rappresentano il cuore pulsante dell’Emilia Romagna.
“L’essenza di Opera|02? Senza dubbio il nostro Lambrusco” - dice Mattia Montanari “La vigna e il vino rappresentano la linfa vitale di questo luogo. In particolare, Opera Rosa, il nostro lambrusco rosé, è un vino che
degli investimenti, in parte intravede la bellezza di un progetto a 360°, nel quale la meraviglia delle colline modenesi abbraccia la nascita di una vera e propria attività imprenditoriale, che ha riscosso e sta riscuotendo soddisfazione e successo.
“Ho cominciato realmente da zero”racconta Mattia Montanari - “con una domanda che mi facevo giorno e notte. Com’è possibile che altrove, dalla Toscana al Piemonte al Trentino, sono stati capaci di creare luoghi che raccontano il loro territorio, e noi in Emilia-Romagna, che in quanto a eccellenze e ospitalità siamo i più bravi al mondo, non lo facciamo?”
Opera|02 è nata così: dal desiderio di valorizzare e raccontare un territorio straordinario, a partire, ovviamente dal lambrusco. Anzi, costruendo proprio attorno al lambrusco, vino che da almeno dieci anni è protagonista di una vera e propria nouvelle vague , una struttura ricettiva che facesse vivere ai suoi ospiti
racconta molto di noi, della nostra voglia di fare un prodotto innovativo e di qualità. Un lambrusco che è contemporaneamente rock e insieme elegante, raffinato, proprio come questo luogo. Oltre al rosè, produciamo vini di qualità, fortemenre identitari, che derivano da vari vitigni, con anima votata al biologico”.
La struttura si impone sul territorio modenese come una delle realtà di maggior prestigio sia nel mondo
dell’ hospitality e dell’alta ristorazione, che nella produzione di prodotti di pregio, quali appunto aceto balsamico, vini rossi, bianchi, rosè e composte. Opera|02 non è apprezzata e amata solo dai clienti locali, ma ha allargato la sua notorietà e riconoscibilità anche a un vasto pubblico di ospiti stranieri, che la frequentano abitualmente durante le loro visite alle colline modenesi per godere di momenti di relax in mezzo al verde, o la partecipazione a rinomati
eventi automobilistici, sportivi, culturali organizzati a Modena.
“La passione per il mio lavoro, la riconoscenza nei confronti della mia famiglia, la voglia di far crescere la nostra struttura, la fierezza di far parte di un territorio così unico e bello come quello in cui Opera|02 è immersa sono le principali motivazioni che mi spingono a dare il meglio ogni giorno, dando il mio contributo e cercando di migliorare sempre” - afferma
Mattia Montanari - “Questo per i nostri clienti, i dipendenti, i fornitori, i partner che collaborano con noi. Credo sia nelle potenzialità di questo luogo, che nell’importanza di ogni dipendente, in quanto il ruolo e il lavoro di ogni singola persona sono vitali per rendere Opera|02 una struttura sempre più qualitativa, accogliente e apprezzata dai nostri clienti”.
Domanda finale “Qual è il tuo sogno nel cassetto Mattia?” “Quello di diventare Brand Ambassador del nostro resort e del nostro magnifico territorio in America, contesto che da sempre mi affascina e amo”.
CAMPARI, RED PASSION
Rubrica iLoby a cura di Christian Gaston Illan e Maria Giulia Linfante Tra luoghi, storia e cinema
CAMPARINO, L’ICONA DELL’APERITIVO MILANESE
Per molti, Camparino in Galleria non è un semplice locale storico nel cuore di Milano, ma un vero patrimonio che intreccia storia, persone e continua innovazione. Ma quando tutto ebbe inizio? Nel fermento del post unità d’Italia nel lontano 1867, subito dopo venne ultimata la Galleria Vittorio Emanuele II. Gaspare Campari, inventore dell’amaro Campari, si trasferì nel nuovo maestoso edificio installando la sua casa e il suo Caffè Campari all’angolo verso Piazza Duomo.
Davide Campari, figlio ed erede dell’azienda Campari, vi nacque il proprio nel medesimo anno, diventando il primo cittadino di Milano ad iniziare la sua vita in Galleria. Fu lui che, con grande audacia nel 1915 all’inizio della Prima Guerra Mondiale, fondò il bar Camparino.
Ma l’innovazione non riguardava solamente il famigerato drink red passion, Camparino fu progettato con un sistema innovativo che garantiva un flusso continuo di acqua gassata direttamente dalle cantine, rivoluzionando il modo di gustare l’amaro e servendo ai suoi numerosi ospiti il famosissimo Campari Soda sempre perfettamente ghiacciato.
Il design del locale rispecchiava l’unicità di un sogno made in italy d’eccellenza: per i suoi interni in stile Liberty realizzati da alcuni dei migliori artisti e artigiani italiani in aderenza all’estetica europea dell’Art Nouveau. Gli arredi portarono la firma del famoso ebanista Eugenio Quarti, dal maestro della lavorazione del ferro Alessandro Mazzuccotelli e dal pittore Angelo d’Andrea, autore dello splendido mosaico simbolo del Bar di Passo.
Proprio fra quelle mura fu fatta la storia non solo grazie al tempo ma alle persone che lo frequentavano; Camparino così divenne presto il fulcro della vita milanese, ma soprattutto il luogo dove il concetto di Aperitivo divenne leggenda e costume pop non necessariamente elitario. Il centro nevralgico dove intellettuali e celebrità si mescolavano alla gente comune. E quindi si potevano incontrare personalità come Il librettista Arrigo Boito, il poeta Tommaso Marinetti e diversi esponenti del movimento degli Scapigliati frequentatori di qualsiasi forma di innovazione e quindi necessariamente accesi sostenitori di Camparino. Questo locale fu testimone della nascita di alcune delle tendenze che sarebbero diventate dei punti di riferimento culturali negli
anni a venire, e fu lo scenario privilegiato di dibattiti politici.
Purtroppo però come tantissimi luoghi di Milano nel 1943, il 13 e il 15 agosto, la Galleria e il Camparino furono colpiti dai raid aerei alleati e ne portò le ferite sino alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando Guglielmo Miani, un sarto pugliese arrivato a Milano nel 1922, acquistò la licenza del nuovo bar.
Con la famiglia Miani il Camparino trovò una nuova vita e nel 1990, il Caffè venne ampliato per inglobare i locali dell’ex Libreria Pubblica, accanto al bar originario e vennero avviate nuove e produttive collaborazioni con il Gruppo Campari.
Proprio nel 2012 fu un anno importante per la storia di Camparino, perché l’insegna
originale avrebbe fatto definitivamente ritorno in galleria, in una nuova versione commissionata da Campari e disegnata dal niente di meno che dall’artista e pittore Ugo Nespolo.
Di fatto il rapporto tra il marchio Campari e la sua comunicazione attraverso l’arte e il design, la sua storia e l’evoluzione del prodotto e del mondo bar è sempre stato punto focale per l’azienda tanto che nel 2010 per il 150° anniversario del brand, presso la palazzina Liberty a Sesto San Giovanni, venne inaugurata la Galleria Campari esattamente nella prima fabbrica Campari realizzata nel 1904 da Davide Campari.
Infine dal 2018, Camparino è in gestione del Gruppo Campari, uniti da ruoli fondamentali nella storia milanese, ma
anche da uno spirito internazionale e cosmopolita offrendo così una cornice perfetta offrendosi al pubblico come punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti della mixology e dell’innovazione gastronomica. Nel 2021, Camparino entra a far parte dei 50 World’s Best Bar occupando la posizione n.27 del ranking internazionale.
Gustavo Cali, CEO CamparinoCAMPARI BOAT IN CINEMA
FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA 79
Da cinque anni, Campari è main sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Passione e creatività sono il concept alla base della sua presenza alla kermesse, durante la quale Campari organizza una serie di iniziative per promuovere il dialogo tra talenti del Grande Schermo, siano essi affermati o emergenti.
Così l’8 settembre scorso Christian Gaston Illan e la sua compagna Maria Giulia Linfante sono stati ospiti al Campari Boat in Cinema in occasione del Festival del cinema di Venezia 79. Un’esperienza unica presso l’Arsenale, trasformando il cuore della laguna in
Fin dalla sua fondazione nel 1860, Campari si è spinto oltre i confini della creatività convenzionale, alimentando la passione e il talento di artisti in ogni campo. Il rapporto tra Campari e il Cinema ha lasciato il segno nel corso degli anni, e continua a farlo ancora oggi.
Da Fellini a Sorrentino, dai giganti internazionali ai giovani talenti emergenti, fino ai festival cinematografici di tutto il mondo, il mondo del Cinema ha sempre saputo esprimere la Red Passion di Campari attraverso un linguaggio nuovo e interessante.
Un party assolutamente esclusivo e inaccessibile, all’insegna dell’arte cinematografica nella sua essenza più pura in cui gli ospiti si sono goduti lo spettacolo dalle scenografiche lounge che affioravano dall'acqua della laguna. Presente la madrina Rocío Muñoz Morales alla serata che è stata guidata dal conduttore e Iena Nicolò De Devitiis. In programma vi è stata la presentazione dei cortometraggi realizzati dai ragazzi e dalle ragazze del Centro Sperimentale di Cinematografia: sei brevi episodi creati nell’ambito di Campari Lab, progetto che ha la finalità di valorizzare e formare i nuovi talenti dell’arte cinematografica. Presente l’attrice Federica Sabatini, attrice della famosa serie Suburra e mentore/madrina del progetto.
QUANDO
LA MODA ABBRACCIA L’ECOLOGIA
FIMI promuove un pianeta sano e consapevole
A cura di Carla Cavicchini
Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento ‘valenciano’ del mese di giugno con “Feria Valencia”. La fiera internazionale della moda per bambini e ragazzi, che trova in FIMI la forza trainante in particolare per i marchi made in Spain, senza tuttavia dimenticare le aziende internazionali che vedono l'evento vero e proprio trampolino di lancio per il loro business.
Oltre 120 marchi hanno presentato le loro ultime collezioni mostrando i punti di forza in ricerca, sviluppo e innovazione, oltre la massima cura nel design, con attenzione alla sostenibilità e rispetto per l'ambiente, quali parole d'ordine. Costumi da bagno che si asciugano in pochi minuti, abiti che
respingono i liquidi e giacche che proteggono dai batteri, rappresentano vere e proprie novità viste a FIMI , tanto per citare alcuni esempi dei prodotti in mostra alla Fimi Summer.
Marchi come Al Agua Patos, Moi Noi, Wear Bear e Uzturre, puntano sul cambiamento implementando la sostenibilità attraverso le loro collezioni realizzate con materiali naturali e tessuti organici.
Anche l'azienda valenciana Probe Balloon, realizza i propri prodotti con materiali riciclati dai bottoni alle zip. Nonostante si tratti di un marchio di abiti sportivi che esige caratteristiche di idrorepellenza, resistenza e durata, alcuni di questi tessuti derivano dal residuo del guscio di chicco di caffè con un effetto antibatterico. Lassig è il marchio tedesco che distribuisce Olmitos. Presenta una collezione di costumi da bagno in poliestere riciclato da bottiglie di plastica, con un fattore di protezione solare fino a 80 UPF. Essi, grazie a un sistema di inserto e fodera, assorbono l'umidità e, l'interno del pannolino è sempre bello e asciutto - spiegano - Il tutto naturalmente non disgiunto da un design innovativo. Il marchio portoghese Play Up è presente quest'anno con la sua collezione Organic Care, realizzata con fibre naturali sostenibili
e materiali organici riciclati, con uso di coloranti naturali che, garantiscono dall'azienda, sono conformi ai più rigorosi requisiti di certificazione.
Il marchio polacco Look by Luks produce turbanti e Twistband con l'obiettivo di promuovere l'ecologia, uguaglianza libertà; bello conoscere che ogni prodotto ha una stampa originale creata da artisti eccezionali.
Anche l'innovazione nelle calzature è un elemento chiave per FIMI
Il marchio Big Toes ha presentato scarpe per bambini che cambiano colore alla luce del sole e, tutto ciò li affascina e li incoraggia a passare dall'ombra al sole, con una stimolazione visiva terapeutica, nonché ottimo strumento per lo sviluppo cognitivo del bambino.
Inevitabile osservare che FIMI è una forza trainante per la moda, in particolare per i marchi Made in Spain, nonché la vetrina perfetta per presentare le ultime novità in fatto di moda per bambini e ragazzi. Non a caso il numero crescente di buyers internazionali, lo dimostra pienamente, afferma Alicia Gimeno direttrice dell'evento.
La Castellon Art and Design School ha completato l'evento con una particolare performance, bambini che sfilavano allegramente nei padiglioni con striscioni con scritto ‘Salva il pianeta’, indossando capi in Denim realizzati con materiali riciclati, quindi una moda “consapevole e verde”.
A cura della Redazione
Sono stati presentati gli aggiornamenti del Monitor Altagamma Bain sui Mercati Mondiali dei Beni Personali di Lusso, realizzato da Bain & Company in collaborazione con Altagamma, e dell’Altagamma Consensus 2022 , elaborato dalla Fondazione con il contributo di analisti e partner internazionali del settore.
Dopo che il 2021 ha sancito il deciso recupero post-Covid , il 2022 , nonostante l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina e quello dei rigidi lockdown cinesi, si è aperto con un primo trimestre molto positivo: +17-19% rispetto allo stesso periodo del 2021, che ancora risentiva della pandemia. La fiducia dei consumatori americani ed europei si mostra solida e il ritorno agli acquisti è stato favorito dall’assenza di nuovi focolai epidemici.
Secondo il Presidente di Altagamma, Matteo Lunelli , “in un quadro caratterizzato da forti incertezze macro-economiche, l’Altagamma Consensus stima che le imprese del comparto avranno una crescita dell’EBITDA in media del 9%, confermando il rapido percorso di ripresa iniziato nel 2021. A fronte di una Cina che rallenta per i lockdown determinati dalle politiche “zeroCovid”, la crescita dei consumi sarà trainata dalla forte domanda del consumatore americano e da un’accelerazione della ripresa in Europa, nonostante la guerra in Ucraina. Diventa sempre più rilevante il presidio degli spazi digitali (inclusi metaverso e gaming) e il posizionamento dei brand sui valori della sostenibilità: un impegno che le imprese socie hanno quest’anno voluto confermare, nel trentesimo anniversario della Fondazione, con l’adesione alla prima Carta dei Valori Altagamma”.
Il MONITOR ALTAGAMMA-BAIN evidenzia come il mercato dei beni personali di lusso, dopo aver vissuto la sua peggior contrazione di sempre nel 2020, ha registrato un rimbalzo a V nel corso del 2021 raggiungendo circa €288 miliardi, grazie anche ad un forte quarto trimestre (+7% rispetto allo stesso periodo del 2019). Questo ha portato a chiudere l’anno con una crescita del 3% a valore rispetto al 2019.
Il 2022 è iniziato con un primo trimestre molto positivo (+17/+19% rispetto allo stesso periodo del 2021 a tassi correnti, +13/+15% a tassi costanti), favorito da:
• una solida fiducia del consumatore locale sia negli Stati Uniti sia in Europa (nonostante le sfide macroeconomiche emerse nel corso di questi mesi, dall’inflazione al conflitto russo-ucraino)
• lo slancio della Cina (prima che i lockdown frenassero la crescita soprattutto nel secondo trimestre)
• l'elevata efficacia delle campagne vaccinali, che hanno impedito il ripetersi di ondate pandemiche significative nei Paesi occidentali.
"Nonostante le importanti sfide macroeconomiche, tra cui l'iperinflazione, il rallentamento della crescita del PIL e il conflitto
russo-ucraino, il mercato dei beni personali di lusso si è dimostrato ancora una volta resiliente", ha dichiarato Claudia D'Arpizio, Partner di Bain & Company e autrice principale dello studio. "Le marche di beni di lusso hanno iniziato quest'anno mostrando una crescita particolarmente forte, svolgendo al contempo un ruolo di primo piano nella trasformazione sostenibile e digitale in atto nel mondo".
I mercati maturi – USA e Europa – si confermano due pilastri per il comparto. L’ Europa ha accelerato il suo recupero, e si stima possa tornare ai livelli del 2019 in anticipo di un anno rispetto alle precedenti stime.
Gli Stati Uniti stanno vivendo una crescita senza precedenti, con i brand che fanno leva sul potere della diversità e dell’inclusione, catturando il potenziale dell’intera clientela americana. Nuove aree urbane stanno emergendo, dimostrando un forte dinamismo come ad esempio nel Midwest.
In Cina (dopo un brillante inizio nel primo trimestre) le politiche “zero-Covid” nelle città principali stanno viceversa rallentando i consumi. Tuttavia, il desiderio del consumatore cinese per i prodotti di lusso rimane comunque solido, e si stima che il Paese possa recuperare i livelli del 2021 tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Infine, mentre il Giappone vive una stagione meno brillante, penalizzato maggiormente dal Covid-19 e dall’assenza dei turisti, la Corea del Sud ha vissuto una profonda trasformazione negli ultimi due anni, ridefinendo la sua base di consumatori da turisti a locali, e guadagnando rilevanza culturale sia in Asia che a livello globale.
In questo contesto, i brand di alta gamma devono prepararsi ad affrontare le opportunità e le sfide future: • l’ampliamento e il potenziamento delle proprie “value proposition”, attraverso gli asset digitali che estendono il perimetro di business da quello dei prodotti tradizionali al mondo virtuale (metaverso, social media e gaming) ; si
stima che gli asset digitali possano contribuire fino a un 5-10% del mercato del lusso al 2030 e in questo scenario i luxury brand hanno la possibilità di plasmare i nuovi mondi virtuali nascenti, agendo come loro “creatori”
• la crescente rilevanza dei canali directto-consumer, favoriti dalla disruption tecnologica, che consente alle marche del lusso di adottare approcci “uberchannel” per costruire nuovi livelli di intimità con i consumatori, sia evolvendo i punti di contatto esistenti (ad esempio nuovi modelli di customercare) sia creandone di nuovi (ad esempio messaggistica istantanea, interazioni nel metaverso, ecc.)
• il ruolo sempre più centrale della sostenibilità (dove mancano ancora degli standard univoci e chiari, e dove invece aumenta l’attenzione del cliente finale), ambito in cui i brand di alta gamma dovranno innovare per costruire un vantaggio competitivo, ripensando la materialità con un approccio orientato al futuro
• l'emergere di nuove esigenze e priorità lavorative (soprattutto per le nuove generazioni), che impone alle aziende dell’alto di gamma di espandere la loro proposta di valore verso i propri dipendenti, facendo propri concetti di diversità e trasformandosi da “talent takers” a “talent makers”.
Matteo Lunelli"Negli ultimi mesi, le marche del lusso sono state costrette a riorientare il proprio futuro", ha dichiarato Federica Levato, Partner di Bain & Company e coautrice dello studio. "Avranno successo le aziende che sapranno abbracciare rapidamente i cambiamenti, assicurandosi di comprendere appieno le implicazioni delle nuove dinamiche geopolitiche e delle tendenze culturali per tutti i loro stakeholder: consumatori, investitori, dipendenti e società in generale. Quelli che ne usciranno vincitori sfrutteranno le opportunità offerte dal mondo virtuale, dalla trasformazione della sostenibilità e dalle preferenze delle generazioni più giovani".
La direzione attesa per il mercato dei beni personali di lusso nel medio termine rimane invariata (360-380 miliardi di euro al 2025), mentre per il 2022 sono previsti due possibili scenari:
• uno scenario "ottimistico", in cui il percorso di crescita dei primi sei mesi continua per tutto l'anno, per raggiungere circa €320-330 miliardi nel 2022, con una crescita attesa del 10/15% rispetto al 2021;
• uno scenario più conservativo, in cui la crescita è più contenuta a causa di una più lenta ripresa della Cina e della possibile flessione della spesa nei mercati maturi, per raggiungere circa €305-320 miliardi nel 2022 (+5/10% rispetto al 2021).
L’aggiornamento dell’ALTAGAMMA CONSENSUS 2022 , giunto alla 13esima edizione, viene elaborato in collaborazione con 19 analisti e partner internazionali: BAIN & COMPANY, BANCA AKROS, BCG, BERNSTEIN, BRYAN GARNIER&CO,
EQUITA, EXANE BNP PARIBAS, EY, GOLDMAN SACHS, INTERCORPORATE, J.P. MORGAN, KEPLER CHEUVREUX, MCKINSEY&COMPANY, MEDIOBANCA, MORGAN STANLEY, ORTELLI&CO., RBC CAPITAL MARKETS, SOCIÉTÉ GÉNÉRALE, VONTOBEL.
Lo studio ha rivisto in lieve ribasso le stime di ripresa del comparto per il 2022 , prevedendo comunque una crescita positiva su tutti i mercati, nonostante la situazione politica ed economica con la guerra Russia-Ucraina, l’inflazione e i costi e la difficoltà di reperimento delle materie prime rischino di rallentare la ripresa.
MERCATI
In rialzo le previsioni di crescita di Europa (+12%) e Stati Uniti (+10%) che beneficiano del consumo locale e della ripresa del turismo internazionale. Stabili le stime di crescita per l’America Latina (+7%) e per il Giappone (+7,5%). L’Asia (+5%) , traino del comparto nel corso della pandemia e nel 2021, frena decisamente la crescita per via delle strategie anti-Covid in Cina.
CANALI DISTRIBUTIVI
Si normalizza il retail digitale (+11%) dopo la crescita impetuosa degli ultimi due anni, ma si conferma la tendenza dei brand ad investire in questo canale, penalizzando di conseguenza il wholesale digitale (+9%). Il retail fisico (+9%) , dopo due anni difficili e di trasformazione, si rilancia, facendo leva su un concetto di store più esperienziale. Il wholesale fisico (+4%) risente del calo dei flussi turistici.
CATEGORIE PRODOTTO
Confermano la loro crescita organica, grazie alla riapertura dei negozi e alla ripresa dei viaggi internazionali. Le migliori performance sono previste per gioielli (+9%), pelletteria (9,5%) e calzature (+7,5%), ma positive le stime anche per l’abbigliamento (+7%) , con ritorno in ufficio e alla convivialità che spingono ad un ritorno al formale, e per la cosmesi (+7%). Dopo il recente boom, infine, rallentano gli orologi (+6,5%).
L’EBITDA delle imprese di alta gamma è previsto in crescita dell’9%.
Ha commentato Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Altagamma : “secondo gli analisti dell’Altagamma Consensus, i consumatori europei e americani guideranno la crescita del mercato del lusso personale per il 2022, compensando il rallentamento asiatico. Si stima una crescita sostenuta anche se meno straordinaria della precedente previsione, per via della normalizzazione del mercato e di alcuni nuovi elementi di incertezza (inflazione, caro energia e mancanza di materie prime), che potrebbero tuttavia avere un impatto soprattutto sul 2023. La crescita del dollaro potrebbe favorire i brand europei. La performance del mercato Asiatico e Cinese – la cui crescita si è dimezzata rispetto alle stime di novembre per il 2022 – resta l’ago della bilancia più significativo, insieme all’esito del conflitto tra Russia e Ucraina e ai prossimi possibili lockdown”.
Il fascino delle stoffe, ancor più dei vestiti, è sempre stato ben impresso nel mio DNA.
Da piccolina, quando mio padre tornava dai suoi lunghi viaggi in ogni parte del mondo, correvo di nascosto toccando trame e tessuti, capendo che il mio sogno sarebbe stato realizzare capi su misura in maniera artigianale, poiché ogni donna è diversa l’una dall’altra.
Eccomi pertanto a raccontarvi la storia.
La mia favola si è realizzata grazie al mio mentore Enrico Coveri, tra l’altro pratese come me e purtroppo come sappiamo deceduto, e Roberto Cavalli, anche lui alto maestro creativo, entrambi rigorosissimi nella semplicità e pulizia stilistica.
Il resto viene dopo, con tatto, gusto ed un ricciolo di eccentricità, ribadendo il concetto che l’eleganza è togliere, non aggiungere. Vengo ospitata regolarmente a prestigiosi festival quali Cannes, Venezia, Montecarlo, Roma, Emirati Arabi etc. E, con gran piacere apprezzo che in questi incontri viene dato sempre più spazio a tematiche sociali volte ad aiutare i più bisognosi, come fatto osservare al Polimoda di Firenze ed all’Istituto Marangoni di Milano. La moda e l’economia solidale, a livello nazionale ed internazionale, possono cooperare assieme fronteggiando sfide globali sempre più pressanti e complesse.
Ognuno di noi è a conoscenza dell’alto tasso di inquinamento causato dall’industria tessile, con vastissime emissioni di co2
UNA STOFFA DA RACCONTARE CON UN FILO DI SIMPATIA
I mille filati della fashion – designer pratese Eleonora Lastrucci
A cura di Carla Cavicchini
e chimiche nocive, di conseguenza porre un pensiero nei confronti dell’economia circolare mi è sembrato doveroso. I vari colossi della moda e del settore vendendo negli store prodotti a basso costo con spesso merce decisamente scadente, hanno goduto di un fortissimo rialzo produttivo, seguito però da giacenze di invenduto. Giacenze poi bruciate causando maggior inquinamento. Occorre quindi optare per la buona qualità di stoffe ed accessori, significa riutilizzare il prodotto in forme altamente innovative quali le arti del riciclo, visto che il ‘buono’ si presta a moltissimi impieghi e, proprio grazie al riutilizzo, facciamo bene al pianeta e quindi a noi stessi. Moda, arte, cultura, impegno e volontariato, a mio avviso, convergono in un unicum forte come un filo di nylon, capace di unire a buoni progetti sartoriali, la sensibilità di portare aiuto alle nazioni più indigenti visto che le loro maestranze come ad esempio in Africa, America Latina,
Paesi Arabi etc, sono decisamente notevoli. Praticamente un modo per permettere loro di lavorare onestamente cercando di sollevarli da povertà, sfruttamento, prostituzione.
Parlo di progetti in cui credo ciecamente e che, grazie ad operatori del settore con cui sono in contatto, troveranno buona causa. Ringrazio di cuore il " PREMIO SEMPLICEMENTE DONNA" per l’onore d’essere stata invitata a parlare davanti alle scolaresche ricevendo il premio "IMPRENDITORIA PER IL SOCIALE"
E questo grazie anche all’impegno profuso insieme all’antico setificio fiorentino di Stefano Ricci, nel realizzare l’abito ‘Florentia’ emblema della rinascita. Un capo tricolore colmo di rose setate realizzato appositamente quale risposta al fenomeno del covid 19. Un invito pertanto volto alla nostra bella nazione a risollevarsi.
Doveroso pertanto credere ancora nella resilienza , essere positivi di fronte ai
grandi sconvolgimenti, riorganizzando il nostro modo di vivere, spostando ostacoli ed impedimenti poiché, come diceva Franca Sozzani, “se quel muro impedisce il passaggio, basta buttarlo giù”. Concludo dicendovi che nei momenti di bisogno sono stata chiamata in Toscana ed altrove per progetti di volontariato, seguendo attivamente tematiche legate anche al femminicidio. Conseguentemente con fierezza dico: “denunciate, denunciate immediatamente al primo schiaffo, al primo abuso , restituendo dignità alle vittime.”
E, come diceva Lavoisier “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Inizierò proprio da questa massima realizzando piccoli manufatti dagli avanzi delle mie amatissime stoffe. Portaocchiali, bustine setate per cellulari, sono già attivi, offro a voi l’idea di sviluppare ancora altro in questa scia colorata che risponde a: “il buon gusto per la moda”.
Fashion Designer Eleonora Lastrucci con Lorenza Lain e varie modelle a VeneziaCENTENARIO CLERICI TESSUTO
Doppia presenza:
Première Vision e Milano Unica
A cura della Redazione
Clerici Tessuto, azienda tessile punto di riferimento per il mondo del lusso, nell’anno del centenario ha partecipato a Première Vision e a Milano Unica presentando una rosa di novità che ha incarnato la trasversalità e l’eccellenza della sua produzione, con proposte dove la salvaguardia dell’heritage incontra la continua ricerca in termini di innovazione e stile. Al salone francese e a Milano Unica l’azienda ha presentato le collezioni donna AW 23-24 Clerici Tessuto, Brochier Paris, Industry e le ultime collezioni uomo Larusmiani Tessuti e Tex Homme, che nel contesto di Milano Unica sono state presentate presso Ideabiella.
Collezione CLERICI TESSUTO AW 23-24 (abbigliamento donna)
Una collezione senza tempo e di grande carattere che nasce da una carica creativa che rispecchia le contaminazioni del mondo contemporaneo, con tessuti che presentano strutture con intrecci di filati molto differenti tra loro: lurex olografici e soffici lane, organze e filati di poliuretano, sete e nylon tecnici super-lucidi. Stilisticamente, la collezione si snoda tra eleganti ispirazioni grafiche che richiamano il tema del labirinto per arrivare a tessuti raffinati che evocano un incontro tra culture ed epoche lontane
tra loro, con combinazioni tra l’opulenza della tradizione folk e tessuti contemporanei.
Collezione BROCHIER PARIS AW 23-24 (abbigliamento donna)
La collezione Brochier Paris si contraddistingue da sempre per la volontà di innovare le proposte d’eccellenza dell’azienda per il mondo del lusso. I tessuti jacquard per l'AW 23-24 spaziano da fluidi a leggeri, con geometrie optical di lamé e fil coupé, fino ad effetti bouclé più strutturati effetto pelliccia. L’intera ispirazione si completa pienamente con la proposta di stampa, ricca di molteplici tecniche, quali flock su organze impalpabili e creponne, geometrie che sembrano tridimensionali su basi metalliche, cloqué dalle superfici mosse e traslucide, sino a pesi più importanti realizzati con tecniche di tessitura e cimatura che rendono il filato volatile e leggero, destrutturando il disegno di stampa.
Collezione INDUSTRY AW 23-24 (abbigliamento donna)
Industry esprime lo spirito più dinamico della proposta Clerici Tessuto, con collezioni il cui cuore è la stampa, declinata su basi
innovative per materiali e strutture.
La AW 23-24 spazia attraverso temi di disegnatura peculiare e di natura differente, tra cui spiccano Floreale, un tema insolitamente grafico con stampe che rimandano agli gli anni ’70, Geometrico, un tema ricco di cromie proposte su una grande varietà di forme e motivi, ed Etnico, che presenta un patchwork di disegni femminili e colorati con cachemire e stampe foulard. In tema di tessuti uniti, la collezione presenta una nuova serie di tessuti logati, oltre a una ricca proposta di sperimentazioni per quanto riguarda spalmature, tinture e finissaggi.
Collezione AW 23-24 LARUSMIANI TESSUTI (abbigliamento uomo)
La collezione invernale Larusmiani Tessuti ripercorre i canoni classici dell’abbigliamento maschile, rinnovandolo nelle disegnature, nei colori e nelle mischie dei tessuti. Una parte importante della collezione è dedicata alla rivisitazione del mondo tweed inglese, con cotoni ritorti a più capi in mischia con lane e successivamente tinti che permettono di ottenere moulinè a 2 o anche 3 colori. Cuore pulsante della collezione è il mondo cotoniero da pantalone o outwear, che rappresenta l’eccellenza storica della Larusmiani Tessuti. Troviamo cotoni caldi e soffici in mischia con cachemire, lane e sete fino a cotoni molto battuti che arricchiscono la proposta dei tessuti tecnici, tinti pezza per capispalla e denim in versione tradizionale o organica (GOTS).
Collezione AW 23-24 TEX HOMME (abbigliamento uomo)
La linea Tex Homme, coerente con la propria natura che invita a sperimentare tecniche e tessiture sempre inedite, in questa stagione si pone l'obiettivo di stravolgere gli aspetti “classici” di alcuni tessuti con finissaggi lavati che tendono a “gonfiare” le superfici con effetti sorprendenti, come nel caso della proposta di item in misti lana poliestere e in nylon poliestere, dove questi originali finissaggi sono particolarmente evidenti. Per quanto riguarda la parte jacquard, la collezione propone una rivisitazione della drapperia laniera, dove ai classici check e galles vengono applicati motivi decorativi che avvicinano questo motivo tradizionale al mondo streetwear. Come proposta outerwear, spicca un Tyvek stampato e accoppiato con una maglina di cotone per ottenere un effetto double-face e cotoni compatti e battuti con stampe con effetto tridimensionale al tatto.
Clerici Tessuto, azienda tessile con sede a Grandate (Como), è tra le più importanti realtà mondiali per il settore del lusso, con una produzione dedicata all’abbigliamento, agli accessori e all’arredamento. L’azienda controlla una completa micro filiera tessile che copre l'intero ciclo di nobilitazione della seta e di altre fibre naturali ed è in grado di coniugare le abilità artigianali della tradizione e dell’eccellenza serica comasca con una continua ricerca, sperimentazione e innovazione del proprio prodotto. Con una produzione annuale di circa 3 milioni di metri di tessuto di altissima qualità, Clerici Tessuto si serve di un imponente complesso industriale di oltre 10.000 mq che impiega circa 300 dipendenti e di una rete vendita che raggiunge 2500 clienti in 70 nazioni.
PITTI UOMO
Sempre in pole position
Un “Pitti Uomo 102” decisamente in rialzo quello osservato quest’anno alla Fortezza da Basso fiorentina, decisamente ‘Forte’ dei 680 espositori di cui 43% stranieri, con seguito di imprese che investono su tale fiera, innumerevoli i contatti per il prossimo gennaio 2023. Negli ampi locali s’è avvertita un’energia palpabile nell’aria, grazie alle splendide collezioni presentate per l’estate 2023, con voglia emergente di ritornare ai bei tempi, prima ancora della pandemia, decretando ‘Pitti’ un vero e proprio mercato internazionale.
Una collezione variegata e di gran stile quella vista, con il piacere di visitare i vari stand ed ascoltare le varie aziende in merito. “Stile Latino”, colpisce per la grande ed ancor più eccellenza presentata, contrassegnata dalle varie ‘capsule’ di raro pregio, per una collezione di gran rispetto d’arte sartoriale napoletana. Il tocco del tessuto è piacevolmente accolto dalla morbidezza e scioltezza dei materiali all’avanguardia, incontrando la modellistica classica, ridefinendo accuratamente il concetto di comfort.
Pino Strabioli ospite dello stand, nel consueto garbo gentile ed accogliente osserva di tale collezione dedicata al viaggio ‘Napoli – Costa Amalfitana’, citando anche quei vari viaggiatori “very english” che del viaggio ne facevano uno stile di vita arrivando. perché no? sino a Marrakech visto che il viaggio si può fare - e anche molto - a livello metaforico. “Insomma: perché siamo qua? Semplicemente per celebrare l’alta sartoria partenopea visto che l’abito viene scritto e modellato direttamente sul corpo. Personalmente adoro lo stile sciolto, morbido capace di riflettere la filosofia dell’individuo, quanto a Pitti, venga! in
quanto bella vetrina internazionale”. Domanda al volo su cosa ne pensa della cravatta e lui immediatamente: “osserverei decisamente il giusto accessorio per rifinire!”. La parola va adesso al direttore creativo del brand, Vincenzo Attolini: “nei nostri capi, volutamente, non esiste esibizione e nemmeno arroganza, bensì un modo di vestire con l’anima!”
Parole sante quelle ascoltate, di vera saggezza napoletana, mentre entriamo adesso da ‘Navigare’ sinonimo di nautica e mare che propone una collezione che coniuga lo stile ad un’idea d’estrema comodità, partendo dal ‘casual-style’, sino ad abbracciare tutti gli aspetti della vita quotidiana. L’egida è quella del sentirsi “ben vestito” fra tradizione e tecnologia. La vela, il mare e l’heritage del brand, sono le fonti di ispirazione della collezione “SS23” esprimendosi tramite i trench, girocollo rigato, polo piquet, bermuda, coi bei dettagli floreali e le classiche ‘righe’ alla marinara. Parliamo d’una campagna che racconta i luoghi più iconici legati alla stagione, con le località marittime italiane, sino ai luoghi più glamour, da vivere in primavera ed estate. Il nuotatore Rosolino invitato allo stand, specifica subito: “qui non sono solamente
A cura di Carla Cavicchiniospite, questa è come se fosse casa mia dal momento che ho fatto la campagna “Summer 20-22”, chiaramente ancora in vendita, ed ancora ‘Winter’, che ha già visto l’anteprima a gennaio: attualmente il marchio “20-23” che viene presentato in tale collezione”
Qual è il capo con cui ti senti particolarmente a tuo agio?
“Guarda, sono abbastanza facile da vestire, pur ricercando alcuni capi sartoriali quali la ‘buona e bella camicia’ dal momento che sono napoletano, trovo tuttavia estremamente pratica questa t-shirt ‘Navigare’ che indosso, portando bene i girocollo, scarpe comode e... insomma, cose classicheggianti!”.
Altra boa, altro giro di corsa arrivando a: “W6YZ” con Brumotti che accende la scintilla W6YZ al Pitti
Il campione di "bike trial", pioniere del ciclismo sostenibile e famoso per le sue estreme acrobazie ed imprese ciclistiche, ha fatto visita in occasione del Pitti Uomo allo stand’ W6YZ’, di cui è il volto ufficiale.
Gremito di giornalisti, buyer e fan, lo spazio W6YZ ‘ha visto l’inviato di “Striscia” dialogare con i visitatori della fiera, mostrando ‘assaggi’ delle sue acrobazie, con ai piedi rigorosamente le W6YZ che lo accompagnano ormai sempre ed ovunque nelle sue avventure.
Un sodalizio, quello tra il popolare volto della TV ed il marchio marchigiano di sneakers, basato su valori condivisi come l’energia, il Dna sportivo, la versatilità e la capacità di interpretare in maniera personale e vincente le tendenze contemporanee di moda e design.
Oltre ad una preview della prossima collezione estiva ricca di nuovi modelli, il brand si allarga anche ai segmenti dell’apparel e degli accessori: sono state infatti presentate le sport bag, comode e versatili, adatte ad ogni tipo di giornata ed avventura, così come le coloratissime t-shirt a manica lunga e corta.
Non solo. Tra gli ospiti che hanno visitato lo stand anche il giornalista sportivo Gianluca di Marzio e l’ambassador femminile del brand, l’influencer sarda Serena Enardu.
Create per ogni tipo di outfit, le sneakers W6YZ rappresentano la scelta giusta per uno stile essenziale o classico ma sempre di tendenza, destinate a chi vuole esprimere la propria personalità anche attraverso il look. L'inconfondibile ed iconica scintilla si conferma vero e proprio manifesto della collezione, esprimendo con il colore una visione positiva della vita moderna. Le collezioni w6yz sono disponibili nello shop online www.w6yz.com presso i rivenditori autorizzati.
Perché adesso Johnny Lambs?
Dal prossimo anno riprende la distribuzione del brand Johnny Lambs, stavolta in un’ottica internazionale e multicanale. Acquisito nel 2019 dall’imprenditore Giuseppe Nardelli, il brand Johnny Lambs esordisce a “Pitti Uomo 102” e torna ufficialmente sul mercato con una collezione SS ‘23 che traduce i valori propri di un brand veramente particolare, con l’aggiunta di note e canoni estetici contemporanei.
Ricordiamo che Johnny Lambs è un brand italiano di abbigliamento casual, ideato nel 1978 dallo stilista Giorgio Tocchi e ispirato all’Avvocato Gianni Agnelli. Da cui prende il nome con una improbabile ma provocatoria traduzione in inglese. Il marchio, come detto, è stato acquisito nel 2019 dall’imprenditore Giuseppe Nardelli. Esso ha mantenuto il suo DNA distintivo, che richiama uno stile ironico, fresco e colorato. Johnny Lambs torna in distribuzione con la collezione PE 2022, versatile e colorata, capitalizzando il suo heritage e mantenendo un carattere playful, rivolto a un uomo contemporaneo che ama superare la propria routine.
Un progetto ambizioso dedicato all’universo maschile che mantiene tuttavia i valori fondanti dell’origine.
La collezione d’esordio, partendo dall’hero product: la polo, si articola in un total look completo che comprende anche i bermuda da mare e le borse.
Il Paisley insieme ad un particolare Animalier d’archivio e all’Argyle, diverranno così pattern continuativi e cifre di un brand che si avvarrà di stagione in stagione di una palette colori varia ed articolata dove, unico assente, sarà il tono del black.
Dichiara Giuseppe Nardelli, Amministratore Unico di Co.ca.ma.
Srl: “sono molto soddisfatto di poter presentare la prima collezione
Giuseppe NardelliLa distribuzione sarà multicanale e prevede il coinvolgimento dei wholesaler, l’inaugurazione di alcuni monomarca strategici e la vendita tramite e-commerce. Nardelli aggiunge che “Per accelerare la visibilità sul canale wholesale, con la direzione commerciale abbiamo deciso di esordire sin da subito a Pitti Uomo, importante vetrina internazionale per la moda maschile. Per quanto riguarda invece il canale retail ho avviato un primo progetto per testare il format degli store in Via dei Mille nel centro di Napoli. Lo stiamo inaugurando proprio in questi giorni con una proposta di capsule create ad hoc. Infine, anche il nostro e-store è in fase di realizzazione.” In termini di mercati, oltre al focus su quello nazionale, il piano di espansione si apre già dalla prima stagione anche a Spagna e Portogallo, riservandosi poi un ulteriore ampliamento nell’area EMEA.
La collezione SS 23 - accompagnata dal claim proprio del brand Have a nice day! - vuole essere una parafrasi moderna, spiritosa e decisamente cool di un day in a life in un golf club esclusivo e raffinato. Spunto che viene ripreso dal character del caddy boy, ovvero la personificazione del brand Johnny Lambs che in SS 23 si presenta col suo cappellino rosso, le loafer, i calzettoni al ginocchio, i bermuda e il gilet in maculato di collezione. Elemento che ritroviamo graficizzato in diversi formati – a mo' di logo o di motivo – su alcune referenze di collezione. Caddy boy che vestirà nuovi panni nelle future collezioni. Polo, cardigan, gilet, felpe, t-shirt, coach jacket, pantaloni in jersey e denim, bermuda e calzoncini da mare costituiscono una proposta guardaroba per la primavera estate che trova il suo carattere distintivo negli abbinamenti appariscenti e sicuramente originali, dove i pattern esclusivi si alternano alle
stampe fotografiche del campo da golf o quasi acquarellate del caddy Johnny Lambs, passando dai motivi floreali alle donne haitiane. Le fantasie ed i pattern si affiancano con i capi più basici in tinta unita per rispondere alla volontà inclusiva del brand di garantire “il bisogno del superfluo”, altro claim di collezione, ad un target trasversale sia per età che per fisicità.
L’Impermeabile e ‘Zerosettanta’ durante l’aperitivo ci hanno fatto scoprire la nuova collezione de: l’Impermeabile e la capsule ‘Zerosettanta studio’ di Empoli in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Modartech.
Di fronte a noi Erika Guarino e Carlotta Citi , decisamente belle, giovani ed intraprendenti.
Erika spiega d’essere alla fine d’un percorso di studi di “Fashion Design” concluso con diversi progetti e tantissime aziende coinvolte. “L’esperienza a Pitti Uomo è stato il risultato d’una collaborazione con il brand ‘Zerosettanta studio’, quale brand di ‘capospalla’, dandoci la possibilità di entrare nel mondo aziendale.”
Carlotta, ancor più bionda della sua collega, avvolta da un bel paio d’occhiali con montatura scura, spiega che l’esperienza ‘pittiana’ è stata fondamentale per entrambe proprio per oltrepassare il concetto di studentesse, andando oltre il banco di scuola e quindi entrando a far parte di quello che è il meccanismo aziendale. “Pertanto capire di cosa ha bisogno il mercato, cosa chiedere al designer, soprattutto a noi che siamo agli albori della nostra carriera con la necessità di farci capire ed incoraggiare dalle aziende che hanno investito su di noi. La ritengo pertanto una esperienza fondamentale per far capire quanto bisogna essere pratici nel mondo del lavoro, e quanto nel mondo commerciale.”
Erika prosegue poi spiegando che la collaborazione è stata rivolta all’intera classe: “Ognuno di noi ha lavorato in maniera individuale al proprio progetto portando avanti sia la fase di realizzazione più creativa che tecnica. La fase finale invece, quella dei prototipi, è stata svolta assieme all’azienda stessa, confrontandoci e - ride – scontrandoci
seppur “tra virgolette”!
Qual è stata la novità, la ventata di freschezza?
“Ho lavorato molto sul ringiovanimento del target – racconta Erika – consolidato dall’azienda. Quindi la mia collezione per ‘Zerosettanta’ è stata pensata per un personaggio che ha una vita molto complessa vivendo dal lunedì al venerdì in un ambiente prettamente urbano, di grande città, che però, nel fine settimana, si prende il suo tempo per esplorare borghi e campagne circostanti. Una sfida pertanto nel dover unire in un’unica ‘capsulecollection’ tutte le varie funzionalità.”
Il mio intento invece è stato un modello di ispirazione lontano dalla moda –interviene Carlotta Citi – andando ad analizzare nello specifico il processo cinematografico quale la base del film:
“The family man” dell’anno 2000 con Nicolas Cage che subiva un processo di ringiovanimento cinematografico, vivendo il desiderio di vivere la vita con scelte fatte precedentemente. Conseguentemente l’intento è stato quello di trasportare all’interno dello stile tutti gli elementi cinematografici che mi sono risultati molto importanti e fondamentali per far sì che uscisse una ‘capsule’ di sei capi di cui tre industrializzati e presentati a Pitti Uomo in maniera estremamente fresca e giovanile. Mi chiede perché cinema e moda…perché sono ambiti distanti eppure comuni. Sono state tantissime le collezioni a partire dagli anni ’50, vedi Dior che si ispirava appunto al mondo cinematografico, Jean Paul Gualtier, ed altri ancora, trovando nel cinema una fonte viva su cui ispirarsi dando vita a delle collezioni precedenti.”
L’azienda “Doria 1905” è estremamente aperta alla sostenibilità delle produzioni, da tempo ha intrapreso un percorso virtuoso di recupero delle rimanenze di produzione delle collezioni; materiali di qualità che rischierebbero di rimanere inutilizzati. Conseguentemente promuove la salvaguardia dell’ambiente e l’etica della produzione a partire dalla scelta delle materie prime, possibilmente “Made in Italy”, talvolta di provenienza esclusiva
del luogo di origine di uno specifico prodotto. I colori rubati al mare, alle nuvole, alla bauxite, s’incrociano gioiosamente intervallati dalle nuance naturali della brughiera, del tufo, olivo, lavanda ed anche frumento, in uno scenario colorato eppur tenue - come il classico comanda - passando per i cappelli iconici, sino alle new del brand.
Ovvio e doveroso quindi onorare ed elogiare le terre natie di ‘Doria’, alla ricerca dei luoghi più reconditi e selvaggi accogliendo l’esplosione della natura in tutta la sua vitalità, tramite i giochi bicolori catturati per cinte e tessuti, spandendo nel territorio il profumo di spighe, alla ricerca di emozioni tradotte nelle splendide produzioni di grande artigianalità della Grecia Salentina. Lo stile ‘outsider’ delle forme alleggerite evoca spiriti trasgressivi, come l’esuberanza indomita di Mick Jagger, unito tuttavia al modus-vivendi di Oscar Wilde, squisito nel suo stile così dandy, nonché estremamente ricercato e raffinato per “Too-Doria”, per gli affecionados di “Doria 1905”.
Ed ecco che… magia! La natura si unisce a terra e mare in religioso silenzio, ascoltando solamente quel vento ritmato e deciso, nel mentre il profumo dei papaveri ti avvolge letteralmente con la lussuria del rosso setato. Un petalo staccato dalla brezza marina, poggia sul terreno bagnato, diffondendo nell’aria l’aspro e pungente sapore d’umida terra rossastra.
A cura della Redazione Celebrati i anni dell’azienda
Colombo Industrie Tessili, azienda storica fondata nel 1962 in provincia di Como, ha celebrato quest’anno un importante anniversario: 60 anni di attività. La realtà comasca, leader del comparto tessile italiano, ha scelto Milano Unica per raccontare la sua storia e i suoi valori attraverso un concept originale e di grande impatto: lo stand-evento “Woven Stories”. Il visitatore è stato indirizzato verso una serie di spazi tematici all’interno dello stand dove poteva conoscere
tutti gli elementi che hanno permesso all’azienda Colombo Industrie Tessili di nascere, crescere e svilupparsi nel corso del tempo. In un labirinto2.0, il visitatore ha vissuto un ambiente dove volumi e proporzioni differenti si sono susseguiti ricreando spazi che evadono dal contesto circostante. Il percorso è iniziato con un viaggio immersivo e inusuale nella realtà produttiva di Colombo in un contesto che è partito dalla esaltazione delle materie prime e proseguito raccontando l’arte
Massimo Colombo AD Colombo Industrie Tessili e Stefano Colombo, Presidente Colombo Industrie Tessilidella lavorazione tessile. Proseguendo il viaggio alla scoperta del mondo aziendale, lo spettatore ha incontrato altri elementi distintivi del DNA di Colombo: sostenibilità e innovazione raccontati in modo dinamico con esempi concreti e testimonianze. A seguire sono state mostrate le collezioni in maniera interattiva.
Al termine, gli ospiti hanno avuto a disposizione un lounge dove, oltre a rilassarsi, hanno potuto conoscere le collaborazioni che l’azienda porta avanti con designer, artisti e realtà emergenti, al fine di sottolineare l’importanza nella correlazione tra networking e prodotto.
Stefano e Massimo Colombo, rispettivamente Presidente a AD dell’azienda , hanno commentato: “Quest’anno la nostra azienda festeggia un compleanno importante: sessant’anni di attività. Per quest’occasione, abbiamo scelto il palcoscenico di Milano Unica, come simbolo di ripartenza e rinnovamento, immaginando una partecipazione “speciale” che coinvolgesse non solo i clienti ma anche i nostri dipendenti ai quali dobbiamo davvero tanto per il cammino fatto insieme in questi anni. E proprio partendo dall’idea di cammino, percorso, abbiamo realizzato un concept visivo, non espositivo, per permettere a tutti coloro che entrano nel nostro stand di immergersi nella nostra realtà e conoscere in modo interattivo cosa ci ha portato ad essere quello che orgogliosamente siamo oggi.”
Per l’allestimento di Milano Unica, Colombo Industrie Tessili ha collaborato con l’azienda EBE in un progetto incentrato sul concetto di recupero e circolarità. Tutte le sedute presenti nello stand dell’azienda comasca sono strutture di arredo in disuso alle quali è stata conferita nuova vita grazie a lavorazioni artigianali e al rivestimento con i diversi tessuti di scarto della stessa Colombo.
Il riuso diventa dunque forma creativa e lo scarto è il perno, il punto di partenza sul quale questo modello di design ricostituente si basa.
PITTI IMMAGINE
FILATI
Successo per i tre giorni del salone
Decisamente un bel momento per “Pitti Filati”! Nei tre giorni di salone i buyers hanno superato le 3000 presenze totali, quasi il doppio rispetto ad un anno fa. Il 50% delle quali estere, riaffermando in tal modo il loro ruolo di leader per la filatura d’eccellenza e per i trend futuri del knitwear internazionale.
Piacevole l’installazione dell’artista Maurizio Vetrugno, nel padiglione centrale, visto che: “Pitti Immagine Filati” si offre quale proscenio di un azzeccato connubio tra Pitti Discovery e il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, ospitando una selezione di singole opere, oggetti, immagini e quant'altro di Maurizio Vetrugno (Torino 1957).
Di particolare pregio la rassegna delle maschere che riecheggia altri esempi precedenti a cui l'artista liberamente si è ispirato. Dalle note surrealiste di André Berton, alla Factory di Andy Warhol, il tutto scivola facilmente nel gusto sofisticato dell'Africa e al perdurare della sua influenza
e alla controversa affermazione del modernismo internazionale.
Le maschere di questo palcoscenico sociale sono icone celebri, di profeti o ribelli esemplari, modelle d'eccezione, dadaisti della prima ora o figure di semplice e pura vanità.
I ritratti realizzati richiamano i pixel digitali, coi drappi estesi a pavimento con la scritta Phiology We Trust, realizzata con la tecnica dello jacquard, testimoniano l'interesse dell'artista per la disciplina che crea connessioni tra l'origine e l'utilizzo delle parole, e, per Vetrugno, anche delle immagini.
Ci troviamo circondati da una carrellata di icone da Jean-Michel Basquiat, fotografato da Andy Warhol a Blondie, Sue Weston, Twiggi, Barbra Steal, David Bowie, Veruska, Grace Jones, ciascuna con la sua personalità con una propria singolarità, alla stregua di figure mitologiche della cultura contemporanea.
Wild Life Wildd Heat di Vetrugno apre a immaginare futuri dove la fantasia viene lasciata correre verso improbabili entità, corpi che si trasformano in piante e viceversa, colori sgargianti che si ricoprono di segni astratti, il tutto in una tensione superiore volta a superare la logica della razionalità e del modernismo europeo, per poterci predisporre a ripensare le creature del futuro, quelle stesse che danno il benvenuto alla novantunesima edizione di Pitti Filati.
Vetrugno è un artista – scrittore che adora molto vivere anche in Indonesia da oltre trent’anni, e alle nostre domande risponde che l’installazione è nata dal volere del direttore del “Museo Pecci” di Prato che ha pensato di coinvolgerlo in tale avventura ‘pittiana’, fidandosi che il tessile, i tessuti, i ricami in particolar modo, sono una tecnica che Vetrugno ha sempre usato fine dalla fine degli anni ’80 in declinazioni diverse: da concettuale a narrativa, traducendo in
A cura di Carla Cavicchiniimmagini fotografiche, oppure in manufatti già esistenti.
“Da artista – racconta – ho attraversato vari linguaggi quali pittura, fotografia, scultura, videoinstallazione, musica, ed altro ancora.”
Queste maschere qui esposte cosa rappresentano?
“Sono sculture in legno dipinte a mano: ho lavorato con un maestro ‘mascheraio’ di quarta generazione a Bali, le cui generazioni nel passar degli anni, hanno prodotto delle maschere in ambiti più disparati: dal Teatro Giapponese, alle “Maschere di Venezia”, nonostante l’attività principale sia quella del teatro ‘balinese’ che ha una forte connotazione anche con le cerimonie di religione induista sempre a Bali. Quanto a questo foulard di Roberta di Camerino, ed ancora questo manufatto delle “Sorelle Fontana”, esempi di ‘couture’ italiana di manufatti originali in seta, sono intervenuto tramite una tecnica ricamo per un buon effetto pittorico.
Osserverei pertanto un ‘corpus’ d’astrazioni collocate giustamente in un’epoca d’oro, che vede l’astrattismo in pittura, alla ‘couture’. E questo prima dell’avvento del ‘pret-a-porter’ come veicolo principale. Di conseguenza il mio è un rapporto più di ‘costume’ che di moda cogliendone appunto la simbologia del momento, ed estetica che ne deriva. Osserviamo non a caso una genealogia di sedimentazioni interessanti da esplorare visto che nella quotidianità sono poco ricordate, eppure esistono! Come una ‘favilla’ da tener bene accesa!”
Inevitabile parlare dei nodi. “Beh… amo molto i nodi marinai, e soprattutto per questa tecnica del punto lanciato è previsto il nodo. Ad un certo punto, alla fine del filo, c’è sempre un nodo quale sigillo dell’intervento umano.”
Nei vari stand tutti bellissimi d’esposizione “merce pregiata” siamo colpiti da ‘Monticolor’. Perché… essere diversi diventa il modo di affermare la propria identità. Filati e colori sono per Monticolor l’essenza per esprimere stati d'animo e appagare la necessità di star bene. Con la collezione
filati Autunno Inverno 2023/24 materiali naturali sono usati in modo inaspettato per generare nuova energia creativa e trovare il cambiamento nell'insolito. Godiamoci la capacità di rinnovare noi stessi con la nuova proposta Monticolor. SO LIGHT Nm 4000 Finezza 5 65% cotone biologico Long Staple35% poliammide Cotone biologico fine a fibra lunga e pilling-free trasformato attraverso un’esclusiva tecnologia di lavorazione in un filato ad effetto voluminoso. La piacevole sofficità del cotone a contatto con la pelle è aumentata dall’inconsueta pienezza del filo per una percezione di rotondità e leggerezza. L’imbottitura di poliammide dona elasticità per un completo senso di comodità e benessere. I cambiamenti climatici che portano all’innalzamento delle temperature globali e l’evoluzione degli stili di vita confermano il cotone come la fibra più adattabile al vestire moderno.
Welove con 73% cotone biologico e 27% poliammide, è un filato fantasia realizzato con cotone bilogico trasformato attraverso un processo meccanico di taglio che realizza un moderno aspetto pelliccia vegetale.
Certificato OCS – Organic Content Standard – è tracciato dalla coltivazione fino alla tintura e lavorazione. Il filo Welove ha il pelo lungo ed orientato in modo regolare per maglie calde ad effetto vello naturale. Pieno, eppure estremamente leggero.
Persian e Opium di 100% cotone biologico, è un filato ciniglia completamente sostenibile, in puro cotone biologico certificato GOTS
– Global Organic Textile Standars –Rasato o a coste effetto corduroy, la maglia divento velluto ed è il filo che rende possibile questo eccezionale aspetto. Il calore della ciniglia e la morbidezza del cotone per una stagione invernale sempre più alla ricerca della naturalità. Persian è ideale per maglieria fine, compatta e jacquard. OPIUM: ritorto e ritondo. Punti macro effetto floccato, ma estremamente naturale.
L'origine organica certificata OCS (Organic Content Standard) e testata OGM-free contribuisce a ridurre le emissioni, al risparmio delle risorse idriche, ad un trattamento equo e alla salvaguardia della salute dei coltivatori.
La moda diventa sostenibile con naturalezza.
BETWEEN THE FLAGS
Beach-style ed efficiency in-store per il brand australiano
Rubrica cura di Fabrizio Valente, Founder & CEO Kiki Lab (Gruppo Promotica)Dal 1994, il brand australiano Between the Flags progetta e produce abbigliamento beach-style per uomini, donne e bambini con un ottimo rapporto qualità-prezzo, diventando un punto di riferimento importante del mercato sia australiano che internazionale. Il brand si basa sulla passione in forte crescita per il mondo del surf e il beach-style. Le flags del brand sono quelle gialle e rosse che contraddistinguono le postazioni dei beach patrol, i bagnini, figure iconiche per la grande responsabilità che hanno
nel sorvegliare i bagnanti nelle pericolose acque dell’Oceano, caratterizzate da correnti, onde, e la presenza di vari animali pericolosi per gli uomini. Non è un caso che fra i best seller ci sia la linea gialla e
rossa dedicata ai kids. La strategia retail si è sviluppata col tempo con il lancio del eCommerce e l’apertura di due negozi direzionali.
Stimolata dalla situazione creatasi con il Covid, l’azienda ha accelerato la trasformazione digitale dei suoi negozi. Le casse sono state sostituite con ‘Queue Buster Stations’, ovvero postazioni facilita-code, per far risparmiare tempo al personale e ai clienti. Le Queue Buster Stations consentono ai clienti di servirsi autonomamente, accedere alle informazioni sul prodotto, al prodotto stesso in magazzino e al check-out automatico. Questa trasformazione ha consentito anche di guadagnare dei metri quadri per poter esporre più referenze e modificare il layout del negozio.
Quando il personale non è disponibile, ai clienti vengono forniti tablet digitali per facilitare l’approccio self service, in cui è possibile continuare il percorso di acquisto
iniziato online e poi salvato nel proprio account, accedendo anche a offerte aggiuntive, a seconda della categoria dei prodotti presenti nel carrello.
Il brand ha inoltre attivato un CRM efficiente, monitorando il comportamento dei clienti, analizzando dati e modelli di acquisto, in modo da migliorare la pertinenza delle offerte e l’esperienza complessiva dei clienti.
La trasformazione digitale dei negozi è cruciale per un’attività, come quella di BTF, che ha importanti picchi stagionali.
L’azienda è riuscita ad aumentare il transaction rate da 57 a 151 transazioni all'ora nei momenti di punta, migliorando allo stesso tempo lo scontrino medio del 14% e registrando complessivamente un aumento del 50% delle vendite.
Durante la pandemia, come molti altri brand, anche Between the Flags ha accelerato la sua digital transformation con ottimi risultati. Fluidità del processo fra i canali, semplificazione e velocizzazione della fase di pagamento e un CRM evoluto sono state le chiavi per il successo e la maggiore soddisfazione dei clienti.
Sfida: conservare la propria distintività in un mercato che è esploso con una concorrenza sempre più sviluppata.
INNOVA RETAIL AWARD & KI-BEST 2022
Evento Phygital Milano | Enterprise Hotel + Live streaming
20 ottobre 2022, ore 10:00 – 17:00
KI-BEST 2022
Fabrizio Valente, Founder & CEO Kiki Lab (Gruppo Promotica)
Casi e chiavi di successo nel Retail in Italia e nel mondo
SPEAKER
Alex Genov, Head of Custom. Experience Research Zappos
Ling Lei, Head of Innovation JD Worldwide and CEO Ochama (JD Group)
Lorenzo Comaschi, Dir Comm. Miele
Claudio Agazzi, Founder and Managing Director RetailTune Moderatore
Armando Garosci, Direttore Largo Consumo
INNOVA RETAIL AWARD 2022
Oltre 20 microspeech delle aziende Retail finaliste degli Innova Award con i loro ultimi progetti
Premiazione 8 categorie: Centri Commerciali, Retailer Food, Retailer Non Food, Retailer Servizi, Retailer Horeca, Start-Up Tech, People, Sostenibilità
Evento a pagamento, inviti disponibili per manager Retail, Brand e Real Estate (disponibilità limitata).
Per informazioni e iscrizioni: kiki@kikilab.it – 030 22 16 81
Partner: RetailTune - AllWays
CNCC SUMMER CONFERENCE
Si è svolta alla Triennale di Milano la prima edizione di CNCC Summer Conference, evento organizzato dal Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, che è stato un importante momento di incontro e di confronto degli operatori dell’Industria sui temi centrali per l’evoluzione dei centri commerciali: il cambiamento nelle esigenze dei consumatori, la trasformazione delle strutture e dell’esperienza dello shopping attraverso lo sviluppo Digital e l’Innovazione, l’importanza del Marketing e della Comunicazione, senza dimenticare l’adozione di pratiche virtuose guidate dai principi ESG. L’evento è stato, inoltre, l’occasione per consegnare dopo oltre due anni di sospensione a causa della pandemia i CNCC Awards , riconoscimenti attribuiti alle strutture italiane che si sono distinte in 9 diverse categorie.
Roberto Zoia, presidente del CNCC ha commentato: “Ritrovarci insieme così numerosi a confrontarsi sul percorso di evoluzione che la nostra Industria ha intrapreso è un segnale di grande fiducia e consapevolezza dei cambiamenti che stiamo vivendo. I temi discussi
nel corso della conferenza, che secondo gli esperti caratterizzeranno il futuro del nostro settore, sono gli stessi che ritroviamo nei progetti vincitori dei CNCC Awards: lo sviluppo del digital, i servizi pensati ad hoc per la clientela e l’adozione di misure secondo i criteri ESG. Questo dimostra che il percorso valoriale e sostenibile che abbiamo scelto di intraprendere già da diversi anni è nella giusta direzione”.
Nella prima sessione, intitolata il Retail Post-Canalità, Armando Garosci, direttore del magazine Largo Consumo, ha dedicato ampio spazio al cambiamento nelle aspettative e nei bisogni del consumatore, sempre più orientato ad un’esperienza d’acquisto omnicanale e flessibile, grazie ad un’integrazione tra l’esperienza fisica e digitale e a servizi che semplificano e migliorano l’esperienza di acquisto.
Il secondo panel, Property & Facility – condividere per competere , ha invece approfondito l’impatto positivo dei comportamenti virtuosi adottati sia nei confronti delle comunità che dei territori, oltre al miglioramento delle strutture, in termini
A cura della Redazione
Tra digital, innovazione, ESG e marketingRoberto Zoia, Presidente CNCC
estetici e di performance, attraverso lo sviluppo degli aspetti Digital e Innovation, che stanno anche cambiando la gestione del business.
Paolo Gentili, Director PwC Italia –Responsabile Divisione ESG – Climate Change , intervenuto nel panel, ha posto innanzitutto l’accento sui passi avanti che l’industria italiana dei centri commerciali ha fatto negli ultimi 9 anni, nel corso dei quali ha adottato misure che hanno portato a una riduzione dei consumi di circa il 25%. Il suo intervento si è quindi focalizzato sulle strategie di approvvigionamento , autoconsumo e risparmio di energia che possono portare i centri commerciali a migliorare il proprio modello di servizio e allo stesso tempo garantire un importante risparmio in bolletta per gli operatori. Se integrate con ulteriori strumenti e leve, tra cui il miglioramento dell’efficientamento energetico e la costituzione di comunità energetiche per l’autoconsumo collettivo, queste strategie potrebbero mitigare ulteriormente l’impatto ambientale delle strutture e valorizzarle dal punto di vista reputazionale, in termini di riconoscibilità da parte del mercato e degli investitori. La terza e ultima sessione, dedicata all’ Importanza del Marketing e della Comunicazione come leva strategica del retail nei momenti di crisi e non solo, ha proposto l’intervento di Giorgio Santambrogio , CEO del Gruppo VèGè, dedicato alla funzione del marketing quale elemento essenziale nella creazione delle relazioni di fidelizzazioni della clientela, che vanno oltre il singolo gesto di acquisto. Nei momenti di crisi si nota, infatti, l’importanza della relazione con il cliente. A termine della conferenza, si è svolta la cerimonia di premiazione dei CNCC Awards , il concorso a premi sospeso dal 2019 a causa del Covid-19, che quest’anno ha visto competere 57 progetti per i riconoscimenti in 9 diverse categorie. Tra le novità, una nuova categoria, Resilience, dedicata alle attività svolte dai centri nel periodo più duro della pandemia e due nuovi premi, uno dedicato alla Special Distinction Digital Transformation e l’altro alla Special Distinction E.S.G. assegnate dalle rispettive Commissioni CNCC.
Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (CNCC) è un’Associazione che riunisce in un unico organismo trasversale tutti gli stakeholders, quali le proprietà, le società di servizi e selezionati retailers, collegati all’Industria dei centri commerciali, dei parchi commerciali e dei Factory Outlets, costituendo l’unica realtà rappresentativa del settore. Sono 1.260 i poli commerciali presenti sul territorio nazionale che, con i loro 40.000 negozi (di cui 7.500 a gestione unifamiliare), registrano 2 miliardi di presenze annue. Particolarmente importante il volume d’affari totale dell’Industria dei Centri Commerciali che con i suoi 139,1 miliardi di euro (dato 2019) ha un’incidenza sul PIL italiano pari al 7,5% (dato 2019). Dal punto di vista occupazionale, nell’Industria sono occupati fra personale diretto, indiretto e indotto 780.000 persone (dato 2019).
Vicepresidente Vicario e Presidente CNCCMASTERCARD INNOVATION
Il digital swift, accelerato dalla pandemia di Covid-19, è un passaggio che si è consolidato in Italia e l’innovazione nel mondo dei pagamenti è percepita come un elemento di successo da parte di imprese ed esercenti, con interesse e curiosità verso gli strumenti di pagamento del futuro. Questo è quanto emerge dai risultati della ricerca “Together Towards Tomorrow: sfide e opportunità della digitalizzazione per i business”, realizzata in collaborazione con AstraRicerche, e presentata in occasione del Mastercard Innovation Forum 2022 , l’evento annuale dedicato al futuro dei pagamenti. La ricerca ha infatti indagato il rapporto di imprese ed esercenti italiani con digitalizzazione e innovazione, approfondendo il loro punto di vista sui sistemi di pagamento attuali e futuri, alimentati da tecnologie sempre più all’avanguardia. L’indagine ha coinvolto un panel di 806 responsabili aziendali (grandi, medie e piccole) ed esercenti italiani a maggio 2022.
Digitalizzazione e innovazione: il punto di vista delle imprese ed esercenti in Italia Secondo la ricerca per il 75% di chi fa business in Italia, la digitalizzazione rappresenta un elemento positivo. Nel dettaglio, quasi la metà (44.7%) delle imprese e degli esercenti intervistati valuta molto positivamente il proprio livello di digitalizzazione, il 30.7% ne ha una considerazione buona mentre solo il
24.7% riconosce di dover migliorare questo ambito.
La digitalizzazione è più intensa presso le aziende (53% vs 36% degli esercizi), soprattutto quelle grandi (67% vs 43% delle piccole), nel settore terziario (62% vs il 39% del secondario), e presso gli esercizi medi e grandi (47% vs il 31% dei piccoli). Il digital swift interessa l’intera penisola: si distingue positivamente il Sud Italia (64%), che supera Nord Est (43%), Centro (49%) e Nord Ovest (54%) per le aziende, mentre per gli esercenti Nord Ovest e Sud si eguagliano (40% vs 39%) a seguire Nord Est (33%) e Centro (29%).
Tra i fattori trainanti dell’accelerazione digitale dal punto di vista di imprese ed esercenti un ruolo importante è ricoperto dall’ecommerce, con ben il 76.2% che lo considera uno strumento particolarmente rilevante per il proprio business. Dai dati emerge che il 37.5% delle imprese dichiara di vendere i propri prodotti (beni o servizi) tramite piattaforme proprietarie o marketplace di terzi, con picchi presso le aziende del terziario (40%), con prevalenza delle imprese più grandi (49%) e delle imprese del Sud Italia (45%).
Focus sugli strumenti di pagamento I risultati della ricerca riportano percezioni molto diverse dei mezzi di pagamento, evidenziando un profilo particolarmente
A cura della Redazione Le nuove frontiere dei pagamenti
positivo per le carte di pagamento che eguagliano e talvolta superano il contante: per le imprese, infatti, l’utilizzo di carte di pagamento (46%) ha superato il contante (che è utilizzato dal 38%), tendenza opposta per gli esercenti, il 74% dei quali utilizza il contante vs il 70% dei pagamenti con carte.
Le carte di pagamento sono percepite come comode (45.7%) e rapide (35.2%) e la loro diffusione è considerata alla stregua del contante in Italia (51.0% vs 52.0%). Rispetto alle carte tradizionali, le carte contactless registrano percezioni ancor più positive in termini di comodità (49.2%), ottimizzazione dei tempi di pagamento (49.1%) e igienicità (50.3%); positivi anche gli aspetti di diffusione in Italia (41.5%) e sicurezza (36.9%);
I contanti primeggiano per la percezione di gratuità (56.2%) e diffusione (52.0%), ma non eccedono positivamente in comodità (36.5% vs 49.2% per le carte contactless), sicurezza (33.8%) e igiene (9.4% vs 50.3% per le contactless), aspetto quest’ultimo divenuto ancor più importante per effetto della pandemia e rimasto al centro dell’attenzione.
I pagamenti tramite smartphone sono utilizzati dal 44.3% degli esercenti e dal 22.3% delle imprese; considerati ancora poco diffusi in Italia (23.3%)
e non particolarmente sicuri (28.6%), emerge però una buona considerazione in termini di velocità (39.2%) e igiene (46.0%). I pagamenti tramite wearable devices sono utilizzati ancora poco nel mondo dei business, con il 21.4% degli esercenti e dal 7.9% delle aziende che dichiarano di utilizzarlo. Sono però percepiti positivamente in termini di igiene (40.6%) e ottimizzazione dei tempi (35.0%) e comodità (29.3%).
Per quanto riguarda i pagamenti commerciali e aziendali , la ricerca
evidenzia che il pagamento con carta presso il punto vendita (negozi/magazzini) con loro fornitori, è conosciuto da quasi 9 intervistati su 10 (85%), di cui il 66% ne ha una buona conoscenza; seguono i pagamenti con carte sui siti web dei fornitori (84%), i pagamenti tramite carte virtuali (80%), infine i pagamenti tramite tokenizzazione di una carta aziendale (abbonamenti, digital advertising, marketplace aziendale) al 74%.
Cosa ci riserva il futuro fra blockchain, metaverso, criptovalute, analisi dei dati
e cybersecurity
Il nostro mondo cambierà ulteriormente grazie a nuove tecnologie e alla loro applicazione al mondo del business e dei rapporti tra aziende e consumatori. Aziende ed esercizi italiani quanto sono pronti a questa trasformazione? Proponendo cinque aree d’indagine ( blockchain, metaverso, criptovalute, analisi dei dati, cybersecurity), la ricerca rivela che la conoscenza qualificata su questi temi è molto variabile.
La blockchain viene percepita delle aziende come interessante (il 74.4% vorrebbe saperne di più, il 73.3% ritiene che aiuterà
tra l’essere solo gaming per il cittadinoconsumatore (46.4%) e l’essere una vera opportunità di business (52.7%). Decisamente positive le percezioni rispetto all’impatto di questa tecnologia nelle relazioni tra individui e culture diverse, con percentuali maggiori per i soggetti intervistati under 35: il metaverso si rivela infatti uno strumento che unirà le persone di tutte le parti del mondo (58% campione complessivo vs 64% under 35), diventando il centro delle vite di moltissimi cittadini in futuro (57.7% vs 66% under 35).
Le criptovalute vengono percepite come uno strumento non particolarmente chiaro
personale competente si rivela necessario per gestirla.
Il 69.8% è incuriosito dalla cybersecurity e vorrebbe saperne di più; considerevole è il suo ruolo per evitare potenziali danni in azienda (77.2%), mentre secondo il 73.4% l’area è complessa e richiede personale qualificato.
Mentre quando si parla di cybersecurity sono elevate le indicazioni relative all’utilità per ogni tipo di attori (grandi imprese, PMI, esercizi/negozi, la Pubblica Amministrazione, il cittadinoconsumatore), risultati differenti si rilevano nelle altre aree: l’analisi dei dati è ritenuta molto più utile per le grandi aziende (78.9%) e, più moderatamente, per le PMI e la PA rispetto a quanto non possa essere utile per gli esercenti; metaverso e criptovalute sono ritenute a vantaggio delle grandi aziende (metaverso al 65% e criptovalute al 61%) e meno delle piccole e medie (44% per entrambe) o degli esercizi (40.0% per entrambe); la blockchain invece viene percepita come utile per le grandi imprese (73%), meno per le medie e piccole (59%), ancor meno per gli esercizi (55%).
le big companies, il 54.9% che sarà utile a esercenti e negozianti) ma si evidenzia la necessità di creare conoscenza, rafforzando l’education sul tema. Considerata una svolta perché decentralizzata, la blockchain è ritenuta sicura in merito alla protezione dei dati dal 64.6% mentre poco più della metà (51.2%) ritiene che sia una tecnologia ancora ‘giovane’, non testata a fondo e quindi parzialmente imprevedibile.
Per quanto riguarda il metaverso , oggi viene percepito dal 42.1% delle imprese italiane come una tecnologia che porterà benessere e crescita economica, ma nella mente degli intervistati è in bilico
(il 57% afferma che sono troppo numerose) ed i dati evidenziano la necessità di chiarire la distinzione tra stabili e non stabili: queste ultime registrano infatti una conoscenza qualificata al 43.4%, percentuale nettamente inferiore per quelle stabili (34.6%). Per entrambe, i giovani under 35 dimostrano una maggiore conoscenza: 56% (non stabili) e 45% (stabili).
L’ analisi dei dati è considerata un investimento che si ripaga grazie a risparmi o aumento del volume di business (61.7%); imprese ed esercizi lo ritengono uno strumento utile ad evitare minacce per le aziende (62.3%) e secondo il 61.5% serve
Imprese ed esercenti: prospettive per il futuro da 3 a 10 anni Il punto di vista degli intervistati sulle prospettive del futuro apre scenari interessanti: da qui a 3 anni gli intervistati, con una percentuale maggiore per le imprese, considerano positivamente l’impatto della cybersecurity e dell’analisi dei dati, e le aspettative positive per tutte le tecnologie aumentano nella prospettiva da qui a 10 anni: il 70.7% considera la cybersecurity un futuro alleato, così come l’analisi dei dati per il 66.9%, la blockchain per il 56.2%, le crypto e il metaverso per circa la metà degli intervistati.
In conclusione, interesse e curiosità orientano lo sguardo di aziende ed esercenti italiani verso i nuovi mezzi di pagamento: in questa fase di transizione, education e conoscenza delle nuove tecnologie si rivelano cruciali per indirizzare positivamente i comportamenti del futuro.
CANDIDATURA PATRIMONI UNESCO
La notizia è ufficiale: l’opera Lirica ed il bel canto italiano, l’essudato meraviglioso della nostra più profonda tradizione artistica culturale e musicale, verrà presentato al Comitato Del Patrimonio dell’Unesco come bene universale dell’umanità.
La notizia, chiaramente, non può che farci piacere. Finalmente, oltre la pizza ed il caffè espresso (quest’ultimo fino all’ultimo degno avversario del Belcanto nella corsa al riconoscimento tanto ambito) in Italia e non solo ci si è accorti che il nostro paese non esiste solo per sfamare o vestire la gente ma anche, e soprattutto, per allietare i popoli e, magari, per diffondere cultura ed arte.
Tutto molto bello no?
Si a chiacchiere.
Il belcanto italiano vince sul caffè espresso ma non in patria
A cura di Marco Chingari
Andiamo un pò a fondo della questione allora. Cominciamo a dire, ed a dare a Cesare ciò che è di Cesare ovvero a Pecoraro Scanio ciò che è di Pecoraro Scanio. Si perché se l’Onorevole, (o meglio ex Onorevole o ancora ex Ministro Scanio) in questione non avesse promosso una raccolta di firme insieme all’ottimo Ghione di striscia la notizia per promuovere appunto la candidatura dell’Opera lirica italiana ed il conseguente Belcanto italiano come Patrimonio mondiale dell’Unesco, noi ancora saremo quelli del caffè e della pizza per il e nel mondo. Il che non sarebbe neanche così male ma, francamente, il sapere che dall’immaginario collettivo fantozziano dell’italiano tipo “pizza spaghetti e mandolino “non sia cambiato nulla dopo circa mezzo secolo di storia beh? Che vi devo dire? La cosa non ci manda certo in sollucchero. E Franceschini? In che maniera è intervenuto il nostro (perfettibile) Sig. Ministro dello Spettacolo e Turismo? Certamente con dichiarazioni esultanti insieme al Sottosegretario Bergonzoni, felici della candidatura dell’Opera Lirica quale grande patrimonio dell’umanità.
Si però, strano a dirsi, l’iniziativa, come sarebbe stato giusto ed augurabile, non è partita esattamente dal Ministero dello Spettacolo. Franceschini, impegnatissimo a ricostruire teatri scelleratamente e tragicamente distrutti da una guerra assurda ed incivile in Ucraina, non si accorge di quello che bolle in patria in merito della sopravvivenza dei nostri teatri, per non parlare della assurda burocrazia che ha reso la vita (quasi) impossibile a tutti gli artisti in materia di organizzazione di eventi artistici laddove siano collegati a regioni o comuni. Solo le associazioni o le società, peraltro con regole nuove ed assolutamente ingarbugliatissime per quanto riguarda la nascita e la conduzione delle stesse per non parlare dei rapporti con le istituzioni statali, sono autorizzate a organizzare concerti ed eventi e non i singoli artisti il che praticamente soffoca in maniera assoluta le iniziative ed il lavoro di una categoria, quella dello spettacolo appunto, che tanto ha sofferto e soffre economicamente e professionalmente ancora adesso in Italia.
Inoltre non è un mistero che il nostro Franceschini, con la sua nuova riforma nomen Omen, sia concentrato più a foraggiare le grandi istituzioni liriche a svantaggio delle minori (per non parlare dei piccoli teatri) che nel futuro rischieranno di essere soppresse.
Ma a Franceschini stanno a cuore solo i teatri stranieri e non solo.
Anche gli artisti stranieri pare che la facciano da leoni per quanto riguarda le scritture operistiche nelle varie fondazioni liriche e teatri minori: le percentuali delle scritture di artisti di origine nell' oltralpe e non solo sono bulgare, a scapito degli artisti italiani non bloccati solo dal covid ma anche, e soprattutto, dalla selvaggia esterofilia delle dirigenze artistiche italiane in mano, peraltro (guarda caso) anch’esse in maggioranza a stranieri.
Ma non finisce qui.
Vogliamo parlare dei Conservatori italiani sparsi a raggiera in tutta la penisola diventati cari come il fuoco come retta perché rapportati al livello universitario e producenti, nella maggior parte delle volte, disoccupati cronici stante la chiusura progressiva e continua di orchestre, teatri (come abbiamo visto sopra) e quindi laureati e non diplomati che andranno, se va bene, ad ingrossare le
file del corpo docente sia dei conservatori che dei licei musicali?
Praticamente un gatto che si mangia una coda sempre più spelacchiata.
Ma andiamo oltre.
L’opera lirica italiana ed il Belcanto italiano, nostre invenzioni (la Camerata dei Bardi, un club di intellettuali fiorentini tra i quali Caccini, il Conte Bardi ed anche il padre di Galileo Galilei inventarono l’opera lirica per rinnovare le gesta del teatro greco ed unire canto musica e recitazione in un’unica soluzione teatrale) e fondamento della cultura italica e non solo sono vituperate e distrutte da scellerate operazioni registiche moderne le quali, il più delle volte, si rivelano essere solo boutade volgari e scabrose con riferimenti espliciti nel campo del sesso sfrenato e dell’effettaccio splatter volti più a suscitar scandalo e strepitar mediatico piuttosto che seguire i dettami del compositore e del librettista seguitissimi però da direttori d’orchestra rigidissimi nella filologia musicale ma sicuramente non in quella dell’ambientazione scenica e temporale (una filologia a metà).
E tutto questo con la scusa di “svecchiare“ l’opera lirica e farla più facilmente comprendere alle giovani generazioni rap seguenti (leggi followers della pop rap).
Peccato che neanche gli addetti ai lavori ci capiscano un acca da queste trasposizioni registiche immaginarie e futuriste poste sulla scena: immaginiamoci i non adepti della melomania.
Una volta esistevano le scene dipinte ed andare a teatro significava immergerci nel passato attraverso i secoli in un repertorio
smisurato, quello lirico appunto, che copre in circa seicento anni di storia tutte le epoche storiche: ebbene è notizia di pochi giorni fa che una celebre Casa Scenografica sia fallita e sfrattata e che tante produzioni d’opera classiche con scenari dipinti a mano (dei veri e propri capolavori) rischino ora il rogo.
Ma Franceschini, l’ottimo Franceschini lo sa? Ne è al corrente? È informato che la nobile scuola artistica della scenografia dipinta è stata praticamente uccisa da un cambio scellerato di gusti, peraltro discutibilissimi, della new generation di scenografi e registi dediti più allo spreco edilizio di scena che all’arte visiva?
Si è infatti detto e scritto a ragione che l’opera lirica è un bene IMMATERIALE dell’umanità e come tale quindi può essere violentato e distrutto come si vuole.
Non come un quadro, non come una statua: ma altrettanto se non più importante di un quadro o di una statua.
Ma, purtroppo, nessuna bomba di nessuna guerra può distruggere ciò che è immateriale ed allo stesso tempo nessuno può ricostruire un danno artistico e culturale di una nazione che da una parte premia la lirica e dall’altra la distrugge nella sua più intima essenza.
Ebbene non so chi vincerà la guerra che tanto va tristemente ora di moda tra Russia e Ucraina.
Di una cosa siamo certi però: in Italia abbiamo perso ben più di una guerra. Abbiamo perso la conoscenza ed il rispetto della nostra tradizione e delle nostre radici.
E non ci sarà nessun Franceschini o chi per lui che potrà ricostruirle...
L’ARTE IN VENDITA
Biennale dell’antiquariato di Firenze
Si rinnova l’appuntamento della 32° “Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze”, nella splendida residenza seicentesca affacciata sull’Arno che risponde al nome di “Palazzo Corsini”.
Il sindaco di Firenze, Dario Nardella, stavolta nelle vesti di Presidente della ‘Biaf’durante la conferenza in quel di Palazzo Vecchio - tenutasi nella “Sala degli Elementi” già restaurata ed amatissima da Cosimo I De’ Medici - si sofferma su questo importante ritorno dopo tre anni dalla pandemia. “Da tempo Firenze, si è aperta anche verso nuovi linguaggi artistici quali appunto l’Arte Moderna, grazie anche alla recente esposizione a Palazzo Strozzi di Jeff Koons; venendo al presente, questa Biennale è da inquadrare come un crocevia di istituzioni, rappresenta la grande voglia di ripartenza culturale verso l’esplosione di tutte le arti. Parlerei pertanto di ‘Rinascita’ che ben si aggrada all’ambito dantesco, con ‘Palazzo Corsini’ da sempre sua degna sede storica.”
“Ringrazio il sindaco sempre così sensibile all’arte seppur in questo delicato momento - interveniva Fabrizio Moretti, Segretario Generale della Biennale – ricordando con piacere la stupenda mostra su Donatello tenuta in questa città, sottolineando che Palazzo Corsini è un vero e proprio sogno, posta in un contesto unico, dove 50 storici dell’arte valuteranno tutte le opere esposte. Oserei pertanto dire che “la Biennale
dell’Antiquariato” è un museo in vendita e che l’arte è il vero patrimonio dell’umanità! Da ringraziare le varie boutique, gallerie, che ci supporteranno anche in orari prolungati, con presentazione di libri ed altri eventi collaterali come il video gioco che presenteremo per sensibilizzare questa nostra gioventù troppo distratta.”
Barbara Tosti, della Cassa Risparmio di Firenze, interveniva poi osservando che la Fondazione dal 1994 supporta la Biennale d’Antiquariato ribadendo che l’antiquariato ed il collezionismo, rappresentano eccellenze uniche: “Un vero e proprio patrimonio virtuoso; non certamente una mostra mercato, bensì una vera e propria attività culturale.”
Leonardo Bassilichi Presidente della Camera di Commercio di Firenze, sottolineava come il turismo sia fortemente attratto dalla Biennale, inevitabilmente quindi mantenere tale interesse rafforzandolo, vista l’importanza di presentare grandi cose a livello internazionale. “Il contesto della “Biennale d’Antiquariato” gode di quel riflesso di nicchia verso gli antiquari ricordando che proprio gli artigiani fiorentini, rappresentano la punta di diamante del restauro.”
Italo Carli Head of “ARTE Generali” si soffermava sull’attenta protezione applicata alle opere d’arte, continuava con: “Parliamo d’una fiera particolare, unica e, da parte nostra partecipando
A cura di Carla Cavicchinial “Progetto Europeo” sui cambiamenti climatici, andiamo incontro ad una tradizione in maniera innovativa, con occhio attento alla tutela e salvaguardia dei beni.”
Nonostante il Governo sul piano catastrofi abbia messo in atto varie misure di protezione, da segnalare che “ARTE Generali”, partecipa dalla primavera del 2022, ad un progetto di ricerca internazionale atto a ridurre il rischio dell’impatto dei cambiamenti climatici sul patrimonio culturale. Il progetto internazionale Erasmus + Charisma (Cultural Heritage Academy for Risk Management) guidato da “Mazzini Lab Società Benefit”, mira a ricercare i fattori di rischio per il patrimonio culturale causati da cambiamenti climatici. Sintetico e composto raffigurando appieno l’eleganza della sua figura, l’interior design, scenografo e regista Matteo Corvino concludeva dicendo d’essere estremamente onorato del fatto che, per la terza volta, il suo progetto era stato ben accolto dalla “Biennale d’Antiquariato.”
Godere della vista del meglio della grande arte italiana in un percorso che si snoda dal Rinascimento fiorentino al Novecento italiano ed internazionale, è una chicca vera e grossa, in un raffinatissimo unicum capace di raccogliere sculture e reperti romani, etruschi, medievali, ed ancora ceramica, gioielli, stampe, dipinti, arredi, sculture, accanto ad esemplari del design italiano ed internazionale che hanno plasmato i gusti del più recente secolo. Tutto questo con il piacere profondo del confrontarsi d’esperti del settore che della propria professione, ne hanno fatto arte e tesoro, nelle loro scorribande internazionali alla ricerca del bello e, soprattutto, del buon gusto!
Palazzo Corsini più che un palazzo sembra una vera e propria reggia, e proprio la ‘Biaf’ è l’unica fiera al mondo a tenersi in un edificio storico d’immenso valore. Nelle prestigiose stanze e saloni dov’è possibile ammirare una delle più belle viste su ‘Ponte Vecchio’, saranno accolte circa 80 gallerie con nuovo allestimento curato dall’interior – designer, regista,
scenografo mondiale Matteo Corvino. Quanto alla cena di gala allestita lungo tutto il Palazzo, sarà sapientemente curata da “Gucci Osteria”.
La presentazione del particolare progetto quale primo ‘docu-game’ al mondo, ‘Eternal Memories’ ‘dal classico al contemporaneo’ in italiano–inglese, racconterà ai curiosi, soprattutto alle nuove generazioni, l’arte antica in maniera giocosa, piacevole, spronandoli ulteriormente alla conoscenza dell’inesauribile patrimonio artistico.
Ambientato nella città dantesca, permetterà di rivivere anche quei drammatici giorni dell’alluvione del 1966 con la presenza degli “Angeli del fango”, in quanto corredato da filmati originali d’epoca recuperati dagli archivi delle Teche Rai. Rendendolo di conseguenza ‘oggetto’ preziosissimo. Prodotto da “Golem Multimedia” in collaborazione con “TuoMuseo” e sostegno di ‘Consultinvest’, sarà scaricabile gratuitamente, raggiungendo il mondo intero.
Non solo! Il corner EY, Innovation Partner, permetterà nell’ambiziosa sfida, di fare da ponte tra l’arte classica proveniente dal passato e il futuro, attraverso la tecnologia! Il legame tra nuove tecnologie ed arte, si avvarrà d’uno spazio museale all’interno del Metaverso con quadri ed opere d’arte premiate nella precedente edizione della “Biaf”, vivendo anche da remoto un’emozionante esperienza immersiva, dialogando in maniera interattiva sui vari artisti e le loro opere.
E, cosa interessante, grazie agli innovativi strumenti di neuroestetica, sarà possibile misurare le reazioni emotive delle persone davanti alle opere d’arte.
Di conseguenza ‘Sali aromatici’ ed acqua di melissa, altamente consigliabili nella borsetta, pena lo svenimento da: “Sindrome di Sthendal!”
Interessante inoltre sapere che, grazie al sostegno economico della Biennale dell’Antiquariato, la “Fondazione Archivio Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, ha dato avvio ad una importantissima campagna di restauro di un significativo nucleo di preziosi modelli in cera gravemente danneggiati dall’umidità, negli anni seguiti alla chiusura ed abbandono del “Museo Ginori”. Tra questi il gruppo raffigurante ‘Apollo e Marsia’ tratto da un’opera dello scultore fiorentino Giovan Battista Foggini e i gruppi con ‘Venere che spenna Amore’ e ‘Leda col Cigno’, i cui archetipi in bronzo si devono all’invenzione dello scultore tardo-barocco Massimiliano Soldani Benzi.
In accordo con la Direzione Regionale Musei della Toscana, il restauro dei danni provocati dall’umidità che ha interessato sia la cera che l’armatura e supporti a cui aderisce provocando crettature e distacchi, verrà eseguito da Maria Grazia Cordua e Francesca Rossi, con la supervisione scientifica dell’Opificio delle Pietre Dure legato al Museo Ginori da un accordo pluriennale di collaborazione. Continua la grande tradizione del
mecenatismo grazie alla donazione della ‘Pala’ di Durante Alberti alla Cattedrale di Sansepolcro. L’opera, olio su tela, raffigurante “la Trinità e i Santi Andrea, Maria Maddalena e Cristina,” viene donata da Eleonora e Bruno Botticelli e Fabrizio Moretti per commemorare la memoria dei loro rispettivi genitori – Veria e Franco Botticelli e Alfredo Moretti - risarcendo in tal modo la grave perdita subita in passato da parte della chiesa.
Al Segretario Generale della Biennale dell’Antiquariato Fabrizio Moretti nell’intervista corale così risponde: “Ogni anno la Biennale bandisce due premi, scultura e pittura volti a chiedere finanziamenti affinché ci si occupi di restauro. Il restauro scultura quest’anno andrà al Museo di Doccia, mentre il Premio Pittura andrà agli Uffizi per un’opera da destinare. È importante per noi come Biennale, riuscire a portare a casa dei restauri che difficilmente troverebbero soluzione.
Durante il turno di ‘Beesness’,
domandiamo come nasce tale mostra internazionale ed il motivo per cui è qualificata addirittura la più importante del mondo.
“Nasce nel 1959 grazie ai bravi fratellini Bellini che riescono a mettere dentro un contenitore, che allora era Palazzo Strozzi, 80 mercanti. Nasce così il nuovo sistema del Mercato Moderno. Oggi la Biennale dell’Antiquariato di Firenze è sicuramente la mostra più importante al mondo senza essere seconda a nessuno per quanto riguarda l’Arte Italiana.”
E la mostra di Maastricht come viene catalogata?
“È un’ottima mostra, una delle prime mostre al mondo che riguarda l’Arte Europea.”
Quindi ‘giocando in casa‘ possiamo proprio affermarne il prestigio di Biennale prima nel mondo?
“Ripeto, oltre a focalizzarsi sull’Arte italiana, ha i migliori ‘players’ che ci sono a livello mondiale, e che vengono ad esporre proprio qui.”
Da segnalare l’anteprima per la stampa la mattina del 22 settembre, nello stesso giorno dell’incantevole “Notte dei Fuochi, festeggiando l’apertura ufficiale della “Biennale dell’Antiquariato”! e, sempre in occasione della “Florence Art Week, le Maison di Via Tornabuoni, le Gallerie di Via Maggio, Via de Fossi, Borgognissanti, e varie boutique di Ponte Vecchio, proporranno attività ed eventi riservati ai possessori della VIP card. Con la F.A.W. La mostra è posta sotto il patrocinio della Regione Toscana, Comune di Firenze, Città Metropolitana, Camera di Commercio, con contributo di Intesa San Paolo.
Parole pesanti come il piombo, ma rivestite d’oro, quelle di Angelo Guglielmi direttore di ‘RAI 3’ da poco scomparso che soleva affermare: “La cultura non è una cosa, ma un modo di fare le cose.”
VALORI DELLO SPORT
L’eccellenza dello sport sotto le stelle è stata l’occasione per celebrare il XXVI “Premio Internazionale Menarini” a Castiglion Fiorentino, organizzato dalla Fondazione Fair Play Menarini, nella splendida piazza principale con Loggiato Vasariano. Un modo per scoprire ancora una volta i valori del “Fair Play”, del gioco corretto, tramite i vari sportivi che - premiati sul palco d’onore –si sono fatti portatori di tale messaggio, sottolineando i valori della cultura sportiva: fratellanza, altruismo e, soprattutto, lotta contro la discriminazione. Decisamente entusiasti della ‘rosa’ dei premiati della prima edizione – affermava Enzo Troiano membro del Board della Fondazione Fair Play Menarini, “abbiamo alle spalle il primo quarto di secolo della manifestazione, ma lo sguardo è rivolto al futuro per celebrare questa e le prossime edizioni decisamente ricche di sorprese e di grandi sportivi. Menarini continuerà a promuovere i valori del Fair –Play attraverso le gesta dei grandi campioni dello sport, nella speranza che diventino sempre più patrimonio di tutta la società civile”.
“Siamo felici di aver premiato campioni che, nel corso della loro carriera, sono stati portabandiera di principi importantissimi quali etica, lealtà e rispetto – osservavano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti azionisti e membri del Board Menarini - Ispirati dalle giornate appena trascorse vi diamo appuntamento alla prossima edizione continuando a portare i
valori del Fair – Play sempre più in alto.”
Anche Antonello Biscini, Valeria Speroni Cardi ed ancora Ennio Troiano , si soffermavano con uno sguardo volto alla prossima edizione: “Ringraziando i campioni premiati, nonché tutti coloro che hanno contribuito al successo del XXVI Premio Internazionale Fair Play Menarini”. Nel corso dell’evento Mario Agnelli sindaco di Castiglion Fiorentino decantava il Fair –Play quale valore imprescindibile della vita d’ognuno di noi, osservando poi l’importanza di tale evento, capace da sempre di regalare grandi emozioni, mai sopite nemmeno dalla pandemia.
Nella bella serata condotta magistralmente nonché simpaticamente da Lorenzo Dallari e Rachele Sangiuliano, doveroso parlare d’un vero e proprio parterre di grandi figure capaci d’aver segnato la storia dello sport quali Federica Pellegrini, premiata nella categoria ‘Personaggio Mito – Sustenium Energia e Cuore’; Tania Cagnotto, premiata per ‘Un sorriso per la vita’, Roberto Donadoni con conferimento ‘Carriera Fair Play’, Massimo Ambrosini per Fair Play, Giacomo Bertagnolli e Andrea Ravelli per: “Lo sport oltre lo sport”, Marcello Bielsa per “Il Gesto”, Casey Stoner per la categoria “Sport e Vita”, Marco Bracci per “Una vita per lo sport”, Ian Thorpe per “Personaggio Mito”, “Categoria Modello per i giovani” Premio speciale Paolo Rossi, Fabrizio Ravanelli, per “I valori sociali dello sport”,
A cura di Carla CavicchiniSemplicemente “Fair Play Menarini”
Vito dell’Aquila, “ Categoria Promozione dello Sport”, Alessandra Perilli, “I valori educativi dello sport”, Stefania Constantini, per “Narrare le emozioni”, Premio Speciale Franco Lauro – Giorgio Porra, e per la categoria “Studio e Sport” Premio Speciale Fiamme Gialle, Beatrice Coradeschi.
Già nei mesi scorsi Federica Pellegrini, su vari media, si era pronunciata sulla propria attività osservando che un atleta finisce dopo un ciclo olimpico, pertanto arrivare alla 5° Olimpiade rappresentava la fine d’un percorso, il coronamento di un sogno. E questo, chiaramente, continuando a far rimanere inalterata la passione per lo sport.
“L’età per smettere è arrivata, vivo la cosa in maniera estremamente positiva, tranquillamente, con un futuro legato allo stesso ambiente visto che sono entrata nel comitato olimpico internazionale dopo Tokio. Aiuterò principalmente il settore femminile, diciamolo! Più penalizzato rispetto a quello maschile! Quanto ai sacrifici è innegabile metterli in conto, come è innegabile la professione scelta per vent’anni, di grande impegno, nelle mie oltre 5 ore giornaliere di palestra ed attività collaterali quali fisioterapia ed altro. Tuttavia, se quello che fai ti piace... non risulta certamente un sacrificio!”
A Castiglion Fiorentino durante l’intervista corale racconta che il ‘fair-play’ è un valore fondamentale dello sport in generale, non solamente del suo.
“Inoltre è stato interessante ascoltare tutte le interviste dei premiati prima e dopo di me. Parlare di sport è sempre un bellissimo linguaggio”.
Qual è il Fair Play di chi gareggia?
“Sicuramente l’abbraccio dopo una grande vittoria con le altre compagne di corsia, considerando che fino a cinque minuti prima, in camera di chiamata, non ti guardavi negli occhi e neanche salutavi. Di conseguenza quello è il momento più importante.”
Il suo parere sul calcio femminile?
“Sicuramente è stato un giorno molto importante per le ragazze sportive in generale, ci porta ad essere dignitosamente riconosciute sportive, lavorativamente parlando.
Dico questo nel senso che. farà un po’
ridere, ma io, fino a quando ho nuotato sino al 30 novembre del 2021, beh... ero una dilettante. E lo dico per una persona che lo fa ad altissimo livello da quasi 20 anni. Ripeto, fa un po’ ridere, capendo che è un passaggio non per tutti gli sport così facile, poiché il calcio economicamente ha le spalle molto larghe per riuscire a fare un passaggio del genere. Tuttavia spero, che negli anni, pian piano, lo sport venga riconosciuto come lavoro e quindi a livello professionistico.”
Come vede il suo futuro?
“Sportivamente, mi tengo in forma in vari modi!”
Tania Cagnotto premiata per la categoria
‘Un sorriso per la vita’, è decisamente una bella ragazza dal bel volto luminoso. Durante l’intervista di gruppo riguardo al crollo sulla Marmolada, racconta che era a Corvara per la “Maratona delle Dolomiti”.
“Beh... che dire, secondo gli esperti era una ferrata tranquilla…rimane che è fondamentale avere rispetto della natura in tutte le sue forme, marine e montane, mettendo assolutamente attenzione negli sport praticati.”
Cosa dice di questa serata a Castiglion Fiorentino?
“Che sono molto soddisfatta di ricevere un premio così rinomato. Lo sport è un valore che fin da piccola mi hanno insegnato i
genitori applicandolo nel pieno rispetto. La lealtà va a braccetto con lo sport, di conseguenza fondamentale capirla, nella mia professione e in tutta la mia carriera penso proprio di averla osservata. Insomma, un valore da valorizzare!”
È tutta un “mordi e fuggi” l’intervista che cerchiamo di fare poiché Giove Pluvio è arrivato improvvisamente! In fretta, tra ‘goccioloni’ che cominciano a picchiarci addosso, domandiamo da cosa deriva questa sua passione per il nuoto.
“Semplicemente dai miei genitori che facevano tuffi. È stato facile seguirli.”
A suo avviso lo sport è più ‘sentito’ in Italia oppure all’estero?
“Direi in entrambi i posti!”
Nella sua bella carriera sono stati molti i sacrifici?
“Uniti ad impegno e soddisfazione.”
Due parole sul premio ricevuto.
“Come già detto sono onorata e non poco di averlo ricevuto.”
Meglio nuotare o fare la mamma?
“Sono cose molto diverse.”
Conciliabili?
La risposta arriva con un sorriso decisamente tutto meno che enigmatico.
Ma è nel 2009 che inizia l’avventura nel ‘sincro’ in coppia con Francesco Dellapè, conquistando loro all'Europeo di Torino e l'argento al Mondiale di Roma.
In terra brasiliana nel 2016, a Rio de Janeiro, la Cagnotto conquista un bronzo individuale e un argento Olimpico nel trampolino da tre metri sincronizzato, con l’inseparabile compagno Dellapè.
Nel 2004 un’atleta italiana riesce a conquistare un argento ai Giochi Olimpici di Atene, si tratta dei 200 metri stile libero e l'atleta è Federica Pellegrini.
Dopo ben 32 anni si assiste al ritorno di una nuotatrice azzurra sul podio Olimpico.
Nel 2008 ai Giochi di Pechino il trionfo. Il primo oro olimpico nella storia del nuoto italiano, nei 200 metri stile libero. L'anno successivo ai Mondiali di Roma la Pellegrini stabilisce nuovi record del mondo, complessivamente nella sua carriera collezione 19 medaglie mondiali e viene consacrata quale prima atleta nella storia del nuoto a salire su un podio iridato per otto volte consecutive. Nel 2021 l’atleta partecipa per la quinta volta a una gara olimpica.
La Pellegrini viene quindi eletta membro della commissione atleti del C.I.O.
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BUSINESS DESIGN
MARKETING®
A cura della Redazione
LE AUTRICI
Chiara Palamà ed Elena Tavelli hanno definito, per la prima volta in Italia, una nuova metodologia fluida, orizzontale e concreta, integrando tutti gli strumenti di marketing strategico.
Design Thinking, Business Design, Lean Strategy, Theory U sono metodologie di marketing che, per la prima volta in Italia, vengono sistematizzate e integrate per delineare un approccio nuovo . Il risultato è il Business Design Marketing® , un’innovazione di metodo nell’ambito del marketing strategico che guida le aziende a sviluppare strategie co-create grazie all’utilizzo di strumenti, in parte già esistenti e reinterpretati, affiancati da altri studiati e sviluppati per la prima volta.
Il lavoro è il risultato di un lungo percorso di studio iniziato nel 2018, “testato” su oltre un centinaio di professionisti e aziende e verificato in ognuno dei suoi passaggi, da Chiara Palamà, business design marketer, docente con rilevanti esperienze come marketing manager in PMI, multinazionali e global company, ed Elena Tavelli, business design marketer, facilitatrice e docente con esperienza nella gestione e sviluppo di brand internazionali da oltre vent’anni.
Il percorso si sviluppa in quattro fasi e porta
Il marketing strategico cambia metodo: sviluppare strategie co-create a partire dal coinvolgimento delle personeChiara Palamà Elena Tavelli
tutti i componenti dei diversi team aziendali a sentirsi parte del progetto creativo, rendendoli veri e propri ambassador in grado di difenderlo, comunicarlo all’esterno e valorizzarlo con nuovi input. Le quattro fasi del Business Design Marketing sono: Fase 1) “Definisci il perché” del progetto di marketing; Fase 2) “Disegna il progetto”; Fase 3) “Estrai il valore reale per il cliente”; Fase 4) “Attiva i clienti”.
Il Business Design Marketing è un’innovazione che si rivolge agli imprenditori, ai marketer e ai consulenti di business visionari e creativi, disponibili e interessati a rivoluzionare le prospettive del proprio brand in funzione di un contesto sociale e lavorativo mutevole come quello contemporaneo e che credono che il valore umano sia l’elemento fondante e differenziante delle organizzazioni.
Il Manuale teorico pratico: un libro per applicare il BDM
Il metodo di Business Design Marketing® è presentato per la prima volta nel “Manuale di Business Design marketing. Il metodo basato
sulle persone per creare strategie di marketing condivise ed efficaci” a cura di Chiara Palamà ed Elena Tavelli, (edito da Edizioni LSWR).
Il libro offre una panoramica delle principali innovazioni metodologiche e filosofiche del marketing contemporaneo anche attraverso di strumenti digitali, consultabili tramite QR Code.
Il volume presenta 21 strumenti di Business Design Marketing , alcuni inediti spiegati in dettaglio per poterli mettere subito in pratica, oltre a 9 case study di aziende che hanno realizzato con successo un percorso di Business Design Marketing.
Ogni capitolo dedicato a una delle quattro fasi del metodo si conclude con la storia – simbolo di “Mario il gelataio” di Viggiù.
Mario, proprietario di una gelateria artigianale, grazie al percorso di Business Design Marketing, arriva a creare insieme al suo team la vera “carta di identità” della sua azienda e del suo prodotto dimostrando che si può fare innovazione ovunque ci si trovi se si segue un metodo capace di valorizzare le personalità che vi lavorano e le intuizioni personali.
Il metodo di Business Design Marketing illustrato nel “Manuale di Business Design marketing. Il metodo basato sulle persone per creare strategie di marketing condivise ed efficaci” (edito da Edizioni LSWR, aprile 2022) è stato ideato da Chiara Palamà, business design marketer, docente, facilitatrice con rilevanti esperienze come marketing manager in PMI, multinazionali e global company ed Elena Tavelli, business design marketer, esperta di branding, facilitatrice e docente con esperienza nel settore da oltre vent’anni, maturata nell’ambito della gestione e sviluppo di brand internazionali. Si tratta di una disciplina innovativa che aiuta a progettare e rigenerare strategie di marketing interamente basate sulle persone, per questo coerenti, uniche e performanti, grazie alla compartecipazione di tutti coloro che in azienda si relazionano col cliente.
Completano il volume, i contributi degli esperti nel settore del marketing: Alessandro Bonaccorsi , disegnatore, facilitatore grafico e formatore; Ugo Mendes Donelli , creatore del sistema “oneata-time” ed esperto d’innovazione della strategia; Fabrizio Faraco, innovator, coach, strategist, trainer mentor e facilitatore; Dario Ramerini, stilista delle parole; Marco Zanardi, presidente “Retail Institute”, vice presidente “Confindustria Intellect” e partner “Beready”. Massimo Giordani , presidente AISM (Associazione Italiana Sviluppo Marketing) dichiara: “Le autrici sono riuscite a mettere a punto un metodo basato sulle persone in cui il focus non sono solo i clienti ma anche i team che insieme co-creano la strategia di marketing. Unire gli strumenti di Design Thinking e Business Design a una metodologia che consenta di arrivare a definire la strategia di marketing più adatta a ogni azienda non è semplice, ma è esattamente ciò che questo manuale aiuta a realizzare con una sapiente integrazione di elementi analogici e digitali, senza distinguere tra online e offline”.
NUDGE SOLUTIONS PROGRAM
A cura della Redazione Il leader gentile crea collaboratori responsabili
Il nuovo LIBRO “Nudge solutions program”. Cambiamento gentile e strumenti per una leadership aperta” di Paolo Bruttini e Massimo Lugli raccoglie 40 strumenti per i capi e i manager affinché possano imparare ad esercitare la leadership gentile. Si tratta di architetture, modelli di comportamento, liste di azioni combinate per raggiungere obiettivi tipo: analizzare una situazione, prendere una decisione, disegnare una soluzione per un cliente, fare team building, gestire i conflitti tra le persone.
La congiuntura del lavoro oggi è in piena evoluzione, basti pensare a come lo smartworking abbia attivato nuove necessità e di conseguenza una nuova gestione del lavoro. In una recente ricerca di Reverse, condotta sia sui lavoratori che sulle aziende, per esempio, emerge tra le altre cose l ’esigenza di lavorare per obiettivi per una efficiente gestione del remote working. Il 56% dei lavoratori afferma che la propria azienda ha riprogrammato il lavoro su obiettivi per agevolare il lavoro da remoto. Il 60% degli HR Manager intervistati afferma di aver introdotto o essere in procinto di introdurre modalità di lavoro per obiettivi in cui l’orario è fluido e non si timbra. È evidente come sia necessario mettere in moto nuove dinamiche per rendere responsabili e “ingaggiati” gli stessi lavoratori: un tema cruciale in questo nuovo scenario. Nudge solutions program, cambiamento gentile e strumenti per la leadership aperta (edito da GueriniNext) spiega molto bene come gestire il cambiamento in azienda coinvolgendo i collaboratori. Si fa affidamento a nuovi approcci come la gentilezza, la collaborazione, la responsabilità diffusa . Il volume è un manuale da tenere sulla scrivania con numerosi spunti e situazioni tipo che calano la teoria nella pratica in modo efficace.
“Il libro è un vero e proprio manuale che raccoglie 40 strumentiracconta Paolo Bruttini, uno degli autori insieme a Massimo Lugliche abbiamo chiamato nudge tool. Si tratta di architetture, modelli di comportamento, liste di azioni combinate per raggiungere obiettivi tipo:
• analizzare una situazione,
• prendere una decisione,
• disegnare una soluzione per un cliente,
• fare team building
• gestire i conflitti tra le persone Sono strumenti per i capi, i manager da usare a seconda della necessità.”
La leadership gentile
L’approccio gentile ha alla base la “spinta gentile” dell’economista Nobel dell’Economia 2017, Richard H. Thaler. Si intende la creazione di un’architettura delle scelte che spinga in modo, appunto, gentile, le persone a prendere decisioni più efficaci sul denaro, la salute e la felicità. L’approccio gentile ha tre elementi fondamentali:
• la tenerezza che favorisce l’incontro, lo sguardo ravvicinato, costringe a guardare alla realtà con occhio diversi. Questo aspetto è decisivo quando si stratta di avvicinarsi al collaboratore, accorciare le distanze, mettersi nei suoi panni.
• Il rispetto verso l’altro in quanto persona. Toyota per esempio parla di rispetto (ningenseisoncho) verso i collaboratori, i capi, i clienti, l’ambiente. Nella relazione capo-collaboratore significa che il capo deve dare supporto al collaboratore, comportarsi da leader, deve aiutare le persone a risolvere i problemi tutti i giorni, osservando le persone. Significa anche dare autonomia alle persone, favorire i processi di responsabilizzazione e creare
quella fiducia che rende possibile il miglioramento continuo.
• La delicatezza è la capacità di accettare. Per le generazioni zeta per esempio, essere delicati significa accettare i loro tempi e modalità non imponendosi e non invadendo. Questa generazione ha una forte consapevolezza di sé in primo piano e dell’azienda nello sfondo.
Nel libro è presente il caso studio Novacoop e di come sia riuscita con i nudge tool a migliorare l’organizzazione del reparto e la qualità del servizio al cliente.
Paolo Bruttini Massimo LugliAPRE A MILANO IL PIÙ GRANDE
RISTORANTE JOHNNY ROCKETS D’ITALIA
Johnny Rockets, il modello americano importato in Italia dalla famiglia Groppetti di Brescia, aggiunge un importante nuovo tassello al piano di espansione iniziato solo cinque anni fa. Il prossimo giovedì 14 luglio, infatti, sarà inaugurato il settimo ristorante. Dopo Roncadelle (BS), Lonato (BS), Arese (MI), Curno (BG) e Roma (CC Euroma 2 e CC Maximo), Johnny Rockets apre a Rozzano, nel milanese, nel Parco commerciale Fiordaliso, zona cinema, in un’ampia struttura indipendente. Sarà il più grande ristorante Johnny Rockets di tutta Italia, con 226 posti a sedere, di cui 94 interni per una superficie di 280mq a cui si aggiungono i 180mq di dehor esterno coperto. Un’incredibile crescita , risultato dell’intuizione della famiglia Groppetti che, talmente affascinata dai sapori, dall’identità iconica e dal modello di business del brand durante i numerosi viaggi di lavoro negli States, ha deciso di acquisire in esclusiva nazionale il brand; l’apertura del primo ristorante Johnny Rockets in provincia di Brescia, presso il centro commerciale Ikea –Elnòs Shopping a Roncadelle, fu un bagno di folla. L’intuizione aveva colto nel segno: l’Italia ama Johnny Rockets e gli regala successo con l’apertura di store in tutta Italia, fino al nuovo grande opening di Milano. Al ristorante presso il cc Fiordaliso sarà come immergersi nella cultura americana più autentica , immediatamente catapultati dalla provincia milanese a decine di migliaia di chilometri di distanza ordinando, seduti al bancone o sui classici divanetti, i piatti cult della tradizione americana, per un’emozione a stelle e strisce davvero senza tempo.
KFC SCOMMETTE SULL’OCCUPAZIONE E OFFRE OLTRE 200 NUOVI POSTI DI LAVORO
Kentucky Fried Chicken, il colosso del pollo fritto presente in 145 paesi nel mondo, scommette ancora sull’Italia: in 45 dei suoi 63 ristoranti, dislocati da Nord a Sud e gestiti in franchising, sono aperte 256 posizioni di lavoro distribuiti tra locali già attivi e prossime aperture. Forte della sua presenza in 14 regioni italiane, il sistema KFC continua così a creare occupazione sul territorio e in particolare tra i giovani. A partire dal 2014, anno in cui il marchio del Colonnello Harland Sanders ha varcato i confini nazionali, sono oltre 1400 i posti di lavoro creati da KFC in Italia, con una presenza femminile pari al 52%. Più di 10 milioni sono i clienti serviti nel 2021, per un giro annuo d’affari complessivo di circa 65 milioni di euro.
Per tutti, il contesto lavorativo è quello caro al Colonnello Sanders in persona: dinamico, giovane, informale, attento alla formazione continua e all’inclusività. Così tutti possono sentirsi a casa, da una parte e dall’altra del bancone.
NAPOLI SI CONFERMA LA CITTÀ DELLA PIZZA:
10 ANNI DI “NAPOLI PIZZA VILLAGE”
DA SEMPRE IN COLLABORAZIONE CON ROSSOPOMODORO.
Il Napoli Pizza Village ha celebrato l’edizione del decennale e confermato il grande successo della manifestazione, con un enorme riscontro di pubblico: nell’ultima edizione 2019 aveva registrato oltre 1 milione di visitatori, dato abbondantemente superato nel 2022. In soli dieci anni l’evento ha raggiunto prestigiosi traguardi, promuovendo in tutto il mondo l’immagine del territorio campano e italiano, e delle sue eccellenze. 30.000 mq allestiti nella splendida cornice del celebre e suggestivo Lungomare Caracciolo, animato come sempre dalle più rinomate pizzerie del mondo. All’interno dell’area, oltre 40 pizzerie che hanno sfornato pizze calde e profumate, preparate dalle mani di validi pizzaioli, in un’atmosfera di allegria e condivisione, tra musica e show di tanti artisti, e tra i sapori, oltre che della pizza, anche del buon caffè napoletano e di tante altre leccornie tipiche. Rossopomodoro ha organizzato e promosso anche le lezioni di pizza per tutti i visitatori devolvendo i contributi di partecipazione interamente alla ONLUS “Si può dare di più”. Le lezioni si sono svolte nell’area della Rotonda Diaz e sono state tenute dal Maestro Davide Civitiello in collaborazione con Antonio Sorrentino - Executive Chef di Rossopomodoro - e da Clelia Martino, responsabile dell’organizzazione di tutti gli eventi di Rossopomodoro con Daniele Gargano.
L'evento si è svolto con il supporto del Title Sponsor Mulino Caputo, del Main Sponsor Coca-Cola, dei Top Sponsor: Peroni Nastro Azzurro, Latteria Sorrentina e Carta Wow; degli Official Sponsor: Algida, Glo, Olearia Clemente, Ooni Forni, Friol, Ciao il Pomodoro di Napoli, Caffè Kenon, Toyota Gruppo Center Funari; Main Partners: Rossopomodoro, United Airlines, FlyDubai e Turkish Airlines; Official Media Partner: RTL 102.5.
NASCE TOSCA - L’ARTE DEL GUSTO: CUCINA TOSCANA GIOVANE E SMART
Ha aperto a fine luglio a Lastra a Signa, a est di Firenze, sulla statale 67 che porta a Empoli, il primo locale del nuovo brand della ristorazione TOSCA - L’ARTE DEL GUSTO, una creazione dell’imprenditore Pietro Nicastro, noto nel settore per aver fondato con Monica Fantoni il franchising di successo Löwengrube, che propone il format autentico del ristorante-birreria bavarese, una sorta di Oktoberfest permanente.
Se Löwengrube nacque dalla suggestione di un viaggio in Baviera per proporre nei suoi locali un viaggio fatto di musica, costumi, arredi, birra e piatti della tradizione d’oltralpe, TOSCA - L’ARTE DEL GUSTO nasce dall’amore e dalla passione per una terra, la Toscana, che da secoli si contraddistingue per la sua ampia cultura del cibo. Ingredienti di alta qualità, ottime birre e vini toscani accompagneranno i clienti alla scoperta di sapori locali genuini e decisi.
La protagonista indiscussa dell’offerta gastronomica nel nuovo locale è la schiacciata , perfetta in ogni momento della giornata, farcita con salumi e formaggi tipici toscani di alta qualità: salame, finocchiona, Mortadella di Prato, senza dimenticare la famosa schiaccia con la cecina e le versioni speciali con ricette locali come l’inzimino, il lampredotto e la trippa alla fiorentina.
L’offerta sarà ampia, con schiacciate farcite per i più piccoli e piatti leggeri e veloci, per accontentare tutti in una pausa davvero saporita, che termina con la dolcezza delle DolciSchiacce : una selezione di dolci a base di schiacciata studiati ad hoc, come quella con noci, nocciole e miele.
APERTO IN VIA MARGHERA IL PRIMO PUNTO VENDITA MILANESE DE “LA CANNOLERIA SICILIANA”
Ha aperto il 30 giugno in via Marghera 2, angolo via M. Buonarroti, il flagship store milanese de “La Cannoleria Siciliana”, il format di pasticceria in franchising nato a Roma dodici anni fa, che va ad aggiungersi ad altri sei punti vendita presenti nella Capitale, più un settimo di prossima apertura all’EUR. Siamo nel 2010 e Yousef Sharafi, fondatore e proprietario del marchio, laureato in ingegneria gestionale, dopo un’importante esperienza nella consulenza direzionale, decide di intraprendere la strada imprenditoriale partendo da un piccolo punto vendita di pasticceria siciliana di 25 mq situato nel centro storico di Roma. Il successo è immediato e da quel momento in poi l’espansione de La Cannoleria Siciliana non ha conosciuto sosta. Nel giro di pochi anni il brand è arrivato ad avere una presenza capillare sul territorio romano, passando da un fatturato di circa 85 mila euro nel 2010 per arrivare ad un fatturato di gruppo di lunga superiore ai 4 Milioni.
La Cannoleria Siciliana nel giro di 10 anni è diventata leader di mercato nel nostro Paese e gli obiettivi futuri sono rivolti sia al consolidamento della posizione acquisita, sia all’espansione della catena, in Italia e all’estero.
A LÖWENGRUBE IL FRANCHISING KEY AWARD 2022 PER IL MIGLIOR CONCEPT STORE
A margine dell’assemblea annuale di Federfranchising, svoltasi al Grattacielo Pirelli di Milano, l’insegna della ristorazione autentica bavarese Löwengrube , creata nel 2005 dagli imprenditori italiani Pietro Nicastro e Monica Fantoni e oggi presente con quasi 30 locali in Italia e all'estero, ha ricevuto il premio Franchising Key Award 2022 per la categoria miglior CONCEPT STORE , un riconoscimento alla migliore interazione tra prodotto e valore del brand nell’ottica della customer experience. Il premio Franchising Key Award 2022 che si declina in altre quattro categorie (Crescita Internazionale, Innovazione, Franchisee, Layout) è un riconoscimento a quelle imprese che hanno contribuito con il loro lavoro, direttamente o attraverso la rete di affiliati, alla crescita di Federfranchising Confesercenti, una tra le più antiche e importanti associazioni dedicate alla rappresentanza, all’assistenza e alla tutela di franchisor e franchisee in Italia.
Il riconoscimento per il miglior Concept Store, che Löwengrube si aggiudica per la seconda volta (la prima nel 2018), valorizza la capacità della catena di far immergere il consumatore in atmosfere uniche d’oltralpe. Chi entra in un locale Löwengrube viene infatti letteralmente catapultato a centinaia di chilometri di distanza in un’atmosfera tipicamente bavarese: dalla calda accoglienza degli arredi in legno all’atmosfera curata nei minimi dettagli, dai costumi bavaresi del personale (lederhosen per gli uomini e dirndl per le donne) alle musiche e ai profumi tipici di un’autentica bierstube di Monaco per far vivere l’esperienza dell’Oktoberfest tutto l’anno.
A RE/MAX ITALIA IL FRANCHISING KEY AWARD 2022
COME “MIGLIOR FRANCHISEE PROPOSTO DAL FRANCHISOR”
RE/MAX Italia è l’unico player del settore immobiliare ad essere tra vincitori dei Franchising Key Award 2022 per la categoria “Miglior Franchisee proposto dal Franchisor”. Ad aggiudicarsi il premio è Raffaele Bisceglia, broker di RE/MAX Class , realtà multiple office affiliata a RE/MAX Italia sin dal 2006. Il prestigioso riconoscimento, giunto quest’anno alla quarta edizione, è promosso da Federfranchising-Confesercenti e premia i progetti più innovativi del franchising italiano ed internazionale in 5 categorie. L’obiettivo è valorizzare le imprese che, direttamente o attraverso le reti di affiliati, contribuiscono al successo del sistema franchising in Italia.
Premiato al termine del convegno “New Retail Trends”, organizzato in occasione dell’Assemblea Annuale della Federazione tenutasi a Milano presso l’Auditorium Giorgio Gaber del Grattacielo Pirelli, Bisceglia è stato votato all’unanimità dalla Giuria composta da giornalisti ed esperti in ambito franchising ed innovazione. I giurati, in particolare, hanno scelto l’imprenditore Bisceglia apprezzando gli importanti risultati di crescita e sviluppo del business ottenuti all’interno del franchising RE/MAX. Secondo la giuria, infatti, lo sviluppo di una rete è determinato dalla stretta sinergia tra il franchisor e il franchisee che, con il proprio successo imprenditoriale, contribuisce a far crescere l’immagine stessa del franchising.
MAIL BOXES ETC. STRINGE UNA PARTNERSHIP CON BNP PARIBAS LEASING SOLUTIONS PER LA CRESCITA DELLA RETE SUL TERRITORIO
MAIL BOXES ETC., società con sede in Italia, che facilita in tutto il mondo l'attività di imprenditori e privati grazie alla sua piattaforma che fornisce soluzioni di e-commerce, spedizione, logistica, marketing e stampa, ha siglato un accordo con BNP Paribas Leasing Solutions , leader nel leasing in Italia e presente in oltre 20 paesi. Si tratta di un passo concreto per accelerare lo sviluppo dell’imprenditorialità, grazie all’importante contributo riservato a chi desidera avviare in franchising una propria attività MBE.
La partnership tra le due aziende prevede infatti la possibilità di richiedere sia il finanziamento del 100% del Canone di Affiliazione MBE , sia leasing e locazione operativa per i beni necessari all’avvio concreto del Centro, evitando l’acquisto e rendendo così più semplice la costituzione di un piano finanziario snello per gli aspiranti affiliati. Non solo: il leasing garantisce alle imprese ampia flessibilità e soprattutto importanti vantaggi fiscali, grazie alla deducibilità dei canoni.
IL FRANCHISING SPACCA “SPACCA” NEL MERCATO DELLA RISTORAZIONE
Servizio a tutto tondo per gli imprenditori
A cura di Laura Bonani
Il format Spacca è il frutto dell’esperienza decennale nel settore dell’alimentare e della ristorazione dei fratelli Lucon, che nel novembre del 2020, poco prima delle chiusure per la pandemia, hanno inaugurato il primo ristorante a Bergamo. Si tratta di un progetto di franchising che offre al potenziale franchisee un sevizio a tutto tondo: dallo studio di mercato del bacino d’utenza per aprire il punto vendita nella location più appropriata alla tipologia di format da prediligere, dalla formazione inizialenon è infatti necessario avere maturato esperienza nel settore della ristorazione – a quella continuativa, per passare alle strategie di comunicazione sia classica sia in versione digitale e alle campagne di marketing e promozionali, fino a giungere al trasferimento di Know-How, attraverso la stesura e la consegna di manuali operativi e alla fornitura di macchinari tecnologici. Tutto ciò contribuisce ad assicurare al neo imprenditore un ritorno economico sull’investimento effettuato e a garantire il raggiungimento di un fatturato annuale. Il franchising di fast-food Spacca, per rispondere a differenti possibilità d’investimento e a esigenze di flussi di clientela, si declina in due format: Spacca Express – che prevede i servizi d’asporto e a domicilio, oltre alla fruizione presso il locale - e Spacca Restaurant. I plus di Spacca possono essere riassunti in cinque punti, quali l’offerta di una specialità culinaria originale e innovativa, l’ottimo rapporto qualità/ prezzo, il coinvolgimento dei consumatori sui social network, l’esperienza digitale del cliente e infine la possibilità di mangiare in un ambiente dinamico. I numeri di Spacca sono ragguardevoli, con una crescita costante pari al 20%, con un quantitativo d’ordini mensile che varia dai 4.000 fino ai 4.500. Il 40% delle vendite prevede la consegna a domicilio, mentre il 60% delle stesse sono sviluppate on-line. Inoltre, sulla base delle elaborazioni
statistiche di Google, il 4,7% su il 5% delle recensioni mostrano uno spiccato gradimento da parte dei clienti. Veniamo ora alla descrizione della specialità Spacca. Si tratta di un impasto croccante tipo pizza che si chiude come una piadina, farcito in svariati modi. Gli ingredienti - rigorosamente italiani, selezionati e di elevata qualità - sono sia fissi sia stagionali e studiati per venire incontro alle esigenze e ai gusti di differenti palati. Le basi sono fresche e farcite al momento dell’ordine. La certificazione AIC (Associazione Italiana Celiachia) ottenuta da Spacca permette di garantire una specialità priva di glutine. Inoltre, le basi possono anche essere di farina integrale e le farciture sono realizzate per rispondere anche alle esigenze di celiaci, di intolleranti al lattosio e di vegani. Ancora, il menu offre una sezione dedicata ai fritti, dove spiccano gli spiedini allo speck e alla provola affumicata e i nuggets, oltre a patatine fritte, olive ascolane, mozzarelline e crocchette. I locali Spacca, che si contraddistinguono per una particolare attenzione alla sostenibilità, utilizzano posate e bicchieri privi di plastica, monouso e prodotti con materiali riciclabili. A ritmo sostenuto procede lo sviluppo degli store. Infatti, a inizio di questo anno, è stato inaugurato uno Spacca Express a Milano, che vedrà l’insediamento di altri due locali. La strategia di espansione di Spacca interesserà anche le città di Roma, di Brescia e di Torino.
Nicole Della Monica, Atleta Fiamme Oro Fresh Mula, Aritista Hip Hop Laura Formenti, Attrice ComicaDOPPIO MALTO A MILANO
A cura della Redazione Nuovo “posto felice” vicino al Duomo
Continua l’espansione di Doppio Malto a Milano con l’apertura in una nuova e prestigiosa location a pochi passi dal Duomo, in via Dogana 1 . Il locale indosserà la maglia numero 30 in Italia e 34 a livello europeo: “Aprire nel cuore di Milano è motivo di grande orgoglio. Il nostro piano di sviluppo continua: apriremo nuovi ristoranti in diverse città – dichiara il fondatore e CEO di Doppio Malto, Giovanni Porcu. Nuove aperture significano nuove opportunità per il territorio e, soprattutto, occasioni di lavoro per tante persone. La squadra Doppio Malto punta a crescere Un piccolo spoiler? Parma, Modena, Bologna e poi altre novità in serbo per i nostri clienti proprio a Milano. Le sorprese non sono finite”. Dalla sua nascita nel 2004 fino ad oggi, Doppio Malto ha conosciuto una crescita significativa sia nel Bel Paese sia all’estero, ricevendo oltre 100 riconoscimenti internazionali per la sua birra di produzione artigianale e sviluppando con decisione, a partire dal 2017, anche la rete retail. La nuova struttura in via Dogana 1 metterà a disposizione dei propri clienti oltre 500 m² con circa 180 coperti. Doppio Malto è “Un posto felice”, come recita lo slogan, dove divertirsi con gli amici per un pranzo, una cena o un aperitivo, giocando a biliardo o al calciobalilla o sorseggiando un cocktail alla birra nel coloratissimo dehors. Quello di Via Dogana è il terzo locale in centro a Milano, dopo Navigli (viale Liguria) e Porta Romana (via Morosini). Come in ogni Doppio Malto, non mancheranno pietanze preparate con ingredienti del territorio e una ricca scelta di birre prodotte nel nuovo birrificio di Iglesias. Ma ci sarà anche una chicca per i clienti del nuovo locale di Milano: una birra creata appositamente per festeggiare un’apertura così significativa: un’american imperial pils chiarissima, dalla tenue velatura e dalla schiuma pannosa, fine, compatta e persistente. “Per realizzarla abbiamo usato luppoli americani raccolti freschi, varietà citra, azacca e cascade , che conferiscono i tipici aromi di erbaceo, clorofilla e lemongrass. Sullo sfondo echeggiano note tropicali di ananas e mango – raccontano i mastri birrai Doppio Malto. La birra è realizzata con la tecnica del
dry hopping , che consiste nell’inserire il luppolo fresco alla fine, sulla birra fredda. Come abbinare questa nuova e gustosissima chicca? “A piatti meno strutturati e non, la nostra Imperial Pils può tenere testa anche a pietanze fritte, hamburger, pizze ed insalate. È una birra a tutto pasto”, concludono i mastri birrai. Il locale sarà aperto tutti i giorni a pranzo e a cena e farà anche servizio delivery. Tra una storia e l’altra su Instagram, sarà possibile leccarsi i baffi gustando la c arne alla brace, i burger, le specialità a base di birra e il famoso Birramisù , che hanno già reso gli altri locali Doppio Malto una tappa obbligata per chi ama la buona birra e i piaceri della tavola.
DDL CONCORRENZA
Assofranchising rappresenta, promuove e difende gli interessi economici, sociali e professionali delle reti in franchising associate. Dal 1971, anno della sua nascita, Assofranchising si è contraddistinta per la fitta rete di relazioni con le Istituzioni e gli altri Enti o Associazioni che hanno interessi coincidenti o vicini ai suoi. Attiva servizi e consulenza mirata, organizza eventi promozionali per i soci, di networking e di studio su temi d’interesse, offre accordi quadro e convenzioni sui molteplici aspetti e prodotti che interessano le aziende che operano in franchising e le relative reti di punti vendita.
Grande soddisfazione per la tutela del contratto di franchising
Rubrica a cura di Assofranchising
Assofranchising, marchio storico della rappresentanza del franchising italiano aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, esprime profonda soddisfazione per l’approvazione definitiva del DDL Concorrenza, tappa fondamentale del PNRR. Il disegno di legge governativo, approvato ieri dal Senato, reca una serie di disposizioni imprescindibili per la concorrenza del sistema Paese, senza pregiudicare modelli virtuosi come quello del franchising che vive di un perfetto equilibrio tra i due componenti del sistema, l’affiliante e l’affiliato. Ed è proprio in questo senso che è da leggere l’articolo 33, in cui si riscrive la disciplina dell’abuso di dipendenza economica e che, grazie all’azione e all’intervento proattivo di Assofranchising, non si applicherà ai rapporti contrattuali tra franchisor e franchisee.
L’importante risultato ottenuto dall’Associazione è frutto di un confronto avuto con il Governo e con il Parlamento che – tra i mesi di marzo e maggio 2022 – hanno lavorato ad alcune modifiche al testo inizialmente predisposto dal Governo stesso. Tra queste, è stato approvato un emendamento presentato da tutti i Gruppi parlamentari, supportato dal Governo, dal Viceministro Pichetto Fratin e dai Relatori, Senatori Collina e Ripamonti. “Siamo riusciti nelle fasi più critiche del DDL Concorrenza ad ottenere la convergenza di tutte le forze politiche sulla nostra proposta” – sottolinea Alberto Cogliati, Segretario Generale di Assofranchising. “Una vittoria che testimonia come il franchising, con i suoi 238mila occupati e un fatturato di quasi 29miliardi, sia uno tra gli asset più strategici del nostro Paese. Come associazione ci impegneremo sempre per promuovere e tutelare le peculiarità del comparto franchising. Questo straordinario risultato è stato raggiunto grazie al costante impegno di FB & Associati”.
Alberto CogliatiCONFIMPRESE-EY
Rubrica ConfimpreseOsservatorio consumi di luglio
L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e retail non food elaborato da Confimprese-EY evidenzia l’andamento positivo delle vendite nel mese di luglio 2022, che chiude a +5,1% rispetto a luglio 2021.
Andamento particolarmente positivo per la ristorazione +9,7% e per abbigliamento-accessori +6%, che spingono i consumi. Ancora in sofferenza il retail non food che chiude a -4,6%.
Ancora in forte recupero il travel che raggiunge +39,7%.
Tra le aree geografiche il CentroNord registra trend migliori rispetto al Sud Italia che chiude a +0,9%.
L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi analizza i dati di luglio 2022 sullo stesso mese del 2021 e mostra segni in ripresa, con il totale mercato che chiude a +5,1% e mostra un avvicinamento ai livelli di consumi prepandemia.
Nei settori merceologici corre la ristorazione che nel mese di luglio 2022 raggiunge +9,7% rispetto a luglio 2021. In sofferenza il retail non food che chiude a -4,6% : la battuta di arresto del retail non food, dopo i buoni andamenti durante la pandemia, si lega al ritorno a un consumo fuori casa più ampio con la riduzione dell’acquisto di beni legati all’arredamento e alla cultura.
Nei canali di vendita il mese di luglio 2022 mostra la continua ripresa del travel che chiude a +39,7% rispetto allo stesso mese del 2021, ma rimane ancora distante dai livelli pre-pandemia.
Continua la ripresa anche delle vie dello shopping delle grandi città , con il settore high street che chiude il mese di luglio 2022 a +5,7% rispetto allo stesso mese del 2021.
Nelle aree geografiche il Nord-Ovest consolida i consumi di luglio 2022 a +7,3% rispetto a luglio 2021, seguito dal Nord-Est a +3,3% . Il Centro chiude luglio 2022 a +7,9% rispetto a luglio 2021, mentre al Sud i consumi si fermano a +0,9%
«Continua la ripresa dei consumi con la ristorazione che si consolida e sfiora il double digit verso il 2021 – chiarisce Mario Maiocchi , direttore Centro studi Confimprese –. Buono anche l’andamento di abbigliamento-accessori, che pur non beneficiando del favore dei saldi, raggiunge una maggiore stabilità. I dati del mese di luglio inducono a sperare che anche nei prossimi mesi
possa continuare la ripresa, benchè l’incertezza causata dai rincari record di gas ed elettricità stia iniziando a pesare fortemente sui conti economici dei retailer, soprattutto quelli della ristorazione, che hanno costi altissimi. Senza ovviamente dimenticare l’impatto sul potere di spesa e sulle aspettative dei consumatori. È necessario procedere con cautela e valutare gli andamenti dei prossimi mesi, soprattutto se l’inflazione continuerà a salire».
Massimo rigore, dunque, nel tracciare le linee del prossimo futuro. Occorre seguire l’indice dei prezzi mese su mese che rischia di erodere il leggero recupero dei consumi registrato negli ultimi due mesi.
Paolo Lobetti Bodoni, EY consulting market leader in Italia , commenta: «L’andamento dei consumi di luglio 2022 rispetto allo stesso mese del 2021 segnala una ripresa particolare soprattutto nella ristorazione e nell’abbigliamento. Nei mesi estivi gli italiani tornano a consumare secondo le abitudini pre-pandemia e dedicano parte del proprio paniere di spesa al proprio tempo libero e alle attività fuori casa. In questo periodo notiamo una buona ripresa anche delle aree del Centro e Nord Italia, che superano il +7% rispetto al mese di luglio del 2021, mentre i consumi per le località del Sud, che avevano sofferto in maniera inferiore durante i mesi di emergenza sanitaria, si fermano a +0,9%».
CONFIMPRESE è l’associazione del commercio moderno – franchising, Gdo e reti dirette – che opera sul territorio nazionale e riunisce aziende e realtà omogenee per merceologia, dalla ristorazione all’entertainment, dall’abbigliamento ai servizi, con un target dimensionale da medio grande a leader di mercato, spesso quotate in Borsa e, in diversi casi, con una rilevante presenza internazionale. Confimprese conta su oltre 100 soci che rappresentano 300 marchi, 36mila punti vendita e 600mila addetti con un giro d’affari 2018 di 152,3 miliardi di euro. Il presidente dell’associazione è Mario Resca .
Dal birrificio Doppio Malto di Erba (CO), Foodbrand Spa ha dato vita ad una delle principali esperienze italiane legate al mondo della birra artigianale. Doppio Malto è infatti una realtà che oggi conta 20 locali in Italia e uno all’estero e punta a far crescere la cultura della birra artigianale nello Stivale con un piano che prevede dieci nuove aperture nel 2021. Entro la fine dell’anno entrerà pienamente in funzione il secondo birrificio Doppio Malto a Iglesias, in Sardegna. Lo sbarco all’estero è arrivato nel settembre 2020, con l’apertura di un Doppio Malto nel nuovo centro commerciale Steel di Saint-Étienne (Francia), mentre per il 2021 è previsto un ambizioso piano di sviluppo in Italia e all'estero (Francia e Scozia).
Mercatino Franchising leader nell' intermediazione dell’usato, nasce a Verona nel 1995 e ad oggi ha sviluppato una rete in franchising di oltre 180 negozi. La formula del conto terzi consente a due soggetti diversi un’azione di guadagno (chi vende espone gratis il proprio usato) e una di risparmio (chi compra lo fa a prezzi inferiori a quelli di mercato). Con il suo sistema virtuoso, Mercatino diffonde la “buona pratica” del riuso come sistema etico - sociale nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio. I fattori di successo del Franchising Mercatino sono: Assistenza & Formazione, Innovazione tecnologica e Visibilità Nazionale.
PROFILO FRANCHISOR:
Ragione sociale: Mercatino
Indirizzo sede legale: Via Angelo Messedaglia 8C, Verona
Sito Internet: www.mercatinousato.com
Attività: Intermediazione di oggetti usati
Anno di fondazione dell’Azienda: 1995
Anno di lancio del franchising in Italia: 1995
PV in franchising Italia: 182 aperti e 10 in apertura PV in franchising all’estero: 1
Regioni italiane di interesse per lo sviluppo: tutte Paesi esteri di interesse per lo sviluppo: non abbiamo preferenze
Franchisee singoli: 137 Multi-Unit Franchisee: 15
PROFILO FRANCHISEE
Bacino d’utenza: 50.000 abitanti Ubicazione ottimale PV: zone commerciali/residenziali Superficie media PV: a partire da 400 mq Addetti richiesti per PV, compreso il titolare: a partire da 3 Esperienza pregressa nel settore: non richiesta Formazione iniziale: 5 giorni Arredo e investimento medio iniziale: € 50.000
Fatturato medio annuo (stima): € 469.000
Merce in conto vendita: SI Sistemi informativi offerti: SI Diritto d'ingresso: € 5.000 Canoni periodici (royalties): 3% sul venduto mensile Canoni periodici fissi: NO, solo servizi accessori al franchising
Pubblicità a livello locale: NO
Contributi per campagne pubblicitarie nazionali: SI Assistenza in loco in fase di apertura: SI Assistenza per la durata del contratto: SI Zona di esclusiva: SI Durata contratto: 5 anni
CONTATTI FRANCHISOR
Franchisor: Mercatino
Referente franchising: Veronica Spadafora Telefono: 0458203355
E-mail franchising: sviluppo@mercatinousato.com
Sito Internet: www.mercatinousato.com
N.B. I dati sono puramente indicativi e concordati con l’Azienda