Beesness Novembre/Dicembre 2024

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“BISTROT ALL’ITALIANA CON INTIMITÀ ALLA FRANCESE”

Anno XIV - N° 6 2024 € 6,50
Luca Formenton “EDITORIA, MUSICA E TEATRO A 360°”
Enrico Buonocore
Alberto Bertone “ACQUA A ZERO EMISSIONI”
Beatrice Beleggia “L’ECCELLENZA E LA CREATIVITÀ NEI GIOIELLI”

DICEMBRE, TEMPO DI CELEBRAZIONI E DI PROGETTI PER L’ANNO A VENIRE

Eccoci di nuovo all’ultimo mese dell’anno. Abbiamo trascorso un periodo intenso di lavoro, su come poter offrire ai clienti un servizio migliore e all’altezza delle loro aspettative. Ora è giunto il momento di tirare le somme di questo 2024 che volge al termine e al contempo di pensare e di prendere in considerazione nuovi progetti imprenditoriali.

Iniziamo questo numero di Beesness con l’intervista a Beatrice Beleggia, CEO di Bros Manifatture Corporation USA, che illustra la nascita del brand Pianegonda, emanazione del gruppo, caratterizzato dall’unicità di design e di eleganza. Le collaborazioni con artisti di fama internazionale, che condividono i valori del marchio, aggiungono sfumature che celebrano la creatività e il saper fare.

Una serie di interviste a eccelsi imprenditori del food ci trasporta in un mondo di sapori e di profumi. Iniziamo con Alberto Bertone, Presidente di Acqua Sant’Anna, che in meno di trent’anni è riuscito a creare un impero con una produzione di oltre un miliardo e seicentomila bottiglie. Grazie alla tecnologia e all’ innovazione, l’azienda ha sviluppato il PLA, una plastica completamente vegetale e priva di petrolio e ha immesso per prima nel mercato una bottiglia di acqua minerale da un litro e mezzo totalmente biodegradabile e compostabile. Inoltre, più del cinquanta per cento del trasporto avviene su rotaia e il magazzino è gestito tramite robot a guida laser elettrici, ottenendo in questo modo emissioni pari a zero.

Maurizio Zanella negli anni Sessanta, insieme alla famiglia, ha fondato la cantina vinicola Ca’ del Bosco, grazie a un viaggio in Francia quando era ancora molto giovane, dove visitò le cantine più importanti di allora. Da qui scaturisce

l’idea di creare la prima cantina d’eccellenza in Franciacorta. Da allora non si è più fermato, entrando anche nel settore dell’arte con l’iniziativa “Il Premio Scultura Ca’ del Bosco”.

Per ultimo, ma non meno importante, Enrico Buonocore, CEO di La Langosteria, è un imprenditore che ha iniziato la sua attività con l’apertura a Milano del locale Caffè Savona, che in poco tempo divenne riferimento del quartiere, anche per i piatti cucinati da sua madre. Da lì, il passo è stato breve e l’ha portato ad aprire nel marzo del 2007, sempre a Milano, La Langosteria, un ristorante di pesce innovativo rispetto agli altri, grazie alle eccellenti materie prime utilizzate e a un ambiente dall’atmosfera intima e conviviale in stile bistrot francese.

Nella sezione dedicata alla bellezza, vi invitiamo a leggere l’intervista a Luigi Caterino, Co Founder del marchio The Longevity Suite, il quale ci illustra l’ispirazione che lo ha condotto a realizzare le cliniche e i servizi offerti, come la terapia del freddo nelle criocamere, la fotobiomodulazione, l’ozonoterapia etc.

Concludiamo questo numero con tre eventi che si sono svolti a novembre: il 23esimo Osservatorio Al-tagamma, excursus sulle abitudini dei consumatori del lusso; il 29esimo Fashion Summit di Pambianco, sullo stato dell’arte del settore e infine l’evento organizzato da Beesness in partecipazione con Bosch Tec, dal titolo “Il valore umano nelle aziende”.

Vi auguriamo, oltre a una buona lettura, anche Buone Feste, dandovi appuntamento all’anno prossimo con tante novità ed iniziative.

Giovanni Bonani Direttore Responsabile

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Misticanza Osteria, Origine Ristorante, Leon Ristorante, Ciboci, Daniel Canzian, Gin Mare, Akka Chiellini, American Express F1, Dojo, Ciesse Piumini ................................ 8

Manifatture USA Corporation Strategie di consolidamento e percorso di internazionalizzazione

Dalla

Cultura

Bosch Tec e Beesness insieme per il “valore umano nelle aziende” Spunti e riflessioni in un prestigioso talk nel cuore di Milano .... 48

Orchestra, il canale diretto tra musica e pubblico

Nasce

Imprenditoria

La cultura a tutto tondo di Luca Formenton Il concetto di arte a 360°: da editoria a musica e teatro ............. 60

Guber Banca

La banca digitale e le sue sfide, tra sostenibilità e responsabilità sociale 64

Automotive

Importanti novità per UM® Motorcycles

Presentate a Eicma 2024 le ultime novità su due ruote ............. 66

Lancio ufficiale di Phelon&Moore a Eicma 2024

La “perfected motorcylce” per il motociclista di oggi ................... 70

Mercatini di Bolzano

Una magica atmosfera per immergersi nella festa più tradizionale

MANOMETRI -

MISURATORI DI LIVELLO AFROMETRI

Pressure gauges - T hermometers

Flowmeters - Pressure transmitters

Level indicators - A phrometers

STRUMENTI DI

Saba s.a.s. di Sardi Paolo & C.
Via Piersanti Mattarella, 35 20093 Cologno Monzese (Milano) - Italia

QUANDO GLI OPPOSTI SI ATTRAGGONO NASCE MESTICANZA, OSTERIA CONTEMPORANEA

È il 2018 quando sulle rive del lago Trasimeno passioni e identità si fondono in un primo iniziale barlume di idea. Giorgia Lucarelli e Lorenzo Sonnati, formati nel campo dell’ingegneria civile e dell’architettura e affascinati dalla cucina, iniziano un percorso, in giro per il mondo per apprendere, assorbire e scoprire tutto ciò che c’è da sapere sulle culture culinarie. Insieme sperimentano il loro primo progetto: pochi coperti, contesto circoscritto, creatività, materia prima di elevata qualità, tecniche avanzate e attenzione all’ecosostenibilità, portano riconoscimenti e soddisfazioni. Lorenzo e Giorgia sfidano la città: apre quindi a Roma un’insegna dove cucina e il design si incontrano: nasce Mesticanza - Osteria Contemporanea in Via Nomentana Nuova, 69 in zona Montesacro Mesticanza: come l’insalata mista in cui le diverse erbe donano unicità e gusto, ma anche come l’unione di opposti. La cucina, nelle abili mani di Giorgia, è un crogiuolo di prodotti locali, stagionali e sostenibili, materie prime di alta qualità e ingredienti esotici per piatti accattivanti. Un menu contenuto nella proposta e stagionale, legato ai prodotti del territorio che reinterpretano nuovi sapori “nella vera cucina di casa d’oltreoceano”, spiega Giorgia. Mesticanza però è anche Osteria. Dall’impiattamento al servizio tutto rimanda al concetto di osteria in cui Lorenzo incarna l’immagine dell’oste, affiancato da tanti collaboratori, tra cui Emanuele, sommelier Fisar. Lo stile del locale, porta la firma di Lorenzo, un design capace di evocare sensazioni ed emozioni che non possono prescindere dall’esperienza enogastronomica studiata da Giorgia. All’interno circa 30 coperti , mobili in rovere e rami di quercia, ma anche muschio stabilizzato e acciaio corten e pavimento a lisca di pesce bicolore. Nel piano interrato: la “Cave a Vin” pensata per le degustazioni, gli incontri con i produttori e un più alto livello di sperimentazione ed approfondimento con menu dedicato. Ma soprattutto pensata per custodire le oltre 250 etichette delle tantissime eccellenze enologiche italiane ed internazionali, tutto assaggiato, testato e garantito da Giorgia e Lorenzo. Il dehors è un Hortus Conclusus per un massimo di 35 ospiti, un’area per il momento aperitivo tra mixology, tapas e vini

ORIGINE: CAFFÈ, CUCINA, VINI NATURALI E ARTE, E LA CENA È QUELLA CHE NON TI ASPETTI

Si trova a cinque minuti dalla Basilica di San Paolo fuori le Mura e dall’Università di Roma Tre. Una zona dal fascino ‘urban’ in forte crescita, anche dal punto di vista gastronomico. La mente di Origine è Valerio Lintozzi , classe ‘91. La sua è una famiglia di panificatori, proprietaria del Panificio Lintozzi in Prati (piazza dell’Unità), che da sempre fornisce i ristoranti e i locali della città. Nasce da qui, dal suo lavoro nel panificio di famiglia, la conoscenza e la passione di Valerio per il mondo della ristorazione e dell’enogastronomia. Il locale nasce nel novembre 2022. Già dal nome si comprende bene la personalità di Valerio: non solo un rimando ai caffè ‘monorigine’ che qui sono protagonisti, ma anche una citazione del film di fantascienza ‘I Origins’, che indaga il confine tra la scienza e le emozioni. E proprio questo è il mood di Origine: una grandissima attenzione alla qualità e all’amore per le cose fatte bene, che però non dimentica l’emozione, quella che si prova davanti ad un buon piatto, ad un grande caffè o a ad un calice di vino, o semplicemente nel ritrovarsi in luogo accogliente e stimolante. L’idea iniziale era quella di focalizzarsi sul caffè, con un’attenzione anche per il momento aperitivo, accompagnato da qualche tapa. Il riscontro sulla parte cucinata fu subito molto buono, allora Valerio ha deciso di spingere molto di più, sia per la fascia brunch/pranzo - con una carta più semplice – che a cena, dove invece la proposta diventa più strutturata. La squadra è piccola e ben affiatata: oltre al padrone di casa Valerio, in cucina gli chef Bruno Scalese e Josè Gabriel Castro Quiroz, e al bancone della caffetteria Giulia Belardi. Un grande bancone all’ingresso dove il caffè regna sovrano. Un locale dal sapore internazionale: arredi moderni quasi industrial incontrano quelli di recupero e vintage, sulle pareti le foto realizzate da Valerio Lintozzi e una volta al mese il locale ospita una piccola esposizione di artisti indipendenti della scena urban , romana e non solo. I coperti sono in tutto 30: 15 nei tavoli dentro, 5 al bancone e altri 10 nei tavolini fuori.

IL PRIMO RISTORANTE LEON, IN ITALIA, APRE NELLA STAZIONE DI ROMA TERMINI

La stazione di Roma Termini continua ad arricchirsi ed espandere la propria offerta ristorativa, questa volta con un’esclusiva in Italia . Grazie alla collaborazione tra SSP, operatore leader nella gestione delle concessioni di servizi di ristorazione in importanti stazioni di viaggio, e Grandi Stazioni Retail, leader nella gestione delle infrastrutture commerciali delle principali stazioni ferroviarie italiane, ha aperto oggi il primo ristorante LEON in Italia all’interno della stazione di Roma Termini , nella vivace Terrazza Termini, la food hall che si affaccia sui binari della stazione. Fondato nel 2004 a Londra, in Carnaby Street, LEON ha rivoluzionato il mercato dei fast food, proponendo un nuovo approccio in cui “il fast food può essere un buon cibo”. Ispirandosi alla dieta mediterranea, LEON ha creato un menu caratterizzato da ingredienti accuratamente selezionati che, oltre ad essere salutari, sono anche rispettosi dell'ambiente. Le sue radici si rifanno ai ricordi d'infanzia, alle vacanze al sole e alle nostalgiche gite al fast food, e i suoi piatti celebrano i sapori ricchi e la riconosciuta genuinità della cucina mediterranea . LEON crede nella magia del fast food, arricchita però da un tocco salutare e nutriente. Il suo menu cambia con le stagioni, ricco di vegetali, grassi buoni come noci e semi, insaporito da erbe e spezie fresche. Questo nuovo ristorante a Roma Termini incarna questa visione, offrendo piatti nutrienti e freschi ispirati ai sapori naturali, perfetti per i viaggiatori più impegnati alla ricerca di deliziose opzioni “grab-and-go”.

CIBOCI DIET PRO: IL RIVOLUZIONARIO ALIMENTO FUNZIONALE VEGETALE

CHE SI MANGIA VIVO

C’è un innovativo alleato per chi desidera tenere sotto controllo le calorie senza rinunciare al piacere, per chi sta seguendo una dieta chetogenica o per chi, semplicemente, vuole portare in tavola un appetizer vegano gourmet. È la nuova variante del rivoluzionario CiboCi, unica terapia alimentare che permette di supplementare composti bioattivi in grado di generare benefici per l’organismo tramite un sistema brevettato composto da matrice attiva arricchita e vegetante attivatore, che si mangiano vivi e insieme: la nuova variante si chiama CiboCi Diet Pro, è disponibile nei canali farmaceutici e beauty clinic e mette insieme le saporite brassicacee di CiboCi, gli effetti benefici della Clorella e della Spirulina, con cui è stata arricchita la matrice vegetante che si mangia insieme ai germogli, e una gustosa crema proteica . CiboCi Diet Pro è stato sviluppato per essere un alimento ipocalorico e altamente saziante , ideale per la riduzione degli eccessi alimentari e con un bassissimo apporto di carboidrati. Il formato di CiboCi Diet Pro è costituito una teca da 16 unità che corrispondono a 4 porzioni, da mangiare insieme a una squisita crema proteica a base di una maionese vegana con curcuma e un blend di proteine di riso, piselli e soia. Nel caso di CiboCi Diet Pro la matrice vegetante è caratterizzata dall’aggiunta di Clorella e Spirulina , ricche di vitamine, minerali e antiossidanti, che apportano, benefici significativi al metabolismo e proprietà detox che contribuiscono a un’adeguata digestione. La Clorella , in particolare, è apprezzata per i suoi effetti positivi sulla salute , tra cui l’azione antiossidante , epato-protettiva e immunostimolante , nonché per il suo contributo alla riduzione della glicemia e del colesterolo. La Spirulina, invece, è una preziosa fonte proteica, con un tasso proteico che arriva al 70%, una volta che viene essiccata. Oltre a ciò, ha effetti positivi sull’energia e sul controllo del colesterolo e dei trigliceridi, offrendo al tempo stesso protezione contro lo stress ossidativo.

MI.O e MassaBon sono i panettoni che lo chef Daniel Canzian propone per il prossimo Natale, due ricette originali che si caratterizzano per la morbidezza del loro impasto e che si distinguono per le farciture racchiuse nella loro alveolatura. MI.O è il grande lievitato firmato da Daniel Canzian proposto per la prima volta nel 2019, un dolce che coniuga tradizione, semplicità e raffinatezza. Ciò che lo rende unico è l’utilizzo della Pasta di arance arrosto, preparazione iconica dello chef, priva di aromi e conservanti, con una bassissima percentuale di zuccheri, creata nelle cucine di DanielCanzian Ristorante secondo il metodo di preparazione e conservazione italiano classico. MassaBon, dal dialetto veneto “troppo buono”, è il secondo grande lievitato proposto dallo chef, nato nel 2023 è caratterizzato da una sorprendente morbidezza, un gusto delicato e un aroma fruttato conferito dalle albicocche arrosto; la polpa della frutta, cotta al forno e lavorata appena per garantire un sapore naturale, è racchiusa nell’alveolatura dell’impasto e offre un aroma delicato al prodotto, oltre che una consistenza estremamente cremosa. Entrambe le ricette nascono dalla collaborazione tra Daniel Canzian e Albertengo, realtà piemontese nota in Italia e all’estero per la produzione di grandi lievitati, che predilige l’utilizzo di materie prime di origine italiana, seleziona uova da galline allevate a terra e non impiega aromi lavorati. Il consiglio dello chef è quello di riscaldare i panettoni in forno a 160° per 5-7 minuti prima dell’assaggio, uno step che consentirà di enfatizzare la fragranza dolce e naturale della frutta rendendola ancora più cremosa al palato. I dolci possono essere acquistati online sulla Boutique dello chef, o presso il suo ristorante milanese di Via Castelfidardo angolo San Marco

MARE MIO BY GIN MARE 2024:IL VIAGGIO CHE PROTEGGE IL MEDITERRANEO

Nato sull’isola di Capri, il progetto Mare Mio incarna la visione di Gin Mare, il primo super premium gin che racchiude in sé l’essenza del Mediterraneo. Un connubio perfetto tra passione e responsabilità, che si traduce in azioni tangibili per proteggere questo tesoro inestimabile. Nel 2024, Mare Mio con il team di Gin Mare ha solcato le acque di Camogli e Portofino, nel Golfo del Tigullio, e Capri, raccogliendo plastica e rifiuti galleggianti, mentre nella preziosa Area Marina Protetta di Portofino, sommozzatori esperti hanno rimosso reti, lenze e altri rifiuti sommersi. 1.430 kg di rifiuti raccolti, di cui il 50% rappresentato da plastica. Grazie a Marevivo, la fondazione ambientalista che da 40 anni si batte per la difesa del mare, ogni rifiuto è stato analizzato e catalogato, fornendo dati preziosi per supportare un cambiamento culturale verso la tutela ambientale: senza un'azione immediata, entro il 2050 la plastica nei nostri mari potrebbe addirittura superare il peso dei pesci. Tra rifiuti di ogni tipo, ciò che ha colpito di più, è stata la quantità di sacchetti biodegradabili: innocui in apparenza, in superficie, vengono scambiati per meduse e ingeriti dalla fauna marina, mentre sul fondale possono impiegare anni per degradarsi, causando danni all'ecosistema. Ad oggi dal suo inizio Mare Mio by Gin Mare ha raccolto oltre 3 tonnellate di rifiuti marini. Per Gin Mare, Mare Mio non è solo un'iniziativa di sostenibilità, ma un viaggio ambizioso e in costante evoluzione , con l’obiettivo di ottenere risultati sempre più tangibili. Lanciato a Capri nel 2021, il progetto ha preso slancio nel 2022 con la collaborazione di Marevivo, raggiungendo un traguardo impressionante: 600 kg di rifiuti rimossi dalle coste e dalle grotte dell’isola. Nel 2023, la sfida ha toccato Camogli, Portofino, Porto Ercole sul promontorio del Monte Argentario e l’ isola di Pantelleria , dove sono stati raccolti oltre 1 tonnellata di rifiuti. Nel 2024, il progetto ha proseguito la sua crescita, con nuove iniziative come le pulizie subacquee e interventi in spiaggia. Mare Mio by Gin Mare è un invito a riflettere sulla fragilità e la bellezza dei nostri mari . La missione di Gin Mare è ispirare un cambiamento che parte dalle spiagge e dalle acque , per continuare a proteggere il Mediterraneo, con l’obiettivo di un futuro sempre più sostenibile e consapevole.

Giorgio Chiellini e Thomas Rebaud iniziano una nuova avventura con Nicolas Nati, CEO Italia di Akka, per portare Akka.app nel Bel Paese. Nonostante gli investimenti in startup siano stati l'asset più profittevole degli ultimi anni, l'accesso a questo mondo è sempre stato riservato a grandi società e reti esclusive, a causa di ticket minimi molto elevati e alla necessità di far parte di network esclusivi per conoscere e investire nelle startup. Il team di Akka mira a rompere queste barriere, offrendo la possibilità di investire in startup promettenti grazie a diverse membership, con quote annuali che vanno da 1.000 a 10.000 euro, a seconda di quanto si desidera investire. Ogni mese Thomas, Nicolas e il team presentano, insieme a Giorgio in live streaming, startup attentamente selezionate. Vengono proposte ai membri 1 o 2 opportunità di investimento al mese in settori come nuove tecnologie, moda, marketplace e ICT, assicurando un portafoglio bilanciato. I membri possono decidere autonomamente se investire o attendere la prossima opportunità. Akka.app si rivolge a chi desidera esplorare le opportunità di investimento nelle startup. Oltre a offrire opportunità di investimento ad alto rischio e alto rendimento, Akka.app fornisce una piattaforma per approfondire la comprensione dell'ecosistema startup e una serie di iniziative di networking online e offline con altri membri, top imprenditori e investitori. Akka è un movimento nato in Francia meno di due anni fa con il famoso imprenditore seriale Thomas Rebaud e l'investitore Anthony Bourbon, rapidamente affiancati da altri imprenditori e investitori di successo, come Pedro Buerbaum in Spagna. Dopo anni di imprenditoria di successo, Giorgio Chiellini è pronto a partecipare a questa nuova avventura in Italia, aprendo la strada a chi desidera partecipare agli investimenti in startup. Akka Italia punta a democratizzare l'accesso a opportunità ad alto potenziale, promuovendo un ambiente di investimento inclusivo in cui tutti possano prosperare.

AMERICAN EXPRESS E FORMULA 1® ANNUNCIANO UNA NUOVA SPONSORIZZAZIONE GLOBALE PLURIENNALE

American Express e Formula 1® annunciano oggi una nuova sponsorizzazione pluriennale che amplia la partnership di Amex con la più prestigiosa delle corse automobilistiche nel mondo espandendosi al palcoscenico globale e a tutto il calendario di F1 in qualità di uno dei Partner Ufficiali (in Europa, Australia, Asia, Americhe e Medio Oriente). Grazie a questa nuova sponsorizzazione, F1 e Amex continueranno a collaborare per creare esperienze uniche per i fan in occasione di alcuni selezionati Gran Premi di F1 durante l'anno. I Titolari di Carta American Express® avranno accesso a una serie di benefici e vantaggi, tra cui la Amex Presale Tickets, accessi per il Paddock Club e la Tribuna (in occasione di gare selezionate, fino a esaurimento scorte). American Express avrà inoltre l'opportunità di ospitare clienti e partner commerciali attraverso specifiche iniziative di hospitality. American Express ha dimostrato il suo sostegno alle donne dentro e fuori la pista, come uno dei primi brand sponsor al di fuori del settore automobilistico a sostenere la F1 ACADEMY, il nuovo campionato di F1 tutto al femminile, per la stagione inaugurale nel 2023. Nell'ambito dell'ampliamento della sponsorizzazione della F1 annunciata oggi, American Express continuerà a essere uno dei Partner Ufficiali di F1 ACADEMY. La sponsorizzazione globale pluriennale di F1 fa parte del portafoglio di partnership sportive e di intrattenimento a livello mondiale di American Express in tutto il mondo, che comprende basket, tennis, golf, musica, teatro e altro ancora, rafforzando ulteriormente l'impegno dell'azienda a offrire ai Titolari di Carta un accesso ed esperienze incredibili a livello globale.

PIÙ SEMPLICI E VELOCI AGLI ESERCENTI

Dojo, nome commerciale di Paymentsense Ireland Limited, lancia oggi le sue operazioni in Italia , portando nel mercato la sua tecnologia di pagamento innovativa pensata per supportare le imprese italiane, che operano nell’Experience Economy. Pensata per le aziende che affrontano le sfide legate alla scarsa rapidità nei pagamenti e alla complessità della riconciliazione contabile, Dojo offre una soluzione che elimina i ritardi nella ricezione degli incassi, con una suite completa di strumenti di pagamento digitali e in presenza, ideata per velocizzare le transazioni, semplificare la riconciliazione dei pagamenti e garantire l’accesso rapido ai fondi incassati. La fintech integra connettività Wi-fi e 4G per transazioni rapide , un’ interfaccia intuitiva per la gestione contabile e processi che consentono la liquidazione degli incassi in tempi record . Dojo ha identificato l'Italia come un mercato in cui il brand potrebbe aggiungere valore: il mercato è composto da PMI di alto valore e ha un interesse tangibile per un'adozione più ampia della digitalizzazione. Nel Regno Unito, Dojo ha permesso a molte PMI del settore dell'ospitalità e dell’ Experience Economy di avere successo e intende portare questo supporto al mercato italiano, in rapida evoluzione. Il lancio italiano rappresenta una tappa cruciale nell'espansione europea di Dojo, che segue il debutto in Spagna a inizio anno e l’apertura del quartier generale europeo a Dublino, in Irlanda. Questo percorso di crescita si inserisce in un anno di grande successo per la fintech nel Regno Unito e in Irlanda, che ha registrato ricavi record nell'anno finanziario chiusosi il 31 marzo 2024, con una crescita del 28% rispetto all’anno precedente. Attualmente, Dojo serve oltre 150.000 aziende nel Regno Unito, in Irlanda e in Spagna, dai piccoli esercenti alle grandi imprese. La sede italiana è situata a Milano e guidata da Antonio Di Berardino, nuovo Country Manager per l’Italia. Il suo obiettivo sarà quello di consolidare la presenza di Dojo nel mercato locale, espandendo la base di clienti e offrendo alle imprese italiane soluzioni di pagamento sempre più efficienti e all’avanguardia.

UN NUOVO CAPITOLO PER CIESSE PIUMINI: UN VIAGGIO DI STILE E AVVENTURA NEL NUOVO STORE MENEGHINO

Ciesse Piumini , brand specializzato nell’abbigliamento sportivo, inaugura il nuovo flagshipstore nel cuore di Milano in Corso Europa 15: una location esclusiva dove poter vivere una shopping experience immersiva progettata per connettere il consumatore all’essenza del brand, e non solo... La posizione del nuovo store, infatti, riporta il brand nel centro di Milano dove negli anni '80 nasceva il fenomeno dei paninari che ha reso Ciesse Piumini uno tra i brand iconici indossati da un'intera generazione di ragazzi. Il nuovo spazio, che si sviluppa su due piani su un’area complessiva di 350 mq, offre un impatto visivo immediato fin dalle ampie vetrine arricchite da una straordinaria “light cascade”. Luce e materia si fondono internamente in modo armonioso invitando ad esplorare ogni angolo della collezione e dello store. Il percorso di luce che scende lungo le pareti conduce al piano interrato dove il cielo, che fa da sfondo, crea un legame tra natura e collezioni. Il percorso guida poi verso l’experience room: un contesto cangiante ed evocativo che porta ad immergersi in scenari unici accompagnati da suoni e immagini 3D. Gli elementi ricorrenti nello store, come il pavimento in pietra, i moschettoni, la tenda del campo base e l’iconica vetta, si ispirano all’atmosfera mountain avvolta da una solare palette cromatica che gioca con il giallo del logo Ciesse Piumini. Il nero spazzolato degli elementi espositivi e il grigio neutro delle pareti creano un'atmosfera accogliente e contemporanea. All’interno dello store la collezione Ciesse Piumini non racconta solo un mood di stagione ma una filosofia ed uno stile di vita. Ogni capo esposto non è solo legato a un passato ricco di avventure, ma è anche proiettato verso una continua evoluzione dei materiali e delle performance.

23° OSSERVATORIO ALTAGAMMA

Nel 2024 rallenta il lusso e crescono le esperienze

A cura della Redazione

Il mercato globale dell’alto di gamma si attesta a €1.478 miliardi di euro, normalizzandosi dopo l’anno record 2023. Soffre l’Asia, in controtendenza il lusso esperienziale e il benessere (+5%), mentre si allarga la forbice tra altissima gamma e consumi aspirazionali. 50 milioni di consumatori persi in due anni e fra questi molti giovani. Per il 2025 si stima una ripresa moderata.

L’Osservatorio Altagamma 2024 ha presentato i dati del mercato globale dell’alto di gamma , che vede una normalizzazione dopo il rimbalzo post-Covid e i risultati record dello scorso anno. Nel 2024 il comparto si attesta a €1.478 miliardi dai circa 1500 del 2023, con un calo di circa il 2% (a tassi correnti).

Si conferma la forte crescita del lusso esperienziale , con un deciso segno positivo di circa il +5.

Per il 2024, il mercato dei beni di lusso personali registra un giro d’affari stimato di circa 363 miliardi di euro (vs 369 del 2023). Beauty, gioielli e occhiali sono le categorie di prodotto che crescono. Il difficile contesto geopolitico ed economico attuale, caratterizzato da due conflitti, inflazione, aumento dei prezzi con un calo del potere d’acquisto e della fiducia dei consumatori, hanno influito su tutti i mercati. Un rallentamento guidato soprattutto dall’Asia, con un contesto di mercato in Cina fortemente negativo,

in parte controbilanciato da un’ottima performance del Giappone, con le altre geografie tendenzialmente in linea con lo scorso anno. Si registra però una forte polarizzazione tra i consumi di altissima gamma, più positivi, e quelli di un lusso più aspirazionale che evidenziano una marcata sofferenza, parzialmente assimilabile al calo di interesse per gli acquisti da parte delle generazioni più giovani. L’Altagamma Consensus stima per il 2025 un recupero moderato, con una marginalità delle imprese di circa +3% .

Le stime 2025 e lo stato dell’arte del comparto sono emersi dai due studi: Altagamma Consensus 2025 , presentato dalla Direttrice Generale di Altagamma, Stefania Lazzaroni, e realizzato con il supporto di 21 analisti finanziari italiani e internazionali; e Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2024 , a cura di Claudia D’Arpizio e Federica Levato, Senior Partner di Bain & Company

I numeri e i trend delle ricerche sono stati commentati con Laura Burdese (Deputy CEO, Bvlgari ), Patrick Chalhoub (Group President, Chalhoub Group ), Alfonso Dolce (CEO, Dolce&Gabbana ), Andrea Guerra (CEO, Prada Group ), Pier Francesco Nervini (COO North & Central Europe & Global Accounts, Global Blue) e Marco Piscitelli (CEO, Molteni Group).

Altagamma Consensus 2025 , realizzato da Altagamma con il contributo di 21 tra i più importanti analisti italiani e internazionali del comparto.

Si stima una crescita moderata del mercato per il 2025 a causa della situazione macroeconomica internazionale, che resta incerta per via di diversi fattori: inflazione, tassi di interesse elevati, tensioni geopolitiche, incrementi di prezzi e calo del potere d’acquisto dei consumatori di fascia medio-alta.

Si stima una crescita dei ricavi del 3% come media generale dei personal luxury goods e un’EBITDA in crescita sempre del 3% . La ripresa dei viaggi e la ritrovata fiducia dei cinesi potrebbero avere nel secondo semestre un impatto positivo su questo scenario.

Mercati

Si prevede una crescita del 2% per l’Europa . La debole domanda interna sarà parzialmente compensata dai flussi turistici, in particolar modo quelli americani. Il mercato Nordamericano si conferma prioritario per i settori del lusso, con una previsione di crescita del +3,5% , pur restando in attesa di possibili

dazi USA sui prodotti europei a seguito dell’elezione di Donald Trump. L’America Latina dovrebbe crescere del 4%. Dopo la forte crescita nel 2024, il Giappone rallenta: si stima un +2% dovuto ad un cambio dello Yen meno positivo e, di conseguenza, alla possibile riduzione dei flussi turistici. Incerta la crescita in Cina (+3%) , per via della più cauta domanda della classe media e della crisi immobiliare che ha inciso sulla fiducia dei consumatori. Il governo sta varando nuovi aiuti e tagli fiscali che potrebbero avere effetto nella seconda parte del 2025. Asia e Cina saranno l’ago della bilancia per il lusso. Il Medio Oriente conferma una crescita stimata del +5% , nonostante le tensioni e l’instabilità politica. L’area del Golfo e in particolare l’Arabia Saudita rimane un mercato di rilievo con investimenti ingenti in real estate.

Consumatori.

I consumatori del lusso presentano una forte polarizzazione fra l’1% degli HNWI

(High Net Worth Individuals) e le altre fasce di consumatori, che perdono invece potere d’acquisto a livello globale. Si confermano l’attenzione per le esperienze e il maggiore peso dei consumatori più maturi rispetto alla GenZ. I cinesi non sono più i best performer del comparto e la contrazione è stata significativa. Nel 2025 la crescita resterà positiva con un +2% e una possibile ripresa dei viaggi nella seconda metà dell’anno. Il fenomeno socioculturale del “Luxury Shame” potrebbe protrarsi.

I consumatori asiatici vedranno rispettivamente un incremento più moderato del 3% per l’Asia Pacific e dell’ 1% per i giapponesi

Si prevede che gli americani saranno i best performer con un +4,5% . Dopo le elezioni i consumi dovrebbero riprendere e il calo dell’inflazione potrebbe agevolare i consumatori medio-alti e aspirazionali. Gli europei sono da sempre consumatori più cauti e maturi: nel 2025 non si stimano crescite significative (+2%).

Categorie di prodotto.

Crescite più modeste per la pelletteria (+2%) e per le calzature (+1%) . Per la pelletteria, gli aumenti di prezzi, il calo dei consumatori occasionali e del turismo cinese hanno ridotto le vendite e aumentato gli stock. Si stima una crescita moderata dell’abbigliamento (+3%), molto polarizzata fra i marchi che continuano a crescere (quiet luxury) e marchi che registrano performance minori.

La cosmesi si conferma fra le best categories con una crescita stimata del 6%. La Corea resta un punto di riferimento per questa tipologia di prodotti che fidelizza sempre più i giovani. Prosegue con un +4,5% il trend positivo dei gioielli , che rimangono beni rifugio e di investimento. Gli acquisti di orologi segneranno un +1%

Canali distributivi.

Il retail fisico (+5%) è il best performer, grazie allo sviluppo di nuovi mercati e rimane un canale strategico per il lusso grazie a servizi ad hoc e personalizzati, showroom dedicati, modalità esclusive

di vendita, aree di entertainment ed experience. Il retail digitale - previsto in crescita del 3% - è intrinsecamente legato ai negozi fisici e presidiato dai brand, con focus sull’Intelligenza Artificiale. Il wholesale, sia fisico che digitale, conferma la perdurante crisi e non si stima una crescita (0%).

Altagamma–Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2024. Realizzato da Bain & Company.

Il mercato globale del lusso dovrebbe raggiungere quasi €1.500 miliardi nel 2024 , rimanendo relativamente staabile rispetto al 2023, con un tasso di crescita stimato tra il -1 e l'1% su base annua , a tassi costanti.

I consumatori globali di beni di lusso, alle prese con l'incertezza macroeconomica e il continuo aumento dei prezzi dei brand, stanno riducendo gli acquisti. Di conseguenza, si prevede che il mercato dei beni di lusso personali registrerà il primo rallentamento dalla Grande Recessione, escludendo Covid-19, con un calo del -2%, a

tassi di cambio correnti, rispetto allo scorso anno. Questa tendenza, particolarmente accentuata tra la Generazione Z, la cui propensione per i marchi di lusso continua a diminuire, ha portato a una riduzione della base di clienti del lusso di circa 50 milioni negli ultimi due anni. Nel frattempo, i clienti top continuano ad aumentare la loro quota di consumo, anche se stanno percependo una progressiva perdita di esclusività da parte dei brand.

Il lusso esperienziale continua a crescere, guidato da uno spostamento della spesa dei consumatori spostano la spesa verso viaggi, ristorazione ed eventi sociali, privilegiando anche la cura personale e il benessere rispetto ai prodotti. Anche gli yacht, le auto e i jet privati registrano un forte interesse da parte del consumatore di altissima gamma, sostenuto da ampi portafogli ordini accumulati negli anni scorsi.

I prodotti di bellezza , in particolare le fragranze, continuano a registrare buoni risultati grazie alla preferenza dei

consumatori per i “piccoli piaceri”. Anche l'eyewear sta vivendo un momento positivo, con i consumatori attratti dall'ampliamento della creatività e dalla crescente offerta all’interno del segmento.

La gioielleria cresce , soprattutto nel segmento dell'alta gioielleria e grazie a un andamento particolarmente positivo del mercato statunitense. Nel frattempo, gli orologi, la pelletteria e le scarpe hanno subito un rallentamento, per via di una maggiore selettività negli acquisti: gli accessori in pelle di piccole dimensioni e gli articoli “entry-level” rimangono però tra i più popolari tra i consumatori “NextGen”. Cresce anche il mercato del second-hand, con una forte spinta sui gioielli e sui capi d'abbigliamento e di pelle vintage.

Mentre la maggior parte dei negozi di lusso soffre per il crollo del traffico di visitatori, il canale degli outlet sta registrando performance superiori, grazie alla ricerca di acquisti di valore da parte dei consumatori. Il canale sta guadagnando popolarità come principale punto di accesso al mercato del lusso, con i consumatori che si stanno ritraendo dai punti vendita full-price. Nel frattempo, l'online si sta normalizzando dopo le oscillazioni post-pandemia, ma resta un canale importante per quei brand che possono offrire esperienze immersive e personalizzate, ampliando l’engagement in-store.

Gli Stati Uniti continuano a mostrare segnali di crescita, nonostante l’incertezza economica. Fuori dagli USA, le performance sono più polarizzate, con il Canada in difficoltà a causa della mancanza di turisti cinesi, mentre Messico e Brasile registrano segnali positivi.

Il Giappone continua a guidare la crescita del lusso a livello globale grazie ai tassi di cambio favorevoli e ai relativi aumenti della spesa turistica nella prima metà del 2024. La dinamica, tuttavia, è recentemente rallentata a causa del riallineamento dei prezzi.

La Cina continentale , invece, ha subito un brusco rallentamento, peggiorato nel corso dell'anno con la diminuzione della spesa interna dovuta alla scarsa fiducia dei consumatori e allo spostamento dei turisti

cinesi verso le aree vicine e l'Europa. L' Europa sta mostrando una crescita più forte, ma in via di normalizzazione nel corso dei trimestri, con una domanda sostenuta dagli afflussi turistici, in particolare nelle città di primo livello e nelle località turistiche dell'Europa meridionale. Il Regno Unito e il Nord Europa registrano afflussi turistici di lusso più limitati. Il quadro è più variegato in Medio Oriente, dove le tensioni regionali influenzano gli afflussi turistici.

I mercati emergenti rappresentano nuove potenziali vie di crescita, tra cui l'America Latina, l'India, il Sud-Est asiatico e l'Africa, che nel complesso dovrebbero aggiungere più di 50 milioni di consumatori di lusso di classe medio-alta entro il 2030. Si prevede che il mercato del lusso si troverà ad affrontare un contesto in leggero miglioramento per tutto il 2025, sebbene ciò dipenda fortemente dall'evoluzione degli scenari macroeconomici nelle regioni chiave. Guardando al 2030, il mercato probabilmente intraprenderà una traiettoria positiva a lungo termine, con una base di consumatori sempre più ampia.

FONDAZIONE ALTAGAMMA

Altagamma riunisce dal 1992 le migliori imprese dell’Alta Industria Culturale e Creativa che promuovono nel mondo l’eccellenza, l’unicità e lo stile di vita italiani. Unica per la sua trasversalità, Altagamma accoglie 119 brand dei 7 settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, dei motori e della nautica. La Mission di Altagamma è contribuire alla crescita e alla competitività delle imprese dell’industria culturale e creativa italiana, offrendo così anche un contributo allo sviluppo economico del Paese. L’alto di gamma rappresenta un’industria da 144 miliardi di euro, in Italia, e fornisce un contributo al PIL del 7,4%. La quota dell’export è di circa il 50%. Coinvolge 1.922.000 occupati, diretti e indiretti, pari all’8,2% dell’occupazione italiana.

FASHION SUMMIT

Analisi dei nuovi scenari del fashion italiano, con focus Cina e USA

A cura della Redazione

Pambianco e PwC , in occasione della 29° edizione del Fashion Summit , hanno analizzato i nuovi scenari con cui il settore moda italiano dovrà confrontarsi quali, ad esempio, quelli connessi con l’ulteriore digitalizzazione e l’affermarsi dell’intelligenza artificiale, la contrazione dei consumi ed il rallentamento del mercato cinese di cui, ad oggi, non si prevede una fine. I lavori si sono aperti con il saluto di David Pambianco, CEO di Pambianco, e sono poi entrati nel vivo con l’intervento in collegamento da remoto dell’Onorevole Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy che ha condiviso con la platea il punto di vista e le strategie del governo in merito al settore.

La giornata è quindi proseguita con l’intervento di Erika Andreetta, Partner PwC Italia e EMEA Fashion & Luxury Leader, che ha condiviso con la platea l’ultimo studio di PwC sulla Fashion Industry e Luxury Brands. Lo studio analizza le dinamiche economiche del terzo trimestre 2024 in Cina e Stati Uniti, evidenziandone luci e ombre e delineando le sfide future per il comparto del lusso. Nonostante un lieve declino nella produzione industriale e un tasso di disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 9,5% a ottobre 2024, il PIL degli Stati Uniti ha registrato un incremento del 2,8% su base

annua, sostenuto principalmente da un nuovo aumento dei consumi e da una significativa spesa pubblica a supporto dell’economia. L’analisi delle prospettive di spesa durante le festività natalizie ha messo in luce una crescita media prevista del 7% rispetto al 2023, spinta soprattutto dalle generazioni più giovani. I Millennials e la Gen Z sono destinati a incrementare le loro spese rispettivamente del 16% e del 37% mentre Gen X e Baby Boomers potrebbero ridurre la spesa del 18% e del 2%, segnalando un atteggiamento più prudente sul piano finanziario.

Nonostante un tasso di disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 17,6% nel terzo trimestre 2024 e la persistenza delle difficoltà nel settore immobiliare, i dati sull’economia cinese presentano segnali incoraggianti: il PIL è cresciuto del 4,6% su base annua, con un aumento della produzione industriale del 7%, favorito soprattutto da una maggiore domanda interna e dalla riapertura del turismo nazionale. Tuttavia, la ripresa del lusso in Cina non si stabilizzerà prima del Capodanno cinese. È comunque particolarmente interessante osservare la vivacità del segmento del personal luxury, che vanta un tasso di crescita annuo composto dell’11,3% nel periodo 2023-2029, proiettando il Paese a diventare il secondo

mercato mondiale per il lusso entro il 2029, subito dopo gli Stati Uniti.

Luca Cassina , President of Retail and Strategic Partnerships Planet, nel suo intervento ha condiviso alcuni approfondimenti sui trend delle vendite Tax Free e l’andamento dei consumi, con una panoramica sulle principali città europee e italiane, con un dettaglio sulle vie italiane dello shopping di lusso retail. Il focus ha riguardato le abitudini di spesa degli acquirenti, focalizzandosi sulle categorie di spesa preminenti, analizzando le evoluzioni dei comportamenti di acquisto, gli spender profile e top nationalities. L’approfondimento si è concluso con una panoramica sulle dinamiche dei consumi con focus su Cina e Stati Uniti e con un’analisi delle tendenze sui pagamenti nel settore hospitality che ha evidenziato una perfomance in forte crescita rispetto al settore retail, suggerendo dunque che i consumi in questo ambito si stanno evolvendo positivamente.

A seguire Fabio Savelli , partner e CEO di Sita Ricerca, ha presentato uno studio sul sentiment generale dei consumatori che, malgrado sia in peggioramento rispetto ai mesi scorsi, regista che la propensione verso l’abbigliamento - il “Fashion Sentiment” misurato periodicamente da Sita Ricerca - si mantiene comunque stabile e su livelli medio-alti.

Dopo un avvio di anno con saldi non soddisfacenti ed una primavera “difficile” a causa del meteo, i consumi nel 2024 hanno recuperato in estate e soprattutto nel mese di settembre. Complessivamente, nei primi nove mesi dell’anno osserviamo quindi un +0.8% di spesa rispetto allo stesso periodo del 2023 anche se, malgrado ciò, i consumi sono ancora di oltre il 4% al di sotto del livello pre-Covid. In termini di canali, continua lo sviluppo dell’on line, che cresce di quasi il 2%, anche grazie al contributo dei Brick & Click e si dimostrano dinamici anche i Factory Outlet Center.

Le insegne monomarca, infine, sono sempre più importanti nelle scelte di acquisto dei consumatori e rappresentano oltre il 50% delle vendite del settore.

Le previsioni a chiusura 2024, nonostante il contesto macroeconomico sia molto prudente, ipotizzano un ulteriore, lieve recupero dei consumi, portando a +1.5% la spesa rispetto al 2023. Una dinamica ulteriormente migliore, sul +2.3%, è prevista nel 2025 per effetto del miglioramento del potere d’acquisto, in presenza di bassa inflazione e del buon andamento dell’occupazione.

Concludendo, continua l’erosione del canale indipendente di livello medio-fine e fine, con quasi 1.000 chiusure di negozi negli ultimi 10 mesi, a fronte di sole 270 aperture. Questo segmento di negozi si trova non solo nelle grandi città, ma proporzionalmente di più anche nei comuni medi e medio-grandi, dove la concorrenza delle catene monomarca è meno pressante.

Ad aprire la serie di interviste moderate da David Pambianco, il Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, Carlo Capasa.

Barbara Lunghi , Head of Primary Markets Borsa Italiana, in

Carlo Capasa
Fabio Savelli
David Pambianco
Erika Andreetta

una chiacchierata informale con Diego Nardin , CEO di Fope, ha ripercorso la case history eccellente legata alla quotazione dell’azienda vicentina.

La platea è stata quindi coinvolta da Luba Manolova , Director Modern Work Western Europe Microsoft Italia, che si è concentrata sulle sfide e le opportunità dell'intelligenza artificiale (AI) nel settore del Retail & Fashion. Il suo intervento ha evidenziato la necessità di migliorare la produttività e l'efficienza attraverso strumenti di AI, affrontando sfide come la gestione dei dati frammentati, l'evoluzione delle esigenze dei clienti e gli obiettivi di crescita dei ricavi. Inoltre, si è discusso l'impatto economico dell'AI, con un focus su come questa tecnologia può trasformare i processi aziendali, aumentare la produttività, l'innovazione e la creatività, migliorare l'esperienza e la soddisfazione dei clienti e dipendenti. A chiudere la prima parte della mattinata a Nicolas Bargi, CEO & Founder di Save the Duck, che ha presentato il punto di vista di un imprenditore sulle tematiche oggetto di discussione nella mattinata.

Dopo il break, a riaprire i lavori, l’intervento di Luca Colombo, Country director Italy di Meta, che ha discusso circa l'importanza dell'intelligenza artificiale nel panorama aziendale odierno, evidenziando il suo impatto sulle società e sulla loro capacità di rimanere competitive. Il manager ha inoltre condiviso approfondimenti su come l'intelligenza artificiale stia trasformando il modo in cui le imprese operano online e offline. Inoltre, ha offerto uno sguardo al futuro dell'intelligenza artificiale, esplorando le ultime innovazioni di Meta che stanno per rivoluzionare le industrie. Dalla realtà mista ai dispositivi indossabili, Luca si è addentrato nelle tecnologie all'avanguardia che plasmeranno il prossimo decennio di tecnologia e-business. A chiudere i lavori, infine, le interviste con Alberto Racca, CEO di Miroglio Group & Trussardi, Ilaria Resta , CEO di Audemars Piguet, Jérôme Favier, Vice President & CEO di Damiani Group, Max Ferrari, Co-founder & Creative Director MC2 Saint Barth e Gianluigi Cimmino, CEO di Yamamay.

PAMBIANCO

Pambianco è una società di consulenza che assiste le aziende lifestyle nella impostazione e attuazione dei loro progetti di sviluppo. La società è stata costituita nel 1977 da Carlo Pambianco, dopo un'esperienza manageriale di alcuni anni presso importanti gruppi della moda. Da allora Pambianco lavora a fianco delle aziende e le segue nelle loro scelte più importanti. Interpreta le nuove esigenze dei mercati. Verifica le strategie, il posizionamento competitivo e le strutture organizzative. Segue i cambiamenti di cultura e di gestione delle aziende. Pianifica tempi e modi di attuazione dei loro progetti di sviluppo. La sede della società è a Milano, in Corso Matteotti 11, nel cuore della Moda, del Lusso e del Design.

Diego Nardin
Luba Manolova
Nicolas Bargi
Luca Colombo
Max Ferrari
Jerome Favier
Luca Cassina
Alberto Racca
Gianluigi Cimmino

BROS MANIFATTURE USA CORPORATION

A cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi Strategie di consolidamento e percorso di internazionalizzazione del brand

Intervista a Beatrice Beleggia

Pianegonda ha intrapreso un percorso di rinnovamento estetico sotto la sua guida. Quali sono state le principali sfide nel reinterpretare l'identità del marchio mantenendo la sua essenza originale? Pianegonda è un progetto che stiamo portando avanti con grande passione e dedizione. È importante sottolineare che questo percorso è reso possibile grazie alla visione e al prezioso supporto di mio padre, fondatore del gruppo Bros Manifatture, e di un team interno straordinario. La sfida più grande è stata quella di preservare il DNA del brand, reinterpretandolo in chiave contemporanea per una donna

moderna, audace e dalla forte personalità. Pianegonda si è sempre distinto per il suo design unico, e continuiamo a mantenerlo fedele alla sua essenza originaria, con coerenza.

La collaborazione con designer di fama internazionale ha portato a creazioni che uniscono tradizione e innovazione. Quanto sono importanti queste collaborazioni per l'identità e la crescita del brand?

Le collaborazioni sono importanti per Pianegonda, poiché ci permettono di veicolare i valori chiave del marchio lavorando con artisti che li condividono.

Pianegonda

Questi progetti aggiungono valore, creando una sinergia che ci consente di arricchire il nostro linguaggio espressivo, aggiungendo sfumature uniche che celebrano la creatività e l’eccellenza del design.

Pianegonda ha partecipato a eventi prestigiosi come il Festival di Venezia, evidenziando l’intersezione tra moda, arte e design. Come queste partecipazioni influenzano la percezione del marchio e quali benefici apportano alla strategia aziendale?

Abbiamo deciso di legarci al mondo del cinema perché rappresenta una forma d’arte e cultura, che raggiunge un pubblico internazionale. Partecipare a eventi del settore, come il Festival di Venezia, di Cannes e la Festa del cinema di Roma, ci consente di avere una presenza significativa, coltivando relazioni preziose e rafforzando la percezione di Pianegonda come marchio di gioielli di design.

Con una presenza crescente nei mercati esteri, quali strategie ha adottato Pianegonda per adattarsi alle diverse culture mantenendo al contempo una coerenza di brand?

All’estero stiamo crescendo ma c’è ancora tanto da fare, la nostra priorità è stata quella di riposizionarci in maniera concreta in Italia, il nostro mercato di riferimento, come dimostra anche l’apertura della prima boutique in Via Gesù, nel quadrilatero della moda. Da qui, stiamo espandendo la nostra presenza internazionale, con strategie mirate che rispettano le diverse culture, senza mai tradire l’identità del brand.

La digitalizzazione ha trasformato il modo in cui i brand interagiscono con i clienti. Come Pianegonda utilizza le piattaforme digitali per coinvolgere il pubblico e promuovere le sue collezioni?

Il digitale è essenziale per Pianegonda, poiché ci consente di dialogare direttamente con il consumatore finale. La forte identità del nostro brand richiede una comunicazione mirata, e le piattaforme digitali rappresentano per noi uno strumento imprescindibile per raccontare lo storytelling delle nostre collezioni in modo autentico.

Essendo parte di Bros Manifatture, come si bilancia l'autonomia creativa di Pianegonda con le sinergie offerte dal gruppo? Quali vantaggi derivano da questa appartenenza?

Pianegonda arricchisce l’offerta del gruppo Bros Manifatture, ma parla un linguaggio completamente diverso. Per garantire la sua autonomia creativa, come per tutti gli altri brand, abbiamo studi di design autonomi e distaccati, dove il brand può esprimere appieno il suo mondo fatto di design e innovazione. Per quanto concerne i vantaggi, l’appartenenza al gruppo offre una solidità strategica e operativa grazie all’esperienza consolidata di un’azienda storica nata nel 1979. La sinergia logistica e il knowhow condiviso rappresentano una base solida su cui costruire il futuro del brand, permettendo a Pianegonda di concentrarsi sull’innovazione e sullo sviluppo creativo.

Guardando al futuro, quale visione ha per Pianegonda? Quali sono gli obiettivi principali che vorrebbe raggiungere?

Il nostro obiettivo prioritario è rafforzare la nostra presenza nei mercati esteri, consolidando il posizionamento internazionale. Inoltre, puntiamo a diventare il punto di riferimento nel mondo del design per i gioielli, offrendo un’alternativa prestigiosa ai grandi brand del lusso.

Qual è il valore principale che guida Pianegonda e come viene trasmesso attraverso le sue creazioni?

Il design è il cuore pulsante di Pianegonda. Ogni nostro gioiello ha un’identità ben definita e trasmette i valori del brand in modo coerente: dirompente nella sua originalità, con un’eleganza senza tempo che celebra la self-expression, radicato nell’italian heritage, e al tempo stesso genderfluid e non convenzionale, riflettendo una visione unica e moderna. Questa coerenza è ciò che rende il marchio riconoscibile e autentico.

Per concludere con una nota personale, potrebbe condividere con noi due delle sue canzoni preferite dalla sua playlist di Spotify?

How Will I Know - Whitney Houston Like a Prayer - Madonna

Chiara Vinci indossa gioielli Pianegonda

ITALY MILAN FASHION & DESIGN ASSOCIATION

A cura di Christian Gaston Illan Un network di professionisti nel mondo della moda

IMFD nasce dalla commistione di interessi e personalità, apparentemente diversi tra loro ma che trovano il proprio fil-rouge nella promozione di attività culturali e della creatività che può declinarsi in diversi ambiti. Ciò che IMFD si propone però è di valorizzare queste discipline e le figure professionali che vi operano, creando valore e opportunità lavorative. Come? Mettendo in contatto queste figure professionali con le aziende o i privati che hanno bisogno di servizi negli ambiti della Moda, del Design.

Questa idea è nata dalla fervida mente di Helen Yang (Fondatore e Presidente) con

più di 20 anni di esperianza nel campo della moda e che attualmente lavora da Armani. Lo studio legale Yingke nato a Pechino e che conta oggi un network di 120 filiali in tutto il mondo affianca l’IMFD nel suo operato. Yingke fino ad oggi ha fornito servizi legali a più di 1.410.000 aziende sia in patria che all'estero. Da quest’anno è presente in Italia con una sua filiale. Ha avuto la sensazione che unire le proprie forze e creare un network composto da diverse figure professionali (designers, cantanti, artisti, avvocati, commercialisti, consulenti) avrebbe avuto un fortissimo impatto in un mercato globale, come quello

odierno, molto competitivo e nel quale la domanda e l’offerta sono ormai talmente aumentate da rendere difficile l’emersione dei veri talenti e spesso a pagare sono proprio le persone più meritevoli, che però non hanno un canale di accesso diretto ai clienti.

IMFD ha proprio come scopo quello di creare questo accesso “preferenziale” e selezionare le figure più adatte per introdurle alle aziende e ai privati, a seconda delle loro richieste e dei loro bisogni.

E come lo fa? “Costruendo piattaforme, offrendo opportunità, promuovendo scambi interprofessionali e interculturali, allo scopo di creare valore" per gli individui e le imprese che partecipano all’associazione. La nostra associazione, grazie anche al supporto di partners che forniscono servizi a clienti a livello globale, promuove anche il collegamento tra l’Italia e la Cina, creando un ponte tra questi due Paesi e favorendone le interazioni culturali ed economiche, organizzando, assistendo e promuovendo la cooperazione tra individui ed imprese operanti in entrambi i continenti.

Come nasce la Milano Fashion Design Association e qual è la sua missione principale?

L'idea nasce dopo vent'anni di esperienza nel mondo della moda in Italia, unita a una forte collaborazione con la Cina. L'obiettivo è creare un ponte tra i due Paesi, unendo le risorse italiane e cinesi, per far crescere la moda in entrambe le direzioni. Siamo tutti professionisti, italiani e cinesi, che vogliono portare avanti progetti di alta qualità.

Cosa rende unica la vostra associazione rispetto ad altre presenti nel settore della moda?

La nostra forza sta nel gruppo di professionisti che lavorano con noi. Senza unione, è difficile ottenere risultati duraturi. Organizziamo progetti completi, che vanno dal design alla promozione, coinvolgendo stilisti, modellisti, e tanto altro. Lavoriamo in sinergia per rilanciare non solo i marchi italiani in Cina, ma anche quelli cinesi in Italia.

Quali sono i progetti su cui state lavorando al momento?

Stiamo organizzando nuove collaborazioni, con un occhio particolare ai prossimi cinque anni. Abbiamo già schedulato vari progetti che prevedono l'unificazione di risorse e idee. Stiamo crescendo insieme e puntiamo a coinvolgere sia i grandi marchi che i brand più giovani e innovativi. L'idea è quella di creare una rete solida e di supporto reciproco.

Qual è l'importanza di questa collaborazione tra Italia e Cina nel mondo della moda?

È cruciale, perché le risorse presenti sia in Italia che in Cina possono davvero fare la differenza sul mercato. Il nostro lavoro si concentra non solo sui clienti, ma anche sulla protezione dei marchi, con un'attenzione particolare a brevetti e proprietà intellettuale. La nostra associazione offre un supporto completo alle aziende, anche dal punto di vista legale.

Come riesce la vostra associazione a supportare le aziende nella loro crescita?

Oltre a fornire servizi di design e promozione, il nostro team legale è a disposizione per proteggere e valorizzare i marchi con cui lavoriamo. Collaboriamo con studi legali di rilievo internazionale, come l'Inc., per assicurare che ogni brand possa espandersi in sicurezza sia in Italia che in Cina.

Quali sono i progetti futuri per la Milano Fashion Design Association?

L'idea è di continuare a unire le risorse e crescere insieme, organizzando eventi e collaborazioni. Siamo pronti a lanciare nuovi progetti già dall'anno prossimo, coinvolgendo sempre più professionisti sia italiani che cinesi. La nostra visione è quella di creare un vero e proprio ponte tra le due culture nel mondo della moda.

Potete parlarci un po' del vostro team e dei soci fondatori?

Certamente. Il nostro team è formato da professionisti altamente qualificati, provenienti sia dall'Italia che dalla Cina. Alcuni dei nostri vicepresidenti sono parte dell’Inc., un gruppo legale di fama mondiale, che garantisce la protezione e la crescita dei marchi con cui collaboriamo. Anche tra i soci fondatori ci sono figure di spicco del mondo della moda e del design.

Qual è la vostra visione per il futuro della moda tra Italia e Cina?

Vogliamo creare una rete sempre più forte tra Italia e Cina, sfruttando le risorse di entrambi i Paesi. La moda è un linguaggio universale, e crediamo che attraverso la collaborazione tra culture diverse si possano ottenere risultati straordinari. La nostra missione è unire queste forze per innovare e far crescere il settore, portando avanti progetti che rispettino le tradizioni, ma guardino anche al futuro.

L’ECCELLENZA DEL PESCE

NEL CUORE DI MILANO

Era il 1955 quando il mare è arrivato a Milano. In quell’anno, infatti, i fratelli Metalli, romagnoli, aprirono in via Taramelli il primo ristorante di pesce in città e lo chiamarono A’Riccione in omaggio alla loro terra d’origine. Un nome che ha scritto la storia dell’offerta gastronomica milanese, tanto da diventare un vero e proprio patrimonio cittadino rilevato all’inizio degli anni Duemila dai fratelli Dante e Giuseppe di Paolo che da subito hanno lavorato per preservarne la memoria, pur aggiornando la proposta nel rispetto dello spirito del locale. In continuità con quell’attenzione estrema alla qualità che aveva fatto di A’Riccione un indirizzo mitico, i due fratelli abruzzesi hanno sviluppato l’insegna con l’apertura, tra il 2008 e il 2021, prima di A’Riccione Bistrot (in via Procaccini) e poi A’Riccione Terrazza12 (in via Durini). Il 2024 vede la nascita di A’Riccione Santa Margherita, ristorante stagionale sulla spiaggia di una delle località più note e glamour della Riviera Ligure.

Sono i primi anni Ottanta quando Dante e Giuseppe di Paolo si trasferiscono dall’Abruzzo a Milano, seguendo un percorso di crescita professionale legato alla ristorazione, lungo il quale la città lombarda doveva essere solo una tappa. Giovanissimi e spinti da una grande passione e voglia di fare, dopo qualche esperienza i fratelli entrano nella famiglia di A’Riccione come camerieri e, crescendo all’interno del ristorante, hanno modo

di completare la loro formazione in un contesto prestigioso, instaurare rapporti di fiducia con una clientela d’eccellenza, raccogliendone le confidenze e arrivando a interpretarne umori ed esigenze. La sede storica di A’Riccione, infatti, si trova in via Taramelli, a due passi dalla Maggiolina, il quartiere dei giornalisti. Questa prossimità ha contribuito a rendere il ristorante un luogo di incontro frequentato da illustri rappresentanti del mondo dello spettacolo, della politica e della cultura, come Gianni Brera, Giorgio Bocca, Federico Fellini, i fratelli Missoni e molti altri. Celebre, in tal senso, il “Club del giovedì” fondato proprio da Brera, appuntamento fisso per discutere di sport, politica e attualità in un’atmosfera conviviale. Per i giovanissimi Dante e Giuseppe trovarsi proiettati in questa dimensione ha rappresentato un’eccezionale occasione di crescita, al punto che, quando la famiglia Metalli decise di lasciare l’attività, offrì loro la possibilità di subentrare alla guida del locale. E fu così che nei primi anni Duemila i fratelli di Paolo rilevano l’insegna con l’obiettivo di custodirne e tramandarne la memoria storica e, al tempo stesso, aggiornarne la proposta nel rispetto della sua anima originaria. “Milano doveva essere solo una tappa poi è diventata la nostra vita, la nostra città, la nostra fortuna” raccontano i fratelli di Paolo. “Quando siamo arrivati in città, i ristoranti buoni si contavano sulle dita di una mano e l’incontro con il mondo di A’Riccione è stato davvero per noi quello

decisivo non solo per l’ambiente, ma anche per le persone che hanno creduto in noi e che ci hanno permesso di arrivare dove siamo oggi”.

Nel 2008, infatti, l’apertura di A’Riccione Bistrot in via Procaccini, nato come ostricheria, che del ‘bistrot’ oggi ha mantenuto solo il nome, essendosi evoluto in un vero e proprio ristorante. Nel 2021 viene, invece, inaugurato A’Riccione Terrazza12, che occupa il nono e il decimo piano del building che da ottobre 2024 è diventato Palazzo Boggi affacciato su Piazza San Babila e con vista sullo skyline milanese.

Nel 2022, sempre spinti dal desiderio di preservare un’istituzione della gastronomia milanese, i fratelli di Paolo rilevano il ristorante

Da Berti dove propongono una cucina di terra che ha al centro la carne e la cucina meneghina tradizionale rivisitata con gusto moderno.

Il 2024 segna una nuova tappa nello sviluppo del brand A’Riccione che “approda” a Santa Margherita, una delle località di villeggiatura più esclusive della Riviera di Levante, con un ristorante stagionale sulla spiaggia.

Se la cucina firmata A’Riccione si è affermata fin dai primi anni di attività come un punto di riferimento nella scena gastronomica milanese, è principalmente grazie all’attenzione estrema da sempre riservata alla selezione delle materie prime, nello specifico del pescato, sempre freschissimo e di eccellente qualità. Un approccio che trova nei crudi la sua massima espressione. Un esempio è quello delle ostriche Select-Louët Feisser, una specialità che viene allevata e servita in esclusiva in tutti i locali del Gruppo con il marchio A’R.

L’individuazione del prodotto giusto, che rappresentasse appieno l’idea di eccellenza secondo i fratelli di Paolo, è arrivata dopo una lunga ricerca e grazie al coinvolgimento di I.WAI Food, noti selezionatori di prodotti di alta qualità con particolare riferimento al comparto ostriche. “L’incontro con Mr. Kian Louët Feisser e il suo prodotto allevato con tanti sacrifici e amore, è stato per noi un vero colpo di fulmine” raccontano. L'ostrica Select-Louët Feisser viene allevata nel nord-est dell’Irlanda, in un fiordo nella zona di Carlingford. L’area è tradizionalmente votata all’ostricoltura grazie alle favorevoli condizioni ambientali date dalla convergenza delle alte maree e delle fresche acque dei torrenti provenienti dalle catene montuose circondanti, Limestone Cooley e Mourne Mountains. Le ostriche crescono così in un ambiente ricco di elementi nutritivi che donano loro un sapore unico accompagnato da un aroma dolce che ricorda quelle delle capesante grazie al muscolo tensore particolarmente sviluppato.

C’è un filo conduttore che collega la cucina dei quattro ristoranti firmati A’Riccione (i tre milanesi e l’ultima apertura nel Golfo del Tigullio) che hanno una precisa identità: dal 2021 a definire una linea comune, assumendo il ruolo di Gastronomy Director del Gruppo, è lo chef Marco Fossati, Resident Chef di A’Riccione Terrazza12. Classe 1982, milanese, anche se cresciuto in Liguria,

quella per la cucina è una passione che coltiva sin dall’infanzia osservando ai fornelli la mamma e la nonna, entrambe ottime cuoche, leggendo i libri di cucina che gli venivano regalati e mettendo fin da piccolissimo le mani in pasta: “a sei anni ero l’addetto agli antipasti per i pranzi di famiglia e facevo già la sfoglia da solo”, racconta lo Chef. Una passione che si è concretizzata negli anni della formazione all’Istituto Alberghiero di Stresa e nelle prime esperienze lavorative, e affinata nel tempo grazie a una nutrita serie di esperienze di alto livello, dal Baglioni Hotel di Milano, passando per il Principe di Savoia con la Chef Paola Budel, poi in Rinascente con Filippo Gozzoli e la consulenza di Gualtiero Marchesi, al Belmond Hotel Splendido Portofino con Corrado Corti, al Bulgari Milano con Elio Sironi, sino alla Terrazza di via Palestro con Antonino Messina. Un percorso che si è arricchito anche di esperienze in ambiti diversi, come quella legata al mondo panificazione nel laboratorio di Princi; un interesse sviluppato

nel tempo grazie anche allo scambio continuo con maestri come Gabriele Bonci, Franco Pepe e Renato Bosco. Dopo una prima esperienza nella cucina di A’Riccione Bistrot durata due anni, seguita da esperienze diverse a Milano (Saigon e Shimokita, con Luca Guelfi) e in Costa Smeralda, l’approdo definitivo in A’Riccione Terrazza12 nel 2021 in società con i fratelli di Paolo. Fatto tesoro di tutte le esperienze maturate in venticinque anni di carriera, Fossati propone da A’Riccione una cucina che richiama la tradizione mediterranea, rileggendola in chiave contemporanea. Tra i capisaldi della sua filosofia la costante ricerca dell’umami, lavorando sul tema del sapore e dell’equilibrio, la scelta esclusiva di materie prime d’eccellenza secondo stagione, e l’assoluto rispetto dell’ingrediente, ponendo particolare attenzione all’utilizzo del prodotto in ogni sua parte, minimizzando gli scarti.

Cuore del progetto gastronomico è la tradizione mediterranea rivisitata, che nella

sua cucina Fossati contamina in maniera più spinta, mentre i Resident Chef di via Taramelli e del Bistrot di via Procaccini, rispettivamente Margarita Argueta e Mario Fabris, interpretano in maniera più classica, pur mantenendo alta l’attenzione verso l’innovazione. Una scelta legata anche al diverso target dei tre locali che vede una prevalenza di clienti storici per il locale di via Taramelli, una fascia d’età più giovane, seppur tendenzialmente abituale al Bistrot, e una frequentazione più legata al business e agli eventi per Terrazza12. Tra i piatti iconici che caratterizzano la proposta del Gruppo A’Riccione, seppur con variazioni e aggiornamenti, impossibile non citare la Carbonara di mare o la Cacio e pepe con gamberi crudi. Piatti ai quali i diversi Resident Chef conferiscono un tocco personale che li rende unici. Anche nello stile, le quattro sedi mostrano personalità differenti seppur accomunate da un’atmosfera di confortevole eleganza, decisamente classica per il locale storico di via Taramelli e più virata verso il design

contemporaneo in Terrazza12 e al Bistrot. A essere evocato, nei colori, nei materiali, nelle opere d’arte alle pareti, è il mare, come concetto prima ancora che come luogo fisico, con la sua atmosfera rilassata e quella speciale leggerezza di una giornata di vacanza. Nel locale di Santa Margherita, all’Oasi Al Mare Beach Club, la sala si apre verso il mare con una scenografica veranda affacciata sulla spiaggia, e il Chiringuito, con i suoi arredi candidi e le tende, esprime la quintessenza dell’estate.

Leggermente defilata rispetto alla movida del centro, a due passi dalla Maggiolina, lo storico quartiere dei giornalisti, ma anche da Porta Nuova, cuore nevralgico della Milano contemporanea, la sede storica A’Riccione di via Taramelli è un porto sicuro per una clientela affezionata e consolidata, che ne ama l’atmosfera composta ma rilassata e discretamente retrò, che torna almeno una volta a settimana per ordinare “il solito”, ma anche per lasciarsi stupire da una cucina che non lesina incursioni innovative, sempre nel rispetto della tradizione. Un ristorante che, per ogni nuovo cliente, diventa subito casa. Dal 2023 a guidare la cucina è la chef Margarita Argueta, salvadoregna di San Salvador, capitale dell’omonimo Stato centro-americano, arrivata in Italia nel 2006 ed entrata nel mondo di A’Riccione due anni dopo. “Nel mio Paese avevo fatto qualche esperienza come aiuto cuoca, ma è solo grazie all’incontro con i fratelli di Paolo che ho potuto crescere dal punto di vista professionale, arrivando a realizzare il mio sogno di diventare cuoca” commenta la chef; “fondamentale per me l’incontro con Marco Fossati, dal quale ho imparato davvero tanto, e la formazione continua a cui dedico tutto il mio tempo libero” conclude. Il percorso di Margarita è iniziato nel 2008 nella sede di via Procaccini, dove è rimasta per la maggior parte dei sedici anni trascorsi, per poi trasferirsi negli ultimi mesi in via Taramelli. La sua cucina è in linea con quella del Gruppo A’Riccione, le proposte in carta seguono le stagioni, con l’inserimento di specifici prodotti ittici anche per periodi più brevi, a seconda della disponibilità, come avviene per esempio per le moeche. Caratteristica specifica nella cucina di via Taramelli è la particolare attenzione alla tradizione, con una carta che dà spazio a grandi classici intramontabili come le Sogliole alla mugnaia. Non manca, tuttavia, l’innovazione, come l’introduzione di preparazioni a bassa temperatura o al vapore che alleggeriscono e rendono più contemporanee anche le portate più classiche. Ciò vale anche per quanto riguarda gli ingredienti e le varianti di gusto, con l’introduzione di proposte come il ceviche, tipico del Centro America. Un ruolo importante è giocato dai crudi, nei quali emerge in particolare l’attenzione estrema dei fratelli di Paolo e di tutto il team verso l’eccellenza e la freschezza, anche se “cavallo di battaglia” di Margarita restano i primi piatti. Immancabili in carta sono la Carbonara di mare, la Calamarata cacio e pepe, le Linguine all’astice, gli Spaghetti vongole e bottarga, vere pietre miliari della storia di A’Riccione, a cui però la chef conferisce il proprio tocco personale, rendendoli unici e ricercati. Molto amata anche la focaccia della quale vengono sfornate anche quindici teglie al giorno, e tutta la parte di pasticceria e biscotteria che viene prodotta internamente sempre sotto la guida di Margarita.

La brigata di cucina si compone di dieci persone, con dodici in sala, per un locale che, al massimo della capienza, può accogliere fino a centocinquanta ospiti nelle cene del fine settimana. Il team di via Taramelli è un gruppo coeso e affiatato che lavora insieme da tempo, come in una vera famiglia. L'armonia tra i componenti è palpabile e il merito, come sottolinea Margarita, va principalmente alla gestione attenta e rispettosa dei fratelli di Paolo. A’Riccione Bistrot viene inaugurato nel 2008 all’inizio di via Procaccini, nei pressi di una delle zone oggi più di tendenza e frequentate della città, via Paolo Sarpi. Il progetto iniziale era quello di un Oyster Bar, un locale pensato per valorizzare la pregiata produzione a marchio A’R assieme alle migliori proposte sul mercato. Nel giro di breve tempo, però, il locale ha vissuto una naturale evoluzione in un vero e proprio ristorante, che del bistrot mantiene oggi principalmente la peculiare atmosfera raccolta e più intima di quella delle altre due sedi. La proposta resta fortemente

orientata al crudo, con le ostriche che ricoprono il ruolo da protagoniste in carta. La gamma completa è composta da circa diciotto tipologie, a seconda della disponibilità di mercato, e viene proposta ai clienti in degustazioni verticali che ne esaltano ogni sfumatura con grandissima competenza, attenzione e ricerca. Molto apprezzati anche la selezione di crudi al naturale, di caviale o i piatti più elaborati come Tartare di tonno con la panna acida o Carpaccio di baccalà con maionese di rafano e Insalatina di spadone e pere. Responsabile della proposta gastronomica, da circa un anno, lo chef Mario Fabris cresciuto professionalmente nelle cucine di alcune delle più prestigiose strutture alberghiere della sua Milano, su tutte il Principe di Savoia e Palazzo Parigi, al fianco di Pierluigi Taglienti. Selezionate e preziose le esperienze internazionali, che sono state occasione per appassionarsi alla cucina di mare. Un percorso che oggi trova la sua massima espressione proprio nella cucina di A’Riccione Bistrot. Assodati i piatti iconici

del Gruppo, l’ispirazione mediterranea e l’andamento stagionale del menu, la ricerca dell’eccellenza qui vira in una direzione più contemporanea, portando in carta piatti come il Black Cod in crosta di tartufo con crema di topinambur o l’Orata in sarcofage avvolta nelle patate con insalata di puntarelle e pesto di salicornia. A dirigere la sala lo storico maître Vincenzo Mongiardo che insieme allo chef gestisce un team di undici persone, sei in cucina e cinque in sala. Sessanta i coperti interni, a cui si aggiungono i venti del nuovo dehors, per un locale aperto sia a pranzo sia a cena dal lunedì al sabato. L’ambiente è caratterizzato da un’eleganza sobria e discreta grazie ad arredi dal design essenziale.

Aperto nel 2021, A’Riccione Terrazza12 è un esclusivo rooftop restaurant affacciato sullo skyline milanese. La cucina, aperta sette giorni su sette sia a pranzo sia a cena, è guidata dallo chef Marco Fossati e spinge sulle contaminazioni, arricchendo la tradizione mediterranea con incursioni di

ingredienti e tecniche provenienti da tutto il mondo, Giappone, Vietnam e America Latina in testa. Ceviche, kefir, kombucha, ma anche le verdure fermentate o i limoni in salamoia del Marocco: elementi che entrano nei piatti senza imporsi, ma arricchendo anche le ricette più classiche di una spinta moderna e internazionale. La carta cambia quattro volte l’anno e la stagionalità degli ingredienti è il cardine attorno a cui viene pensato ogni nuovo piatto. A completare la proposta, una ricca cantina che ospita circa quattrocento etichette provenienti da tutta Italia con qualche proposta francese. A guidare l’ospite nella scelta e negli abbinamenti, la sommelier Marika Giacobbo. Per la parte dolce invece lo chef Marco Fossati si avvale della consulenza di un Pastry chef esterno. Terrazza12, però, non è solo ristorante. Il decimo e ultimo piano infatti ospita anche un lounge bar, sotto la direzione di Marco Romano. Il lounge bar apre le sue porte da mezzogiorno alle due di notte ed è perfetto per un pranzo o una cena con un menu dedicato, per un aperitivo con vista, una serata da trascorrere in un’atmosfera di classe, uno spuntino pomeridiano per un incontro di lavoro o un pasto leggero fuori orario, servizio molto apprezzato dalla clientela internazionale. Il lounge bar è il regno del bartender Jimmy Sakaj che elabora una vasta selezione di drink classici e innovativi, e collabora con lo chef Marco Fossati per creare pairing perfetti tra cocktail, finger food e small bites, ma anche con i piatti del ristorante. Per proporre un servizio così articolato, sette giorni su sette, A’Riccione Terrazza 12 può contare su una squadra composta da quindici persone in cucina e ventidue in sala, con un’età media di venticinque anni, e sulle competenze del Restaurant Manager Vito Rago.

Ultimo nato della famiglia, questo ristorante stagionale porta in una delle località più glamour della riviera ligure lo stile e la cucina che hanno conquistato i milanesi. Ai fratelli Dante e Giuseppe di Paolo, infatti, è stata affidata la gestione di tutta la parte ristorava dell’Oasi Al Mare Beach Club del Gruppo Ten. La proposta gastronomica è stata elaborata con la supervisione di Marco Fossati, Executive Chef di Terrazza12, Gastronomy Director del Gruppo e socio dei fratelli di Paolo in questa avventura. Per conquistare un pubblico esigente e raffinato, che nella bella stagione popola una delle località di villeggiatura più esclusive della Riviera di Levante, A’Riccione propone una carta essenziale che punta sui grandi classici.

Dalla colazione al pranzo, passando per l’aperitivo sino alla cena e oltre, gli ospiti potranno accomodarsi ai tavoli interni alla struttura, in un ambiente dall’eleganza rilassata e perfettamente in linea con lo stile A’Riccione; la sala, che si apre verso il mare con una scenografica veranda affacciata sulla spiaggia, ha un totale di novanta posti a sedere. Oppure, è possibile sedere ai tavoli esterni del Chiringuito, in un contesto che esprime la quintessenza dell’estate, con i suoi arredi candidi che richiamano la freschezza tipica dei locali pied dans l’eau. Anche nella parte esterna i coperti sono novanta, per un totale di cento ottanta posti a sedere complessivi. www.ariccionemilano.it

ALBERTO BERTONE, PRESIDENTE E AD ACQUA SANT'ANNA

Innovazione, sostenibilità ed espansione internazionale

A cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

Come è nata l'idea di fondare Acqua Sant'Anna? Quali sono state le motivazioni e le ispirazioni iniziali dietro la nascita della vostra azienda?

L'idea nasce negli anni '70, quando mio padre aveva in progetto di produrre l'acqua del Moncenisio. Poi non si trovarono possibilità in quel territorio, ma la visione di creare un'azienda d'acqua minerale rimase. Nel 1995 scoprimmo la qualità superiore dell’acqua che sgorga nelle valli che sovrastano Vinadio, nel cuore delle Alpi Marittime, in provincia di Cuneo. Io e mio padre Giuseppe ci recammo più volte sul posto, effettuano sopralluoghi, test, analisi. Fu così che decisi di diversificare il nostro business familiare, da costruttori a produttori d'acqua minerale, e così nacque Acqua Sant'Anna.

Avete avuto una crescita notevole negli ultimi anni. Quali sono stati i fattori chiave che hanno contribuito a questo successo? Abbiamo raggiunto volumi impressionanti, con una produzione annuale di oltre un miliardo e 600 milioni di bottiglie grazie alla continua iniezione di tecnologia e innovazione. Il nostro successo si deve però anche ad una serie di strategie, tra cui la pubblicità comparativa, l'adozione di nuovi formati di bottiglia e l'espansione nei mercati internazionali.

Potrebbe condividere alcuni dati chiave sulla produzione di Acqua Sant'Anna, come i volumi annuali e le capacità degli impianti? Quest'anno dovremmo produrre circa 1,6 miliardi di bottiglie. La capacità produttiva potrebbe raddoppiare ma si renderebbe necessario un ampliamento dello stabilimento e in alta montagna questo non è semplice. Lo stabilimento di Vinadio è fortemente robotizzato per garantire massima efficienza.

Quali sono le principali iniziative in tema di sostenibilità ed impatto ambientale che Acqua Sant'Anna ha implementato negli ultimi anni e quali risultati avete ottenuto?

Abbiamo iniziato a utilizzare il PLA, una plastica completamente vegetale priva di petrolio. Acqua Sant’Anna è stato il primo marchio al mondo a lanciare nel mass market una bottiglia di acqua minerale da 1,5 litri biodegradabile e compostabile, se conferita negli appositi siti di compostaggio industriale. Sebbene il mercato per questo materiale sia ancora limitato, continuiamo a investire in soluzioni innovative per ridurre l'impatto ambientale.

Tutta la nostra filosofia aziendale è orientata alla tutela dell’ambiente e delle risorse e si concretizza in numerose altre iniziative. Oltre il 50% della logistica per il trasporto dell'acqua

Alberto Bertone © foto Silvano Pupella

da Vinadio a tutta Italia avviene su rotaia: se in passato partiva un treno a settimana di Acqua Sant'Anna, oggi parte un treno al giorno. E ancora il magazzino di Vinadio e tutta la movimentazione delle merci sono gestiti da robot a guida laser elettrici e non a gasolio, quindi a inquinamento zero, e sono stati introdotti particolari robot fasciatori che permettono un risparmio di plastica consistente negli imballi; lo stabilimento è stato ristrutturato secondo scelte architettoniche ecocompatibili con l'ambiente, con materiali di legno e pietra; la pulizia di tutte le linee produttive attraverso il ghiaccio secco garantendo risultati di massima efficienza ed efficacia, in tempi ridotti e senza creare residui chimici e reflui; dal 2017 ad oggi sono entrati in funzione oltre 20 camion alimentati a LNG e oggi fa ancora un passo in avanti con il debutto di 100 nuovi camion a LNG Bio di ultima generazione, favorendo la decarbonizzazione dei trasporti.

Ci sono nuove tecnologie o pratiche innovative che Acqua Sant'Anna sta adottando per migliorare l'efficienza produttiva?

Acqua Sant’Anna Spa ha uno dei più grandi impianti produttivi al mondo: 16 linee di imbottigliamento (13 per l’acqua e 3 per le bevande). Le tre più recenti producono fino a 54 mila bottiglie ogni ora per il formato 1,5lt e 81.000 bottiglie/ora per il formato 0,5lt e sono in grado di lavorare tutti i formati dal mezzo litro ai due litri, un’impresa tecnologica davvero complessa, sviluppata ad hoc con il leader del settore.

A queste, si aggiungono tre linee in asettico dedicate alla produzione di bevande in bicchierino (una ha una capacità oraria di 40mila bicchierini) e una per la produzione in bottiglia. Gli investimenti recenti e in corso permettono alla capacità produttiva globale dello stabilimento di arrivare ad un potenziale di circa 3 miliardi di bottiglie/anno.

Cosa ha motivato l'acquisizione della Compagnie Des Pyrénées e come si integra questa nuova realtà con la strategia di Acqua Sant'Anna?

L'acquisizione è stata motivata dalla nostra volontà di crescere ulteriormente in Europa. La Compagnie Des Pyrénées ci consente di integrare nuovi prodotti, come bottiglie di alluminio e vetro, nella nostra offerta e di espandere la nostra presenza nel mercato francese.

Quali opportunità di mercato vedete in Francia e in Europa grazie all'acquisizione di Eau Neuve?

Eau Neuve continuerà a vendere i propri prodotti in Francia, mentre Acqua Sant'Anna si concentrerà sulla distribuzione in grande scala. Questa acquisizione ci permette di combinare il nostro approccio industriale con la loro produzione “sartoriale”.

Come intendete gestire e promuovere il marchio Eau Neuve in relazione a quello di Acqua Sant'Anna?

Intendiamo mantenere la distinzione tra i due marchi, con Eau Neuve che continuerà a servire il mercato francese e Acqua Sant'Anna che si espanderà nella grande distribuzione.

Acqua Sant'Anna ha in programma di collaborare con altre aziende o organizzazioni per migliorare le pratiche di sostenibilità?

Continuiamo a esplorare opportunità di collaborazione per implementare pratiche sempre più sostenibili sia in termini di packaging che di processi industriali.

Come Acqua Sant'Anna raccoglie e utilizza il feedback dei consumatori per migliorare i propri prodotti e servizi?

Utilizziamo l'intelligenza artificiale da diversi anni per raccogliere feedback dai nostri clienti. Questa tecnologia ci aiuta a comprendere meglio le loro esigenze e migliorare costantemente i nostri prodotti.

Ci sono nuovi prodotti o linee che Acqua Sant'Anna sta considerando di lanciare e come si allineano con la vostra filosofia di sostenibilità?

Continueremo a puntare sulla sostenibilità, rispondendo alla crescente attenzione verso l’ambiente. In termini di sviluppo di prodotto, avendo consolidato da anni la nostra leadership nel settore delle acque minerali, svilupperemo la gamma prodotto, come già fatto negli ultimi anni. Dapprima abbiamo puntato al settore del the freddo creando SanTHE’, con vero infuso di the in Acqua Sant’Anna nel formato bicchierino, più di recente abbiamo lanciato la gamma Fruity Touch, 3 delicate varianti di acque fruttate a basso contenuto calorico, e abbiamo debuttato nel canale beauty&wellness con la linea Sant’Anna Beauty costituita dalla prima bevanda al collagene addizionata con zinco, a cui si è aggiunta una nuova referenza, l’integratore alimentare con acido ialuronico e zinco. Ultimo prodotto lanciato è Sant’Anna PRO, bevanda con 15g di proteine + zinco in Acqua minerale naturale Sant’Anna, che risponde alla recente tendenza dell’high protein.

Qual è la vostra visione a lungo termine per Acqua Sant'Anna e come intendete posizionare l'azienda nei prossimi cinque anni? La nostra visione è quella di continuare a espandere la nostra quota di mercato sia in Italia che all'estero, con un forte focus su acquisizioni strategiche e investimenti in innovazione.

TIPORTO SBARCA A CANTÙ

Il food concept di successo, dedicato alla cucina di mare

A cura della Redazione

Dopo Monza, il nuovo food concept dedicato alla cucina di mare creato dal team visionario di Pane & Trita apre a Cantù e si prepara a conquistare gli amanti del pesce con l’approccio ludico e innovativo che caratterizza l’offerta del Gruppo.

Sull’onda (è proprio il caso di dirlo) del grande successo del locale di Monza, che da mesi registra il tutto esaurito e liste d’attesa per prenotare nel weekend, anche nel territorio comasco arriva la proposta fresca, innovativa e divertente di TIPORTO, il rivoluzionario food concept dedicato alla cucina di mare nato dalle menti creative e incontenibili di Pabel Ruggiero e Filippo Lo Forte che quasi dieci anni fa, insieme a Stefano Mandaradoni e Danilo Giaffreda, hanno dato vita a Pane & Trita. Un successo annunciato quello di TIPORTO, che in soli otto mesi è riuscito a conquistare il pubblico brianzolo (e non solo) grazie alla qualità del pescato, della proposta gastronomica, e allo stile innovativo e giocoso che da sempre caratterizza la filosofia del Gruppo.

La nuova apertura di TIPORTO si inserisce in un programma di sviluppo che nella strategia del Gruppo mira a replicare la case

history di Pane & Trita, oggi presente sul territorio lombardo (tra Milano, la provincia di Como e la Brianza) con sei locali, ognuno dei quali con una propria identità.

Aperto sette giorni su sette, sia a pranzo sia a cena, anche TIPORTO Cantù ricrea l’atmosfera vivace e colorata di un vero e proprio porto, con tanto di pescatori, camalli e banco del pescato fresco, resa ancor più coinvolgente da un’iniziativa unica nel suo genere pensata sì per divertire gli ospiti, ma anche e soprattutto per evitare inutili sprechi di cibo: una vera e propria asta del pesce che viene messa in scena ogni sera e consente agli ospiti di aggiudicarsi una serie di piatti a prezzi vantaggiosi, a patto di essere i più veloci. A segnare l’inizio della “sfida”, il suono di un campanaccio fatto vibrare con vigore da uno dei camerieri che sfoggiano look in perfetto stile portuale nordico, con tanto di berretto di lana.

Il menu spazia dai crudi freschissimi, ai classici primi piatti della tradizione realizzati con pasta di grano 100% italiano trafilata al bronzo e crostacei, mitili o polpo; dai secondi piatti con diverse cotture del pesce (griglia, padella o brace), all’immancabile fritto

misto che da TIPORTO viene servito al metro o mezzo metro e che a Monza in otto mesi ha “percorso” 20 km .

E infine panini a base di pesce e pizze in perfetto stile marinaro da gustare sorseggiando un bicchiere di birra Ichnusa, beer partner ufficiale del brand.

Nella grande sala conviviale reti da pesca appese alle pareti, sacchi di iuta, insegne luminose e vecchie scatole di metallo, pavimenti in legno e maiolica, colonne rivestite in ceramica, tavoli che richiamano il legno delle barche e container industriali giocano con l’immaginario collettivo, evocando sia le tipiche pescherie di una volta, sia i più veraci banchi dei mercati del pesce. Per chi desidera vivere esperienze più intime c’è Tiporto Secret, una zona privé con menu dedicato dove assaporare il gusto esclusivo della secret room.

TIPORTO Cantù si articola su uno spazio di 500 mq complessivi per un totale di duecentoquaranta coperti (centottanta all’interno e sessanta nel dehors).

LANGOSTERIA: OLTRE 15 ANNI DI SUCCESSI

CON ENRICO BUONOCORE

A cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi Non solo eccellenza nella ristorazione, ma anche filosofia e stile di vita

Qual è stata la motivazione principale che l'ha spinta a fondare Langosteria e quali valori fondamentali ha cercato di trasmettere nel brand?

Non avevo l'intenzione iniziale di diventare un imprenditore, ma sono sempre stato affascinato dalla vita notturna milanese e desideroso di lavorare in questo ambiente. Il mio primo passo è stato aprire il “Caffè Savona”, che in breve tempo è diventato un punto di riferimento nel quartiere, anche grazie ai manicaretti fatti in casa da mia madre.

La mia motivazione per fondare Langosteria è nata dal desiderio di creare un ristorante di pesce più contemporaneo rispetto a quello che c’era nel mercato, includendo i plateaux con frutti di mare, richiamando l'atmosfera intima e conviviale dei bistrot francesi, offrendo allo stesso tempo una cucina di altissima qualità.

Il primo è stato Langosteria a Via Savona 10, aperto nel marzo del 2007. Si è sin da subito distinto per l’estrema qualità e freschezza delle materie prime. Ma la

Enrico Buonocore, Fondatore e CEO Langosteria Holding

cucina non è il solo punto di forza del ristorante, un servizio accurato accompagna la clientela in un’esperienza unica con un’atmosfera intima, ma al tempo stesso vivace e piena di ritmo.

Può condividere alcuni numeri chiave che riflettono la crescita di Langosteria negli ultimi anni, come il fatturato o il numero di ristoranti aperti?

Nel 2012 apre Langosteria Bistrot, in Via Privata Bobbio a pochi passi da Langosteria.

Nel marzo 2016 ho aperto il Langosteria Café, la prima location nel cuore della città, dove viene proposto un nuovo progetto con un’impronta più internazionale.

A fine maggio 2017 si apre un nuovo scenario con Langosteria Paraggi, una terrazza pieds dans l’eau nella splendida baia tra Santa Margherita Ligure e Portofino. All’interno dei Bagni Fiore, che rappresentano sin dal 1927 la perfetta sintesi della tradizione balneare di lusso made in Italy, viene proposta un’offerta completamente nuova portando il ritmo e lo stile di Milano in riva al mare.

Nel 2021 nasce il primo Langosteria fuori dall’Italia, un nuovo importante traguardo per il Gruppo che ha aperto a Parigi in collaborazione con Cheval Blanc Paris. Affacciato sulla Senna, il ristorante è al settimo piano dell’Hotel con una vista panoramica che abbraccia tutta la città. Questo è stato l'inizio di un percorso che punta a posizionare il brand in location strategiche a livello globale.

A fine dicembre 2021 apre Langosteria Cucina, in Via Savona 10 affianco a Langosteria dove tutto è iniziato. È stato creato dalla mia idea di accogliere i clienti come a casa proponendo ogni sera un percorso gastronomico unico, scelto dal cliente tramite la carta del ristorante, curata e firmata dallo Chef Denis Pedron. L’esperienza ha nella condivisione il suo elemento caratterizzante con piatti della tradizione di Langosteria che si alterneranno a continue novità.

Nel gennaio 2023 Langosteria apre la sua seconda location all’estero con un nuovo ristorante a St Moritz, in Svizzera. Prima location del Gruppo ad alta quota, aggiungendo all’offerta una destinazione leisure in montagna.

Il fatturato nel 2023 del gruppo è stato di 55 M€.

Oggi abbiamo sette location, quattro a Milano, una a Parigi al settimo piano dell’hotel Cheval Blanc Paris e due destinazioni stagionali: Paraggi e St Moritz.

Quali sfide ha affrontato nella gestione e nell'espansione del marchio Langosteria e come le ha superate?

Ho affrontato diverse sfide, soprattutto legate al mantenere alta la qualità mentre il brand cresceva rapidamente. Quando siamo partiti con il primo ristorante a Milano nel 2007, avevo già chiaro che l’eccellenza dovesse essere il nostro tratto distintivo, ma man mano che abbiamo aperto nuove location, è stato fondamentale capire come farlo e mantenere questa coerenza su scala più ampia.

Un elemento importante è la gestione del personale, una

Langosteria Via Savona 10, Milano
Langosteria Via Savona 10, Milano
Langosteria Via Savona 10, Milano

risorsa chiave per garantire l’esperienza che i clienti si aspettano. Ho imparato che è essenziale creare un clima familiare e sostenibile, bilanciando vita lavorativa e privata, perché solo con un team motivato si possono superare le sfide quotidiane. In un settore come quello della ristorazione, la competizione è sempre alta e l’attenzione al dettaglio deve essere costante.

Inoltre, abbiamo dovuto scalare il brand senza perdere l’essenza che ci ha reso

unici. Ad ogni nuova apertura, sia in Italia che all’estero, abbiamo mantenuto la nostra identità, scegliendo location strategiche e squadre di persone che permettessero al marchio di esprimere il suo valore. Crescere rimanendo fedeli alle origini non è facile, ma è stata la chiave per il nostro successo.

Come si differenzia Langosteria dai suoi concorrenti nel settore della ristorazione di alta qualità?

La mia filosofia si fonda su alcuni principi fondamentali: rigore, qualità altissima, molta sostanza e poco spazio per le formalità. Langosteria si distingue per l’attenzione estrema alla qualità della materia prima e per l’abilità di fondere la tradizione culinaria con un approccio contemporaneo, senza mai complicare le ricette. Puntiamo a un'esperienza raffinata che celebra l’eccellenza dei sapori autentici del mare, con ingredienti selezionati dai migliori fornitori a livello globale.

Langosteria è uno stile di vita, un ritmo che si riflette sia in cucina che nel servizio. È la capacità di offrire un ambiente elegante ma informale, dove il benessere del cliente è sempre al centro. Non ci fermiamo mai: ci miglioriamo costantemente, cercando nuove ispirazioni per garantire un’esperienza riconoscibile e indimenticabile, che permette ai nostri clienti di tornare più volte senza mai stancarsi.

Oggi, Langosteria non è solo un ristorante: è un punto di riferimento che riesce a creare un equilibrio tra autenticità e innovazione, mantenendo sempre

Langosteria Paraggi
Langosteria St. Moritz

l’eccellenza e una cura maniacale per i dettagli.

Quali sono i progetti futuri per Langosteria? Ci sono piani per l'apertura di nuovi locali o l'espansione in mercati internazionali?

Il percorso di internazionalizzazione del brand continua. Le prossime aperture previste sono a Londra nel 2025, Porto Cervo nel 2026 seguita poi da Miami.

Il mio sogno adesso è quello di diventare il brand più importante della ristorazione mondiale.

In che modo Langosteria si sta adattando alle tendenze attuali del mercato, come la sostenibilità e l'uso di ingredienti locali?

Siamo sempre attenti alle tendenze del mercato e alle esigenze dei nostri clienti, ma restiamo fedeli ai nostri principi di qualità e autenticità.

Per noi, sostenibilità significa garantire che ogni ingrediente che utilizziamo sia della massima qualità e, quando possibile, selezionato da fornitori che rispettano pratiche sostenibili.

Qual è l'importanza della formazione e dello sviluppo del personale all'interno di Langosteria?

L’organizzazione manageriale è fondamentale; abbiamo costruito una squadra affiatata e competente per sostenere la nostra crescita. Fondamentale è anche la trasmissione delle competenze all’interno del team.

Questo ci permette di affrontare sfide complesse, mantenendo l’efficienza e focalizzandoci sulle esigenze dei nostri clienti, che sono sempre al centro del nostro lavoro.

Investire nella formazione e nel benessere dei dipendenti ripaga sempre.

Come gestisce l'innovazione nel menu e quali sono i fattori che influenzano le scelte culinarie del ristorante?

Osserviamo attentamente le preferenze dei clienti e ci basiamo sui loro gusti.

Inoltre, monitoriamo attentamente le nuove tendenze internazionali, che adattiamo al nostro stile unico senza mai snaturare l’essenza di Langosteria, mantenendo sempre saldi i principi fondamentali che ci hanno permesso di arrivare dove siamo oggi. Offriamo anche specialità del giorno, basate sulla disponibilità di prodotti freschi dai nostri fornitori, garantendo sempre la massima qualità e freschezza.

In un settore in continua evoluzione come quello della ristorazione, quali strategie adotta per mantenere Langosteria al passo con i cambiamenti?

In un settore come quello della ristorazione, che è in costante evoluzione, la strategia per mantenere Langosteria al passo con i cambiamenti si basa su alcuni pilastri fondamentali. Prima di tutto, siamo sempre fedeli alla nostra identità. Nonostante l'espansione e la crescita del brand, rimaniamo legati ai nostri valori e alla qualità che ci contraddistinguono. Non sacrifichiamo mai l'eccellenza: questo significa una ricerca costante delle

Linguine con bottarga di tonno e crudo di scampi al lime
Carpaccio di tonno con melanzane affumicate, pomodoro candito e basilico

migliori materie prime e un’attenzione estrema ai dettagli. In secondo luogo, puntiamo molto sull’innovazione. Langosteria è in continua evoluzione, e siamo sempre pronti a sperimentare nuove idee, senza mai perdere di vista le nostre radici.

Infine, quali consigli darebbe a chi desidera intraprendere una carriera nel settore della ristorazione, basandosi sulla sua esperienza?

Il mio consiglio principale è di non cercare scorciatoie: il successo nella ristorazione si basa su un lavoro costante, duro e dedicato. Ho sempre puntato sull'eccellenza e sulla qualità, perché è ciò che distingue un ristorante e fidelizza i clienti. Il settore richiede anche una grande capacità di adattamento e innovazione. Non ci si può permettere di essere statici; bisogna sempre cercare nuovi modi per migliorare e offrire un'esperienza memorabile. Come già detto, un altro aspetto fondamentale è la squadra; è essenziale circondarsi di persone competenti e appassionate, costruendo un ambiente di lavoro in cui il benessere del team è prioritario.

Classica domanda di rito: 5 brani della sua playlist di Spotify Liberatemi - Biagio Antonacci

Falling Up - Pharrell Williams

Bohemian Rhapsody - Queen

A sky full of stars - Coldplay

Tout Oublier - Angèle

King Crab “alla catalana” Special Edition 2007
Orecchiette, crema di fave e frutti di mare
Langosteria Parigi
Sogliola di Dover a modo mio con crema di sedano rapa e rafano
Pappa al pomodoro e vongole
Tonno Rosso Mackintosh alla brace con cipollotto candito e salsa al Porto
Tartare di scampi con foie gras e riduzione di Sauternes

CA’ DEL BOSCO E LA FRANCIACORTA

A cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi Dalla sua nascita ai progetti in cantiere e alle ultime sfide Intervista a Maurizio Zanella Founder and Chairman

Può raccontarci di come è nata la sua passione per il mondo del vino? Quando ha deciso di fondare Ca’ del Bosco e quali sono state le motivazioni principali dietro questa scelta?

Ca’ del Bosco nasce come casa di campagna della mia famiglia, negli anni ’60. Inizialmente abbiamo piantato un vigneto quasi per gioco, poi – dopo un mio viaggio in Francia per visitare le più

importanti caves – è arrivata l’idea di fare qualcosa di più grande, di approfondire l’argomento enologico e di tentare – per l’epoca – l’impossibile: creare una cantina d’eccellenza in Franciacorta. Io ero poco più che adolescente. Viaggiare, studiare, informarsi, essere curiosi: questo è quello che mi ha spinto fino a dove sono oggi. Il segreto, se così si può dire, sono i valori che ci contraddistinguono da sempre: la

Maurizio Zanella, Founder and Chairman - Photo © Tom Hyland

passione per la terra e la vigna, il rispetto per il territorio, il lavoro e la fatica, le persone che hanno reso Ca’ del Bosco quello che è oggi. Ad oggi Ca’ del Bosco ha raggiunto traguardi molto importanti, così come la Franciacorta. Ma c’è ancora molto da fare, siamo praticamente agli inizi della nostra storia.

Quali sono i numeri chiave dell’azienda, come la produzione annuale o il numero di ettari vitati?

Ogni anno la vendemmia ci regala risultati diversi; pertanto, preferiamo non fornire il numero di bottiglie prodotte ogni anno in quanto si tratta di un numero fluttuante. Quanto agli ettari, siamo a oltre 280, tutti condotti secondo la viticoltura biologica.

Ci sono progetti futuri in cantiere per l’ampliamento o l’innovazione della cantina?

In Ca’ del Bosco non siamo mai fermi, pensiamo sempre a come migliorarci e metterci in gioco. Da poco abbiamo raggiunto un traguardo molto importante ovvero il completamento della superficie vitata prestabilita e i lavori in cantina. Questo per noi rappresenta un nuovo inizio, siamo riusciti a coronare un sogno nato oltre 50 anni fa e che ora ci permetterà di dedicarci ad una nuova fase della nostra azienda. Restate sintonizzati per conoscere le novità!

Quali iniziative di marketing ha trovato più efficaci nel promuovere i vini di Ca’ del Bosco?

Ho sempre ritenuto che il passaparola fosse la miglior pubblicità in assoluto, a discapito della tradizionale pubblicità a pagamento, che non abbiamo mai fatto. Non facciamo marketing nel vero senso della parola: nessuna ricerca di mercato per poi assecondare il consumatore. Facciamo ciò che sappiamo fare meglio – il vinoconfidando che il pubblico apprezzi le nostre scelte. E fino ad ora ha funzionato!

Abbiamo visto che è un grande appassionato d’arte. Qual è l’ispirazione dietro il premio scultura Ca’ del Bosco e come si è evoluto nel corso degli anni? In

che modo la scultura e l’arte in generale influenzano la filosofia aziendale di Ca’ del Bosco?

Ho sempre creduto nell’arte, nella scultura in particolare, intesa come narrazione della componente spirituale dei nostri vini. Anziché limitarmi a collezionare opere d’arte, ho convinto gli artisti a venire qui in Ca’ del Bosco per realizzare opere site specific in modo da porre l’arte in dialogo con la natura e il nostro straordinario territorio.

La mia preferenza nei confronti della scultura è favorita dal luogo che ben si adatta, per il meraviglioso paesaggio, alla collocazione di opere d’arte. Ma soprattutto nasce dalla similitudine tra il vino, prodotto tridimensionale che coinvolge la vista, l’olfatto e la bocca, e la scultura, che stimola l’occhio e coinvolge i sensi.

Il Premio Scultura Ca’ del Bosco, alla sua prima edizione, è riservato alle grandi sculture da esterni realizzate da artisti italiani under 40. Il riconoscimento nasce con un doppio intento. Il primo è rafforzare e rendere indelebile il forte legame che esiste fra l’Arte e Ca’ del Bosco, una delle realtà enologiche eccellenti in Franciacorta e protagonista del rinascimento enologico italiano. Il secondo deriva dalla volontà di rendere istituzionale il forte rapporto già esistente con un’azione di mecenatismo in grado di rafforzarlo con le infinite capacità e possibilità immaginative della nuova generazione artistica.

Qual è la filosofia aziendale quando si

tratta di sostenibilità e pratiche agricole responsabili?

Il nostro patrimonio è rappresentato dalle nostre terre. Essere cultori della vigna significa ricreare le migliori condizioni possibili per poter estrarre solo il meglio dai diversi suoli e valorizzare ciò che li rende unici. Significa proteggere tutti gli elementi che concorrono alla formazione di un habitat naturale il cui equilibrio è fondamentale per sviluppare la vita. Significa averne cura.

In termini concreti parliamo di un patrimonio di oltre 450 ettari di terreni coltivati e curati direttamente, di cui circa 281 ettari sono rappresentati dai vigneti condotti in biologico da diversi anni (i primi test risalgono a fine anni ’80) e dal 2011 certificati, a cui si aggiungono un’importante superficie a bosco di circa 112 ettari distribuiti in prossimità delle vigne, 54 ettari tra prati, pascoli, seminativi, fasce boscate e alberate e 4,5 ettari di oliveti. La presenza di diverse colture favorisce un ambiente ricco di piante selvatiche spontanee, un ecosistema particolare in grado di ospitare molteplici forme di vita fondamentali per il benessere del nostro territorio. Per noi la coltivazione in biologico significa prima di tutto il rispetto per l’ambiente e per i nostri suoli, è il nostro modo di ricambiare la natura per ciò che ci ha donato.

In che modo Ca’ del Bosco si sta adattando alle sfide legate ai cambiamenti climatici? Il clima sta cambiando ed è innegabile. Noi

ci stiamo attrezzando cercando vigneti in altura, per esempio.

Quali tecniche di produzione utilizza per garantire la qualità dei vini?

Il nostro intero Metodo Ca’ del Bosco è stato pensato per raggiungere la massima qualità unita alla massima attenzione per il territorio.

Coltivare in regime biologico una superficie di oltre 280 ettari di vigna, a questa latitudine, comporta molti sacrifici. Ogni anno è una nuova sfida ma al contempo ogni vendemmia diventa una nuova esperienza che va ad accrescere quel bagaglio di conoscenze necessarie per ricercare l’eccellenza nei nostri vini.

La scelta della viticoltura biologica è una scelta di responsabilità, anche etica, che ci vede coinvolti in prima linea. È una conseguenza logica, si potrebbe dire necessaria: rappresenta la concretizzazione di un’idea che va oltre la pratica viticola. Oggi questa decisione abbraccia una filosofia più ampia, che arriva in cantina e lì, grazie all’introduzione di processi esclusivi, prende una nuova forma, un “metodo di fare vino” che ha permesso ai nostri vini di avere una vera e propria identità.

Negli anni infatti abbiamo appreso che la decisione di adottare un protocollo biologico certificato in vigna non poteva prescindere da un’altra operazione strettamente legata al nostro metodo,

ovvero il lavaggio dell’uva, la nostra “Spa del Grappolo”. Un esclusivo sistema di lavaggio e asciugatura delle uve, operativo dalla vendemmia 2008 e perfezionato negli anni a seguire, con l’obiettivo di eliminare dal grappolo microrganismi indesiderati, polveri sottili e residui dei trattamenti in vigna, per esaltare il potenziale delle nostre uve, dei nostri suoli. Avere eliminato questi residui presenti sul grappolo ci consente di vinificare mosti non defecati, torbidi, con tutta la polpa dell’acino, fonte preziosa di aroma del frutto. Tutto ciò esalta inoltre il metabolismo dei lieviti durante la fermentazione alcolica. Otteniamo vini senza difetti di riduzione (note vegetali o solfuree). Vini più intensi in aroma dell’uva, del frutto, vini più minerali, più agrumati e floreali ed anche più naturali. Ca’ del Bosco ha così ottenuto l’esaltazione del carattere delle proprie uve, dei suoli che conduce. Abbiamo rafforzato la purezza, l’integrità e la salubrità dei nostri vini. Otteniamo dal 2008 vini più fragranti, più eleganti ed espressivi: vini di stile, riconoscibili.

La conduzione biologica unita al lavaggio dell’uva rappresentano dunque le fondamenta del metodo di vinificazione di Ca’ del Bosco: un binomio vincente poiché da un lato riusciamo a garantire il rispetto per la terra, limitando il più possibile il nostro impatto da viticoltori, e dall’altro siamo in grado di vinificare in modo più pulito, più puro, esaltando l’espressività delle nostre uve e dei nostri suoli.

Due scelte che esprimono la nostra Arte di fare vino e che hanno a cuore il territorio e il piacere di bere sano.

Quali sono le varietà di vino che considera le più rappresentative di Ca’ del Bosco e perché?

Lo Chardonnay è il vitigno per eccellenza della Franciacorta per la produzione del Franciacorta. Tuttavia, pur trattandosi di una varietà più complicata da gestire, abbiamo a cuore anche il Pinot Nero, un vitigno che dà carattere ai nostri Franciacorta.

Può condividere qualche aneddoto interessante o memorabile dalla sua carriera nel settore vinicolo?

Direi che il primo aneddoto significativo della storia di Ca’ del Bosco riguarda il viaggio in pullman con destinazione Francia quando ero un adolescente.

Primi anni ’70. La famiglia Zanella entra a far parte dei viticoltori lombardi che vengono invitati a partecipare a un viaggio di formazione organizzato dalla Regione Lombardia alla scoperta di importanti maison e cantine francesi con visita finale di due giorni a Parigi Partecipo io grazie all’appoggio inconsapevole di mia mamma: naturalmente l’unica cosa che mi interessava era saltare qualche giorno di scuola. Una volta a bordo sono drammaticamente il più giovane dei compagni di viaggio, da loro mi separano anche cinquanta o sessant’anni. Divento subito la mascotte del gruppo. Oggettivamente non faccio troppo caso alle parole di quegli anziani industriali del vino che denigrano quella viticoltura francese ancora così improntata sulla tradizione. La prima cantina che visito in vita mia, in Borgogna, è - per puro caso - Domaine de la Romanée-Conti, un mito dell'enologia mondiale

Photo © Mattia Aquila

dalla storia secolare: pochi ettari di vigneto che portano alla produzione di uno dei vini più celebrati e anche più costosi del pianeta (per info nel 2018 una bottiglia di Romanée-Conti del 1945 è stata battuta all'asta da Sotheby's a New York per oltre mezzo milione di dollari!). Il mio gruppo non sembra apprezzare. Tutti, tranne me. In Borgogna, per esempio, ancora si usava il cavallo invece del trattore, ma le bottiglie avevano già prezzi stratosferici, tanto che nessuno azzarda l’acquisto. L'unico a comprare tre bottiglie sono io, non solo finendo tutti i soldi che mia madre mi aveva dato per il viaggio, ma indebitandomi di alcuni franchi. Quel viaggio, forse non da subito, ma sicuramente negli anni successivi, mi ha mostrato la strada da seguire, lontana anni luce da quella percorsa dai vignaioli anziani che erano con me, ma illuminata da grandi intuizioni che hanno permesso la realizzazione di un grande sogno e di una nuova storia.

Come vede l’evoluzione del mercato del vino in Italia e a livello internazionale nei prossimi anni?

Non possiamo negare che le difficoltà economiche e geopolitiche attuali frenano i consumi e tempo lo faranno ancora per qualche tempo. Inoltre, la crescita del consumo delle bevande alternative al vino, soprattutto tra i più giovani, rappresenta un’altra minaccia. Pertanto, direi che dobbiamo stare in allerta!

Ultima domanda di rito: 5 brani della sua Playlist Spotify

Imagine di John Lennon

Let it be remastered

La casa in riva al mare di Lucio Dalla I giardini di marzo di Lucio Battisti

Enjoy the silence dei Depeche Mode

Cuvée Prestige Immersion - Photo © Mattia Aquila
Photo © Giuseppe La Spada
Photo © Mattia Aquila
Egg Concept, Spirito Costa
Water in dripping, Zheng Lu - Photo © Massimo Listri

SIMEI BRINDA AL SUCCESSO

Un’annata speciale per il Salone internazionale delle macchine per enologia

A cura della Redazione

Chiude con 33mila visitatori la 30^ edizione di Simei, il Salone internazionale leader mondiale per il settore delle macchine per enologia e imbottigliamento di Unione italiana vini in programma da martedì a Fiera Milano Rho. Il dato, che segna +10% di presenze sul 2022, si aggiunge al “tutto esaurito” lato espositori (a quota 578 aziende), in crescita del 20% sulla scorsa edizione.

Per il segretario generale di Unione italiana vini, Paolo Castelletti: “Simei si conferma il Salone dell’innovazione, il punto di incontro tra un’offerta e una domanda altamente specializzata, capace di soddisfare le esigenze e attrarre gli interessi di buyer nazionali ed esteri. Puntiamo a offrire nel 2026 un Simei ancora più completo grazie alla partnership con Ipack Ima e il loro marchio Bevertech e al potenziamento di Distillo”.

Oltre alle premiazioni dell’“Innovation Challenge Lucio Mastroberardino”, Simei 2024 ha infatti ospitato la terza edizione di Distillo, ma anche la prima edizione di Beer Forum, gli “stati generali” della birra in Italia, “L’Oleoteca di Olio Officina”, ed Enovitis Business, appuntamento “indoor” dedicato alle tecnologie per la coltivazione del vigneto.

In occasione della sua 30^ edizione, Simei ha inoltre premiato le – altrettanto storiche – otto aziende che hanno partecipato

al Salone fin dalla sua prima edizione, nel 1963: Cavagnino & Gatti spa, Dal Cin Gildo spa, Enoplastic (Crealis), Garbellotto spa, Gruppo Bertolaso spa, Maselli Misure spa, TMCI Padovan spa e Zambelli Enotech srl. A Gai Macchine spa è andato invece il Prestige Award.

Missione conclusa con la degustazione curata dal Master of Wine

Andrea Lonardi anche per una selezione di buyer e giornalisti americani e francesi, che ha visto al banco d’assaggio otto vini

iconici tricolori. Complessivamente l’azione di incoming con Agenzia Ice ha portato a Simei 350 operatori specializzati esteri provenienti da 32 Paesi.

“VALORE UMANO NELLE AZIENDE”

BOSCH TEC E BEESNESS INSIEME PER IL

A cura della Redazione Spunti e riflessioni in un prestigioso talk nel cuore di Milano

Foto credits © Pentaprisma di Niccolò De Giorgio

Il 19 novembre 2024, presso l’Auditorium Bosch di Milano, si è svolto l’evento “Il Valore Umano nelle Aziende”, un talk che ha riunito professionisti ed esperti per riflettere sul capitale umano come risorsa strategica fondamentale nel mondo aziendale.

Organizzato da Bosch Tec e Beesness Magazine, l’incontro è stato moderato da Roberto Zecchino, Deputy General Manager Bosch Italy & Corporate Vice President Human Resources Bosch, e da Christian Gaston Illan, imprenditore e socio di Beesness Magazine. L’evento ha visto la partecipazione di prestigiosi relatori: Beatrice Beleggia, CEO Bros Manifatture Corporation USA; Antonio De Matteis, CEO di Kiton; Alberto Arrighi, Direttore Relazioni Esterne e Affari Istituzionali di QC Terme; Elisa Mondelli, co-fondatrice e Head of Business Excellence di The Longevity Suite; Marco Scossa, Direttore Risorse Umane di Acqua Sant’Anna; Vittorio Zingales, CEO di XMetaReal; Valentina Castellani, Head of Sales di Fattore Italia; Alejandro Mazza, Educational e Advocacy

Manager di Pernod Ricard. L’incontro, che ha registrato un grande successo con una sala gremita di invitati e professionisti del settore, ha affrontato temi chiave legati al valore umano nelle aziende. Gli interventi hanno messo in luce come il benessere dei dipendenti, la leadership empatica e l’integrazione tra competenze umane e tecnologia siano strumenti fondamentali per costruire organizzazioni resilienti e innovative.

Sono stati messi in evidenza diversi aspetti fondamentali, tra cui:

• la valorizzazione del capitale umano come risorsa indispensabile per il successo aziendale;

• l’importanza di strategie aziendali che favoriscano la crescita personale e professionale;

• l’equilibrio tra tecnologia e intelligenza umana come base per affrontare le sfide del futuro.

L’evento si è chiuso con una riflessione condivisa: “Il futuro delle aziende si costruisce attraverso le persone”, un messaggio che ribadisce la centralità del capitale umano per affrontare un mercato in costante evoluzione.

Qual è stata l'ispirazione iniziale che l'ha portato a creare The Longevity Suite?

THE LONGEVITY SUITE

L’experience di lusso per migliorare la qualità della vita

Intervista a Luigi Caterino

A cura di Christian Gaston Illan e Luca Sardi

La visione iniziale è stata sin dall’inizio quella di creare un brand, ecosistema, uno stile di vita che integrasse in modo sinergico tutte le abitudini, comportamenti, tecnologie, scoperte scientifiche che possono migliorare in modo significativo la qualità della nostra salute e quindi della nostra vita. Un mondo dove coesistono in perfetto equilibrio ricerca scientifica e customer experience di lusso, la tecnologia con l’ispirazione olistica, innovazione e tradizione. Abbiamo avuto l’ambizione di creare prima di tutto uno stile di vita in cui le persone si potessero identificare e ispirare per poter vivere una vita al meglio delle proprie possibilità e in perfetta armonia tra salute, bellezza ed energia mentale.

Puoi raccontarci il processo di sviluppo dell'idea e le sfide che ha incontrato lungo il cammino?

Ovviamente ogni idea non nasce mai ben definita, all’inizio è in uno stato embrionale e prende forma un po’ alla volta. Così è accaduto anche a noi.

Ricordiamoci che abbiamo vissuto anche 2 anni di Covid che, se da un lato con le chiusure ha messo un po’ in difficoltà tutti i progetti in fase di start up, in realtà ha fatto fare alle persone un po’ di mind switch e tutti noi abbiamo capito che dovevamo occuparci di più della nostra salute.

In che modo The Longevity Suite si differenzia da altre iniziative nel settore del benessere e della longevità? Sicuramente siamo l’unico ecosistema nel mondo della Longevity realmente multidisciplinare e integrato. Grazie alle ormai oltre 30 city clinics The Longevity Suite posizionate nelle grandi città dove poter essere seguiti nel proprio percorso di ottimizzazione della salute, le nostre Longevity Spa all’interno dei migliori hotel di lusso, la diagnostica di precisione grazie a The Longevity Bio Lab all’interno del CNR dove processiamo il nostro brevettato test della membrana cellulare Longevity Molecular Profile, il nostro approccio nutrizionale ispirato alle Blue Zone con The Longevity Kitchen e i suoi pasti pronti personalizzati che possiamo ricevere direttamente a casa, la nostra linea di prodotti a marchio con più di 40 referenze tra integratori, cosmetici, detox kit e food per supportare dovunque il cliente nel suo percorso

Luigi Caterino

di benessere ed infine The Longevity Academy che realizza un serie di eventi dedicati a professionisti del settore ma anche a semplici appassionati del mondo della Longevità.

Quali sono i principali servizi offerti dalla sua azienda e come rispondono alle esigenze della clientela?

The Longevity Suite si propone come un vero e proprio One Stop Shop della salute e benessere avendo le expertise, i professionisti e le skills per poter seguire il cliente a 360° in tutte quelle che sono le principale aree di intervento: dalla diagnostica del Longevity Checkup iniziale e i diversi test e assesment, dal coaching nutrizionale ai trattamenti di medicina rigenerativa, dalle più innovative tecnologie di Biohacking ai programmi di mindfulness e detox mentale e ogni programma Longevity è completato con uno schema personalizzato di integratori e prodotti ad hoc.

Nel programma di espansione del franchising di The Longevity Suite quali sono i criteri per la scelta dei nuovi partner?

In questo momento il nostro focus sul Franchising è l’internazionalizzazione; pertanto, cerchiamo partner che siano dotati di strutture e organizzazioni consolidate nel retail e nello sviluppo di concept luxury e con una forte penetrazione e Network locale. In questo momento il nostro obiettivo è la penetrazione in Europa e Middle East.

Come ha identificato e raggiunto il suo pubblico target? Quali strategie di marketing utilizza?

Il nostro principale strumento di marketing è il passaparola, più del 60% dei nuovi clienti sono stati consigliati da una positiva esperienza di un amico e di un collega. Per questo motivi siamo ossessionati dalla customer experience dei nostri clienti e la perfezioniamo costantemente.

Quali sono le tendenze attuali nel settore della longevità e come pensa che influenzeranno il futuro della sua attività?

Le tendenze sono le più svariate e in parte usano metodi tradizionali che vengono amplificati con l’utilizzo della tecnologia. Ad esempio, la terapia del freddo con le criocamere, la fotobiomodulazione, terapia infusionali con NAD o altri principi attivi rigenerativa, i fattori di crescita, l’ozonoterapia, l’inalazione di idrogeno molecolare fino all’allenamento in ipossia e iperossia.

Questo è un mercato che richiede una costante ricerca basata sull’innovazione. Ma dobbiamo anche essere consapevole che l’innovazione non è una scorciatoia, ma che la longevità è un viaggio di lungo termine dove le persone si devono ingaggiare nella modifica significativa del loro stile di vita e dei loro comportamenti.

Ci sono nuovi progetti o servizi in fase di sviluppo che può condividere con noi?

Stiamo per lanciare l’home kit del nostro Longevity Molecular Profile, uno specifico test che analizza l’equilibrio della membrana cellulare che attraverso un algoritmo e l’AI è in grado di misurare l’età biologica delle cellule. A breve quindi potremo effettuare questo test non più solo nelle Longevity Suite ma direttamente a casa nostra.

Qual è la sua visione a lungo termine per The Longevity Suite nei prossimi cinque o dieci anni?

Il nostro obiettivo è diventare nei prossimi 5 anni il brand leader n.1 indiscusso in Europa nel segmento delle Longevity Clinics. Per questo motivo il nostro piano prevede l’apertura di importanti flagship nelle grandi capitali europee.

Hai qualche consiglio per gli aspiranti imprenditori che vogliono entrare nel settore del benessere e della longevità?

Essere i primi promotori del cambiamento di stile vita che si intende “vendere” con il proprio progetto. La coerenza tra la visione del brand e i comportamenti agiti dall’organizzazione è il primo step necessario per avere successo.

Infine, come misura il successo della sua azienda e quali sono gli indicatori più importanti per lei?

Per me il successo di un’azienda passa inevitabilmente dalla reputazione di “marca”. Abbiamo fatto un buon lavoro quando andando in giro chiediamo alle persone se hanno mai sentito parlare di “The Longevity Suite” e cosa hanno sentito dire sul brand.

La persona potrebbe non essere mai venuta nei nostri centri ma quando risponde “si lo conosco, è un ottimo brand” allora abbiamo fatto bene il nostro mestiere. E devo dire che sino ad oggi possiamo essere soddisfatti della nostra Brand Reputation.

Un oggetto di design da collezione che unisce immagini e parole per raccontare la storia di uno dei club di calcio più iconici, capace di emozionare e ispirare intere generazioni dal 1899.

125 ANNI

DI MILAN

A cura della Redazione

Un giorno, Marco van Basten mi chiese: “Mister, perché dobbiamo sempre vincere ed essere anche convincenti?” Perché, se vuoi entrare nella storia, non puoi soltanto vincere. Devi lasciare un segno diverso, devi farti ricordare a distanza di anni, non solo per il risultato.

Arrigo Sacchi

AC Milan è orgoglioso di annunciare una nuova collaborazione con Assouline, iconica casa editrice dedicata al luxury e alla cultura, volta a celebrare i 125 anni della straordinaria storia del Club. La prestigiosa collaborazione ha dato vita ad un esclusivo photobook in limited edition: un oggetto di design che offre un visual journey nell’universo rossonero e fornisce approfondimenti esclusivi sulla legacy, lo spirito e la visione che definiscono il Club.

Il libro è disponibile in due eleganti versioni (le collezioni Classics e Ultimate di Assouline) ideate sia per i tifosi più appassionati sia per i collezionisti, e cattura l’essenza di uno dei club più vincenti della storia del calcio, con oltre 49 titoli a livello nazionale e internazionale, e una delle maglie più iconiche nel panorama calcistico.

La versione “Classics”, presentata in un esclusivo cofanetto,

offre un viaggio approfondito nel passato, presente e futuro del Milan. Per i veri aficionados, l’edizione “Ultimate” di Assouline è un pezzo da collezione straordinario, rilegato a mano utilizzando tecniche tradizionali, con tavole a colori applicate manualmente su carta di primissima qualità, inserito in una elegante custodia rivestita in gomma, che incarna l’attrattiva senza tempo e lo spirito innovativo del Club.

Arricchito da fotografie tratte da archivi storici, tra cui quelli di Getty Images e Studio Buzzi, insieme a foto originali di Ethan White – ex calciatore professionista diventato fotografo di fama internazionale nel campo dello sport e della moda – offrendo una narrazione visiva della storia del Milan, catturando la passione, i trionfi e i momenti che hanno plasmato il Club negli ultimi 125 anni. Con una prefazione di Gerry Cardinale, Fondatore e Managing Partner di RedBird Capital Partners , e contributi dei noti giornalisti James Horncastle e Federico Buffa , il libro esplora l’identità del Milan attraverso sette parole chiave, da “Identità” e “Passione” a “Stile”, tra le altre. Attraverso immagini e parole, le sette parole chiave approfondiscono il ruolo del Club come brand globale innovativo all’intersezione tra sport, entertainment e lifestyle, mettendo anche in evidenza la passione dei suoi tifosi e il suo impatto come istituzione culturale e sociale impegnata a promuovere cambiamenti positivi attraverso il calcio. Il lancio ufficiale del libro si è svolto durante uno speciale evento presso il concept store Bottega del Diavolo e Flagship Store del Milan in Via Dante , nel cuore di Milano, dove è anche stata inaugurata una speciale mostra fotografica, con immagini tratte dal libro di AC Milan e Assouline, che celebra il rapporto tra il Club rossonero e la città di Milano.

Il lancio di questo luxury book rappresenta un momento chiave nei festeggiamenti per i 125 anni di storia del Club rossonero: una riaffermazione dell’impegno del Milan verso i suoi tifosi, la comunità e la città di Milano. Il libro è un tributo alla legacy del Milan e alla sua visione per il futuro, incarnando lo spirito di un Club che ha costantemente superato i confini e abbracciato l'innovazione. Attraverso questa pubblicazione, il Milan invita i suoi tifosi a unirsi nella celebrazione della sua legacy, unendo l’amore per il calcio con la cultura e la comunità che lo circondano, consolidando ulteriormente il suo posto nei cuori dei fan di tutto il mondo.

L’AUTORE

James Horncastle è un giornalista che segue l’Italia per The Athletic e le pagine sportive del New York Times. Di recente è stato insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Stella d’Italia. Federico Buffa è un celebre giornalista, scrittore e commentatore sportivo italiano. Oltre alla sua attività come commentatore di basket e sport, Buffa ha condotto programmi antologici sempre a tema sportivo. Attualmente lavora come talent per SkySport Italia ed è in tour con numerosi spettacoli teatrali e di storytelling.

IL FOTOGRAFO

Ex calciatore professionista, Ethan White ha adattato le sue abilità atletiche alla sua carriera nelle arti visive. Come fotografo e direttore creativo, è attratto dall’esplorazione dell’intersezione tra sport e stile di vita. Ha fotografato numerosi club internazionali, tra cui Arsenal FC, Atletico Madrid, Venezia FC e Chelsea FC, per citarne alcuni. Per AC Milan, White ha seguito il Club per più di due settimane, ottenendo un accesso esclusivo dietro le quinte delle squadre.

ASSOULINE

Fondato a Parigi nel 1994 da Prosper e Martine Assouline, Assouline è il primo marchio di lusso incentrato sulla cultura. È nato dal desiderio di creare un nuovo stile di libro contemporaneo, utilizzando l’occhio esperto della coppia per storie visivamente ricche e narrazioni coinvolgenti. Guidati dalla passione per la conoscenza, la cultura e i viaggi, gli Assouline hanno successivamente ampliato la loro visione fino a circa 2.000 titoli in cinque collezioni principali, insieme

a edizioni speciali, fragranze per la casa e accessori unici per la biblioteca, creando una grande opera di creazioni ispiratrici. Nel corso degli ultimi trent'anni, il marchio ha stabilito una rete di boutique internazionali in luoghi di prestigio in tutto il mondo. Con un team di talenti creativi di spicco, tra cui il figlio dei fondatori, Alexandre, il marchio continua a reinventare la nozione di vero lusso. Il roster di collaboratori di Assouline include alcuni dei marchi, artisti, fotografi, scrittori e designer più rispettati a livello mondiale. Assouline continua a esprimere uno stile inconfondibile e un savoir-faire elegante, che ha ridefinito globalmente l'editoria moderna.

AC MILAN

Fondata nel 1899 a Milano, Italia, AC Milan è uno dei brand più iconici e storici nello sport a livello globale. Nei suoi 125 anni di storia, i successi sportivi del Club includono 7 Champions League (secondo per numero nella storia del calcio europeo), 19 Scudetti, 5 Supercoppe UEFA (record condiviso) e una FIFA World Cup. Il Club gioca attualmente le sue partite casalinghe allo Stadio San Siro di Milano e sta sviluppando un nuovo stadio da 70.000 posti, che sarà uno dei complessi sportivi e di intrattenimento più avanzati al mondo. Con i suoi successi sportivi e la sua iconica maglia a strisce rosse e nere, AC Milan è tra i brand sportivi più riconosciuti a livello mondiale, con oltre 550 milioni di tifosi in tutto il mondo. Nell’agosto 2022, RedBird Capital Partners, società di private equity con sede a New York fondata e guidata da Gerry Cardinale, è diventato azionista di maggioranza del Club. Nell'ambito di questa acquisizione, RedBird ha introdotto il suo partner storico, i New York Yankees, come investitore di minoranza. AC Milan ha uffici a Milano e a Dubai.

LA CRESCITA GLOBALE

DI WILIER TRIESTINA

La qualità italiana conquista l’Asia

A cura della Redazione

L’azienda di biciclette di Rossano Veneto ha creato a Taiwan un proprio polo strategico e logistico che sta diventando il fulcro dello sviluppo in tutto il contenente. «Puntiamo su nuovi mercati dove sappiamo che la qualità dei nostri prodotti può fare la differenza. Il successo internazionale è infatti frutto dell’enorme attenzione che mettiamo nella cura e nello sviluppo delle bici “targate” Wilier»

Wilier Triestina aggiunge un importante tassello nella sua strategia di espansione internazionale e in particolare nel mercato asiatico. Youn Live, azienda taiwanese con cui Wilier ha collaborato per anni come cliente e acquisito al 100% nel 2021, si sta infatti trasformando in un polo strategico e logistico per diventare il fulcro dello sviluppo del marchio in tutta l'Asia e Oceania

Questo investimento ha già portato a risultati di grande rilievo, con l'apertura dei primi quattro flagship store in Cina e uno a Taipei City, a Taiwan. Ulteriori aperture sono in programma a Shanghai e Pechino nei prossimi mesi . L'obiettivo di Wilier è quello di consolidare la propria presenza in una delle aree di mercato più dinamiche e in crescita del mondo, portando l'eccellenza, la tradizione e l’innovazione del brand italiano.

In un mercato dominato da colossi statunitensi, tedeschi

e appunto asiatici, l’azienda di Rossano Veneto (Vicenza) rappresenta insomma un fiore all’occhiello per il nostro Paese, un’eccellenza della quale andare fieri: fondata nel 1906 da Pietro Dal Molin , è stata rilanciata dalla famiglia Gastaldello, nonno Giovanni nel 1969 rilevò all’asta il marchio dopo che due anni prima la società era fallita, quello stesso nonno Giovanni che già mandava avanti un semplice negozio di biciclette sempre a Rossano. Oggi sono i nipoti, ossia i tre fratelli Andrea , Enrico e Michele Gastaldello (come amministratori delegati. Il primo è anche presidente del cda e direttore amministrativo, il secondo a capo del commerciale, il terzo responsabile della produzione), a gestire l’azienda, l’unica del segmento a rimanere saldamente in mani italiane.

Wilier negli anni si è specializzata sempre più nella produzione di biciclette di alta e altissima gamma, sia da strada che gravel, sia mountain bike che a pedalata assistita, con 28 mila pezzi all’anno La nuova strategia di espansione non solo sottolinea l'importanza di Wilier come gruppo di riferimento nel settore delle biciclette di alto livello, ma apre anche opportunità significative per Miche, il marchio italiano di componenti e ruote di alta gamma per biciclette acquistato nel 2022, che potrà così espandere ulteriormente la propria quota di mercato in Asia.

Wilier Triestina vanta un fatturato di oltre 70 milioni di euro, che diventano 80 con le due società satellite sotto il suo controllo. Sono numeri importanti che testimoniano un’evoluzione concentrata soprattutto dal 2019 in poi, quando il fatturato si attestava intorno ai 45 milioni di euro. Attualmente il mercato estero rappresenta l'80% del fatturato grazie alle performances sui principali mercati globali del ciclismo sportivo, con Germania, Francia, Benelux, Spagna e Austria in testa. L'Est Europa e la Scandinavia sono in crescita e l'Asia, in particolare la Cina, rappresentano come detto la prossima grande sfida per il brand.

Nel 2024, Wilier e il suo Innovation Lab, il dipartimento incaricato di progettare e implementare nuove tecnologie e nuovi prodotti, hanno lavorato proprio in questa direzione, introducendo sul mercato due nuove bici di altissima gamma: Verticale SLR , la bici più leggera di sempre, pensata per gli amanti della salita, e Supersonica SLR , l’avveniristica bicicletta per le prove contro il tempo, un progetto corale orchestrato dall’Innovation Lab insieme a Stefan Küng e a tutto lo staff del Performance Center di Groupama - FDJ Cycling Team.

Le novità di Wilier non si fermano solo alla parte tecnica e di sviluppo, ma anche nella continua ricerca stilistica di nuove colorazioni, come quella realizzata per il Tour de France 2024 per Mark Cavendish: la Filante SLR CVNDSH , un’edizione speciale di Filante SLR con cui il campione inglese ha infranto il record di 35 vittorie al Tour de France detenuto precedentemente da Eddy Merckx.

LA CULTURA A TUTTO TONDO DI LUCA FORMENTON

Il concetto di arte a 360°: da editoria a musica e teatro

A cura di Marco Seco

Luca Formenton è un uomo di cultura a tutto tondo, figlio d’arte e nipote di Arnoldo Mondadori, da 26 anni guida la casa editrice Il Saggiatore, è presidente della Fondazione Arnoldo Mondadori e fondatore e presidente dell’orchestra LaFil Filarmonica di Milano. È proprio quest’ultimo progetto musicale che ci ha fatti conoscere, e oggi, oltre che il lavoro, ci lega l’amicizia.

Qualche mese fa abbiamo condiviso una conversazione che vi riporto in queste pagine intorno al futuro della fruizione dell’arte e alle responsabilità di fare e promuovere cultura.

Secondo te nei confronti di chi/cosa è responsabile colui che si occupa di immaginare e creare progetti culturali?

Credo si debba considerare una triplice responsabilità. La prima verso il team di lavoro, la seconda verso l’arte stessa e la terza, la più importante, verso la sua funzione civile. Trovo che uno dei motivi della nostra insoddisfazione nei confronti del mondo di oggi sia legata, parlando con semplicità, alla terribile mancanza di cultura, e non mi riferisco alla sua accezione libresca o letteraria, ma proprio alla cultura da un punto di vista pratico.

Il lavoro che faccio e che fanno coloro che come me si occupano di editoria e musica verte a fornire degli strumenti in più al pubblico

di ascoltatori o lettori che vogliono arricchire il loro percorso di vita attraverso la consapevolezza della complessità del mondo contemporaneo. L’Arte serve esattamente a tutto questo. È una battaglia difficile in un mondo non sempre ricettivo, ma molto importante perché la cultura, non elitaria, è l’unico strumento che ci resta oggi per cercare di sorpassare questi momenti difficili che stiamo vivendo.

Negli anni come hai visto cambiare la percezione delle persone? E oggi quali sono le sfide importanti nell’offrire loro una dimensione culturale?

Se da un lato sicuramente oggi la possibilità di accedere e fruire della cultura è più alta di quanto fosse in passato, devo dire che non siamo riusciti ancora a creare una connessione diretta fra chi fra chi ha gli strumenti per usufruire della cultura e farla diventare parte della propria vita e chi invece no. Non sempre ci hanno aiutato le strutture pubbliche, la scuola è uno degli elementi che dovrebbe entrare più concretamente in gioco. Certamente non smetteremo mai di lavorare in questa direzione. Parlando per esempio più specificamente del lavoro che svolgiamo con l’orchestra (ndr LaFil Filarmonica di Milano), due dei suoi progetti

principali che sono Musica nei Quartieri e Musica (ndr progetto che si sviluppa nei quartieri milanesi in collaborazione con il Comune della città) e il Suono dell’Arte (ndr progetto in residenza al Museo Mudec in collaborazione con 24ore cultura) vanno esattamente in questa direzione, progetti che ovviamente porteremo avanti nei prossimi anni. Nonostante tutto, essendo io un vecchio illuminista, alla fine rimango ottimista.

Visto che ti occupi di diversi ambiti, in particolare quello della editoria e quello della musica, quanto è necessario oggi che le arti si parlino?

È da pochi anni che questo aspetto comincia a essere preso in considerazione, questo vale per qualunque tipo di attività culturale. Lavorare in rete e non separatamente, cercare di mettere insieme esperienze artistiche di ogni tipo esse siano, in questo modo si possono unire i diversi pubblici. Non sono tantissime le persone che consumano cultura, e solo in questo modo possono diventare di più. Per questo credo che le collaborazioni fra musica, teatro, editoria e arte siano importantissime, anche all’interno delle stesse istituzioni, musicali, editoriali. Questo è un momento in cui non possiamo permetterci di essere in conflitto tra le diverse istituzioni culturali, è il momento di collaborare, di usare le produzioni artistiche, qualunque esse siano e di qualunque tipo, in modo più interagente e complessivo, è l’unico modo per aumentare la consapevolezza di quanto la cultura e l’arte possano fare bene a noi cittadini.

Vedi pubblici diversi tra quello della letteratura e quello della musica?

Non trovo assolutamente differenze ed entrambi hanno molte potenzialità per essere sfruttati più che adesso. Spesso i lettori sono anche consumatori di musica di qualsiasi genere, il nostro compito deve essere quello di creare nuovo pubblico e non fermarci ad offrire a quello già esistente ciò che vuole. Tutto questo è fondamentale, lo diceva già Carlos Fuentes, in ambito editoriale, con ben maggior autorevolezza di me.

Invece che differenza trovi tra gli scrittori e i musicisti?

In genere matti entrambi! (risate), naturalmente dipende molto dalle diverse personalità, certamente il più delle volte chi crea cultura ha un animo solitario. Lea Vergine diceva: “L’artista è un errore sociale” forse è un po’ forte, ma sicuramente il musicista e lo scrittore, sono persone molto concentrate su quello che fanno ed è compito di noi mediatori portare la loro parola al pubblico degli ascoltatori e lettori.

E quindi come si sviluppa il compito di un editore?

L’editore è colui che trasforma il testo di uno scrittore in un libro per un lettore, monitorando tutto il processo che va dalla scrittura alla pubblicazione di un libro. Significa cioè prendere il testo di uno scrittore, immaginare un potenziale lettore e far tutto quello che serve perché questo testo diventi un libro. In un certo senso l’editore deve indovinare quale sarà il potenziale lettore che comprerà il testo di un determinato scrittore.

Quindi mentre l’artista deve stimolare il lettore, l’editore ha la responsabilità di traghettare e facilitare questo contenuto in modo intellegibile verso i lettori. Mi sorge una domanda: secondo te qual è la dimensione della Cultura? Mi spiego meglio, per tanti anni si è parlato di globalizzazione e anche i contenuti si sono globalizzati.

Oggi ascoltiamo e vediamo su Instagram o YouTube, contenuti che arrivano da tutto il mondo, in una sorta di standardizzazione globale. La mia sensazione è che spesso non vengano considerate le piccole comunità, si pensa globalmente ma le interazioni culturali hanno modo di esistere più genuinamente nelle comunità locali e regionali.

Sono totalmente d’accordo, infatti è nel localismo che le piccole iniziative culturali trovano l’identità che poi le porta ad un pubblico globale. Non mi ricordo più chi diceva che quando una cosa è autentica e appartenente a una comunità locale, per carità senza riferimenti politici di

poco spessore, tanto più ha possibilità di diventare internazionale. Il problema della standardizzazione internazionale è la perdita dell’appartenenza locale e della e la conseguente produzione di contenuti mediamente uguali. Questo è un errore clamoroso, soprattutto considerando che sono proprio la differenziazione e la diversità a creare la strada verso il successo internazionale.

Una domanda che oggi può sembrare scontata, ma che ritengo sia interessante ascoltare dalle osservazioni di chi se ne occupa: che spazio ha il digitale oggi nella fruizione culturale?

Il digitale ha uno spazio importante se viene usato nel modo giusto, è fondamentale per permettere la fruizione della cultura a un pubblico molto più vasto. Faccio un esempio: in questo periodo stiamo intraprendendo la digitalizzazione degli archivi editoriali della Fondazione Mondadori che racchiude a sua volta l’archivio di molte case editrici e di autori italiani. Finché questi materiali rimangono fruibili solo a un piccolo gruppo di studiosi, non realizzano fino in fondo la loro funzione. Il digitale invece offre contenuti a pubblici molto più vasti ed è da utilizzare in questa direzione.

Parlando sempre di tecnologie, la fruizione di un libro cambia tra la pagina stampata e la lettura da un tablet?

Assolutamente si, ci sono molti studi che lo dimostrano. Anche qui bisogna stare attenti a non abbandonarsi a facili ottimismi o catastrofismi banalizzanti come quando sono usciti gli e-book. Quando è apparso il libro digitale, sembrava che fosse giunta la fine del libro cartaceo, poi si è visto che rappresenta una parte minore del mercato della lettura. Quindi, senza fare del passatismo visto che abbiamo appena spiegato qual è la utilità del digitale, il libro letto sulla carta è diverso dal libro digitale, perché la lettura di un libro cartaceo è un’attività totalmente immersiva, che invece su un tablet o telefono, tra un messaggio che arriva, una mail o altro non è la stessa cosa. Il Kindle da altra parte ha dei vantaggi interessanti, come ovviamente

la possibilità di leggere diversi libri durante i viaggi, ma la lettura su Kindle, da quello che dicono diverse ricerche, rimane meno impressa nella mente rispetto a un libro di carta, e comunque non dimentichiamo che l’ebook rappresenta in Italia non più del 6 – 8 percento del mercato.

La ricerca di un’esperienza immersiva sta cambiando i luoghi in cui si fa cultura? Questo dipende dalla volontà di cambiamento da parte degli operatori di cultura. Sicuramente, per quanto riguarda l’ambito musicale, è importante fuoriuscire dalle strutture tipiche come i teatri, non solo per abituare il pubblico ad una fruizione diversa ma soprattutto per cercare di arrivare a quanta più gente possibile. L’esperienza immersiva poi la si può avere ovunque, non dipende solo

dal luogo in cui avviene, ma anche dalla capacità di offrire una possibilità di ascolto stimolante.

Però anche le librerie stanno cambiando. Si è vero, anzi dovrebbero cambiare di più. Con la pandemia la vendita dei prodotti cartacei on line è aumentata moltissimo, stabilizzandosi tra circa il 35 e 45 percento del mercato. Il resto è composto non solo da librerie ma anche da supermercati, edicole, eccetera. Credo che i librai dovrebbero chiedersi di più che differenza ci sia tra acquistare un libro on-line e farlo in libreria. La verità è che quando si acquista sul web si sa già più o meno quello che si cerca, invece in libreria spesso no, quindi la diversità dei titoli presenti, l’offerta variegata, l’accoglienza e il piacere della libreria dovrebbero essere aumentate,

in modo tale di dare la possibilità al lettore quando entra a una libreria trovi davanti a sè un’offerta variegata e non limitata ai soliti “potenziali best seller” che ci sono.

E quali sono le tue sfide per il futuro del tuo lavoro?

Il mio lavoro, che riunisce la mia attività come responsabile della Fondazione Mondadori, direttore del Saggiatore e presidente e fondatore de LaFil, è quello di costruire nel tempo pubblico sempre più grande e interattivo fra questi tre mondi in cui lavoro. Ma soprattutto la mia missione consiste nel creare nuovi lettori e ascoltatori, ovvero nuovi recettori dell’arte. Torniamo quindi al discorso inziale della diffusione della cultura in tutte le sue modalità, che è uno dei modi per tenere la società in piedi in maniera democratica.

GUBER BANCA

La banca digitale e le sue sfide, tra sostenibilità e responsabilità sociale

Quali sono le principali sfide che Guber Banca sta affrontando attualmente nel contesto economico italiano?

Le sfide che ci attendono, come quelle che attendono l’intero settore finanziario, sono complesse, ma allo stesso modo stimolanti. Da un lato, il dialogo con le nuove generazioni e la loro abitudine a esperienze digitali veloci e intuitive; dall’altro, la necessità di innovare mantenendo un equilibrio tra il mondo digitale e quello umano. L’intelligenza artificiale nel

futuro sarà sempre più fondamentale per lo svolgimento delle attività in modo efficiente e preciso, ma resta altrettanto fondamentale l’integrazione con l’“intelligenza” umana. Una delle nostre forze è proprio la capacità di coniugare innovazione tecnologica e rapporto umano, un’alleanza che è molto utile quando si tratta di capire come supportare le aziende in difficoltà, accompagnandole nei loro percorsi di crescita e ripresa. La nostra anima è e resta “Human first!”.

In che modo Guber Banca si sta adattando alle nuove tecnologie e alle esigenze digitali dei clienti? In che modo Guber Banca sta lavorando per migliorare l'esperienza del cliente?

Guber Banca non diventa digitale: nasce digitale! Il nostro approccio all’innovazione è sempre stato proattivo, attraverso un attento studio dei prodotti e dei cambiamenti. La nostra è una logica di “buy” più che di “make”, ossia selezioniamo e adottiamo le soluzioni tecnologiche più

Francesco Guarneri, CEO Guber Banca

avanzate già presenti sul mercato che si adattano meglio alle nostre esigenze e a quelle dei nostri clienti. Ma questo approccio da solo non basta. L’innovazione deve essere accompagnata da una cultura aziendale pronta al cambiamento e capace di spingersi oltre la propria zona di comfort. La nostra Academy interna è il terreno sul quale ci impegniamo quotidianamente ad investire nella formazione di nuovi talenti. L’obiettivo da anni è sempre lo stesso: per creare un ambiente stimolante, dinamico e proattivo che ci permetta di rispondere al meglio alle nuove esigenze del mercato, senza dimenticare il valore insostituibile del contatto umano.

Qual è la strategia di Guber Banca per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale? Come promuovete la cultura aziendale e il benessere dei dipendenti all'interno dell'organizzazione? Il tema della sostenibilità e della responsabilità sociale non è più un’opzione, ma una necessità. In Guber Banca promuoviamo la raccolta differenziata, abbiamo eliminato le stampanti e avviato progetti di ammodernamento con soluzioni energetiche più efficienti. Sosteniamo anche il territorio supportando realtà locali ed iniziative che vanno a braccetto con i nostri principi etici. Occorre però ricordare che non possono essere solo le imprese a cambiare ma deve necessariamente crescere anche la cultura che circonda l’impresa, una cultura che deve essere pronta ad accogliere questo mutamento. Ad esempio, in Italia sono ancora pochissime le richieste di congedo di paternità rispetto alla maternità, mentre in Paesi come la Svezia la distribuzione è molto più equilibrata. L’impresa può promuovere l’emancipazione, tuttavia se le famiglie rimangono ancorate a vecchi modelli sarà difficile fare un vero passo avanti. Lo stesso vale per la sostenibilità ambientale: possiamo limitare l’uso delle risorse in azienda, creare anche iniziative di coordinamento per razionalizzare i trasporti al lavoro, ma serve condivisione culturale. Il vero cambiamento avverrà quando ci sarà una coerenza tra ciò che facciamo in azienda e come viviamo nella società.

Quali sono le vostre previsioni per l'evoluzione del mercato bancario nei prossimi cinque anni? Quali sono le aree di crescita che vedete come le più promettenti per Guber Banca nel prossimo futuro?

Jeff Bezos, leader di Amazon, durante un’intervista sulla strategia a lungo termine della sua azienda ha dichiarato: “La domanda che mi fanno più spesso è cosa cambierà nei prossimi 5 anni, ma la domanda più importante che dovremmo farci è: cosa non cambierà nei prossimi 5 anni?” Se c'è, credo, una certezza, è che l'intermediazione finanziaria, che esiste da oltre 500 anni, continuerà ad essere essenziale per il funzionamento del sistema economico mondiale. Quello che cambierà, però, sarà il “come” queste intermediazioni avverranno. Oggi assistiamo ad un cambiamento radicale nel settore bancario: un crollo nell'uso delle filiali fisiche e un boom delle soluzioni digitali. La tendenza verso la digitalizzazione non solo continuerà, ma accelererà ulteriormente. In questo contesto, sarà cruciale riuscire ad anticipare i tempi, anche sviluppando internamente capacità previsionali e diagnostiche avanzate. I crediti deteriorati di origine bancaria continueranno ad esserci, magari senza i livelli di accumulo visti negli scorsi anni, ma continueranno. Quello che cambierà e che sta già cambiando ora è la modalità di gestione. Alcune importanti modifiche normative hanno spinto le banche ad anticipare notevolmente i tempi in cui vengono ceduti i crediti problematici, con la conseguenza che anche la metodologia di gestione degli stessi deve cambiare. Con gli NPL la logica è quasi esclusivamente liquidatoria, per gli UTP la logica è il ritorno in bonis. Per noi, la sfida è continuare a migliorare la nostra capacità di gestione del rischio, mantenendo al contempo la nostra agilità operativa che consenta di dare risposte precise ed in tempi brevi a tutte quelle PMI che si trovano in temporanea difficoltà.

È necessario vincere la sfida su entrambi questi fronti.

Wynwood 125

IMPORTANTI NOVITÀ PER UM® MOTORCYCLES

Presentate a Eicma 2024

le ultime novità su due ruote

UM ® Motorcycles, storica azienda americana con sede a Miami, Florida, fondata nel 1999, ha annunciato con entusiasmo le nuove proposte per il mercato europeo in occasione di EICMA 2024.

L’azienda, che ha fatto il suo ingresso nel mercato europeo nel 2017, ha stabilito un centro di design a Torino per assicurare che i modelli rispondano agli standard e ai gusti del pubblico europeo. Con un ufficio commerciale a Milano, UM rimane vicina ai suoi clienti e partner, offrendo una presenza strategica che garantisce una risposta rapida e mirata alle esigenze del mercato. Riconosciuta per la produzione di motociclette e scooter di piccola e media cilindrata, da 125cc a 400cc, UM continua a innovare con una gamma completa di moto che include gli iconici cruisers RENEGADE®, caratterizzate da un DNA americano, oltre a nuovi modelli pronti a debuttare in Europa. A EICMA 2024 ,

A cura della Redazione

infatti, UM Motorcycles ha presentato tecnologie all'avanguardia, nuovi motori dalle prestazioni eccezionali e un nuovo programma di garanzia. I visitatori potranno toccare con mano tre nuovi modelli progettati per soddisfare le crescenti esigenze dei motociclisti europei, in particolare nel segmento delle motociclette Neo-Classic e nuovi modelli di scooter che entreranno nei principali segmenti del mercato.

La prima novità è il Wynwood 125, uno scooter urbano a ruota alta che prende il nome dall’omonimo quartiere artistico di Miami, celebre per la sua vivace scena di street art. Questo scooter è stato progettato per i riders urbani e si distingue per il suo design accattivante e la facilità di guida, ideale anche per i principianti. È dotato di un motore monocilindrico da 125cc a 4 tempi, raffreddato ad aria, con una potenza di 7,2 kW a 8000 giri/min, che garantisce un equilibrio perfetto tra semplicità e performance e serenità per il

pilota anche nei sorpassi più impegnativi. Le ruote da 16 pollici , sia anteriori che posteriori, offrono grande stabilità nel traffico cittadino, mentre i cerchi calzano pneumatici che assicurano un ottimo grip. Ad aumentare il comfort del pilota c’è la pedana piatta particolarmente spaziosa che permette un facile accesso e la possibilità di mettere comodamente i piedi a terra, anche durante il parcheggio in spazi ristretti. L’ottimo sistema frenante CBS (Combined Braking System) prevede che agendo sulla leva destra si attivi esclusivamente il disco anteriore, mentre agendo sulla leva di sinistra lo scooter ripartisce la potenza frenante tra il disco anteriore e quello posteriore, in modo da evitare bloccaggi indesiderati. Il Wynwood si caratterizza anche per un peso contenuto di soli 120 kg , che lo rende estremamente maneggevole , anche negli spostamenti a motore spento, strizzando così l’occhio anche ad un pubblico femminile. A completare il quadro, luci full LED per una visibilità

ottimale, un display LCD chiaro in qualsiasi condizione e spazio sotto la sella per un casco jet. Per i clienti che necessitano maggior spazio e protezione, saranno disponibili un bauletto da 30 litri ed il parabrezza alto con protezione mani integrato. Disponibile nei colori Matt Blue, Matt Light Grey e Matt Cool Grey, il Wynwood 125 sarà in vendita a partire da dicembre 2024 a un prezzo di 2.190 euro.

Il secondo modello è il Rockville , un maxiscooter compatto dal look sportivo e avventuroso, ispirato alle terre selvagge del Midwest americano. Rockville non è solo uno scooter: è sinonimo di libertà e capacità di affrontare ogni tipo di percorso, dall'ambiente urbano alla strada aperta. Con un design aerodinamico, linee moderne e sportive, Rockville sarà disponibile in due motorizzazioni, una da 125cc con 8,9kW a 8250 giri/min e una più potente da 300cc con 17,5kW a 8000 giri/min, monocilindriche, a 4 tempi e raffreddate a liquido. Le performance

Rockville

del motore lo rendono sicuro anche in strade veloci e autostrada (la versione 300cc), grazie al doppio freno a disco e a un sistema di controllo di trazione ideale per le strade scivolose, in combinazione alle ruote da 14 pollici all'anteriore e 13 al posteriore , che offrono una stabilità eccellente. Il Rockville è dotato di un display TFT a colori con funzionalità di phone mirroring, che consente di visualizzare informazioni personali e attivare la navigazione direttamente dallo schermo dello scooter. Il parabrezza è regolabile in due posizioni per una maggiore protezione aerodinamica, e il sistema frenante ABS di serie (anche nella versione 125) garantisce sicurezza e potenza di frenata. Con spazio sotto la sella per un casco jet, maniglioni passeggero di serie e una porta USB per la ricarica dello smartphone, il Rockville è progettato per il massimo comfort e praticità. Ne è ulteriore conferma la Smart Key di serie, che permette di essere riconosciuti ed accendere lo scooter tenendo le chiavi

in tasca (o in borsa), evitando ulteriori perdite di tempo. Per aumentare lo spazio di carico sarà disponibile un bauletto da 35 Litri (in cui si potrà alloggiare un casco integrale e ben altro) in alluminio anodizzato al nero, di forma quadrata, tipica delle 2 ruote da “adventure”. Disponibile nei colori Matt White, Matt Sand e Matt Cool Grey, il Rockville 125 sarà disponibile da febbraio 2025 al prezzo di 3390 euro, mentre il Rockville 300 ad aprile 2025, al prezzo di 4490 euro.

Nel mondo delle motociclette, arriva un importante novità: UM Motorcycles presenta la Riverdale 401 , nuova protagonista nel segmento delle “neoclassic”, fondendo estetica vintage con prestazioni all’avanguardia. Moto ideale sia per l’uso quotidiano, come il tragitto verso il lavoro o l’università, sia per gite fuori città nel weekend, Riverdale 401 è spinta da un motore bicilindrico da 401cc raffreddato a liquido, con una potenza

di 31,5kW a 9500 giri/min , che offre un’esperienza di guida emozionante su ogni tipo di strada. La forcella anteriore upside-down e le ruote da 17 pollici assicurano una maneggevolezza superiore, mentre il doppio disco anteriore da 300 mm con pinza radiale , combinato con il disco posteriore da 240 mm, forniscono precisione e potenza in frenata. La Riverdale 401 è dotata di display LCD, da luci a led con l’iconica “R” integrata nel faro anteriore, e la sella doppia , impreziosita da cuciture personalizzate, che assicura comfort per il pilota e il passeggero. Il doppio scarico sportivo completa il look, conferendo un suono grintoso e distintivo. La nuova nata in casa UM Motorcycles dotata, infine, di una dash cam anteriore per offrire protezione, incoraggiare una guida responsabile e catturare momenti memorabili.

La Riverdale 401 sarà disponibile nei colori Matt Grey, Glossy Bottle Green e Glossy Yellow, a partire da Aprile 2024 a un prezzo di 5.390 euro.

Riverdale 401

A PROPOSITO DI UM® MOTORCYCLES

UM® Motorcycles è un produttore di motociclette fondato nel 1999, con sede a Miami, Florida, USA. La presenza di UM® si estende in 5 continenti, 40 paesi, con una rete di oltre 2.000 concessionari. Riconosciuta per la produzione di motociclette e scooter di piccola e media cilindrata, dai 125cc ai 400cc, UM continua a innovare con una gamma di moto che include le iconiche RENEGADE® - cruisers dal DNA americano - moto dal design Neo-Classic ed una gamma completa di Scooter, per soddisfare le diverse richieste dei riders di tutta Europa.

Wynwood 125
Riverdale 401
Rockville

LANCIO UFFICIALE DI PHELON&MOORE A EICMA 2024

La “perfected motorcylce” per il motociclista di oggi

La storia di Phelon&Moore è un affascinante viaggio di innovazione, avventura e resistenza. A partire dal 1904, l'azienda è stata pioniera nel progettare motociclette radicali che si sono allontanate dalle biciclette motorizzate convenzionali. Il rivoluzionario design a telaio aperto di Phelon, con il motore che sostituisce il tubo obliquo come elemento stressato, brevettato nel 1902, è spesso considerato il primo esempio di vera motocicletta, piuttosto che una semplice bicicletta motorizzata, dando vita a una delle più grandi aziende motociclistiche britanniche del secolo scorso.

La linea di prodotti più famosa, la Panther, è stata introdotta negli anni '20, con modelli come la Panther Model 100 e in seguito la Panther Model 120, che sono diventate leggendarie per la loro costruzione robusta e il fascino duraturo. Le motociclette Phelon&Moore hanno svolto un ruolo significativo durante entrambe le guerre

mondiali, servendo il Royal Flying Corps e guadagnandosi una reputazione di affidabilità in condizioni estreme.

Nel 1934-36, l'indole avventuriera del marchio fu ulteriormente immortalata da Theresa Wallach e Florence Blenkiron, due donne audaci, entrambe motocicliste e meccaniche, che attraversarono il deserto del Sahara ed il continente africano su una motocicletta Phelon&Moore Panther, stabilendo un punto di riferimento per la resilienza e l'esplorazione. L'avventura è principalmente nota per il libro postumo "The Rugged Road" basato sul diario di Teresa e sulle foto scattate durante il viaggio.

L'avventura del XX secolo di Phelon&Moore si concluse nel 1966, dopo oltre sei decenni di innovazione e produzione di motociclette. Durante questo periodo, l'azienda vendette migliaia di motociclette, molte delle quali sono ancora in funzione oggi, amorevolmente mantenute da proprietari appassionati che continuano a celebrare l'eredità del marchio.

Ristabilito nel 2022, il marchio Phelon&Moore® trae ispirazione da questa ricca eredità con design e tecnologia moderni. Il nuovo corso del marchio è guidato da valori di eleganza, qualità premium e un senso di aristocrazia britannica. Pur guardando al suo illustre passato, il marchio si impegna a creare motociclette e scooter contemporanei che soddisfino le esigenze del mercato odierno, mantenendo un legame senza tempo con la storia che ha reso iconica Phelon&Moore.

L'obiettivo di Phelon and Moore è stabilire un nuovo standard nel settore, offrendo veicoli che bilanciano prestazioni, bellezza e tradizione, assicurando che ogni prodotto rifletta la loro visione di una "perfected motorcycle" per il motociclista do oggi.

Capetown® 7X e Capetown® 7S

La Capetown® è la famiglia di veicoli adventure di Phelon&Moore, che rende omaggio all'incredibile avventura di Theresa Wallach e Florence Blenkiron, che hanno attraversato il continente africano in motocicletta negli anni '30, viaggiando fino a Città del Capo, da cui l'ispirazione del nome. Questa moderna interpretazione di una motocicletta adventure fonde lo spirito della loro storica impresa con prestazioni contemporanee, offrendo maneggevolezza sportiva su strade asfaltate e la possibilità di continuare l’avventura quando l'asfalto finisce.

La sella bassa da terra ed il baricentro bilanciato forniscono ai motociclisti una maggiore sicurezza, mentre i freni di alta qualità assicurano un controllo preciso e sicuro a qualsiasi velocità. La Capetown7 vanta finiture di qualità superiore alla media, un'ergonomia eccellente e caratteristiche tecnologiche all'avanguardia, che la rendono perfetta sia per i viaggi, sia per gli spostamenti quotidiani. Progettata per la versatilità, la Capetown 7 garantisce una guida fluida e sicura sia su strada sia in fuoristrada. Ciò la rende ls compagna ideale per chiunque sia abbastanza audace da seguire le orme di "The Rugged Road",

da Londra a Città del Capo.

La Capetown 7 è alimentata da un robusto motore bicilindrico parallelo, otto valvole DOHC da 693 cc, 4 tempi, raffreddato a liquido, che eroga una potenza massima di 71 CV (52 kW) a 8750 giri/min e una coppia massima di 61 N.m (45 ft-lb) a 6500 giri/min. Questa configurazione del motore offre un perfetto equilibrio tra prestazioni e versatilità, rendendola adatta sia per i tour a lunga distanza che per le avventure fuoristrada. (Disponibile anche in versione limitata a 35kW)

La sospensione anteriore della moto è affidata ad una forcella a steli rovesciati da 43 mm con escursione di 170 mm, completamente regolabile per gestire qualsiasi terreno o stile di guida, mentre la sospensione posteriore presenta un forcellone mono-braccio in alluminio con un mono-ammortizzatore regolabile con pomello remoto, anch’essa con 170 mm di escursione.

Al reparto freni la Capetown 7 è dotata di ABS, con doppi dischi da 300 mm lavorati da pinze radiali a 4 pistoncini all'anteriore ed un disco singolo da 260 mm con pinza assiale a 2 pistoncini al posteriore. La moto monta cerchi tubeless in lega, fusi per la versione S e a raggi, sempre tubeless, per la X, con pneumatici 120/70-19 all'anteriore e 170/60-17 al posteriore, offrendo un'eccellente trazione e stabilità sia su strada che fuoristrada. Con un passo di 1550 mm (61 pollici) e un'altezza della sella bassa di 830 mm (32,6 pollici), la Capetown 7 offre accessibilità ad un'ampia gamma di motociclisti.

Caratteristiche moderne come il display da 7 pollici connesso tramite Bluetooth, parabrezza regolabile "on the go", sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici e due modalità di controllo della trazione rendono contemporanea questa motocicletta.

La Capetown 7X è la versione della serie orientata all'off-road, progettata per coloro che cercano l’avventura. È dotata di cerchi a raggi in lega tubeless e pneumatici on-off intermedi marchiati Panther ®, che offrono maggiore aderenza e sicurezza su strade sterrate. Ulteriori caratteristiche come la protezione bull-bar del motore, il cavalletto centrale ed i paramani rendono la 7X pronta per l'avventura, ideale per viaggi impegnativi come l'iconico percorso da Londra a Città del Capo.

La Capetown 7S , invece, è pensata per gli appassionati di sport touring. È dotata di cerchi in lega tubeless con razze a "Y" e pneumatici Panther ® sport-touring, che offrono aderenza e stabilità superiori su strade tortuose e asfaltate. Che si viaggi da soli o con un passeggero, la versione 7S assicura un'esperienza fluida e sicura, perfetta sia per i viaggi a lunga distanza che per le uscite più vivaci nel fine settimana.

Panther ® C e Panther ® S

La famiglia Panther®, ispirata alla ricca tradizione di Phelon&Moore, presenta motociclette dal design classico che fondono un'estetica senza tempo con prestazioni moderne.

La Panther ® è alimentata da un motore bicilindrico a V da 573 cc, 4 tempi raffreddato a liquido, che eroga 55 CV (41 kW) a 8500 giri/min e una coppia massima di 52 N.m (38,4 ft-lb) a 6500 giri/min (disponibile anche in versione depotenziata a 35 kW). Il suo motore compatto ma potente, offre una combinazione ben bilanciata di prestazioni ed efficienza.

L’anteriore è equipaggiato con una forcella a steli rovesciati da 43 mm con 120 mm di escursione, che offre precarico e ritorno regolabili per una maneggevolezza ottimale su tutte le strade. L'impianto frenante anteriore è costituito da doppi dischi da 300 mm con pinze radiali a 4 pistoncini e ABS.

La ruota anteriore monta un cerchio in lega tubeless con pneumatici Panther Sport Touring con misure 130/70-16 per la versione C e 120/70-19 per la versione S, progettati per fornire aderenza e prestazioni eccellenti in tutte le condizioni.

Al posteriore, la motocicletta è dotata di un forcellone tubolare con look “hard-tail” e un mono-ammortizzatore regolabile con precarico remoto “a pomello”, che garantisce alla ruota 90 mm di escursione, a tutto vantaggio della guida e del comfort. L'impianto frenante posteriore include un disco singolo da 260 mm con pinze assiali a 2 pistoncini e ABS. La ruota posteriore utilizza pneumatici Panther ® sport-touring 180/70-16, montati su cerchi in lega tubeless a garantire stabilità e comfort. Con un passo di 1610 mm (63 pollici) e un'altezza sella di soli 700 mm (27,5 pollici), questa moto è progettata per offrire un'esperienza di guida equilibrata e confortevole. La luce a terra

di 156 mm (6,1 pollici), permette di affrontare con facilità la maggior parte delle strade in assoluta sicurezza. La moto è dotata di caratteristiche moderne come il display TFT rotondo connesso tramite Bluetooth, con funzione mirroring, illuminazione full LED completa e prese di ricarica USB Type C.

La Panther C (Classic) è una cruiser tradizionale, con la sella bassa e una posizione di guida con i piedi avanti. Nonostante il suo design da custom, permette una guida contemporanea su strada. Grazie alla corsa della ruota posteriore superiore alla media del segmento, agli eccellenti freni e alla libertà di inclinazione, la Panther C assicura una guida fluida, piacevole e sicura. È dotata di pneumatici larghi e alti, che offrono grande presenza visiva e una stabilità superba. Le ampie pedane e il manubrio alto "mid-ape" offrono una postura di guida comoda e rilassata, rendendola ideale per i lunghi viaggi. Le finiture di qualità superiore, l'attenzione ai dettagli e le moderne caratteristiche tecnologiche la rendono perfetta sia per i lunghi viaggi sia per quelli quotidiani.

La Panther S (Sport) offre una interpretazione moderna di una cruiser di peso medio. Pur mantenendo la seduta bassa e la posizione dei piedi in avanti, è costruita per un'esperienza di guida

più dinamica. Il cerchio anteriore da 19 pollici con pneumatici sport-touring conferisce alla Panther S uno sterzo più leggero e reattivo, ideale per affrontare con facilità le strade più tortuose. Con parafanghi corti, manubrio in stile "Hollywood", display TFT tondo montato sotto il manubrio e l'opzione monoposto, la Panther S trasuda un carattere robusto e forte. Come la sua gemella, vanta finiture curate, design ergonomico e tecnologia avanzata, rendendola un'eccellente compagna per viaggi significativi ed emozionanti.

Panthette® X e Panthette® S

Panthette® è la famiglia di scooter di Phelon&Moore, è progettata per fornire i più elevati standard di sicurezza sul mercato, con meticolosa attenzione ai dettagli e uno stile elegante.

Il Panthette® X si distingue come modello "Adventure", dotato di un motore monocilindrico raffreddato a liquido, 4 valvole, che offre prestazioni e affidabilità su tutti i terreni. Disponibile in due cilindrate: 125 cc da 9 kW e 300 cc da 23,5 kW. Le sue sospensioni maggiorate e gli pneumatici intermedi su cerchi a raggi tubeless, rendono il Panthette® X pronto a qualsiasi condizione stradale, anche quando finisce l'asfalto. La forcella rovesciata, il manubrio esposto e il parabrezza regolabile gli conferiscono un aspetto e una maneggevolezza da motocicletta, migliorando l'esperienza del pilota su strada e fuori strada. Questo modello è dotato di tecnologie avanzate, tra cui il display TFT da 7 pollici con mirroring dello schermo del telefono, radar posteriore per il rilevamento degli angoli ciechi e freni ABS per una maggiore sicurezza. Caratteristiche di comfort come manopole riscaldate, vano sotto sella per un casco integrale e paramani fuoristrada rendono il Panthette ® X il compagno perfetto per le esigenze contemporanee. Con finiture di qualità superiore, ottima ergonomia e un design elegante, questo scooter è pronto per qualsiasi avventura.

Il Panthette® S è il modello a "ruote alte" della famiglia Panthette® , dotato anche lui di un motore monocilindrico raffreddato a liquido, 4 valvole che assicura prestazioni e affidabilità. Disponibile in due cilindrate: 125 cc 9 kW e 200 cc 12,8 kW.

Condivide molte caratteristiche avanzate con il modello X, tra cui un display TFT da 7 pollici con mirroring dello schermo (qui orientato verticalmente), radar posteriore per il rilevamento degli angoli ciechi e freni ABS. Il Panthette® S offre vantaggi pratici, come un ampio vano sotto sella per due caschi, chiavi wireless e paramani trasparenti.

Con finiture di qualità superiore, grande attenzione ai dettagli ed attenzione all'ergonomia, il Panthette® S è lo scooter ideale per la vita di tutti i giorni, fondendo perfettamente stile e funzionalità per il motociclista urbano.

Che si tratti di utilizzo quotidiano o di esplorazione, gli scooter Panthette® offrono una miscela perfetta di sicurezza, prestazioni ed eleganza.

ORCHESTRA, IL CANALE DIRETTO TRA MUSICA E PUBBLICO

Nasce la piattaforma per la professione musicale in Italia

In un mercato artistico spesso afflitto da incertezze e irregolarità, emerge un progetto che mira a restituire dignità e professionalità alla figura del musicista: Orchestra . Nata dall’idea di fornire uno strumento concreto a chi ha dedicato anni di studio alla musica, questa piattaforma digitale ha l’obiettivo di mettere in contatto i musicisti diplomati dei conservatori italiani con opportunità lavorative reali e trasparenti.

Viviana Nebuloni e Marina Serpagli , musiciste e fondatrici di Orchestra, hanno creato questo progetto con una visione chiara: offrire una soluzione concreta ai problemi che da anni affliggono i musicisti in Italia, come pagamenti in nero, ingaggi non regolamentati e la svalutazione del talento artistico.

L’industria musicale italiana è in costante evoluzione, ma i musicisti, soprattutto quelli formati nei conservatori e accademie AFAM

A cura del Maestro Luca Fialdini

(Alta Formazione Artistico-Musicale), incontrano spesso difficoltà nel trasformare la loro vocazione in una carriera sostenibile. Concorsi incerti, agenzie poco trasparenti e compensi ridotti sono solo alcune delle problematiche che caratterizzano il settore. Orchestra vuole ridimensionare queste dinamiche, aprendo un canale diretto tra musicisti e privati o agenzie, eliminando l’intermediazione opaca e fornendo un ambiente lavorativo equo e professionale.

Il sistema di Orchestra è semplice ma potente. I musicisti possono iscriversi alla piattaforma, aprire il loro profilo, aggiungere video delle loro performance e il CV. I privati e le aziende possono quindi selezionare l’artista che meglio risponde alle loro esigenze, con la garanzia di un professionista adeguato e competente.

Uno degli elementi chiave che distingue Orchestra è il suo impegno verso la dignità del lavoro artistico. Nebuloni e Serpagli sottolineano che "Orchestra non è solo una piattaforma di matchmaking tra musicisti e clienti, ma uno strumento di cambiamento sociale". Questo si traduce in una serie di valori irrinunciabili: tutti gli ingaggi avvengono in regola, i compensi sono concordati prima della performance e i musicisti sono trattati con il rispetto che meritano . Ogni richiesta di lavoro sulla piattaforma deve rispettare standard minimi di dignità (accettati dal privato/ azienda nei rigorosi Termini e Condizioni della piattaforma), come la sicurezza degli ambienti di lavoro e la fornitura di vitto adeguato durante gli eventi. Questo approccio non solo migliora la qualità della vita lavorativa dei musicisti, ma anche la fiducia tra gli artisti e i committenti, creando un circolo virtuoso che valorizza il talento e lo professionalizza

Un passo significativo per la società è stata la collaborazione con il Teatro Martinetti di Garlasco , una struttura storica risalente al 1833. Questo teatro diventerà la nuova casa per i musicisti della piattaforma, offrendo spazi di esibizione e creazione artistica. L'integrazione del Teatro Martinetti rappresenta un altro

tassello nella missione di Orchestra: non solo creare connessioni digitali, ma anche fornire luoghi fisici dove la musica possa essere vissuta e condivisa.

Orchestra ha già attirato l'attenzione di numerosi giovani talenti e di organizzazioni alla ricerca di musicisti professionisti, ma il progetto guarda ancora più in alto. L'espansione delle collaborazioni con teatri, piattaforme di e-learning e cooperative di musicisti è solo l'inizio. Le cofondatrici immaginano un futuro in cui Orchestra diventerà il punto di riferimento per chiunque voglia creare una carriera nel mondo musicale, con la garanzia di essere rispettato e valorizzato. L’obiettivo finale è ambizioso, ma chiaro: "Vogliamo che

Orchestra non sia solo una piattaforma, ma un movimento che restituisca dignità e rispetto al mestiere del musicista in Italia".

Con l’offerta di lancio ancora attiva, Orchestra invita i musicisti di tutte le formazioni a iscriversi per approfittare di un abbonamento premium a tariffe agevolate. "La nostra piattaforma è aperta a tutti i talenti", afferma Viviana Nebuloni, "perché la musica non ha età, e ogni artista merita la sua opportunità"

Il futuro del mestiere musicale in Italia sta cambiando, e Orchestra è al centro di questa rivoluzione. Unitevi alla piattaforma che crede nel talento e nelle opportunità per tutti.

MERCATINI DI BOLZANO

A cura di Clarissa Vatti Una magica atmosfera per immergersi nella festa più tradizionale dell’anno

Dal 29 novembre al 6 gennaio a Bolzano si svolge il pittoresco e bellissimo mercatino natalizio, il primo d’Italia e anche il più completo. Un’esperienza unica, tra profumi di cannella, dolci fatti in casa e vin brulè. Colori vivaci delle tipiche casette di legno e mille luci natalizie. Tanti oggetti dell’artigiano locale e tipici prodotti dell’antica tradizione natalizia di Bolzano. Insomma andare a Bolzano significa vivere un suggestivo natale in diretta, la città intera si veste a festa, con antichi canti natalizi che risuonano nelle strade e animano l’atmosfera unica.

L’Avvento a Bolzano è qualcosa di magico, il mercatino riempie di colori, suoni e profumi non solo le tradizionali casette in piazza Walther ma anche il vicino parco di Natale dove si possono ammirare diversi manufatti artigianali di notevole interesse. Melodie tradizionali, bande folcloristiche, suonatori di corno alpino, gruppi musicali cittadini, oltre 130 concerti lungo le vie del centro storico. Quest’anno il parco di Natale si estende lungo via Isarco, vicino al Duomo, fino al parco dei Cappuccini creando una nuova area dedicata agli

espositori, a pochi passi da piazza Walther. Per i bambini il pittoresco mercatino è un luogo di meraviglie: giostre, trenini elettrici e spettacoli, come il teatro dei burattini e la pista di pattinaggio in piazza del Municipio e ammirare la stella di Natale e salire sulla giostra.

Passeggiate fra le bellissime bancarelle, una gioia per tutti: i ninnoli e le originali ciabattine che pendono dai soffitti, i profumi che si librano nell’aria invernale, i colori delle decorazioni si alternano casetta dopo casetta creando un suggestivo percorso per i piccoli doni che ricordano il Natale.

Poi tanti presepi, numerosi alberi natalizi, luminarie e anche una eccellente gastronomia locale legata all’antica tradizione natalizia, vini e spumanti, prelibatezze, dallo speck ai vini, frittelle al succo di mela, allo strudel.

Inoltre visite guidate per scoprire gli angoli più suggestivi della città. Un'originale novità sarà anche la caratteristica tazza di Natale della Thun, un vero gioiello da collezione, perfetta per vivere la magia delle festività natalizie.

Aiutiamo le aziende più ambiziose a superare gli obiettivi di business e ad incrementare la cultura digitale.

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HOTELS: L’ACCOGLIENZA

ITALIANA SI VESTE DI STILE

R Collection Hotels , prestigioso gruppo alberghiero italiano gestito dalla Famiglia Rocchi, con un portfolio di dieci strutture alberghiere, consolida la sua presenza nel panorama dell’ospitalità sul territorio nazionale in alcune delle più belle e richieste destinazioni italiane tra le località di lago, montagna e mare: sul Lago di Como si posizionano ad oggi a Varenna il Royal Victoria e Villa Cipressi e le due nuove gestioni Casa du Lac a Varenna e Bianca Relais a Oggiono, a Menaggio il Grand Hotel Victoria Concept&Spa, il 5 stelle lusso; in montagna presso la rinomata La Thuile e la prestigiosa Courmayeur il Gruppo ospita il Montana Lodge&Spa e il Grand Hotel Courmayeur MontBlanc, sulla riviera ligure sorge il Grand Hotel Bristol Portofino Coast. A questi si aggiunge l’offerta business nella città di Milano, con le tre strutture Hotel Mentana, City Life Hotel Poliziano e Hotel King.

R Collection Hotels ha portato avanti significativi e strategici investimenti, puntando a rinnovare le proprie strutture per offrire esperienze sempre più esclusive ai propri ospiti. R Collection Hotels si prepara a vivere un 2025 ricco di novità, presentando in anteprima le nuove acquisizioni.

R Collection Hotels prosegue la sua espansione con l’acquisizione e la gestione, a partire dal 2025, del Bianca Relais , un raffinato hotel 5 stelle situato sulle sponde

del Lago di Annone, tra Como e Lecco. Con le sue 10 suites eleganti e spaziose, pensate per offrire un soggiorno all'insegna del comfort e della privacy, il Bianca Relais diventerà una delle gemme del portfolio del gruppo. Tra i punti di forza, la location, ideale per eventi di prestigio, cerimonie intime ed esclusive, grazie alla sua cornice panoramica sul lago.

Il secondo investimento prevede un ampliamento dell’offerta di Varenna, uno dei borghi più affascinanti e richiesti della zona, con un turismo sempre in constante crescita. A partire dal 2025, il gruppo arricchirà la sua presenza con Casa Du Lac, che si affiancherà alle storiche strutture Hotel Royal Victoria e Villa Cipressi , contribuendo a soddisfare la crescente domanda di ospitalità di lusso.

Le richieste sempre più alte hanno portato a includere nuove possibilità di accomodation e di gestione, aggiungendo 12 camere alle 75 già presenti, garantendo una maggiore varietà di soluzioni per gli ospiti.

Casa Du Lac si presenta come una meravigliosa location fronte lago, caratterizzata da camere di varie dimensioni e con un’offerta gastronomica importante, con un ristorante gourmet e una terrazza affacciata sul lago, dove gli ospiti potranno gustare piatti raffinati della cucina locale e internazionale, godendo di una vista unica

Sulla sponda comasca, a Menaggio, il

Grand Hotel Victoria, Menaggio

Grand Hotel Victoria Concept&Spa nel 2024 ha ricevuto 2

Chiavi MICHELIN nella Guida MICHELIN, cinque stelle unico ed eccezionale che garantisce un'esperienza memorabile ad ogni soggiorno. Un hotel di carattere, che unisce fascino e personalità, gestito con grande attenzione. Il Grand Hotel Victoria Concept&Spa riaprirà nella stagione prossima con un rifacimento delle suites, nuove e più ampie dai 120-130mq, per far fronte alla richiesta di family room richieste dagli ospiti internazionali. Un investimento che si aggiunge al recente soft opening del Victoria Beach , lido di Menaggio preso in gestione dall’estate 2024 e che riaprirà la stagione 2025 con un nuovo programma di eventi.

Tra le recenti novità, anche il Grand Hotel Courmayeur MontBlanc e il Montana Lodge&Spa a La Thuile, che ripartiranno per la stagione invernale dai primi di dicembre, per un’esperienza di lusso e benessere nel cuore delle Alpi. Entrato a far parte del prestigioso network Prefered Hotels&Resorts, con l’arrivo della stagione invernale, entrambe le strutture saranno pronte a offrire un'ospitalità impeccabile, rispecchiando i valori fondamentali di R Collection Hotels: attenzione al comfort degli ospiti, eleganza e attenzione nei dettagli e una cura costante della qualità del servizio. Il rinnovamento del Grand Hotel Courmayeur MontBlanc e la continua evoluzione del Montana Lodge & Spa mirano a rafforzare la presenza del gruppo nel settore dell'ospitalità montana di alta gamma.

Sulla costa ligure, il Grand Hotel Bristol , lifestyle hotel cinque stelle, si erge maestosamente nella prestigiosa Portofino Coast, e ha visto l’apertura della recente Marina di Bardi Beach Club, la spiaggia privata dell’hotel, per vivere appieno l’esperienza della “Dolce Vita in Riviera”.

L’apertura nel 2025 porterà tra le novità la ristrutturazione della Royal Suite, rivolta a una clientela sempre più esclusiva. Il Grand Hotel Bristol si distingue per un’esperienza multisensoriale, con la più grande Spa della Liguria, 2.000 metri quadrati che offre un'esperienza di benessere.

Numerosi gli appuntamenti in calendario, che toccheranno l’ambito musicale, artistico e Food&Beverage.

Grand Hotel Bristol, Portofino
Grand Hotel Courmayeur Mont Blanc
Bianca Relais, Oggiono
Villa Cipressi, Varenna
Montana Lodge&Spa, La Thuile

IL VERO LEADER AI TEMPI DELL’IA? TUTTO CUORE E CERVELLO

Nuovo test con decalogo per guidare le imprese

A cura della Redazione

Nel libro “SMART LEADERSHIP CANVAS” dell’influencer Poletti e del professor Ferraris i passi da fare un anno dopo ChatGPT: analisi di Great Place to Work e 20 interviste a Microsoft, Google, Cisco, Siemens, illimity e altre aziende.

Le principali evidenze:

• Intelligenza artificiale: rischio o risorsa per il lavoro? Il 50% delle decisioni manageriali sarà preso con il contributo dell’IA entro i prossimi cinque anni ma il “fattore umano” resta decisivo: l’IA produce opzioni, l’uomo produce senso e valori

• Fiducia nel management e crescita aziendale: le aziende italiane, i cui collaboratori hanno dimostrato maggior fiducia nel management, nei colleghi e nell’organizzazione, sono cresciute negli ultimi 10 anni cumulativamente del 153 per cento contro una media nazionale di appena il 12 per cento

• Il leader del futuro? Le competenze tecniche saranno fondamentali ma non bastano più. Nell’era dell’industria 5.0, il successo di un leader e della sua organizzazione passa dall’evoluzione del saper fare al saper valorizzare, coinvolgere e favorire le relazioni

Il vero leader ai tempi dell’intelligenza artificiale? Deve avere

cuore e cervello, il primo per prendersi cura delle persone, il secondo per raggiungere gli obiettivi di business promuovendo un impatto positivo sulla società.

In un contesto in cui, entro i prossimi 5 anni, il 50% delle decisioni manageriali sarà preso in collaborazione con l’IA , sono queste le fondamenta del “test del cuore e del cervello” per i capi articolato in dieci passaggi, proposto da Filippo Poletti, giornalista professionista e top voice di LinkedIn, e da Alberto Ferraris , professore ordinario in economia e gestione delle imprese. Il tutto a 365 giorni dal lancio di ChatGPT, che in soli cinque giorni registrò cinque milioni di utenti e a novembre è arrivato a superare i 180 milioni di iscritti.

Il “test del cuore e del cervello” individua le caratteristiche del nuovo leader : una figura con ruolo decisionale che deve saper integrare il lavoro degli uomini con quello dell’intelligenza artificiale, superando la competizione paventata negli ultimi 365 giorni dopo l’arrivo di ChatGPT e promuovendo la collaborazione trasparente e responsabile.

Chi ha responsabilità deve saper, inoltre, individuare il livello di urgenza e il grado di importanza della collaborazione da attivare

in modo veloce, nella consapevolezza che l’automazione di alcune attività può permettere di concentrarsi su compiti più strategici e ad alto valore aggiunto.

Altrettanto fondamentale è la capacità del leader di orientarsi alle persone e ai risultati: in quest’ottica sa coinvolgere i collaboratori per valorizzarli e non sostituirli, sviluppare relazioni positive, favorire il benessere in azienda, promuovere l’innovazione, prendere le decisioni e realizzare gli obiettivi fondamentali nel rispetto delle regole e dell’etica professionale.

Il decalogo del leader di cuore e cervello si completa con la capacità di individuare gli ostacoli e di agire con rapidità: nella prima c’è l’allineamento dei collaboratori che possono accusare ansia e paura nei confronti dello sviluppo tecnologico, l’adozione di nuove modalità di lavoro basate su un approccio guidato dai dati, l’adeguamento alle nuove normative nazionali e sovranazionali che saranno emanate, la gestione oculata delle risorse finanziarie per far fronte agli investimenti necessari e, infine, la gestione dell’integrità e della sicurezza dei dati utilizzati. Nella seconda, ovvero le azioni da compiere, rientrano il sapere promuovere una cultura inclusiva, rivedere e aggiornare i processi e le procedure, e adottare un approccio olistico alla gestione dei dati, garantendone la qualità e la sicurezza.

Le competenze del leader efficace ai tempi dell’intelligenza artificiale sono un mix unico e in continua evoluzione. Punto fondamentale è l’acquisizione e lo sviluppo, da parte del leader, di un ampio spettro o “range” di competenze, da quelle più tecniche e “dure”, come le competenze specialistiche, la capacità decisionale e il saper affrontare i compiti con un focus anche di breve e lungo periodo, a quelle “trasversali” come l’umiltà, l’adattabilità e la capacità di creare vision ed engagement e, non meno importante, il rigore etico essenziale ai tempi dell’utilizzo esaustivo dei dati da parte dell’intelligenza artificiale. Il leader dovrà essere in grado, inoltre, di accompagnare la crescita e di occuparsi della sicurezza psicologica dei propri collaboratori, agendo da vero e proprio “coach”. In questo contesto, attraverso la sua capacità di identificare i cambiamenti necessari, dovrà riuscire a coinvolgere i collaboratori, nel processo di realizzazione, organizzando al meglio il lavoro ibrido e fornendo feedback e forward costanti.

20 “SFUMATURE” DI LEADERSHIP: MICROSOFT, GOOGLE, CISCO, ILLIMITY E SCALAPAY

La collaborazione tra intelligenza umana e artificiale stimola tante letture da parte dei leader coinvolti nel libro e con formazione differente. È qui che emergono venti “sfumature” della leadership: c’è, ad esempio, “la leadership della prosperità” raccontata da Vicenzo Esposito, CEO di Microsoft Italia, così come “la leadership coraggiosa” presentata da Melissa Ferretti Peretti , CEO di Google Italia , “la leadership inclusiva” tratteggiata da Agostino Santoni, vicepresidente di Cisco Sud Europa e vicepresidente di Confindustria con delega al digitale, “la leadership agile” indicata da Floriano Masoero, CEO di Siemens Italia, “la leadership utile”

suggerita da Corrado Passera , CEO di illimity, e “la leadership condivisa” su cui riflette Cristina Zucchetti di Zucchetti Group

IL DECALOGO DEL LEADER AI TEMPI DELL’INTELLIGENZA

ARTIFICIALE

Stiamo quindi progressivamente passando a una figura di leader poliedrico, che deve avere capacità e competenze commisurate con l’evoluzione della tecnologia, a garanzia di un operato che unisca l’efficacia dell’IA al valore inestimabile del talento umano.

1. Sa integrare il lavoro fatto dalle persone con quello dell’intelligenza artificiale

2. Sa individuare il livello di urgenza della collaborazione personeintelligenza artificiale

3. Sa stabilire il grado di importanza della collaborazione persone-intelligenza artificiale

4. Sa coinvolgere i collaboratori per valorizzarli e non per sostituirli

5. Sa sviluppare relazioni positive con i collaboratori

6. Sa favorire il benessere dei collaboratori

7. Sa promuovere l’innovazione in azienda

8. Sa prendere le decisioni necessarie per sviluppare il business aziendale

9. Sa realizzare gli obiettivi aziendali nel rispetto delle regole e dell’etica professionale

10. Sa individuare gli ostacoli e agire con rapidità

L’IDEATORE E AUTORE FILIPPO POLETTI

Top voice di LinkedIn con executive MBA al Politecnico di Milano, dal 2017 cura su LinkedIn una rubrica quotidiana dedicata al lavoro. È stato inserito da WikiMilano tra i protagonisti della vita metropolitana. Speaker, formatore e giornalista professionista ha scritto per oltre 30 testate nazionali come il Corriere della Sera. Tra i suoi i libri Tempo di IoP: Intranet of People, Grammatica del nuovo mondo, MBA Power: innovare alla ricerca del proprio purpose e Ucraina: grammatica dell'inferno.

IL CO-AUTORE ALBERTO FERRARIS

Ph.D. in business management, è professore ordinario in economia e gestione delle imprese all’Università di Torino. È docente dei corsi di Innovation management e digital transformation e Performance management e leadership presso l'Università di Torino ed è autore di diversi libri e di oltre un centinaio di pubblicazioni di carattere scientifico a livello internazionale. È membro dell’advisory board dell’Osservatorio HR Zucchetti e collabora con diverse aziende a livello nazionale.

LA MENTE NEL FUTURO

Creatività, connessione, resilienza:

le abilità per prosperare nell’era dell’incertezza

A cura della Redazione

Dall’autore del best seller “Fai fiorire la tua vita”, una riflessione nuova e profonda per prosperare nel lavoro e ritrovare il proprio benessere psicologico.

L’era che stiamo vivendo ci sta mettendo alla prova con sfide nuove, caratterizzate da stravolgimenti economici, guerre, pandemia, tossicità degli ambienti lavorativi e radicali trasformazioni tecnologiche.

Certo, non è la prima volta che la nostra specie deve adattarsi a delle rilevanti novità che riguardano il mondo del lavoro. Ma oggi il cambiamento è sempre più veloce, e dobbiamo farci trovare pronti.

Il futuro del lavoro cambierà il business per come lo conosciamo: ma come ci cambierà? Come potremo assicurarci di uscirne bene? La mente nel futuro di Martin Seligman e Gabriella Rosen Kellerman si rivolge ai dipendenti, ai manager, agli imprenditori, a collaboratori e liberi professionisti invitandoli a riflettere sul mondo del lavoro di oggi.

Il nostro cervello si è evoluto nel corso di milioni di anni in relazione a un tipo specifico di lavoro, quello che i nostri antenati conoscevano meglio: cacciare, pescare e raccogliere. La ricerca del cibo è ancora il lavoro per cui il nostro cervello è più adatto, con una giornata lavorativa estesa per cinque ore, una vita in comune, l’esplorazione creativa di nuovi territori e anche la connessione con la natura. Tuttavia, intorno a quello stesso cervello ha messo a punto tecnologie e sviluppato strutture che hanno prodotto diverse trasformazioni del lavoro: dalla ricerca del cibo all’agricoltura, dall’industrializzazione alla tecnologia. Ogni successiva trasformazione è stata conquistata pagando un prezzo, dal punto di vista umano, davvero straziante. Perché, in quanto specie, abbiamo finito per dedicarci a forme di lavoro tanto aliene? Forme di lavoro che sono così contrarie alle nostre capacità innate, che il fatto di perseguirle ha esposto gli esseri umani a serie difficoltà? La maggiore produttività collettiva e la sofisticazione tecnologica sono state le ricompense sul piano sociale. Tuttavia, mentre delineano un futuro vivo, presente,

tutto intorno a noi, minacciano il nostro benessere secondo modalità nuove e inaspettate.

Stiamo perdendo posti di lavoro due volte più velocemente rispetto al culmine dell’industrializzazione. Secondo una stima, entro il 2030 ottocento milioni di lavoratori in tutto il mondo vedranno i loro posti di lavoro sostituiti dall’automazione. Nello stesso periodo ben l’80 per cento di noi vedrà i propri salari ridotti, sempre a causa dell’automazione. La disoccupazione da sola incrementa il nostro rischio di infarto del 35 per cento e, insieme all’instabilità lavorativa, aumenta i tassi che riguardano quasi tutte le principali categorie associate al disagio psicologico come depressione, ansia e abuso di sostanze, incrementati anche da una crescente solitudine generale. Questo modo di lavorare non si esaurirà a breve, eppure, non siamo condannati. Non possiamo fermare il cambiamento, spiegano gli autori, ma possiamo fare attenzione a non finire per esserne le vittime. Forse il risultato più umano e trasformativo, nel corso delle decine di migliaia di anni di esistenza del nostro cervello, è la conoscenza di come adattarsi psicologicamente a condizioni disumane che noi stessi abbiamo prodotto. Certo, le soluzioni non sono semplici, però sono efficaci: ognuno di noi, come individuo, può incrementare determinate caratteristiche che costituiscono il mindset che ci permette di esprimere il nostro potenziale:

1. La prospezione, la meta-abilità che ci posiziona innanzi al cambiamento.

2. La resilienza e agilità cognitiva, il fondamento della prosperità che si compie attraverso il cambiamento.

3. L’innovazione e la creatività, il nostro dono, tipicamente umano, tornato a essere rilevante negli ambienti di lavoro dopo il declino del modello produttivo associato alla catena di montaggio.

4. Il significato e l’attribuzione di importanza: la motivazione che ci spinge avanti.

5. I rapporti rapidi per costruire il rapporto sociale: la connessione sociale gestita di cui abbiamo bisogno per prosperare.

Come dei “superpoteri”, diventeranno gli unici da utilizzare per muoversi in acque impetuose, preservare l’equilibrio e la concentrazione, smettendo di sentirci “affamati di tempo”. E se è vero che le scienze comportamentali ci offrono un’ancora di salvezza nel caos, è vero anche che da sole non bastano. Per accedere a vite più piacevoli e soddisfatte, nella vita privata e professionale, e riconnetterci veramente con le nostre capacità più umane e creative, abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Come colleghi, come amici, come leader.

Abbiamo bisogno di sentire che siamo importanti e dobbiamo essere in grado di ridefinire quel senso di importanza frequentemente, a mano a mano che i nostri ruoli cambiano. L’importanza è quella componente di significato che ci permette

di spiegare a noi stessi perché è rilevante svegliarsi ogni giorno e fare il nostro lavoro. Alimenta la nostra felicità, la nostra produttività, la nostra capacità di resistere alle difficoltà. Abbiamo bisogno, vicendevolmente, l’uno dell’altro. Per sentirci bene, per stare bene, per vivere bene. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro per avere successo sia sul piano personale che dal punto di vista professionale. Abbiamo bisogno di capire che la percezione di non avere tempo da dedicare all’altro è erronea, frutto dell’evoluzione del lavoro contemporaneo, veloce, pretenzioso, sempre meno stimolante.

MARTIN SELIGMAN

È il padre della psicologia positiva ed è stato nominato lo psicologo più influente al mondo da Academic Influence. È autore e co-autore di oltre trenta libri, tra cui il best seller internazionale Fai fiorire la tua vita. È professore all’Università della Pennsylvania, direttore del Positive Psychology Center ed ex presidente dell’American Psychological Association. Ha all’attivo decine e decine di pubblicazioni accademiche e i suoi lavori sono stati citati sulle maggiori testate internazionali. Nell’arco della sua straordinaria carriera gli sono state conferite dieci lauree honoris causa.

GABRIELLA ROSEN KELLERMAN

È un’esperta di psicologia e benessere organizzativo. È stata chief product officer e chief innovation officer per BetterUp e CEO e founder di LifeLink e consulente per aziende nell’ambito della salute e del cambiamento comportamentale. I suoi lavori sono stati pubblicati su The Atlantic, Harvard Business Review, Forbes e molte altre testate.

OUTLET & MORE

Mondadori Store , il più esteso network di librerie in Italia, ha aperto una libreria a Scalo Milano Outlet & More all'interno del nuovo hub del centro commerciale. La nuova area - disegnata e progettata dallo studio di architettura Design International - è frutto di un ampliamento dell’outlet in seguito a un progetto di riqualificazione urbana: si struttura su tre livelli dove vengono accolti alcuni tra i più importanti brand del panorama italiano e internazionale. Tra questi un Mondadori Bookstore che arricchisce così l’offerta di Scalo Milano Outlet & More con un luogo dedicato al mondo dei libri e all’intrattenimento La nuova libreria va ad ampliare la già estesa rete di Mondadori Store presente sul territorio, in linea con la strategia del network di diffondere la cultura e di promuovere la lettura , creando un punto di incontro interattivo e un vero e proprio presidio culturale in uno spazio commerciale. Il nuovo Mondadori Bookstore si estende su 300 metri quadrati e offre una selezione di 15.000 titoli , dai grandi classici ai best sellers , tra narrativa, saggistica e varia. Una particolare attenzione è rivolta ai lettori più giovani con il format We are Junior, che include giochi didattici e libri illustrati per stimolare la loro fantasia con le storie più curiose e il reparto dedicato al fenomeno dei manga e dei fumetti Just Comic . Ad ampliare l’offerta dello store sono presenti anche aree dedicate ai #BookTok per le nuove generazioni di lettori, oltre a quelle riservate a cartoleria, giocattoli e gift card . La libreria di Scalo Milano Outlet & More è a servizio dei lettori anche online : i clienti troveranno informazioni e novità sulle pagine Facebook e Instagram. Inoltre, potranno entrare in contatto con la libreria attraverso i servizi digitali di Mondadoristore.it per verificare la disponibilità di un libro, ordinarlo e ritirarlo in negozio, scegliendo da un catalogo di oltre 1 milione di titoli.

BROOKLYN FITBOXING: IL SEGRETO DELLE PALESTRE SPAGNOLE CHE STANNO CONQUISTANDO ANCHE L’ITALIA

Brooklyn Fitboxing celebra per la prima volta la sua convention annuale fuori dalla Spagna e lo fa in uno dei Paesi più strategici per la crescita del business: l’Italia, e in particolare Milano, dove negli ultimi due anni sono stati aperti una decina di club. Con più di 230 club attivi a oggi, la catena del fitness nata a Madrid nel 2014 si sta ormai espandendo in tutto il mondo e conta di chiudere il 2024 con 45 nuove aperture (40% in più rispetto all'anno precedente) e un fatturato che punta ai 50 milioni di euro (10 in più rispetto al 2023). In coincidenza con il suo decimo anniversario, i club Brooklyn Fitboxing stanno vivendo un momento di forte espansione globale e sono ormai diventati un punto di riferimento nel mondo del fitness grazie alla diffusione della fitboxing, o boxe senza contatto. Solo nel 2024, la catena ha già portato a compimento 24 aperture, di cui il 60% corrisponde a nuove sedi in Italia, Germania, Francia, Portogallo e Messico. In Italia al momento sono già 14 i club Brooklyn Fitboxing attivi: di questi, ben 10 si trovano nell'area metropolitana di Milano, altri quattro sono a Genova, Chiavari, Alessandria e Roma. L’intento dell’azienda è di raggiungere 80 club nel mercato italiano entro il 2027, un traguardo all’interno di un piano di business che mira a raggiungere 500 unità in tutto il mondo nel giro di 3 anni. Con un sistema di allenamento HIIT, che prevede sessioni di 47 minuti che alternano colpi al sacco a ritmo di musica ed esercizi funzionali, attualmente Brooklyn Fitboxing coinvolge una community di 65.000 utenti in tutto il mondo che scelgono questo modello di fitness perché è estremamente divertente e apporta benefici non solo fisici per il corpo, ma anche sul miglioramento della salute mentale, tema molto a cure all’azienda che, nel 2019, ha creato la Fondazione Hit4Change che investe l'1% dei profitti mensili delle sue palestre in tutto il mondo per sostenere diversi progetti sociali. Attualmente Brooklyn Fitboxing opera in otto mercati: oltre a Spagna e Italia , ci sono Germania e Francia , Messico , Portogallo e Argentina. Nei prossimi mesi ci sarà anche l'arrivo in Brasile , mentre si stanno valutando nuovi territori da raggiungere.

ANYTIME FITNESS, LA CATENA DI FITNESS IN FRANCHISING PIÙ GRANDE AL MONDO

Ha raggiunto il traguardo di 50 club aperti in Italia Anytime Fitness, il più grande franchising al mondo del settore e l’unico presente in tutti i continenti, noto per garantire all’interno delle proprie palestre un servizio d'eccezione per 365 giorni all’anno, Pasqua e Natale compresi. Sbarcato in Italia soltanto nel 2016, il franchise statunitense ha infatti inaugurato con la recente apertura della sua seconda palestra a Bergamo - in Via Andrea Fantoni 1/B - il suo 50esimo club all’interno del Paese , annunciando ambiziosi progetti per il futuro. La storia del brand in Italia ha infatti inizio nel 2016 grazie ad un imprenditore italo australiano che, intravedendo nel franchise fondato nel 2002 negli Stati Uniti un grande potenziale di sviluppo, decide di acquistare la licenza per distribuire il marchio Anytime Fitness nella Penisola. Da allora, la crescita del marchio all’interno del Paese non si è mai arrestata, e dopo un iniziale concentrazione dello sviluppo sulle aree di Roma e Milano , l’attenzione del franchising si è spostata su scala nazionale, arrivando a presidiare con uno o più club la maggior parte delle regioni italiane. Raggiunto il traguardo dei 50 club in Italia, però, Anytime Fitness guarda ora al suo sviluppo futuro sul territorio nazionale. Il brand, che all’interno del Paese ha già all’attivo 50mila iscritti e mira a chiudere il 2024 con un volume d’affari generato di oltre 35 milioni di euro (nel 2023 lo stesso dato era già superiore ai 30 milioni), punta adesso a svilupparsi ulteriormente all’interno della Penisola, raggiungendo l’obiettivo di 60 club entro la fine del 2024 . Il proposito più sfidante del franchise, tuttavia, rimane quello a lungo termine, che punta ad arrivare a 400 club sul territorio italiano nei prossimi 10 anni

NUOVA APERTURA NAU! NEL CENTRO STORICO DI RAVENNA

Dal 2005 NAU! è un’azienda tutta italiana fatta di passione per gli occhiali belli, colorati e fatti bene. Occhiali comodi, occhiali che stanno bene e fanno vedere bene . Occhiali che dalla produzione arrivano direttamente nei negozi per garantire grande qualità a prezzi sempre facili e trasparenti. Da sempre NAU! lavora all’interno di una genuina attitudine alla sostenibilità Economica, Sociale e Ambientale e ogni anno almeno il 10% degli utili viene investito in progetti a tutela di Ambiente e Persone, “Perché che senso ha vederci bene se ciò che ci circonda non sta fiorendo?” dicono in NAU!. Per inaugurare il nuovo negozio in via Cavour 27, non sono state organizzate feste e rinfreschi ma l’azienda ha preferito donare il pane alla mensa dei poveri di Ravenna per tutta l’estate.

DOPPIO MALTO PRESENTA SUPER BLANCHE, LA NUOVA BIRRA IN EDIZIONE LIMITATA

Super Blanche , la nuova birra “belga” è il frutto di una collaborazione tra Doppio Malto , birrificio artigianale con oltre 50 ristoranti, Mr. Malt® , riferimento per tutti gli appassionati della produzione di birra, e Fermentis , leader europeo nella produzione di lieviti per birre e vini, i tre brand che la birra la fanno, la pensano, la vivono e la inventano. Arriva infatti per i clienti Doppio Malto in tutti i locali in Italia e in Francia il sapore freschissimo della Super Blanche. Una nuova birra, disponibile in edizione limitata sia alla spina che in bottiglia da 33cl, che pur perfettamente in linea con lo stile belga si annuncia con un’amabilità più marcata, sottolineata dall’aspetto opalescente e da una schiuma bianca , fine e compatta

Un altro tratto di differenza e unicità è l’impiego, in anteprima per l’Italia e in collaborazione con Fermentis, del lievito SafAle tm BW-20 con il suo importante contributo aromatico: esteri (banana e pesca) e fenoli (chiodo di garofano e pepe rosa) enfatizzano i sentori agrumati e speziati delle bucce di bergamotto calabrese impiegate a fine bollitura insieme al coriandolo in grani. In bocca la birra presenta un equilibrio perfetto tra dolce e acidulo, amaro appena percettibile come anche la sensazione di warming alcolico. Fresca sensazione citrica retronasale della speziatura di coriandolo e bergamotto. Convivialità, qualità, gusto e dunque felicità: questi i valori racchiusi in Doppio Malto, birrificio artigianale e catena di ristorazione italiana. Doppio Malto è infatti un format in cui la birra di produzione propria è al centro della scena insieme ad un'offerta gastronomica semplice e genuina. Il marchio conta oltre 50 locali tra Italia e Francia e l’espansione continua con nuove aperture in programma sia all’estero che in Italia. Le birre di Doppio Malto sono tutte prodotte nel birrificio di Iglesias, Sardegna, che ha una capacità produttiva di oltre cinque milioni di litri.

PROSSIMA FERMATA ROMA TERMINI PER TOSCA - ECCELLENZE TOSCANE

TOSCA – Eccellenze Toscane arriva a Roma e si insedia nella stazione di Roma Termini . Il nuovo locale apre grazie alla partnership con SSP France Belgique Luxembourg Italie leader internazionale della ristorazione nel canale travel, e Grandi Stazioni Retail a pochi mesi di distanza dal precedente punto vendita aperto nella stazione di Porta Nuova a Torino. La proposta gastronomica di TOSCA gira tutta intorno all’autentica “schiaccia” toscana , farcita con materie prime selezionate in collaborazione con i Consorzi di Tutela della regione, nota in tutto il mondo per le sue eccellenze gastronomiche. Il pezzo forte è la rinomata focaccia bassa, calda, fragrante e croccante. Realizzata con uno speciale mix di farine macinate con biga naturale e con una lievitazione di oltre 16ore, la schiacciata di TOSCA viene farcita con una selezione eccellente di formaggi e salumi della tradizione toscana, garantiti dai principali consorzi DOP e IGP: Prosciutto Toscano DOP, Pecorino Toscano DOP, Finocchiona IGP, Mortadella di Prato IGP. Con un’affluenza di oltre 500.000 visite al giorno, la stazione di Roma Termini, i cui spazi commerciali e pubblicitari sono gestiti da Grandi Stazioni Retail, rappresenta un importante snodo del trasporto urbano, nazionale e internazionale, che giunge nella Città Eterna o vi transita proveniente o di passaggio verso altre mete. Una vetrina strategica per il giovane brand, che con la sua schiaccia propone nella location situata proprio davanti ai binari un’alternativa tanto veloce quanto sfiziosa e appagante al pranzo, alla cena, allo spuntino e anche alla colazione, con alcune proposte di farcitura dolce.

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EDICOLA GRAPPOLI

Piazzale Loreto, 7 - 20131 Milano

Cell: 347 4671845

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Piazza Duomo, 21 - 20123 Milano

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Piazza Fontana ang. Via Larga - 20122 Milano

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Viale Lunigiana, 1 - 20125 Milano

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CÀ SAGREDO HOTEL

Campo Santa Sofia, 4198/99 - 30121 Venezia

Tel: 041 2413111

E mail: info@casagredohotel.com

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Via Alessio di Tocqueville, 7/D - 20154 Milano

Tel: 02 62071

E mail: info@tocq.it

Hotel Dei Cavalieri Milano Duomo Piazza Giuseppe Missori, 1 - 20123

Hotel The Square Milano Duomo Via Alberico Albricci, 2-4 - 20122 Milano

The Roof Bar & Restaurant Piazza Giuseppe Missori, 1 - 20123

Hotel Monna Lisa

Borgo Pinti, 27 - 50121 Firenze

Hotel Dei Cavalieri Caserta La Reggia Piazza Luigi Vanvitelli, 12 - 81100 Caserta

www.deicavaliericollection.com

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