BeLeaf Magazine - October 2021

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Data di prima immissione in edicola 11 ottobre 2021

2,00 EURO

C A N A P A E C U L T U R A - N. 22 - OTTOBRE/DICEMBRE 2021 - BELEAFMAGAZINE.IT

Siamo tanti LA GRANDE ONDA ANTIPROIBIZIONISTA HA ROTTO GLI ARGINI: LA POLITICA NON PUÒ PIÙ VOLTARSI DALL’ALTRA PARTE Sondaggio esclusivo Gli italiani vogliono la legalizzazione

Alla Camera

Votato il testo base sulla coltivazione domestica

Buone notizie

Nel 2022 il grande ritorno di Canapa Mundi


Nuovo

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BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

CANNABIS MAGAZINE Be Leaf Canapa e cultura Anno 6 – 2021 Be Leaf Magazine è una pubblicazione Mediapop Srls Via Siria, 24 – 00179 – Roma Registrazione al Tribunale di Roma N. 122 del 11-07-2016 Iscrizione nel Registro degli Operatori della Comunicazione n. 32686 Direttore Responsabile: Stefano Cagelli Direttore Editoriale: Stefano Minnucci

3

6

Il sondaggio Gli italiani vogliono la legalizzazione della cannabis

9

Campagna referendaria Un referendum per togliere lo stigma

Coordinatore editoriale: Agnese Rapicetta Redazione Teresa Della Pieve, Cristina Talerico, Marta Lispi Assistenza Legale: Avv. Aldo Baldaccini Collaboratori: Leonardo Fiorentini Stefano Armanasco Barbara Bonvicini Riccardo Giorgio Frega Funkyo Green Born Identity Cristina Anedda Dominik Marko Emanuele Bertea Giampaolo Mazzuca Matteo Mantovani Simone Fagherazzi Cinzia Colosimo Ingrid Sept Lasser Liza Binelli Francesco Colonia Cinzia Lerzi

19 10

Lotta antiproibizionista Cannabis, siamo davvero al punto di svolta?

10

Lotta antiproibizionista Intervista doppia a Riccardo Magi e Caterina Licatini, autori del testo base “4 piante”

La canapa che si mostra CANAPA MUNDI 2022 A Roma dall’11 al 13 febbraio Ripensiamo il mondo ritrovandoci in sicurezza

20

Diario di un grower italiano Meteo, patologie fungine e bruchi. Ecco come difendere le nostre amate piante

22

Strain story Ayahuasca Purple: la massima stravaganza Indica

25

Promo news La torba: tipologie e caratteristiche

13

Antiproibizionisti uniti Un Referendum che parte “dal basso”

26

Coltivazione Come identificare e curare lo stress da calore della cannabis

28

Fitocomplessi e nuove interazioni Cannabigerolo, questo sconosciuto: il Fitocannabinoide per depurare l’organismo

Progetto grafico: Patrizio Bagazzini Distribuzione edicole: ME.PE. distribuzione Stampato presso: CataPrint di Arti Grafiche Boccia Spa

16

Dentro la notizia Il “Rave del Valentano” e l’analfabetismo dei media italiani

29

Imprenditor* cannabici Cannabis sempre più al femminile: così è nata Miss Joint



Per un quadro più dettagliato di metodologie, contenuti e riferimenti bibliografici: https://www.cmcc.it/it/analisi-del-rischio-2021

Analisi sintetica delle conoscenze più aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, con riferimento a temperature e precipitazioni

PRECIPITAZIONI

TEMPERATURE

Piano Gestione Rischio Alluvioni:

Ambiente urbano si scalda più delle aree circostanti

Isola di calore urbano

CANAPA MAGAZINE

città all’interno di

Area a rischio significativo

BOLOGNA

in città T min +3,5°C rispetto ad aree rurali

BOLOGNA: oltre 50%

aree comunali con risposta idrologica “scarsa” o “molto scarsa” Tendenza

1951- 2011

Aumento temperatura soprattutto in estate

T. MAX +1,7°C

2018

rispetto a 1971-2000

Popolazione più vulnerabile: anziani

Rischio diversificato su base sociale

55

MA Rete di drenaggio Protegge da rischio idraulico

Notti molto calde: +28 circa in estate BOLOGNA: rischio molto basso

Poche aree soggette a rischio idraulico

Aggravarsi eventi estremi di precipitazione

Rispetto ad altri contesti considerati: Milano, Padova, Torino, Roma, Firenze

PROIEZIONI CLIMATICHE per il futuro ci si aspetta:

Mortalità + 3,2% con T superiore a + 1°C rispetto alla temperatura minima di mortalità

Aumento in frequenza e intensità episodi di allagamento

Global warming Climate change, scacco matto alle città italiane

31

Standard e qualità Cannabis Terapeutica: tutto sugli attuali metodi estrattivi

37

Curarsi con la cannabis Cannabinoidi: come conservare correttamente la tua terapia

48

Mercati in espansione Storia ed evoluzione della cannabis medica in Colombia

50

Cannabis nel mondo Il pasticcio dell’Australia sulla cannabis terapeutica Cannabis e salute Il fronte della cannabis medica si amplia: anche Panama ha deciso di legalizzarla

53

Cannabis e sport Snoop Dogg: “La cannabis dovrebbe sostituire i farmaci nello sport”

Cannabis e ricerca Adolescenti e cannabis: davvero la depenalizzazione aumenta il consumo?

41

Libri e cannabis Cannabis e Uomo, un rapporto a 360 gradi

58

Agricoltura green e pink Le donne della canapa: la storia di Paola

60 63

Storia della canapa Tessere il filo della vita Ambiente Flora e fauna a rischio: perché in Italia si fa troppo poco per il nostro territorio

42

Curarsi con la cannabis Ricetta materializzata e prescrizione di cannabis

43

Cannabis terapeutica Dal congresso del SIRCA un’Italia a due marce

44

Cannabis e sicurezza Cannabis e guida sicura, facciamo chiarezza

45

Cannabis e salute Qual è il vettore migliore per assumere CBD?

46

La guida di Cannabiscienza Varietà di cannabis terapeutica: FM2

Sito web: www.beleafmagazine.it Email: info@beleafmagazine.it Facebook: www.facebook.com/ BeLeafMagazine Instagram: www.Instagram.com/ beleafmagazine Twitter: www.twitter.com/BeLeafMagazine

51

38

Pubblicità: adv@beleafmagazine.it

64

Mobilità e innovazione Crescita felice: l’industria della bicicletta vale 9 miliardi di euro

65

Cultura e lettura “Il rider” di Aldo Lado: un romanzo giallo profondamente attuale

BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

BOLOGNA / MILANO / NAPOLI / ROMA / TORINO / VENEZIA

Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane.

Bologna e gli IMPATTI connessi ai CAMBIAMENTI CLIMATICI

Distribuzione: distribuzione@beleafmagazine.it Abbonamenti: abbonamenti@beleafmagazine.it Ufficio stampa: ufficiostampa@beleafmagazine.it DISCLAIMER La redazione di BeLeaf e i suoi collaboratori non intendono in alcun modo incentivare nessuna condotta vietata dalla legge nei Paesi in cui la rivista viene distribuita. Tutte le informazioni contenute sono da intendersi solo ai fini di una più ampia cultura generale. La redazione non è in nessun modo responsabile di un eventuale uso improprio delle informazioni contenute nella rivista. Sia il possesso che la coltivazione di Cannabis in Italia sono vietati dalla legge. BeLeaf Magazine non è responsabile dei contenuti e dei prodotti presenti sulle pubblicità all’interno della rivista. COPYRIGHT I contenuti di questa pubblicazione possono essere liberamente riprodotti escludendo in qualsiasi modo i fini commerciali. In caso di riproduzione dei contenuti va obbligatoriamente citata la fonte completa di sito web: BeLeaf - Canapa e Cultura Beleafmagazine.it. SPONSOR 2 Barney’s - 4 Indoorline - 8 Ministry 12 Dutch Trimming 14,15 Canapando - 18 Rewell 24 Centofuochi 30 Chacruna - 32 PQE 36 Buddha Seeds - 40 Hemphilia 52 Spumoni - 54 Erba del Chianti 62 Hemporium - 67 Dutch Passion 68 Canna

5


BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

IL CORSA SONDAGGIO ALL’ORO “VERDE”

Cannabis: 3 italiani su 10 affermano di essere ben informati sull’argomento Quanto ritiene di essere informato sul tema della cannabis? No, non sono informato

Sì, sono informato sull’argomento

19

Gli italiani vogliono la legalizzazione della cannabis Stefano Cagelli

C

331

ome sappiamo e come sapete bene, oggi come oggi la questione relativa alla possibilità di evolvere in materia di regolamentazione delle droghe leggere in Italia è tornata prepotentemente alla ribalta. Prima con l’approvazione di un testo base sulla cannabis – che comprende una parte molto importante sulla coltivazione domestica – da parte della Commissione Giustizia della Camera dei deputaSì, ma sono solo ti, e poi, soprattutto, con la campagna di raccolta firme per il vagamente informato referendum sulla legalizzazione della cannabis. Campagna che in pochissimi Autocollocazione politica Scolarità Elettorato giorni ha raggiunto e superato la quota Elettori Elettori Elettori Elettori Elettori Centro Centro Nessuna Non TOTALE Centro Laureati delle 500mila firme richieste dalla legge. Lega FDI PD M5S Altro destra sinistra area laureati Di nuovo, come sappiamo e come sapete, sì, sono informato 31 35 31 34 38 44 33 30 40 25 29 43 sull'argomento legalizzazione, liberalizzazione, regolamensì, ma sono solo vagamente tazione, depenalizzazione delle droghe 50 50 55 54 55 42 52 55 48 52 51 47 informato leggere e della cannabis in particolare no, non sono informato 19 15 14 12 7 14 15 15 12 23 20 10 sono temi ben presenti in tutto il mondo, non solo in Italia, dove, lo ricordiamo, esiste già una legislazione avanzata dal punto di vista dell’utilizzo L’opinione pubblica si dimostra combattuta di cannabis a scopo terapeutico. Ebbene, negli ultimi anni, il ma prevale il disaccordo con l’attuale legge mercato della cannabis legale è cresciuto enormemente Ad oggi anche chi coltiva cannabis solamente per uso personale rischia il carcere in tutto il mondo, soprattutto dopo che Paesi come Canada e fino a 6 anni di reclusione. Uruguay hanno legalizzato anche l’uso ricreativo, così come molti Quanto è d'accordo con l'attuale legge in vigore? stati americani, a partire da Colorado, California e, per ultimo, lo stato di New York. Del tutto Del tutto Dove si è legalizzato che cosa è successo? Potremmo riassumerlo d’accordo in disaccordo così: si sono tolte risorse e ossigeno alle organizzazioni criminali, si è data una grande spinta alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro, si è garantita sicurezza e legalità. Il tutto, senza che aumentasse il consumo. Dove si è legalizzato, nessuno se ne è pentito, anzi, è successo esattamente il contrario. 61 E così, per esempio, proprio negli Stati Uniti è ora al vaglio una tra i legge federale che va proprio nella direzione di una legalizzazio18-34enni ne a livello nazionale, il More Act. E proprio negli Stati Uniti, ormai, i sondaggi fotografano una situazione ben definita, con quasi il 70% dei cittadini americani favorevoli alla legalizzazione. Più d’accordo Più in disaccordo che in disaccordo Di qui l’idea, insieme a Meglio Legale, di chiedere ad uno degli che d’accordo istituti di rilevazione demoscopica più importanti d’Italia, SWG, di produrre un’indagine su quale sia la posizione degli italiani su I principali oppositori alla legge attuale si trovano questo: sulla legalizzazione, sull’autocoltivazione, sul grado di cotra i laureati e tra gli elettori PD e centro-sinistra noscenza e di informazione che gli stessi Livello di informazione sulla Cannabis Scolarità italiani sentono di avere in materia. Ecco Bene Vagamente Non informati Non laureati Laureati TOTALE quali sono stati i risultati di questa indagiinformati informati del tutto d'accordo 20 26 15 25 20 19 ne, realizzata anche grazie al contributo di più d'accordo che in disaccordo 24 15 26 34 24 19 JointToYou. % D’ACCORDO 44 41 41 59 44 38 Il 58% degli italiani è a favore della lepiù in disaccordo che d'accordo 28 20 34 27 29 29 galizzazione della cannabis. Per il 79% del tutto in disaccordo 28 39 25 14 27 33 % DISACCORDO 56 59 59 41 56 62 di chi è a favore, legalizzare vuol dire toglieElettorato Autocollocazione politica re mercato alla criminalità organizzata. Tra Elettori Elettori Elettori Elettori Elettori Centro Centro Nessuna le motivazioni che spingono i sostenitori Centro TOTALE Lega FDI PD M5S Altro destra sinistra area del sì c’è anche il “rendere più sicuro la sodel tutto d'accordo 20 29 34 15 16 15 32 19 11 17 stanza usata” (41%) e il “rendere più libero più d'accordo che in disaccordo 24 24 25 16 24 22 28 35 14 25 e consapevole il consumo” (31%). % D’ACCORDO 44 53 59 31 40 37 60 54 25 42 più in disaccordo che d'accordo 28 28 23 29 28 30 21 33 35 26 In Italia solamente 3 persone su 10 del tutto in disaccordo 28 19 18 40 32 33 19 13 40 32 affermano di essere ben informato % DISACCORDO 56 47 41 69 60 63 40 46 75 58 sul tema della cannabis. La maggior parte degli elettori che dichiara di essere NOTA METODOLOGICA: L’indagine quantitativa è stata condotta mediante una rilevazione con metodo CAWI (Compienamente informato si colloca nel centro-sinistra (37%) e nelputer Assisted Web Interview), all’interno di un campione di 1200 soggetti maggiorenni residenti in Italia. Le interviste la sinistra (45%). Al contrario, tra tutte le fazioni politiche, coloro sono state somministrate tra il 22 e il 27 settembre 2021. I metodi utilizzati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati che dichiarano di essere meno informati risultano gli elettori di sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di zona, sesso, età, livello scolare e partito destra (21%). Indipendentemente dall’autocollocazione politica, votato alle ultime elezioni. Il margine d’errore statistico dei dati riportati è del 2,8% a un intervallo di confidenza del 95%.

6

50

288

56

28

20

224

44


66

81

No

elettori Movimento 5 Stelle

non informati

74

50

62

elettori Fratelli d’Italia

autocollocazione ppolitica centro-sinistra

31

62

62

laureati

autocollocazione ppolitica centro-destra

65

Gli italiani sono più orientati verso il Sì alla legalizzazione E più in generale, sarebbe favorevole alla legalizzazione della cannabis?

ben informati

Livello di informazione sulla Cannabis Bene informati

TOTALE

Vagamente informati

65 35

58 42

Sì No

Scolarità Non informati

Non laureati

Laureati

34 66

57 43

65 35

61 39

Elettorato

Sì No

7

I favorevoli: sono principalmente giovani, informati sul tema ed elettori M5S e PD

Autocollocazione politica

TOTALE

Elettori Lega

Elettori FDI

Elettori PD

Elettori M5S

Elettori Altro

Centro destra

Centro

Centro sinistra

Nessuna area

58 42

41 59

38 62

74 26

81 19

67 33

42 58

57 43

74 26

58 42

BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

IL SONDAGGIO

Classe d’età

Sì No

TOTALE

18-34 anni

35-44 anni

45-54 anni

55-64 anni

oltre 64 anni

58 42

66 34

66 34

59 41

61 39

45 55

dal sondaggio emerge che i laureati sono i più informati sul tema, con oltre il 40%, a fronte dei non-laureati, con il 29%. Inoltre, si evidenzia la volontà di cambiare l’attuale legge sulla coltivazione domestica di cannabis: il 56% degli intervistati si è espresso, infatti, contrario alla norma in vigore che punisce fino a 6 anni di reclusione chi coltiva cannabis anche se per uso personale. La percentuale sale al 59% tra chi si dichiara ben informato ma scende al 41% tra i non informati. I principali oppositori alla norma sulla coltivazione si trovano tra i laureati (il 62%) e tra gli elettori di centro-sinistra, con picchi che sfiorano il 90% tra gli elettori che si autocollocano nell’area di sinistra.

risponde chi non è a favore della legalizzazione

57

46

La Cannabis è una droga e va trattata come tutte le altre

Rendere legale g la Cannabis apre p la strada al consumo delle altre droghe più pesanti

Rende più sicure le sostanze usate Rende più libero e consapevole il consumo Crea nuove opportunità di lavoro Nessuno di questi

79

41

Sottrae il mercato alla criminalità organizzata

31

Rende ppiù sicure le sostanze usate

Rende ppiù libero e consapevole p il consumo

Scolarità

TOTALE

Bene informati

Vagamente informati

Non informati

Non laureati

Laureati

79 41 31 13 1

85 40 33 16 0

78 39 32 12 1

65 53 17 10 2

78 41 31 13 1

87 38 29 14 1

Autocollocazione politica

Sottrae il mercato alla criminalità organizzata Rende più sicure le sostanze usate Rende più libero e consapevole il consumo Crea nuove opportunità di lavoro Nessuno di questi

TOTALE

Centro destra

Centro

Centro sinistra

Nessuna area

79 41 31 13 1

68 40 30 14 2

64 22 32 32 0

89 46 33 7 0

83 38 29 19 1 Scolarità

Livello di informazione sulla Cannabis

La Cannabis è una droga e va trattata come tutte le altre Rendere legale la Cannabis apre la strada al consumo delle altre droghe più pesanti Diminuisce la sicurezza nelle nostre città soprattutto per i giovani Legalizzare la Cannabis non aiuta a contrastare le mafie Nessuno di questi

Diminuisce la sicurezza nelle nostre città soprattutto p per i giovani

20

Legalizzare g la Cannabis non aiuta a contrastare le mafie

risponde risp i ponde d chi hi è a favore f della d ll lega llegalizzazione g lizzazione li i

Livello di informazione sulla Cannabis

Sottrae il mercato alla criminalità organizzata

26

TOTALE

Bene informati

Vagamente informati

Non informati

Non laureati

Laureati

57 46 26 20 7

65 49 28 28 2

57 45 28 19 7

53 47 19 10 9

58 46 26 18 8

52 47 25 32 1

13

Crea nuove opportunità pp di lavoro

Le ragioni per il Sì e per il No Per quale di questi motivi non si ritiene d'accordo con la legalizzazione della cannabis? (2 risposte possibili)

Per il 79% di chi è a favore, legalizzare vuol dire togliere mercato alla criminalità organizzata Per quale di questi motivi si ritiene d'accordo con la legalizzazione della cannabis? (2 risposte possibili) - risponde chi è a favore della legalizzazione

Tra i contrari alla legalizzazione il 46% ritiene la Cannabis una porta d’ingresso per le droghe pesanti

Autocollocazione politica

La Cannabis è una droga e va trattata come tutte le altre Rendere legale la Cannabis apre la strada al consumo delle altre droghe più pesanti Diminuisce la sicurezza nelle nostre città soprattutto per i giovani Legalizzare la Cannabis non aiuta a contrastare le mafie Nessuno di questi

TOTALE

Centro destra

Centro sinistra

Nessuna area

57 46 26 20 7

63 57 22 17 1

57 39 25 24 10

55 43 24 15 12

Per quale di questi motivi non si ritiene d'accordo con la legalizzazione della cannabis? (2 risposte possibili) - risponde chi non è a favore della legalizzazione



UN REFERENDUM PER TOGLIERE LO STIGMA

9

LEONARDO FIORENTINI

C

hi l’avrebbe mai detto. Con solo 20 giorni di possibile campagna referendaria, sembrava un po’ come scalare l’Everest a mani nude. E invece in meno di una settimana abbiamo raccolto 500.000 firme (ora oltre 600.000) per un referendum che potrebbe aprire realmente la strada alla legalizzazione della cannabis in Italia. Ancor prima del sondaggio che trovate illustrato su questo numero della rivista, è stato il ciclone digitale di firme a rendere evidente come il paese sia pronto per parlare di regolamentazione legale delle droghe, e della cannabis in particolare. Gli oppositori sono quasi ammutoliti, e quando parlano sembrano fermi agli anni ’80 per retorica e riferimenti “scientifici”. La cannabis “droga di passaggio” è parso il ragionamento più avanzato, tutti gli altri fermi a “la droga e droga”, incuranti di dirlo con un mojito in mano. Proprio Salvini è parso quello più in difficoltà, ancor prima che la vicenda Morisi travolgesse le prime pagine dei giornali e la bestia leghista. Vicenda che va però letta in profondità. Lasciato da parte il pur comprensibile richiamo al karma, e ignorati i contraccolpi politici che potrà generare, l’attenzione va invece puntata sulla semplice emblematicità del caso. Uno “stimato” professionista è stato costretto alle dimissioni a seguito della sua segnalazione in quanto consumatore di sostanze illegali, ancor prima che la cosa divenisse di pubblico dominio. Ciò che è accaduto al guru della comunicazione social è quello che succede ogni giorno a migliaia di italiani, che per la sola colpa di consumare sostanze ritenute illegali dalla legge, perdono il lavoro, vengono emarginati dalla società e stigmatizzati. È successo a quasi 1.300.000 persone, negli ultimi 30 anni, come denunciamo ogni anno nel Libro Bianco sulle droghe. Una intera generazione costretta a recarsi dal Prefetto e rischiare la sanzione del ritiro della patente e del passaporto. Per questo il referendum è importante: non ci siamo dimenticati dello stigma nei confronti di chi usa sostanze, e per il solo fatto di farlo viene criminalizzato. Il quesito interviene su tre parti della legge sulle droghe: l’eliminazione del reato di coltivazione di tutte le piante, la rimozione delle pene detentive per le droghe cosiddette “leggere” e quindi proprio della sanzione amministrativa più frequente ed afflittiva, il ritiro della patente. Una rimozione che non riguarda chi viene sorpreso a guidare in stato alterato (che rimane sanzionato ai sensi del Codice della Strada), bensì chi, senza assumere comportamenti che mettono a rischio gli altri, viene trovato in possesso di sostanze illegali per uso personale. Una sanzione senza alcun effetto altro se non la punizione fine a se stessa di un fenomeno sociale e privato, propria di uno Stato etico.

BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

CAMPAGNA REFERENDARIA

Del resto si è già parlato molto. Nelle intenzioni dei promotori l’eliminazione del termine “coltiva” nel comma primo dell’art. 73 da un lato toglierà l’ultimo appiglio di Procure e Forze dell’Ordine per perseguire per art. 73 chi coltiva piante per uso personale, dall’altro manterrà punibili grazie alle condotte della “detenzione”, “fabbricazione” e “produzione” chi coltiverà grandi quantità e/o produrrà sostanze derivate come hashish, eroina e cocaina. Infine, si tolgono le sanzioni detentive per i reati legati alle tabelle II (cannabis) e IV (benzodiazepine). In questo modo, rimanendo comunque le multe per le condotte non autorizzate, si apre ad una regolamentazione legale della cannabis al pari di quella di alcol e tabacco. Esiste già un sistema autorizzativo che, forzando il ragionamento, potrebbe essere applicata anche ad una fornitura legale della sostanza come azione di Riduzione del Danno (che è un Livello Essenziale di Assistenza). È chiaro però che se mai il referendum passasse servirà un intervento legislativo per implementare un sistema di regolamentazione efficace. Le proposte di legge depositate in Parlamento ci sono, a partire da quella di iniziativa popolare per la quale abbiamo già raccolto oltre 70.000 firme, dal 2016 ignorate. Essendo questo un referendum, deve attenersi alle norme e alla giurisprudenza costituzionale e considerare gli accordi internazionali. Non sarà un giudizio facile, come sempre quando le Istituzioni affrontano il tema sostanze. Per questo si è ritagliato il quesito in modo più chirurgico possibile, tenendo da conto i precedenti della Corte costituzionale, ma mantenendo una chiarezza dell’obiettivo politico complessivo.


BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

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LOTTA ANTIPROIBIZIONISTA

CANNABIS, SIAMO DAVVERO AL PUNTO DI SVOLTA?

Periodo intenso per il mondo cannabico: tutte le tappe, dal testo unico al referendum a cura di Marta Lispi

L’

8 settembre 2021, la Commissione Giustizia alla Camera, ha votato sulle “Disposizioni in materia di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope nei casi di lieve entità (C.2160 Molinari - Lega, C. 2307 Magi +Europa e C. 2965 Licatini M5Stelle– Rel. Perantoni)”. La Camera ha adottato il testo base con la maggioranza di voti favorevoli. Il diritto di autoproduzione e possesso di cannabis è lecito per Pd, M5s, Leu e Radicali, mentre sono contrari Forza Italia, Lega e FdI; Italia viva si è astenuta. Che cosa dice la proposta di legge?

Composto di 5 articoli, il testo base adottato in Commissione mira a modificare il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9.10.1990, n.309. E’ il frutto della mediazione tra le diverse posizioni interne alla maggioranza e rappresenta una sintesi delle tre proposte di legge presentate dal 2019 ad oggi (Magi, Licatini, Molinari anche se la Lega ha chiesto e ottenuto che il suo testo venisse ‘disallineato’). Tra le novità più importanti c’è sicuramente la non punibilità della coltivazione domestica per uso personale. In sostanza viene legalizzata la coltivazione personale di piccole quantità, pari a ‘quattro femmine di cannabis’ e l’inasprimento delle pene nei confronti di chi mette in atto un reato nei confronti di minori. Cosa significa che la Camera ha adottato il testo base? L’approvazione di un testo base da parte di una Commissione – in questo caso la commissione Giustizia – non è legge. Il testo base, infatti, deve essere calendarizzato per un voto in Aula. In questo caso partirà, nella Commissione stessa, l’iter con la presentazione degli emendamenti. Il testo, una volta emendato e quindi modificato, dovrà essere approvato definitivamente dalla Commissione e solo a quel punto potrà approdare in Aula a Montecitorio, dove partirà un altro iter emendativo per arrivare al voto finale. Lo stesso identico percorso dovrà essere svolto in Senato. Se, e solo se, l’Aula di Palazzo Madama approverà il testo votato alla Camera, la proposta diventerà effettivamente legge. In caso contrario il testo tornerà a Montecitorio per un ulteriore passaggio.

INTERVISTA DOPPIA A

RICCARDO MAGI E CATERINA LICATINI, AUTORI DEL TESTO BASE “4 PIANTE”

D

opo un periodo di calo, tornano a crescere i detenuti nelle carceri italiane. E con essi il fenomeno del soraffollamento. Non che fosse stato mai totalmente eliminato ma si sperava che la pandemia avesse mostrato che un'alternativa al carcere esiste e può essere sfruttata, almeno per i reati minori. E invece come riferito dal Garante dei detenuti Mauro Palma, che ha presentato la sua Relazione annuale sulla situazione nelle carceri, il problema è tornato preoccupante. Il carcere resta tuttora, in Italia, la forma di pena più diffusa. L’attenzione positiva innalzata dal referendum ha quasi offuscato l’approvazione del testo base in Commissione Giustizia. Eppure quel testo è una buona base di partenza da approvare velocemente in Parlamento. Abbiamo proposto un’intervista doppia a Caterina Licatini (M5S) e Riccardo

Magi (+Europa), coautori del ddl rinominato “4 piante”. Con due proposte di legge, infatti, hanno prontamente integrato quella che si palesava come una seconda “Fini-Giovanardi”, ossia il testo avanzato alla Camera dal deputato leghista Molinari. Il testo approvato – l’8.09 – ha ancora molti step da superare per diventare legge. Nel frattempo la raccolta firme per il referendum sulla cannabis ha avuto un successo inaspettato, con grande

partecipazione dei cittadini. Pensate influirà sull’andamento del DDL? Caterina Licatini: “Innanzitutto, non credo che l’adesione dei cittadini sia stata inaspettata. Basta studiare il fenomeno e andare tra la gente per comprendere quanto il tema sia sentito. Anche per questo è chiaro che il referendum può influenzare positivamente l’iter della legge. La politica è davanti a un chiaro segnale da parte dei cittadini e non può ignorarlo”. Riccardo Magi: “Sì, la risposta dei cittadini alla possibilità di firmare per il referendum sulla cannabis è stata straordinaria , direi epocale, e ovviamente già questo è politicamente molto significativo. Il testo base adottato dalla commissione Giustizia della Camera pochi giorni prima del lancio del referendum segna in effetti solo l’inizio del vero e proprio esame, nel senso che andranno presentati gli emendamenti per la discussione e il voto in commissione e poi il testo arriverà in aula se e quando la capogruppo vorrà. Per questo avevo chiesto già ad agosto che ci fosse un impegno chiaro e pubblico delle forze politiche che sono favorevoli a quel testo a portarlo all’approvazione in tempi brevi. Invece abbiamo sentito dal centro destra annunciare migliaia


in cinque giorni il traguardo tanto agognato delle 500000 firme è stato raggiunto con semplicità! Il quesito referendario si riferisce al Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope (dpR 309/90), richiedendo modifiche sia sulla rilevanza penale che sulle sanzioni amministrative per autoproduzione, possesso e patente di guida.

I tempi sono lunghi Quando si parla di cannabis non si può mai gioire completamente. Nonostante il risultato sia ottimo c’è ancora tanto da fare. E il tempo per farlo è davvero poco. Per aiutare a spingere l’iter parlamentare ci ha pensato anche la raccolta firme per il referendum. Al di là di ogni più rosea aspettativa infatti il referendum per la legalizzazione della cannabis è partito con il botto! Lanciato il 12 settembre scorso, nelle prime 6 ore ha raggiunto la fantastica cifra di 50000 autenticazioni, grazie soprattutto all’introduzione del riconoscimento tramite Spid che ha permesso di autenticare 10000 firme all’ora in modo pressoché costante. Ma la cifra è salita vertiginosamente nelle successive 24 ore arrivando a 100mila, in 48 ore 220000, in tre giorni 420000 e di emendamenti per far morire il testo in commissione. Anche per questo sono convinto che il lancio e il successo dell’iniziativa referendaria sulla cannabis, che riguarda punti del Testo unico Stupefacenti diversi da quelli su cui interviene il testo parlamentare,possa rafforzare l’iter in Parlamento”. Chi critica per deformazione, pur essendo favorevole alla liberalizzazione della cannabis, non approva il testo unico in quanto le influenze di Molinari porterebbero ad un inasprimento delle pene per i possessori. Cosa rispondete a chi teme si celi un risvolto negativo nel DDL “4piante”? Licatini: “Non dimentichiamo che la legge, oltre a legalizzare la cannabis, mira anche a combattere la criminalità e i traffici illeciti. Detto questo, è importante impedire che (come accaduto in passato) i cittadini onesti vengano travolti da processi e accuse prive di senso. Adesso, con la presentazione degli emendamenti e le modifiche al testo, faremo tutto il necessario per realizzare questi obiettivi con coerenza, per la tutela degli onesti e per assestare un duro colpo alla mafia.” Magi: “L’aumento del massimo di pena

L’Associazione Luca Coscioni, dalla lunga storia di antiproibizionismo e lotte per la rivendicazione dei diritti, si è presa in carico la gestione della piattaforma online e quindi il lancio della campagna informativa annessa. Marco Perduca, portavoce della Associazione e coordinatore delle attività di Science for Democracy, è entusiasta: “Sapevamo che il tema della legalizzazione della cannabis era maturo”. Anche Antonella Soldo, portavoce di Meglio Legale, non sta nella pelle: “È un risultato che ci racconta molte cose: che non è vero che la gente è disinteressata a quanto accade intorno, ha solo bisogno di nuovi strumenti e di essere chiamata in causa su temi che sente vicini. La cannabis è uno di questi”. Decenni di attivismo hanno influito sul risultato Perduca ricorda anche come “anni, anzi decenni, di campagne pubbliche, disobbedienze civili, proposte di legge d’iniziativa popolare (vedi Legalizziamo! nel 2016 ndr) hanno sortito l’effetto che volevamo: conoscenza, consapevolezza e convinzione antiproibizionista”. Si può di certo affermare che, dal 1993 ad oggi, gli italiani hanno dimostrato di volere la liberalizzazione della cannabis a stragrande maggioranza, come dice anche il nostro sondaggio. La politica ora deve scegliere da che parte stare!

anche per le condotte non di lieve entità anche relative alla cannabis non era presente nel mio testo originario del 2019 (firmato da tanti colleghi di diversi gruppi tra cui lo stesso presidente Perantoni) ed è stato introdotto dal relatore proprio nel tentativo di trovare una mediazione con la Lega. Contestualmente è stata mantenuta la diminuzione delle pene per i fatti di lieve entità e la legalizzazione della coltivazione domestica. Ma poiché nel frattempo la Lega ha chiesto e ottenuto che il testo Molinari non fosse più abbinato a questo iter mi pare conseguente che la mediazione non ha più senso di essere e quindi anche quel aumento va tolto.” Il Manifesto Collettivo è un’ulteriore strada percorribile rispetto al testo unico e al referendum. Queste tre vie verso la legalizzazione, ma soprattutto la depenalizzazione, ci auguriamo non cadano nel “dimenticatoio” con le altre due dozzine di proposte di legge di varia iniziativa degli ultimi tre decenni. Cos’è che realmente arresta questo particolare processo di progresso sociale? Licatini: “Purtroppo la questione è ancora bersaglio di preconcetti assurdi

che associano il solo termine cannabis al mondo delle droghe, anche se si parla d’altro. Molti politici affrontano il tema alzando barriere ideologiche senza ascoltare i fatti. Bisogna di certo diffondere cultura e informazione, se vogliamo superare questi ostacoli. I vari percorsi intrapresi per la depenalizzazione dimostrano che, non solo io o i colleghi che sostengono la causa, ma anche i cittadini chiedono a gran voce questo cambiamento.” Magi: “Conosciamo bene gli ostacoli enormi che impediscono anche solo di aprire il dibattito nelle sedi istituzionali, ci avevamo provato già nel 2016 con la legge di iniziativa popolare Legalizziamo mai discussa dal Parlamento. Per questo siamo arrivati a pensare all’iniziativa referendaria perché sappiamo che nel paese è matura l’urgenza di una riforma ma nel Parlamento si chiudono gli occhi sugli effetti disastrosi dell’attuale normativa. È un tipico esempio di un grande tema sociale rimosso dal dibattito istituzionale e oggetto di confine mistificazioni. Per questo è importante che noi antiproibizionisti siamo consapevoli di queste dinamiche e abbiamo la capacità di allargare il nostro fronte di coalizzare e mobilitare più persone possibile senza dividerci.”

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LOTTA ANTIPROIBIZIONISTA

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UN REFERENDUM CHE PARTE “DAL BASSO”

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ANTIPROIBIZIONISTI UNITI

Stefano Armanasco Freeweed

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er poter proporre un Referendum bastano poche persone, con ottimi mezzi, con buone idee. Per riuscire ad indirlo serve in più molta partecipazione, coinvolgimento, grinta e diffusione, e soprattutto la firma di oltre 500.000 persone che si mettono in gioco per quella motivazione politica precisa e particolare. Per vincerlo servono tutte queste cose, unite alla mobilitazione degli attivisti, con banchetti, volantini e siti web informativi, con la rete dei passaparola e dei social, con i network locali e con le grandi piattaforme di discussione; servirà soprattutto dialogo tra i vari comitati locali e nazionali, serviranno fondi e persone disposte a mettersi in prima fila, servirà comunicazione e unità di intenti, ma principalmente si dovrà collaborare. Questo non è un referendum a tinta partitica, è delle persone che lo hanno messo in piedi; i partiti dovranno aiutare, mettersi a disposizione, dare una mano agli attivisti. Inutile che tentino di “metter cappello” su iniziative sociali, questo può solo rischiare di far naufragare il referendum. Questo referendum è una richiesta di legalità che parte dal basso, dalle associazioni e dai consumatori, da chi la legge la vive, non da chi, seduto comodo sul suo seggio, si muove solo quando la partita conviene. Ora vogliamo vincerlo questo referendum, e per farlo servirà anche mettere da parte tante incomprensioni. E superare le critiche, per migliorarsi. Ma questa volta si deve fare “fatto bene”, altrimenti ne pagheremo le conseguenze. Intanto per il 30 ottobre 2021 è previsto un sit-in a Piazzale Giulio Cesare, Milano, dalle 22.00 per festeggiare la consegna delle firme referendarie! Per tutte le info: www. attivistiuniti.it

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DENTRO LA NOTIZIA

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IL “RAVE DEL VALENTANO” E L’ANALFABETISMO DEI MEDIA ITALIANI Barbara Bonvicini e Riccardo Giorgio Frega

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he il servizio di informazione, in Italia, non goda di ottima salute è cosa nota, ma forse è ancora più noto, ai lettori e alle lettrici di BeLeaf, quanto l'informazione di massa dimostri un grado preoccupante di analfabetismo nel raccontare eventi "droga correlati". Più volte, dai microfoni di Stupefatti, vi abbiamo riportato (e condannato) le reazioni uterine dei media nello stigmatizzare consumo e consumatori, fossero essi vigili del fuoco o rockstar internazionali. Non c'è da stupirsi, quindi, se la cronaca chiamata a narrare il "Rave del Valentano", il free party che si è svolto a metà agosto vicino Viterbo, abbia raggiunto il suo livello più basso. Salvo qualche testata online indipendente e qualche - davvero bravo - giornalista, quest'estate le tv e i giornali hanno fatto a gara per propinarvi il peggior servizio di informazione, inventandosi fake news, creando scoop tratti da commenti sui social e non preoccupandosi minimamente di verificare le fonti e i fatti. Nessuno ha ritenuto che il "dovere di cronaca" avesse la responsabilità di spiegare il fenomeno, di indagare sul perché qualche migliaio di persone si radunino spontaneamente per ballare una musica difficile ai più o di raccontare la storia pluridecennale di alcune Tribes presenti al teknival. No. Il ruolo della stampa è stato, invece, quello di contribuire a creare un giudizio morale, di ritrovare il perché

Un racconto in prima linea di ciò che è successo ad agosto nel corso del raduno sulle colline di Viterbo

nella semplicioneria del considerare i partecipanti come un gruppo di drogati che vivono vite deprecabili e di fornire argomenti per ingrossare la voce al politico di turno che chiedeva uno smantellamento immediato del Rave - impossibile, a detta della stessa polizia.

Nella Grecia arcaica "sapere" coincideva con il concetto di vedere con i propri occhi: "ho visto" significava "io so". E proprio perché non erano presenti, i media, oltre al danno già grave di averci spacciato per veri "i cani morti" e le "vacche stuprate", hanno arrecato al servizio di informazione un danno ancora più grave, omettendo di riportare il lavoro di chi ha garantito, al Valentano, un presidio socio sanitario che si è rivelato indispensabile. Non temete, ora ve lo raccontiamo noi, che al "Rave della Discordia" c'eravamo, da ospiti delle associazioni che da tutta Italia sono accorse per organizzare un presidio di riduzione del danno, e siamo quindi testimoni diretti di ciò che è successo durante la settimana di tecknival e soprattuto quanto il lavoro delle unità di strada sia indispensabile e salvifico specialmente in un contesto tanto estremo. Arriviamo a Valentano sabato 14 agosto, poche ore dopo l’inizio del party. L’area si estende per oltre trenta ettari di campi, precedentemente coltivati a fieno (già raccolto), e si presenta


come uno spazio brullo, polveroso, senza ombra, battuto dal sole cocente di Ferragosto: ben diverso dall’oasi paradisiaca descritta dai giornali nazionali. I sound presenti - gli impianti audio, letteralmente muri di casse dalle quali si spara musica techno a volume assordante - al nostro arrivo sono solo quattro, ma alla fine dell’evento se ne conteranno oltre venti. La musica è ovunque. Qualche migliaio di ravers già popolano le colline, intenti a ballare, montare tende, parcheggiare camper e roulotte. Il colpo d’occhio è affascinante per la sua unicità: quello che sta nascendo nelle campagne toscane è un vero e proprio villaggio pirata, totalmente anarchico, ma a suo modo organizzato, con le sue regole fatte di spazi comuni, viottoli autogestiti, negozi improvvisati e punti ristoro. La cosa che i giornalisti pantofolai non vi diranno mai è che non sembra un girone dantesco di debosciati, ma sembra una festa - ed è anche bella.

corre fare per assumere in relativa sicurezza. Si organizzano ronde con cadenza oraria: gli operatori si sganciano dalla base e con lo zaino di primo soccorso sulle spalle perlustrano la festa, che dopo i primi due giorni ha già quadruplicato le sue dimensioni, per controllare che nessuno stia avendo un malore senza essere adeguatamente assistito. Durante la notte viene attivato addirittura un servizio di drug-checking dove una squadra di chimici professionisti, dotati di sofisticate apparecchiature di analisi, controllano gratuitamente la purezza delle sostanze acquistate, per prevenire le possibili conseguenze nefaste del taglio ed allertare tutti i partecipanti qualora si stiano spacciando sostanze troppo pericolose o palesemente contraffatte. Questa organizzazione ha agito su tre diversi livelli: sulla prevenzione, perché ha evitato fenomeni diffusi di disidratazione, ipoglicemia, insolazione, intossicazione da sostanze diverse da quelle che si credeva di aver assunto; sulla riduzione del danno, perché ha gestito le reazioni indesiderate derivanti dal consumo con meno stigma e più competenza di quanto non potesse fare il servizio del 118; infine sulla sicurezza, giocando un ruolo fondamentale nel fornire alle forze dell'ordine preziose informazioni logistiche che hanno portato la polizia a decidere di non intervenire, evitando pericolosi sgomberi. Ma evidentemente non è interesse della stampa generalista dare visibilità ad un altro approccio su droghe e divertimento che non sia quello di stampo repressivo e proibizionista: la passione e la professionalità degli operatori non è una notizia e la tutela della salute dei cittadini, anche di coloro che scelgono liberamente di consumare sostanze stupefacenti in contesti illegali, non è argomento di dibattito: molto semplicemente, i ravers di Valentano sono delle non persone, non certamente i nostri figli, i nostri fratelli o i nostri amici e come tali bisogna trattarli.

Le unità di strada arrivano alla spiccioStupefatti è il podcast lata, coordinati dalla rete italiana di riantiproibizionista che ogni duzione del danno (ITARDD), dal CNCA settimana racconta il mondo e da PianoB. Nel corso dei sei giorni di delle sostanze stupefacenti: cosa evento si alterneranno oltre ottanta sono, quel’è la loro storia e come persone, tra operatori, psicologi, edusi assumono in sicurezza. Inoltre catori, assistenti sociali e volontari, orracconta i danni del proibizionismo ganizzati in turni di otto ore, per coprire e come un approccio laico e ed offrire un presidio sanitario ventiscientifico alle droghe sarebbe quattrore su ventiquattro alle migliaia il modo migliore per tutelare la di persone presenti. I primi ad arrivare salute pubblica e contrastare le iniziano ad allestire l’area ChillOut, una narcomafie. Stupefatti si può zona di decompressione che offre un ascoltare gratuitamente su ambiente accogliente e rilassante tale Spotify, Apple Podcast, Google da consentire un recupero fisico, indiPodcasts e Amazon Music. spensabile nei contesti del consumo di stupefacenti. Quella del Valentano è identificabile dai tendoni arancio, assicurati ad un camper sgangherato (ma pieno di carisma!), per garantire ombra nel caldo torrido, sotto i quali vengono stesi enormi tappeti e cuscini di gommapiuma per strappare uno spazio comodo e pulito al polverone circostante. L’area prescelta è lontana un centinaio di metri dai sound e dai dancefloor, sul fianco di una collina, leggermente rialzata in modo da poter essere ben Dei giorni trascorsi “in prima linea” al visibile e riconoscibile. Dai bagagliai Rave, a noi restano indelebili la gratitudelle automobili, gli operatori iniziano dine e l’incredulità di chi ha affollato l’aa scaricare decine di scatoloni ricolmi di rea ChillOut o di chi è stato soccorso, le acqua, cibo, materiale sanitario e inforloro storie ed i loro percorsi di vita a cui mativo. Il senso di fare riduzione del danno in un contesto è mancata una narrazione diversa da quella giudicante. Come simile è proprio questo: proteggere chi consuma sostanze l’abbraccio finale (e in salute) del ragazzo che per ore ci ha stupefacenti in condizioni tanto estreme mitigando i rischi tenuti impegnati dopo avere esagerato con la ketamina e lo per la loro salute. A Valentano durante il giorno si sfiorano i stupore delle due giovani italoamericane che hanno potuto quarantacinque gradi. Distribuire gratuitamente acqua, sucriposare e hanno ricevuto acqua, zucchero e attenzioni dopo chi di frutta, caramelle e piccoli spuntini, offrire ombra, freun calo di pressione causato dall'LSD assunto con troppa scura e ristoro significa aiutare il corpo a riequilibrarsi, a rimafretta, sotto il sole martellante. La storia della giovane coppia nere sempre ben idratato, con il corretto apporto di zuccheri con un passato da senzatetto che dopo essersi incontrati dore vitamine, essenziali specialmente sotto l’effetto di sostanze mendo per strada hanno saputo trovare riscatto, anche sostupefacenti. Durante la notte l’escursione termica è notevociale, nell’amore reciproco e nel mutuo aiuto. O il sorriso dalla le, chi frequenta la zona ChillOut per riposare chiede coperte, biondissima raver, tornata decine di volte a dormire qualche magari anche un tè caldo, e riceve tutto gratis. Ci sono poi ora e a rifocillarsi, insieme ai suoi amici. Volti ed esperienze a disposizione i materiali per consumare in sicurezza, il vero con la forza di ricordarci che, come scrive l’autore Johann cuore dell’iniziativa. Si distribuiscono cannule pulite per snifHari, “l’opposto della dipendenza non è sobrietà: è connesfare, soluzione salina per lavare le narici, siringhe e “cucchiai” sione umana”. monouso, materiale informativo sulle sostanze e su cosa oc-

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LA CANAPA CHE SI MOSTRA

CANAPA MUNDI 2022 A ROMA DALL’11 AL 13 FEBBRAIO

RIPENSIAMO IL MONDO RITROVANDOCI IN SICUREZZA

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el rispetto di quanto previsto dal decreto-legge 105 del 23 luglio scorso, si svolgerà dall’11 al 13 Febbraio 2022 presso il quartiere fieristico della capitale, la 7a edizione di Canapa Mundi, la Fiera internazionale della canapa. “Abbiamo sempre ritenuto il tema della “filiera della canapa” strategico per l’economia italiana– dichiarano gli organizzatori dell’evento-, tanto da scommettere sette anni fa sulla prima, e oggi più importante, fiera riconosciuta come internazionale. Lo sviluppo del settore, a livello di filiera, è andato di pari passo con il ruolo che l’evento è andato a ricoprire. Canapa Mundi è una manifestazione proiettata al futuro, che si arricchisce continuamente di nuovi strumenti e idee. Una manifestazione che guarda a tutta la filiera, non solo al prodotto ma anche alle tecnologie e ai processi produttivi”. In questi 7 anni abbiamo visto un’attenzione crescente verso la canapa da parte dei consumatori nazionali ed internazionali, una scelta consapevole e fuori dagli stereotipi. L’evoluzione del mercato, i trend emergenti e le innovazioni per l’intera filiera, saranno ampiamente analizzati, approfonditi e discussi nell’ambito della Conferenza Annuale della Canapa, anche alla luce dei cambiamenti e delle esigenze evidenziate nel post pandemia. La conferenza rappresenta un momento scientifico per mettere in risalto storia, pro-

prietà, benefici e potenzialità d’uso della pianta, andando di volta in volta a selezionarne e scoprirne alcune e illustrandone anche le applicazioni che esulano dagli usi comunemente riconosciuti. La conferenza, pertanto, mette in connessione le aziende con la ricerca, sottolineando il senso culturale, oltre che commerciale, dell’evento. “A caratterizzare con forza Canapa Mundi” dicono gli organizzatori “è la perseveranza e l’ottimismo degli stand che mostrano gli utilizzi industriali della canapa, dall’alimentazione, alla cosmesi, passando per l’abbigliamento, ma anche le decine di banche del seme, che offrono numerose scelte di genetiche, per ogni gusto. Ripensiamo il mondo partendo da loro, ovvero dalla canapa.” Ad ampliare ulteriormente la platea del pubblico di riferimento e ad accrescere le opportunità di business e networking per aziende e professionisti di filiere tra loro interconnesse, ci sono anche i workshop, la Conferenza, la sala business, la sala meeting e lo spazio musicale. LE MACRO-AREE ESPOSITIVE Centro vitale della manifestazione si confermano i tre macro-settori espositivi: l’area “canapa industriale” con un’ampia panoramica della filiera agroalimentare, estesa ai nuovi trend di mercato, al tessile, all’abbigliamento, alla nutraceutica e alla cosmesi; il “grow-head-seeds”, in cui esporranno le aziende relative ai prodotti di consumo e per la coltivazione; e la “cannabis light”, dedicato ai consumatori alla ricerca di nuove varietà.

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È ancora possibile prenotare uno stand o una sponsorizzazione per partecipare alla 7° edizione di questa Fiera internazionale, che prenderà luogo a Fiera di Roma dall’11 al 13 Febbraio 2022. Come ogni anno, gli organizzatori hanno previsto stand e pacchetti promozionali per ogni budget, di modo da poter garantire la partecipazione di ogni azienda del settore: dalla star-up alla multinazionale. Inoltre, Canapa Mundi conferma anche la fiera virtuale gratuita per visitatori ed espositori, una vetrina aperta 360 giorni l’anno in cui ciascun espositore può dare visibilità alla propria attività!


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DIARIO DI UN GROWER ITALIANO

METEO, PATOLOGIE FUNGINE E BRUCHI. ECCO COME DIFENDERE LE NOSTRE AMATE PIANTE Funkyo

L’

autunno è arrivato, portando con sè i suoi colori e...profumi! Le nostre piante outdoor ci hanno regalato una primavera ed inizio estate all'insegna di vegetative e inizi di fioritura sorprendenti e ora le cime maturano e si ingrossano, riempiendosi di scintillanti tricomi, in attesa del raccolto. Ma è proprio in questa fase così idilliaca, che si nascondono problemi capaci di mandare a monte tutto l'ottimo lavoro svolto fino adesso! In questa fase infatti, le nostre piante sono più suscettibili ad attacchi su più fronti: danni causati dal meteo, patologie fungine ed i temibili bruchi, capaci di divorare intere cime in poche ore! Ma a tutto c'è rimedio e come sempre la parola d'ordine per il successo è "prevenzione". Vediamo insieme come portare a casa il risultato! Partiamo dai danni causati dal meteo. Il danno più comune è lo spezzarsi dei rami dovuto dalla pioggia che li appesantisce e dal vento. Sarà quindi nostra cura (se non lo abbiamo già preventivamente fatto) installare dei sostegni che facciano da supporto. Il metodo più comune (e anche abbastanza economico) è quello di usare delle reti, come ad esempio quelle in materiale plastico utilizzate per la coltura di piante rampicanti. Costruiremo una struttura con dei paletti di legno o altro materiale e fisseremo le reti che con la loro naturale elasticità, sosterranno delicatamente la vegetazione, evitando che si spezzi con il vento. Oltre al danno immediato, l'abbassamento delle temperature, unito all'aumento di umidità, aumenta esponenzialmente la possibilità di formazione di malattie fungine, come l'oidio e la temibile botrite. Per scongiurare il problema, sarà buona norma far oscillare le piante dopo la pioggia, così da scrollare di dosso la maggior quantità di acqua possibile. In aiuto ci viene incontro anche il bacillus subtilis, rimedio biologico che ha la capacità di nutrirsi delle muffe in formazione, così da evitare infestazioni sulla coltura. Il subtilis va dato subito dopo la pioggia e ripetuto preventivamente dopo 5-6 giorni. Effettuare una buona defogliazione ed eliminare i rami più bassi e rachitici (dove si formerebbero cime pop-corn inconsistenti) oltre a portare maggiore energia nelle cime apicali, andrà a favorire un miglior passaggio di aria, limitando ulteriormente le possibilità di micosi. Anche l'irrigazione potrà essere leggermente


limitata, considerando anche la maggior quantità di brina presente al mattino. Veniamo ora ad un altro grande problema che affligge gli amanti della cannabis outdoor: i bruchi! Tra i più temibili abbiamo la piralide del mais, capace di sterminare un intero raccolto se non arginata, così come anche altre larve di lepidotteri. La piralide mangia il fusto dall'interno, portando brevemente alla morte le nostre bimbe. Così come i bruchi si annidano nelle infiorescenze, divorandole e producendo un grande quantitativo di feci, che a loro volta, marcendo, aumenteranno il rischio di botrite. Anche in questo caso però, l'aiuto arriva da un bacillo! Parliamo del bacillus thuringiensis. Rimedio biologico anche lui, ha la capacità di creare lesioni all'apparato digerente dei lepidotteri, purchè venga ingerito. Affinchè questo avvenga, è fondamentale monitorare il campo, stando attenti alla comparsa delle prime falene adulte, affinchè il trattamento venga effettuato prima che le larve siano penetrate all'interno delle cime. Importante anche assicurarsi che il PH della soluzione contenente il bacillus sia leggermente acido, così da renderlo maggiormente efficace. E se i bruchi sono già presenti nelle cime? In questo caso, l'unica soluzione (a parte quella di utilizzare sistemici e veleni vari che personalmente rifiuto categoricamente di dare) è il controllo visivo. Andremo ad osservare da vicino tutti gli apicali, prestando attenzione ai segnali della presenza di bruchi, ovvero buchi nelle cime, marcescenza, presenza di muffe e le classiche feci a palline sparse in concomitanza dei buchi e sulle foglie sottostanti. Apriremo delicatamente il fiore con le mani e con molta probabilità, l'animale farà capolino, mostrandosi nelle sue livree caratteristiche in base alla specie, dal verde brillante, al giallo striato, al marrone scuro. Usando dei guanti andremo a rimuoverlo e con l'ausilio di forbici da trimming, andremo ad eliminare le parti rovinate. Fondamentale il disinfettare le lame tra una cima e l'altra, per evitare che alcune spore micotiche possano rimanere su di esse ed infettare le piante tra di loro. L'utilizzo di melasse e zuccheri vari in fioritura, se da un lato contribuiscono al miglioramento del raccolto sia in termini di qualità visiva che di sapore, dall'altro potrebbero favorire la venuta dei bruchi, attirati proprio dalle sostanze zuccherine. Anche questo però possiamo volgerlo a nostro favore: utilizzando melassa insieme al bacillus, aumenteremo la possibilità che i lepidotteri se ne nutrano, così da conferire al trattamento preventivo maggior efficacia. Ora non ci resta che controllare lo stato di maturazione dei tricomi, preparare (disinfettando il più possibile) le stanze di essiccazione e raccogliere il frutto dei nostri sacrifici, che, dopo un'attenta essicazione, trimming e concia, saprà donarci momenti di pace e felicità durante l'inverno. Buon raccolto! Grow or die! DISCLAIMER LE FOTO PROVENGONO DA COLTIVAZIONI DI GENETICHE CERTIFICATE. IN QUESTO ARTICOLO NON SI VUOLE IN ALCUN MODO INCENTIVARE E/O PROMUOVERE CONDOTTE VIETATE DALLE ATTUALI LEGGI VIGENTI. IN ITALIA LA COLTIVAZIONE DI PIANTE DI CANNABIS CON TENORE DI THC SUPERIORE ALLO 0,6 È VIETATA. I CONTENUTI SONO DA INTENDERSI ESCLUSIVAMENTE AI FINI DI UNA PIÙ COMPLETA INFORMAZIONE PERSONALE E DI CULTURA GENERALE.

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DIARIO DI UN GROWER ITALIANO

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STRAIN STORY

AYAHUASCA PURPLE: LA MASSIMA STRAVAGANZA INDICA

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Dati di coltivazione: • Genetiche

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Ayahuasca Purple (Red River Delta x Master Kush) Fase vegetativa tre settimane (dalla germinazione) Fase di fioritura 60 giorni / 55-65 giorni totali Substrato Plagron Grow Mix soil, vasi da 11 litri pH 6.2-6.6 EC 1.2–1.8 mS Illuminazione Fino a 8 x SANlight Q6W = 1720 watts Temperatura 19-28°C Umidità 40-60% Irrigazione manuale Fertilizzanti Organic Bloom Liquid from Green Buzz Liquids Additivi/stimolanti Living Organics, More Roots, Humin Säure Plus, Big Fruits, Fast Buds and Clean Fruits from Green Buzz Liquids Strumenti CleanLight Pro per la prevenzione della muffa Altezza 90 + 115 cm Resa 203 grammi (somma di entrambe le piante)

testo e immagini: Green Born Identity - G.B.I.

“D

evo assolutamente rimediarla!” – Avendo coltivato innumerevoli varietà per decenni, non capita spesso che il master grower The Doc venga assalito da un estremo desiderio di possesso quando si imbatte in una nuova varietà di cannabis. Lui è stato immediatamente catturato dal forte tocco esotico espresso sia dal nome che dal pedigree della pianta “Ayahuasca Purple” di Barney’s Farm. La sua supposizione che “Ayahuasca” (un infuso psichedelico di erbe del Sud America) si riferisse a un’origine sudamericana si è però rivelata sbagliata. Sorprendentemente è una pianta del Nord del Vietnam, chiamata Red River Delta, che conferisce ad Ayahuasca Purple il suo esotismo. Barney’s Farm l’ha ricevuta come regalo diversi anni fa, e quando ha effettuato i test di coltivazione su di essa ha scoperto che era una pianta molto attraente, con un gioco di colori rosso rubino e viola. Incrociarla con la classica Master Kush ha dato vita a un ibrido perfetto con quasi il 100% di geni Indica e con un livello di THC di oltre il 20%. La pianta ha ereditato i meravigliosi colori di Red River Delta e, grazie alla quantità cime dense e grandi, è in grado di produrre raccolti eccezionali che arrivano fino ai 650 g/m2 in 55-65 giorni di fioritura. Questo strain si comporta molto bene anche all’aperto sotto la luce del sole, arrivando a maturazione nella terza o quarta settimana di settembre. Come si addice alle Indica eccellenti, Ayahuasca Purple è dotata di un effetto sedativo piuttosto forte che però non ti mette fuorigioco, ma fa sentire i consumatori spensierati se non euforici, agendo potenzialmente come stimolo per socializzare con gli altri. Questa varietà propone una tavolozza variegata di sapori; secondo Barney’s si distinguono gusti di lavanda, mango e nocciola, mentre una deliziosa fragranza di papaya spicca nel menu olfattivo che presenta anche note terrose e pungenti. Un modello di crescita sorprendentemente aperto Dunque, una volta ricevuti i suoi semi di Ayahusca Purple, Doc si è gioiosamente messo a lavorare. Per prima cosa ha fatto i complimenti a Barney’s

per il modo di impacchettare i semi: “Questi blister sono strepitosi, super saldi e trasparenti, proprio come dovrebbero essere!”. Nel giro di tre giorni i due semi piantati sono germogliati e hanno iniziato a crescere rapidamente. Alla seconda settimana di crescita vegetativa, The Doc ha osservato: “per essere 100% Indica, queste due piante mostrano una crescita piuttosto vigorosa e una ramificazione precoce con una struttura aperta per via della spaziatura internodale abbastanza ampia, e ciò mi rende felice! Dato che questo tipo di crescita permette alla luce di raggiungere le cime laterali e le intersezioni tra fusto e rametti, viene favorita la crescita di grosse cime. Sorprendentemente le foglie a ventaglio sono più sottili di quanto mi aspettassi da un’ Indica.” Al termine delle tre settimane di vegetativa, ha cambiato il fotoperiodo da 18/6 a 12/12 per portare a fioritura le piante, che misuravano 37 e 41 cm di altezza. La fase di fioritura: le piante sembrano essere cadute in un secchio di vernice e presentano una immensa spolverata di cristalli La fioritura andava avanti da tre settimane quando Doc ha riferito: “Sono molto compiaciuto del modo in cui queste due piante si stanno comportando. La loro forte tendenza ad allungarsi è continuata in questo primo stadio della fioritura, e una di esse sta già diventando viola – evvai! Su quei lunghi rami sono comparsi, fitti fitti, tantissimi piccoli fiori che crescono di giorno in giorno.” Tre settimane dopo – ha proseguito – “le piante hanno continuato ad allungarsi per quattro settimane e mezzo come se non ci fosse un domani, arrivando a triplicare la loro altezza, qualcosa di molto raro per una pianta 100% Indica. Sembra che entrambe siano cadute in un secchio di vernice, mostrando su foglie e cime uno spettro di colori che va dal rosso al viola; ed eccola di nuovo, la mia amata caramella per gli occhi! Già adesso, Ayahuasca Purple ha mantenuto la promessa di colore del suo nome. L’atipica natura Indica di queste piante si manifesta anche nelle loro cime che, diversamente dalla maggior parte delle piante 100% Indica, hanno un alto rapporto calice/foglia. La perfezione generale è completata dal fatto che, già adesso, le infiore-


scenze e le “sugar leaves” sono ricoperte da una manto di stelle pieno di ghiandole di resina. Ed essendo queste ancora lontane dalla maturazione totale, la produzione di resina andrà certamente ad aumentare. Ad ogni modo, questo strain ha molto da offrire non solo ai miei occhi, ma anche al mio naso – le cime emanano una fragranza inusuale, in cui spiccano soprattutto toni fruttati e tropicali, sostenuti da una pennellata terrosa speziata con una leggera nota di benzina.” Fine del ciclo di vita molto puntuale, cime dannatamente resinose e colori meravigliosamente contrastanti Nelle settimane rimanenti, proprio come ci si aspettava, tonnellate di cristalli dall’aspetto ghiacciato nevicavano sulle cime fino a oltre il sessantesimo giorno di fioritura. The Doc le ha dunque reputate mature: “Le cime spesse e compatte sono diventate dannatamente resinose! Questa pazzesca ricchezza di resina è puro piacere per gli occhi, in particolare per il suo splendido contrasto con le sfumature di rosso scuro e viola scuro, diventate anche più intense verso il finale del ciclo di vita. Solo alcune delle “sugar leaves” più piccole sono rimaste verdi. La loro spiccata tendenza all’allungamento ha fatto sì che le piante raggiungessero altezze finali di 90 e 115 cm, parecchio più alte rispetto a quanto mi aspettassi visto il loro retaggio Indica.” Dopo l’essiccazione: Ayahuasca Purple entra nel club dei 100 grammi e rivela la sua natura bizzarra che richiama la nocciola Entrambe le piante hanno prodotto un totale di 203 grammi essiccati, facendo guadagnare ad Ayahuasca Purple un posto nel club delle varietà da 100 grammi. The Doc era sbalordito dal fatto che, dopo il processo di essiccazione, c’era nelle cime qualcosa della nocciola, una sorta di aroma che lui non aveva ancora sperimentato in una pianta di cannabis. Quella nota di nocciola era chiaramente emersa dall’evoluzione aromatica del componente delle cime che prima aveva odore terroso, mentre esse avevano comunque conservato l’aroma di frutta tropicale dolce. “Francamente, non conosco l’odore della Papaya, dovrei

acquistarne una prima, ma posso ben immaginare che si possa mettere questa etichetta di frutta esotica su cime così fragranti”, ha ipotizzato The Doc. Durante la trimmatura, lui aveva lasciato intatte alcune foglie di medie dimensioni che ora avvolgevano, come artigli viola, i grappoli di fiori splendidamente ricoperti di cristalli glassati – queste cime hanno sicuramente quel qualcosa in più! L’assaggio: Ayahuasca Purple culla The Doc in un felice stato sedativo e agisce da rullo massaggiante La voluminosa nuvola di fumo inalata da Doc durante l’assaggio dell’erba ha prodotto un’intensa sensazione gustativa a due fasi: fruttata e dolce quando aspira, speziata e al sapore di nocciole quando butta fuori il fumo e nel prolungato retrogusto. “Molto speciale! E anche specialmente saporita!”, così The Doc ha elogiato il sapore di Ayahuasca Purple. Dopo tre boccate, l’effetto ha iniziato a farsi sentire nel retro della sua testa, all’inizio come una piccola bollicina piena di allegria che, dopo un’altra boccata profonda, è esplosa rilasciando un’ondata di euforia che ha inondato tutto il suo cervello. Non era quel tipo di euforia attivante, piuttosto una sensazione Indica gioiosamente calmante che riscalda l’anima. La seconda ondata di effetti è stata più di tipo fisico, con lo sballo Indica di Ayahuasca Purple ad agire sui muscoli di braccia e gambe di The Doc come un rullo massaggiante che lo ha piacevolmente e profondamente rilassato. Comunque, non era andato in estasi totale, era semplicemente super rilassato e molto a suo agio. Con un simile stato mentale di socievolezza, The Doc si è spontaneamente unito alla festa dei vicini ed ha passato un pomeriggio molto divertente. “Questa è probabilmente l’Indica più stravagante che io abbia mai coltivato”, ha concluso. “Grazie al suo insolito temperamento tendente all’allungamento, combinato con un alto rapporto calice/ foglia, fantastici colori vibranti e uno straordinario sapore fruttato e di nocciola. Inoltre, con rese elevate e un effetto spettacolare, cos’altro può desiderare un amante delle Indica?

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STRAIN STORY

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LA TORBA: TIPOLOGIE E CARATTERISTICHE Come scegliere il miglior terriccio per le vostre piante

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PROMO NEWS

Articolo a cura di Canna Italia La torba è un materiale di origine vegetale che si forma in ambienti paludosi. Per la formazione della torba, oltre alla presenza di acqua, è necessaria l'esistenza di piante, alghe o sfagni, che si rinnovano annualmente depositando al suolo una consistente biomassa vegetale.

la torba più utilizzata in orticoltura. Questa per essere utilizzata come substrato deve essere prima congelata: il processo di congelamento ne migliora la ritenzione limitandone il calo. Infatti, dopo l'essiccazione, questa torba può assorbire una quantità di acqua pari a 4 volte il suo peso. Il suo colore molto scuro indica il suo avanzato stato di decomposizione. Le sue particelle sono molto fini e gli conferiscono un contenuto d'aria relativamente basso.

In Italia le torbiere sono relativamente rare e recenti. Si trovano principalmente nelle valli alpine chiuse, dove l'acqua piovana non ha la possibilità di drenare rapidamente, o in prossimità di bacini naturali e delta fluviali.

La torba è generalmente acida (pH 3,5-4,5): quindi è necessario aggiungerci della calce per aumentarne il pH e poterla quindi usare in orticultura. La perlite invece viene aggiunta per aumentarne l'areazione: più perlite sarà presente nel terriccio più la qualità delle torbe usate sarà bassa poiché le torbe nere, avendo una struttura interna più compatto, tendono a creare un ambiente anaerobico non adatto allo sviluppo delle radici delle piante.

Basse temperature e scarsità di ossigeno favoriscono la decomposizione dei resti vegetali che si depositano sul fondale rendendo il lago sempre meno esteso e meno profondo, per questo le torbiere che troviamo oggi si formano principalmente in regioni fredde e umide (Nord Europa, Siberia, Alaska, Canada, ecc.). Questi materiali decomposti si stratificano nel tempo per creare numerosi prodotti dai svariati usi. Lo strato più superficiale del terreno è detto anche "strato superiore", è profondo circa 25 cm e viene rimosso solo temporaneamente per consentire la raccolta della torba sottostante, e poi riposizionato. La torba di sfagno o torba bionda, che si trova immediatamente al di sotto dello strato superiore, è quella di più costosa poiché è capace di trattenere un volume d'acqua pari a 1012 volte il suo peso: è attualmente il substrato più utilizzato per miscele di terricci di altissima qualità. Poi troviamo la lettiera di torba, o polvere di torba, un prodotto marrone chiaro leggermente decomposto. Sotto ancora, viene estratta la torba grigia: è uno strato più decomposto e in grado di trattenere meno acqua dei precedenti. Infine, nell'ultimo strato, viene raccolta la torba nera, che è

I laboratori CANNA hanno sviluppato CANNA Terra Professional Plus il terriccio più performante attualmente presente nel mercato italiano. Composto esclusivamente da una raffinata selezione delle migliori torbe bionde, queste vengono miscelate con particolari cortecce d'albero che hanno un'azione antisettica e con fibra di cocco ricca di micorizze. Questi ingredienti di altissima qualità miscelati ad arte permetteranno alle vostre piante di svilupparsi in maniera vigorosa con radici forti e sane. Le piante che crescono in una miscela più aerata mostrano una crescita significativamente migliore, con steli più lunghi e robusti ed una successiva fase di fruttificazione esplosiva. Allo stesso tempo, grazie alla presenza in TERRA Professional Plus solo di torbe bionde, il processo di annaffiatura risulterà più intuitivo anche ai meno esperti. Per maggiori informazioni vai sul nostro sito www.canna-it. com o seguici sui nostri canali social. Saluti verdi, CANNA Italia

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COLTIVAZIONE

COME IDENTIFICARE E CURARE LO STRESS DA CALORE DELLA CANNABIS Dutch Passion Team

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o stress da calore della cannabis si riferisce ai complessi problemi che possono sorgere quando la cannabis viene coltivata dove le condizioni sono semplicemente troppo calde per la biochimica della pianta.

Le sue funzioni cellulari fondamentali diventano sempre più difficili da svolgere man mano che le temperature aumentano. Il risultato è un deterioramento della salute della pianta fino a quando lo stress da calore non viene arrestato. Se lo stress da calore della cannabis non viene affrontato prontamente, allora verrà compromessa sia la resa che la qualità del vostro raccolto. Nel peggiore dei casi, la vostra pianta semplicemente potrebbe non sopravvivere Capire lo stress da calore della cannabis per prevenirlo meglio Lo stress da calore della cannabis può avere diversi fattori che vi contribuiscono. A volte lo stress da calore o una cattiva condizione ambientale potrebbero causare altri problemi, ad esempio con i fertilizzanti. In sostanza, alla fine il tutto potrebbe risultare un quadro complicato da risolvere e difficile da rimediare. Scarsa umidità Quando le temperature sono elevate, un metodo con cui la cannabis cerca di combattere naturalmente lo stress è l'aumento della traspirazione. La traspirazione implica che deve essere presente nell'ambiente della pianta e nella zona delle radici una ragionevole quantità di acqua per permettere la traspirazione. Ma in un ambiente a bassa umidità la traspirazione diventa molto più difficile. Bruciatura da over-fertilizzazione Quando una pianta di cannabis subisce uno stress da calore, il fatto che sia in buona salute, aiuta per far fronte allo stress. Tuttavia, se la vostra pianta soffre già di qualche problema di nutrizione (ad esempio, bruciatura da over-fertilizzazione), allora vi sarà sempre più difficile gestire le difficoltà aggiuntive che derivano dallo stress da calore. Allo stesso modo, se la vostra pianta soffre di carenza di nutrienti e successivamente deve affrontare uno stress da calore, aspettatevi una moltiplicazione significativa dei vostri problemi. Riuscire a mantenere la pianta di cannabis nel “punto perfetto” di nutrienti (senza sovra o sottoalimentazione) dal seme al raccolto è l'obiettivo finale di ogni coltivatore. Illuminazione eccessiva Chiunque abbia messo la propria pianta troppo vicino alle luci

di coltivazione potrebbe aver visto un arresto della crescita e un possibile sbiancamento vicino alle punte. La cannabis può tollerare solo certi livelli di intensità di luce prima che si sovraccarichi. Se date alla pianta troppa luce, con un livello di PPFD che supera i 1300-1500, aspettatevi dei problemi, a meno che non abbiate un'integrazione di CO2. Controllate con il vostro fornitore di luci le altezze di sospensione raccomandate e assicuratevi di non chiedere troppo alle vostre piante. Un'eccessiva PPFD (intensità di luce) in combinazione allo stress da calore porrà fine a qualsiasi crescita nella vostra grow-room e comprometterà gravemente la quantità e la qualità del vostro raccolto. Scarsa ventilazione Una causa molto comune dello stress da calore della cannabis è uno scarso livello di estrazione dell’aria nella grow-room. Le due ragioni principali per avere una buona ventilazione sono l'eliminazione del calore eccessivo e una fornitura costante di aria fresca necessaria alla fotosintesi e alla respirazione. Controllate bene che la vostra ventola di estrazione sia adeguata alle dimensioni della grow-room e implementatela se necessario. I coltivatori che vivono in un paese caldo devono prestare molta attenzione alle temperature esterne. Se la temperatura dell'aria esterna ad esempio è di 35ºC, non importa quanto sia potente la vostra ventola di estrazione, non riuscirete mai ad abbassare le temperature. In queste circostanze, l'opzione migliore è passare all'aria condizionata. Guasto delle attrezzature Un guasto, ad esempio, di un sensore della temperatura nella grow-room che controlla la ventola di estrazione può portare dei gravi problemi. Così come un guasto della ventola di estrazione stessa, o qualche altro guasto delle attrezzature chiave. In una grow-room piccolina dovrebbe essere più facile controllare che tutto funzioni correttamente. Alcuni coltivatori hobbisti esperti tengono addirittura dei ricambi per i componenti chiave come i filtri a carbone, i misuratori di pH, ecc. per l’inevitabile giorno in cui dovranno sostituirli. I sintomi dello stress da calore della cannabis Le condizioni richieste per la manifestazione di stress da calore possono variare da un ceppo all'altro. Alcune sativa della giungla, ad esempio, hanno una maggiore resistenza al calore rispetto ad un indica in un ambiente ad alta umidità. Ricordate che alcuni problemi di nutrizione come altri problemi ambientali potrebbero dare dei sintomi simili allo stress da calore. Fate attenzione a non sbagliare la diagnosi e a non trattare


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COLTIVAZIONE

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in maniera inadeguata le carenze delle vostre piante o potrete addirittura peggiorare le cose! Identificare e curare i problemi di stress da calore della cannabis indoor I coltivatori indoor hanno un gran lavoro da fare nel fornire le condizioni ottimali alla loro grow-room. Devono riempirla con le attrezzature e le luci necessarie, ma devono anche assicurarsi che venga costantemente introdotta dell’aria fresca al fine di eliminare il calore e l'aria viziata. Sbagliando queste condizioni, inevitabilmente subentrerà qualche problema. Molti coltivatori mirano ad un ricircolo dell’aria completo nella loro grow-room ogni 4-5 minuti. Ma se vivete in un paese caldo o se subite un'eccessiva ondata di calore, anche l'aria esterna potrebbe risultare troppo calda. In questo caso, l'unica opzione realistica è l’aggiunta di un condizionatore d'aria per ridurre le temperature e mantenerle il più vicino possibile ai 22ºC-24ºC (circa 70-75ºF). Se le temperature esterne sono più basse, magari non avrete bisogno dell’aria condizionata, e sarete in grado di ridurre i livelli della temperatura interna della vostra grow-room semplicemente alzando le lampade e aumentando l'estrazione e la ventilazione. Consigli e raccomandazioni per affrontare i problemi di stress da calore della cannabis indoor: •• Aumentate la distanza tra la parte superiore delle piante e le lampade •• Usate dei ventilatori basculanti per muovere l'aria nella grow-room - evitate la formazione di aria ferma e stantia •• Considerate un upgrade con delle lampade a LED, producono relativamente meno calore di quelle HPS •• Considerate il passaggio all’aria condizionata se le temperature raggiungono un livello eccessivo •• Impostate i ventilatori di estrazione in modo che la stanza si riempia di aria fresca almeno ogni 5 minuti •• Mantenete le temperature all’interno della grow-room sotto i 25°C, molti coltivatori esperti controllano costantemente sia temperatura che umidità •• Se necessario, evitate di coltivare durante i mesi estivi e piuttosto coltivate indoor durante le stagioni più fresche. Senza aria condizionata, la coltivazione indoor estiva risulta pressochè impraticabile per molti •• Considerate la possibilità di accendere le luci di coltivazione al tramonto e di spegnerle all'alba. Questo permette alle piante di evitare che le luci siano accese proprio durante la parte più calda della giornata

Identificare e curare i problemi di stress da calore della cannabis outdoor Affrontare il calore eccessivo in una coltivazione outdoor presenta qualche sfida in più. in una coltivazione indoor, quando tutti gli accorgimenti falliscono, c’è ancora l’ultima possibilità con un potente condizionatore d'aria, che può riportare le temperature al livello ottimale. Ma nei grandi spazi aperti le scelte sono più limitate, nonostante abbiate comunque ancora qualche opzione. Affrontare una grande ondata di calore è difficile, a volte può essere più una questione di limitare i danni piuttosto che cercare una cura. Pianificare la coltivazione in anticipo può permettervi di scegliere una varietà più resistente al calore o un trovare un luogo che offra un po' di ombra a mezzogiorno. •• Se coltivate dentro i vasi, cercate di mantenerli il più fresco possibile. Vi consigliamo di spostarli all'ombra. Manteneteli al fresco ed evitate di metterli, ad esempio, direttamente su una superficie piastrellata calda. Evitate i vasi neri che assorbono il calore e cuociono le radici, vogliamo garantire una zona radicale fresca. •• I vasi più grandi possono trattenere di più l’umidità, rendendo la vita più facile alle radici. Se avete i classici vasi neri per piante, provate a coprirli con un involucro bianco per riflettere la luce e mantenere le temperature più fresche. •• Bagnate al mattino. Evitate di far aspettare le vostre piante durante una giornata piena e calda prima di annaffiarle. Assicuratevi che inizino bene la giornata con una buona annaffiatura. Quando necessario, annaffiate anche a fine giornata. •• Alghe marine e alga kelp. Queste fonti naturali di nutrimento sono ricche di minerali e possono aiutare le vostre piante a fronteggiare lo stress da calore. •• Offrite alle vostre piante una protezione dal sole. Una semplice tenda o un telo sopra le vostre piante, per creare ombra durante le ore più calde della giornata, può ridurre ampiamente i livelli di stress da calore. •• Scegliete delle varietà outdoor resistenti al calore, che si sono adattate alla vita nei climi caldi, ad esempio ci sono alcuni ceppi sativa, selezionati appositamente per i climi più caldi con un maggiore livello di umidità. Ma è importante aggiungere che alcuni ceppi indica resistenti (come ad esempio Mazar, Banana Blaze, Master Kush, Auto Blackberry Kush...) cresceranno bene anche in un un clima caldo con una bassa umidità. •• FAQ sullo stress da calore della cannabis Leggi la versione integrale su www.beleafmagazine.it


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FITOCOMPLESSI E NUOVE INTERAZIONI

CANNABIGEROLO, QUESTO SCONOSCIUTO: IL FITOCANNABINOIDE PER DEPURARE L’ORGANISMO Cristina Anedda

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egli ultimi anni la ricerca sui Fitocannabinoidi ha prodotto una grande mole di studi riguardanti il Cannabidiolo, e il più famigerato Δ9-Tetraidrocannabinolo. È sempre mancato invece l’approfondimento sul Cannabigerolo, che, ad oggi, è ancora il meno conosciuto. Per questo ho ritenuto di dar spazio a questa molecola e ai suoi possibili nuovi impieghi.

Il Cannabigerolo, noto come CBG, è un fitocannabinoide non psicoattivo, che è stato scoperto per la prima volta nel 1964 da Y. Gaoni, scienziato israeliano parte del team di R. Mechoulam, che per primo individuò il THC. È un composto terpeno-fenolico, suddiviso in 3 molecole che presentano a loro volta diverse proprietà chimiche. Le due catene lipofile, la catena n-alchilica e la catena terpenica, situate alle estremità opposte dell’anello fenolico, sono scarsamente idrosolubili e questo permette loro di penetrare meglio all’interno dei tessuti. Nella pianta si presenta sottoforma di acido cannabigerolico (CBGA), che è uno dei primi cannabinoidi che si formano sui tricomi ghiandolari detti Capitati, preposti alla produzione di cannabinoidi maturi e che svolgono una funzione protettiva nella pianta. In seguito, enzimi sintasi interagiscono col CBGA per produrre proporzioni variabili di THCA, CBCA e CBDA. È definito la “Madre di tutti i Fitocannabinoidi”, perché come tale, dà vita a tutti gli altri componenti della Cannabis. Il CBG interagisce con diversi recettori del nostro corpo: ad esempio agisce come antagonista del recettore CB1, mitigando quindi l’azione psicoattiva del THC; interviene anche sui recettori coinvolti nella produzione di serotonina e adrenalina, ed è fra le rare sostanze con azione neurogenica nelle cellule cerebrali. I campi di applicazione sono pressoché gli stessi del più studiato CBD, ma l’aspetto più interessante che sta emergendo, è la sua capacità di detossinare, ovvero sbarazzarsi dei “rifiuti” del corpo, che accumulandosi danno un senso di pesantezza, gonfiore, o la mancanza di energia. Ha la capacità di attivare e depurare l’organismo a livello, non solo sistemico, ma anche cellulare, in sinergia con l’apparato epatobiliare. È come se agisse da “direttore d’orchestra” e coordinasse l’azione degli altri cannabinoidi sul sistema endocannabinoide e su tutte le cellule del corpo. Ha eccezionali proprietà energetiche, disintossicanti, antinfettive e analgesiche. Svolge un’azione contro il dolore infiammatorio; aumenta il tono endocannabinoide e gli effetti antidolorifici del THC. Alcuni studi mettono in evidenza un’azione antitumorale, in quanto è stato rilevato, che interagisce con i bersagli specifi-

ci coinvolti nella carcinogenesi, evidenziando il suo possibile ruolo chiave per contrastare la proliferazione delle cellule tumorali, nel trattamento del glaucoma, del cancro al seno e nella vescica. Recenti studi hanno indicato i suoi effetti neuroprotettivi, nel trattamento contro la neuro infiammazione e lo stress ossidativo. È inoltre efficace nel trattamento della malattia infiammatoria intestinale ed ha effetti miorilassanti. Un altro potenziale nascosto, è che il CBG si è rivelato il fitocannabinoide con la migliore attività antibatterica, e dai test effettuati dai ricercatori, ha dimostrato la sua efficacia nella lotta ai patogeni resistenti agli antibiotici. Tali effetti terapeutici dipendono sempre dalla qualità del prodotto, considerando l’utilizzo di estratti di CBG che hanno caratteristiche positive ed idonee. Presso l’Associazione Chacruna CSC, proponiamo esclusivamente estratti biologici in fitocomplesso, che garantiscono la massima efficacia e l’effetto entourage dei principi attivi. IN WEED WE TRUST Stay tuned – FB: chacrunashop – INST: chacrunaofficial Email: chacrunacsc@gmail.com Tratto da: Tesi di Diploma di Cristina Anedda – “Canapa: una pianta in sinergia con l’essere umano – Il Fitocomplesso e le nuove interazioni”, Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “Galileo Galilei” di Trento.


CANNABIS SEMPRE PIÙ AL FEMMINILE: COSÌ È NATA MISS JOINT

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IMPRENDITOR* CANNABICI

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Ci mancava qualcosa: una realtà inclusiva in cui essere noi stess* non era uno svantaggio ma una risorsa. Così è arrivata Miss Joint marta lispi

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ato come portale di informazione cannabica www.missjointitalia.com , Miss Joint, ha realmente preso identità e forma con le Miss e le consulenti: le prime professioniste che hanno creduto nell’idea. Le Miss hanno reso possibile quello che poi è si è palesato come “l’imperdibile occasione di poter realizzare il desiderio comune di uno spazio lavorativo inclusivo”. La maggior parte delle nostre Miss sono donne (ma non tutte) e sono soprattutto consulenti, personal shopper, espert* di cannabis e fitoterapia, nonché l’anima viva dell’antiproibizionismo. L’idea è quella di avere tante Miss in tutta Italia che possano portare informazione diretta agli acquirenti e ai curiosi nello zoo di internet. Ci mettono la faccia!

Nella sinergia delle competenze individuali, nessuna prevaricazione, come ci insegnano le piante ma collaborazione. Il puzzle delle consulenze compone una rosa completa in tutti gli ambiti di applicazione. Grazie all’esperienza di professionist* che spaziano dalla veterinaria alla coltivazione, dall’organizzazione di eventi all'home cooking. Per incentivare l’accesso all’informazione diretta le consulenze sono gratuite al primo colloquio, sia online che dal vivo.

Siamo in tant* nel territorio italiano, ormai con esperienze radicate ed abbiamo voglia di metterci in gioco con quello che più ci piace fare. Il progetto sociale vero e proprio è legato all’azienda agricola, dove "le prime Miss" si sono ritrovate e hanno avuto l’ispirazione. Le conoscenze e le esperienze raccolte negli anni è arrivato il momento di renderle pubbliche. Unire più persone con passione, interessi comuni e la voglia di collaborare in questo settore. È importante, più di ogni cosa informare, sfatare miti e preconcetti su questa pianta, rivalutarla attraverso approfondimenti su ogni sua possibile applicazione. La linea commerciale, completamente naturale, è nata per trasmettere un know-how nuovo che rispecchia il modo di vivere delle Miss. Infiorescenze di cannabis ed altri fiori, oli, oleoliti e oli essenziali, tutto produzione diretta, nel rispetto della natura e dell’olismo. Se anche tu ti senti una Miss Joint e hai voglia di far sentire la tua voce, contatta le Miss sui social o su www.missjointitalia.com


Grow Expert for Passion since 2003

Vendita e Assistenza Produzione Cannabis Light E-commerce & Info Point Associazione Cannabis Terapeutica

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STANDARD E QUALITÀ

CANNABIS TERAPEUTICA: TUTTO SUGLI ATTUALI METODI ESTRATTIVI

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n seguito alla crescente domanda e al conseguente aumento di preparati Cannabis-Based per uso medico, terapeutico e ricreativo, stiamo assistendo sempre più a una sofisticazione delle metodologie estrattive. L'industria della cannabis si sta velocemente “standardizzando”, applicando efficienti processi atti a garantire prodotti qualitativamente migliori. Il tutto dettato anche dal fatto che, allo stato attuale, i consumatori (dove e quando la legislazione lo consente), possono fare affidamento a strumenti tecnico-scientifici informativi tali da consentire facilmente ricerca e documentazione, collezionando dettagliate informazioni sul prodotto prima di considerarne l'acquisto o, addirittura, pianificarne la produzione domestica. In questa ottica di ricerca, abbiamo effettuato un’analisi volta a definire alcuni aspetti dei metodi estrattivi al momento più in voga nell’industria Cannabis.

L'EFFETTO ENTOURAGE Dal punto di vista biochimico, sono tre le componenti principali dei prodotti estratti da considerare: cannabidioli (CBD), THC e terpeni, flavonoidi e fitocannabinoidi. Il CBD è di solito estratto in quantità maggiore dalla canapa (che contiene lo 0,3% o meno di THC ma conserva alte quantità di CBD), mentre ceppi di cannabis più ricchi di THC sono utilizzati nell'estrazione di entrambe le principali sostanze terapeutiche, ottenendo spesso l'effetto "entourage" completo, il quale ha dimostrato in molti studi che l'intero spettro dei cannabinoidi estratti lavora insieme per ottenere un effetto psicoattivo potenziato nei pazienti o, nel caso del CBD, può potenzialmente eliminare alcuni degli effetti negativi del THC. Tuttavia, la ricerca su questi aspetti è ancora in corso.

TERPENI: LA CHIAVE PER I SAPORI E GLI AROMI L'incremento della ricerca e la maggiore disponibilità di dati hanno contribuito a un impatto significativo sulla domanda dei clienti, una maggiore qualità e un più ampio spettro di componenti estratti, considerando anche che i terpeni, nel mondo vegetale, rappresentano solitamente i principali ele-

menti costitutivi degli oli essenziali, delle resine e svolgono un ruolo cruciale nella difesa da predatori e malattie. Se l'estratto di cannabis contiene terpeni, oltre ad associarsi ai potenziali effetti di Entourage, aggiunge proprietà viscose che, consentendo la maggior conservazione di aromi e sapori, forniscono valore aggiunto al prodotto rendendolo più prezioso per gli utilizzatori di vaporizzatori.

AMPIA VARIETÀ DI METODI DI ESTRAZIONE A seguito dell'ampia varietà di possibili forme e contenuti estratti, vengono utilizzate diverse tecniche di estrazione per ottenere diversi tipi di prodotti finali. Possiamo distinguere tre metodi di estrazione principali: •• Idrocarburi •• Etanolo •• CO2 supercritica (scCO2) Le tecniche di estrazione differiscono l'una dall'altra e il loro utilizzo si manifesta sia in setup di laboratorio che su scala industriale, variando in termini di costi delle attrezzature e di efficienza del processo e purezza del prodotto finale. Mentre gli idrocarburi e la CO2 allo stato supercritico vengono utilizzati solitamente per estrazioni di qualità superiore, l'etanolo viene utilizzato nella lavorazione industriale su larga scala di oli CBD.

IDROCARBURI Gli idrocarburi come il propano, il butano e il pentano sono utilizzati per l'estrazione di cannabinoidi di alta qualità, permettendo anche la conservazione di grandi quantità di terpeni. Per loro natura, gli idrocarburi sono solventi non polari, si legano consentendo l’estrazione delle molecole desiderate in maniera più selettiva. Butano e Propano sono tra i solventi idrocarburici più comuni, svolgono un ottimo lavoro nell'estrazione di tutta la gamma di cannabinoidi e terpeni. Il propano viene utilizzato specificatamente per estrazioni di altissima qualità grazie al suo punto di ebollizione più basso (-42°C contro -0,4°C del butano): minore è la temperatura etrattiva, maggiore la qualità di cannabinoidi e terpeni.

cannabis medica

Dominik Marko PQE Group, MD Compliance Specialist Emanuele Bertea PQE Group, Business Development Manager Giampaolo Mazzuca PQE Group, Partner – VP Cultural Brand Ambassador&Ibero America BD&Operations


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STANDARD E QUALITÀ

ETANOLO L'etanolo rappresenta un'altra classe di solventi per i tricomi (strutture sui fiori di cannabis che contengono elevate quantità di cannabinoidi), tuttavia è un solvente polare, a differenza dei solventi idrocarburici non polari, deve essere raffreddato in misura maggiore per evitare di estrarre grandi quantità di molecole idrosolubili (e.g. la clorofilla). L'etanolo può essere utilizzato in tutti i tipi di estrazione commerciale della cannabis, con diversi rapporti di lavorazione e qualità del prodotto finale: solitamente, più grande è il volume del processo, minore è la qualità. Tuttavia, trattando facilmente 100.000 kg di materiale al giorno, l'etanolo rappresenta la soluzione migliore per l'estrazione di CBD in grandi quantità, numeri oggi ancora irraggiungibili con Idrocarburi o scCO2. scCO2

La “CO2 supercritica” per sua natura non è considerata un ottimo solvente per l'estrazione di tricomi di cannabis che contengono THC, CBD e terpeni desiderati, per questo vengono applicate grandi quantità di pressione durante il processo, richiedendo un flusso costante di scCO2 attraverso materiale biologico e rendendo l'intera estrazione più lenta. A causa della maggiore pressione richiesta e della complessità del processo, l'attrezzatura necessaria per l'estrazione con scCO2 è considerata la più costosa del settore, rendendola così poco versatile. Nonostante ciò, in considerazione di un approccio "eco-friendly", l’scCO2 è anche ritenuto il metodo

più sicuro, pulito ed ecosostenibile, tale da consentirgli un vantaggio sui concorrenti.

RESIDUI DI SOLVENTE L'estrazione con solvente pone spesso una domanda importante: il solvente rimane nell'estratto? Nel caso degli Idrocarburi, attraverso un adeguato processo di pulitura e filtraggio sottovuoto, è possibile ottenere tracce meno rilevabili di residui. L'etanolo, solitamente, viene lasciato evaporare in un vaporizzatore rotante seguito da un ulteriore processo di essiccazione a vuoto. L'estrazione scCO2 tende a lasciare meno residui rispetto ai solventi, tuttavia, molto spesso, gli estratti scCO2 richiedono un ulteriore raffinamento tramite etanolo, che riporta alla rimozione dei residui di etanolo stesso. In conclusione, allo stato attuale non siamo in grado di definire quale sia la miglior tecnica adottabile. Tutte, presentando pregi e difetti, in considerazione della scalabilità, della quantità di investimenti, del rapporto domanda-quantità e, naturalmente, del tipo di prodotto qualitativo finale al quale si mira, trovano il loro utilizzo nei diversi segmenti del mercato della cannabis. Ogni metodologia estrattiva cambia e migliora costantemente man mano che il mercato cresce. Inoltre, la domanda di prodotti di alta qualità da parte dei consumatori comporta, per i maggiori stakeholder, di considerare sempre più un alto livello di Qualità e Conformità nei processi integrati e operativi in ogni attività coinvolta nel ciclo di vita del prodotto.

cannabis medica

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CANNABINOIDI:

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LA TUA TERAPIA

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CURARSI CON LA CANNABIS

COME CONSERVARE CORRETTAMENTE

VUOI SAPERNE DI PIÙ SUL MONDO DELLA CANNABIS TERAPEUTICA? SCRIVI A BELEAF!

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olto spesso riceviamo richieste di informazioni su come conservare correttamente una terapia a base di Cannabis medica. In questo articolo andremo quindi a fornirvi tutte le informazioni necessarie per poter conservare correttamente la tua terapia, che siano delle cartine di Cannabis, estratti oleosi o resine, senza perdere l’efficacia della stessa.

COME CONSERVARE LE CARTINE DI CANNABIS Le cartine di Cannabis devono essere conservate nel contenitore originale che viene fornito dalla farmacia. Dopo l’utilizzo è importante assicurarsi di richiudere correttamente il tappo del contenitore in modo da mantenere una corretta umidità all’interno del preparato. Possono essere conservate tranquillamente a temperatura ambiente, lontano da fonti di calore, ma è bene utilizzare il preparato entro la data di scadenza.

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Matteo Mantovani Farmacia San Carlo di Ferrara

COME CONSERVARE L’OLIO DI CANNABIS

COME CONSERVARE LA RESINA DI CANNABIS

Gli olii di Cannabis sono una delle forme farmaceutiche più utilizzate. Al contrario delle cartine, l'olio richiede una preparazione da parte del Farmacista. Solitamente vengono forniti all’interno di appositi contenitori in vetro, necessari per proteggere il preparato.

La resina di Cannabis viene fornita dalla farmacia in siringhe da insulina per uso orale, diluiti in olio e forniti in appositi contenitori di vetro, in soluzioni mucoadesive o incapsulate (CBD20/CBD50). Come per l’olio di Cannabis, anche per la resina è consigliato conservarle in frigorifero, così da rallentare il processo di degradazione dei principi attivi contenuti all’interno del preparato. Accortezza per il periodo estivo: le alte temperature del periodo estivo (dai 25-30 Gradi in su) potrebbero danneggiare i prodotti a base di cannabinoidi, soprattutto gli estratti. Si consiglia sempre di munirsi di contenitori refrigerati per il loro trasporto ed ovviamente di portare sempre con sé copia della ricetta medica timbrata e firmata dalla farmacia, necessaria in caso di controlli.

Per queste preparazioni è vivamente consigliato conservarle in frigorifero in modo da rallentare la degradazione dei principi attivi. Infatti, in questo tipo di preparati, i principi attivi contenuti al loro interno vengono estratti in farmacia direttamente dalle infiorescenze di Cannabis e possono andare incontro a processi di degradazione se non conservati correttamente, causando una minore efficacia del preparato.


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CANNABIS E RICERCA

ADOLESCENTI E CANNABIS:

DAVVERO LA DEPENALIZZAZIONE AUMENTA IL CONSUMO? Marta Lispi

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due giorni dalla pubblicazione del sondaggio commissionato da BeLeaf Magazine e Meglio Legale all’agenzia SWG su “italiani e legalizzazione”, Il CNR-IFC lancia un comunicato stampa dove Sabrina Molinaro commenta la ricerca che ha coordinato su “adolescenti e cannabis”: la depenalizzazione del possesso può aumentarne il consumo.

cannabis medica

Lo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc), pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health sul rapporto tra proibizionismo e giovani consumatori (maggio 2021), si basa sui dati raccolti da ESPAD in 20 stati europei in 20 anni su più di 300.000 studenti delle scuole superiori. ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), è un progetto di indagine multinazionale trasversale ripetuta nelle scuole europee, raccoglie dati ogni quattro anni dati su alcol e altre droghe, dal 1995 ad oggi. Il comunicato del CNR sentenzia: “Tra i giovani consumatori occasionali, la depenalizzazione del possesso può aumentarne il consumo, mentre restrizioni normative lo possono ridurre. Ma tra gli utilizzatori frequenti a rischio dipendenza le differenti politiche non incidono. Fondamentali sono informazione e prevenzione”. Lo studio coordinato da Sabrina Molinaro del Cnr-Ifc mette in evidenza disponibilità e consumo tra gli adolescenti. “La cannabis rimane la sostanza più utilizzata, come confermano gli ultimi risultati ESPAD, con il 16% degli adolescenti europei che nel 2019 ha riferito di averla provata almeno una volta nella vita”, afferma Molinaro. “Per i consumatori non frequenti non si rilevano aumenti significativi nella percezione della disponibilità nei paesi che hanno decriminalizzato o depenalizzato il possesso personale di cannabis. È però diminuita di quasi 6 punti percentuali la percezione di disponibilità in alcuni paesi dove le sanzioni sono state aumentate, come in Italia tra il 2007 e il 2014”, continua la ricercatrice Cnr-Ifc. “Tuttavia, tale cambiamento nella percezione di disponibilità è rilevato esclusivamente fra gli utilizzatori occasionali, mentre per i consumatori la capacità di accesso alla sostanza

rimane sostanzialmente invariata al cambiare della normativa”. Rimpiangere la Fini-Giovanardi sembra anacronistico ed eccessivo se pensiamo al libro bianco delle droghe. Sulla nona edizione del “Libro bianco sulle droghe” edito FuoriLuogo, gli autori riportano diversi miti da sfatare, uno dei quali è proprio: “La legalizzazione aumenta il consumo di cannabis fra i più giovani”. Con tutte le fonti annesse meticolosamente, “i dati che provengono dagli stati USA che hanno legalizzato, ma la stessa esperienza di tolleranza olandese, dimostrano che laddove è legale sia per uso terapeutico che per uso ricreativo i consumi di cannabis da parte degli adolescenti non aumentano, ma addirittura in molti casi diminuiscono. Questi dati sono accompagnati anche dalla riduzione dei problemi comportamentali, tra cui risse, crimini contro la proprietà, uso di armi e spaccio di sostanze. I ricercatori hanno scoperto che le due tendenze sono collegate, in quanto i ragazzi, diventati meno “propensi” a seguire comportamenti sociali devianti (o avendo rimosso per via legislativa alcuni comportamenti dalla sfera della punibilità), hanno anche meno probabilità di cadere in problemi legati all’uso della marijuana.” Tuttavia è importantissima l’Informazione per far comprendere i rischi ai giovani consumatori La Molinaro conclude il commento alla ricerca sottolineando altri fattori evidenziati dallo studio “come le campagne di informazione e prevenzione, sottolineando l’importanza di investire in politiche basate su evidenze scientifiche. Interventi simili possono avere un ruolo significativo nel rafforzare nei più giovani la comprensione dei rischi che possono essere associati al consumo della sostanza, indipendentemente dalla percezione della sua disponibilità”, conclude Molinaro. La dott.ssa Molinaro porta ad esempio gli Stati Uniti, affermando che “su cinque riforme esaminate, sempre relativamente ai consumatori occasionali, sono individuate associazioni significative solo: nel caso delle riforme più liberali, un aumento di quasi il 7%, in quello delle riforme più restrittive una diminuzione di circa il 3%”. Ed è proprio dall’informazione che si capisce quanta sia realmente la convergenza e la collisione tra le fonti.


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CANNABIS E RICERCA

Su Newport Academy (Programma di terapia americano dedicato agli adolescenti con problemi di salute mentale) troviamo degli studi che evidenziano l’innegabile incertezza dei risultati, dato che ad oggi le ricerche si confutano tra loro. Sono 15 gli stati che hanno legalizzato anche l’uso ricreativo della cannabis, per cui potrebbero iniziare ad essere dati abbastanza attendibili, invece l’unica certezza è che “nel complesso, l'uso annuale di marijuana da parte degli adolescenti è rimasto pressoché lo stesso negli ultimi anni: circa il 13% degli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni usa marijuana, secondo la Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA). In particolare, negli ultimi anni è aumentato notevolmente lo svapo come mezzo per assumere cannabis medica tra gli adolescenti.” Non c’è variazione sul numero degli adolescenti, bensì sulla frequenza di utilizzo. Da prima a dopo la legalizzazione dell’uso ricreativo “il numero di adolescenti che assumono marijuana non è cambiato sostanzialmente” al contrario “la frequenza di utilizzo è in aumento” con più adolescenti che la utilizzano più volte nello stesso giorno. (Monitoring the Future Survey, amministrato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA), dati revisionati nel 2020.) Uno studio del 2020 su oltre 230 adolescenti e giovani adulti nello Stato di Washington, ha concluso che gli adolescenti potrebbero avere maggiori probabilità di usare cannabis con la

legalizzazione. Un altro studio di Washington ha scoperto che l'uso di marijuana adolescenziale è diminuito dopo la legalizzazione. Uno studio sull'uso da parte degli adolescenti del California Healthy Kids Survey, ha suggerito effetti minimi della legalizzazione sui livelli di consumo degli adolescenti ma un altro studio, che ha esaminato i dati dello stesso sondaggio un anno dopo, ha scoperto che la legalizzazione era associata a un aumento significativo dell'uso di marijuana. Questi sono solo alcuni esempi per capire come la ricerca scientifica sia ampiamente discussa e divergente. Sulla corretta informazione vige il buon senso. Non sono da sottovalutare, ad esempio, le motivazioni per cui gli adolescenti utilizzano cannabis e perché sia incrementata l’assunzione negli ultimi anni. Su Newport Academy ricordano “Il ruolo della pandemia (che) deve essere considerato anche quando si esaminano i tassi di consumo di marijuana da parte degli adolescenti. Uno studio canadese ha rilevato che l'abuso di sostanze in età adolescenziale, compreso l'uso di cannabis, è aumentato nel 2020, in particolare tra coloro che soffrono di ansia e depressione legate alla pandemia. Sebbene i dati sull'utilizzo degli adolescenti statunitensi nell'ultimo anno non siano definitivi, molti esperti hanno osservato o previsto un aumento del consumo di cannabis a causa dell'isolamento sociale, delle attività limitate e dell'aumento dello stress”.

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Natura, rispetto e passione, con un pizzico di scienza.

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CANNABIS E UOMO, UN RAPPORTO A 360 GRADI Simone Fagherazzi

Grazie a questo lavoro di ricerca indipendente durato circa 10 anni, vengono definiti i confini di una innovativa branca della Medicina, l’Endocannabinoidoiatria (ECBI), che vede il suo focus principale nell’Arte della cura (-iatria) mediante la sapiente stimolazione del Sistema Endocannabinoide (Endocannabinoido-). L’arte medica endocannabinoiatrica prende in considerazione l’essere umano come un’unità funzionale unica di corpo, psiche ed anima. Queste entità devono essere in un equilibrio dinamico ed armonico tra loro, al fine di garantire al soggetto il miglior stato di Salute possibile. Il principale regolatore di questo equilibrio è proprio il Sistema Endocannabinoide (SEC). Nel libro sono descritte, dettagliatamente e sistematicamente per apparato, le conoscenze Evidence Based ad oggi note sul suo funzionamento. Somministrare o assumere Cannabis è un’azione che deve necessariamente includere una seria riflessione sui suoi effetti psicologici. La dimensione Enteogena della pianta costringe il discente, professionista della salute o meno, ad avvicinarsi allo studio di argomenti poco invalsi nell’occidente che rappresentano una parte fondamentale del potere di azione che la pianta di Cannabis sativa Linnaeus ha, realmente, nei confronti dell’Essere Umano. Vijaya 33 affronta il tema Cannabis-Uomo a 360° con l’intimo scopo di rispondere, tramite la conoscenza, ai pregiudizi disseminati durante il lungo periodo proibizionista e che hanno fatto, di questa pianta, un “demonio” da combattere e distruggere, piuttosto che un potente alleato assieme al quale migliorare sensibil-

mente, le condizioni di Salute, sia dell’Essere Umano, sia del Pianeta Terra in cui esso stesso vive. Durante I 10 anni di ricercar indipendente ho studiato, da tutti i punti di vista possibili, l’argomento “Cannabis” dandone, nel libro, una visione onnicomprensiva nel tentativo di definire l’ Endocannabinoiatria -ECBIcome innovativa metodica di cura dell’essere umano condotta attraverso la sapiente stimolazione del sistema endocannabinoide. Fisiologicamente simile ad una pianta, quest’innovativa arte di cura approfonda le sue radici nella medicina basata sulle evidenze nutrendosi dei suoi importanti concetti, sviluppa il suo stelo nei miliardi di microbi che, per tutta la nostra esistenza ci accompagnano e di cui non siamo quasi mai consapevoli (un universo vivo e vitale che risuona con il nostro organismo, volenti o nolenti). Le foglie di questa pianta/arte medicinale sono rappresentate metaforicamente da tutti gli eventi che succedono nel corso della vita di ognuno e che trovano una integrazione psico-fisiologica nel nostro organismo attraverso la scienza della PNEI riconosciuta ed applicata, ormai, da molto tempo. Attraverso l’esercizio dello Yoga e della Meditazione la pianta/arte di cura può essere facilitata a fiorire, ogni pianta di cura, come ogni essere umano, ha la sua propria via per fiorire, deve solo impegnarsi nel cercarla. Fiorendo, la pianta/arte di cura, esprime il meglio di sé, emana tutte le sue sostanze più benefiche e ci conduce ad una vibrazione più alta e che più si avvicina ad un sincero concetto di salute, “sei proprio un fiore!...”, l’incarnazione dell’amore Universale, esperibile ed esercitabile attraverso l’esercizio della Consapevolezza.

Simone Fagherazzi consegue la laurea in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti e la lode presso l’Università di Padova. Al terzo anno di scuola di specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia decide di abbandonare una formazione “preconfezionata” per dedicarsi completamente alla comprensione innovativa delle possibilità di utilizzo

Buona lettura. Simone Fagherazzi

della Cannabis. Per un periodo di studio e ricerca in Nepal dove vive per tre anni e mezzo venendo a contatto con la cultura induista e facendo lunga esperienza di un utilizzo propriamente rituale della pianta di Cannabis. Ad oggi conduce una semplice attività di medico libero professionista a Torino ed in Valchiusella (nell’alto Canavese).

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cannabis medica

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d oggi l’argomento Cannabis è ampiamente dibattuto. Nonostante ciò, non esiste ancora un testo di riferimento per i professionisti sanitari che vogliano avvicinarsi a questo nuovo ambito di conoscenza. Questo libro vuole colmare proprio questo vuoto, offrendo ai lettori una visione dell’argomento che sia, allo stesso tempo, culturalmente completa e scevra da ogni condizionamento.

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LIBRI E CANNABIS


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CURARSI CON LA CANAPA

RICETTA MATERIALIZZATA E PRESCRIZIONE DI CANNABIS

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marta lispi

l Ministero della Salute, con circolare del 30 luglio u.s. (1) pubblica una circolare di chiarimento “a seguito di richieste di chiarimenti pervenute alla scrivente Direzione generale riguardanti la trasmissione via PEC alle farmacie di prescrizioni magistrali di Cannabis per uso medico, da parte di un medico”.

LE ILLUSORIE PREMESSE

cannabis medica

Posta la premessa che “la dematerializzazione delle prescrizioni mediche, disciplinata dal Decreto interminesteriale del 2 novembre 2011, è prevista esclusivamente per i medicinali registrati con numero di AIC assegnato dall’AIFA. La prescrizione può essere effettuata dal medico abilitato solo all’interno del sistema digitale predisposto ad hoc dal Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero della salute, secondo le disposizioni della normativa vigente”. (2)(3)(4) Per cui, in accordo con il Ministero dell’economia e delle finanze, il Ministero della Salute autorizza l’invio delle prescrizioni tramite PEC, oltre al cartaceo. Questo deve avvenire nella modalità descritta nella medesima circolare, allegando il “promemoria” al fine di garantire l’unicità del documento e la non replicabilità, oltre al trattamento e l’invio dei dati personali del paziente. All’inizio del 2020, durante il lockdown, sono state notevolmente incentivate tutte quelle pratiche che non richiedessero spostamento fisico e contatto umano. Le misure adottate per limitare la diffusione del COVID19 sono state pubblicate con l’Ordinanza n. 651 del 19.03.2020: Gazzetta Ufficiale n. 74 del 21.03.2020 (5) La dematerializzazione della prescrizione di cannabis medica è esclusa poiché tutte le preparazioni sono sprovviste di numero di AIC, ossia tutti i farmaci che rientrano nella “Legge Di Bella” (art. 5, DLvo 17.02.98, n. 23 convertito in Legge 08.04.98, n. 94) (6) La medesima circolare esclude da tale opportunità anche le prescrizioni veterinarie REV di medicinali contenenti stupefacenti. Solo per le preparazioni magistrali, il CAD (Codice Amministrazione Digitale). Il Ministero conclude la circolare citando il Codice Amministrazione Digitale (CAD) che è riservato alle comunicazioni tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese. (7) “La trasmissione, da parte di un medico, di una ricetta con PEC non garantisce al farmacista che analogo invio non sia stato fatto ad altra farmacia, pertanto tale procedura, non prevista dal CAD, non può sostituire la presentazione della ricetta originale in farmacia, fatto salvo quanto già riportato sopra sulla dematerializzazione delle ricette.” Con questa affermazione la circolare entra in contrasto con le premesse poste in essere sulla possibilità di inviare una ricetFONTI:

1. www.ordinifarmacistilombardia.it/files/circolare_minsal_prescrizioni_di_medicinali_con_ricetta_dematerializzata.pdf

2. www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6. jsp?lingua=italiano&id=2514&area=eHealth&menu=vuoto

ta dematerializzata via PEC allegando il “promemoria”. Difatti, i casi di replicabilità della prescrizione medica avvengono unicamente nella modalità cartacea, non tracciabile tanto quanto quella digitale. Per questo motivo tutte le comunicazioni ufficiali negli ultimi anni si sono adeguate al sistema digitale. Persino le prescrizioni del medico di base su ricetta rossa sono state sostituite dalla versione telematica e garantiscono, al momento di un controllo, ineluttabile unicità del documento.

LA CONCLUSIONE, UN MEMO SULLA PRESENZA DELLA CANNABIS MEDICA NEL DPR 309/90 La cannabis medica, in Italia, è ancora presente nel DPR 309/90, il quale al comma 4 dell’articolo 45 “prevede che la dispensazione dei medicinali di cui alla tabella dei medicinali, sezioni B e C, è effettuata dal farmacista dietro presentazione di ricetta medica da rinnovarsi volta per volta.” In base all’art. 45, comma 5, del D.P.R. 309/90, la ricetta, all’atto della dispensazione del medicinale, deve essere ritirata da parte del farmacista e conservata per due anni. La prescrizione di cannabis medica può essere utilizzata una sola volta e al ritiro del farmaco la prescrizione viene annullata con timbro e data. Il paziente è quindi costretto al rinnovo periodico con ulteriori spese che gravano sul malato, oltre al farmaco stesso che è tuttora distribuito a prezzi insostenibili, laddove ve ne sia disponibilità.

LA VERSIONE DI TERNELLI E’ stata portata all’attenzione del Ministero della Salute l’interpretazione di Farmagalenica.it, dove le informazioni pubblicate sono destinate a pazienti, medici e farmacisti. E’ un punto di riferimento ampiamente consultato per l’alta competenza del dott. Ternelli. La circolare, al contrario, sostiene che “le procedure descritte siano state adottate da medici e farmacisti a seguito di interpretazioni di informazioni pubblicate sul web” e “sulla normativa vigente in materia di trasmissione delle ricette mediche e medico -veterinarie” responsabilizzando il sitoweb dell’errata indicazione diffusa.

LE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI E LA LIBERTÀ DI CURA La realtà è che da quando è stato avviato un processo di divulgazione sulla legittimità della cannabis medica in Italia, con la spedizione della ricetta per via telematica e l’invio del farmaco al domicilio del paziente, è migliorato l’accesso alla terapia. Associazioni come Cannabiservice (9) hanno potuto assistere migliaia di persone in convenzione con medici e farmacie disposti ad adottare tale metodo. Se si pongono dei limiti, andrebbero valutate alternative per non ostacolare ulteriormente la possibilità di esistere del cittadino nella libertà di cura e legittimamente.

3. www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1. jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4744

7. www.agid.gov.it/it/agenzia/strategia-quadro-normativo/ codice-amministrazione-digitale

5. www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2020/03/21/74/sg/pdf

9. cannabiservice.net

4. www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1. jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=5281 6. www.camera.it/parlam/leggi/98094l.htm

8. www.farmagalenica.it/ricetta-galenicaelettronica-via-pecsi-puo-ma/


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CANNABIS TERAPEUTICA

DAL CONGRESSO DEL SIRCA UN’ITALIA A DUE MARCE LA RICERCA CORRE, NASCONO NUOVI ESTRATTI MA LA PRODUZIONE NAZIONALE RESTA AL PALO cinzia colosimo

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l mondo della ricerca è vivace, nascono nuovi prodotti e le farmacie sono più formate, ma la politica resta indietro e a rimetterci sono i pazienti. Questo in sintesi il quadro emerso dal terzo congresso del SIRCA - Società Italiana di ricerca sulla Cannabis, che si è svolto a Pisa nei giorni 17-18 settembre, organizzato da Farmacie Comunali Pisa, Sirca, Assofarm e UEFS-Unione Europea delle Farmacie Sociali. Tra le novità spicca lo studio illustrato da Anna Visibelli dell’Università di Siena, su un modello di intelligenza artificiale in grado di prevedere la corretta dose da fornire a un paziente sulla base del suo codice genetico: «In futuro, potrebbe essere possibile fare un test del Dna per determinare cosa potresti aspettarti dall’uso della cannabis». Resta ancora molto da esplorare nell’ambito promettente dei fitocannabinoidi, studiati da Giuseppe Cannazza e Orazio Taglialatela Scafati, mentre si fa strada sul mercato l’estratto di cannabis titolato al 15% in THC di Farmalabor. Da molti relatori arriva però la richiesta di dotarsi di una legge quadro per aumentare la produzione nazionale, garantire pari trattamento ai

territori e rafforzare il ruolo delle farmacie nella distribuzione. L’approvvigionamento resta infatti il problema centrale. Il tema svela alleanze insolite, come quella (timida) del Sottosegretario alla Salute Andrea Costa di Noi con l’Italia, del Segretario di Commissione Sanità alla Camera Marcello Gemmato e del Consigliere regionale toscano Diego Petrucci, entrambi di Fratelli d’Italia. Tutti per la cannabis terapeutica, seppure con posizioni diverse. Costa infatti, a margine del convegno ha dichiarato di non aver firmato il referendum sulla depenalizzazione, «perché aprirebbe le porte alla liberalizzazione», ma ha preso l’impegno a convocare «entro breve tempo» il tavolo tecnico già promesso a fine giugno. Gemmato da parte sua non solo si è detto disponibile a iniziative parlamentari per verificare lo stato attuale, ma si è spinto oltre sul tema della produzione, con «l’auspicabile creazione di filiere agricole specifiche», e posizione favorevole «alla richiesta di autoproduzione che viene da molti pazienti». Su quest’ultimo punto la distanza con il mondo del Sirca è notevole. È lo stesso Paolo Poli - presidente e fondatore della società, nonché pioniere in Italia in questo campo - a insistere più volte sulla natura di «farmaco» della cannabis: «Come tale deve essere usato, con tipologie e dosi specifiche per ogni paziente e solo per le patologie studiate». Inconciliabile quindi con l’autoproduzione, che Poli boccia nettamente, e si dice contento del fatto «che i politici anche in questa occasione abbiano capito la differenza tra cannabis ludica e medica». Una distinzione problematica che non scioglie i nodi, contrariamente a un’utile rilettura della storia millenaria dell’uso medico della cannabis. L’ha ripercorsa nel suo intervento il prof. Giovanni Appendino dell’Università del Piemonte orientale: da riascoltare per intero. (L’intero congresso è su Youtube sul canale Officine di Galeno)

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CANNABIS IN SICUREZZA

CANNABIS E GUIDA SICURA, FACCIAMO CHIAREZZA Marta Lispi

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e normative in materia di stupefacenti sono molto discusse e alle volte non facilmente comprensibili poiché poco lineari tra loro. Un esempio? La questione patente. La grande domanda è sempre la stessa: possono guidare i consumatori di cannabis? Innanzitutto dobbiamo distinguere i consumatori ludici dai pazienti di cannabis medica con regolare prescrizione medica. Nel primo caso si rivendica il diritto di “libertà personale”, nel secondo anche il “diritto di cura”. La cure a base di cannabinoidi sono legali dal 2007 con Decreto Ministeriale e revisionate nel 2015 dall’ex ministra Lorenzin (Decreto in GU n.279 del 30/11/2015) con riferimento alla legge Di Bella L.94/98. Posta quindi la liceità del consumo e del possesso, con la prescrizione medica e la regolare ricevuta fiscale di acquisto presso farmacia galenica, resta il dubbio se sia possibile guidare.

QUINDI POSSIAMO DEDURRE CHE… Se un paziente con regolare prescrizione medica attende 24 ore dall’ultima assunzione e suppone di essere in grado di poter guidare, ha il diritto di farlo. Ciò che deve dimostrare è di essere abile nella guida alla Commissione medica locale.

COME FUNZIONA IL RILASCIO/RINNOVO DELLA PATENTE CON REGOLARE PRESCRIZIONE MEDICA DI CANNABIS? Per il rinnovo della patente è richiesto che il conducente non assuma abitualmente medicinali che possano essere influenti sulla capacità di guida. Essendo la cannabis un medicinale stupefacente l’abilità di guida è giudicata dalla Commissione medica locale attraverso alcuni esami di approfondimento,

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QUALI SONO LE IMPLICAZIONI TRA CANNABIS MEDICA E PATENTE? Per legge, se si fa un uso abituale di medicinali la cui assunzione possa influenzare la propria abilità alla guida, non è possibile avere né il rilascio né il rinnovo della patente, a meno che non si faccia richiesta di valutazione alla Commissione medica locale (presso l’ASL). Fino a poco tempo fa era impensabile. Seppure nel Decreto Lorenzin, allegato par. 4 cita “i soggetti in terapia, inoltre, dovrebbero essere esentati dalla guida di veicoli o dallo svolgimento di lavori che richiedono allerta mentale e coordinazione fisica per almeno 24 ore dopo l’ultima somministrazione con cannabis per uso medico.” Questo è in linea con il Codice della strada che definisce vietato mettersi alla guida di un mezzo in uno stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti (art.187 del C. della strada). Questa posizione è stata ribadita dalla Corte di Cassazione nel febbraio 2021, con la sentenza n. 3900, dove ha assolto un abitante di Ivrea perché: “Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 187 cod. strada, non è sufficiente che l’agente si sia posto alla guida del veicolo subito dopo aver assunto droghe ma è necessario che egli abbia guidato in stato di alterazione causato da tale assunzione.” Lo stato di alterazione deve essere accertato con specifiche analisi mediche, unitamente ai verbali che riportino deposizioni che convalidino lo stato di alterazione psicofisica. Una specifica che però la Corte d’appello non ha dato in quanto non entra in merito a cosa determini tale stato di “alterazione psicofisica”, per l’appunto.

a spese del richiedente. In caso di verdetto negativo, il richiedente può fare ricorso al Tar entro 60 giorni, davanti al quale dovrà dimostrare l’illegittimità del giudizio della Commissione medica locale. A tutto questo procedimento può assistere un legale ma esclusivamente nella compilazione delle pratiche in modo professionale.

SE NON VA NEANCHE CON IL TAR? Si può fare una visita medica, tramite un medico di fiducia, presso l’Unità Sanitaria Locale della Rete Ferroviaria Italiana. In quasi tutti i casi, con regolare prescrizione di cannabis medica, viene realmente valutata l’abilità di guida.

CONCLUSIONI Con la sentenza della Cassazione l’augurio è quello di una maggior sensibilità da parte delle Commissioni mediche locali. Per quanto riguarda, invece, gli autisti e gli operatori che sono sottoposti ad esami tossicologici, nonché gli sportivi, restano categorie invisibili. Questa falla nel sistema in altri paesi si sta affrontando pari passo con la depenalizzazione della cannabis, concedendo la possibilità di avere la patente a determinate condizioni.


QUAL È IL VETTORE MIGLIORE PER ASSUMERE CBD?

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CANNABIS E SALUTE

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I governi di quasi tutto il mondo, l’FDA, l’OMS e enti implicati nel settore, si chiedono come considerare questo prodotto: Un integratore alimentare? Una nuova medicina sperimentale? O addirittura un narcotico? In pochi anni, il CBD è diventato immensamente popolare in tutto il mondo. Il cannabinoide CBD è un isomero non psicoattivo, è disponibile in diverse formulazioni e in sempre nuovi modi di somministrazione, ma il più noto è da sempre l’olio di CBD per la praticità e il prezzo. Ci sono centinaia di produttori e venditori di oli CBD sul mercato, un dato in rapida crescita. Fintanto che non ci sarà il riconoscimento istituzionale e normativo dell’uso alimentare dell’olio CBD, sono diversi i soggetti coinvolti nella produzione di questo prodotto: da privati che rivendono su Facebook a farmacie con la titolazione, e diverse le formulazioni. Va dunque analizzato il prodotto nelle varianti che il consumatore può utilizzare come indice di qualità e adeguatezza del prodotto. Nella pubblicazione “Che cos’è il CBD e a cosa serve” abbiamo visto cos’è su un piano generale, mentre in “Gli italiani e il CBD: uno studio ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere” abbiamo letto i risultati dello studio della MinervaTop di Udine sul consumo di CBD in Italia assieme al sen. Matteo Mantero. In questo articolo vedremo qual è il vettore migliore per questo prodotto. Quale olio vettore è il migliore per il CBD? Un confronto tra potenziale antiossidante, contenuto fenolico totale e contenuto di cannabidiolo (CBD) di canapa infusa di cannabis, MCT e olii di oliva tesi di Alexa Gruschow, presso la Montclair State University, anno 2020, ha analizzato i dati raccolti con lo scopo di “promuovere la necessità di un protocollo strutturato per l’olio di CBD commerciale/non commerciale su piccola scala, che tende ad essere formulato mescolando Cannabis con olio vettore. I popolari prodotti a base di cannabis sono tinture a base di olio che vengono prodotte infondendo materiale vegetale di cannabis in olio commestibile. I tipi di oli utilizzati per questo processo variano e non esiste un vettore

standardizzato che si sia dimostrato la scelta ottimale per ottenere i maggiori benefici da estratto di cannabis”. Le tipologie di olio prescelte come tester per essere vettore dell’estratto full spectrum a prevalenza CBD sono stati: l’’olio di canapa, l’olio MCT e l’olio d’oliva. Il protocollo seguito per la produzione dell’olio è stato: scelta del ceppo di Cannabis, processo di decarbossilazione, processo di macinazione, processo di miscelazione ad infusione riscaldata e stabilizzazione delle condizioni di conservazione. Per la valutazione degli oli sono stati utilizzati i seguenti criteri: “Il potenziale antiossidante è stato valutato utilizzando il test Trolox Equivalent Antioxidant Capacity (TEAC) e il contenuto fenolico totale è stato valutato utilizzando il test Gallic Acid Equivalence (GAE). Il contenuto di CBD degli oli è stato valutato mediante cromatografia liquida ad alte prestazioni con rilevamento ultravioletto (HPLC-UV).”Il risultato dello studio applicato: “Per il potenziale antiossidante, l’olio di CBD di canapa aveva il maggior potenziale antiossidante. Per il contenuto fenolico totale, l’olio di CBD di oliva aveva il contenuto fenolico totale più alto. Per il contenuto di CBD, l’olio di CBD di canapa e l’olio di CBD di oliva avevano il più alto contenuto di CBD. ”Rispetto agli oli di controllo, senza miscelazione con estratto di CBD: Gli oli di oliva e MCT “coni CBD avevano un aumento significativo del potenziale antiossidante rispetto ai loro oli di controllo, mentre l’olio di CBD di canapa no.” “L’infusione di cannabis ha causato un aumento significativo del potenziale antiossidante e del contenuto fenolico totale per tutti gli oli, tranne che per il potenziale antiossidante dell’olio di canapa. Ulteriori ricerche per identificare e confrontare i profili antiossidanti degli oli di CBD con gli oli di controllo consentirebbe una maggiore possibilità di capire quali componenti della Cannabis sono responsabili dell’aumento del potenziale antiossidante e del contenuto fenolico totale degli oli. Inoltre, l’identificazione degli antiossidanti potrebbe fornire una spiegazione del perché il contenuto fenolico totale dell’olio di controllo di canapa è più basso rispetto al suo alto potenziale antiossidante. ”Capacità di estrazione del CBD dell’olio vettore:“I risultati del contenuto di CBD hanno mostrato che l’olio di canapa e l’olio d’oliva avevano una capacità di estrazione del CBD significativamente maggiore rispetto all’olio MCT”, restando il fatto che vanno svolte ulteriori ricerche per approfondire i criteri di estrazione e assunzione. M.L.

cannabis medica

È

evidente che l’informazione sulla cannabis in generale, in questo caso sul Cbd, non è presente tanto quanto il consumo del prodotto stesso.


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LA GUIDA DI

VARIETÀ DI CANNABIS TERAPEUTICA:

FM2 L

THC 5,0 - 8,0% CBD7,5 - 12%

a cannabis FM2 è una varietà di cannabis medica (CM) coltivata in Italia e prescrivibile tramite ricetta galenico magistrale redatta da un qualsiasi medico iscritto all’Ordine e abilitato alla professione.

Il paziente, dopo aver ottenuto la ricetta medica, si recherà presso una farmacia galenica per ritirare il farmaco, che si tratti di FM2 o di altre varietà di cannabis terapeutica disponibili. In questa guida approfondiamo le caratteristiche della cannabis FM2 e la normativa che regolamenta la prescrizione, dispensazione e utilizzo.

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LE VARIETÀ DI CANNABIS MEDICA (CM) DISPONIBILI IN ITALIA La legge italiana che regolamenta la prescrizione di cannabis medica e derivati è il DM 23/01/2013, GU n.33 del 08/02/2013 trasmesso dal Ministero della Salute: tramite questo decreto è possibile utilizzare per scopi terapeutici non solo il delta-9-tetraidocannabinolo o THC (legale ad uso medico dal 2007), ma anche i composti vegetali che lo contengono (cioè la cannabis), incluse le preparazioni galeniche quali estratti e tinture. [1] Le varietà di cannabis terapeutica a disposizione del medico prescrittore sono varietà di grado farmaceutico, disponibili in Italia grazie alla produzione dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze della FM2 e FM1 e grazie alle varietà importate dall’Olanda (Bedrocan, Bediol, Bedrobinol, Bedica e Bedrolite) e dal Canada (Pedanios 22:1 e Pedanios 8/8).

LA CANNABIS DI STATO FM2: ASPETTI BOTANICI, COLTIVAZIONE E QUALITÀ La varietà FM2 è una genetica ibrida a prevalenza sativa derivata dalla “Cannatonic”, ed è caratterizzata da un contenuto bilanciato di cannabinoidi, in un range compreso tra 5 e 8 % di THC e 7,5 – 12% di CBD, simile alla varietà Bediol ma che differisce per il profilo terpenico. Una curiosità sul nome: “F” indica il Farmaceutico, la “M” il Militare e il “2” rappresenta i due principali cannabinoidi presenti. Il progetto di produzione industriale nazionale di cannabis medica diventa effettivo nel 2017. Il Ministero della Salute, in collaborazione col Ministero della Difesa, ha individuato nello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze l’unico ente autorizzato da AIFA per la coltivazione di infiorescenze di cannabis terapeutica (in GACP) e dispensazione in Good Manufacturing Practices (GMP). Queste sigle indicando le buone pratiche di agricoltura e di manifattura: le piante sono coltivate in serre sterili e controllate che garantiscono la produzione di infiorescenze standardizzate di grado farmaceutico. Inoltre, per le buone pratiche di coltivazione, non è consentito l’uso di pesticidi, pertanto il prodotto finale non presenta contaminanti dannosi per la salute.

Dopo aver raccolto ed essiccato le infiorescenze (ad una umidità residua intorno al 10%), quest’ultime vengono macinate uniformemente e dispensate in barattoli da 5 grammi. In seguito ad analisi chimiche, microbiologiche e di controllo qualità, la cannabis viene irradiata (per abbattere la contaminazione microbica e purtroppo anche alcuni terpeni) e dispensata come farmaco alle farmacie galeniche e agli ospedali/AUSL che ne fanno richiesta. [2] Spesso la FM2 non è disponibile a causa di una scarsa produzione, dell’ordine di 100 Kg all’anno (e nel 2020 di 50-60 Kg), causando importanti problemi ai pazienti. Negli ultimi anni la richiesta è cresciuta in modo esponenziale e nonostante la produzione nazionale e l’importazione non riusciamo a soddisfare il fabbisogno nazionale.

LE APPLICAZIONI CLINICHE DELLA CANNABIS FM2 In Italia è possibile accedere alla terapia con cannabis per tutte le patologie di cui vi è evidenza scientifica. Il D.M 9 Novembre 2015, che avrebbe dovuto rendere più facile l’accesso a questa terapia, in realtà ha limitato l’uso ad alcune patologie e solo come supporto ai trattamenti standard, quando questi non hanno prodotto gli effetti desiderati o hanno provocato effetti secondari non tollerabili. Possibili indicazioni cliniche della terapia a base di Cannabis FM2 comprendono: • L’analgesia in patologie che implicano spasticità associata a dolore (sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale); • L’analgesia nel dolore cronico (con particolare riferimento al dolore neurogeno); • L’effetto anticinetosico ed antiemetico nella nausea e vomito, causati da chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; • L’effetto stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; • L’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali; • La riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette. [3] CONTROINDICAZIONI DEL THC Naturalmente sono presenti anche possibili controindicazioni del THC, in particolari soggetti, quali: • Adolescenti (i cannabinoidi possono interferire con lo sviluppo cerebrale in queste fasi dello sviluppo) • Individui con disturbi cardiovascolari (ipotensione, tachicardia) • Pazienti con problemi di steatosi epatica • Soggetti con disturbi della sfera psichiatrica (schizofrenia, bipolarismo e personalità borderline, depressione maggiore, ossessivo-compulsivo) • Individui con pregressa storia di tossicodipendenza • Donne che pianificano una gravidanza È compito del medico prescrittore valutare l’eleggibilità del paziente alla terapia con cannabinoidi, individuando la/le varietà di cannabis più indicate per il paziente e tenendo in considera-


Entrambi i gruppi sono stati valutati al baseline e al follow up a 3 e 6 mesi, indagando sia aspetti clinici che psicologici. Le variabili cliniche sono l’intensità del dolore, misurata attraverso la Visual Analogue Scale (VAS), la frequenza degli effetti collaterali e la frequenza d’assunzione della tradizionale terapia antalgica. Gli aspetti psicologici valutati sono l’ansia e la depressione, misurate con Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS).

zione la presenza di eventuali comorbidità, interazioni farmaceutiche con altre terapie. Infine è fondamentale valutare forme di somministrazione e dosaggi diversi, paziente per paziente.

I CASE STUDIES DEL DOTT. FRANCESCO CRESTANI: ESPERIENZE CLINICHE CON LA CANNABIS FM2 Abbiamo chiesto al Dott. Francesco Crestani, dirigente medico presso l’AULSS 5 Veneto, medico anestesista e prescrittore di cannabis, di riportarci dei casi clinici di pazienti trattati con la varietà in questione. La prima osservazione è stata di carattere tecnico, ovvero che i pazienti sono stati trattati con FM2 fino al 2020, poiché dall’anno scorso non è più disponibile ed è quindi introvabile nelle farmacie. Il primo caso è un paziente di circa quarant’anni affetto da adrenoleucodistrofia, grave malattia genetica che colpisce il sistema nervoso. I sintomi principali sono spasticità grave accompagnata da dolore, trattati da altri specialisti con vari farmaci tra cui amitriptilina, oxybutinina, baclofen, cortone, clonazepam, fentanyl e venlafaxina. La forma di somministrazione prescelta per questo caso è la vaporizzazione, prescrivendo FM2 in cartine con dose iniziale di 500 mg/die, aumentata nel corso di quattro anni a 1150 mg/die, dose necessaria per contrastare i dolori causati da una malattia progressiva. Il secondo paziente soffre di dolore neuropatico centrale causato da sclerosi multipla. Era stato trattato con morfina, baclofen, ketorolac, betametasone, interferone e Sativex®. Anche quest’ultimo, che è un farmaco a base di THC e CBD in rapporto 1:1, non ha dato gli effetti terapeutici desiderati. In Italia il Sativex® può essere prescritto solo dal neurologo, con la seguente indicazione terapeutica “spasmi dolorosi da sclerosi multipla non responsivi agli altri farmaci”. Il Dott. Crestani, in qualità di specialista antalgologo, ha prescritto la cannabis FM2 con un dosaggio di 250 mg per 6 vaporizzazioni al giorno. Questo approccio terapeutico ha migliorato la qualità di vita del paziente riuscendo a mitigare i forti dolori causati dalla patologia. Attualmente il paziente sta meglio, ma deve assumere il Bediol in alternativa alla FM2.

STUDIO OSSERVAZIONALE: CONFRONTO TRA LE VARIETÀ DI CANNABIS FM2 E BEDIOL NEL DOLORE NEUROPATICO Uno degli usi medici più studiati della cannabis è sicuramente il trattamento del dolore cronico neuropatico. In questo studio osservazionale condotto in Italia, sono stati reclutati 116 pazienti affetti da dolore cronico neuropatico (fibromialgia, artrite reumatoide, cefalea e altre forme), di cui 57 in cura con cannabis Bediol e 59 con cannabis FM2.

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Una differenza sostanziale è stata dimostrata sugli effetti collaterali: il gruppo che assumeva la cannabis FM2 ha accusato meno effetti indesiderati rispetto al gruppo di cannabis Bediol. Inoltre, i pazienti in trattamento con FM2 hanno fatto un uso ridotto di farmaci antidolorifici (che prendevano prima della terapia con cannabis) rispetto all’altro gruppo. Infine, l’ultimo step dello studio ha valutato una riduzione maggiore della sintomatologia ansiosa e depressiva nel gruppo FM2. In conclusione la cannabis FM2 ha prodotto un miglior effetto sul dolore cronico neuropatico, osservando una minor frequenza di utilizzo di antidolorifici classici e di ridotti effetti collaterali rispetto ai pazienti che assumevano Bediol, sebbene i risultati non evidenziano differenze significative sulla riduzione del dolore tra i due gruppi. [4]

OSSERVAZIONI E CONCLUSIONI SULLA CANNABIS FM2 Questo articolo fa riflettere sull’importanza di disporre di una vasta gamma di varietà di cannabis, sia per sopperire ad eventuali carenze che per fornire ai medici più scelte con diverse caratteristiche di cannabinoidi e terpeni al fine di individuare la terapia migliore per il paziente. Come è emerso dalle parole del Dott. Crestani e da tantissimi pazienti, la Cannabis FM2 da tempo non è più disponibile nelle farmacie italiane. Il Farmaceutico Militare di Firenze deve far fronte a diverse difficoltà che non permettono una produzione costante per soddisfare il fabbisogno nazionale: questo è il tema principale che deve essere discusso e affrontato, affinché si trovino valide soluzioni alla costante carenza di materia prima, che provoca troppo spesso l’interruzione della terapia a discapito di migliaia di pazienti. L’auspicio è che le istituzioni competenti pongano maggiore attenzione per risolvere questo problema, destinando più risorse alla coltivazione nazionale col fine di produrre una quantità di cannabis tale da renderci autosufficienti, per soddisfare le crescenti richieste dei pazienti italiani e in ottica futura di strutturarci come esportatori di cannabis terapeutica. REFERENZE: 1 Decreto Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309 2 Farmaceutico Militare: produzione cannabis ad uso medico 3 Decreto Lorenzin – Ministero della Salute 09/11/2015 Allegato tecnico per la produzione nazionale di sostanze e preparazioni di origine vegetale a base di Cannabis 4 Poli et al. 2018 - Studio osservazionale sugli effetti di Cannabis Flos e Cannabis FM2 nel dolore cronico neuropatico

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VARIETÀ DI CANNABIS MEDICA DISPONIBILE IN ITALIA

OBIETTIVO DELLO STUDIO L’obiettivo dello studio è stato confrontare i due gruppi e verificare la presenza o meno di differenze statisticamente significative nella riduzione dell’intensità del dolore nel corso del tempo. I dati raccolti indicano che gli effetti della cannabis Bediol e della cannabis FM2 sull’intensità del dolore non differiscono nel tempo, con una riduzione importante a 3 mesi dall’inizio del trattamento.

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CANNABISCIENZA LA GUIDA DI


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MERCATI IN ESPANSIONE

STORIA ED EVOLUZIONE DELLA CANNABIS MEDICA IN COLOMBIA

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Ingrid Sept Lasser Industria Cannabis

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n dialogo con Industria Cannabis, Andrés Fajardo presenta una panoramica che attraversa passato, presente e futuro dell'industria della cannabis medica in Colombia, concentrandoci in la società Clever Leaves nel settore e sul recente decreto firmato dal Presidente Duque, che consente l'esportazione di fiori secchi. Clever Leaves Holdings è una società che nasce nell'ambito di un progetto imprenditoriale creato da tre persone nel 2016 e che, cinque anni dopo, conta 400 dipendenti, opera in Germania, Canada, Colombia, Stati Uniti e Portogallo ed è quotata al NASDAQ (CLVR). Nella sua rete di produzione, contempla tutte le fasi della catena del valore, dal seme alla distribuzione e vendita di prodotti derivati dalla cannabis. La Colombia è uno dei paesi che ha fatto più progressi in America Latina nel settore e ha recentemente consentito l'esportazione di fiori essiccati per scopi medicinali, elemento che apre sicuramente un nuovo panorama. Andrés Fajardo è cofondatore e presidente dell'azienda. In una conversazione con Industria Cannabis, ha affrontato il presente colombiano nell'industria della cannabis medica, nonché i punti chiave che hanno reso Clever Leaves un progetto commerciale con forti ri-

sultati in così poco tempo. Riferendosi al decreto firmato dal presidente Iván Duque che autorizza l'esportazione di fiori secchi di qualità medicinale, Fajardo ha sottolineato che “tra il 50% e il 60% del mercato globale della cannabis medica è ancora sotto forma di fiori secchi e questo lo rende importante per il colombiano aziende per essere globalmente competitive per avere accesso all'export di questo prodotto” e che “da tempo collaboriamo con i regolatori, con le associazioni di settore per promuovere il decreto”. Un'informazione molto importante è che l'azienda ha un'unità operativa e di lavorazione in Colombia che al momento commercializza solo estratti, mentre la produzione di fiori essiccati viene effettuata in Portogallo. In altre parole, pur essendo riusciti in parte a superare gli impedimenti di legge, il decreto dà maggiori possibilità. Tuttavia, Fajardo ha avvertito che questo regolamento avrà un impatto più decisivo su larga scala nel medio o lungo termine, principalmente perché “produrre fiori secchi di qualità medicinale, e nel nostro caso, di qualità farmaceutica, potrebbe essere altrettanto o anche più complicato rispetto alla produzione di estratti”. In questo senso ha spiegato che mantenendo le proporzioni e mescolando componenti si ottengono estratti molto stan-


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MERCATI IN ESPANSIONE

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Il presidente di Clever Leaves ha affermato di essere in attesa della definizione della stampa fine del decreto; vale a dire, il suo regolamento, per “avere un prodotto farmaceutico di fiori di cannabis per gli oli del mondo”. E ha sostenuto che l'apertura “consentirà alle aziende come noi di raggiungere i pazienti con molte più opzioni di prodotti per i loro trattamenti”. Sulle origini di Clever Leaves, Fajardo ha sottolineato che “abbiamo sempre voluto intraprendere attività che avessero un impatto positivo sulla società e che a loro volta fossero buoni affari”. Nel 2016, anno di creazione della società, la Colombia ha approvato la Legge 1787, pioniera in America Latina per la produzione di cannabis, mentre nel contesto internazionale, le grandi aziende di cannabis hanno iniziato a consolidarsi. “Siamo stati al momento giusto nel business giusto”, ha sintetizzato il presidente di Clever Leaves, il quale ha assicurato che “stiamo adeguando il modello di business”, ma la strategia e lo scopo sono sempre stati orientati al benessere dei pazienti. Inoltre, Fajardo ha distinto tre questioni chiave nel futuro dell'azienda. Il primo è un sistema di qualità “che richiede molto tempo e investimenti”. Clever Leaves fa attualmente parte di un gruppo molto ristretto di aziende di

cannabis certificate dall'Unione Europea Good Manufacturing Practice (UE-GMP). La seconda questione riguarda lo sviluppo dei prodotti dell'industria farmaceutica; Ciò significa che con le specifiche forme di lavoro e le particolari procedure e fasi di produzione è richiesta una forte analisi della stabilità dei prodotti. Come terzo punto, Fajardo ha affermato che la forza normativa e la forza commerciale sono state decisive per accordi con aziende o operatori del settore in altri paesi. In quest'ultimo aspetto, e con il focus sull'aspetto normativo, il presidente di Clever Leaves ha assicurato che “la legislazione sulla cannabis è una questione che non è mai pronta, cioè è sempre in evoluzione. Credo che questa sia la chiave del successo” e ha fatto riferimento all'importanza di concepire questa componente come qualcosa di dinamico. In linea con questa linea, Fajardo ha sottolineato che, in qualsiasi Paese, “affinché i pazienti abbiano accesso alla cannabis di alta qualità, devono esserci normative che si muovano e si adattino e che siano allineate con quella che è la realtà del momento”. Nel caso della Colombia, ha affermato che “stiamo andando avanti su alcune questioni e indietro su altre” e ha descritto che il paese è stato un pioniere nella produzione di cannabis ad alto grado farmaceutico per il mercato interno o per l'esportazione, ma allo stesso tempo tempo si trova ad affrontare difficoltà quando i pazienti colombiani possono accedere facilmente ai prodotti medicinali a base di cannabis. Entro i prossimi cinque anni, Fajardo prevede che nel mercato della cannabis medica ci saranno più prodotti per raggiungere più pazienti e “si sono evoluti in termini di informazioni mediche sui prodotti di cannabis”, così come l'incorporazione di “nuove genetiche per i fiori per avere un'offerta differenziata” e che più paesi possono legalizzare la cannabis medica.

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dardizzati e che, invece, con il fiore essiccato non è possibile: “è il fiore che si secca, il fiore che si lavora ed è il fiore che alla fine arriva al paziente e devi garantire che questo fiore sia sempre lo stesso. Raggiungere quella stabilità è molto complesso”.


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CANNABIS NEL MONDO

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econdo Paul Benhaim il direttore non esecutivo del gruppo globale Elixinol Wellness, proprietario di Hemp Foods Australia, i coltivatori industriali di canapa nel Nuovo Galles del Sud stanno violando la legge e stanno producendo prodotti di cannabis medica per il mercato nero. “Sono a conoscenza del fatto che molte persone stanno guadagnando notevoli quantità di denaro dalla vendita di CBD di canapa industriale coltivata in Australia”, ha affermato Benhaim.

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Se le prescrizioni di CBD sono raddoppiate a circa 10.000 al mese quest’anno, il mercato nero Australiano conta cifre circa 10 volte più grandi. “È ormai risaputo che nell’area settentrionale del New South Wales il CBD è disponibile in maniera illegale in molti luoghi”, ha affermato. “Purtroppo ancora molte persone non sono a conoscenza che il CBD è illegale senza prescrizione medica”.

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Quest’anno, la Therapeutic Goods Administration (TGA) ha allentato le normative sui prodotti CBD per renderli disponibili al banco, ma nessun prodotto ha ancora superato il processo di approvazione necessario per essere reso legale. I prodotti venduti al mercato nero non sono sicuri, non si sa come è stata coltivata la pianta, se sono stati usati pesticidi o se sono presenti metalli pesanti, non ci sono controlli. Quello che attira maggiormente le persone è il prezzo, molto più economico di quello venduto sotto prescrizione medica e la veloce reperibilità.

IL PASTICCIO DELL’AUSTRALIA SULLA CANNABIS TERAPEUTICA redazione

SE LE PRESCRIZIONI DI CBD SONO RADDOPPIATE CIRCA 10.000 AL MESE QUEST’ANNO, IL MERCATO NERO AUSTRALIANO CONTA CIFRE CIRCA 10 VOLTE PIÙ GRANDI.

Ci sono in Australia delle aziende che sovvenzionano medicinali a base di cannabis per pazienti idonei in cui sono presenti anche dei dottori specializzati. Al momento però in questa nazione la cannabis medica è trattata solo come un farmaco sperimentale, gli studi non sono molti e sono costosi da mettere in atto per le aziende farmaceutiche del luogo. Il dottor Kemp, uno dei medici che ha la facoltà di prescrivere cannabis in una di queste aziende ha affermato che i prodotti a base di CBD sono relativamente innocui sotto controllo medico, rispetto ai medicinali contenenti THC, il cannabinoide psicoattivo che nella canapa industriale si trova al di sotto dell’1%.”Il CBD ha effettivamente dimostrato in una serie di studi di essere efficace nel trattamento dell’epilessia, in particolare nei bambini”, ha affermato. “Lo usiamo per l’ansia, a volte può aiutare le persone con problemi di sonno e ha anche alcune proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, quindi in realtà è un composto molto utile all’interno della pianta di cannabis”. Il signor Benhaim ha affermato che Elixinol Wellness vorrebbe entrare a far parte del mercato in forte espansione del CBD in Australia, ma il vero problema è la competizione con i prodotti illegali. Le autorità governative non si stanno assumendo le giuste responsabilità. Un portavoce della polizia del New South Wales ha detto che si sta lavorando per regolamentare il mercato della cannabis medica, ma non ha accennato al fatto di indagini attive sulla produzione e vendita illegale di CBD. Benhaim ha affermato che è ormai necessaria un’ulteriore riforma in Australia per allineare le normative che disciplinano il CBD ad altre nazioni sviluppate, dove la cannabis ad alto contenuto di CBD viene venduta nei supermercati e nei negozi ad hoc senza problemi.


Cristina Talerico

I

Il disegno di legge sulla cannabis terapeutica si trova in sospeso nell'Assemblea nazionale unicamerale di Panama dal 2017. La Fundación LUCES Panama, un'organizzazione di difesa dei malati di epilessia, ha testimoniato a sostegno del diritto dei pazienti di accedere alla cannabis, a favore della legalizzazione è intervenuta anche la dottoressa Sandra Carrillo, professoressa della facoltà di medicina dell'Università di Panama ed importante specialista di cannabis medica del paese.

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In un'intervista fuori dalle camere dell'Assemblea nazionale prima del voto, la professoressa Carrillo ha affermato: “Questa legge migliorerà la qualità della vita dei pazienti della nostra nazione, soprattutto quelli affetti da epilessia che non trovano giovamento dai medicinali classici. La cannabis medica fornisce un'alternativa che può alleviare il loro dolore e la loro sofferenza, e quella delle loro famiglie". Quest'anno, il presidente dell'Assemblea nazionale Crispiano Adames (PRD) si è schierato a favore della legalizzazione, sostenendo l’approvazione della legge 153. Quest’ultima richiede per prima cosa l'istituzione di un Consiglio tecnico della cannabis, con due rappresentanti delle associazioni di pazienti, l’istituzione di un registro nazionale dei pazienti ed utenti e la concessione di sette licenze iniziali per l'importazione e la produzione nazionale di medicinali a base di cannabis. La produzione avverrà sotto stretto controllo, con sistemi di sorveglianza e altre misure di sicurezza. Anche le farmacie che vendono prodotti a base di cannabis dovranno richiedere un permesso e superare un'ispezione in loco. Non è prevista la coltivazione domestica. Nonostante questo grande risultato vi sono stati alcuni problemi subito dopo il voto in quanto l’opposizione ha affermato che molti deputati non hanno avuto modo di votare poiché costretti a casa a causa del Covid. Il legislatore Mayin Correa della coalizione conservatrice Cambio Democrático (Cambio Democratico), che era risultato positivo di recente al coronavirus, dopo dopo l'approvazione della legge 153 ha twittato con rabbia: "Non mi hanno permesso di votare virtualmente e il mio voto è stato 'NO'. non sono d'accordo con la coltivazione della cannabis", invitando il presidente Cortizo a porre il veto al disegno di legge. Gli attivisti in Costa Rica stanno ovviamente guardando con speranza all'esempio di Panama. Quest’ anno è stato presentato nell'Assemblea legislativa unicamerale dal legislatore indipendente Zoila Rosa Volio, agronomo di formazione, un disegno di legge per cercare di regolamentare l’utilizzo della cannabis medica ed industriale. "È un mercato da miliardi di dollari e il Costa Rica potrebbe farne parte", ha detto Volio in un'intervista del 2018, come ricordato dal Tico Times in lingua inglese. Il mese scorso, il disegno di legge è stato approvato dalla commissione per l'ambiente, il che significa che andrà al voto in aula e lì incontrerà sicuramente una dura opposizione. Come riporta il Tico Times, il ministro della Sanità Daniel Salas ha recentemente riconosciuto che gli studi stanno effettivamente dimostrando l’efficacia della cannabis medica. Tuttavia, ha aggiunto che si oppone all'uso ricreativo.

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IL FRONTE DELLA CANNABIS MEDICA SI AMPLIA: ANCHE PANAMA HA DECISO DI LEGALIZZARLA

l 30 Agosto l'Assemblea Nazionale di Panama ha votato a favore della legalizzazione della cannabis medica. Il disegno di legge attende ora la firma del presidente Laurentino Cortizo del Partito Rivoluzionario Democratico (PRD) di centrosinistra. La strada per arrivare a questa “vittoria” non è stata semplice, vi è stata infatti una forte campagna di pressione da parte dell'opposizione politica conservatrice.

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SNOOP DOGG: “LA CANNABIS DOVREBBE SOSTITUIRE I FARMACI NELLO SPORT”

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CANNABIS E SPORT

Marta Lispi

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a scorsa settimana il famoso rapper Snoop Dogg è stato ospite del Jimmy Kimmel Live con Stephen A. Smith (1), commentatore sportivo per ESPN, anch’esso indignato per l’esclusione di Sha’Carri Richardson dalla partecipazione alle Olimpiadi(2). Smith ha chiesto a Snoop la sua opinione sul consumo di cannabis nello sport, affermando che il rischio è quello di essere penalizzati e perdere i compensi. Snoop ha asserito: “Sono d’accordo con la tua posizione, quando si tratta di atleti che hanno commissari e regole e regolamenti e test e cose che devono affrontare nella loro professione che potrebbero soffocarli dall’ottenere i loro soldi. Ora, quando parlo con artisti e persone come me, non abbiamo un commissario, non abbiamo niente di tutto questo. Gli atleti possono uscire con i rapper, ma non possono fare quello che fanno i rapper, perché il rapper non hanno ramificazioni per quello che fanno”.

NELLO SPORT DOVREBBE ESSERE CONSENTITA LA CANNABIS AL POSTO DEI FARMACI ALLOPATICI Le leghe, per il rapper, dovrebbero quindi allentare le loro politiche sulla marijuana perché spesso gli atleti utilizzano pillole per alleviare la stanchezza e il dolore. Invece, ha continuato Snoop, “attraverso il CBD, attraverso il THC, attraverso la marijuana, attraverso la cannabis, sono in grado di trovare un rilassamento e ottenere il trattamento medico che meritano, senza avere effetti collaterali postumi. Quindi spingo per questo cambiamento nello sport”. La situazione è ancor più contraddittoria se si tiene da conto il consenso crescente tra gli Stati rispetto all’uso medico, terapeutico, ricreativo e per l’autoproduzione. La legalizzazione procede come esempio vincente, mentre gli atleti sono penalizzati nel loro lavoro.

LEGA SPORTIVA CHE VAI, POLITICA CHE TROVI L’Agenzia antidoping statunitense (USADA) ha espresso simpatia per Richardson e ha affermato che le regole sulla marijuana per gli atleti internazionali “devono cambiare”. La National Football League lo scorso anno con un contratto collettivo ha cambiato politica: i calciatori non possono essere sospesi dalle partite per test antidoping positivi per qualsiasi droga, non solo cannabis. La Major League Baseball ha deciso nel 2019 di rimuovere la cannabis dall’elenco delle sostanze vietate della lega, purché gli atleti non giochino sotto l’effetto della sostanza e non la sponsorizzino pubblicamente. La National Basketball Association si rivolge ai giocatori che mostrano segni di dipendenza, non a quelli che ne fanno un uso casuale. La stessa NBA sta seguendo la direzione indicata da Snoop, ossia “destigmatizzare” la cannabis per presentarla come una soluzione per gli atleti per il recupero del benessere psicofisico. Difatti la NBA Star Kevin Durant ha avviato una collaborazione la Weedmaps (3) per togliere il pregiudizio sui consumatori attraverso una serie di video e podcast sul suo banner mediatico Boardroom. FONTI: (1) https://www.marijuanamoment.net/snoop-dogg-says-sports-leagues-should-let-athletes-usemarijuana-instead-of-opioids/ (2) https://beleafmagazine.it/2021/07/07/e-scaduto-il-tempo-del-proibizionismo-e-ora-di-cambiarele-regole/ (3) https://www.ganjapreneur.com/nba-star-kevin-durant-partners-with-weedmaps-to-focus-ondestigmatizing-cannabis/

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Le leghe sportive devono smettere di includere la marijuana nei test antidoping e consentire agli atleti di usarla come alternativa ai farmaci oppioidi (allopatici).


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CLIMATE CHANGE, SCACCO MATTO ALLE CITTÀ ITALIANE

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GLOBAL WARMING

55

A

fine secolo cinquanta giorni in più di caldo intenso l’anno per Napoli rispetto a inizio secolo, trenta in più Milano, 29 a Torino e 28 a Roma. Venezia a rischio allagamenti dopo aver già superato la soglia critica del livello idrico quaranta volte negli ultimi dieci anni. A Napoli piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni dieci anni potrebbero verificarsi ogni quattro. Ondate di calore in crescita in tutte le città in tutte le stagioni. Sono gli impatti che gli scienziati si aspettano dai cambiamenti climatici sulle città italiane, delineati dal rapporto ‘Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane‘, realizzato dalla Fondazione CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. È la prima analisi integrata del rischio climatico in Italia, dove gli scienziati si aspettano che gli impatti crescano, con conseguenze sulla salute delle persone, sulla mortalità, su episodi di dissesto idrogeologico. Ecco, in estrema sintesi, i risultati del rapporto: Il clima in città sta cambiando La tendenza di crescita della temperatura media si rileva in maniera significativa nel corso degli ultimi trent’anni (19812020). Questo è un dato comune a tutte e sei le città. Così come per tutte, gli scenari futuri mostrano aumento sia delle temperature medie (+2°C a fine secolo nello scenario che prevede l’applicazione di politiche climatiche) che per il numero di giorni molto caldi in un anno, indicatore rilevante per le ondate di calore (crescita in tutte le città in tutte le stagioni). Questi dati sono il risultato di analisi di ultima generazione, in particolare per le informazioni inerenti la tendenza dell’ultimo trentennio, per la realizzazione di questo rapporto sono stati utilizzati, per la prima volta nell’ambito di un’analisi sistematica del clima nelle città italiane, modelli ad una risoluzione di 2 Km. Impatti: caldo e mortalità, precipitazioni e allagamenti Il fenomeno delle ondate di calore è comune a tutte le città, con una tendenza di crescita che appare già in atto e con incrementi significativi ma diversificati nelle diverse realtà: 50 giorni in più di caldo intenso l’anno negli ultimi decenni del secolo per Napoli rispetto a inizio secolo. Ma è un fenomeno che interessa in maniera significativa anche Milano (+ 30 giorni), Torino (+ 29) e Roma (+28). I problemi legati agli allagamenti da piogge intense sono esacerbati dall’ambiente urbano a causa della densità dell’ambiente costruito, dell’impermeabilizzazione del suolo e di specifiche caratteristiche delle singole città.

A Venezia, ad esempio, negli ultimi 150 anni il livello idrico relativo della città è cresciuto di oltre 30 cm e la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni. A Milano si sono registrati 150 eventi di piena negli ultimi 140 anni e in anni recenti si sono manifestati meno giorni piovosi, ma piogge più intense. A Napoli, piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4. A Bologna, invece, mentre la rete di drenaggio protegge la città dal rischio idraulico, secondo le proiezioni climatiche ci si aspetta per il futuro un aumento di intensità e frequenza di fenomeni di allagamento. Ad ogni città la sua valutazione del rischio Molti e diversi sono i modi con cui le sei città individuano, analizzano, valutano, comunicano il rischio connesso ai cambiamenti climatici. Il rapporto presenta una rassegna delle sei città realizzata attraverso un framework elaborato dal CMCC. Se tutte le città si concentrano sull’analisi dei rischi connessi a ondate di calore e allagamenti, diverse sono le strade che ciascuna percorre per sviluppare piani di intervento. In alcuni casi (Milano, Bologna, Torino) la macchina amministrativa è dotata di elevate competenze e capacità tecniche, in altri casi (Roma, Napoli, Venezia), mentre si procede alla formazione delle capacità necessarie, si punta a collaborazioni con Università e centri di ricerca del territorio. In tutti i casi, risultano determinanti per la buona riuscita delle attività inerenti la valutazione del rischio da cambiamento climatico, la partecipazione in network nazionali o internazionali di città impegnate in azioni per affrontare i cambiamenti climatici e l’attivazione di pratiche partecipative che coinvolgano cittadini e stakeholders. Gli strumenti per adattarsi ai cambiamenti climatici Piani, progetti, strategie. Anche in questo caso sono molto varie le risposte che sono già state attivate dalle diverse città e le azioni che vi sono incluse, che siano azioni di tipo istituzionale (come politiche, leggi, o opzioni economiche), sociale (che coinvolgono ambiti educativi, informativi e opzioni comportamentali), strutturali e fisiche (tecnologie, servizi, ecosistemi, ambiente costruito). La scelta di queste azioni e la definizione degli strumenti dipende da molti aspetti, inclusi lo stato di avanzamento dei piani e dei progetti e l’opportunità di alcune azioni rispetto alle esigenze specifiche della città. Il quadro che ne emerge, in questo caso, è estremamente variegato.


BeLeaf OTTOBRE-DICEMBRE 2021

Bologna e gli IMPATTI connessi ai CAMBIAMENTI CLIMATICI Analisi sintetica delle conoscenze più aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, con riferimento a temperature e precipitazioni

GLOBAL WARMING

TEMPERATURE

Ambiente urbano si scalda più delle aree circostanti

Isola di calore urbano

BOLOGNA

in città T min +3,5°C rispetto ad aree rurali Tendenza

56

Aumento temperatura soprattutto in estate

1951- 2011

T. MAX +1,7°C

2018

rispetto a 1971-2000

Notti molto calde: +28 circa in estate BOLOGNA: rischio molto basso

Popolazione più vulnerabile: anziani

Rispetto ad altri contesti considerati: Milano, Padova, Torino, Roma, Firenze

Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane.

Rischio diversificato su base sociale

Mortalità + 3,2% con T superiore a + 1°C rispetto alla temperatura minima di mortalità

Napoli e gli IMPATTI connessi ai CAMBIAMENTI CLIMATICI

Analisi sintetica delle conoscenze più aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, con riferimento a temperature e precipitazioni

Per un quadro più dettagliato di metodologie, contenuti e riferimenti bibliografici: https://www.cmcc.it/it/analisi-del-rischio-2021

PRECIPITAZIONI BOLOGNA Clima futuro (scenario intermedio): aumento di Piano Gestione Temperatura media Rischio di 2°C a Alluvioni: città all’interno di fine XXI secolo rispetto alla Area a rischio significativo fine del secolo precedente. Aumento di giorni molto caldi, indice per BOLOGNA: oltresignificativo 50% le ondate di calore che sono aree comunali con risposta idrologica “scarsa” o “molto scarsa” aggravate dal fenomeno dell’Isola di Calore Urbano. Durante le ondate di calore aumenta la mortalità MA associata ad elevate temperature (+ 3,2% con aumento di temperatura di 1°C) Rete digià drenaggio Poche aree Questo fenomeno interessa la città (nel 2018 i giorni Protegge da rischio soggette a rischio molto caldi sono stati idraulico + 28 rispetto ai 40 anni precedenti). idraulico Fenomeno destinato ad aggravarsi per effetto dei cambiamenti climatici Precipitazioni e alluvioni: città all’interno di Area a rischio Aggravarsi eventi estremi di precipitazione significativo. PROIEZIONI CLIMATICHE Oltre il 50% delle aree comunali con risposta idrologica per il futuro ci si aspetta: “scarsa” o “moltoMILANO scarsa”, ma la rete di drenaggio protegge Analisi del/Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane. BOLOGNA / NAPOLI / ROMA / TORINO / VENEZIAAumento in frequenza e intensità episodi dal rischio idraulico. di allagamento In base alle proiezioni climatiche ci si aspetta: Roma e gli IMPATTI •• connessi l’aggravarsi eventi estremi di precipitazione ai CAMBIAMENTI CLIMATICI Per un quadro più dettagliato di metodologie, •• Analisi l’contenuti aumento in frequenza epiùintensità episodi di sintetica delle conoscenze aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, e riferimenti bibliografici: https://www.cmcc.it/it/analisi-del-rischio-2021 con riferimento a temperature e precipitazioni allagamento. PRECIPITAZIONI TEMPERATURE

TEMPERATURE Ambiente urbano si scalda più delle aree circostanti

Isola di calore urbano

drenaggio acqua piovana

ROMA

NAPOLI

Città densamente Alti livelli Uso aria costruita Problemi di allagamento di inquinamento esacerbati da:condizionata

Centro città più caldo rispetto alla costa. Isola di calore urbano molto pronunciata per caratteristiche di edifici, strade e architettura

Il clima com’è

Alto grado di T MAX estiva impermeabilizzazione del suolo

T. MAX -0,9°C

oltre 30°

2018

rispetto a 1971-2000

Ambiente urbano gestione si scalda Difficile più delle aree circostanti

Isola di calore urbano NAPOLI caratteristiche della città

Temperatura media

Notti molto calde: +37 in estate

Mortalità giornaliera dovuta a ondate di calore estive

+3,6 °C

voragini su strada ROMA particolarmente esposta a Rischi secondari: instabilizzazione edifici + 22% rispetto a periodi

rispetto a media 1971-2000

2080

Giorni estivi +133 rispetto a media 2007-2016

+ 90

giorni consecutivi

Senza Politiche Climatiche NAPOLI:

Popolazione più vulnerabile: anziani

rischio molto ALTO

Ospedalizzazioni Mortalità

-co2

giorni consecutivi

Con politiche climatiche

in estate a causa di in aumento

stress da calore

NAPOLI Clima futuro (scenario intermedio): aumento di Temperatura media di 2°C a fine XXI secolo rispetto alla fine del secolo precedente. Aumento di giorni molto caldi, indice significativo per le ondate di calore che sono aggravate dal fenomeno dell’Isola di Calore Urbano. In futuro, secondo le proiezioni climatiche, si potrebbero avere 50 giorni l’anno di ondate di calore in più rispetto ad oggi (quasi due mesi in più di caldo estremo). Precipitazioni e alluvioni: città con difficile drenaggio di acqua piovana. Problemi di allagamenti esacerbati da un alto grado di impermeabilizzazione del suolo e alta densità ambiente costruito. Fine secolo: una pioggia che fino ad oggi si è verificata ogni 10 anni, potrebbe verificarsi ogni 4 anni. Ci si aspetta che questi rischi si aggravino con cambiamenti climatici.

estivi normali in

popolazione over 50 Ci si aspetta che questi rischi si aggravino con cambiamenti climatici

Ondate di calore più lunghe fino a

+ 50

Alta densità

Fino a 600 decessi ambiente costruito

legati a ondate di calore tra over 65

Dal 2010 a oggi

Scenari futuri

Fine XXI secolo

+28 Giorni di ondate di calore l’anno

+54

+co2

Con politiche climatiche

12

fenomeni calamitosi In aumento maggior parte legati a piogge intense Mortalità associata a ondate di calore

In tutti gli scenari

importanza di frequenza piogge intense Marcato adattamento una pioggia che fino ad oggi si è verificata aumento ogni 10 anni, potrebbe verificarsi ogni 4 anni Senza politiche climatiche

ROMA Clima futuro (scenario intermedio): aumento di Temperatura media di 2°C a fine XXI secolo rispetto alla fine del secolo precedente. Aumento di giorni molto caldi, indice significativo per le ondate di calore che sono aggravate dal fenomeno dell’Isola di Calore Urbano. Roma soffre già di questo fenomeno (fino a 600 decessi legati a ondate di calore tra over 65), la temperatura cresce e i giorni estivi sono +133 rispetto alla media dei dieci anni precedenti. La mortalità associata al calore è +22% negli over 50 rispetto a periodi estivi normali. In futuro: ulteriore aumento di 28 giorni di caldo l’anno. Precipitazioni e alluvioni: suolo della città altamente impermeabilizzato (91%). 42 eventi estremi di precipitazione tra 2010 e 2020: oltre la metà riguardano allagamenti a seguito di piogge intense. Ci si aspetta che questi rischi si aggravino con cambiamenti climatici.

BOLOGN

Per un qu contenuti https://w


Analisi sintetica delle conoscenze più aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, con riferimento a temperature e precipitazioni

GLOBAL WARMING

MILANO Clima futuro (scenario intermedio): aumento di Temperatura media di 2°C a fine XXI secolo rispetto alla fine del secolo precedente. Aumento di giorni molto caldi, indice significativo per le ondate di calore che sono aggravate dal fenomeno dell’Isola di Calore Urbano. È una cosa molto rilevante per Milano: negli ultimi 50 anni i giorni molto caldi sono cresciuti del 45%. Il 46% delle ondate di calore si sono registrate nell’ultimo decennio con un aumento dell’incidenza sulla mortalità del 33,6%. In futuro, secondo le proiezioni climatiche, si potrebbero avere 30 giorni l’anno di ondate di calore in più rispetto ad oggi. Precipitazioni e alluvioni: città all’interno di Area a rischio significativo. Interessata in particolare ad alluvioni urbane e ad estremi di precipitazione intensa. Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane. Negli ultimi anni si sono registrate meno piogge ma maggiore intensità della pioggia. Torino e gli IMPATTI In base alle proiezioni climatiche ci si aspetta: connessi ai CAMBIAMENTI CLIMATICI •• aggravarsi eventi estremi di precipitazione Analisi sintetica delle conoscenze più aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, • • aumento in frequenza e intensità episodi di con riferimento a temperature e precipitazioni allagamento

TEMPERATURE Ondate di calore Ultimi 50 anni: giorni molto caldi

Ultimi

46%

delle ondate di calore si sono registrate nell’ultimo decennio

30 anni

Over 65

la categoria più a rischio

57

2080

-co2

Con politiche climatiche

+30

In aumento Mortalità associata a ondate di calore

Giorni di ondate di calore l’anno

+60

Marcato aumento

politiche climatiche +co2 BOLOGNA / MILANO / NAPOLI / ROMASenza / TORINO / VENEZIA

In tutti gli scenari si evidenzia

Venezia e gli IMPATTI importanza di adattamento ai cambiamenti climatici connessi ai CAMBIAMENTI CLIMATICI

Per un quadro più dettagliato di metodologie, contenuti e riferimenti bibliografici: Analisi sintetica delle conoscenze più aggiornate sui principali impatti climatici che interessano la città, https://www.cmcc.it/it/analisi-del-rischio-2021 con riferimento a temperature e precipitazioni

PRECIPITAZIONI TEMPERATURE

Temperature massime +2°C

Ondateidrografico di caloreurbano Reticolo molto esteso con pendenze importantiNotti molto calde territorio quasi completamente antropizzato in estate + 39

molte modifiche ai corsi d’acqua a vantaggio di insediamenti 2018 rispetto a 1971-2000

Temperature massime + 2°C in occasione

Frequenti fenomeni di

di piogge intense

dissesto idrogeologico

Temperature massime + 2°C

Isola di calore urbano

Piano Gestione Rischio Alluvioni: VENEZIA città all’interno di Area a rischio significativo

Isola di calore urbano TORINO Vicino edifici industriali

Area pericolo moderata:

+ 3 °C rispetto alla media

44% del territorio

META’ XXI SECOLO

-co2 +29

giorni in un anno

+11

+39

+19

60%molto alte: Temperature rischio e 34,9°C tra 32,5°C Aree con:

In aumento Mortalità associata a ondate di calore

giorni di durata

+co2

area rischio esondazioni durante periodi caldi

29%

rischio medio

basso

Marcato aumento

Senza politiche climatiche

Importanza di adattamento in tutti gli scenari

TORINO Clima futuro (scenario intermedio): aumento di Temperatura media di 2°C a fine XXI secolo rispetto alla fine del secolo precedente. Aumento di giorni molto caldi (+ 28 l’anno a fine secolo rispetto a oggi), indice significativo per le ondate di calore che sono aggravate dal fenomeno dell’Isola di Calore Urbano. Precipitazioni e alluvioni: città all’interno di

Area a rischio significativo. 60% del territorio a rischio, 29% a rischio medio, 11% a rischio elevato esondazioni. Aumentano i massimi annuali di precipitazione, ci si aspetta che i cambiamenti climatici producano aumento in frequenza e intensità episodi di allagamento.

Periodomolte superfici impermeabili

1928 - 2014

pochi alberi e ombre

Periodo

1951 - 2019

11% Temperature più contenute Circa 27°C rischio

Aree:

Con politiche climatiche

giorni di durata

Giorni di ondate di calore l’anno giorni in un anno

Km2 di Mestre Area35urbana

durante ondate di calore

Forte associazione tra mortalità e ondate di calore

C

BOLOGN

Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane.

Notti molto calde in estate +13

Tendenza della temperatura in crescita

+33,6%

mortalità urbana (1990 - 2004)

TEMPERATURE

2018 rispetto a 1971-2000

Influenza sulla salute:

+45%

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Milano e gli IMPATTI connessi ai CAMBIAMENTI CLIMATICI

alto

Trendvicino di crescita all’acqua (canali)

massimi annuali di precipitazione

Trendcon di verde leggera crescita quantità di precipitazione nei giorni in cui piove molto

Città di Venezia

Assenti studi specifici

possono aggravare Frequenza e intensità Cambiamenti Necessità di analisi e dati per intraprendere degli episodi Climatici azioni di adattamento di allagamento

VENEZIA Clima futuro (scenario intermedio): aumento di Temperatura media di 2°C a fine XXI secolo rispetto alla fine del secolo precedente. Aumento di giorni molto caldi, indice significativo per le ondate di calore che sono aggravate dal fenomeno dell’Isola di Calore Urbano, fenomeno che interessa già la città con numeri in crescita: nel 2018 le notti molto calde sono state +39 rispetto alla media annuale del periodo 1970-2000. Precipitazioni e alluvioni: analisi molto complessa Alluvioni e allagamenti sono provocati da mareggiate e decorsi ostacolati dall’acqua alta. Negli ultimi 150 anni, a causa di subsidenza, innalzamento del livello del mare e acqua alta, il livello idrico è cresciuto di 30 cm. La soglia critica di 120 cm è stata superata 40 volte negli ultimi dieci anni.

Per un quad contenuti e https://www


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AGRICOLTURA GREEN E PINK

Le donne della canapa: la storia di Paola A cura di Canapa Sativa Italia (CSI)

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S

ono cresciuta a Macomer, ridente cittadina al centro della mia isola e, fino a qualche decennio fa, cuore pulsante di un’economia fiorente in cui produzione lattiero- casearia, manifattura laniera e commercio affiancavano l’allevamento ovino. Dopo il liceo scientifico mi sono trasferita a Firenze per studiare architettura e trova-re la mia strada. Dodici anni dopo, senza una laurea in mano ma con un bagaglio di esperienze (lavorative e non) che volevo mettere a frutto, son tornata a casa per dedicarmi alla cartolibreria di famiglia e capire come realizzare quella balzana idea, che ormai mi accompagnava da una decina d’anni, di creare un’azienda agricola. Balzana, perché nessuno in famiglia aveva esperienza in tal senso; e più ci riflettevo e più il lavoro in negozio mi assorbiva quotidianamente togliendo tempo al mio progetto. Poi è arrivata la canapa, o meglio, chi me l’ha fatta conoscere e che dal 2019 mi accompagna in questa attività, perché non basta studiare, leggere, chiedere, confrontarsi, sperimentare: se vuoi evitare certi errori, soprattutto all’inizio, bisogna far- si guidare. Perché la canapa? Intanto perché mi piaceva l’idea di coltivare una pianta che potesse essere trasformata potenzialmente in qualsiasi cosa, e poi perché ha una redditività superiore rispetto a qualsiasi altra specie. Conclusa negli anni ‘30-‘40 l’epoca della canapicoltura nell’isola, solo nel 2017 si è riniziato a parlarne; nel 2018 i primi campi in zona, nel 2019 ho aperto la partita IVA e ho coltivato le


GRAZIE A CANAPA SATIVA ITALIA ABBIAMO DECISO DI INTRAPRENDERE UN VIAGGIO TRA LE IMPRENDITRICI FEMMINILI CHE OPERANO NEL SETTORE DELLA CANAPA IN ITALIA. UN MONDO CON TRADIZIONI ANTICHE MA ANCHE TANTA INNOVAZIONE. CI VUOLE CORAGGIO PER ORIENTARSI TRA LA BUROCRAZIA E LEGGI MA IL FUTURO È GREEN E… PINK! mie prime mille piante, nel 2020 ho allungato il passo con ben 2500 piante... ma mi sono dovuta fermare. A ottobre, i carabinieri si sono presentati in magazzino e hanno sequestrato tutto: 780kg di infiorescenze. Il procedimento è in corso e, nonostante le analisi del RIS abbiano accertato che non si tratti - guarda caso - di sostanza stupefacente e il procuratore abbia chiesto l’archiviazione, il GIP ha rigettato l’istanza e io andrò a processo per “produzione e traffico di sostanze stupefacenti”. Il problema da noi è l’approccio restrittivo con cui la Procura Generale di Cagliari interpreta la legge che regola la coltivazione della canapa: l’infiorescenza (fiore secco reciso), non espressamente citata nell’ambito del florovivaismo dalla legge 242/2016, viene automaticamente considerata illecita (insieme a foglie, resine e oli) perché chiaramente inserita nel Testo Unico sugli Stupefacenti. Questo succede incomprensibilmente anche quando le infiorescenze sono “in concreto prive di efficacia drogante, secondo il principio di offensività”, determinando la paradossale pos-

sibilità di un sequestro preventivo del campo laddove le forze dell’ordine ipotizzassero una coltivazione finalizzata alla produzione di infiorescenze. Nel frattempo la stagione agraria è ripartita ma io non coltiverò, e come me tanti altri. Chi ha deciso di piantare, lo sta facendo tentando di mettersi al riparo con accordi che prevedono l’invio delle piante intere in altre regioni, dove è possibile fare la prima lavorazione del fiore senza rischiare un sequestro. Ma non è così che si può lavorare. Non è ammissibile che una legge dello Stato consenta di lavorare in una regione e non in un’altra, a seconda dell’interpretazione che se ne dà. Mi auguro che si faccia chiarezza e, con l’obiettivo di avere una sentenza esemplare che aiuti altri imprenditori nella mia stessa situazione, mi sono avvalsa della consulenza del migliore nel campo, l’avvocato civilista Giacomo Bulleri di EIHA che affianca il mio penalista. La canapa ha risvegliato il comparto agricolo isolano che da un paio d’anni assiste a un’inversione di tendenza: potendo infatti contare su condizioni climatiche ideali per coltivare questa pianta, e soprattutto per i fiori che qui sviluppano ottimi terpeni, nella sola provincia di Nuoro, nel 2020, sono state aperte 500 nuove imprese agricole legate alla loro produzione. Ovviamente non è tutto oro quello che luccica, ma è dagli anni ‘60 che scontiamo una politica miope e contraddittoria che non ha saputo gestire la ricchezza del territorio, operando scelte fuori da ogni logica. Anziché favorire agricoltura e turismo, si sono preferite le grandi industrie: alluminio, chimica, petrolio... cattedrali nel deserto foraggiate da investimenti statali privi di qualsiasi visione d’insieme che hanno tolto risorse e inquinato in maniera indelebile il territorio. La canapa potrebbe finalmente mettere tutti d’accordo: non inquina (anzi, si utilizza nella fito-depurazione), non chiede finanziamenti e crea ricchezza ridando vita alle campagne. Esiste qualcosa di meglio?

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AGRICOLTURA GREEN E PINK

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STORIA DELLA CANAPA

TESSERE IL FILO DELLA VITA

OGGI SAPPIAMO CHE LA CANAPA HA TANTISSIMI UTILIZZI, QUALCUNO PARLA ADDIRITTURA DI 50 MILA MODI DIVERSI PER USARLA Liza Binelli

D

opo averla coltivata ed essersene presi cura per mesi dal raccolto alla vendita, veniva il momento di tessere la canapa. “Dai Santi (1 novembre) all’Annunziata (25 marzo) tutti i dì una gran filata”. Così recitava un vecchio proverbio e si riferiva al lasso di tempo in cui la canapa veniva filata da mani esperte e quel sapere veniva trasmesso alle generazioni successive. Un lavoro prettamente femminile. In quasi tutte le corti rurali al primo piano dell’abitazione esisteva la camera del telaio, grande, pesante di legno era veramente ingombrante, costituito da pesi, contrappesi, cilindri e pettini era azionato aiutandosi con gli appositi pedali. Le donne che filavano trattavano il fuso con somma disinvoltura. Con i fusi pieni si facevano le gavette, usando l’arcolaio poi venivano messi in un enorme mastello insieme al detersivo di allora, che era la lisciva, ottenuta con cenere setacciata e filtrata con acqua bollente. Il periodo in cui tutto questo avveniva, coincide con i primi cinquant’anni del secolo scorso. In seguito venivano lavate in acqua limpida al macero o nel canale. Quando l’acqua era fredda si metteva dentro un secchio per tenere le gambe all’asciutto, ma bastava una mossa falsa per rovesciarsi e, allora ci si bagnava dalla testa ai piedi! Un gran divertimento per chi lavorava accanto. Dalle gavette il filo passava nei cannoni per mezzo dell’incannatoio, poi seguiva l’orditura, che non era una parte facile che s’imparasse dall’oggi al domani, tant’è che richiedeva la presenza di una vera esperta perché, commettendo errori o montando in modo sbagliato l’ordito dei telai, si perdevano ore preziose e bisognava ricominciare daccapo. Il tempo era prezioso all’epoca, tanto quanto oggi, la canapa era una coltura da reddito, non andava sprecata o rovinata. Con l’orditura si programmava la lunghezza e la larghezza della tela che si misurava in colli e arrivava, a volte, anche a 30 metri di lunghezza. Gli attrezzi che entravano in funzione erano per ordine: la scaletta, la spatola e gli orditoi. La scaletta era, come dice la parola stessa una scala con dei fili di ferro al posto dei pioli, in essi venivano inseriti i cannoni ed era collocata sopra le due sedie. La spatola era un’assicella con tanti buchini e l’impugnatura da un altro. Gli orditoi si potrebbero paragonare a due traverse con tanti cavicchi sporgenti in avanti che venivano ap-


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STORIA DELLA CANAPA

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pesi verticalmente ad una parete con una distanza di otto metri l’uno dall’altro. I fili venivano fatti passare dai cannoni attraverso i buchi della spatola, si annodavano e si fissavano ai cavicchi, a zig zag, dall’altro in basso, dal basso verso l’alto. Raccolte le matasse sulle spalle a catena si procedeva alla tessitura. Osservando una donna quando lavorava al telaio dava l’impressione di essere un tutt’uno con la sua macchina. Il pettine pressava la trama ad ogni giro di spola con dei colpi secchi sincronizzati sul saliscendi del pedale e i botti si susseguivano regolarmente come fossero programmati da un computer, mentre le aiutanti formavano le cannette e imbozzavano i fili per renderli più scorrevoli con una specie di farina di mais. Una brava tessitrice con alcune aiutanti poteva tessere quattro o cinque metri di tela al giorno. A seconda dell’uso finale variavano i tipi di canapa. Se si voleva una canapa fine, per confezionare la biancheria di tutta la casa, essa veniva colta appena fiorita. Se si volevano filamenti forti per fare le tele delle barche si aspettava che la pianta fosse più robusta, mentre se si voleva ricavare delle corde, la si lasciava invecchiare. I funai erano abilissimi artigiani che realizzavano le corde attorcigliandole in un numero variabile di fili, a seconda della grossezza, aiutandosi solo con dei paletti di legno simili a rastrelli coi denti larghi e indietreggiando per svolgere questo tipo di operazione. C’era anche un operaio vicino all’aspro che controllava che non si sovrapponessero e aggiungeva i fili necessari. C’era anche la parte peggiore della canapa, quella veniva separata durante il “pettinamento” e se ne ricava la stoppa, un materiale molto richiesto per vari lavoretti, come l’uso, che ne fanno ancora oggi gli idraulici, la avvitano intorno ai tubi.

Un tempo erano di stoppe anche le parrucche degli attori di teatri o dei carnevalanti durante le sfilate o i balli in maschera. Quindi, c’erano i sulfen così venivano chiamati gli antenati dei fiammiferi, venivano costruiti con uno stecco di canapa imbevuto nello zolfo. Con i sulfen, in italiano zolfanelli, non era possibile innescare la fiamma, ma servivano per provocarla attingendo dal barlume delle braci che restavano nel focolare al mattino dopo che di notte erano state ricoperte dalla cenere. Erano anche utili per andare in cerca del fuoco nelle abitazioni vicine caso mai il proprio si fosse spento. C’erano pure i venditori ambulanti di zolfanelli, detti i sulfaner. Essi oltre al lavoro al mercato giravano i paesi bussando alle porte delle case ed insistendo per farsi aprire soprattutto dalle donne sole, intentando un approccio libertino e proponendo baratti e anche altri tipi di commercio, da qui il detto: “An’ t fer insulfaner” cioè non farti imbrogliare. Questi sono soltanto alcuni dei prodotti che si ricavavano dalla canapa, oggi sappiamo che sono molti di più, qualcuno parla addirittura di 50 mila. I modi di lavorazione sono cambiati, ora tutto è meccanizzato e anche la tessitura avviene nelle fabbriche, seppur qualche azienda usa ancora vecchi telai ricevuti in dono, ereditati o recuperati nelle cascine e rimessi a nuovo, insegnando ai giovani il loro impiego e ottenendo dei tessuti bellissimi e di gran voga in tutte le case. Sono molto famosi gli zainetti dalla tonalità naturale con sopra la fogliolina di canapa di un bel verde intenso. Sono ruvidi al tatto ma molto robusti e capienti. Vengono anche tinti con colori naturali dal viola al nero per adattarsi alle mode del momento. Dalla fibra si ricava un filo di alta qualità e se negli anni ’50 era stata battuta dal cotone oggi si prende la rivincita. Il cotone esige molta più acqua quasi 1500 litri per ottenere un chilo di fibra, alla canapa ne bastano 500. La canapa è quattro volte più resistente e non necessita né di pesticidi né di erbicidi. Il cotone richiede il doppio della terra per ottenere la stessa produttività. La canapa è una risorsa naturale rinnovabile, basti pensare che un ettaro coltivato, cresce in tempi brevissimi e fornisce la quantità di fibre quadrupla di un ettaro di bosco. Per ogni tonnellata di carta di canapa si stima che si possano salvare dodici alberi adulti. Investire in canapa conviene. L’oro verde di domani, è fuor di dubbio. Ma il Domani è già qui.


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Flora e fauna a rischio: perché in Italia si fa troppo poco per il nostro territorio L’ISPRA DICE CHE IL NOSTRO PAESE È TRA “QUELLI CON MAGGIOR RICCHEZZA DI SPECIE E HABITAT E CON I PIÙ ALTI TASSI DI SPECIE ESCLUSIVE DEL PROPRIO TERRITORIO"

Cristina Telerico

S

econdo l’ultimo rapporto dell’Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il 54% della flora e il 53% della fauna terrestre si trovano in uno stato di conservazione sfavorevole.

I numeri sono davvero preoccupanti, e non riguardano soltanto la flora e la fauna: non stanno messi meglio neanche il 22% delle specie marine e l'89% degli habitat terrestri, mentre gli habitat marini mostrano status favorevole nel 63% dei casi e sconosciuto nel restante 37%. L'Italia, spiega il rapporto, è "tra i Paesi europei con maggior ricchezza di specie e habitat e con i più alti tassi di specie esclusive del proprio territorio". Ma dai "risultati emerge l'urgente necessità di un maggiore impegno nella conservazione e gestione", infatti quasi il 90% degli habitat si trova in pericolo. I dati sulla nostra nazione, riguardano 336 specie di uccelli, 349 specie animali e vegetali e 132 habitat del nostro territorio e dei nostri mari, oltre che 31 specie esotiche invasive. Per quanto riguarda l'avifauna nonostante il 47% delle specie nidificanti presenti un incremento di popolazione, il 23% delle specie risulta in decremento e il 37% è stato inserito nelle principali categorie di rischio di estinzione. L’analisi di Ispra si apre descrivendo lo stato di conservazione delle principali specie animali e vegetali, e degli habitat sia terrestri sia marini. Il loro stato di conservazione è classificato in livelli: favorevole, sfavorevole e sconosciuto (quando non si

dispongono sufficienti informazioni). Delle 115 specie vegetali analizzate, è stato registrato uno stato di conservazione favorevole per il 43% dei casi e uno sfavorevole per il 54%, con il 3% per cui non è stato possibile definire lo stato. La situazione è molto peggiore per quanto riguarda i numerosi habitat; l’89% è risultato in uno stato negativo con solo l’8% in una condizione positiva. L’analisi di Ispra si sofferma anche sui principali fattori di rischio che compromettono la biodiversità nel Paese distinguendo tra “pressioni”, vale a dire elementi che hanno agito negli ultimi sei anni, e “minacce”, che invece potrebbero esercitare una grande influenza in un futuro prossimo. In generale tutti gli ambiti esaminati risentono dell’espansione dell’agricoltura e dall’utilizzo di pesticidi. Anche l’urbanizzazione rappresenta un fattore di rischio; un esempio è la costruzione di infrastrutture legate al turismo e all’intrattenimento. Si aggiungono alla lista anche la pesca illegale o accidentale di specie protette, il trasporto marittimo e ovviamente il cambiamento climatico con l’aumento delle temperature e il conseguente effetto serra. Il rapporto considera infine anche le specie aliene invasive, ovvero, quelle specie animali o vegetali pericolose a causa della competizione con le specie autoctone. Queste sono state importate in Italia per fini commerciali e si sono in seguito diffuse nell’ambiente dove hanno trovato un territorio favorevole alla propria crescita. Tale minaccia è diffusa maggiormente nelle Regioni del Nord, in particolare Lombardia e Veneto con la presenza di 24 specie considerate dannose.

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AMBIENTE

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MOBILITÀ E INNOVAZIONE

Crescita felice: l’industria della bicicletta vale 9 miliardi di euro

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DOPO UN PERIODO DI STANCA, IL MERCATO DELLE DUE RUOTE, TRAINATO DAL BOOM DELL’EBIKE - MA NON SOLO - È TORNATO A GALOPPARE. MA ORA SERVONO SCELTE IMPORTANTI E CONTINUITÀ Francesco Colonia

D

Distribuzione geografica imprese ecosistema della bicicletta Prime 4 regioni 22% Lombardia 19% Veneto 14% Piemonte 10% Emilia Romagna

Variazione investimenti

2019-2020 RISPETTO AL 2017-2018 (% IMPRESE)

59% 32%

FONTE: STUDIO DELL'UFFICIO STUDI DI BANCA IFIS

AUMENTATI

9% STABILI

DIMINUITI

alla mountain bike degli anni Novanta alle nuove eBike. Cambiano i costumi e le mode ma non la passione per le due ruote, che in Italia hanno un mercato sempre più esigente e raffinato. La produzione e la vendita di biciclette Made in Italy non ha nulla da invidiare ad altri comparti manifatturieri: dopo una fase di contrazione, che ha caratterizzato l’industria delle due ruote tra fine degli anni Novanta fino al 2017, dal 2018 a oggi la produzione italiana segna +20% grazie proprio al fenomeno della bicicletta elettrica trainata dalle nuove politiche di mobilità sostenibile e dallo sprint ecologico degli stessi abitanti, cittadini e turisti. È quanto emerge dall’ultimo Market Watch di Banca Ifis che, per il secondo anno consecutivo, è Premium partner delle Classiche del ciclismo italiano. Un’analisi dettagliata dell’intero ecosistema della bicicletta: una filiera che conta circa 2.900 imprese per 17 mila addetti e produce ricavi per 9 miliardi di euro annui. La buona notizia, stando all’analisi, è che nel biennio 2021-2022 un’industria su due prevede un aumento dei ricavi e solo il 10% stima una contrazione. Un segnale di un comparto che cresce sull’onda dell’innovazione e dell’impronta sostenibile: nel 2020 sono state prodotte in Italia oltre 3 milioni di bici, +20% rispetto al 2018. Ora servono però buone prassi urbane e il PNRR è l’occasione da non perdere.

Le aziende del comparto – che comprende produttori di macchine industriali per la produzione di biciclette (5%), produttori di biciclette e componentistica (21%) Il 21% e distributori all’ingrosso, commercianti al dettacirca glio e noleggiatori (74%) – risiedono soprattutto a degli italiani Nord del Paese: 22% in Lombardia, 19% in Venedichiara di essere to, 14% in Piemonte, 10% in Emilia-Romagna. E un appassionato sono particolarmente proiettate sui mercati di ciclismo, esteri: circa il 42% del fatturato (633 miliodi cui il 36% praticante. ni di euro) va oltre confine. Ben il 48% delle Distribuzione aziende che portano all’estero componenti e La regione con geografica prodotti Made in Italy hanno sede a Nordest; la maggiore presenza appassionati il 52% delle vendite sono destinate all’Euroè la Lombardia pa. L’import, soprattutto di componentistica, di ciclismo che concentra il 18% ha un forte peso: oltre la metà dei produttori di appassionati e grossisti importano materiale dall’estero. E la Cina è il primo fornitore. Su questo fronte, l’industria soffre l’aumento dei prezzi delle materie prime. L’elevata dipendenza dall’estero ha determinato nel 2020 tempi di attesa anche di circa 300 giorni delle forniture di componentistica in Europa. Di conseguenza, i produttori europei di componentistica (25% la quota di mercato Italia) si sono posti come obiettivo una minore dipendenza dalla fornitura extra-Ue e di triplicare nel 2025 il valore prodotto fino a 6 miliardi di euro.


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MOBILITÀ E INNOVAZIONE Nel 2020 il 90% dei produttori italiani ha aumentato o lasciato invariata la quota destinata agli investimenti. Digitale, sostenibilità e ricerca sono ai primi posti nei piani di investimento. Stando al campione, nel biennio 2021-2022, il 45% degli imprenditori intende ampliare i mercati di riferimento e il 29% punterà anche a rinnovare l’offerta. Il mercato è vivace con una forte richiesta di prodotti più economici e più tecnologici. Sul fronte eBike, negli ultimi 5 anni in Italia, si sono quintuplicate le vendite di biciclette elettriche, passando da poco più di 50.000 pezzi annui ai 280.000 del 2020, il 14% del totale venduto. L’80% dei distributori prospetta un aumento anche nel biennio 2021-2022. Il 90% dei produttori è sicuro che l’eBike sarà una rivoluzione duratura della mobilità per la crescente attenzione alla sostenibilità, gli incentivi all’acquisto e all’innovazione che porta modelli sempre più leggeri e performanti.

Trend vendita biciclette nel mercato italiano 2%

3%

3%

3%

3%

7%

9% 11% 11% 14%

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La riduzione dell’impatto ambientale è una priorità per circa 8 imprese su 10. Il 69% dei produttori è impegnato nel riciclo dei rifiuti, il 24% si è attivato per ridurre gli scarti di produzione, il 21% punta sulla riduzione dei consumi e su opere di efficientamento energetico, il 16% sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e il 9% è riuscito a ridurre le emissioni e l’utilizzo di inquinanti. Un quarto circa delle aziende si impegna in azioni di economia circolare (quota che sale al 31% tra le aziende con più di 20 addetti), in particolare in progetti che tengono conto del fine vita dei prodotti esistenti (75%) o di design circolare (25%).

98% 97% 97% 97% 97% 93% 91% 89% 89% 86% e-bike Biciclette tradizionali

Secondo Legambiente, i cicloturisti che ogni anno scelgono l’Italia per le loro vacanze spendono complessivamente circa 4,6 miliardi di euro, pari al 5,6% dell’intera spesa turistica generata a livello nazionale. Si tratta di un fenomeno localizzato soprattutto nel Nord Italia che attira molti stranieri (il 62% del totale cicloturisti) che generano una spesa pari Previsioni a 2,9 miliardi di euro l’anno e provengono soprattutto da Germania, Francia e Austria. Nel complesso al di vendita cicloturismo sono riconducibili 55 milioni di perbiciclette nottamenti l’anno sul territorio nazionale. Il Trennel mercato tino-Alto Adige propone le migliori best practice con un’ampia offerta di percorsi, una rete di europeo trasporti, punti ristoro e servizi dedicati alle due (% MILIONI DI PEZZI) ruote. La regione ottiene in media 338 mila euro di ricavi per chilometro ciclabile. Adeguandosi a questi standard qualitativi, il comparto potrebbe 30milioni incamerare, secondo le stime dell’Ufficio studi di 10% 25% Banca Ifis, circa 20 miliardi di euro dai cicloturisti, 20milioni quadruplicando di fatto i volumi attuali. Uno degli elementi chiave per migliorare l’offerta è il potenziamento della rete viaria dedicata. A oggi, le piste cicla90% 75% bili presenti nelle 22 principali città italiane si estendo2015 2020 no per 2.341 km, cui si aggiungeranno ulteriori 2.626 km di piste già previste nei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, e 58 mila km di ciclovie. Il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili prevede fondi per 600 milioni di euro nell’ambito del PNRR destinati alla “mobilità dolce” per la realizzazione di 1.800 km di percorsi ciclabili.

57%

43% 2030

FONTE: STUDIO DELL'UFFICIO STUDI DI BANCA IFIS

Nel 2020 sono state vendute nel nostro Paese oltre 2 milioni di bici tra prodotti made in Italy e d’importazione (+17% rispetto al 2019 e + 26% rispetto al 2018) di cui 1,73 milioni di bici tradizionali (+14%) e 280 mila eBike (+44%). Circa il 50% in media della produzione e delle vendite italiane è riservata al ciclismo sportivo amatoriale dove si contano 10,7 milioni di appassionati (circa il 21% dell’intera popolazione), di cui 4 milioni di praticanti sportivi amatoriali e di cicloturismo che si concentrano in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Questi ultimi sono per il 71% uomini, residenti al Nord (57%) e il 50% ha un reddito medio alto. Per loro la passione per le due ruote si incrocia con quella per la natura e per la sostenibilità: l’87% si impegna a riciclare, il 71% vorrebbe ridurre l’utilizzo dell’auto, il 72% preferisce che le vacanze includano attività fisica.


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CULTURA E LETTURA

“IL RIDER” DI ALDO LADO: UN ROMANZO GIALLO PROFONDAMENTE ATTUALE Aldo Lado presenta un giallo di stampo classico a sfondo sociale, in cui si tratta di immigrazione e di sfruttamento dei più deboli; una storia amara e crudele che ha come protagonista André, un giovane proveniente dalla Repubblica Centrafricana e giunto clandestinamente in Italia. André dovrà fare i conti con il pregiudizio e dovrà anche lottare per affermare la propria innocenza, dopo essere stato coinvolto ingiustamente in una serie di efferati omicidi compiuti all’interno del mondo artistico milanese.

ne di sfruttamento a cui il ragazzo deve sottostare, perché l’unica alternativa è lavorare nello spaccio o nella criminalità ma la sua coscienza gli impedisce di cedere. In sella alla sua bici malconcia trovata in una discarica, André gira in lungo e largo per Milano consegnando cibo d’asporto; abituato alle allusioni razziste che sopporta con garbo, e riconoscente quando invece viene trattato umanamente, affronta le sue giornate con il sorriso perché sa che si sta avvicinando sempre di più al suo obiettivo: guadagnare abbastanza per pagarsi un passaggio per Parigi, dove potrà chiel rider” di Aldo Lado è la storia di dere asilo e iscriversi a Medicina. Un sogno un giovane che tenta di seguire grande, che André conserva gelosamente nel la propria strada e di realizzare i cuore e che lo spinge a impegnarsi e a essere propri desideri, nonostante tutti una brava persona. Aldo Lado ci fa immergegli ostacoli che la vita e la società gli pongono re nella quotidianità del giovane e ci invita a davanti. André è un ragazzo nero dai bellissimi riflettere sulla vita degli immigrati, che arrivaocchi verde smeraldo, originario della Repubblino nel nostro Paese privi di mezzi e sono sogca Centrafricana; dopo essere stato rapito dalgetti a pregiudizi e violenze che spesso non le milizie rivoluzionarie Séléka per addestrarlo meritano; in questa amara storia vediamo il come soldato bambino, e dopo aver perso la risultato dell’egoismo e dell’intolleranza di chi famiglia a causa del governo, decide di combatnon si sa mettere nei panni altrui, e giudica tere per vendicarsi e per aiutare a instaurare la senza prove. Ed è proprio ciò che succede ad Aldo Lado pace. Presto però si rende conto di non essere André: quando un uomo viene assassinato Il rider il tipo di persona che riesce ad uccidere a sanpoco dopo aver ricevuto una consegna da lui, Casa Editrice: gue freddo, e sceglie di diventare un infermiere e dopo che altre due persone vengono ucciEdizioni AngeraFilm per curare i soldati; col passare degli anni deve se e sui luoghi dei delitti viene visto un uomo però constatare di aver combattuto dalla parte Genere: Giallo vestito da rider, i sospetti si concentrano prodi chi ha solo a cuore i propri interessi politici, e prio su di lui. In fuga e terrorizzato, non gli riPagine: 240 decide di disertare e lasciare il suo Paese. È solo mane che combattere ancora, e questa volta Prezzo: 18,00 € l’inizio della sua dolorosa avventura: in Libia, per la sua libertà; l’autore ci racconta quindi prima di imbarcarsi, viene chiuso per un anno una storia gialla attuale e ricca di colpi di scein un centro in cui viene torturato, e dopo esna, che parla di brutali omicidi ad opera di sere stato rilasciato e aver affrontato un duro una mente malata, di crudeli discriminazioni viaggio in gommone, viene sfruttato dai “caporazziali e dell’estenuante lotta di un giovane rali” che incettano gli immigrati irregolari per uomo per avere giustizia. fornire mano d’opera a un costo che rasenta lo Cincia Lerzi zero. André non si arrende mai, sopporta la fatica e riesce a guadagnare quei pochi soldi necessari per spostarsi a MilaContatti no e “comprarsi” un lavoro onesto, sebbene in nero, vista la https://www.facebook.com/AldoLadoOfficial sua condizione di clandestino: egli infatti trova occupazione https://www.edizioniangerafilm.it/product-page/il-rider come rider, perché un giovane italiano lo fa lavorare al posto https://www.amazon.it/rider-Aldo-Lado/dp/B088GGFJ7G suo pretendendo però la metà dello stipendio. Una situazio-

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