SPECIALITÀ A-Z
CHIRURGIA VASCOLARE
Safena e varici quando toglierle? ∞ A CURA DI LEONINO LEONE
L’insufficienza venosa è una condizione patologica piuttosto frequente nella nostra popolazione, soprattutto nel genere femminile. In Italia ne soffre il 30% delle donne, percentuale che si riduce al 15% negli uomini. Non rappresenta, seppur in casi estremi, una patologia grave anche se i sintomi possono essere spesso molto fastidiosi se non addirittura invalidanti sulla qualità della vita dei pazienti che ne sono affetti. La manifestazione clinica più frequente con cui l’insufficienza venosa si presenta sono le varici, comunemente chiamate vene varicose, ovvero dilatazioni spesso tortuose visibili a livello dell’arto
inferiore che derivano dal deterioramento del principale vaso del circolo venoso superficiale: la safena. Sebbene oggi siano disponibili tecniche chirurgiche mini-invasive, prima di togliere la safena è fondamentale un’attenta valutazione che tenga conto della rilevanza dei sintomi, della gravità della malattia nonché dell’età del paziente.
L’ELEMENTO CENTRALE DEL SISTEMA VENOSO SUPERFICIALE L’ECOCOLORDOPPLER PER CLASSIFICARE LA GRAVITÀ DEL PROBLEMA La diagnosi dell’insufficienza venosa è per lo più clinica anche se un ruolo fondamentale, soprattutto per classificare il grado della malattia, è giocato dall’Ecocolordoppler, un esame immediato e per nulla invasivo poiché basato sul principio degli ultrasuoni al pari dell’ecografia.
Il sistema venoso superficiale è costituito dalla grande e piccola safena e dai loro vasi affluenti e ha la funzione di drenare il sangue indirizzandone il flusso dalla periferia verso il cuore. La safena origina dall’estremità più distante dell’arto inferiore e termina a livello dell’inguine ove confluisce nel circolo venoso profondo.
SE LE VALVOLE NON FUNZIONANO BENE Le cause dell’insufficienza della safena rientrano nel grande capitolo
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dell’insufficienza venosa. Il meccanismo che sta alla base dell’insufficienza venosa sostanzialmente consiste nel malfunzionamento dell’apparato valvolare delle vene con conseguente aumento della pressione idrostatica all’interno delle vene stesse. Ne consegue un sovraccarico di circolo con concomitante dilatazione e sfiancamento dei vasi sanguigni coinvolti che assumono il tipico aspetto violaceo e serpiginoso.
I FATTORI DI RISCHIO: DALLA FAMILIARITÀ ALLA SEDENTARIETÀ La predisposizione è genetica, quindi legata alla familiarità; fattori invece concomitanti sono il sesso femminile, il numero di gravidanze, l’assunzione di terapia ormonale estro-progestinica, l’obesità e la sedentarietà, o infine