IN FAMIGLIA
BAMBINI
Poco portato per la matematica o discalculico?
∞ A CURA DI VIOLA COMPOSTELLA
Secondo gli insegnanti della scuola italiana in media 5 studenti per classe mostrano difficoltà nel raggiungere una buona performance in ambito matematico. Si stima quindi che circa il 20% dei bambini e ragazzi in età scolare sperimenti nel corso del proprio percorso di studi difficoltà in questa materia. Basta pensare a quanti studenti della scuola secondaria ricorrono a ripetizioni pomeridiane per riuscire a raggiungere la sufficienza e a quanti adulti continuano a ricordare la matematica come la propria bestia nera e a ritenersi in qualche modo negati per l’ambito numerico. Tuttavia, secondo i dati dell’International Academy for Research in Learning Disabilities (IARLD) solo il 2,5% della popolazione scolastica dovrebbe presentare difficoltà nella cognizione numerica in associazione con altri disturbi e solo per percentuali attorno allo
0,5-1% si potrebbe parlare di disturbo specifico del calcolo e quindi di discalculia evolutiva. Nella maggior parte dei casi, quindi, gli studenti segnalati per difficoltà in matematica non presentano un vero e proprio Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), ma difficoltà di natura più generalizzata. Come ci spiega la dottoressa Laura Dentella, psicologa. Dottoressa Dentella, da dove deriva questa difficoltà generalizzata nei confronti della matematica? In primo luogo i risultati in matematica, in misura maggiore “Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica: posso assicurarti che le mie sono ancora più grandi”
34 | Bergamo Salute | Settembre/Ottobre 2020
∞∞ ALBERT EINSTEIN
rispetto ad altre materie, sono fortemente influenzati da fattori di tipo emotivo-motivazionale quali ansia, timore di sbagliare, percezione di scarsa auto-efficacia (ritenere di poter riuscire in un certo compito). In ambito numerico (pensiamo ad un’operazione o alle tabelline) il risultato è certo ed esatto, pertanto l’errore appare molto evidente e indiscutibile e questo può amplificare l’ansia da prestazione in soggetti predisposti. La percezione di autoefficacia, la fiducia nelle proprie abilità e la percezione di poter migliorare con l’impegno influenzano a loro volta la motivazione e la persistenza. Di conseguenza, sperimentare esperienze di fallimento nei compiti matematici e ritenere che non si è portati per tale materia (percezione che implica scarsa possibilità di miglioramento) può portare lo studente già alla scuola primaria a evitare situazioni e attività anche