TRIMESTRALI BUONA LA PRIMA
Ricavi e utili in crescita per le reti quotate nella prima frazione dell’anno
Ricavi e utili in crescita per le reti quotate nella prima frazione dell’anno
Cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare (molto) per attuare pienamente la Retail Investment Strategy dell’Ue
Luca Tenani parla dei tratti distintivi dell’offerta di Schroders sul mercato italiano e lancia un appello per un maggiore impegno a favore dell’educazione finanziaria
Un approccio focalizzato sulla salute delle aziende.
AB International Health Care Portfolio
In un contesto di mercato incerto, il settore sanitario può offrire interessanti opportunità agli investitori grazie alla sua resilienza. I mutamenti demografici e l’incremento della domanda a livello globale, infatti, lo hanno reso meno vulnerabile alle condizioni macroeconomiche.
Grazie all’innovazione, a valutazioni favorevoli e a una redditività via via maggiore, inoltre, il comparto presenta anche un buon potenziale di crescita.
Per scovare opportunità occorre un approccio focalizzato. Piuttosto che inseguire le ultime novità in ambito scientifico, il team di AB International Health Care Portfolio punta a scoprire società con un potenziale di rendimento interessante tramite un’approfondita ricerca sulla loro solidità. Seguiamo un approccio concentrato, investendo nelle aziende destinate a nostro avviso a prosperare sia oggi che in futuro.
Questa è una comunicazione di marketing. Riservato esclusivamente agli investitori professionali. Il valore di un investimento può diminuire o aumentare e un investitore può anche non riottenere l’intera somma investita. Capitale a rischio.
Le presenti informazioni sono fornite da AllianceBernstein (Luxembourg) S.à r.l. Société à responsabilité limitée, R.C.S. Lussemburgo B 34 305, 2-4, rue Eugène Ruppert, L-2453 Lussemburgo. Autorizzata in Lussemburgo e regolamentata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF). Il portafoglio è un comparto di AB SICAV I, società di investimento a capitale variabile (société d’investissement à capital variable) di diritto lussemburghese. La vendita dei Comparti di AB può essere limitata o soggetta a conseguenze fiscali avverse in alcune giurisdizioni. La presente promozione finanziaria è destinata esclusivamente a persone nelle giurisdizioni in cui i fondi e le relative classi di azioni sono registrati o che possono comunque legittimamente riceverla. Prima di investire, gli investitori devono esaminare il Prospetto completo del Comparto, insieme insieme al KIID o KID del Comparto e il bilancio più recente. Le copie di tali documenti, ivi inclusa l’ultima relazione annuale e, se emessa successivamente, l’ultima relazione semestrale, possono essere ottenute gratuitamente da AllianceBernstein (Luxembourg) S.à r.l. visitando il sito www.alliancebernstein.com o www.eifs.lu/alliancebernstein, o in formato cartaceo contattando il distributore locale nelle giurisdizioni in cui la distribuzione dei fondi è autorizzata. ICMA2024242
Il buon avvio dei mercati finanziari
ha spinto quest’anno la raccolta, segnando la ripresa del gestito E intanto la corsa del 2023 ai Btp segna una battuta d’arresto
A metà dell’anno, anche e soprattutto grazie al buon avvio dei mercati finanziari, emerge un trend positivo per quanto riguarda l’industria italiana della consulenza finanziaria che nel 2023 fu colpita dalla crisi dei prodotti di risparmio gestito, surclassati dalla corsa dei risparmiatori alle varie emissioni di Btp
La prima rilevazione del 2024 evidenzia infatti un nuovo primato per le banche-reti in termini di patrimonio dei risparmiatori che s’attestata a 839,8 miliardi superando del 7% la valorizzazione di fine dicembre 2023. La principale leva di crescita, ha evidenziato Assoreti, è rappresentata dall’effetto performance dei mercati finanziari che ha contribuito per il 3,1% mentre la raccolta ha pesato per l’1,3%. La valorizzazione complessiva della componente finanziaria-assicurativa-previdenziale del portafoglio ha raggiunto così i 717,1 miliardi di euro (+7,3% trimestre su trimestre), rappresentando l’85,4% del portafoglio: di questi, 519,9 miliardi sono stati investiti in prodotti del risparmio gestito (il 61,9% del portafoglio) e 197,2 miliardi in strumenti amministrati (il 23,5%).
La componente strettamente finanziaria (Oicr, gestioni individuali e titoli amministrati) è aumentata dell’8,3% trimestre su trimestre con un effetto mercato stimato al 3,9% mentre la liquidità s’è attestata a 122,7 miliardi con una incidenza in calo al 14,6%. V’è da osservare che la rilevazione di Assoreti presenta una novità significativa.
“A partire da questo mese”, ha spiegato Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, “condividiamo nuovi dettagli informativi con gli operatori che osservano, analizzano e commentano i dati del nostro settore, dando in particolare indicazioni, nell’ambito del servizio di consulenza, ai volumi di attività che coinvolgono la consulenza fee only e fee on top”.
Il nuovo indicatore misura, quindi, i volumi di attività sul fronte delle cosiddette “consulenze a parcella”, legate ai servizi finanziari per i quali è prevista una fee specifica e ricorrente, versata direttamente dal cliente per la prestazione del servizio. In particolare quindi, per il solo mese dello scorso marzo, la raccolta netta totale realizzata dalle banche-reti di consulenza è stata di 3,9 miliardi, un valore sostanzialmente allineato al risultato osservato nel mese di febbraio.
Il flusso mensile di risorse su prodotti con fee ricorrenti, tra risparmio gestito (1,2 miliardi) e amministrato in consulenza con fee (703 milioni), è pari a 1,9 miliardi di euro. Infine il servizio di consulenza con fee specifica versata direttamente dal cliente (fee only/fee on top) recepisce, sempre a marzo, risorse nette complessive per 1,1 miliardi di euro, tra nuova raccolta e switch di contratti. Se si aggiunge il fatto che l’ultima emissione del Btp Valore non è stata da boom come le precedenti, c’è da pensare che il vento sia cambiato...
Andrea Giacobino | andreagiacobino.wordpress.com
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anno XIV - numero 6 - giugno 2024 mensile registrato presso il Tribunale di Milano n. 3 del 4 gennaio 2011
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Opinioni
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Hanno collaborato
Andrea Barzaghi, Sara Mortarini, Marta Serbelloni, Matteo Sportelli
Graphic design Paolo Di Stefano distefano@bfcmedia.com
Fotografie a Luca Tenani by Laila Pozzo in copertina e nell’intervista alle pagine 12-16
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Il costo di ciascun arretrato è di 10 euro
Crescono i profit ti e lievitano i ricavi di Italo nell’ultimo bilancio prima dell’arrivo di Aponte
Ottimi risultati per Italo - Nuovo
Trasporto Viaggiatori (“Italo”) nell’ultimo anno prima dell’entrata nel capitale col 40% dell’armatore
Gianluigi Aponte
Fatturato in ascesa
L’assemblea dei soci con primo azionista ancora il fondo Gip e guidata dal presidente Luca Cordero di Montezemolo, ha approvato il bilancio 2023 chiuso con un utile ordinario di 161,2 milioni di euro in progresso dai 116,3 milioni del precedente esercizio, profitto che è stato mandato interamente a riserva.
L’azienda di trasporto ferroviario e su gomma guidata dall’amministratore delegato Gianbattista La Rocca ha visto peraltro i ricavi lievitare anno su anno da 776,1 a 826,6 milioni
e i margini reddituali progredire con un ebitda salito da 224,8 a 308,4 milioni, un ebit passato da 158,8 a 236,8 milioni e un risultato consolidato avanzato da 118,3 a 157,8
Tempo di liquidazioni in casa di Luca Cordero di Montezemolo (nella foto). Sono state avviate le procedure di scioglimento anticipato di tre veicoli che riconducono all’attuale presidente di Italo e Manifatture Sigaro Toscano. La prima a finire in liquidazione è stata la Charme Management che era diventata di fatto una scatola vuota visto che gestiva le attività del fondo lussemburghese Charme Investments, la cui liquidazione è terminata. Questa operazione ha determinato la messa in liquidazione anche di Fisvi Cinque e di Fisvi Tre. Anche quest’ultima, costituita nel 2002, è stata sciolta anticipatamente e l’amministratore delegato, Matteo Facoetti ne è stato nominato anche liquidatore. Fisvi Tre è controllata al 50,01% dalla Fisvi (di proprietà del trust Montezemolo).
milioni. L’attività d’investimento ha registrato un incremento rispetto al 2022 perché il gruppo ha sottoscritto un accordo per la fornitura di 12 nuovi treni ad alta velocità Avelia Stream 300, in corso di costruzione.
L’apporto di Itabus
Sotto il profilo finanziario per sostenere gli investimenti è stata ridefinita la capital structure di capogruppo attraverso l’estinzione del finanziamento in essere e la sottoscrizione di un nuovo “Green Loan” di 1,4 miliardi. I ricavi operativi riflettono sia la crescita della domanda di trasporto ferroviario sia l’apporto proveniente dalla neo acquisita Itabus
L’indebitamento finanziario è di circa un miliardo, in aumento di 70 milioni rispetto al 2022.
Andrea Giacobino
Paolo Berlusconi (nella foto), mentre è decollato con la nuova Df Italia per portare le automobili cinesi di DongFeng in Italia, non ha però dimenticato i suoi vecchi business. E così, dopo oltre vent’anni dall’aver patteggiato nel 2002 una condanna ad un anno e nove mesi di reclusione ed il relativo pagamento di 49 milioni di euro per la vicenda della discarica di Cerro Maggiore, Berlusconi è tornato nel business dello smaltimento dei rifiuti. A Milano, davanti al notaio Francesca Colombo, si sono presentati Francesco Fallica nella qualità di amministratore unico della Lufil e Roberto Merlini, consigliere d’amministrazione della Pbf, holding di cui Berlusconi ha il 51,7% e di cui la figlia Alessia è azionista di minoranza sia direttamente sia tramite la Luna Srl.
Fallica e Merlini hanno quindi costituito la nuova R.En.n.a, Recupero Energia Natura Ambiente, di cui Pbf ha il 66% e Lufil il restante 34%. L’oggetto sociale riguarda, tra le varie attività, anche “la progettazione, la realizzazione e la gestione di attività di recupero, ripristino ambientale, discarica di rifiuti inerti e speciali”. Andrea Giacobino
Alessia Berlusconi (nella foto), figlia di Paolo e quindi nipote del defunto ex premier Silvio, investe su Parkino, società milanese che produce e vende un dispositivo di parcheggio automatizzato, ideale per spazi stretti, vecchi box o posti auto angusti. Recentemente, infatti, la Berlusconi è stata nominata presidente della Parkino srl e ciò in conseguenza della vendita del 100% dell’azienda da parte di vari membri della famiglia fondatrice Nocentini. In particolare la Scarlet Capital Group, veicolo di investimenti della Berlusconi, ha rilevato il 70% mentre il restante 30% è stato acquisito dalla Pbf, la holding di cui Paolo Berlusconi ha il 51,7%.
letto su Forbes
vidia non smette di stupire e di superare le aspettative degli analisti. La terza azienda di maggior valore al mondo ha nuovamente infranto le previsioni di Wall Street sui dati della sua ultima trimestrale, facendo così volare le sue azioni verso un nuovo record. La società guidata dal miliardario Jensen Huang ha registrato un utile per azione di 6,12 dollari e 26 miliardi di dollari di vendite nell’ultimo trimestre conclusosi il 30 aprile, infrangendo le previsioni medie degli analisti di 5,6 e 24,59 miliardi di dollari, secondo FactSet. I profitti e i ricavi di Nvidia sono saliti alle stelle, rispettivamente del 628% e del 268% rispetto al corrispettivo del 2023.
Oltre a essere stato il trimestre più redditizio, è stato il periodo con più vendite di sempre per Nvidia. A trascinare finanziariamente la società nell’ultimo anno continua a essere la sua divisione datacenter, che ha raccolto 22,6 miliardi di dollari di entrate lo scorso trimestre, in aumento del 427% su base annua e un dato 20 volte superiore agli 1,1 miliardi di dollari fatti registrare nel 2020, quando è stato introdotto il settore. Nvidia ha anche annunciato uno stock split con il rapporto di 10 a 1, così da ridurre il prezzo delle sue azioni da circa 950 a 95 dollari, mantenendo comunque invariato il valore della società. Nvidia, che progetta la maggior parte dei chip che alimentano la tecnologia dell’intelligenza artificiale generativa, ha tra i suoi clienti colossi come Amazon e Microsoft.
sportelli@bfcmedia.com di Matteo Sportelli
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AVVERTENZE: Questa è una comunicazione di marketing. Si prega di consultare il Prospetto, il Documento contenente le informazioni chiave (KID), il Regolamento di gestione e il Modulo di sottoscrizione prima di prendere una decisione finale di investimento. Questi documenti, che descrivono anche i diritti degli investitori, possono essere ottenuti in qualsiasi tempo, gratuitamente sul sito web della Società di gestione e presso i Soggetti Incaricati del collocamento. È, inoltre, possibile ottenere copie cartacee di questi documenti presso la Società di gestione del fondo su richiesta. I KID sono disponibili nella lingua ufficiale locale del paese di distribuzione. Il Prospetto è disponibile in italiano. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il collocamento del prodotto è sottoposto alla valutazione di appropriatezza o adeguatezza prevista dalla normativa vigente. ANIMA Sgr si riserva il diritto di modificare in ogni momento le informazioni riportate. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. Nel caso di stacco cedola, l’importo da distribuire potrà anche essere superiore al risultato conseguito dal fondo, rappresentando in tal caso rimborso di capitale.
Fonte: ESMA - Fund portfolio networks:
Luca Tenani, country head di Schroders per l’Italia, parla delle scelte d’investimento adottate dai nostri connazionali
L’approccio troppo conservativo delle famiglie ha comportato la rinuncia ai rendimenti e alla diversificazione; per questo, occorre impegnarsi di più a favore dell’educazione finanziariadi Andrea Telara
Luca Tenani, country head di Schroders per l’Italia, ha letto con attenzione gli ultimi rapporti del Censis che fotografano le abitudini di risparmio delle famiglie. Il quadro che ne emerge è quello di un popolo che è ancora in grado di accantonare una parte importante del proprio reddito ma, nello stesso tempo, è anche afflitto da molte preoccupazioni: la paura delle guerre, dei cambiamenti climatici, del debito pubblico e di un più generale decadimento economico e sociale. È un sentiment che inevitabilmente lascia il segno anche sul rapporto che gli italiani hanno con il denaro, visto come una
fonte di preoccupazione più che di opportunità. Non a caso, negli ultimi tempi c’è stata nel nostro Paese una corsa a investimenti ritenuti “porti sicuri” come la liquidità e i titoli di stato. Come valutare questo atteggiamento? “Purtroppo, un approccio così conservativo ha avuto un duplice effetto: la rinuncia alla diversificazione del portafoglio e alla ricerca delle opportunità di rendimento”, dice Tenani che in questa intervista parla delle sfide che l’industria italiana del risparmio gestito e le reti di consulenti finanziari hanno oggi di fronte a sé nel guidare le scelte d’investimento dei nostri connazionali.
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Dottor Tenani, gli italiani hanno dunque rinunciato a troppe opportunità d’investimento?
Guardi, io partirei dall’analisi di qualche numero, che non riguarda soltanto le abitudini degli italiani ma di tutti gli europei. Nel Vecchio Continente, il tasso di risparmio delle famiglie è attorno al 14%, un livello ben più alto rispetto al 5% che si registra negli Stati Uniti. Eppure, nonostante questo gap, la ricchezza finanziaria pro capite in America è più elevata che in Europa.
Qual è la spiegazione?
La ragione è che gli americani investono in capitale di rischio molto più di quanto non facciano i loro omologhi europei. Questo approccio prudente, però, alla lunga ha portato a una perdita di potere di acquisto dei risparmi. Basti pensare a quanto è accaduto nell’ultimo anno ai fondi azionari: in Italia, nel 2023 questi prodotti hanno avuto una raccolta negativa mentre le performance delle borse è stata positiva. Chi ha voltato le spalle ai fondi azionari ha di fatto rinunciato a occasioni di crescita.
Dunque, come convincere i risparmiatori a cambiare rotta?
È una sfida impegnativa in cui il ruolo dei consulenti finanziari è di primaria importanza. Il mondo anglosassone è senza dubbio caratterizzato da un ruolo più significativo degli investitori istituzionali, che intercettano i flussi
di risparmio gestendoli in monte con logiche orientate al medio e lungo periodo. Qui da noi, il settore è senza dubbio molto più frammentato e parcellizzato, con la distribuzione dei prodotti e dei servizi intermediata in gran parte dalle reti delle banche e dei financial advisor. Tale assetto fa sì che i risparmiatori siano maggiormente artefici del proprio destino finanziario. Il ruolo dei consulenti è quindi fondamentale, anche considerando che si tratta di una professione intrisa di aspetti legati alla psicologia e alle emozioni. Ma l’educazione finanziaria è un impegno che deve riguardare un po’ tutti, dalle istituzioni ai media. Ricordiamoci cosa dice l’articolo 47 della nostra Costituzione, che tutela e riconosce il valore importantissimo del risparmio quale fattore di sviluppo del Paese.
D’accordo, ma con i tassi più alti c’è stata una corsa al Btp difficilmente arrestabile. Come possono affrontare questa sfida i player dell’asset management?
Direi che il rialzo dei tassi è una questione che interessa in primo luogo il debito pubblico e la sua sostenibilità nel medio e lungo termine. Per i gestori del risparmio, avere rendimenti obbligazionari più elevati che in passato non è una cattiva notizia. Anzi, significa invece poter contare su nuove fonti di performance per i portafogli, multi asset inclusi, in cui la componente bond ha recuperato la sua tradizionale funzione di generatore di reddito.
Con le Borse che hanno toccato nuovi massimi storici e l’obbligazionario che ha già prezzato diversi tagli dei tassi, i trend di mercato sembrano esauriti. È davvero così? È vero che i mercati azionari hanno raggiunto nuovi massimi ma ci sono dei dettagli che non vanno trascurati. Gran parte delle performance è stata generata dai titoli di big del settore tecnologico e in particolare dalle cosiddette Magnifiche 7. Se usciamo da questo segmento di società, vediamo che il rapporto prezzo/utili medio delle azioni che compongono l’indice S&P 500 è attorno a 19, cioè in linea con le medie storiche. Crediamo dunque che nel settore azionario ci sia ancora valore. Questo è vero anche per l’Europa dove non si sono viste le stesse dinamiche degli Stati Uniti. Inoltre, riguardo alle Magnifiche 7, non va dimenticato il loro elevatissimo tasso di crescita dei profitti. Oggi c’è chi paventa il rischio di una bolla speculativa che ricorda quella di inizio secolo che interessò le azioni legate a internet, le cosiddette dot.com.
Ci si dimentica però che allora sul mercato c’erano moltissime azioni a prezzi stellari di aziende che non facevano un dollaro di utile.
Oggi i colossi tecnologici hanno multipli elevati ma giustificati dalla capacità di generare profitti. Nel settore obbligazionario, dopo la fase di rialzo dei tassi, siamo invece orientati soprattutto verso la ricerca del reddito, più che alla rivalutazione dei prezzi dei titoli.
CUORE A LONDRA, PRESENZA GLOBALE I NUMERI DI SCHRODERS A LIVELLO INTERNAZIONALE
38 uffici
La struttura della società nei paesi in cui è presente
866,2 miliardi
Le masse in gestione in euro di Schroders, al 31 dicembre del 2023
Molti pensano che la transizione energetica sia un obiet tivo a noi lontano
In realtà si trat ta di un processo che è già in at to e riguarda tut ti i set tori, non solo quelli identificati
come green
Negli ultimi anni le case di gestione internazionali hanno cavalcato il tema della transizione energetica. Di recente, però, molti risparmiatori sono rimasti delusi dalle performance dei titoli legati a questo tema d’investimento. Cosa ne pensa? Credo innanzitutto che si debba sgombrare il campo da un equivoco di fondo. In tanti pensano alla transizione energetica come un obiettivo futuro a noi lontano. In realtà, si tratta di un processo che è già in atto e che riguarda le aziende di tutti i settori, non soltanto quelle identificate come società green. Anche le compagnie petrolifere sono coinvolte in questo trend. Anzi, sono proprio in prima linea per garantire la ricerca di fonti di energia a basso costo e a basso impatto sull’ecosistema. È stato calcolato che, tra il 2020 e il 2050, il processo di transizione energetica genererà circa 120mila miliardi di dollari di investimenti. E allora ricordo una vecchia massima che dice: quando c’è una corsa all’oro, investi in pale
e picozze. È una metafora per far capire che il net zero, la sostenibilità e la lotta ai cambiamenti climatici riguardano tutto il sistema produttivo. Pensiamo soltanto ai nuovi consumi generati dall’avvento dell’intelligenza artificiale. Si calcola che per alimentare un grande data center occorra una quantità di energia per metro quadro tra 20 e 50 volte superiore a quella richiesta da un edificio pieno di uffici. Anche l’innovazione tecnologica è energivora.
Ci sono categorie di prodotti o servizi su cui avete intenzione di puntare di più nei prossimi mesi?
La nostra gamma di offerta è tradizionalmente molto ampia ma abbiamo alcune expertise grazie alle quali, in particolare in questo momento, ci distinguiamo sul mercato italiano. Mi riferisco per esempio all’obbligazionario corporate, all’azionario globale, anche in declinazione tematica, e all’azionario asiatico, in particolare quello cinese. Uno dei nostri tratti distintivi è anche il tema della sostenibilità, che è presente da sempre del nostro Dna. Infine, non va dimenticata l’area dei private asset, nella quale abbiamo ormai oltre 100 miliardi di euro di masse. Qui ci distinguiamo per l’ampio spettro degli strumenti proposti, dagli Eltif ai fondi chiusi fino ai prodotti semiliquidi, e anche per la copertura di tutte le maggiori asset class, dal private equity al private debt fino alle infrastrutture.
Andrea TelaraPerché la performance è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia (degli investitori). Si può usare questa parafrasi del meraviglioso ritornello di “Sally” di Vasco per raccontare l’evoluzione moderna dei mercati finanziari, uno scenario dove la volatilità la fa da padrone e il risparmio è sempre più umorale e affidato al sentiment mediatico. Viene da sé che il lavoro del consulente finanziario si è via via complicato con l’incedere di questo trend e riuscire ad assecondare le esigenze della clientela, affiancandole a strategie d’investimento solide, adeguate ed efficienti, è diventato un esercizio di virtuosismo professionale
Il Centro Studi e Ricerche Anasf ha analizzato tutti i sondaggi mensili Real Trend degli ultimi dieci anni per valutare in che modo i consulenti hanno gestito i portafogli dei clienti
Eppure i consulenti ce l’hanno fatta, mostrando tutta la loro abilità nella gestione del patrimonio degli italiani. A dircelo è una recente analisi del Centro Studi e Ricerche Anasf sulle rilevazioni degli ultimi dieci anni del sondaggio mensile Real Trend, i cui risultati sono stati sintetizzati da Lorenzo Manfredi e Arianna Porcelli su Milano Finanza. Vediamo le evidenze della ricerca, punto per punto.
Gestito al top Il risparmio gestito è sempre stato integrato in maniera prevalente nelle strategie d’investimento raccomandate ai clienti. In particolare, la quota di consulenti finanziari che hanno consigliato maggiormente ai propri clienti questo comparto è passata dall’essere quasi la metà degli intervistati a gennaio 2014 (il 48%) a quasi la totalità (il 93%) a gennaio 2021, assestandosi su valori elevati durante tutto il periodo pandemico; nel 2021 l’attività delle reti ha dimostrato una notevole efficienza, visto che la raccolta netta realizzata in quell’anno rappresenta il quarto migliore risultato degli ultimi 15 anni raggiungendo una valorizzazione complessiva pari a 65,6 miliardi di euro. A oggi si rilevano proporzioni simili a quelle del 2014, con una preferenza
I financial advisor hanno dimostrato una capacità di adat tare le strategie d’investimento ai nuovi scenari che si sono via via presentati sui mercati finanziari
prevalente per il risparmio gestito (il 54% del campione a marzo 2024), seguito dagli strumenti assicurativoprevidenziali (il 25%) e dal risparmio amministrato (il 21%). La capacità di adattamento ai segnali di mercato dei consulenti finanziari è evidente anche dall’analisi degli strumenti suggeriti alla clientela, in particolare i fondi azionari e obbligazionari.
Le mosse giuste
Durante la crisi derivante dal Covid, ad esempio, è cresciuta di oltre 20 punti percentuali la quota di rispondenti che, durante l’emergenza sanitaria, ha raccomandato l’investimento in fondi azionari approfittando dei prezzi depressi (dal 31% a febbraio 2020 al 55% di maggio 2020, la prima rilevazione eseguita dopo l’insorgere della pandemia).
È seguito un incremento di quasi 20 punti percentuali tra il 2020
(meno del 5%) e fine 2023 (33%) della proporzione di rispondenti che hanno suggerito fondi obbligazionari alla propria clientela, in virtù dell’aumento dei tassi fissati dalle banche centrali. A gennaio 2014 le azioni erano maggiormente consigliate dal 30% dei rispondenti, le obbligazioni dal 38% e i titoli di stato da poco meno dal 32%. Nella seconda metà del 2020 si rileva un crollo della quota di rispondenti che consigliavano maggiormente obbligazioni e titoli di stato, a meno del 10%. Questo calo, oltre che a motivi di natura tecnica come l’introduzione nel sondaggio dell’ulteriore opzione di risposta “Certificates ed Etf”, è dovuto, spiegano Manfredi e Porcelli, alle condizioni economiche sfavorevoli che hanno dovuto affrontare imprese e Stati durante quel periodo.
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(2014-2024 MEDIA TRIMESTRALE)
Risparmio gestito (sicav, unit linked e gestioni patrimoniali)
Assicurativo-previdenziale (gestioni separate e fondi pensione)
Risparmio amministrato (titoli, certificates ef Etf)
Da marzo 2022 si inverte la tendenza: i titoli di stato vengono preferiti come soluzione d’investimento sino ad essere a oggi gli strumenti di amministrato maggiormente consigliati (dal 40% dei rispondenti a marzo 2024), seguiti da certificati e/o Etf (29%), obbligazioni (17%) e azioni (9%), mentre il 5% ha indicato altri strumenti. Il “tocco” dei consulenti finanziari emerge anche rispetto all’attenzione dedicata al tema previdenziale. Nel corso degli ultimi dieci anni, di pari passo al crescente lavoro di sensibilizzazione dei risparmiatori sulle tematiche previdenziali, è infatti raddoppiata la percentuale di consulenti finanziari che hanno consigliato ai propri clienti fondi pensione: da meno del 20% (18% la media delle rilevazioni mensili dell’anno 2014) a quasi la metà (il 45% a marzo 2024), con picchi di oltre il 50%
nel periodo tra maggio 2020 e marzo 2021. Sul fronte del patrimonio gestito è in crescita la percentuale di consulenti finanziari che gestiscono oltre la metà del capitale dei propri clienti (il 73% a marzo 2024), mentre la quota di rispondenti che dichiara di gestire meno di un quarto del patrimonio dei propri clienti rimane una frazione residuale lungo tutto il periodo di indagine (non supera mai il 2%).
Unico riferimento o quasi Negli ultimi dieci anni è cresciuta la percentuale dei consulenti finanziari che ritengono essere l’unico riferimento per le scelte d’investimento dei clienti (da una media di 15% nell’anno 2014 al 23% medio dei primi mesi del 2024). Diminuisce d’altronde l’affidamento (oltre al proprio consulente) a
(2014-2024 MEDIA TRIMESTRALE)
Sì, sono il loro unico interlocutore No, si avvalgono di consulenti finanziari di società diverse No, si avvalgono di me e di operatori bancari/postali
operatori bancari e postali (da valori nell’intorno del 70% dei primi anni della rilevazione si scende fino al 52% di marzo 2024). Il 59% dei rispondenti oggi (contro una media del 22% nel 2020, primo anno di rilevazione della domanda specifica) afferma di essere anche la fonte principale dei propri clienti per l’acquisizione di conoscenze di carattere economico-finanziario.
Sostenibilità in crescita
Una relazione di fiducia che ha dato i suoi frutti nel tempo: a maggio 2020 (data di introduzione della domanda nel questionario Real Trend Anasf) il 53% del campione affermava che i clienti si affidavano principalmente alla stampa specializzata e generalista per migliorare le proprie conoscenze economico-finanziarie, mentre oggi sono solo l’11%
Un altro tema caldo a livello di dibattito mediatico finanziario
è sicuramente quello della sostenibilità e anche su questo fronte i professionisti sono stati capaci di seguire il sentiment del mercato. Stando ai dati della ricerca realizzata da Anasf si rileva infatti che, tra gli investitori seguiti in Italia da un consulente finanziario, è presente una forte sensibilità verso le considerazioni di sostenibilità e gli aspetti Esg. Spetta ai professionisti del risparmio trasformare questo trend emergente in soluzioni d’investimento personalizzate. A riprova di ciò, la quota dei consulenti che dichiarano che il portafoglio dei clienti da loro gestito è rappresentata da prodotti d’investimento sostenibili per oltre un quinto è più che raddoppiata negli ultimi due anni. La quota è passata da un livello del 10% registrato a marzo del 2022 a un ben più alto 24% del marzo 2024.
Matteo Chiamenti
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7, 8 %
Il dividend yield attuale delle banche-reti quotate sul listino di Piazza Affari
8,6 P/E
Il rapporto prezzo utile medio dei titoli dei big della financial advisory quotati in Borsa
17%
Il guadagno nel 2024 delle azioni delle banche-reti scambiate sul mercato di Milano
Ancora una volta le trimestrali dei big del risparmio gestito italiani hanno evidenziato la solidità e la resilienza del settore. Caratteristiche che si riflettono in multipli e performance borsistiche da comparto in buona salute: in media, con riferimento ai valori di metà maggio, il rapporto tra prezzo e utili è limitato a 8,6, il rendimento del dividendo è pari a un allettante 7,8% e da inizio anno, sempre in media i big quotati del settore segnano a Piazza Affari un rialzo del 17%, che sale al 30% circa a 12 mesi.
Ma vediamo nel dettaglio i numeri che hanno registrato in questo primo quarter dell’anno le singole società.
La società guidata da Pietro Giuliani ha archiviato il trimestre con ricavi complessivi per 351 milioni di euro, l’8% in più rispetto al primo quarter dello scorso anno, un reddito operativo di 161 milioni (+8% rispetto) e un utile netto adjusted di 122 milioni, in calo in questo caso rispetto ai 127 milioni del primo trimestre del 2023. Le commissioni di gestione ricorrenti si sono comunque attestate a 289 milioni in aumento dai 285 milioni del primo quarter dello
scorso esercizio “evidenziando una crescita grazie ai ricavi derivanti dai private market e dai ricavi generati all’estero, in particolare in Turchia, Australia, Brasile e Messico”, fa notare il management. I ricavi assicurativi sono poi cresciuti a 51 milioni dai 29 milioni nel primo quarter 2023 in scia principalmente delle commissioni di performance. Certo, i costi operativi totali sono aumentati dell’8% a 161 milioni e i costi di distribuzione si sono attestati a 104 milioni contro i 97 milioni nel primo quarter 2023 per maggiori accantonamenti per incentivi variabili e maggiori costi di marketing ed eventi legati alla rete di consulenti in Italia. Ma i costi di distribuzione sono stati impattati, fanno notare da Azimut, da commissioni a terzi a seguito del superamento degli obiettivi per il collocamento di fondi di private markets a investitori istituzionali e maggiori costi di distribuzione all’estero (in linea però con l’aumento dei ricavi esteri). I costi generali e le spese amministrative sono poi stati pari a 78 milioni (76 milioni nel primo trimestre 2023) a seguito del continuo investimento nella crescita all’estero. La posizione finanziaria netta consolidata a fine
marzo 2024 risultava comunque positiva per circa 532 milioni di euro, 140 milioni in più rispetto alla fine di dicembre 2023, nonostante siano state fatte acquisizioni e investimenti per circa 23 milioni e versamenti per circa 13 milioni per imposte. Positiva inoltre l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e wealth manager: nei primi tre mesi del 2024 il gruppo e le sue divisioni hanno registrato 30 nuovi ingressi, portando il totale a fine marzo a quota 1.850 unità.
“Con i risultati del primo trimestre 2024 sono evidenti tre cose molto importanti”, ha commentato il presidente Giuliani. “Primo, l’utile netto con cui Azimut chiuderà l’anno sarà superiore a 500 milioni di euro; secondo, la raccolta netta dell’anno sarà molto superiore ai 7 miliardi di euro; terzo: il carve-out di parte della rete italiana (circa 1.000 consulenti finanziari) è già stato effettuato ed è operativo dal primo maggio”.
BANCA GENERALI
La banca del Leone ha chiuso il primo trimestre con un utile netto consolidato di 122 milioni di euro, in aumento del 47% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Il risultato, ha fatto notare il management, ha beneficiato della forte crescita delle masse gestite e amministrate per conto della clientela che hanno raggiunto il nuovo massimo assoluto di 96,8 miliardi di euro, in aumento del 13% rispetto al primo trimestre del 2023. Il margine di intermediazione è salito a 256,6 milioni contro i 193,2 milioni del primo trimestre 2023
grazie soprattutto al contributo del margine finanziario (83,9 milioni, +12%) e delle commissioni nette ricorrenti (118,3 milioni, +4,5%). Nello specifico, il margine d’interesse è aumentato del 12% a 79,4 milioni. Le commissioni lorde ricorrenti sono cresciute del 7,9% a 256,8 milioni. Mentre i costi operativi sono stati pari a 68,3 milioni (+7,2% nei dodici mesi), di cui 1,5 milioni legati ad oneri straordinari. I costi operativi core sono invece stati pari a 61 milioni, (+6,3% su base annua), mostrando comunque, ha sottolineato il management, una dinamica in linea con la guidance del piano triennale 2022-2024. L’incidenza dei costi operativi sulle masse totali è inoltre scesa a 28bps (30bps a fine 2023), e il cost/income ratio, rettificato per le componenti non ricorrenti quali le commissioni variabili, è risultato pari al 33% (34,9% a fine 2023 e 33,2% nel primo trimestre 2023), confermando in entrambi i casi un miglioramento su livelli da best practice del settore. A livello patrimoniale, Banca Generali conferma la solidità dei propri parametri regolamentari con il Cet1 ratio al 20% e il Total Capital ratio (TCR) al 21,2%. “Stiamo intercettando la progressiva ripresa della domanda di consulenza e diversificazione grazie alla vicinanza dei nostri banker e alla qualità della nostra offerta, in continuo aggiornamento, come dimostrano i numeri in ascesa delle soluzioni di investimento e i flussi positivi dalla nostra sicav Lux IM”, ha commentato l’amministratore
351
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Investire in fondi sostenibili significa anche comprendere esattamente in cosa si sta investendo. Ecco perché in iShares ci stiamo impegnando al massimo per fornirti i dati ESG e sul clima di cui hai bisogno, con l’obiettivo di farti comprendere cosa includono i nostri ETF.
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Capitale a rischio. Il valore degli investimenti e il reddito da essi derivante sono soggetti a oscillazioni al rialzo o al ribasso e non sono garantiti. L’investitore potrebbe non recuperare l’importo inizialmente investito.
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CHIUDEREMO L’ANNO IN CORSO CON UN UTILE NET TO SUPERIORE A 500 MILIONI
delegato e direttore generale Gian Maria Mossa, “la recente nuova organizzazione della rete sta creando nuove opportunità e facilitando la valorizzazione delle competenze, a vantaggio anche delle politiche di reclutamento che ci vedono protagonisti come polo catalizzatore di talenti. Ora abbiamo nel mirino i target del piano triennale e stiamo gettando le basi per aprire un nuovo importante ciclo di crescita forti del nostro rapporto privilegiato con le aziende e gli imprenditori, oltre che dell’impegno nei dati e nello sviluppo di nuovi canali commerciali”.
NOSTRA NUOVA ORGANIZZAZIONE STA CREANDO MOLTE OPPORTUNITÀ
La banca guidata da Massimo Doris ha archiviato il primo trimestre dell’esercizio in corso con commissioni nette per 290 milioni di euro, in aumento dell’11% rispetto al primo trimestre 2023. Il margine da interessi è poi stato pari a 220 milioni registrando un aumento del 40%. E il margine operativo ha raggiunto i 283,1 milioni, segnando un incremento del 24%. L’utile netto si è attestato a 220,5 milioni, in crescita del 24%. Gli impieghi alla clientela retail del gruppo si attestano a 16,91 miliardi, in riduzione dell’1% rispetto alla fine dell’anno. L’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale crediti del gruppo rimane estremamente contenuta ed è infatti pari allo 0,79%. Il common equity tier 1 ratio al 31 marzo 2024 si è attestato al 22,9%. Il numero dei Family Banker al 31 marzo 2024 è pari a 6.233, in leggera crescita rispetto alla fine del 2023, mentre il totale dei clienti
bancari si attesta a 1.839.700, in aumento del 2% rispetto a inizio anno. “Un risultato”, fa notare il management, “trainato dalla forte crescita di nuovi clienti, 62.900 acquisiti, l’11% in più rispetto allo scorso anno grazie al successo delle iniziative promozionali lanciate a inizio 2024 e con il contributo di 8.300 clienti acquisiti tramite Selfy”. Da inizio anno, nei primi quattro mesi del 2024, la raccolta netta gestita ha raggiunto quota 4,089 miliardi di euro, un risultato ai vertici del settore. “La strategia di servizio integrato alla clientela di Banca Mediolanum si riflette in un conto economico ben diversificato che produce risultati in qualsiasi contesto di mercato”, ha commentato l’amministratore delegato Doris, “il margine operativo è l’espressione del contributo positivo fornito da ogni settore aziendale e dell’efficace leva operativa, oltre che dell’andamento del margine da interessi derivante dal perdurare dello scenario favorevole della curva dei tassi. Registriamo quindi un ottimo primo trimestre, considerando i risultati e l’acquisizione di nuovi clienti in aumento dell’11% rispetto allo scorso anno, grazie soprattutto al successo delle iniziative promozionali lanciate a inizio 2024 e al contributo di Selfy”.
La banca guidata da Alessandro Foti ha archiviato il primo quarter dell’esercizio in corso con un utile netto di 147 milioni di euro, in
ascesa del 12,4% su base annua escludendo gli oneri sistemici, i ricavi totali sono stati pari a 327 milioni di euro (+11,4%) trainati dall’Investing (+13,5% anno su anno) grazie all’effetto volumi e al crescente contributo di Fineco Asset Management, dal Brokerage (+2,2%) e dal margine finanziario (+14,8%). Il cost/income ratio al 31 marzo era pari al 24,2% e, per quanto riguarda gli indici sul capitale e la liquidità, il Cet1 era al 25,3% Il management ha poi sottolineato l’acquisizione di nuovi clienti, pari a 86.257 nei primi nove mesi del 2023, portando il totale a 1.540.864. Nei primi quattro mesi del 2024, la raccolta totale netta di FinecoBank è stata positiva per 3,08 miliardi di euro. A fine aprile 2024 il patrimonio totale era pari a 128,02 miliardi di euro, rispetto ai 122,56 miliardi di inizio anno.
“I risultati dei primi tre mesi dell’anno confermano la capacità di Fineco di proseguire nel proprio percorso di sviluppo, migliorando ulteriormente gli eccellenti risultati ottenuti nel 2023”, ha commentato l’amministratore delegato e direttore generale Foti, “la crescita ha coinvolto tutte le aree di business, affiancando al miglioramento del margine finanziario un incremento a doppia cifra dell’Investing. Anche il dato positivo del brokerage conferma come la spinta nei confronti degli investimenti rimanga sostenuta, creando un collegamento solido tra i due mondi grazie all’interesse sempre più marcato da parte dei clienti a interagire con i mercati globali in un’ottica di lungo periodo. I dati di raccolta di aprile
evidenziano infine la capacità della nostra rete di consulenza di supportare i clienti in una gestione sempre più professionale dei risparmi, affiancandoli anche nelle più complesse esigenze finanziarie”.
FIDEURAM ISPB
Last but not the least, tra le non direttamente quotate a Piazza Affari, la divisione Private Banking di Intesa Sanpaolo, ha registrato un risultato netto nel primo quarter di 409 milioni di euro, il 19,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2023 e proventi operativi netti in crescita del 13,8% a 858 milioni. I costi operativi sono cresciti del 4,4% a 239 milioni, ma il risultato della gestione operativa è stato pari a 619 milioni (+17,9%) e il cost/ income ratio è passato dal 30,4% al 27,9%. “Intesa Sanpaolo gode di una condizione unica per la crescita dei ricavi derivante dell’attività di wealth management, protection & advisory, in particolare in una prospettiva di tassi di interessi in riduzione”, ha commentato l’amministratore delegato del gruppo Intesa Carlo Messina “Con oltre 1.300 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela, oltre 16mila professionisti dedicati, un’offerta digitale all’avanguardia, le società assicurative e dell’asset management di proprietà. L’accorpamento in un presidio unitario delle attività di wealth management, annunciato di recente, ha l’obiettivo di accelerarne la crescita e favorire una maggiore integrazione delle fabbriche prodotto”.
Gianluigi Raimondi
REGISTRIAMO UN OT TIMO TRIMESTRE CON NUOVI CLIENTI IN AUMENTO DELL’11%
LA CRESCITA TRIMESTRALE HA COINVOLTO TUT TE LE AREE DI BUSINESS DELLA BANCA
Massimo Doris ceo di FinecoBank
Premi mensili potenziali con Effetto Memoria no all’1,801% (21,60% p.a.)
Barriera Premio e livello Airbag a scadenza no al 50%
CARATTERISTICHE PRINCIPALI:
Emittente: BNP Paribas Issuance B.V.
Garante: BNP Paribas (S&P’s A+ / Moody’s Aa3 / Fitch AA-)
Premi mensili potenziali con Effetto Memoria compresi tra lo 0,65% (7,80% p.a.) e l'1,80% (21,60% p.a.) dell'Importo Nozionale
Barriera Premio e livello Airbag a scadenza no al 50% del valore iniziale dei sottostanti
Possibilità di Scadenza Anticipata a partire dal 6° mese
Scadenza a 4 anni (22/05/2028)
Rimborso condizionato dell'Importo Nozionale a scadenza
Sede di negoziazione: SeDeX (MTF), mercato gestito da Borsa Italiana
L'effetto Airbag permette di contenere gli effetti negativi di eventuali ribassi dei sottostanti oltre il Livello Airbag e di limitare, in tale scenario, le perdite rispetto a un investimento in un classico certi cate Cash Collect su azioni. Nel dettaglio, nel caso in cui, a scadenza, la quotazione del peggiore dei sottostanti sia inferiore al Livello Airbag si attiva l’effetto Airbag e l’investitore riceve un importo commisurato al valore del sottostante a scadenza moltiplicato per il Fattore Airbag. Il fattore Airbag è pari a 1,6667 quando il Livello Airbag è pari al 60% del valore iniziale dei sottostanti. Ad esempio, ipotizzando un Fattore Airbag pari a 1,6667 e un valore del peggiore dei sottostanti pari al 40%, il rimborso a scadenza del Certi cate sarà pari a 66,67 € ovvero 40 moltiplicato per 1,6667.
NLBNPIT23528 Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco BPM
NLBNPIT23536 Fineco, Mediobanca, Banca Monte dei Paschi di Siena
NLBNPIT23544Intesa Sanpaolo, Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena, Fineco1,20%
BPER, Telecom, Diasorin, Tenaris
Moncler, Brunello Cucinelli,
Repsol, Siemens, Neste OYJ, TotalEnergies
per legge.
I Certi cate con un sottostante denominato in una valuta diversa dall’Euro sono dotati di opzione Quanto che li rende immune dall’oscillazione del cambio tra l’Euro e la valuta di denominazione del sottostante, neutralizzando il relativo rischio di cambio.
Il Certi cate è uno strumento nanziario complesso.
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Un terzo dei dipendenti degli istituti di credito è disposto a diventare cf con par tita Iva
di Viola SturaroDopo averne parlato nel numero di marzo di BLUERATING, riprendendo i segnali lanciati da alcuni professionisti del settore, ecco che il progressivo interessamento dei bancari per il mondo della consulenza finanziaria, e il loro relativo passaggio a questo ambito, è un argomento che diventa sempre più di attualità, come testimonia anche una recente ricerca condotta da Assoreti in collaborazione con Finer
Il campione analizzato
Lo studio ha preso in esame numerosi aspetti di entrambi i mondi, quello delle banche e delle reti, dove emerge che la reputazione e la credibilità dei player della consulenza finanziaria passano anche attraverso la conoscenza e l’immagine del loro brand, contribuendo a valorizzare la professione del financial advisor, a espandere il numero di clienti serviti e ad attirare professionisti dal mondo bancario e anche i giovani talenti. Ma quanto appeal hanno reti di consulenza nell’attrarre i professionisti più affermati del comparto bancario tradizionale?
Su un campione di oltre 500 dipendenti di questo settore intervistati, il 34% ha dichiarato di essere disponibile a valutare una carriera come consulente
%
Quota di lavoratori disponibili a intraprendere la carriera di consulente finanziario
38 %
29%
DA DOVE ARRIVA
CHI È INTERESSATO A DIVENTARE CONSULENTE FINANZIARIO
finanziario abilitato all’offerta fuori sede. Tra tutte le figure che stanno considerando questo passaggio, il 38% è la quota registrata tra gli uomini mentre il 29% è quella tra le donne che operano attualmente come private banker e gestori bancari. Nel 38% dei casi hanno un’età compresa tra i 30 e i 40 anni mentre il 35% è rappresentato da profili più senior fino a 50. Per ambo i sessi, più della metà (52%) detiene già un portafoglio clienti e proviene da grandi (44%) o medie (32%) realtà bancarie. Per quanto riguarda l’ingresso di nuovi talenti, gli interessati arrivano principalmente dal Nord per il 43%, dal Sud per il 34% e dal Centro per circa il 19%
Le ragioni di una scelta
43% 19% 34 %
Ma quali sono i requisiti che richiedono maggiormente i professionisti per entrare in una banca rete? Il 67% del campione ha indicato la stabilità e solidità dell’istituzione come un prerequisito fondamentale per valutare un cambio, seguito dalla centralità del consulente (64%) e da fattori di immagine aziendale come la competenza del management a capo della struttura (62%). In generale, quindi, anche se i fattori legati all’immagine dell’azienda hanno inciso nella scelta per il 24%, sono stati quelli legati al “capitale umano” il vero valore aggiunto per il 28% dei partecipanti alla ricerca.
Anche l’attenzione rivolta ai dipendenti (47%), ai clienti (44%) e agli investimenti nella formazione continua (40%) sono stati
considerati come elementi prioritari, insieme all’interesse per i prodotti e i servizi offerti (23%), con il 49% degli intervistati che ha considerato
importante un’offerta superiore sul mercato e un servizio patrimoniale oltre che finanziario alla consulenza.
Stabilità e solidità della rete di destinazione
Centralità della figura del cf nella attività della banca-rete
La competenza del management e dei capi delle varie strutture
67%
64 %
62%
I consulenti finanziari hanno democratizzato il risparmio in Italia. E ora ne colgono i frut ti
I consulenti finanziari sono da sempre i paladini del risparmio gestito, sono stati i primi a proporre i fondi comuni d’investimento quando nessuno in Italia li conosceva. L’industria dell’asset management deve molto ai consulenti finanziari e il mondo della consulenza finanziaria è potuta crescere anche grazie alle società di gestione del risparmio. La possibilità
di accedere ai mercati finanziari in modo democratico con quote proporzionali all’entità del proprio risparmio ha consentito a milioni di italiani di trarre benefici una volta riservati solo agli individui più patrimonializzati tramite i loro agenti di cambio. Ancora oggi, a distanza di cinquanta anni dalla nascita della consulenza finanziaria in Italia, il successo di molte società di gestione del risparmio dipende in larga parte dalle reti
che distribuiscono i loro prodotti. Il successo delle reti di consulenza finanziaria parte a sua volta da tre mosse che caratterizzano da sempre i professionisti che in esse vi lavorano: Prima mossa, agire ed essere proattivi, chiamare e incontrare i già clienti e cercare di conquistarne di nuovi, quotidianamente. Seconda mossa, ascoltare i clienti, farsi raccontare i loro progetti di vita, aiutarli nel focalizzarli meglio dando loro un orizzonte temporale.
Terza mossa trasformare i progetti dei risparmiatori in obiettivi e gli obiettivi in soluzioni d’investimento, fondi comuni in primis. Per realizzare queste tre mosse occorre che vi sia una convergenza di interessi di tutti i protagonisti: risparmiatori, consulenti finanziari e banche. Ed è proprio questa convergenza di interessi che ha caratterizzato e caratterizza il mondo della consulenza finanziaria.
Asset strategico
Il 76% dei clienti seguiti da un consulente finanziario è completamente soddisfatto rispetto al 48% di chi ha un gestore non dedicato. Gli stessi consulenti finanziari sono molto più soddisfatti del loro lavoro e del rapporto con la propria banca, rispetto ai loro omologhi che lavorano in banca (58% vs 26% i completamente soddisfatti). Gli amministratori delegati e i direttori generali dei principali gruppi bancari e assicurativi che hanno la fortuna di avere al loro interno una o più reti
Nelle banche-reti i financial advisor possono contare su una clientela più soddisfat ta rispet to a quella che viene servita negli istituti più tradizionali
DIFFERENZE DI VEDUTE
CONSULENTI vs BANCARI
dei consulenti finanziari ritengono strategico il loro posizionamento nel 100% dei casi, venti anni fa era meno del 25%. Leggendo i piani industriali dei principali gruppi bancari si evidenzia come la loro crescita sia indissolubilmente legata alla capacità di offrire consulenza finanziaria di valore, in primis, attraverso la gestione del risparmio.
I più lungimiranti banchieri che non hanno la fortuna di poter contare su una propria rete di consulenti finanziari stanno riorganizzando e agendo sulla prima linea dei gestori bancari seguendo le stesse logiche del mondo della consulenza, ovverossia agendo sulla motivazione dei dipendenti e sulla soddisfazione dei clienti.
È altamente probabile che nel giro dei prossimi due anni alcuni importanti gruppi bancari rafforzino la propria struttura costruendo o partecipando alla creazione di una rete di consulenti finanziari.
La giusta alchimia
Il segreto per creare una prima linea di gestori e consulenti finanziari in grado di realizzare quella alchimia in grado di trasformare il piombo in oro, cioè il denaro in uno strumento per raggiungere i progetti di vita dei propri clienti, passa proprio dalla motivazione e dal coinvolgimento della propria squadra. È un dato di fatto che il numero di incontri sul territorio e di convention a cui i manager apicali delle principali banche partecipano in prima persona sia cresciuto del 34% negli ultimi due anni.
Nicola Ronchetti
La Retail Investment Strategy ha iniziato la sua gestazione poco più di un anno fa negli organismi dell’Ue Due esperti del settore finanziario riflettono sulle normative comunitarie e sugli scenari che si stanno aprendo
Matteo ChiamentiLa diret tiva sui servizi finanziari ha mosso i primi passi
Il 24 maggio del 2023, la Commissione europea pubblicava le sue proposte sulla Retail Investment Strategy (Ris), la raccolta di norme dell’Unione sulla tutela degli investitori al dettaglio. A circa un anno di distanza, il 23 aprile 2024 il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha adottato la relazione sulla proposta di direttiva volta a modificare la normativa.
La relazione, unitamente alla decisione di avviare negoziati interistituzionali con il Consiglio dell’Ue, è stata adottata con 352 voti favorevoli, 230 contrari e 21 astensioni. Per quanto riguarda i prossimi passi, i negoziati interistituzionali si svolgeranno nel corso della prossima legislatura. Il 20 marzo la Commissione per gli affari
economici e monetari (Econ) del Parlamento europeo aveva approvato i progetti di relazione sul pacchetto Retail Investment Strategy presentati dalla relatrice Stéphanie Yon-Courtin
RIFLESSIONE CRITICA
Alla luce di queste novità, BLUERATING vi propone di seguito il parere di due tra i massimi esperti di normativa finanziaria in Italia: il primo pezzo, a firma Massimo Scolari, presidente di Ascofind, si concentra sulle principali modifiche apportate dal testo approvato da Econ alla proposta della Commissione europea del maggio dello scorso anno, mentre nel secondo approfondimento Maurizio Primanni, ceo di Excellence Consulting, offre una riflessione critica indirizzata al futuro della normativa europea. Bluerating
24 . 05 . 2023
È la data in cui la Commissione europea pubblicava le proposte sulla direttiva Retail Investment Strategy, la raccolta di norme dell’Ue a tutela degli investitori
Il
rappor to tra
qualità e prezzo dei prodot ti è uno dei punti chiave della normativa
Massimo Scolari presidente di Ascofind
I CONSULENTI FINANZIARI DOVRANNO BASARE LA LORO OFFERTA SU UNA GAMMA DI STRUMENTI ADEGUATA E ADATTA A SODDISFARE LE ESIGENZE DEI CLIENTI
di Massimo ScolariSia la Commissione che il Parlamento europeo ritengono che le disposizioni attuali, che consentono il pagamento o la ricezione di incentivi a condizione che l’incentivo sia inteso a migliorare la qualità del servizio al cliente, non siano state sufficientemente efficaci nell’attenuare i conflitti di interesse. La direttiva si propone quindi di eliminare tali criteri e di introdurre un nuovo approccio, sia nella Mifid 2 che nella Idd, che chiarisca il principio di agire nel migliore interesse del cliente. Il nuovo testo approvato da Econ prevede che i consulenti finanziari debbano basare la loro consulenza su una gamma adeguata di prodotti, adatti alle esigenze del cliente. La gamma di prodotti finanziari offerti dovrebbe tenere conto del modello di business dell’impresa e degli obiettivi d’investimento del cliente. Pertanto, dopo aver individuato gli strumenti adatti alle esigenze della loro clientela, i consulenti dovrebbero raccomandare il prodotto più efficiente, tenendo conto di una pluralità di fattori, performance, livello di rischio, altri eventuali
elementi qualitativi, costi e oneri. In sostanza, viene ribadito, in linea con la proposta della Commissione, che la legittimità degli incentivi è condizionata al superamento del test del best interest. Mentre la Commissione enfatizzava il criterio basato sul costo dei prodotti, il Parlamento considera invece i costi all’interno di una pluralità di fattori.
Tuttavia, anche nel testo del Parlamento rimane alta l’attenzione nei confronti dei costi dei prodotti. Infatti, se i consulenti finanziari scelgono di raccomandare alla clientela un prodotto d’investimento equivalente con costi più elevati, dovrebbero fornire la giustificazione obiettiva di tale raccomandazione e conservare la registrazione di tale giustificazione. Nel caso in cui nessuno dei prodotti sia nel migliore interesse del cliente, i consulenti finanziari dovrebbero astenersi dal dare consigli o raccomandazioni. Ancora, in tema di incentivi, nel testo del Parlamento si elimina il divieto di pagamento e ricezione degli incentivi nei servizi di raccolta e trasmissione degli ordini che
era invece contenuto nel testo della Commissione europea. Nella proposta di direttiva della Commissione era previsto che, dopo tre anni dall’entrata in vigore, venisse effettuata una valutazione sull’efficacia della nuova normativa con la possibilità di interventi più restrittivi nel caso in cui non si fossero osservati miglioramenti in termini di costi dei prodotti e dei conflitti di interesse associati agli incentivi. Nel testo del Parlamento viene mantenuta la verifica della Commissione, con consultazione di Esma e Eiopa,
ma spostata a cinque anni dalla adozione della regolamentazione tecnica (Rts). La proposta della Ris è intesa a rafforzare le politiche e prassi di governo dei prodotti finanziari e assicurativi mediante l’approccio del Value for Money.
COSTI SENZA VELIIl documento approvato dal Parlamento conferma la centralità del tema del Value for Money: per garantire che i prodotti offrano un buon rapporto qualità/ prezzo per gli investitori al dettaglio, le imprese autorizzate, a norma della direttiva Mifid 2
e Idd, a produrre o distribuire prodotti d’investimento devono disporre di processi di fissazione dei prezzi chiari. Tali processi devono contenere una chiara identificazione e quantificazione di tutti i costi addebitati agli investitori al dettaglio e garantire che i costi e gli oneri dei prodotti d’investimento, inclusi i costi di distribuzione, siano giustificati e proporzionati, tenendo conto degli obiettivi e delle esigenze del target market identificato e delle caratteristiche, obiettivi, strategia e performance del prodotto.
Massimo Scolari
La normativa futura dovrà affrontare meglio il tema della consulenza a pagamento
di Maurizio Primanni
A un anno di distanza dalla sua presentazione da parte della Commissione (era il 24 maggio 2023), la direttiva omnibus Retail Investment Strategy (Ris), che andrà a riformare Mifid 2, Idd, Ucits, Aifmd e Solvency 2, non è stata votata dal Parlamento il 23 aprile scorso.
L’Assemblea non ha accolto gli emendamenti che erano stati presentati il 2 aprile da Econ (la commissione permanente del Parlamento sugli affari economici e monetari) e ha deciso di avviare negoziati interistituzionali con la Commissione e il Consiglio per preparare un testo condiviso da sottoporre al voto. Si andrà certamente al 2025.
Alcuni osservatori hanno puntato il dito contro le elezioni Europee (in programma dal 6 al 9 giugno nei 27 Stati membri), altri hanno criticato la pervicacia delle lobby e le assidue critiche degli addetti ai lavori: dai consulenti all’industria alle associazioni di categoria; tra queste ultime
Retail Investment Strategy Retail Investment Strategy
è da segnalare quella di Efama (European Fund and Asset Management Association), che recentemente ha proposto la sostituzione dei benchmark previsti dalla Ris per ponderare il value for money con un’analisi basata su peer group. Io credo che la difficoltà del parto sia legata anche all’altezza dell’ambizione: fare dei cittadini europei investitori consapevoli, spingerli a impiegare i propri risparmi nei mercati dei capitali europei e nell’economia reale, renderli protagonisti della crescita e dello sviluppo dell’Unione. In altre parole: recuperare il ritardo rispetto a quanto avviene già nel Regno Unito e negli Stati Uniti. L’impalcatura della Ris va in questa direzione, senza dubbio tramite i suoi quattro pilastri fondamentali: incentivi, best interest del cliente, value for money dei prodotti e benchmark, che difficilmente potranno essere stravolti rispetto alla prima proposta della Commissione europea.
A riprova di questo, numerosi operatori di mercato si stanno già da tempo attrezzando per essere pronti ad operare secondo i nuovi principi. Non solo, le indicazioni della Ris in alcuni casi sono in qualche modo già in vigore e recepite. Pensiamo, ad esempio, a quanto previsto dalla nostra Ivass con le recenti prescrizioni
sui prodotti assicurativi finanziari (IBIPs), che dovranno essere realizzati sulla base di modelli che dimostrino il value for money per i clienti. Si rifletta inoltre sulla diffusione tra gli operatori dei benchmark di Esma per monitorare performance e costi dei prodotti d’investimento. Bisogna fare di più. Prepararsi a sfruttare al meglio le opportunità della Ris. Che siano mantenuti o no gli incentivi (come noto, l’argomento più controverso della riforma), sarà utile fare una riflessione sull’offerta di consulenza a pagamento, da proporre ai clienti sinergicamente al principio del value for money dei prodotti.
Il value for money, tra l’altro, porterà probabilmente ad una contrazione della gamma, da proporre ai clienti, non solo quelli più ricchi, con logiche sempre più spesso basate sulla personalizzazione rispetto a esigenze e desideri specifici. Il best interest dovrà condurre gli operatori a considerare sempre più gli interessi particolari dei clienti, da declinare in performance attese, orizzonti temporali, profilo di rischio e flussi cedolari. Da ultimo i benchmark stimoleranno la trasparenza, miglioreranno la concorrenza e ottimizzeranno tutto il comparto nel complesso. Maurizio Primanni
Banca Generali
ha dato vita a un proget to per l’empowerment del talento in aziendadi Andrea Barzaghi
Un ambiente inclusivo, dove ogni professionista possa esprimere sé stesso e valorizzare al meglio il proprio talento. È questo l’obiettivo di Banca Generali con l’Inclusive Leadership Program, il nuovo percorso per l’empowerment delle capacità professionali di dipendenti e consulenti della banca del Leone. L’iniziativa Inclusive Leadership Program è stata lanciata dal vicedirettore generale Marco Bernardi e affonda le sue radici in una serie di iniziative di ascolto varate nei mesi precedenti, con focus group dedicati e una survey ad hoc. Questi momenti hanno fatto sentire la voce della rete in base a cui il management ha impostato un percorso fondato su momenti di networking, confronto e training, per muoversi verso una realtà inclusiva secondo i principi DEI (Diversity, Equity and Inclusion). “Crediamo fortemente nel talento e nel valore che viene dal confronto. Iniziare un percorso nuovo, un percorso culturale che passa attraverso il cambiamento del linguaggio, dei comportamenti, degli atteggiamenti per creare sempre di più una realtà inclusiva. Un luogo dove tutti i professionisti possano esprimere la loro professionalità e il loro talento, è una tappa obbligata nel nostro percorso di sviluppo”, commenta Bernardi.
Ci sarà un ciclo di incontri dedicato alle donne consulenti nell’ambito di un programma di formazione e networking dove ognuno può valorizzare al meglio le proprie at titudini
Il progetto ha preso il via il 20 maggio con un primo ciclo di incontri, dedicati alle 457 consulenti di Banca Generali, un quinto della rete, e intitolati “Eccellenze a confronto”. Il primo appuntamento si è svolto al quartier generale della torre Hadid di CityLife a Milano e punta a coinvolgere in tre appuntamenti tutte le professioniste della rete. Questo ciclo “al femminile”, che sarà completato da altre due tappe il 18 e 26 giugno è visto come naturale prosecuzione del percorso iniziato con le iniziative degli anni scorsi, dedicate alla finanza al femminile, ai corsi di mentorship e le soluzioni su misura l’inserimento delle consulenti provenienti dal mondo bancario.
Confronto arricchito
“La nostra, a oggi, è ancora una professione a maggioranza maschile, per ragioni storiche e demografiche. Ma quando si nuota controcorrente chi riesce lo fa perché mediamente è più bravo, per talento o per impegno. Questo è il caso delle nostre consulenti e con questa iniziativa vogliamo promuovere equità, rispetto e inclusione in modo che ognuno possa esprimere e valorizzare al meglio il proprio talento”, ha spiegato il ceo Gian Maria Mossa. Questi appuntamenti vogliono essere un’occasione di confronto, discussione sui punti di forza nella professione, le best-
VOGLIAMO PROMUOVERE EQUITÀ, RISPET TO E INCLUSIONE NEL NOSTRO ORGANICO
practice nel settore, un confronto arricchito dalla descrizione delle esperienze di successo delle professioniste della Banca del Leone. Al centro della discussione anche tematiche più strettamente professionali, come la gestione patrimoniale, gli investimenti, le complessità dei nuclei familiari moderni in un’ottica di passaggio generazionale e il futuro delle imprese.
Alto profilo
PUNTIAMO A CREARE UN LUOGO IN CUI OGNUNO PUÒ ESPRIMERE LA PROPRIA PROFESSIONALITÀ
Marco Bernardi vicedirettore generale di Banca Generali
Un’opportunità anche per approfondire, con testimonial di alto profilo, il contributo dalle scienze, dalla letteratura, dallo sport, e dalle eccellenze nella leadership al femminile, per scovare gli spunti e le riflessioni, da un lato sul senso dell’appartenenza alla squadra e dall’altro per ispirarsi e aiutare a riconoscere l’importanza dell’unicità di ognuno. L’impegno di Banca Generali in questo progetto non si fermerà però qui: nelle prossime settimane prenderanno il via altri contenuti, con un focus sull’inclusione per tutta la rete, così da favorire l’evoluzione culturale. E a seguire dei percorsi di leadership veri e propri, con laboratori e workshop on demand, per rafforzare le competenze nella consulenza come nella gestione delle persone. Senza dimenticare l’equilibrio tra vita lavorativa e personale. Bluerating
Amico rientra in Credem Euromobiliare Private Banking dopo dieci anni tra Fideuram e Ubs
Dopo un’esperienza di 3 anni in Ubs con il ruolo di private banker e una di 7 anni in Fideuram, come consulente finanziario, Marco Amico torna a far parte del gruppo Credem, proprio lì dove la sua carriera nel private banking ha avuto inizio. Una scelta non comune nel mondo della consulenza finanziaria, dove ogni divorzio comporta un trasferimento di masse e, spesso, una vera e propria rottura nei rapporti.
Il perché di questa scelta, lo spiega a BLUERATING lo stesso Amico.
Passione per la consulenza
“Quando sono andato via da Banca Euromobiliare avevo 36 anni, una grande passione per la consulenza finanziaria e l’ambizione di trovare una realtà che mi permettesse di fornire ai clienti il miglior servizio possibile. In 10 anni ho avuto la possibilità di conoscere da vicino il servizio offerto da aziende leader, per brand e dimensioni, nel mondo del private banking. Ho capito che il livello di servizio non dipende solo dalla gamma dei prodotti disponibili, ormai standardizzati e, spesso, più una vetrina che una vera offerta. Quello che fa la differenza è la dedizione che la struttura riesce a dedicare alla soddisfazione del cliente. Per arrivare alla qualità di servizio, non basta lo sforzo del singolo consulente ma è necessario che tutto l’ingranaggio si muova verso quella direzione.
Una situazione sempre più rara nelle reti di consulenti, che vedono le strutture operative sempre più lontane dal cliente e i consulenti sempre più impegnati nel tentativo di tamponare i disservizi o nel sollecitare una risposta.
Credem Euromobiliare Private Banking rappresenta un’eccellenza in quello che, a mio avviso, è un punto cardine per la qualità del servizio che ambisco a offrire, ovvero la massima attenzione al cliente”. Un rientro che lo vedrà impegnato non solo come consulente finanziario ma anche con un ruolo manageriale. Amico è infatti entrato con l’incarico di area manager nella struttura coordinata dal regional manager Stefano Bisi, e avrà come principale piazza di sviluppo l’area di Milano, che oggi è già presidiata dalla società con diversi centri finanziari presenti nel cuore della città.
Idee chiare
Un progetto che è già partito e che ha portato all’ingresso di un altro importante consulente finanziario, Marco Virgadavola, anche lui proveniente dalla rete di Fideuram. “Dopo oltre 20 anni di dedizione a questo lavoro”, conclude Amico, “ritengo di avere le idee chiare su cosa serva per raggiungere quel livello di servizio che cerco da sempre. Sono nel posto giusto”. Bluerating
È in corso un proget to di sviluppo a Milano, già presidiata con diversi centri finanziari nella cit tà
IW Private Investments viene incorporata in Fideuram ISPB. Ma resta il marchio
Nell’ambito delle operazioni di razionalizzazione della struttura societaria e di semplificazione della governance, Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking ha avviato l’iter per un’operazione societaria che prevede il mantenimento e il rafforzamento del brand e della rete di IW Private Investments.
In attesa della autorizzazioni
L’operazione, che si prevede venga perfezionata entro fine anno, dopo l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie, contempla la fusione per incorporazione di IW Private Investments in Fideuram ISPB, che già la controlla al 100%. Il percorso, analogo a quello già realizzato con successo con la rete Sanpaolo Invest nel 2022, porterà sotto l’unica legal entity di Fideuram ISPB tutte le reti di consulenti finanziari e agenti: Fideuram, Sanpaolo Invest e IW Private Investments. Il coordinamento unico, che farà capo come manager a Fabio Cubelli, tutelerà le specificità delle singole reti, che rimarranno autonome dal punto di vista organizzativo, di brand e di visibilità sul mercato. Si completerà in questo modo il percorso avviato da lungo tempo, che già oggi vede IW Private Investments integrata con Fideuram ISPB sotto il profilo organizzativo, operativo, del modello commerciale, del catalogo prodotti, della gestione
8,2
5,2
I miliardi di euro di masse nel gestito
59mila
I clienti totali della rete
523
I consulenti finanziari della società
Dati al 31.03.2024
e del modello di remunerazione e incentivazione dei suoi consulenti finanziari. Il brand IW Private Investments sarà appunto mantenuto per assicurare continuità nella gestione dei rapporti con i consulenti finanziari e con la clientela. Al termine dei passaggi formali, specifica un comunicato di Fideuram ISPB, “sarà garantita la piena continuità operativa, mantenendo inalterato il livello di servizio, il presidio e la gestione dei rischi e saranno confermati i servizi
offerti alla clientela, oltre al modello distributivo basato sull’attuale rete di consulenti finanziari, che rimarrà separata rispetto alle altre reti di professionisti della consulenza”.
I numeri
Al 31 marzo 2024, IW Private Investments registrava masse complessive pari a 8,2 miliardi di euro di cui in risparmio gestito per 5,2 miliardi, circa 59mila clienti e 523 consulenti finanziari. Bluerating
A novembre il congresso di Anasf nel capoluogo campano
Parte il rush finale per il rinnovo dei vertici di Anasf. ll Congresso Nazionale dell’associazione si terrà a Napoli, dal 17 al 19 novembre, con la partecipazione dei 139 delegati che verranno eletti dai soci in regola con l’iscrizione e che avranno provveduto alla preventiva registrazione della propria casella di posta elettronica. La data in cui i votanti dovranno risultare in regola con l’iscrizione è fissata alla data del 19 luglio 2024.
Voto online
Il voto avverrà esclusivamente in modalità telematica, tra il 12 settembre e il 2 ottobre. Per controllare i propri requisiti di partecipazione alla tornata elettorale, i consulenti dovranno effettuare il login sul sito Anasf dove sarà possibile verificare la regolarità della quota d’iscrizione e dell’indirizzo e-mail e pec.
A chi riscontrasse difficoltà nell’accesso, Anasf raccomanda di contattare la segreteria per accertarsi della correttezza dei dati e modificare l’indirizzo di posta elettronica.
Conte e gli sfidanti
I recapiti e-mail verranno utilizzati dall’associazione anche per tutte le comunicazioni relative al dodicesimo Congresso Nazionale. Le indicazioni sulle modalità di voto e sulla presentazione delle liste elettorali verranno esposte più avanti nel regolamento attuativo della fase elettorale e congressuale. L’attuale presidente di Anasf, Luigi Conte, si candiderà per un secondo mandato mentre il presidente di Efpa Italia, Marco Deroma, ha già annunciato la volontà di presentare una propria lista con l’appoggio del presidente di Enasarco, Alfonsino Mei
Bluerating
luci&ombre
di Fabrizio Tedeschi
Per la funzione e i compiti del collegio sindacale, un robusto principio di iperattivismo è richiamato dalla Corte di Cassazione in una recente sentenza. Sono ripresi punti di diritto già trattati in precedenti decisioni della Corte, sebbene non frequentemente. In breve quest’ultima sentenza (febbraio 2024) ci dice che, per escludere la responsabilità dei sindaci derivante da omissioni di controllo e di azioni conseguenti, non è sufficiente che i fatti dannosi o illeciti si siano verificati prima dell’assunzione della carica, se non vi è stata un‘attività di controllo per individuarli e denunciarli o porvi rimedio (ovviamente se i loro effetti siano persistenti). Sotto questo profilo non sono ritenute probanti, come manifestazione di contrarietà o di opposizione e tanto meno di esclusione da responsabilità, neppure le dimissioni. Anzi queste, laddove non siano accompagnate da incisive azioni per contrastare, rimediare o impedire gli illeciti gestori, costituiscono quasi la prova dell’inadempimento dei propri compiti istituzionali richiesti a un collegio. Il principio potrebbe trovare applicazione anche alle altre funzioni di controllo, a vario titolo e livello, presenti nella società italiane. Di fatto potremmo trovarci di fronte a un implicito “divieto” di dimissioni da parte degli esponenti dei vari organi e funzioni aziendali di controllo, laddove non abbiano provveduto per tempo a sistemare le malefatte delle aziende per le quali lavorano.
tedeschi@alezio.net
Contro crisi e instabilità, scegli l’Oro Puro Fisico: il Re dei beni rifugio che abbiamo reso accessibile a tutti. Scegli Careisgold.
Come ti ripari da inflazione e incertezza nel futuro? L’ECCELLENZA
Bis di ingressi per FinecoBank, che si è rafforzata in Lombardia: la struttura dell’area manager Stefano Amadei (nella foto) ha accolto due nuovi professionisti, Alessandra Berini e Michele Messina. Messina, dopo un’esperienza in Scm Sim, è approdato nel team del group manager Andrea Masini a Vimercate, mentre Berini ha lasciato dopo circa tre anni Bcc Cantù per prendere parte, sempre sul territorio di Cantù, alla squadra del group manager Giovanni Brambilla.
Un nuovo reclutamento di peso nel milanese per Banca Generali: Andrea Di Michele, ex FinecoBank, ha scelto di entrare a far parte della banca del Leone. Di Michele è forte di un’esperienza ventennale, maturata in alcune delle maggiori realtà italiane della consulenza finanziaria, tra cui anche Intesa Sanpaolo Private Banking. Il banker è entrato a fare parte della squadra del district manager Umberto Cavarzerani per l’area di San Donato Milanese.
Il piano di reclutamento della rete dei consulenti finanziari di Mediobanca Premier prosegue a ritmo serrato con l’ingresso di 17 nuovi professionisti, superando il traguardo dei 610 consulenti finanziari e consolidando ulteriormente la propria presenza su tutto il territorio nazionale.
I nuovi ingressi, da nord a sud, sono Cristiano Nidiaci, Saverio Roffi, Giacomo Mazzolo, Giancarlo Basso, Roberto Jannone, Paolo Emilio Leschiutta, Carlo Foresti, Giuseppe Bellini, Benedetta Golizia, Donatella Peccerillo, Francesco Ortona, Raffaele Lepre, Alessio Ballarò, Massimiliano Gariffo, Luciano Tabone e Filippo Lerda.
Poker di new entry nella rete di IW Private Investments. A comunicarlo tramite le proprie piattaforme social è stato l’area manager Angelo Russo, che con un post ha annunciato l’ingresso nel team di Toscana e Umbria di quattro nuovi brillanti professionisti. Si tratta di Giuseppe Bevere, Ottavia Nuti Budini Gattai, Donella Poggi e Riccardo Ioseffi
contropelo di Giuseppe Santorsola
Come insegna la teoria, il prezzo delle azioni dipende dalla attualizzazione del flusso dei dividendi futuri attesi e che l’investitore si attende che questi abbiano un incentivante tasso di sviluppo. Nel mese di maggio, due eventi sollecitano attenzione. Gli indici di Borsa hanno superato i valori record precedenti e sono stati messi in pagamento (il 20 maggio per molte società) i dividendi relativi agli utili di bilancio del 2023. Dopo il pagamento di questi ultimi le quotazioni delle azioni scorporano i dividendi passati e riflettono quelli attesi futuri dei quali esiste già il dato consuntivo del primo trimestre (comunicato entro il 15 maggio). La relazione tra i secondi e i primi incide sull’effetto algebrico del prezzo del titolo ex-dividendo. Se questo scende meno del valore del dividendo ciò significa che il mercato attende ulteriori utili. Se la caduta è minima o nulla, gli utili futuri sono attesi minori. In definitiva, queste scadenze ed eventi tecnici contengono un valore informativo altissimo che gli operatori valutano con grande attenzione. Certamente, esiste al momento un effetto push sul mercato (dividendi alti, mercato in crescita, attesa di tassi in discesa), cui fa riscontro negativo lo scenario macro-strutturale critico ed incerto. Il mercato al momento sembra continuare a vedere un effetto somma positivo, senza però, pericolose tendenze verso un boom delle quotazioni. Un sintomo di possibile continuità, come da marzo 2009, oppure il contrario?
santorsola@uniparthenope.it
La motivazione e la definizione di un percorso sono essenziali per centrare i propri obiettivi
L’assenza di un’adeguata pianificazione strategica
espone sempre le persone a delle variabili incontrollabili e al rischio di prendere decisioni impulsive
di
Maria Grazia RinaldiPrima di definire un obiettivo, è essenziale comprendere profondamente perché desideriamo raggiungerlo. Una visione chiara e articolata è un elemento distintivo tra coloro che ottengono successo. Questo principio non solo motiva all’azione, ma riduce anche l’impatto delle difficoltà incontrate lungo il percorso. La visione non è solo un ideale astratto, ma una costruzione mentale fondamentale per mantenere alta la motivazione.
Convinzione e sicurezza
Come descritto nelle teorie di Albert Bandura sull’auto-efficacia, la convinzione di poter raggiungere i propri obiettivi è strettamente legata alla chiarezza della propria visione. Se quest’ultima è ben delineata, permette di affrontare le sfide con maggiore resilienza e determinazione. L’educatore e saggista statunitense Stephen R. Covey, nel suo lavoro, sostiene che bisogna “iniziare dalla fine”. Questo concetto si basa sulla teoria della rappresentazione mentale, secondo la quale la mente crea una versione preliminare dell’obiettivo, che poi guida le azioni verso la sua realizzazione. Le decisioni e le scelte quotidiane devono partire da una visione per essere efficaci. L’assenza di pianificazione strategica espone le persone a variabili incontrollabili e decisioni impulsive, riducendo le possibilità di successo. In altre parole, senza una visione chiara, si
rischia di diventare reattivi piuttosto che proattivi nella gestione della propria vita. L’immaginazione, come enfatizzato da Albert Einstein, è più importante della conoscenza. Questa capacità di creare scenari mentali dettagliati consente di prefigurare il successo e sviluppare un piano d’azione coerente. La teoria della simulazione mentale supporta l’idea che immaginare vividamente il raggiungimento degli obiettivi possa migliorare le prestazioni reali. Una visione chiara e ben definita funge da bussola, orientando le nostre scelte e azioni. Covey sostiene che “la leadership personale è il processo di mantenere la propria visione e i propri valori in primo piano, allineando la vita in modo che rispecchi tali valori”.
Processo strutturato
Questo allineamento è cruciale per garantire che le azioni quotidiane siano coerenti con gli obiettivi a lungo termine. Nella pratica psicologica, è fondamentale aiutare i clienti a sviluppare una visione chiara dei propri obiettivi. Un processo strutturato di visualizzazione e pianificazione non solo aumenta la probabilità di successo, ma contribuisce anche al benessere generale dell’individuo, promuovendo un senso di consapevolezza e centratura. Ricordiamo l’aforisma del poeta libanese Kahlil Gibran: “Siamo limitati non dalle nostre capacità, ma dalla nostra visione”.
Maria Grazia Rinaldi
Nella consulenza finanziaria, la sottoscrizione di una proposta rappresenta un’area grigia dove talvolta si ricorre a metodi discutibili per persuadere il cliente. Sebbene possano sembrare innocui, alcuni approcci comunemente impiegati non trovano giustificazione etica, specialmente da una prospettiva kantiana che
enfatizza il rispetto dell’autonomia individuale. Un esempio è l’atteggiamento paternalistico in cui il consulente finanziario, presunto di agire nel miglior interesse del cliente, finisce per privarlo della facoltà di decidere consapevolmente.
Una forma di inganno
La promessa di benefici futuri, spesso non garantiti, rappresenta una forma di inganno che sottrae al
cliente la valutazione razionale dei vantaggi prospettati. L’induzione di un’artificiale urgenza decisionale, con l’avvertimento che l’opportunità è unica e transitoria, costituisce una manipolazione emotiva che limita la riflessione e la considerazione di alternative potenzialmente migliori. Talvolta, si giustifica la pressione affermando di aiutare il cliente a superare l’indecisione, che lo priverebbe di benefici importanti.
Sebbene possa sembrare altruistico, spesso tale approccio cela interessi personali del consulente, come commissioni o raggiungimento di budget.
Semplificazione eccessiva Altra tattica discutibile è la semplificazione eccessiva della proposta, presentandola come meno complessa di quanto non sia, facilitando una scelta rapida ma non un’analisi approfondita delle variabili e conseguenze. Pratiche eticamente dubbie sono anche la minimizzazione dei rischi per accelerare la decisione senza esaminare adeguatamente
GaetanoMegale independent ethics advisor
È fondamentale
che gli advisor rispet tino sempre
l’autonomia degli utenti
gli svantaggi, o lo sfruttamento della fiducia riposta dal cliente nel consulente finanziario, suggerendo di agire esclusivamente nel suo interesse. Sebbene queste giustificazioni vengano mascherate come premure per il cliente, perseguono principalmente gli interessi del consulente o dell’organizzazione. È fondamentale che i professionisti adottino sempre delle prassi che rispettino l’autodeterminazione della clientela, agendo contemporaneamente con integrità e trasparenza. L’etica della sottoscrizione, da un punto di vista kantiano, richiede ben altro.
Gaetano Megale
L’intelligenza ar tificiale diventerà un’arma ef ficace contro i reati come l’insider trading
L’IA consente di scandagliare nel det taglio le posizioni assunte in prossimità di eventi price sensitive, segnalando tempestivamente possibili anomalie tra gli investitori
L’intelligenza artificiale contro i reati finanziari, in particolare contro l’insider trading, cioè l’utilizzo di informazioni riservate per effettuare speculazioni sul listino. Ecco l’arma di cui intende dotarsi progressivamente la Consob nella lotta agli abusi di mercato. L’argomento è stato di recente oggetto di indagine nell’ultima edizione dei Quaderni Fintech, pubblicati periodicamente dall’authority per indagare i trend e le problematiche dell’innovazione tecnologica nella finanza. In particolare, l’ultimo Quaderno Fintech riporta i contenuti di una ricerca realizzata dalla stessa Consob in collaborazione con una grande istituzione universitaria italiana, la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Approccio diverso
L’indagine, si legge nel documento, “propone un approccio metodologico diverso rispetto ai precedenti studi”. Aldilà dei tecnicismi, la sostanza è che l’IA consente di scandagliare nel dettaglio con accuratezza tutte le posizioni assunte da gruppi di investitori su un determinato titolo o strumento finanziario, in prossimità di un evento price sensitive, cioè di un fatto o una dichiarazione che hanno determinato significative variazioni di prezzo sul mercato. Prima viene ricostruita la posizione media dell’investitore sul titolo, la sua operatività normale.
Poi, qualsiasi scostamento dal comportamento medio che risulti superiore a una certa soglia di sensitività viene segnalato da un algoritmo come anomalo.
A questo punto, scattano le indagini più tradizionali per verificare se vi siano state o meno pratiche di insider trading. La tecnologia viene vista dunque dalla Consob come un alleato per lo svolgimento delle sue funzioni di controllo
Del resto, l’authority appare da tempo molto attenta alle tematiche dell’innovazione, non soltanto nell’ottica di vigilanza. Oltre a essere un’arma contro gli abusi di mercato, l’IA può essere anche uno strumento adottato da chi vuole mettere in atto reati finanziari.
Strada ancora lunga
Tale aspetto è stato messo in evidenza nell’aprile scorso anche dal presidente della Consob, Paolo Savona, durante un intervento pubblico agli Stati Generali dell’Intelligenza Artificiale su ClassCnbc. Savona ha parlato dell’opportunità di “istruire algoritmi che abbiano al loro interno le disposizioni legislative esistenti, determinando il blocco di operazioni se incappano in divieti”. In un altro intervento pubblico, tenuto alla Scuola di politiche economiche e sociali Carlo Azeglio Ciampi, Savona ha evidenziato la necessità di proseguire il lavoro di studi sulle applicazioni dell’IA. “Il mutamento epocale indotto dalla scienza dei dati, che oggi ha portato all’IA e a strumenti come ChatGpt”, ha detto il presidente della Consob, “va ben compreso per prendere buone decisioni di governo. Nonostante la proliferazione di scritti, però, ancora non siamo a questo punto della conoscenza”.
Bluerating
C’è chi miliardario ci nasce e chi invece lo diventa, lavorando duramente. E poi c’è chi parte con un “aiutino”, ma grazie al proprio impegno riesce a espandere il patrimonio ricevuto in dote ben oltre i livelli di chi lo ha preceduto.
Firoz e Zahan MISTRY
PATRIMONIO
4 ,9
miliardi di dollari ciascuno
Lasciando da parte per un attimo i miliardari “self made”, spesso celebrati per il loro intuito imprenditoriale, Forbes ha stilato di recente una classifica degli “eredi miliardari”, cioè le persone con patrimoni miliardari che hanno ereditato tutta o gran parte della loro ricchezza (tipicamente da
miliardi di dollari ciascuno #1 #2
ETÀ 27 e 25 anni
PAESE Irlanda
FONTE DI RICCHEZZA Tata Sons
Clemente Luca e Leonardo DEL VECCHIO
PATRIMONIO
4 ,7
ETÀ 20, 22 e 29 anni
PAESE Italia
FONTE DI RICCHEZZA EssilorLuxottica
Non è chiarissimo se il merito sia del fascino esercitato dalla sua ex proprietaria, ma una cosa è certa: la villa di Manhattan appartenuta a Gisele Bundchen (nella foto) è stata venduta a una cifra da capogiro, quasi 17 milioni di dollari. La top model brasiliana aveva acquistato l’appartamento da quasi 500 metri quadri nel 2005, pagandolo 5,8 milioni di dollari, per poi rivenderlo quattro anni più tardi per 12,9 milioni agli attuali proprietari, i quali hanno fatto ulteriori migliorie e, adesso, hanno rimesso la casa sul mercato.
Al secondo posto tra gli under 30 si piazzano i figli dell’ex patron
Luxot tica Leonardo Del Vecchio
un membro della famiglia o dal coniuge). Stando ai calcoli della testata americana, questo gruppo è pari a circa un terzo delle 2.781 persone che compongono World’s Billionaires List del 2024. In tutto, questi 934 eredi miliardari siedono su un patrimonio collettivo di 5mila miliardi di dollari. Ma si sta facendo
Kevin David LEHMANN
PATRIMONIO
3 ,3
miliardi di dollari
strada anche una schiera di giovani eredi, che iniziano a beneficiare delle fortune cedute dai miliardari della generazione dei baby boomer (i nati tra il 1946 e il 1964). Quest’anno, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Ecco una selezione dei più facoltosi. Bluerating
miliardi di dollari # 3 # 4
ETÀ 21 anni
PAESE Germania
FONTE DI RICCHEZZA dm-drogerie markt
IN BREVE DAL MONDOSophie Luise FIELMANN
PATRIMONIO
2 ,7
ETÀ 30 anni
PAESE Germania
FONTE DI RICCHEZZA Fielmann
Dal 10 all’11 maggio la Colnago V4Rs Gioiello (nella foto) è stata esposta all’asta biennale di Monaco di RM Sotheby’s, un appuntamento per gli appassionati di auto d’epoca, che hanno potuto apprezzare ancora una volta la “Ferrari” delle biciclette Nel maggio 2023 Colnago aveva già lanciato un modello in edizione limitata, Colnago C68 Gioiello, 50 pezzi unici per celebrare la collaborazione con il Giro d’Italia. L’ispirazione per la bicicletta è venuta direttamente dal trofeo del Grande Giro italiano, che è d’oro e composto da alcune spirali in metallo.
New York e le altre città statunitensi sono ancora al top per numero di ricchi residenti
di Sara MortariniÈ New York la patria dei Paperoni, con 349.500 milionari e 60 miliardari. A certificarlo è un nuovo rapporto di Henley & Partners in collaborazione con New
World Wealth, che ha censito la popolazione milionaria e miliardaria delle metropoli di tutto il mondo, confermando la supremazia incontrastata degli Stati Uniti, con 11 città nella Top 50. Nella Grande Mela, la popolazione di milionari
è aumentata del 48% nell’ultimo decennio, nonostante i timori di fuga di capitali e la pandemia di Covid-19. Qui a fianco la classifica delle metropoli con il numero maggiore di ricchi-residenti. Bluerating
La casa di famiglia della modella e attrice Cara Delevingne (nella foto), situata nell’esclusivo quartiere di Belgravia a Londra, è stata messa in vendita per 23,5 milioni di sterline (29,4 milioni di dollari), come riporta il sito web Mansion Global. Prima che i Delevingne ne calcassero i corridoi, la villa costruita nel 1838 era appartenuta a John Aspinall, un impresario del gioco d’azzardo e proprietario di uno zoo, che la acquistò all’inizio degli anni ’60 per avere una residenza vicino al suo nuovo casinò e club privato.
Melinda French Gates (nella foto) lascia la Fondazione Gates dopo oltre vent’anni. L’annuncio, che arriva tre anni dopo il divorzio da Bill Gates, co-fondatore dell’associazione, è stato dato su X (ex Twitter). Nel post diffuso sul social media, Melinda French Gates spiega di non aver preso la decisione a cuor leggero e di essere orgogliosa della fondazione che lei e l’ex marito hanno creato. Dopo l’addio alla fondazione, French Gates disporrà di altri 12,5 miliardi di dollari da utilizzare a favore delle “delle donne e delle famiglie”.
Due supercar di Ferrari celebrano lo storico motore dodici cilindri della casa di Maranello
di Sara MortariniSi chiama 12Cilindri, tutto attaccato, la nuova supercar Ferrari, un tributo allo storico motore 12 cilindri V12 che da
77 anni rappresenta il Dna della casa del Cavallino Rampante. Disponibile in due versioni, coupé e spider, l’auto è l’erede della Ferrari 812 Superfast e presenta un motore V12 al 100% termico.
“Abbiamo scelto di continuare con il 12 cilindri aspirato perché non siamo noi a dover imporre ai clienti le nuove tecnologie, ma dobbiamo tenere conto della nostra storia e continuare a lavorare con
A livello di prestazioni, la vet tura scat ta da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi grazie a un rappor to peso-potenza di 1,88 kg/cv e arriva a superare la velocità massima di 340 km/h
motori che offrano emozioni”, ha spiegato Enrico Galliera, direttore commerciale e marketing di Ferrari. A livello di prestazioni, la 12Cilindri scatta da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi grazie a un rapporto peso/potenza
1,88 kg/cv e arriva a superare i 340 km/h di velocità massima. Il design si ispira a modelli classici come le Gran Turismo Ferrari degli anni ’50 e ’60, ma con innovazioni stilistiche radicali. Venendo infine al capitolo
prezzi, la 12Cilindri Coupé parte da 395 mila euro e la 12Cilidri Spider da 435 mila euro, ma le cifre sono destinate a salire con le personalizzazioni.
Bluerating
Una partnership d’eccezione ha dato vita alla collezione Ray-Ban Reverse, nata dalla collaborazione tra il marchio di occhiali e Lenny Kravitz, leggenda del rock e vincitore di quattro Grammy Awards.
Per l’occasione, l’artista ha indossato la capsule collection nel video del suo ultimo singolo, Human, incluso nel suo dodicesimo album in studio Blue Electric Light (uscito lo scorso 24 maggio).
Ray-Ban Reverse, lanciata nel 2023, si caratterizza per un design all’avanguardia per lenti al contrario, che passano da una tradizionale lente convessa a una lente concava.
Prezzo 244,00 euro
Montatura Lucido Argento
Lenti Argento
La collezione Ray-Ban Reverse por ta la firma di una star come Lenny Kravitz
La capsule collection aggiunge diverse varianti di colore, coniugando le forme più iconiche del marchio con la leggendaria personalità di Kravitz in due modelli speciali, più una in edizione limitata.
“Sono un fan di Ray-Ban da sempre e mi sono sempre sentito in sintonia con lo stile senza tempo del brand. La collaborazione con Ray-Ban Reverse è un sogno che si avvera e mi permette di unire il mio amore per
la musica e la moda a un marchio così iconico”, ha dichiarato Kravitz. “Si tratta di infrangere le barriere e vedere il mondo da una nuova prospettiva attraverso queste lenti”. Bluerating
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Romagnoli (Symphonia Sgr): “Siamo una società di gestione sempre attenta ai nuovi trend”
di Edoardo BlosiDal 19 marzo scorso Ilaria
Romagnoli, economista di formazione e manager di esperienza nel settore finanziario, ricopre la carica di head of asset management del gruppo Banca Investis e ceo della società di gestione di Symphonia Sgr. In questa intervista illustra le sfide che affronterà in questa nuova veste.
Quali sono i tratti distintivi di Symphonia Sgr, per quel che riguarda il suo posizionamento sul mercato?
Lavoriamo nell’ot tica di una personalizzazione dell’of fer ta, il che significa trasformare in prodot ti le esigenze degli investitori
Symphonia Sgr è una storica sgr italiana, tra le prime a nascere sul mercato del nostro Paese. Nel corso degli ultimi 30 anni si è affermata nel panorama dell’asset management italiano come una boutique molto attenta alle nuove esigenze e trend, contraddistinta da un’alta professionalità delle persone e una naturale attitudine all’innovazione in termini di prodotto e strategia. Siamo una realtà inoltre la cui visione si basa sempre su una ricerca dell’equilibrio tra rischio e rendimento delle strategie d’investimento, con un’alta diversificazione tra le varie asset class.
Quali sono le vostre strategie distributive?
Per quanto riguarda le strategie distributive, anche qui la parola d’ordine è diversificazione. Facendo parte di un gruppo solido e autorevole come il gruppo Banca Investis, ci affidiamo sia alla sua rete che a banche terze collocatrici. Inoltre, utilizziamo anche canali diretti nostri di Symphonia Sgr rivolti prettamente a investitori istituzionali e family office italiani e internazionali. Proprio in quest’ultimo caso, come gruppo abbiamo recentemente lanciato
una nuova divisione dedicata ai family office e guidata da Davide Longo che ha proprio l’obiettivo di supportare da un lato il lavoro della sgr e dall’altro ampliare sempre più l’offerta di servizi e prodotti del gruppo a tutti i propri clienti.
Ci sono categorie di prodotti e servizi su cui punterete di più? Pur restando sempre presenti in tutte le asset class, crediamo fortemente nelle strategie di fixed income e del credito subordinato e ibrido, i quali continuano a offrire rendimenti interessanti. I titoli subordinati finanziari, dopo un 2023 chiuso con un ottimo ritorno per gli investitori, continuano a nostro avviso a essere una tra le migliori opportunità d’investimento obbligazionario anche nell’anno in corso, sia in termini assoluti che in termini relativi rispetto ad altre asset class alternative. Inoltre, anche considerata la nostra storica expertise sulla parte equity, guardiamo e investiamo nel mercato globale, ma restiamo anche ancorati al settore delle small mid cap, sia sul lato public equity, sia mediante strumenti alternativi liquidi e in private asset (equity e debito), gli alternativi sono uno strumento importante per sostenere i rendimenti nel medio termine. In generale, in termini di offerta, stiamo inoltre lavorando molto nell’ottica della personalizzazione.
Abbiamo lanciato poche settimane fa Opera, la nostra linea di gestione patrimoniale. Si tratta di una gamma di prodotti che parte da un desiderio di innovazione, che per
noi significa cercare di trasformare le esigenze degli investitori in prodotti. Abbiamo individuato l’esigenza, da parte della clientela, di poter scegliere gli investimenti tra una
vasta gamma di soluzioni, coerenti con il loro profilo di rischio.
La logica di Opera è quella dei building block: si parte da una linea a rischio bassissimo, quasimonetaria, per arrivare a una total return azionaria. In mezzo ci sono vari livelli di rischio e stili di gestione, attivi e passivi.
Quali sono a suo avviso le prospettive del settore del risparmio gestito in Italia?
L’asset management è un’industria in continuo mutamento anche in ragione delle evoluzioni dei sistemi di crescita economica e finanziaria che impattano inevitabilmente i mercati pubblici e privati.
Le strategie d’investimento e le varie asset class, che oggi oltre a quelle tradizionali non possono prescindere dal mondo degli investimenti alternativi, vanno sempre approcciate in un’ottica di medio periodo. L’aumento dei tassi ha sicuramente ricostruito grande fiducia sul settore del fixed income e del credito ma gli investitori (incluse le famiglie) con il tempo hanno acquisito maggiore consapevolezza sul fatto che le crescite economiche dei paesi continueranno nel medio termine a essere legate alle aziende, sia quotate che non quotate e pertanto che non si può non investire nell’equity sia pubblico sia privato.
Bluerating
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Scegliere uno stile d’investimento è limitante. Per esempio parecchi titoli growth sono diventati molto costosi in termini di valutazioni dato che il mercato ha iniziato a scontare la flessione dei tassi d’interesse. Quali sono dunque i catalizzatori di oggi? BLUERATING ne ha parlato con Aditya Shivram, gestore FF Global Equity Income Fund di Fidelity International.
A che tipo di aziende guardate?
Con fondamentali solidi, in grado di produrre rendimenti constanti nel lungo periodo, e buoni ritorni per gli azionisti in termini di riacquisto di azioni proprie e dividendi.
Cosa dire dei titoli growth?
Selezioniamo aziende capaci di produrre rendimenti costanti per gli azionisti
Aditya Shivram
gestore FF Global Equity Income Fund di Fidelity International
Senza dubbio hanno contribuito all’impennata dei mercati azionari dopo la pandemia. Tuttavia, nel lungo periodo, reinvestire i dividendi distribuiti da numerose delle società tradizionali presenti sul mercato è tanto importante quanto l’apprezzamento del capitale. I rialzi dei prezzi e gli utili sui dividendi reinvestiti costituiscono all’incirca la metà dei rendimenti totali.
Come si selezionano le società che pagano i dividendi? È opportuno fare attenzione. I rendimenti più elevati del mercato sono spesso sintomo di una
redditività strutturale sottostante, ma possono anche indicare problemi di bilancio. A ogni modo, le società che hanno registrato una crescita costante dei dividendi hanno ottenuto risultati particolarmente favorevoli. L’indice Msci Ac World “Dividend Aristocrats”, incentrato sulle società che hanno aumentato i loro dividendi annualmente negli ultimi 10 anni, ha sovraperformato l’indice Msci Ac World, con una volatilità inferiore (Citi Research, al 31 marzo 2024 in dollari). Un assicuratore del ramo danni con esigenze di crescita e d’investimento di capitale a lungo termine relativamente basse può essere in grado di restituire agli azionisti un’elevata percentuale di utili come liquidità. Diverso potrebbe essere invece il caso di un produttore di semiconduttori ad alta intensità di capitale con prospettive di crescita più elevate. Molte società non riescono a trovare il giusto equilibrio, trattenendo liquidità dagli azionisti per espandersi in settori che non rientrano nell’ambito delle loro competenze principali, o investendo in acquisizioni inadeguate. Un buon management deve saper allocare al meglio il proprio capitale. Le società capaci di allocare il capitale sono in grado di pagare dividendi sostenibili e in crescita, che a loro volta generano rendimenti totali a lungo termine. Bluerating
MAGAZINE / EXPERIENCES / EVENTS / WEB / NEWSLETTER / SOCIAL
BFC MEDIA, PRESENTA L’EDIZIONE ITALIANA DI ROBB REPORT, IL BRAND EDITORIALE PIÙ FAMOSO AL MONDO PER IL LUSSO E IL LIFESTYLE. UN PROGETTO MULTIMEDIALE CHE COMPRENDE IL MAGAZINE, IL SITO ROBBREPORT.IT ED ESCLUSIVE EXPERIENCES. UN’OPPORTUNITÀ PER PROMUOVERE IL MEGLIO DELLA CREATIVITÀ DEL MADE IN ITALY IN TUTTO IL MONDO.
Se gli ultimi due anni sono stati turbolenti con il riaccendersi di conflitti regionali, una crisi energetica globale e tassi di interesse altamente volatili, nel 2024 troppe questioni rimangono irrisolte nonostante la relativa serenità dei mercati negli ultimi mesi. In particolare per le infrastrutture, che hanno funzionato come un rifugio sicuro durante le turbolenze del 2022 e del 2023, prevediamo che diversi fattori chiave avranno una grande influenza.
Crescita economica
Dopo la stagnazione registrata nel 2023, con una crescita del Prodotto interno lordo (Pil) europeo inferiore allo 0,5% e diversi paesi che sono scivolati in recessione, come Germania, Regno Unito, Irlanda e Finlandia, per il 2024 si prevede solo un modesto miglioramento e le stime di crescita oscillano tra lo 0,5% e l’1%. Ciò avviene in un contesto di lenta crescita globale, in cui il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso le previsioni al 2,4% nel 2024 (dopo il 2,6% per il 2023) - il terzo anno consecutivo di calo della crescita globale. Nel frattempo, la Cina è alle prese con problemi interni e gli Stati Uniti non danno più impulsi di crescita significativi.
Inflazione
L’inflazione in tutta Europa è diminuita, principalmente grazie alla normalizzazione dei prezzi dell’energia e al contenimento degli shock secondari, per esempio i prezzi dei prodotti alimentari. Ora c’è un percorso di scivolamento verso l’obiettivo del 2% della Banca centrale europea e molti economisti si aspettano ulteriori progressi rispetto ai livelli attuali nel corso dell’anno. Tuttavia, i mercati rimangono scettici sul fatto che tali obiettivi saranno raggiunti entro la fine dell’anno, in particolare perché ogni passo verso il 2% diventa più difficile di quello precedente, mentre le aspettative di inflazione mantengono un certo livello di pressione al rialzo.
Il panorama geopolitico rimane fragile, con diversi eventi sotto i riflettori: la guerra in Ucraina, l’allargamento delle tensioni in Medio Oriente, il ruolo destabilizzante dell’Iran nella regione e sui commerci
internazionali, il deterioramento delle relazioni degli Stati Uniti, e sempre più anche dell’Europa, con la Cina. Vi è quindi un potenziale di shock esterni sufficiente a mettere i mercati finanziari sotto stress che, nonostante i recenti progressi, crea nervosismo e volatilità.
energetica e alla digitalizzazione in Europa, questi due ambiti sono diventati molto più rilevanti. Vi sono forti fattori economici, sociali e politici per aggiornare gli impianti attuali, espandere le reti esistenti e creare nuove infrastrutture in grado di soddisfare la crescente domanda e sostenere la futura crescita.
Il contesto di tassi d’interesse in aumento si è concluso con il picco dei tassi registrato a ottobre 2023. Tuttavia, invece di entrare in un periodo di stabilità con un percorso più o meno rettilineo e graduale verso un contesto di tassi più bassi come prima degli shock del 2022 e del 2023, l’ultimo trimestre dello scorso anno è stato caratterizzato da una grande volatilità dei tassi di interesse.
Gli investimenti infrastrutturali hanno sempre ricoperto un certo livello di importanza strategica in ogni paese ma, date le particolari sfide relative all’autonomia
In futuro i mercati finanziari dovranno quindi superare una serie di sfide, che potrebbero far cambiare gli scenari abbastanza rapidamente; gli investitori lo sanno e stanno posizionando di conseguenza l’esposizione in portafoglio.
Per le infrastrutture, ciò ha alcune importanti conseguenze: la natura difensiva di questa asset class è sempre più utilizzata per contrastare incertezza e volatilità del mercato, e gli spread aggiuntivi dovuti ai premi di illiquidità e complessità insiti in tali investimenti proteggono i rendimenti in quanto creano un buffer aggiuntivo sottostante. Da qui l’aumento della domanda, in particolare per i progetti infrastrutturali che hanno forti flussi di cassa e sono resilienti agli shock. Bluerating
Le oppor tunità d’investimento legate all’intelligenza ar tificiale fuori dai listini statunitensi
di Edoardo Blosi“L’opportunità d’investimento oltre i giganti Usa”. È il titolo di una recente analisi Chi Ho Wong, senior investment manager di Pictet Asset Management, sul settore dell’intelligenza artificiale. Ecco un estratto di quanto ha scritto Wong.
Tra Tawain e Corea del Sud “Dopo il lancio di ChatGPT, gli investitori si sono buttati a capofitto sui titoli correlati all’intelligenza artificiale (IA). Mentre Nvidia segnava una crescita del 250%, Microsoft e Meta sperimentavano a loro volta rally vertiginosi. Contemporaneamente le aziende non americane determinanti per lo sviluppo del machine learning sono rimaste indietro. Tra le più trascurate troviamo un gruppo di aziende asiatiche cruciali per la catena di approvvigionamento dell’intelligenza artificiale. Si tratta di circa 40 società quotate che operano in paesi come Taiwan, Corea del Sud e Cina. Secondo i nostri calcoli, il rapporto price/ earning medio per queste aziende è pari a 19,2, con uno sconto considerevole rispetto ai titoli dei semiconduttori statunitensi, negoziati a circa 27 volte gli utili a 12 mesi. Le opportunità d’investimento nell’intelligenza artificiale nell’Asia emergente si suddividono in tre categorie”.
“Innanzitutto, ci sono le aziende che fanno parte della catena di approvvigionamento delle unità di elaborazione grafica (Gpu). Sono aziende che agevolano la crescita dei chip specialistici per l’IA di Nvidia, beneficiandone al contempo. In più, per poter accrescere la potenza di elaborazione, la stessa Nvidia dovrà affidarsi in misura crescente alla sofisticata tecnologia di assemblaggio dei processori nota come chip-on-wafer-onsubstrate, o CoWos, perfezionata dal gruppo taiwanese Tsmc. Poi ci sono le aziende che producono chip specialistici più economici per i concorrenti statunitensi di Nvidia”.
Nuova generazione di device “Tra le alternative più promettenti vi sono i processori noti come Application Specific Integrated Circuits (Asic). Alcune aziende specializzate nella produzione di questa tipologia di chip sono le taiwanesi Alchip e Wiwynn. Infine, il terzo gruppo di opportunità è costituito dai produttori asiatici di hardware basati sull’IA. Si prevede che il lancio di una nuova generazione di smartphone e pc potenziati dall’intelligenza artificiale aprirà un ciclo di sostituzione dei dispositivi personali. L’espansione dell’IA sta già dando una spinta significativa ai ricavi delle aziende tecnologiche dell’Asia emergente”. Bluerating
Ci sono aziende asiatiche cruciali per la catena di forniture nell’industria mondiale dell’IA
Chi Ho Wong senior investment manager di Pictet Asset Management
Quello relativo al golf club è un settore in cui FinecoBank è banca pioniera in Italia. Ogni anno fa giocare in circuiti esclusivi migliaia di appassionati di golf e clienti dal Nord al Sud Italia.
Plannix è una piattaforma che aiuta le persone a monitorare patrimonio, portafogli e investimenti per creare un piano finanziario vincente. Sul canale YouTube è possibile trovare numerosi video finanziari.
Più che una pagina Instagram, Clevergirlfinance è un vero e proprio vademecum della finanza al femminile dove trovare consigli, frasi motivazionali, approfondimenti e soprattutto sostegno per non farsi prendere dal panico.
“Esiste un legame profondo tra denaro e salute”. A dirlo è stato Roberto Pugliesi, responsabile dell’educazione finanziaria di Poste Italiane. “L’ansia derivante dalla non corretta gestione del denaro può portare depressione”.
PIMCO GIS Income Fund: oltre 10 anni di comprovata esperienza nella generazione di rendimenti.
Capitale a rischio. La performance dipende dalla tempistica dell’investimento e può comportare rendimenti negativi. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri.
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