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I MESTIERI DELLA SPACE ECONOMY
SPACE ECONOMY
DI DOMENICO MARIA CAPRIOLI*
I MESTIERI
DELLA (NEW) SPACE ECONOMY
Spazio come laboratorio, certo, questa è una visione, per così dire, antica. Lo spazio, però, può essere anche il luogo in cui l’industria
testa, sviluppa e persino realizza su
scala industriale nuovi prodotti. La cosiddetta new space economy prende abbrivio da una convergenza di accadimenti, ma, più di tutto, dal riposizionamento degli interessi delle grandi agenzie spaziali nei confronti della Luna e di Marte, che hanno liberato, si può dire, l’orbita bassa, mettendola a disposizione degli interessi commerciali e industriali delle aziende. La Nasa ha guidato questa transizione introducendo un livello
nuovo di partenariato pubblico-
privato e immaginando, con anticipo, il passaggio dalla Stazione spaziale internazionale a nuove piattaforme. All’inizio di dicembre, l’agenzia spaziale americana ha annunciato di aver siglato accordi con Blue Origin,
Nanoracks e Northrop Grumman
per la progettazione di una stazione commerciale e di altre piattaforme nelle orbite più vicine alla Terra. In parallelo, si affaccia un’offerta di servizi commerciali per lo spazio: fuor di metafora, una proposta di accesso
all’orbita bassa per le aziende
private. L’avvento dei micro-lanciatori commerciali abilita la possibilità per le aziende di portare carichi in orbita nei tempi richiesti e alle condizioni utili, generando, di fatto, un nuovo servizio per il business. Con queste premesse, lo space manufacturing non è più un progetto remoto, ma un sistema che esce dal dominio della scienza per entrare in quello della tecnologia. Il tema merita un approfondimento, per ora basterà dire che le applicazioni sono molteplici, dalla produzione di materiali sempre più incontaminati alla possibilità di testare rapidamente e con efficacia nuove molecole, fino all’opportunità di sintetizzare cristalli di elevata purezza, consentendo, per esempio, di produrre in microgravità il principio attivo che potrà poi essere impiegato a terra - insieme con altre sostanze - nella produzione di farmaci più efficaci e con meno controindicazioni.
SPACE ECONOMY
Anche lo sviluppo dei computer quantistici (e di altre tecnologie basate sullo stesso principio) riceverà un impulso notevole dallo spazio: le condizioni di vuoto e isolamento infatti consentono di sviluppare e testare in condizioni inedite, e per certi versi più adatte, nuove tecnologie quantistiche al momento limitate ai pochi laboratori iper-specializzati, dove è possibile ricreare quelle condizioni estreme che nello spazio sono “naturali”. Queste applicazioni modificheranno profondamente le professionalità oggi associate a queste filiere, ma non è tutto. Nasceranno nuovi servizi, di varia natura: trans-orbitali, in primo luogo, per esempio servizi di collegamento fra la Terra e le infrastrutture orbitanti, di trasporto delle materie prime alle fabbriche oltre l’atmosfera e di trasporto, questa volta a terra, dei prodotti realizzati in microgravità; saranno necessari, inoltre, servizi, questa volta di natura in-orbitale, per tutte le attività di monitoraggio, manutenzione e refurbishment erogate con ogni probabilità da robot, che utilizzeranno sempre più l’intelligenza artificiale piuttosto che il controllo remoto. Trasformare questo potenziale tecnologico in un sistema produttivo richiederà un significativo sforzo per rielaborare intere catene di
*DOMENICO MARIA CAPRIOLI È PARTNER DI YOURSCIENCEBC LTD, ATTIVA NELLA RICERCA SULLE APPLICAZIONI SPAZIALI E SULLE TECNOLOGIE DI FRONTIERA, CON LA QUALE - OLTRE ALL’ATTIVITÀ DI RICERCA - FORNISCE CONSULENZA A ISTITUZIONI E AZIENDE INTERESSATE A COMPRENDERE LE OPPORTUNITÀ LEGATE ALLO SPAZIO E ALLA RICERCA. competenze. Nei curricula formativi delle facoltà di ingegneria e persino delle scuole superiori, non potranno mancare attività volte a formare gli esperti dei singoli processi su tutte le implicazioni legate alla progettazione, alla gestione e alla manutenzione di attività produttive in microgravità. Si affermeranno professionalità nuove, capaci di disegnare e implementare catene del valore, che beneficino delle opportunità offerte dalle peculiari condizioni dell’orbita bassa, e così avremo prodotti interamente o parzialmente costruiti nello spazio. Le condizioni di microgravità, applicate a settori specifici, come la medicina rigenerativa, la ricerca oncologica, le cellule staminali, sono così promettenti che genereranno nuove industry e consolideranno la relazione fra medicina, biotecnologie e ingegneria che si è già instaurata negli ultimi anni. Beninteso, questo è l’inizio, non il punto d’arrivo. Queste infrastrutture costituiranno, infatti, la base per nuovi progetti. La seconda tappa sarà la fascia degli asteroidi, oggetto di sfruttamento minerario: la sonda giapponese Hayabusa ha dimostrato la fattibilità tecnologica dell’operazione e sullo scenario si agitano già aziende - come la britannica Asteroid Mining Corporation - supportate da significativi investimenti. L’approvvigionamento di materie prime direttamente in orbita creerà una nuova filiera, interamente (o prevalentemente) sviluppata nello spazio, cambiando un’altra tessera del mosaico che l’umanità ha composto in millenni e che ora muta, vorticosamente, sospinto dalla visione dei pionieri della nuova economia dello spazio.