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COME ABBIAMO VISTO LA COMETA LEONARD
OSSERVAZIONI
DI GIOVANNI BONINI*
LA COMETA LEONARD
COME L’ABBIAMO VISTA
È STATA LA PIÙ LUMINOSA DELL’ANNO PASSATO MA HA DATO SPETTACOLO SOLO NELL’EMISFERO SUD
» La C/2021 A1 (Leonard) ripresa il 20 dicembre dal deserto di Atacama (Cile), fotocamera Sony A7S e obiettivo da 50 mm, media di 10 immagini da 10 s, allineate sulle stelle e sul panorama. La cometa formava un quadro con Venere in basso e Saturno a destra (Daniele Gasparri). OSSERVAZIONI

Le comete suscitano sempre l’interesse e l’attenzione degli astrofili, soprattutto quando sembrano destinate a superare la soglia della visibilità a occhio nudo. La storia, però, ci insegna che le comete possono avere un comportamento difficile da prevedere, per cui le sorprese, belle o brutte, non mancano. Vediamo, allora, che cosa è successo nel caso della cometa più luminosa dell’anno appena trascorso.
UNA PENNELLATA SU M3
Venerdì 3 dicembre 2021, la C/2021 A1 Leonard è transitata a breve distanza dall’ammasso M3, uno dei globulari più luminosi, tra quelli visibili dall’emisfero boreale. Quel giorno, la coda della cometa è passata davanti all’ammasso, che sembrava leggermente più appariscente della cometa, la cui luminosità è andata aumentando nei giorni successivi. Un’opportunità particolarmente ghiotta per gli appassionati, molti dei quali hanno realizzato delle bellissime immagini. La mia prima osservazione della cometa risale al mattino del 6 dicembre, quando si trovava nei pressi della stella Arturo, nella costellazione del Bootes. Ho utilizzato il binocolo 20x80 mm presentato sul n. 20 di Cosmo (settembre 2021), proprio in vista del passaggio al perielio di questa cometa. Nel campo dello strumento appariva simile a una macchia di luce apparentemente priva di un’evidente condensazione centrale, possibile sintomo di un’attività non esuberante, al di sotto delle aspettative. In effetti, giusto qualche giorno prima, si era manifestata una flessione nel tasso di incremento
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DI GIOVANNI BONINI

» La coda della Leonard in transito su M3, ripresa all’Osservatorio Astronomico di Sormano (CO) il 03/12/2021, rifrattore apocromatico AP 115/800 mm su GM4000 QCI, fotocamera Nikon D 800, elaborazione Photoshop (Enrico Colzani, Arturo Carcano, Luca Iachelini).
della luminosità di questa cometa. In genere, un’elevata condensazione centrale - vale a dire un falso nucleo molto luminoso ed evidente - è sinonimo di una notevole attività, con grandi quantità di gas e polvere. All’inizio del mese di dicembre, era chiaro che difficilmente avremmo assistito a un’apparizione in stile Neowise, la “grande cometa” del 2020 (vedi il riquadro). Avvicinandosi alla Terra e al Sole, la luminosità della Leonard è andata crescendo, così come la lunghezza della sua coda, evidente soprattutto nelle migliori fotografie a lunga esposizione e dall’aspetto molto affusolato, quasi rettilineo. Il 10 dicembre alcuni astrofotografi, come l’austriaco Michael Jaeger, sono riusciti a riprendere lo
» La Leonard ripresa da Atacama il 20 dicembre con un Newton Sky-Watcher 130 PDS su montatura EQ5, camera ASI 2600 MC (Daniele Gasparri). » La coda multipla e sconnessa della Leonard ripresa il 21 dicembre dalla Hakos Farm in Namibia con un riflettore da 20 cm f/3 (Michael Jaeger).
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DI GIOVANNI BONINI

» Le due code della Leonard riprese il 10 dicembre da Michael Jaeger (Nöhagen, Austria) con un Rasa 8” e fotocamera Nikon Z6mod, 20 pose da 2 min.
sdoppiamento della coda. In realtà, tutte le comete hanno due code: la coda di ioni e quella di polveri. La coda ionica è costituita da gas ionizzato e viene soffiata nella direzione opposta al Sole dal vento solare. Quella di polveri, più pesante, è curva e segue più da vicino l’orbita della cometa. Alla fine della prima decade di dicembre, era ormai certo che la C/2021 A1 Leonard era la più spettacolare fra le comete del 2021. All’inizio della seconda decade, c’è stato il massimo avvicinamento alla Terra, con la cometa ormai sempre più bassa, anche se maggiormente luminosa.
OUTBURST!
La cometa è stata osservata anche dallo spazio, grazie allo strumento SoloHI della sonda Solar Orbiter: inquadra il QR per vedere la sequenza di immagini ripresa nei giorni 17-19 dicembre, in cui la cometa attraversa diagonalmente il campo dello strumento. Tra la fine della seconda e l’inizio della terza decade del mese, le sorprese non sono mancate, grazie a un repentino incremento di luminosità (outburst) di dieci volte, che ha permesso di osservare la cometa nel cielo della sera, nonostante l’esigua altezza sui nostri orizzonti. Da quel periodo, sono stati avvantaggiati gli osservatori ubicati a latitudini più meridionali delle nostre, come Daniele Gasparri, che l’ha ripresa dal deserto di Atacama, dove era visibile anche a occhio nudo, alta nel cielo. Negli ultimi giorni dell’anno è riuscito a misurare per via fotografica una coda lunga ben 60°. Un brillamento solare avvenuto il 20 dicembre nella regione attiva AR 2908 ha generato un intenso flusso di vento solare che, incontrando la cometa, ha sviluppato grosse e veloci distorsioni nella sua
*GIOVANNI BONINI INGEGNERE, SI OCCUPA DI SPAZIO, PROJECT MANAGEMENT E COMUNICAZIONE.

» La Leonard ripresa da Vaste di Poggiardo (LE) l’8/12/2021, rifrattore NT Apo Ed 90/500 mm su HEQ5 S.-W., fotocamera Canon Eos 600D full spectrum, filtro Optlong L-pro, 22 pose da 45 s, elaborate con DSS, PixInsight, PS CC (Fernando De Ronzo).
QUANDO UNA COMETA È ’”GRANDE”?
Non esiste una definizione di “grande cometa” universalmente riconosciuta. Così, mentre è indubbio che la C/1996 B2 Hyakutake 2 sia stata una grande cometa, non c’è il medesimo consenso per la C/2020 F3 Neowise, che molti osservatori considerano una cometa particolarmente degna di nota, ma non propriamente grande. Due parametri rendono “grande” una cometa: la luminosità, tale da renderla facilmente visibile a occhio nudo, e la lunghezza della coda, che deve essere di decine di gradi. Mentre la C/2020 F3 Neowise è stata visibile a occhio nudo perfino dai cieli inquinati di molte città, in pochi sono stati in grado di scorgere la C/2021 A1 Leonard senza l’ausilio di strumenti ottici. Chi è riuscito nell’impresa, lo ha fatto sotto cieli particolarmente limpidi e cristallini e soprattutto bui. La Neowise del 2020 ha esibito due code straordinarie, con una serie di strie apprezzabili in quella di polveri (foto), mentre poco di tutto questo si è visto nella Leonard.
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coda. Michael Jaeger è riuscito a riprendere la cometa il 22 dicembre in remoto dalla Namibia, evidenziando una coda multipla e piena di disconnessioni interne. Tutto questo mentre la cometa si avvicinava al perielio del 3 gennaio (esattamente un anno dopo la sua scoperta), prima di allontanarsi verso i confini del Sistema solare e oltre, grazie alla sua traiettoria iperbolica.
LE COMETE DEL 2022
Non lamentiamoci della Leonard, perché quest’anno potrebbe andare pure peggio. Qualche speranza potrebbe arrivare dalla C/2021 O3 PanStarrs, che si manifesterà nei primi giorni di maggio di sera, nel Perseo, raggiungendo una magnitudine compresa tra 5 e 7, ma a soli 15° di distanza dal Sole. Forse sarà alla portata di un binocolo o di un telescopio amatoriale. Questa cometa passerà al perielio il 21 aprile a 42,9 milioni di chilometri dal Sole, mentre il massimo avvicinamento alla Terra avverrà l’8 maggio a 90 milioni di chilometri di distanza. Trattandosi di una “nuova cometa” proveniente dalla Nube di Oort, il rischio di disintegrazione è però molto alto. Un’altra cometa, la C/2017 K2 PanStarrs, si mostrerà nella prossima estate, scoperta come la precedente dal sistema esplorativo PanStarrs, costituito da telescopi e fotocamere ad ampio campo, sviluppato e gestito dall’Università delle Hawaii. Ricordiamo che la scoperta di nuove comete è continua, per cui c’è sempre la possibilità che qualche astro chiomato ci riservi una gradita sorpresa. Del resto, il fascino delle comete è anche questo.