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RECENSIONI

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PLANETARI

PLANETARI

LE DONNE I CIELI LE CULTURE

ANNA CURIR

PERUGIA, BERTONI EDITORE, 2022 PAGINE 121 FORMATO 20,5 X 14,5 CM PREZZO € 15,00

In questo agile volumetto, l’astronoma e psicologa Anna Curir analizza il rapporto e le potenzialità dell’astronomia come terza cultura e il contributo femminile a questa scienza. Nel primo capitolo, spiega come si ebbe la divisione tra le due culture, quella scientifica e quella umanistica; fa poi piacere apprendere, nel secondo capitolo, come l’astronomia sia da considerarsi la più antica fra le terze culture, contemplando da un lato la narrazione mitologica e dall’altro la sperimentazione. Con il terzo capitolo, la Curir ci presenta, a iniziare dall’Iliade, molti riferimenti astronomici contenuti nelle opere letterarie, chiarendo anche il motivo dell’ostacolo della Chiesa alla visione eliocentrica: “Dio deve inviare il Salvatore dell’uomo sulla terra. Dunque, la Terra deve essere il centro dell’Universo. Che succede se questa Terra diventa una banale piccola componente di un sistema eliocentrico? È questo l’aspetto blasfemo: non è tanto nel fatto che la Terra si muova, ma nell’immaginare che Dio abbia inviato suo figlio su un luogo così secondario.” Nel quarto capitolo l’autrice irrompe nell’astronomia con le sue conoscenze psicologiche, facendoci conoscere molti atteggiamenti filosofici dei ricercatori, ai quali alle volte si associa erroneamente una certa aridità d’animo. Negli ultimi quattro capitoli, la Curir ci ricorda come molte figure femminili non siano state appropriatamente valutate, spesso per la fama delle figure maschili con le quali lavoravano. E mette in evidenza come la scarsità di donne nella scienza sia dovuto al pregiudizio che questa sia più adatta al genere maschile: “Degli oltre 520 premi Nobel scientifici assegnati, solamente 23 sono stati attribuiti a donne”. Fortunatamente, le donne oggi si trovano con più carte vincenti a disposizione e pronte a fare il proprio ingresso finalmente paritario nelle scienze. Per approfondimenti, oltre alle innumerevoli indicazioni disseminate lungo il testo, al termine di questo pregevole lavoro è presente un’ampia bibliografia.

Walter Ferreri

QUANDO LA TERRA MORIRÀ

CARLO DI LEO, ANTONIO LO CAMPO

ROMA, IBN EDITORE, 2022 PAGINE 267 ILLUSTRATE + 20 TAVOLE FUORI TESTO FORMATO 16 X 23,5 CM - PREZZO 24,00 €

“La Terra è la culla dell’uomo, ma l’uomo non è fatto per rimanere per sempre nella culla… L’umanità non rimarrà eternamente sulla Terra”. La famosa citazione del pioniere dell’astronautica russa Konstantin Ciolkovskij, posta in testa a questo lavoro dell’ingegnere Carlo Di Leo e del giornalista scientifico Antonio Lo Campo, indica lo spirito che ha animato i due autori nell’affrontare un argomento vasto e difficile. Non ci si lasci fuorviare dal titolo, provocatoriamente apocalittico, perché il libro tratta problemi molto attuali o relativi a un futuro molto più prossimo di quello che si possa credere. Il sottotitolo chiarisce meglio il progetto dell’opera: I primi passi verso l’esodo interstellare e il futuro dell’umanità nel Cosmo. Preceduto da una Prefazione di Giancarlo Genta, docente emerito del Politecnico di Torino, il libro si sviluppa in cinque lunghi e dettagliatissimi capitoli, dove ogni aspetto dei viaggi spaziali e della colonizzazione di altri mondi viene analizzato in tutte le prospettive reali o futuribili, compresi i problemi, le difficoltà, le contraddizioni di progetti che possono affascinare o sembrare insensati. Si parte dall’attualità delle stazioni spaziali orbitali e dai progetti di basi permanenti sulla Luna e su Marte, che già presentano gravi problemi di difficile soluzione; si passa poi ai progetti di nuovi sistemi propulsivi per spostarsi più velocemente e più lontano, fino ai pianeti di altre stelle, e ai progetti di “terraformazione” di altri mondi e alle colonie spaziali, entrando in domini che sono ancora fantascientifici. Tutto questo non riguarda solo un futuro lontanissimo. La Terra potrebbe diventare invivibile molto prima che il Sole si trasformi in una gigante rossa: la causa potrebbe essere una pandemia, una crisi climatica, una guerra nucleare. Queste considerazioni ci fanno ricadere nell’attualità e nella necessità di pensare seriamente allo spazio come a una “nuova frontiera”. Se non per tutta l’umanità, almeno per qualcosa che ne possa conservare la memoria.

Piero Stroppa

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