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Vicinanza
from L'Espresso 49
by BFCMedia
di LUIGI VICINANZA C’è un a qu e sti one meridi ona l e d entr o i l Pd s en z a i d entit à
Esiste una “questione meridionale” all ’ interno del Pd in cerca di identità. Il Sud infatti è assente nell ’analisi socio-economica e nella prassi politica di quel partito che dei g randi meridionalisti del recente passato av rebbe dov uto raccog liere l ’eredità. Assenza ampiamente ricambiata dag li elettori. Un partito cannibalizzato dai Cinque Stelle, muto su lle g randi questioni sociali e ambientali, incerto persino su l disastro di Ischia, disarticolato nella struttura organizzativa e nei meccanismi decisionali.
«Su l lo stato dei par titi a Napoli non mi pronuncio. A nche perché non ci sono, non saprei di che parlare», ha rimarcato il sindaco della capitale del Sud, Gaetano Manfredi. Giudizio netto, pronunciato alla presentazione del libro di Stefano Fassina “Il mestiere della sinistra”. Visto il contesto, è apparso chiaro all ’uditorio a chi si stesse riferendo. Un partito inesistente in g rado di soprav v ivere però nei gang li decisionali delle amministrazioni del Mezzog iorno solo g razie alla leadership e al consenso raccolto intorno ad alcune personalità: lo stesso Manfredi a Napoli e A ntonio Decaro a Bari, i governatori della Campania e della Pug lia, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, due
dem irregolari, mal sopportati dalla nomenclatura romana. Eppure sono le uniche due reg ioni meridionali ancora governate dal centrosinistra. Pensare che nel 2015 tutti i presidenti del Sud erano targati Pd. Sono caduti uno dopo l ’altro per un disfacimento g local, misto di errori locali e di disattenzioni g lobali. “È sparito il Sud ” f u il titolo di una copertina dell ’Espresso del settembre di sette anni fa, Matteo Renzi a Palazzo Chig i. Da allora le lande meridionali si sono trasformate ancor più in terre incognite, dove si amplificano tutti i mali della nazione. L’u ltimo rapporto Sv imez, presentato alla Camera a fine novembre, prevede per il prossimo anno una crescita stentata del Pil, appena +0,5 per cento su scala nazionale. Ma scomponendo territorialmente il dato, si scopre che la ricchezza delle aree centrosettentrionali dov rebbe crescere dello 0,8 mentre il Mezzog iorno va in recessione con - 0,4. Il Sud dunque come campo di battag lia per ridurre le diseg uag lianze? Per magg iore g iustizia sociale? Gli indizi non fanno ben sperare. Nella corsa al Nazareno il Pd appare indirizzato verso un orizzonte sempre più nordista. Il tandem Stefano Bonaccini-Dario Nardella riI problemi del Sud sono completamente scomparsi dalle analisi e dall’azione politica di un partito che fatica a dotarsi di un’immagine chiara anche su scala nazionale
propone un partito territoriale tosco-emiliano, capace nell ’amministrare bene ciò che hanno sempre amministrato. Anche se in Toscana pezzi strategici di territorio sono stati conquistati dalla destra, da Pisa a Siena. Forse, proprio per scrollarsi di dosso il marchio di fabbrica i due hanno scelto di cominciare da Bari la campagna congressuale. Con Elly Schlein invece si profi la il partito dell ’alterità, delle libertà indiv iduali, della critica al neoliberismo, un radicalismo g iusto quanto vago. Emiliana è anche Paola De Micheli e marchig iano di Pesaro (quasi romagnolo, verrebbe da dire) Matteo R icci. Tutti espressione di un’Italia bella, inv idiabile, ma lontana dalle tensioni laceranti del Paese. È toccato a un altro emiliano-romagnolo, Matteo Lepore, sindaco di Bologna, ammettere che al partito democratico andrebbe agg iunta una parola-chiave, strateg ica per l ’azione f utura: lavoro. Un’ammissione di colpa per un partito arrivato terzo, dopo Fratelli d ’Italia e M5S, nel voto operaio delle fabbriche del Nord. Estraneo sia al lavoro tradizionale sia alla parcellizzazione lavorativa della contemporaneità; distante da quella “precarietà persistente”, come la definisce Sv imez, che affligge nelle reg ioni del Mezzog iorno un lavoratore su quattro. Insomma, la proposta congressuale dem al momento sembra una replica dell ’esistente: un partito borghese, dei garantiti, lontano dalle periferie urbane e sociali. Senza Sud.