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Israele, destra pigliatutto Alberto Stabile
from L'Espresso 49
by BFCMedia
Medio O rient e ISRAELE, DESTRA PIGLIATUTTO
DI ALBERTO STABILE
assalto della estrema destra suprematista e L’ nazionalista a Israele s’è di fatto concluso con il trionfo di quelli che fino a qualche anno addietro figuravano negli elenchi dei commissariati riservati agli estremisti, sovversivi, ma che oggi, grazie al successo elettorale ottenuto insieme con il Likud di
Benjamin Netanyahu, si accingono a mettere le mani su alcuni meccanismi vitali dello stato ebraico.
Dal funzionamento della Polizia, ai principi che ispirano l’appartenenza alle celebrate Forze di Difesa Israeliane, o
Idf, come viene denominato l’esercito; dall’attività degli Insediamenti ebraici nei Territori Occupati, destinati ad una vertiginosa espansione, ai diritti e doveri dei cittadini arabi-israeliani; dai programmi scolastici sospetti di eccesso di liberalità, alla “difesa della dell’Identità ebraica e della
Famiglia”; dall’ordinamento giudiziario, sospetto di troppo
“interventismo” e “sinistrismo”, alla Legge del Ritorno: nulla, secondo gli accordi appena sottoscritti tra Netanyahu e i principali alleati di governo sarà sottratto alla furia controriformista della nuova maggioranza.
I cui pilastri sono tre, più un quarto di rincalzo: Itamar
Ben-Gvir, capo del partito Otsma Yehudit, Potere Ebraico, il suo partner di sempre, Bezalel Smotrich, Partito Sionista
Religioso, e Avigdor (Avi) Maoz, del partito Noam (Piacevolezza), il quale, pur avendo ottenuto un solo seggio in parlamento (gli altri ne hanno totalizzato altri 13) ha avuto un incarico di livello ministeriale assai rilevante sul piano cul-
turale: l’Autorità per la difesa dell’Identità Ebraica e della Famiglia, istituita nell’ambito dell’ufficio del Primo Ministro. Un incarico la cui denominazione dice tutto. Il quarto perno di questa controrivoluzione culturale è rappresentato dal capo del partito ultra ortodosso sefardita, Shas, Arieh Dery, il quale s’ è guadagnato la gratitudine eterna del premier incaricato accettando la proposta di Netanyahu di condividere l’incarico di Ministro delle Finanze, tramite una rotazione di due anni per ciascuno, con Smotrich, il quale in un primo momento pretendeva il Ministero della Difesa. La pretesa di Smotrich, in effetti, aveva minacciato di mandare tutto all’aria. Il ministero della Difesa è considerato in Israele un incarico strategico di grandissima rilevanza, secondo soltanto a quello del premier. La I CAPI DEI PARTITI ESTREMISTI stessa considerazione ne ha anche l’alleato e protettore americano, che ogni anno versa ALLEATI DI NETANYAHU HANNO allo stato ebraico tre miliardi di dollari in aiuti militari. Ora, Smotrich è un tipo di OTTENUTO POSIZIONI-CHIAVE. DA DOVE estremista che l’America di oggi trova indiVOGLIONO INASPRIRE I RAPPORTI CON I gesto: fautore della separazione tra donne ebree e donne arabe nei raparti di materniPALESTINESI. GIÀ CI STANNO RIUSCENDO tà. Nemico dei gay : in segno di disprezzo verso la gay proud parade di Tel Aviv ha organizzato la Beast Parade, la parata delle bestie. E recentemente ha minacciato che agirà contro le organizzazioni per i diritti umani e Ngo varie che «rappresentano una minaccia esistenziale per lo Stato d’Israele». Ma se ha accettato di scambiare il ministero della Difesa con quello delle Finanze, Smotrich non sembra aver rinunciato al suo obiettivo principale di mettere sotto controllo l’Amministrazione civile, che rappresenta il braccio amministrativo dell’occupazione militare, da cui dipende la vita quotidiana dei due milioni e ottocentomila palestinesi che vivono nei territori (senza considerare i quasi due milioni di Gaza e i cinquecentomila di Gerusalemme Est). Amministrazione civile che, finora, è sempre stata di competenza della Difesa. Se Smotrich fosse stato accontentato, questo passo avrebbe implicato per i palestinesi un ulteriore inasprimento
Nel cartellone in bianco e nero da sinistra: Itamar Ben-Gvir, Benjamin Netanyahu, Bezalel Smotrich e Avi Maoz
dell’occupazione e per i settecentomila coloni che vivono nei territori una totale libertà di azione. L’idea di Smotrich, è che bisogna costruire quanto più è possibile in tutta la West Bank in modo da non lasciare ai palestinesi neanche un fazzoletto di terra per il loro futuro, sempre più improbabile, Stato.
Quello che è sicuramente riuscito ad ampliare potere e competenze del suo incarico è stato il neoministro per la Sicurezza Nazionale (ex Sicurezza Pubblica) Itamar Ben Gvir, il quale, oltre a mantenere il controllo della Polizia di Frontiera (Magav) branca della polizia nazionale con compiti di controllo delle frontiere e, dunque, anche a Gerusalemme e nelle zone rurali bordeggianti con i Territori palestinesi, avrà la possibilità di interferire nell’attività del Servizio di Sicurezza Interna, o Shin Bet, e particolarmente del Dipartimento “Terrorismo ebraico”.
Il fatto che sia Ben Gvir ad occupare quel posto, è, secondo un dirigente dei servizi speciali rimasto anonimo,“un’amara barzelletta”. Seguace del partito razzista e anti arabo, Kach, guidato dal Rabbino Meir Kahane, fino a quando, nel 1994, non è stato messo al bando come organizzazione terroristica, Ben Gvir , è stato condannato per sostegno ad organizzazione terroristica e arrestato più volte per attività sediziosa. Adesso avrà ai suoi ordini gli uomini che fino all’anno scorso lo consideravano un agitatore pericoloso. Ma a riprova che il successo elettorale dell’estrema destra è frutto di uno sbandamento della società israeliana nella stessa direzione, i modi spicci e i propositi minacciosi di Ben Gvir hanno trovato un’eco favorevole nel mondo giovanile, sia tra gli studenti che tra i militari di leva. Hebron, venerdì 25 novembre. Alcuni pacifisti israeliani di una Ngo che lavorano con i palestinesi vengono fermati dai militari. Scoppia un alterco: uno degli attivisti viene colpito con un pugno al volto che gli procurerà una frattura. Un altro soldato, Yariv Levi, viene ripreso da una telecamera mentre, dopo aver minacciato un’altra attivista («ti spacco la faccia»), si lascia andare contro i pacifisti: «Adesso verrà Ben Gvir e metterà le cose a posto, qui. È tutto. Avete perso. Il divertimento è finito...». Proteste della Ngo e provvedimento del comandante della Brigasta Givati, cui appartengono i militari in questione, Aviram Alfasi: dieci giorni agli arresti per Levi, mentre proseguono le indagini sull’aggressione fisica ad opera dell’altro militare. Apriti cielo. Il padre di Yariv interviene pubblicamente accusando le gerarchie fino al Capo di Stato maggiore, Cochavi, di aver commesso un’ingiustizia per aver condannato il figlio. Ma come si son permessi, «i nostri eroici soldati rischiano la vita ogni giorno per la patria e loro...». Interviene Ben Gvir, il quale, lungi dal condividere l’operato degli ufficiali, solidarizza col il genitore per quella che definisce «un’ingiustizia sproporzionata». Kochavi ribadisce che violenza fisica e verbale contro i civili sono contrarie ai valori delle Idf (tranne che i civili in questione non siano palestinesi, si potrebbe aggiungere, n.d.r.). La pena viene accorciata: sei giorni invece che dieci. Nahum Barnea, grande giornalista israeliano, dice che l’e-
Alberto pisodio di Hebron è soltanto la punta dell’iceberg. «Non esi-
Stabile ste più l’Israele di una volta. Il peggio deve ancora venire».Giornalista