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LA LOCOMOTIVA DEL NORDEST

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E-SPANSIVA

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LEADER IN CALZATURE E ARTICOLI SPORTIVI

IL TREVIGIANO PUÒ VANTARE TRA LE SUE PERLE

IL SETTORE DEL LEGNO-ARREDO, LA INOX VALLEY

E BUONA PARTE DELLE TERRE DEL PROSECCO

di Piera Anna Franini

Si narra che la bella Treviso venne risparmiata da Attila e che prosperò sotto i Goti e i Longobardi. Fu Comune fiorente, dunque corteggiato da un’infilata di Signori, ma alla sequela dei fidanzamenti a corto raggio preferì il sodalizio - non da pari a pari, noblesse oblige - con Venezia, con la quale condivise le sorti fino all’Ottocento, tra la cessione all’Austria fatta dal gran barattiere Napoleone Bonaparte e le battaglie risorgimentali. Si fregia di includere nella propria provincia la cittadina di Vittorio Veneto, sinonimo di rivalsa sul nemico. Di lei inoltre si dice che fu “marca gioiosa” (a tavola) “et amorosa”. E di fatto oggi accoglie una bella rosa di ristoranti intriganti. Quanto al secondo aspetto ricordiamo che diede i natali a Lorenzo Da Ponte, coautore insieme al sublime Mozart di una terna di opere che valgono più di altrettanti trattati d’amore: Così fan tutte, Le Nozze di Figaro, Don Giovanni. Durante il primo mezzo secolo del Novecento la gaudente provincia sprofondò nella povertà e conobbe il fenomeno della emigrazione. E i trevigiani - va detto - erano assai apprezzati per essere operosi, mansueti e di corpo robusto. Così attestano le cronache dell’epoca.

Archiviato il cinquantennio dei due conflitti mondiali, Treviso ha cambiato pelle conquistando la palma di una delle province italiane più prospere e dalla vivace imprenditoria. Si contano 79.489 sedi di imprese che impiegano 324mila addetti, il 15,7% dei quali opera in grandi aziende e il 36,9 % attivo in imprese con meno di dieci dipendenti. Il 36,3% è impiegato nel settore manifatturiero, il 5% nell’agricoltura, il 15,4% nel commercio, il 20,9% nei servizi alle imprese, l’8,25% nelle costruzioni, il 6,4% nei servizi alle persone e il 6,6% nelle attività di alloggio e ristorazione. In tema di valore aggiunto: il 33% deriva dall’industria, a fronte di una media italiana che scende al 20%; il 2,8% nasce dall’agricoltura (2,2% la media nazionale) e il 57% dal terziario (media italiana al 72%). Il 93% delle aziende ha meno di dieci dipendenti, il

5,9% meno di 50 e solo lo 0,1% supera le 250 unità. Così la Camera di Commercio Treviso-Belluno Dolomiti su dati Infocamere, Istat e Intesa San Paolo. Treviso ospita un bel quartetto di distretti. In testa, quello dello Sportsystem di Asolo e Montebelluna, tra i leader mondiali delle calzature tecniche e di articoli sportivi. Da queste parti si fabbricano scarpe da sempre: basti pensare che già nei secoli di dominazione veneziana vi operava la corporazione dei ‘calegheri’ (calzolai). Storia antica e recente che ha trovato il suo scrigno nel Museo dello scarpone e della calzatura sportiva di Montebelluna, che conserva oltre duemila manufatti legati al mondo del design, della progettazione, dell’innovazione tecnologica e della produzione di settore. Tutto partì con lo scarpone da sci, abbracciando via via il segmento delle scarpe da calcio, tennis e basket. Attorno a colossi come Tecnica Group, Lotto, Rossignol Lange, quindi Geox e Stonefly, sono fiorite 249 imprese, più 56 filiali, che impiegano oltre 4.750 addetti. Aziende che sono parte attiva della rivoluzione 4.0: si va da Geox, che già in tempi non sospetti creò la scarpa respirante grazie all’uso di materiali di ultima generazione, a realtà più piccole come La Scarpa, che si è inventata calzature biodegradabili in grado di decomporsi dieci volte più rapidamente di una scarpa normale una volta arrivate a fine vita. Così come Novation Tech è diventato leader europeo nella lavorazione e produzione di componenti in fibra di carbonio e materiali compositi per il settore dell’automotive, dell’aerospazio, dello Sportsystem e dell’occhialeria.

Fra Conegliano e Vittorio Veneto ha preso forma la cosiddetta Inox Valley, tale perché dedita alla lavorazione dell’acciaio inossidabile per elettrodomestici (Treviso è la numero uno in Italia per export di elettrodomestici), apparecchi per uso domestico e attrezzature per la collettività. Ad accendere la prima scintilla fu il gruppo Zoppas. Poi per gemmazione nacquero i subfornitori, diventati via via dei piccoli giganti e che a loro volta si sono aperti a nuovi settori, come le attrezzature da cucina, gli impianti per la preparazione degli alimenti e prodotti legati al mondo del cibo (macchine da caffè, friggitrici), ma anche piccoli elettrodomestici (come i ferri da stiro), e impianti di condizionamento. Oltre a Zoppas Industries, allargatosi anche al settore dello Spazio, sono attivi grandi aziende come De Longhi, Electrolux, Falmec. Fra le Pmi spicca Irinox FOTO, tra i leader nelle carpenterie per quadri elettrici in acciaio inox, che ha inventato un abbattitore rapido di temperatura ad uso domestico. Nel distretto si contano 38 sedi d’impresa e 24 filiali produttive e distributive attive nella fabbricazione di

Aziende 79.489

Addetti 324.000

Export 14,5 miliardi

Una cantina progettata da Eugenio Campo, attività trevigiana del legno-arredo; tra i settori di punta anche quello degli elettrodomestici in acciaio inox (in alto a destra) e del Prosecco (in basso) apparecchi per uso domestico impiegando 3.700 gli addetti. Sono 75 le sedi d’impresa e 47 le rispettive filiali che operano nella fabbricazione di attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione.

Altro cluster importante è quello del legno-arredo, che dall’area orientale di Treviso, la cosiddetta Sinistra Piave, sconfina nel Distretto Friulano del Mobile Livenza: intersecandosi. Si lavora agli arredi casa, ma anche ufficio, commerciali e di nicchia fino alla componentistica, imballaggi, infissi e serramenti, pannelli, pavimenti e semilavorati. Nell’area trevigiana si contano 898 sedi di impresa più 422 filiali. In questo distretto spiccano realtà universalmente note come Veneta Cucine, Gruppo Homes, Alf Group, Euromobil, ma anche gioielli di dimensioni

898 IMPRESE E 422 più contenute come Eugenio Campo, che ha brevettato la “Cantina di vini” a controllo domotico.

Si chiude con la nota frizzante che proietta, anche mediaticamente, Treviso nel mondo. Rientra infatti tra le terre del Prosecco, le bollicine più bevute al mondo. Il 54% degli ettari che concorrono alla produzione totale di Prosecco, una regione vinicola che si allarga ad altre città venete e del Friuli Venezia Giulia, si concentra proprio nel trevigiano, che di ettari ne vanta 15.344 e imbottiglia circa il 50% dell’intera produzione (319,2 milioni di bottiglie). Non solo: nel 2022 sono state 191,2 milioni le bottiglie (pari al 30% del totale) ad essere commercializzate con la menzione ‘Treviso’ in etichetta. Otto bottiglie su dieci finiscono sul mercato estero, con gli Usa in testa alla classifica, rappresentando il 24,6% dell’export (seguono Regno Unito con il 23%, Germania con l'8,8%, Francia con il 5,8%).

Nona provincia in Italia per export

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