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CRISI D’IMPRESA E RUOLO DEGLI ADVISOR

Come

si deve comportare un imprenditore di fronte all'incapacità della propria azienda di generare flussi di cassa? A chi deve rivolgersi?

Ferlin,

Nel corso della vita di un’impresa può capitare che la stessa si trovi nelle condizioni di affrontare una situazione di crisi che può essere causata da svariati fattori. Capita spesso che l’imprenditore oppure il management non agiscano tempestivamente ai primi sintomi di una potenziale situazione di crisi.

Sul punto di recente, il 15 luglio 2022, è entrato definitivamente in vigore il Codice della crisi dʼimpresa e dellʼinsolvenza, dopo uno slittamento di quasi due anni dalla data originariamente prevista (15 agosto 2020).

Gli ultimi interventi normativi hanno reso ancora più centrali le nuove misure idonee e gli assetti che consentano di rilevare tempestivamente lo stato di crisi ed intervenire (anche) ricorrendo al nuovo istituto della composizione negoziata della crisi. Va ribadito che la composizione negoziata si colloca all’esterno degli strumenti di composizione della crisi e dell’insolvenza e non costituisce una procedura concorsuale. Essa rappresenta piuttosto un percorso, uno snodo preventivo, per giungere a una soluzione della crisi.

Lʼimprenditore che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, per il tramite dei propri advisor che egli stesso dovrà nominare (finanziario e legale), i quali avranno il compito di redigere il piano economico finanziario con la relativa manovra finanziaria, rivolgendosi alla Cciaa di riferimento del proprio territorio, può richiedere la nomina di un esperto indipendente quando risulta ragionevolmente perseguibile il risanamento dellʼimpresa. Il nuovo Codice della crisi pone un forte accento sullʼimportanza della prevenzione al fine di intercettare tempestivamente la crisi dʼimpresa: in tale contesto, dunque, tutte le imprese dovranno dotarsi di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili, anche al fine di rilevare tempestivamente la crisi e lʼeventuale perdita della continuità aziendale. Per tutelare la figura dellʼimprenditore che voglia accedere alla composizione negoziata della crisi, gli intermediari finanziari sono invitati a partecipare attivamente a tutte le trattative del caso.

Viene inoltre affermato che lʼaccesso alla composizione negoziata non costituisce, di per sé, una causa di sospensione o revoca degli affidamenti, che può essere disposta solo se richiesto dalla disciplina di vigilanza prudenziale con apposita comunicazione che ne evidenzi le ragioni.

È fondamentale, preso atto della situazione di crisi in cui versa l’azienda, intervenire tempe- stivamente per il tramite di advisor specializzati al fine di valutare il miglior strumento giuridico che consenta all’azienda di poter essere risanata in un percorso i cui gli attori al tavolo sono molteplici e con interessi diversi.

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