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Un ritorno a colori

Lo smart working è un lontano ricordo e i lavoratori vogliono spazi diversi, giocosi, liberi da stereotipi e personalizzabili di Valentina

Lonati

Addio smart working? Quasi. A dirlo è l’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche), secondo il quale i lavoratori da remoto sarebbero oggi soltanto il 14,9%. E pensare che in piena pandemia erano circa sette milioni, ovvero un terzo della totalità dei lavoratori dipendenti. Un ritorno al passato che sa di restaurazione, ma tant’è. Se si deve tornare in ufficio, allora che sia il più possibile giocoso, colorato, libero dagli stereotipi. Via libera dunque alla personalizzazione delle postazioni di lavoro – flessibili o fisse non importa, basta poco per imprimere un guizzo di originalità – e alla scelta di accessori, arredi e oggetti che rendano più piacevole – o meno scioccante, ça va sans dire – il rientro full time alle scrivanie. Ecco qualche suggestione per creare isole di gioco e spensieratezza in ufficio.

MUUTO La scrivania che ti somiglia

CASSETTE PORTAOGGETTI, bacheche di sughero, portapenne, lampade da tavolo dal design minimal e pop: se si vuole dare un tocco creativo alla scrivania, allora vale la pena scoprire il marchio danese Muuto. Un universo di ispirazione e idee per trasformare la postazione lavorativa in uno spazio che ci assomiglia.

Solo il 14,9% dei dipendenti lavora ancora da casa.

ONE TO ONE - OTO CHAIR A

sedere con l’economia circolare

Una sedia da montare e smontare all’occorrenza, realizzata in plastica riciclata. Oto Chair è la seduta disegnata da Alessandro Stabile e Martinelli Venezia, prodotta con un solo stampo grande un terzo di quelli tradizionali e venduta ottimizzando tutti i passaggi produttivi, dalla logistica al trasporto. Disponibile in sei colori, l’assemblaggio è un incastro intuitivo che non richiede viti o inserti di qualsiasi tipo.

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