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28 | Il re degli effetti speciali Spigliato, determinato e sicuro di sé, Luca Toscano, giovane imprenditore napoletano, è il fondatore di Artech, gruppo che offre soluzioni pirotecniche e spettacolari per lo showbusiness. Eventi e programmi tv come l’Eurovision, i concerti di Maluma, X Factor e Italia’s Got Talent portano la sua firma. Oggi la sua azienda fattura 6,5 milioni di euro e lavora per clienti di ogni tipo in tutto il mondo.
“Creo tecnologie che mettono in scena l’immaginario dei clienti”.
di Daniel SettembreSMALL GIANTS
A cura di Piera Anna Franini
131 | Montagne di tecnologie
134 | Le valli che attirano i cervelli
FORBES LIFE
137 | Auguri a 5 stelle
Susanna Cristini
140 | L’artista dai tre volti
Glenda Cinquegrana
141 | Nuovi sapori
Federico Silvio Bellanca
142 | Artigiani dell’e-commerce
Valentina Lonati
LIVING
143 | Milano Alessia Bellan
144 | Roma Mara Cella
145 | New York Aka Sarabeth
146 | Pensieri e parole Pensieri
TACTIX® 7
SERIE
CREATO PER AFFRONTARE OGNI SFIDA
8 FORBES
MARZO, 2023 | VOLUME 65
Mensile registrato presso il Tribunale di Milano al n°260 del 7 settembre 2017
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Sidelines
Quanta intelligenza nel mare in tempesta
Tira aria di burrasca sull’economia mondiale ma la vela dei 30 Under 30 di Forbes sa sfruttare il vento e governare la nave nella tempesta. La guerra, la crisi energetica, i cascami del post Covid, le catastrofi naturali come i terremoti o la siccità hanno messo e stanno mettendo in difficoltà migliaia di aziende in tutto il mondo. I giovani però non si sono fatti scoraggiare e hanno continuato a macinare talento e intelligenza. Come? Garantendo una formazione di qualità a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche; facilitando la vita quotidiana tramite Ai e machine learning; riducendo di tonnellate le emissioni di CO2 ogni anno grazie a interventi di efficienza energetica nell’immobiliare; abbattendo il tabù della riproduzione, o portando avanti il meglio del nostro made in Italy gastronomico. Mamma mia, quanti sono anche quest’anno i giovani che Forbes ha esaminato per capire chi fossero i più adatti a comporre la classifica italiana.
Alla fine ne sono stati selezionati 100 per 20 categorie, come ogni anno da sei anni, che si aggiungono ai 600 30 Under 30 che invece seleziona l’edizione americana. Il team di giornalisti di Forbes
Italia, guidato da Daniel Settembre, ha lavorato sodo per scegliere le menti brillanti che, dallo sport alla salute, dalla moda e l’arte alla finanza, passando per il gaming e il settore del venture capital, hanno sviluppato idee e progetti rivoluzionari in grado di influenzare positivamente l’economia del Paese.
Le startup che molti di loro hanno creato si chiamano Zwap, che mette in contatto i lavoratori da remoto; Hoooly, il cestino intelligente; MyAedes, che efficienta la gestione dei lavori e aumenta la sicurezza nei cantieri; This, Unique, la prima startup italiana a occuparsi di cura mestruale; CncMedia, seguitissima pagina Instagram di informazione; Ernesto.it, il marketplace che connette clienti con professionisti per oltre 500 categorie di servizi; Tundr, un ecosistema evoluto di welfare aziendale, ispirato dai valori di un codice etico e di una responsible supply chain policy
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La storia forse più affascinante la raccontiamo nel servizio di copertina. È quella di Luca Toscano, un giovane napoletano di 26 anni, diventato il re degli effetti speciali. Nel 2015 ha fondato Artech, gruppo che si compone di diverse società che offrono soluzioni spettacolari ed effetti speciali per lo show-business. L’Eurovision è solo uno dei tanti eventi che portano la sua firma: i suoi effetti speciali hanno infatti arricchito i concerti del cantante colombiano Maluma o quello di Alessandra Amoroso. In tv Luca ha curato per la Rai gli effetti speciali de L’anno che verrà, di Scherzi a Parte per Mediaset, della stagione 13 e 16 di X Factor e della finale di Italia’s Got Talent 9 e 10. Semplicemente fantastico. Sono questi i 30 Under 30 di Forbes: unici, formidabili, geniali F
Extra.Ordinary
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I podcast di Steve Forbes
LA VERA RAGIONE DEI RITARDI DELLE COMPAGNIE AEREE E IL SEMPLICE CAMBIAMENTO CHE POTREBBE RISOLVERE TUTTO
I gravi ritardi dei voli durante le vacanze di Natale, i problemi del sistema di controllo del traffico aereo della Federal Aviation Administration, che hanno bloccato temporaneamente tutti i voli statunitensi, e altri incidenti da brivido, sottolineano la necessità di un cambiamento che avrebbe dovuto essere attuato già negli anni ‘90. La tecnologia della Faa è obsoleta e gli sforzi per modernizzarla sono stati vani. Questa puntata di What’s Ahead ne illustra i motivi e propone la soluzione: togliere il sistema di controllo del traffico aereo dalle mani dei politici di Washington per affidarlo a un’entità indipendente, senza scopo di lucro, controllata dall’industria aeronautica. Le norme di sicurezza resterebbero di competenza della Faa. Non si tratta di una teoria: è stato fatto con successo da più di 60 paesi.
CHI VINCERÀ LA GUERRA DEI FORNELLI A GAS?
L’amministrazione Biden vuole vietare i fornelli a gas. Non può farlo a priori, quindi ricorre a regolamenti per raggiungere il suo obiettivo. Questo episodio di What’s Ahead chiarisce che un simile attacco è parte integrante di un lungo e massiccio attacco sia ai combustibili fossili, sia a qualsiasi dispositivo di consumo che renda migliore la nostra vita. Ma la gente non sta a guardare e reagisce a questo attacco ingiustificato contro le stufe a gas. La battaglia è iniziata e una vittoria in questo caso sarebbe un catalizzatore per l’abolizione di tutte le normative inutili e dei disagi che ci hanno afflitto.
UCRAINA: NON C’È ALTRA VIA CHE LA VITTORIA
Il vergognoso tentennamento - soprattutto da parte della Germania - sull’invio di carri armati all’Ucraina evidenzia la confusione sulla posta in gioco in questa guerra con la Russia. Fin dall’inizio del conflitto gli Stati Uniti e la Nato hanno fornito all’Ucraina armamenti, ma mai in quantità e qualità sufficienti per vincere. Questa esitazione ha solo rafforzato la convinzione di Vladimir Putin che, nonostante le umilianti battute d’arresto sul campo di battaglia, alla fine potrà trionfare e che, con il passare del tempo, l’Occidente si stancherà dello sforzo e farà pressione su Kiev per ottenere un accordo forzato. Secondo Putin, il modo migliore per sottomettere l’Ucraina è usare lo stesso approccio che la Russia utilizzò contro la Germania nazista nella Seconda Guerra Mondiale, quando l’Armata Rossa si affidò a massicci sbarramenti di artiglieria, attacchi di carri armati e implacabili ondate umane per respingere l’assalto nazista, motivo per cui le perdite russe furono più di dieci volte quelle di Stati Uniti e Gran Bretagna messi insieme. Putin sta giocando d’anticipo. La Russia e gli altri nostri avversari vedono ancora gli Stati Uniti come un Paese in declino e privo della resistenza mostrata durante la Guerra Fredda. Pertanto dovremmo fornire all’Ucraina tutto ciò di cui ha bisogno per sconfiggere Putin in modo inequivocabile. F
What’sAheadè il podcast di Steve Forbes che fornisce intuizioni, opinioni e visioni per rimanere al corrente di ciò che sta accadendo in questo mondo sempre più turbolento.
Le puntate si possono ascoltare su YouTube e Spotify e vanno in onda il martedì, il giovedì e il venerdì
Passione per l’eccellenza
Francesco Canzonieri ha 43 anni e una carriera intensa alle spalle: prima Goldman Sachs, poi Barclays e Mediobanca. Nel 2021 ha creato Nextalia per dare vita alla piattaforma italiana di riferimento per gli investimenti nei private market. Il primo fondo è dedicato ai “cavalli di razza” del nostro Paese
“Creare valore per gli investitori, contribuendo al contempo a sostenere l’economia reale del Paese”. Questa è la duplice missione di Nextalia raccontata dal suo fondatore, Francesco Canzonieri. La società è nata nel febbraio del 2021, in piena pandemia, dall’idea che Canzonieri condivide con alcuni investitori istituzionali con i quali aveva già costruito solide relazioni nel suo ruolo di global co-head of corporate & investment banking (cib) in Mediobanca, ossia Intesa Sanpaolo, UnipolSai Assicurazioni, Coldiretti e la Micheli Associati del finanziere Francesco Miche, oggi presidente di Nextalia. A questo parterre di eccellenza si è aggiunta, dopo circa un anno, anche Confindustria, a conferma del ruolo centrale dell’iniziativa per il tessuto produttivo italiano.
Nextalia è stata fondata in un contesto post-pandemico caratterizzato da elevata incertezza, ma ha da subito avuto una mission chiara, condivisa con gli azionisti: diventare la piattaforma di riferimento in Italia per gli investimenti nei private market, partendo da un primo fondo di private equity focalizzato sulle eccellenze italiane, che Canzonieri ama chiamare “cavalli di razza”. Una scelta che riflette la passione di Francesco per l’eccellenza, uguagliata solamente dalla sua fedeltà all’Inter, squadra del cuore che primeggia nei colori sociali e nel logo di Nextalia.
La sua storia è tanto breve quanto intensa, perché Canzonieri è un giovane imprenditore di 43 anni, nato in Calabria. Un’età inversamente proporzionale al suo curriculum. Una storia iniziata con una laurea in Economia e finanza alla Bocconi di Milano, il trasferimento a Londra in Goldman Sachs, dove entrò dalla porta principale nell’universo delle m&a. Il passaggio successivo fu in Barclays, dove si occupò, tra l’altro, delle maggiori ristrutturazioni, fusioni e operazioni all’interno del sistema bancario e assicurativo italiano e greco,
prima di rientrare a Milano nel 2014 in Mediobanca e diventare, nel 2018, co-head del cib di Piazzetta Cuccia. Bruciando i tempi e prendendo parte in prima persona alle più importanti operazioni di quegli anni, dall’opa di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca al riassetto di Esse lunga, dalla fusione di Inwit con Vodafone Tower Italia e dall’acquisizione di General Cable da parte di Pry smian al processo di sviluppo di Nexi, paytech leader europea dei pagamenti, fino alla sua quotazione e alle ultime operazioni di consolidamento. Tutto questo fino a febbraio 2021.
Da questa data Canzonieri ha iniziato il suo percor so personale, in cui dalle grandi istitu zioni finanziarie è passato a una realtà imprenditoriale, a un’azienda che è in grado di disegnare secondo le proprie aspettative, facendo si affiancare da un team giovane, dina mico, ma con solide professionalità complementari tra loro. Con la grande abilità che lo contraddistingue, sia in termini di rela zioni che di business, è riuscito a completare la raccolta del primo fondo di private equity in meno di un anno dall’autorizzazione di Banca d’Italia, raggiungendo l’hard cap di 800 milioni di euro, che sembrava quanto mai ambizioso e – a detta di alcuni – irraggiungibile per un fondo neo-costituito. Gli investitori del fondo sono prevalentemente privati e italiani e comprendono molti dei principali gruppi bancari e assicurativi, casse di previdenza e fondazioni bancarie, oltre a imprenditori privati e family office.
Il fondo, in poco meno di un anno dall’avvio, ha già portato a termine quattro importanti acquisizioni in settori strategici per il mercato e l’economia italiana. In particolare, l’acquisizione più significativa finora è stata quella di Intesa Sanpaolo Formazione, che si colloca nell’ambito di una più ampia operazione che prevede la creazione della piattaforma italiana leader nella for-
Gli investitori del fondo comprendono anche molti dei principali gruppi bancari e assicurativi, casse di previdenza e fondazioni bancarie, oltre a imprenditori privati e family office
tegica con l’Istituto Treccani e dall’acquisizione di Accurate, azienda di Parma specializzata nella formazione del personale medico. Inoltre, ad aprile 2022 è stata finalizzata l’acquisizione della maggioranza di First Advisory, oggi Firstance, piattaforma tecnologica di distribuzione di soluzioni assicurative per il mercato del wealth management in Europa. A giugno, assieme a Bain Capital, Nextalia ha annunciato l’accordo per l’acquisizione della torinese Deltatre, tra i principali provider di tecnologie per il mondo dello sport e dell’intrattenimento
a livello mondiale. Da ultimo, ma non certamente per importanza, alla fine del mese di dicembre è stata perfezionata l’acquisizione di Ibf Servizi per creare il campione nazionale nel settore agritech, anche grazie a una partnership con Bonifiche Ferraresi e Consorzi Agrari d’Italia per la distribuzione in esclusiva di servizi di agricoltura di precisione e soluzioni tecnologiche. Un percorso che non ammette pause, perché Canzonieri sta già preparando la raccolta del secondo fondo. E il consiglio d’amministrazione ha da poco approvato il regolamento di Nextalia Credit Opportunities, che si focalizzerà sul mercato italiano delle special situation attraverso i verticali distressed credit e distressed corporate. Un nuovo fondo che, c’è da credere, replicherà il successo del primo. F
FINANCIAL PICTURE
di Andrea GiacobinoUn pieno di utili
In Eni dal 1981, Claudio Descalzi, è diventato ad nel 2014. Sotto la sua gestione il cane a sei zampe ha avviato un percorso di ottimizzazione e di miglioramento dell’efficienza. Ora corre per il suo quarto, probabile mandato. E intanto, a febbraio, ha presentato un solido piano industriale al 2026
Claudio Descalzi, milanese, classe 1955, è stato nominato amministratore delegato di Eni, dove è entrato nel 1981 dopo una laurea in fisica, nel 2014 dall’allora governo Renzi e poi confermato tre anni dopo dal governo Gentiloni. E ora corre per il suo quarto, probabile mandato. Nel corso della sua gestione, il titolo del gruppo del cane a sei zampe ha sì perso in borsa il 24% circa, ma nelle tasche degli azionisti (Tesoro in testa) sono arrivati dividendi per 22,5 miliardi di euro. Eni ha attraversato con successo tre grandi crisi legate allo scenario e al contesto economico, elaborando e avviando contestualmente la propria strategia di decarbonizzazione. La nomina di Descalzi avvenne infatti in coincidenza con il crollo del prezzo del petrolio a causa dell’eccesso d’offerta causato dalla rivoluzione dello shale oil Usa e della battaglia sulla quota di mercato attuata dall’Arabia Saudita a partire dall’autunno 2014. Già a luglio di quell’anno, anticipando il futuro trend di riduzione dei prezzi delle commodity energetiche, in seguito ad analisi approfondite degli scenari Eni intraprende un programma di disciplina finanziaria e di massimizzazione della generazione di cassa. Da qui Descalzi ha avviato un percorso di miglioramento dell’efficienza e di ottimizzazione in tutti i business, la cui attuazione, unita al costante presidio della cassa, consentirà di rafforzare la struttura patrimoniale della società fino alla forte solidità delineata nell’attuale piano strategico 2023-2026 presentato lo scorso 23 febbraio che prevede la generazione di un Cash flow from operations (Cffo) prima del capitale circolante di oltre 17 miliardi quest’anno e di oltre 69 miliardi nel corso del piano, con un aumento del 25% nel 2026 rispetto al 2023, allo scenario costante del 2023. Ciò consente di finanziare organicamente gli investimenti e di potenziare la remunerazione agli azionisti, mantenendo il leverage tra il 10-20%. D’ora
in avanti, Eni intende distribuire tra il 25% e il 30% del Cffo annuale attraverso una combinazione di dividendi e buyback. E in linea con la policy, il dividendo annuale 2023 viene portato a 0,94 euro per azione, con un aumento del 7% rispetto al 2022. Mentre sul fronte della sostenibilità, Eni conferma gli obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 rispetto al 2018: -35% entro il 2030; -80% entro il 2040; e net zero entro il 2050.
Nel marzo 2020 esplose la pandemia e il 18 marzo Eni annunciò lo stop al programma di acquisto di azioni proprie e la revisione tempestiva del piano di investimenti e costi. Fu anche tagliato il dividendo di competenza 2020, in linea con simili riduzioni effettuate dai player di settore. Per superare la crisi Eni agì su una serie di leve: ridusse di 8 miliardi gli esborsi per costi e investimenti nel 2020-21 rispetto al Piano originario; definì una nuova politica di remunerazione e rafforzò e diversificò la struttura patrimoniale con l’emissione di 5 miliardi di euro di bond ibridi. Eni ha così superato il punto di minimo della crisi senza alcun aiuto esterno, contando sulle proprie forze e sulle proprie risorse finanziarie e, come in occasione della precedente crisi, mantiene i posti di lavoro di tutte le sue persone, mentre il resto del settore ha utilizzato anche questa leva per ridurre i costi.
Nonostante la complessità del contesto, la società ha recuperato immediatamente una eccellente performance economico-finanziaria e accelerato la propria trasformazione strategica, rafforzando i target di transizione facendo anche leva su tecnologie proprietarie. A febbraio dello scorso anno la Russia ha invaso l’Ucraina, evento che ha aggravato in modo sensibile una tensione sui prezzi che già stava gravando il mercato del gas nei mesi precedenti, quale effetto del basso livello degli investimenti che aveva caratterizzato il settore dal 2014. Eni ha organizzato e implementato un
Sotto la gestione Descalzi, Eni ha attraversato con successo tre grandi crisi e ha avviato nel frattempo la sua strategia di decarbonizzazione
piano per massimizzare la diversificazione delle forniture gas per garantire la sicurezza energetica italiana ed europea, anticipando un programma di focalizzazione sul gas equity già in atto; in tal senso nell’arco di pochissimi mesi dallo scoppio del conflitto, in un contesto di fortissima incertezza e volatilità, sono stati definiti una serie di accordi coi i partner tali da rimpiazzare il 100% degli approvvigionamenti di gas dalla Russia, che a partire da questo inverno e nei due inverni successivi ne sostituirà rispettivamente il 50%, l’80% e il 100%. Descalzi ha così sconfessato, d’intesa coi governi in carica, la linea russofila del suo predecessore Paolo Scaroni che, al contrario dell’attuale capoazienda, non proveniva dalle linee interne del gruppo del cane a sei zampe, quella degli oilmen che ha fatto la fortuna di Eni.
Le forniture addizionali di gas e Lng deriveranno ora dalle produzioni del gruppo in Paesi come Algeria, Egitto, Congo e Angola grazie alle recenti scoperte
esplorative e ai rapporti consolidati con i Paesi partner. Questo risultato è stato reso possibile dai rapporti tra Eni e i paesi in cui opera, caratterizzati - come nello spirito di Enrico Mattei, fondatore del gruppoda una forte condivisione dei rischi a vantaggio delle realtà locali, e dagli investimenti in esplorazione fatti dalla compagnia negli anni precedenti la crisi. La gestione Descalzi ha, anche in questa occasione, preservato con successo la solidità patrimoniale dell’azienda gestendo proattivamente i significativi rischi finanziari emersi a seguito dell’avvio del conflitto in Ucraina e riferiti in particolare al rischio marginazione, cioè l’assorbimento di liquidità associato ai derivati di copertura in essere e al rischio finanziario associato alle operazioni di coperture del rischio commodity precedentemente poste in essere. L’efficacia di queste azioni va inoltre inquadrata in relazione a quanto accaduto ad altre società europee, il cui salvataggio è stato garantito dall’intervento pubblico. F
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Cuori d’oro
WHO’S NEXT
onostante l’incertezza dei mercati azionari che ha fatto crollare molti patrimoni, i miliardari statunitensi più generosi hanno elargito più denaro rispetto ai due anni precedenti. Secondo Forbes , i 25 maggiori filantropi degli Stati Uniti hanno donato 196 miliardi di dollari nel corso della loro vita fino alla fine del 2022. Si tratta di un aumento di 27 miliardi di dollari rispetto ai 169 miliardi di un anno fa. Le donazioni dell’ultimo anno hanno superato i 20 miliardi di dollari registrati nei due precedenti.
I 25 filantropi della lista Forbes hanno un patrimonio combinato di 936 miliardi di dollari. Sedici di loro hanno aderito al Giving Pledge, organizzazione nata per incoraggiare le persone ricche a contribuire con la maggior parte del loro patrimonio a cause filantropiche. Molti di loro ha ancora molta strada da fare, ma tre di loro hanno raggiunto l’obiettivo: Chuck Feeney, T. Denny Sanford e George Soros, che ha donato più della metà della sua fortuna sebbene non sia tra i firmatari del Giving Pledge.
Warren Buffett è ancora una volta in cima alla lista dei donatori, in base all’importo totale. Sono 17 anni che, ogni anno, dona miliardi di dollari in azioni della Berkshire Hathaway. Secondo le nostre stime, Buffett ha donato 5,4 miliardi di dollari nel 2022 per un totale di 51,5 miliardi nel corso della sua vita. Una somma superiore di quasi 13 miliardi rispetto a quella di Bill Gates e Melinda French Gates. Bill ha donato 20 miliardi alla Gates Foundation nel luglio 2022. F
LA CLASSIFICA DEI 25 DONATORI PIÙ GENEROSI D’AMERICA
# WARREN BUFFETT
Fonte di ricchezza: Berkshire Hathaway
Patrimonio netto: 106 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: salute, lotta alla povertà
Somma delle donazioni: 51,5 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 5,4 miliardi di dollari
# BILL GATES
E MELINDA FRENCH GATES
Fonte di ricchezza:
Microsoft, investimenti
Patrimonio netto: 102 miliardi di dollari, 6,6 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: salute, lotta alla povertà
Somma delle donazioni: 38,4 miliardi di dollari
Variazione rispetto a un anno fa: + 5 miliardi di dollari
# GEORGE SOROS
Fonte di ricchezza: fondi speculativi Patrimonio netto:
6,7 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: democrazia, istruzione, diritti umani Somma delle donazioni: 18,4 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 300 milioni di dollari
# MICHAEL BLOOMBERG
Fonte di ricchezza:
Bloomberg Patrimonio netto:
76,8 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: cambiamento climatico, salute, istruzione Somma delle donazioni:
14,4 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 1,7 miliardi di dollari
GETTYIMAGES
# CHARLES ‘CHUCK’ FEENEY
Fonte di ricchezza: acquisti duty free
Patrimonio netto: meno di 2 milioni di dollari Obiettivi delle donazioni: scienza, diritti umani, giovani Somma delle donazioni:
8 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: nessuna
# GORDON E BETTY MOORE
Fonte di ricchezza: Intel
Patrimonio netto: 7 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: scienza, ambiente, Bay Area
Somma delle donazioni: 5,8 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 300 milioni di dollari
# MACKENZIE SCOTT
Fonte di ricchezza: Amazon
Patrimonio netto:
27,8 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: disuguaglianza economica, razziale e di genere
Somma delle donazioni:
14,43 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 5,82 miliardi di dollari
# JIM E MARILYN SIMONS
Fonte di ricchezza: fondi speculativi
Patrimonio netto: 28,1 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: scienza di base, matematica Somma delle donazioni:
5,2 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 1,9 miliardi di dollari
Fonte di ricchezza:
Facebook Patrimonio netto:
49,3 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni:
scienza, istruzione, giustizia penale
Somma delle donazioni:
3,9 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 900 milioni di dollari
Fonte di ricchezza:
Nike Patrimonio netto:
47,3 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni:
istruzione
Somma delle donazioni:
3,37 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 270 milioni di dollari
Fonte di ricchezza: Amazon
Patrimonio netto:
116,9 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: ambiente, istruzione
Somma delle donazioni:
2,79 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno
precedente: +690 milioni di dollari
Fonte di ricchezza:
Microsoft
Patrimonio netto:
76,5 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: mobilità economica
Somma delle donazioni:
2,9 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 800 milioni di dollari
Fonte di ricchezza:
Google Patrimonio netto:
77,9 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: morbo di Parkinson, mobilità economica, cambiamento climatico Somma delle donazioni:
2,55 miliardi di dollari
Fonte di ricchezza: petrolio, investimenti Patrimonio netto:
3,2 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, comunità ebraica, equità di genere e riproduttiva Somma delle donazioni:
2,52 miliardi di dollari
Fonte di ricchezza:
investimenti
Patrimonio netto:
6,9 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni:
istruzione, arte, scienza
Somma delle donazioni:
3,14 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno
precedente: +340 milioni di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: +370 milioni di dollari
Fonte di ricchezza: Dell Patrimonio netto: 52 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, stabilità economica Somma delle donazioni:
2,43 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: +177 milioni di dollari
Fonte di ricchezza: banche, carte di credito
Patrimonio netto: 2 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: assistenza sanitaria, istruzione Somma delle donazioni:
2,25 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: Nessuna
# DONALD BREN
Fonte di ricchezza: proprietà immobiliare Patrimonio netto:
17,4 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, conservazione Somma delle donazioni:
2,1 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 470 milioni di dollari
Fonte di ricchezza: industrie Koch
Patrimonio netto:
58,9 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, lotta alla povertà, giustizia penale
Somma delle donazioni:
1,8 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: nessuna
Fonte di ricchezza: petrolio e gas, banche
Patrimonio netto:
13,8 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, salute, lotta alla povertà Somma delle donazioni:
1,68 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 120 milioni di dollari
# LAURA E JOHN ARNOLD
Fonte di ricchezza: hedge fund
Patrimonio netto:
3,3 miliardi di dollari
# DUSTIN MOSKOVITZ
E CARI TUNA
Fonte di ricchezza: Facebook, Asana
Patrimonio netto:
6,8 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: salute globale, giustizia penale
Somma delle donazioni:
2,11 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: +670 milioni di dollari
# PIERRE E PAM OMIDYAR
Fonte di ricchezza: ebay
Patrimonio netto: 9,1 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: riduzione della povertà, diritti umani, istruzione Somma delle donazioni:
1,82 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: 170 milioni di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, giustizia penale, sanità Somma delle donazioni: 1,63 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: + 170 milioni di dollari
# KEN GRIFFIN (nuovo ingresso)
Fonte di ricchezza: Hedge fund
Patrimonio netto:
32,3 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: istruzione, mobilità economica, ricerca medica
Somma delle donazioni: 1,56 miliardi di dollari
Fonte di ricchezza: televisione via cavo
Patrimonio netto: 2,4 miliardi di dollari
Obiettivi delle donazioni: Nazioni Unite, ambiente
Somma delle donazioni:
1,4 miliardi di dollari
Variazione rispetto all’anno precedente: 2 milioni di dollari
I pilastri dell’E-SPORT
“I videogiochi sono lo strumento migliore per parlare ai giovani. Chi opera nel settore ha una responsabilità”. Luca Pagano è uno dei fondatori della media company Qlash.
Oggi, oltre a far crescere la sua azienda, vuole promuovere l’educazione e il lavoro attraverso il gaming
Educazione e lavoro sono due colonne portanti nella vita di chiunque. Due colonne, in un momento caratterizzato da un’evoluzione travolgente, sempre meno solide. Sta però emergendo un terreno nuovo su cui gettare fondamenta consistenti per il futuro: l’industria del videogioco, nelle sue varie declinazioni. Il settore è uno dei pochi in forte ascesa anche in Italia e Qlash è una delle realtà che hanno intuito il cambiamento. Una media company non solo impegnata a crescere, ma
anche orientata a creare valore attraverso il gaming, declinato nell’educazione e nel mondo del lavoro.
La recente partnership con H-Farm lo dimostra.
“La forza degli e-sport e dei videogiochi è la trasversalità”, dice Luca Pagano, cofondatore di Qlash.
“Rappresentano lo strumento migliore per riuscire a parlare ai giovani. Attraverso il gaming competitivo passa anche l’educazione; uno strumento importante sotto il profilo del business, certo, ma soprattutto una responsabilità.
Siamo coscienti di avere a che fare con giovani
facilmente influenzabili”. La collaborazione con H-Farm è nata, aggiunge Pagano, per sviluppare percorsi didattici, professionali, di crescita, specializzati nell’industria dei videogiochi.
“Un’industria che cresce implica nuovi posti di lavoro. Abbiamo rilevato che oggi mancano le persone. È una doppia opportunità per i giovani: da un lato sono loro gli interpreti ideali per capire davvero come funziona il settore, dall’altro, poiché la nostra è un’industria relativamente recente e in cui è difficile trovare esperienze di lungo
corso, è possibile esserne i pionieri e rimanere a lungo sul mercato. Oggi Qlash è una struttura composta da giovani cresciuti e strutturati per lavorare al meglio nel settore”. Per questo, secondo Pagano, il momento è fondamentale. “È in corso un cambio generazionale: chi è nato con il pad in mano, tra poco, diventerà genitore. Sarà quindi più semplice e accettato dialogare con le generazioni presenti e future sui videogiochi. Anzi, saranno proprio i videogame il terreno comune su cui costruire il futuro. Inevitabile che il
gioco diventi fondamentale per trasmettere valori e competenze”. Occorrerebbe capire quanto e se l’Italia abbia compreso le potenzialità del settore. “È un fatto che il nostro Paese recepisca in anticipo i trend provenienti dall’estero. Il problema è il tempo, troppo, necessario ad allocare risorse attivando le istituzioni. Le opportunità ci sono e aumenteranno. Oggi, però, le istituzioni arrancano, perché questa è un’industria non ancora regolamentata, al contrario, per esempio, di quella francese”. Vero, sebbene sia indubbio che le istituzioni stiano cominciando a muoversi. “È perché, al contrario di quanto accadeva in passato, hanno l’urgenza di parlare alle nuove generazioni. E l’unico modo per soddisfare questo bisogno è il videogioco”. A livello internazionale lo conferma l’interesse crescente della politica nei confronti del gaming competitivo, oggi promosso nei programmi in preparazione delle Olimpiadi del 2024, a Parigi. Un’occasione per creare un collegamento tra sport tradizionale ed e-sport, puntando in particolare sull’innovazione. “Un palcoscenico come quello delle Olimpiadi serve a sensibilizzare chi non coglie le opportunità dei videogame. I Giochi in Francia saranno una leva
per accelerare un processo inesorabile. Eventi così importanti non fanno che rivolgersi a una fascia ‘alta’, adulta. La necessità di coinvolgere aziende e sponsor richiederà, però, la capacità di parlare alle giovani generazioni. Questo farà crescere esponenzialmente il mercato. A sua volta, un volume d’affari importante alimenterà l’ecosistema degli esport. Insomma, una vittoria per tutti”.
Per cogliere le tante sfaccettature della questione, basti sapere che il gaming competitivo è così centrale nella visione politica di Parigi che, per promuovere le Olimpiadi, il governo ha dato mandato a diverse ambasciate sparse nel mondo di utilizzare i videogiochi.
“Stiamo discutendo dell’organizzazione di eventi
a Roma con l’ambasciata francese”, anticipa Pagano. “Creare relazioni con paesi più evoluti di noi, in ambito e-sport, permetterà di raccontare in maniera più istituzionale il settore”. Oltre al recente successo - “ci aspettavamo 200 persone, ne sono arrivate più di 600 da tutta Italia” - nelle strutture di H-Farm, in provincia di Treviso, della finale della Baolo Championship Series, una competizione tra top streamer di League of Legends, la collaborazione fra Qlash e H-Farm è uno scambio proficuo. “Da un lato stiamo stimolando i nostri collaboratori a organizzare corsi all’interno del campus. Viceversa recluteremo in Qlash sempre più ragazzi formati da quelle realtà. Lavorare con Riccardo Donadon è un privilegio. Lui è un visionario, ha
cavalcato moltissime altre industrie nascenti e averlo coinvolto nel futuro di Qlash significa garantirci innovazione e opportunità”. Un’iniziativa in grado anche di far luce su un altro aspetto fondamentale: la promozione dell’educazione e del lavoro, attraverso un dialogo con le scuole e il territorio. “Le scuole sono centrali. Come modello di business aziendale, in Qlash abbiamo un approccio che io definisco multilocale e votato all’opportunità globale. Questo perché, per coinvolgere i giovani, occorre parlare la loro lingua, capirne la cultura, i gusti, riuscendo poi a portare esperienze dal vivo sul territorio. È vero, stiamo parlando di esperienze nate in un mondo virtuale, ma un ragazzo o una ragazza vorranno sempre incontrare i loro amici di persona”. Il rapporto umano nato attraverso un’esperienza condivisa dal vivo può dunque essere il catalizzatore per un nuovo approccio formativo. “In questo senso l’evento H-Farm è stato una rivelazione. Tanti sono venuti per vedere i loro streamer preferiti, ma lo hanno fatto soprattutto perché era l’occasione per incontrarsi tutti. È evidente che gli esport siano uno strumento aggregativo e non è meno importante capire quanto possano coinvolgere i genitori. Anche prima di proporlo a H-Farm, abbiamo organizzato corsi di alternanza scuola-lavoro in Trentino: il feedback è stato entusiasmante tanto per i giovani quanto per i genitori. Sono segnali illuminanti”. F
Lo scanner per rimanere in salute
Dopo la musica, la prevenzione della nostra salute. Daniel Ek, il miliardario svedese che ha creato Spotify, ha abbracciato una nuova sfida che riguarda la prevenzione delle malattie, a cominciare da quelle della pelle. Insieme al socio Hjalmar Nilsonne (a destra nella foto), Ek ha fondato la startup Neko Health che si è specializzata nella realizzazione di software e hardware per la scansione del corpo umano. “Dopo quattro anni di intensa ricerca”, scrivono i due fondatori su Linkedin, “possiamo annunciare l’arrivo di un prodotto chiamato Neko Healt che aiuta le persone a rimanere in buona salute”. Lo scanner completo non invasivo della startup è in grado di rilevare e misurare la crescita di nei, eruzioni cutanee e macchie senili. E con un secondo scanner riesce a rilevare eventuali anomalie della funzione cardiaca e della pressione sanguigna. Il prodotto è dotato di oltre 70 sensori che raccolgono dati analizzati da un “sistema basato sull’intelligenza artificiale” che spiega i risultati sia ai medici che ai pazienti. “La nostra missione è costruire un sistema sanitario proattivo, incentrato sulla prevenzione delle malattie”, ha detto Ek.
TEMPO LIBERO
SOCIAL PAGARE A SUON DI CINGUETTII
IL TOTALE RELAX CON VISORE E DIVANO
Accumulare stress è uno dei pericoli cui vanno incontro i manager sottoposti a sincopati ritmi decisionali. Ecco perché si stanno diffondendo svariati gadget tecnologici che aiutano a raggiungere uno stato di relax ottimale. I migliori tra questi contengono programmi di apprendimento via app e hanno costi importanti. Per esempio Resonate, il cui top di gamma costa 4.500 dollari, offre un divano
che vibra seguendo la musica, un visore per coinvolgere la vista con una scala speciale di colori e cuffie che trasmettono suoni. Si tratta di un sistema completo che l’azienda chiama “intrattenimento neurale”. Secondo i fondatori di Resonate obiettivo di questo ecosistema è raggiungere un subconscio più profondo con le cuffie, rallentare lo schema dei pensieri attraverso il visore e calmare il sistema nervoso grazie al divano che culla l’utente.
Elon Musk (nella foto), che da giovane aveva creato la piattaforma PayPal insieme a un gruppo di amici, rivoluzionando per sempre il modo di pagare online, potrebbe usare la stessa idea per dare un futuro commerciale a Twitter, che diventerebbe un mezzo di pagamento. La news, anticipata dal Financial Times, nasce da un fatto concreto. La società di San Francisco ha infatti iniziato a richiedere licenze normative per trasformare la piattaforma in un concorrente diretto di ApplePay, GooglePay, PayPal. A convincere Musk pare sia stata la case history esplosiva di WeChat, una sorta di WhatsApp che per i cinesi è diventato puro denaro contante. Ci pagano ogni cosa, dal caffè al cinema ai viaggi aerei. L’idea di Musk era già stata anticipata, tra le righe, in un Twitter Spaces in una sessione di q&a. Rivolgendosi agli azionisti il fondatore di Tesla aveva parlato della possibilità di usare la piattaforma per pagamenti o trasferimenti di denaro. Finora si parla di valute tradizionali e non di cryptovalute. Ma domani chissà.
finanziamenti
Diventare grandi IN EUROPA
Solo due donne potevano associare il coding, la programmazione informatica, ed emotion. Chiara Russo e Mara Marzocchi ne hanno fatto la chiave della loro impresa, Codemotion appunto, la più grande comunità europea di sviluppatori, che festeggia i suoi primi dieci anni con un nuovo round di finanziamento da 8 milioni di dollari. Quella di Codemotion è una storia di lungimiranza e tenacia. Le due founder hanno visto in tempi non sospetti l’importanza di una figura sempre più centrale nell’economia digitale, lo sviluppatore, e in un ambiente ancora molto maschile hanno lavorato per creare una piattaforma digitale che, dà spazio di ritrovo e formazione per i professionisti hi-tech (adesso sono 250mila), è diventata il luogo di incontro fra domanda e offerta di lavoro delle aziende (circa 300). Non sono mancate le difficoltà e i momenti in cui il business sembrava non funzionare, ma Chiara e Mara non hanno mollato e adesso comincia una nuova fase: lo sviluppo internazionale, con il rafforzamento in Spagna e l’apertura di due nuovi mercati.
PROPTECH
Presto nel mondo ci saranno miliardi di gemelli, ma digitali. Stiamo parlando delle copie virtuali di oggetti, veicoli, macchinari e persino interi palazzi. Come quelli create dalla startup UTwin, fondata nel 2020 da Roberto Demarchi dopo la laurea in ingegneria al Politecnico di Torino e un master in Olanda.
“Noi forniamo la rappresentazione digitale di un edificio già esistente e, grazie a reti di sensori e all’internet delle cose, permettiamo di fare quello che viene definito il Digital
building management”. La gestione digitale dell’edificio con il sistema di UTwin, che permette di raccogliere e gestire dati e di migliorare la sostenibilità delle strutture, viene già fatta nel quartiere generale di Lavazza a Torino e nella galleria commerciale Aura di Roma. La startup è cresciuta grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo e ha da poco chiuso un primo round da 400mila euro guidato da Cdp Venture Capital, a cui ha partecipato anche l’incubatore americano Techstar.
HEALTHCARE
per migliorare LE CURE ONCOLOGICHE
La salute è una delle nuove frontiere dell’innovazione. Non a caso il fondatore di Spotify Daniel Ek sta lavorando su una startup di digital health. E su questa frontiera opera Medendi, piattaforma di servizi digitali per oncologi e malati oncologici. A fondare la startup è stato un medico imprenditore, Giorgio Pasetto, insieme con Maurizio Scaltriti, vicepresidente di Astrazeneca Usa, e Gianmarco Molinari, anima marketing del team. Obiettivo: semplificare l’accesso alle cure per chi deve combattere un cancro. A due anni dalla fondazione Medendi ha chiuso un round di finanziamento da 1,4 milioni che permetterà di sviluppare nuovi servizi diagnostici e il team, per poi pensare all’espansione in Europa, a partire da Spagna e Germania.
Giorgio PasettoLa startup che crea gemelli virtuali di case, scuole e uffici
Una piattaforma digitaleDa sinistra a destra: Ronan Gouello, cfo; Chiara Russo, ceo e co-founder; Mara Marzocchi, developers advisor e co-founder; Andrea Ferlito, cto
Onde acustiche per salvare gli oceani
WSense è un’impresa innovativa italiana attiva nella raccolta e nella gestione dei dati per la protezione degli oceani. Alle sue tecnologie wireless per la comunicazione subacquea - sviluppate dallo spinoff dell’Università La Sapienza di Roma – è andato il riconoscimento Ocean data challenge, nell’ambito della sessione The earth data revolution durante il World economic forum a Davos. La tecnologia utilizzata è considerata eccellenza internazionale nella frontiera dell’internet of underwater things.
“Pensiamo di poter dare un
PROGETTI IL MODELLO EMILIA PER L’ECONOMIA CIRCOLARE
Parte dall’Emilia il progetto che si propone di aggregare gratuitamente in un’unica piattaforma gli attori dell’economia circolare, mettendo in collegamento domanda e offerta. Confindustria Emilia Area Centro (che associa più di 3.400 imprese del territorio) ha lanciato il progetto Albo Circular pensato a supporto di tutte le realtà che offrono o stanno cercando soluzioni circolari per il proprio business - ad esempio fornitori di servizi di riciclo, acquirenti di scarti di lavorazione e fornitori di materie prime secondarie. L’obiettivo è rendere i propri servizi, prodotti e processi produttivi più sostenibili, sia dal punto di vista economico che ambientale. “I modelli economici che si basano sulla circolarità delle merci implicano la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, il ricondizionamento e il riciclo di materiali e prodotti esistenti, estendendo il ciclo di vita dei prodotti e riducendo il consumo di materie prime e risorse, oltre che la produzione di rifiuti”, ricorda Valter Caiumi (nellafoto), presidente di Confindustria Emilia. Oggi, di fronte a un forte aumento della domanda di materie prime e alla continua scarsità delle risorse, la transizione verso un tale modello economico, produttivo e di consumo circolare rappresenta una grande e concreta opportunità per le imprese”.
contributo veramente rivoluzionario alle politiche di contrasto al cambiamento climatico e al recupero ambientale”, ha dichiarato la ceo Chiara Petrioli (nellafoto). L’azienda, grazie a sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquei basati su tecnologie brevettate, utilizza le onde acustiche (simili a quelle utilizzate dai delfini, ma senza interferire con loro) e tecnologie ottiche senza fili. Un mercato globale, quello della comunicazione wireless subacquea, che è stimato in 3,5 miliardi di dollari e per il quale si prevede un incremento annuo del 22% fino al 2027.
SOSTENIBILITÀ Ascensori a basso impatto
Secondo Esg Today il 90% delle organizzazioni globali conta d’incrementare i propri investimenti sostenibili nel corso del 2023: il gradino più alto del podio è occupato dall’efficienza energetica (73%), seguita dalla riduzione delle emissioni di carbonio (con il 46%) e dal riciclo dei materiali produttivi grazie all’economia circolare (con il 38%). Fra i settori più dinamici quello edilizio. Nello specifico, oltre alla scelta dei materiali e allo smaltimento dei rifiuti, l’attenzione si concentra sugli ascensori che, come indicato anche da Entrepeneur.com, saranno sempre più richiesti in una versione a elevata efficienza energetica per spingere l’industria verso una nuova e performante sustainable age. In questo campo emerge Kone, leader globale nel settore degli ascensori e delle scale mobili, in quanto unica azienda del settore a essere inserita nella top 20 della classifica mondiale di Corporate Knights dedicata alle imprese più sostenibili. “Dietro a questo importante piazzamento”, afferma Giovanni Lorino (nella foto), amministratore delegato di Kone Italia, “ci sono la realizzazione e il perfezionamento del nostro programma di eccellenza climatica e ambientale”.
La Cina nello spazio dal Gibuti
Agennaio il gruppo cinese Hkatg (Hong Kong Aerospace Science and Technology Group) ha sottoscritto un memorandum d’intesa con il governo del Gibuti per costruire uno spazioporto sul suo territorio. Il colosso di Hong Kong, specializzato in produzione di satelliti e sistemi di tracciamento, si è detto disposto a investire oltre un miliardo di dollari nel progetto, ma un accordo formale e più preciso è atteso per questo marzo. Hkatg riceverà in concessione dal governo del Gibuti,
ACCORDI
La tecnologia Thales Alenia Space in soccorso alla Thailandia
Per le sue attività di ricerca e soccorso, il governo thailandese impiegherà la tecnologia Meosar Next sviluppata da Thales Alenia Space, joint venture di Thales (67%) e Leonardo (33%). La scelta permetterà alle forze di soccorso thailandesi di localizzare istantaneamente qualsiasi segnale di soccorso emesso da un radiofaro Cospas-Sarsat a terra, in aria e in mare, in un raggio di 2.500 chilometri attorno a Bangkok. Il sistema utilizza, da un lato, i satelliti di posizionamento e navigazione Galileo, e dall’altro il sistema ricevente Meolut Next di Thales Alenia Space, che, a differenza dei sistemi Meolut convenzionali, traccia un numero di satelliti cinque volte più grande e dispone le sue antenne in un’area estremamente più contenuta: meno di sei metri quadrati, contro i gli oltre settemila del sistema classico. Thales Alenia Space ha di recente siglato con Euspa, la European Union Agency for the Space Programme, un altro contratto relativo ai sistemi di posizionamento: l’accordo, del valore di oltre 100 milioni di euro, prevede che la joint venture si occupi per quattro anni dei servizi di supporto per Egnos V2, una piattaforma per l’analisi dei dati del sistema Gps.
e per non meno di 35 anni, terreni per circa dieci chilometri quadrati nella regione di Obock. Qui pianifica di costruire ben dieci pad di lancio: sette adibiti al volo orbitale più tre per i test. A questi si aggiungeranno tutte le infrastrutture di supporto necessarie per rendere il Gibuti un polo spaziale operativo a partire dal 2027. Il memorandum non è invece chiaro circa il lanciatore che verrà usato da Hkatg per operare nel Gibuti e su come lo spazioporto influenzerà la vicina tratta navale che porta al canale di Suez.
PARTNERSHIP
Osservare la Terra con i minisatelliti
L’Agenzia spaziale italiana (Asi) ha siglato con Leonardo due contratti dal valore totale di circa 33 milioni di euro per lo sviluppo e la realizzazione delle camere dei minisatelliti PLATiNO 3 e 4, che verranno utilizzate per catturare immagini terrestri dallo spazio.
Il satellite PLATiNO 3 sarà equipaggiato con una camera ottica ad alta risoluzione, mentre PLATiNO 4 con una camera iperspettrale. Insieme monitoreranno le risorse naturali e l’atmosfera, facilitando una gestione più sostenibile e sicura dell’ambiente. Con questa partnership, l’Asi punta anche a consolidare la leadership italiana nell’osservazione della Terra, in quanto la realizzazione di questi strumenti di ultima generazione coinvolgerà anche piccole e medie imprese della filiera nazionale. Leonardo ha inoltre
lavorato alla realizzazione della camera iperspettrale a bordo di Prisma, satellite italiano lanciato nel 2019, e sta già lavorando alla sua successiva versione, con cui PLATiNO 4 lavorerà in sinergia. La consegna dei primi modelli di volo degli strumenti di PLATiNO 3 e 4 è prevista entro la fine del 2024.
SPIGLIATO, DETERMINATO E SICURO DI SÉ, LUCA TOSCANO, GIOVANE IMPRENDITORE NAPOLETANO, È IL FONDATORE DI ARTECH, GRUPPO CHE OFFRE SOLUZIONI PIROTECNICHE E SPETTACOLARI PER LO SHOWBUSINESS. EVENTI E PROGRAMMI TV COME L’EUROVISION, I CONCERTI DI MALUMA, X FACTOR E ITALIA’S GOT TALENT PORTANO LA SUA FIRMA. OGGI LA SUA AZIENDA FATTURA
6,5 MILIONI DI EURO E LAVORA PER CLIENTI DI OGNI TIPO IN TUTTO IL MONDO. “CREO TECNOLOGIE CHE METTONO IN SCENA L’IMMAGINARIO DEI CLIENTI”
LUCA TOSCANO IL RE DEGLI
EFFETTI SPECIALI
A maggio dello scorso anno sul palco del PalaOlimpico di Torino si è tenuto l’Eurovision
Song Contest, il prestigioso concorso canoro europeo.
dea di quello di cui stiamo parlando, per realizzare gli effetti dell’Eurovision sono state utilizzate più di 20 fiamme, 33 macchine del fumo, 20 lanciatori di CO2, 19 macchine delle scintille, 19 postazioni da cui venivano sparati migliaia di pirotecnici teatrali. Durante i test, prove e show sono stati consumati più di 740 bombole di CO2, 1.228 litri di fluidi infiammabili, 21 chili di gas infiammabili, 310 litri di liquidi per il fumo basso, 220 litri di liquidi speciali del fumo, 110 chili di coriandoli e 2.878 colpi pirotecnici. “Tutte le tecnologie che proponiamo soddisfano alti standard internazionali di sicurezza e affidabilità”, ci tiene a precisare.
Alla fine l’edizione è stata vinta dal gruppo ucraino Kalush Orchestra, con la canzone Stefania. Ma a far brillare ancora di più le decine di artisti di livello internazionale che hanno preso parte a quello show è stato un giovane napoletano di 26 anni, Luca Toscano, il re degli effetti speciali, che nel 2015 ha fondato Artech, gruppo che si compone di diverse società che offrono soluzioni spettacolari ed effetti speciali per lo show-business.
L’Eurovision è solo uno dei tanti eventi che portano la sua firma: i suoi effetti speciali hanno infatti animato i concerti del cantante colombiano Maluma e quello di Alessandra Amoroso a San Siro, Tutto accade. Nel 2021, insieme all’azienda olandese Crowdled, ha anche illuminato l’Ahoy Rotterdam Arena, con quasi 30mila braccialetti led. “Per quanto riguarda la televisione”, aggiunge Luca, “abbiamo curato per la Rai gli effetti speciali de L’anno che verrà, di Scherzi a Parte per Mediaset, della stagione 13 e 16 di X Factor, della finale di Italia’s Got Talent 9 e 10. E, per Disney, abbiamo realizzato il primo volo con droni sul Parco archeologico del Colosseo”. Coriandoli digitali, ventilazioni di vario tipo, odori, fiamme, effetti di svelamento, laser sono solo alcuni dei servizi offerti dall’azienda. Per dare un’i-
Ma al di là dei numeri, seppur emblematici, ciò che piace di più a Luca è il livello di personalizzazione dei servizi. “Realizziamo effetti speciali su misura, in base alle esigenze delle aziende. E non lavoriamo solo a grandi eventi musicali, ma anche a livello corporate con i brand della moda, dell’automotive, dell’healthcare”, spiega. “Ho fondato Artech proprio per fornire e creare tecnologie che mettano in scena l’immaginario dei nostri clienti”. Oggi il suo gruppo collabora con partner internazionali come Le Mark Group, CrowdLed, Dronisos, The Linde Group, Kvant Show Production. E possiede tre sedi: una a Napoli, una a Milano e una a Miami. Il suo fatturato aggregato è salito a 6,5 milioni di euro, cifra che include i risultati anche dei ‘rami’ Artled (nata nel 2020 per i progetti speciali in ambito video) e Scenoluminoso (nata nel 2021 per attività di scenografia luminosa, soluzioni creative ad alto tasso tecnologico con luce led). “Un traguardo importante se si pensa alle circostanze pandemiche, alla crisi delle materie prime e delle componenti elettronici e alle criticità logistiche”. Un traguardo importante, soprattutto, considerando che tutto iniziò quasi per caso. Determinato e sicuro di sé, Luca, quando racconta la sua storia, ha il piglio dell’imprenditore navigato. Figlio di due biologi marini della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e cresciuto tra le vie di Pozzuoli, ha mosso i suoi primi passi nel 2006, a nove anni, quando su Second Life ha iniziato a coordinare eventi virtuali i cui proventi economici, però, erano reali. “Essere nel mondo dei ‘piccoli’ mi è sempre stato stretto, ho mentito sulla mia età fino ai 18-19 anni”, racconta Luca, che ormai ha alle spalle più di 15 anni di esperienza nel settore. “Second Life era il modo per poter essere ciò che volevo e dare sfogo alla fantasia: ci passavo giornate intere. La mattina fingevo di stare male per non andare a scuola e restare in quel mondo virtuale”. Tuttora conserva gelosamente tutti i contenuti prodotti, le collaborazioni con le multinazionali e le personalità del mondo reale. “Un giorno mi piacerebbe raccontare quel momen-
All’evento si sono esibiti anche Mahmood e Blanco con la loro Brividi, canzone vincitrice di Sanremo 2022 che ha frantumato ogni record di ascolti.
to della mia vita così singolare”.
Negli anni la sua passione per l’organizzazione degli eventi è diventata sempre più forte, fino a soppiantare gli ondivaghi sogni da bambino. “Da piccolo volevo diventare commissario di polizia e poi pubblico ministero”, ricorda con un sorriso. “A 11 anni poi ho maturato la scelta di diventare un organizzatore di eventi”. Grazie a persone che hanno creduto in lui, in seguito, tra il 2010 e il 2014, ha iniziato a organizzare concerti, feste private ed eventi di ogni tipo. E a 18 anni è stato il più giovane hosted buyer d’Italia alla Btc e alla Bit per il settore fieristico.
Come nei più classici dei romanzi degli startupper tech della Silicon Valley, anche Luca ha avuto il suo garage deposito di 20 metri quadrati, oggi diventati migliaia di metri tra Napoli, Milano e Miami. “La crescita è stata graduale, credo di non aver saltato nessun passaggio”. E poi è arrivata l’illuminazione.
“Compravo effetti speciali per gli eventi dei nostri clienti. Era sempre difficile reperirli da Roma in giù così ho deciso di iniziare a fare una ricerca. Quello che ho scoperto è che c’era un mondo dietro questo settore. E ho intravisto un’opportunità”. Un vuoto, insomma, che Luca ha deciso di riempire fondan-
do Artech Fx (dove Fx sta per effects). “Quando ho iniziato nel 2015 pensavo che sarebbe stato solo un business temporaneo e che sarebbe rimasto confinato alla mia regione, o probabilmente al Sud Italia”. Invece da quel momento è stato un susseguirsi di successi e Luca si è ritrovato a lavorare per clienti di ogni tipo in 39 paesi e tre continenti diversi. Ovviamente non sono mancate le difficoltà, soprattutto per quanto riguarda il lato finanziario dell’impresa. “Ho toccato con mano l’impossibilità di accedere al credito per sviluppare il business. Non sono riuscito subito a trovare realtà di consulenze ‘pratiche’. E non ho usufruito di nessuno strumento di finanza agevolata. Ho pagato però (anche economicamente) tutta la mia inesperienza sulle tematiche finanziarie e aziendali, imparando a mie spese cosa significhi affidarsi a persone poco competenti”.
Luca ha dovuto anche affrontare la pandemia da Covid, che inevitabilmente ha colpito in maniera dura anche il settore delle fiere e degli eventi. Ma, allo stesso tempo, ha rappresentato un’occasione per staccare il piede dall’acceleratore e riorganizzare con calma le varie strategie aziendali. “Si è fermato il mondo e questo mi ha dato quell’attimo di respiro di cui avevo bisogno. Come ho
dormito i primi giorni di lockdown non penso dormirò più per molto tempo”. Un riposo durato però poco. “Ne ho approfittato per ridisegnare tutti i processi, richiedere consulenze da remoto e riunire il team per più di un mese”, ricorda. E per ragionare su come allargare il business. “Sono sempre stato consapevole dell’importanza di stabilire partnership che diano valore aggiunto alla realizzazione di un’idea: dal 2020 mi sono cimentato nell’attività di business angel, contribuendo a far nascere startup come Artled e Scenoluminoso, guidate rispettivamente da Sossio Pezzella e Pietro Toppi”. Oggi Luca è anche un imprenditore più maturo rispetto al ragazzo che navigava su SecondLife . E ha una sua cultura aziendale ben definita che cerca di trasmettere ai suoi dipendenti e collaboratori. “Ho letto il libro del fondatore di Netflix, Reed Hastings, Rules no Rules, e cioè l’unica regola è che non ci sono regole. Loro ci hanno studiato parecchio su questo, mentre noi non avevamo regole perché non avevamo mai avuto il tempo di darcele. Correvamo e non avevamo tempo di strutturare bene i nostri processi. E quindi la mancanza di regole ha creato una sorta di cultura dell’auto-controllo, in cui tutti agiscono nell’interesse dell’azienda, che sentono
propria”. In ogni caso, quello che conta, continua Luca, è la coesione del team. E un’azienda dove nessuno abbia soggezione a criticare il capo quando necessario.
“È proprio vero che il successo di un progetto si basa tutto sul team”, sottolinea. “Non ho mai risparmiato tempo nel cercare le persone adatte a quello di cui avevo bisogno. È stato difficile, non le ho incontrate subito, ma non mi sono arreso, ho sempre continuato e continuo a cercare”.
E uno deg li obiettivi per i prossimi mesi è proprio quello di ampliare il team. “Stiamo ricevendo ogni giorno un altissimo numero di richieste da parte dei clienti, sia in Italia che all’estero. E vogliamo servirli al meglio”, spiega. Ma di carne al fuoco ce n’è parecchia. “Abbiamo appena terminato i concerti di Laura 30 con Laura Pausini, un progetto unico composto da tre concerti in 24 ore tra New York, Madrid e Milano”, svela Luca. “Lavoreremo anche al tour italiano di Marco Mengoni con LaTarma e Live Nation Italia. E poi anche a tanti progetti corporate, celebrazioni, attività promozionali (quest’anno compiono gli anni tantissime aziende d’eccezione) che non posso ancora svelare”. Non resta che aspettare che si alzi il sipario. F
LAKE COMO REIMAGINED
LA COACH DELLE SPOSE
de passione. “Da bambina ho vissuto tra gli abiti da sposa: mia mamma (Alessandra Rinaudo, chief artistic director del gruppo Pronovias, ndr) e mia nonna, sarta esperta, mi portavano sempre in atelier. Così ho assorbito ogni segreto di questo mondo”, racconta Nicole.
Dopo aver trascorso un anno a Vancouver, in Canada, decise di studiare Economia per arte, cultura e comunicazione alla Bocconi. “Questa scelta mi ha permesso di maturare un’ampia visione del business della moda sotto un profilo economico e finanziario e si è rivelata poi di aiuto anche per il lato più creativo della mia professione”. Nel 2019 è quindi diventata direttore creativo di Nicole Milano, dove ha portato nuove idee, mescolando la sartoria italiana con le ultime tendenze sposa al passo con i tempi.
Come si sistema in modo corretto la coda di un abito da sposa? E qual è il modello più adatto alla forma del corpo? Domande simili, fatte tradizionalmente il giorno della scelta del vestito, sono assai comuni. Difficile quindi, se non in un atelier, sciogliere questi dubbi. Nicole Cavallo, 26 anni e direttrice creativa dal 2019 del marchio di abiti da spose Nicole Milano (ramo del gruppo spagnolo Pronovias), rifletteva su questo quando ha deciso di usare i social per comunicare in modo differente, e più vicino ai giovani, il mondo sposa.
Per i suoi 226mila follower su Instagram crea contenuti video, i reel, in cui svela quello che qualsiasi sposa vorrebbe sapere prima del fatidico giorno. Ricopre, insomma, le veci della migliore amica della sposa, dispensando consigli preziosi sulla scelta dell’abito giusto. Con piglio deciso, ironia e gran-
E questo, in parte, anche grazie ai social, dove è diventata in pochi anni una coach delle future spose, per la sua capacità di parlare senza filtri: “Racconto un sogno, un momento molto aspirazionale, per cui moltissime donne amano guardare i miei contenuti indipendentemente dal fatto che si debbano sposare o no. Oltre a questo, penso apprezzino il mio spalancare le porte di un mondo un po’ esclusivo, elitario forse, in modo più semplice e genuino, raccontando anche i possibili inconvenienti del giorno del sì”. Certo, perché Nicole ha collezionato negli anni tantissimi aneddoti: da cerniere strappate all’ultimo minuto e animali inviperiti che hanno distrutto l’abito alla taglia rivelatasi sbagliata all’ultima prova dell’abito. Senza dimenticare le richieste singolari, quelle fatte in netto ritardo o deliberatamente pretenziose: “Una volta ci fu chiesto di realizzare un abito in due giorni perché una sposa sognava di sposarsi con un abito colorato, ma la famiglia non glielo permetteva. Allora il fidanzato ha deciso di comprarlo colorato all’ultimo minuto per farla felice”.
In questi casi, a fare la differenza è l’empatia con clienti che, nel mondo bridal, possono rivelarsi ancora più esigenti che in qualsiasi altro segmento moda. “Il mondo degli abiti da sposa è unico: il servizio e l’esperienza fisica in atelier sono determinanti. La sposa viene in atelier aspettandosi di vivere qualcosa di indimenticabile. L’empatia tra la stylist (colei che si occupa di consigliare l’abito più adatto, ndr) e la sposa, e con chi l’accompagna,
Grazie a un linguaggio genuino e senza filtri, Nicole Cavallo è stata la prima influencer del mondo bridal a dialogare con la generazione Z. Oggi si divide tra lo schermo del suo smartphone e il marchio che dirige, Nicole Milano, indossato anche da star internazionali
è fondamentale”. Durante i preparativi, la sposa resta in contatto con l’atelier per circa nove mesi, durante i quali si sviluppano molte dinamiche, sia psicologiche e familiari, sia dal punto di vista della fisicità.
Anche per questo, la giornata di una direttrice creativa non è mai uguale alla precedente. “Il mio lavoro segue la stagionalità degli eventi e delle collezioni. Alcune giornate possono essere molto intense davanti al computer, per rispondere alle mail e fare tante telefonate, mentre altre sono estremamente creative quando sono a stretto contatto con il prodotto. Ciò che le accumuna, però, è la creazione di contenuti sui miei canali social e il lavoro in team”.
C’è poi un altro aspetto che sta a cuore a Nicole
ed è quello della sostenibilità. Un percorso virtuoso che l’azienda sta sviluppando da più di due anni, in varie forme. “Sicuramente, quella che finora trovo più efficace è stata l’idea di trovare nuove modalità di riutilizzo dell’abito, ad esempio con il progetto Second Life, un programma di moda circolare grazie al quale le spose possono portare in negozio gli abiti da sposa acquistati e farli modificare, dando loro una seconda vita”. Un tema, quello della moda consapevole, al quale i giovani non sono ancora del tutto pronti, però: “Sui social vedo che c’è ancora molta strada da fare. Il nostro compito, come azienda, è quindi proprio quello di educare il consumatore a scelte responsabili anche nel giorno più importante della sua vita”.
Se c’è poi una domanda davvero gettonata che in questi anni hanno fatto a Nicole è questa: ‘Come dovrà essere il tuo abito da sposa? Come lo immagini?’ E infatti, ha già la risposta pronta: “Mi vedo con un abito senza tempo, sicuramente accollato e con la manica lunga (questo non l’ho mai dichiarato prima!). Un mix tra innovazione, eleganza e raffinatezza. Me lo farei creare da mia mamma e lo farei vedere solo a lei”.
Oltre al merito di essere stata in Italia la prima influencer di abiti da sposa, Nicole ha contribuito alla digitalizzazione di un settore prima poco conosciuto, almeno dai giovanissimi. E in futuro? “Ho tantissimi progetti, quello più grande è quello di vedere crescere la mia realtà a livello internazionale e riuscire a portare nel settore proposte nuove, che leghino il mondo sposa e quello della moda in modo insolito, con progetti inaspettati”. F
“Il mio lavoro segue la stagionalità degli eventi e delle collezioni. Alcune giornate possono essere molto intense davanti al computer, per rispondere alle mail e fare tante telefonate. Altre, invece, quando sono a stretto contatto con il prodotto, sono più creative”Nicole Cavallo di Penelope Vaglini
L’APPETITO VIEN CUCINANDO
Head chef di Cannavacciuolo
Bistrot e fondatore del gin
italiano Jo Ressel, Emin
Haziri
Nelle storie a lieto fine c’è sempre un personaggio con un sogno da inseguire che si trova costretto a fronteggiare innumerevoli difficoltà. Queste gli impediscono di procedere con un percorso lineare verso la meta, ma lo temprano e rendono ogni tappa del viaggio più significativa. Emin Haziri, classe ‘95, lo sa bene. Il suo ruolo da protagonista se lo è ritagliato nonostante la fuga dalla guerra del Kosovo a sette anni, la separazione e il ricongiungimento con la famiglia e, infine, la nuova vita a Trieste. La cucina è sempre stata il suo luogo sicuro e confortevole, quando faceva l’assistente alla mamma
che preparava il burek, piatto tipico dell’area dei Balcani, ripieno di carne, formaggio o spinaci. Di quella passione, però, lei non era molto convinta, preferendo per Emin una laurea in medicina o in qualche altra facoltà blasonata. Convinto della sua scelta e con un piglio ribelle, il giovane non ha mollato di un passo: “Non potendo iscrivermi a scuole costose, ho scelto l’Istituto Alberghiero Pubblico di Trieste dove mi sono subito distinto e ho ottenuto uno stage, a soli 17 anni, nel ristorante due stelle Michelin Miramonti l’Altro”, racconta Haziri. “Lì ho avuto la conferma che il fine dining sarebbe diventato il mio lavoro. Raccolti un po’ di risparmi, ho iniziato a viaggiare per fare esperienze sul campo, approdando a Milano, da Carlo e Camilla in Segheria”. Nel ristorante e cocktail bar casual chic di Carlo Cracco, il giovane cuoco si è calato per la prima volta nel ruolo di capo partita. Padroneggiata l’arte del drink pairing, Emin si è spostato nella cucina del Mudec (oggi tre stelle Michelin), lavorando con lo chef Enrico Bartolini. “Questa esperienza mi ha forgiato, avvicinandomi alla vera essenza della cucina italiana, ai piatti strutturati e complessi che si possono ottenere conoscendo la tecnica”, prosegue Haziri. Ma l’incontro che gli ha cambiato la vita è stato quello con Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi. “Con lo chef ci siamo intesi fin dal primo momento. C’è stato un feeling immediato. Da lui ho imparato il rispetto per la materia prima, per il personale e l’importanza della semplicità per esaltare il gusto”, svela Emin. “La sua cucina piace a tutti ed è facile da interpretare, nonostante le preparazioni siano complesse e molto tecniche”. Assaporata la sublimazione del gusto di Cannavacciuolo, è giunto il momento di partire per il miglior ristorante del mondo. “Quando è arrivata la chiamata del Noma ho deciso di andare, sapendo che con Antonino saremmo rimasti in contatto e avremmo avuto modo di lavorare ancora insieme. A Copenaghen, nella cucina di René Redzepi, ho trovato un esercito di cuochi a lavorare su ogni singolo dettaglio del piatto e ho capito immediatamente che, se non mi fossi fatto notare, sarei
ha voglia di arrivare lontano. Di strada ne ha già fatta tanta: dal Kosovo a Torino, passando per Trieste, Milano, Copenaghen e la Costa Azzurra.
Conquistando la sua prima stella Michelin a 25 anni
finito nel retro a fare produzione”, ricorda Haziri. L’obiettivo è stato presto raggiunto: “Il primo giorno mi hanno spostato nel front, dove si gioca la partita vera e si cucina per raggiungere la perfezione. Da lì ho lavorato al menu di tre stagioni: carne, foresta e vegetale”. Grazie all’esperienza con Redzepi il giovane chef ha compreso come cucinare all’unisono con una brigata numerosa per aspirare alla perfezione. A
questo punto, per completare la sua formazione, Emin aveva bisogno di fare un passaggio anche in Francia. È arrivato così un nuovo trasferimento, stavolta a Le Petit Nice con Gérald Passedat in Costa Azzurra, locale sul mare che ogni giorno serve pesce freschissimo, dove lo chef ha fatto propria l’arte francese delle salse e dei fondi di cottura. Proprio lì, Emin ha ricevuto una chiamata inaspettata da Antonino Cannavacciuolo: “Mi ha detto di volermi a dirigere il Cannavacciuolo Bistrot di Torino e così, a 25 anni, sono diventato l’headchef di un ristorante stellato. Oggi, tre anni dopo, ho confermato la stella, portando il mio tocco personale e la creatività nei menu che cambiano di stagione in stagione”, racconta Emin. “La mia cucina è creativa, osa con la tecnica e con abbinamenti inusuali, per arrivare alla perfezione. Inoltre è sostenibile poiché improntata sulla riduzione degli scarti e la ricerca di fornitori sensibili alle tematiche ambientali”. Con questi principi la brigata di Emin, che lui ama definire rock and roll “perché ha voglia di fare ed è affamata di successi”, contribuisce ogni giorno ad alzare l’asticella e scala posizioni in classifiche blasonate come quella di 50 Top Italy, che ha inserito Cannavacciuolo Bistrot Torino al 31° posto per la categoria Cucina d’autore.
Oltre ai traguardi in cucina, Emin Haziri ha fondato un’impresa, dando vita a Jo Ressel, gin artigianale super premium. “Il progetto è nato per passione nel periodo del lockdown, quando ho sviluppato la ricetta”, svela lo chef. Oggi Jo Ressel ha due etichette: Vento Carsico, con botaniche del Carso triestino, tra cui pino mugo, salvia, santoreggia e issopo, e Brezza Adriatica, con fiori di ibisco, rosa canina, lavanda e melograno. “Il progetto è ambizioso e il numero di paesi in cui esportiamo sta crescendo in modo esponenziale. Jo Ressel è stato anche eletto miglior gin del mondo da Iwsc, l’International wine & spirits competition di Londra, ottenendo il punteggio di 98/100”, aggiunge Haziri. Un brillante futuro da imprenditore e la voglia di ottenere la seconda stella continuano ad alimentare Emin, conscio che “fare lo chef non è da tutti. Se sei un cuoco significa che hai la passione dentro. Non ti pesa svegliarti all’alba per andare al mercato, stare tutto il giorno in cucina e motivare quotidianamente la tua brigata. Non è un sacrificio neanche curare i dettagli più piccoli di tutti i piatti che transitano dal pass”. E se il lieto fine, nonostante tutto, sembra essere arrivato, Haziri è inarrestabile. “Nei prossimi cinque anni spero di costruirmi la mia famiglia e raccogliere i frutti di quello che ho costruito, tutto da solo, fino a ora”. F
Maestri di leadership
Il talento, da solo, spesso non basta. I consigli di leader ed esperti sono necessari per raggiungere il successo. Per questo, ancora una volta gli under 30 selezionati da Forbes Italia verranno seguiti da brand italiani di eccellenza, che fungeranno da veri e propri tutor. I giovani talenti delle venti categorie verranno sostenuti e accompagnati nel loro percorso di crescita e nelle varie iniziative che Forbes svilupperà durante l’anno. Per costruire insieme un futuro migliore. F
L’innovazione nel turismo
ENTE SLOVENO PER IL TURISMO-ITALIA – SOCIAL MEDIA
Il turismo è un settore capace di collegare mondi lontani, muovendo oltre mezzo miliardo di persone all’anno. Un comparto in rapida trasformazione dopo la pandemia, che anticipa o segue i nuovi trend di viaggio dati dalle esigenze dei consumatori moderni. L’obiettivo dell’Ente Sloveno del Turismo è quello di portare innovazione in un comparto che ha bisogno di una visione chiara e concreta di come le destinazioni oggi vogliano attrarre i turisti. La sostenibilità, l’innalzamento del valore aggiunto, la gestione dei flussi turistici sono sfide da vincere insieme ispirandosi a un approccio innovativo. Con il progetto I feel Nft, tra i primi programmi che legano il mondo della tecnologia blockchain e degli Nft al mondo del turismo, l’Ente Sloveno del Turismo fa da apripista puntando sull’innovazione come volano e leva di marketing territoriale. (Nella foto Aljoša Ota, direttore dell’Ente Sloveno per il Turismo-Italia)
Strumenti per un nuovo e-commerce
KNAPP ITALIA - RETAIL & E-COMMERCE
La rivoluzione dell’e-commerce in molteplici settori è la sfida che interessa numerose aziende nel mondo del retail e non solo. Knapp, multinazionale austriaca con oltre 70 anni di storia e 60 sedi in tutto il mondo, affianca le organizzazioni più evolute in questo percorso in molteplici settori: dall’healthcare al fashion, dal food al wholesaling e alla logistica. L’azienda, partner strategico di operatori leader di settore a livello mondiale, ha sviluppato e continua a sviluppare tool digitali, sistemi di handling e di robotica per consentire l’efficace transizione verso questo nuovo e indispensabile modello di business. È fondamentale sottolineare che il concetto di automazione, nel senso più ampio del termine, ha ormai assunto da alcuni anni un significato ben più ampio di quello di esclusivo abilitatore di efficienza, per divenire, un abilitatore di strategie. Per tale motivo alla leadership tecnologica si affianca la necessaria conoscenza delle caratteristiche delle varie catene del valore nei diversi settori.
(In foto Stefano Novaresi, amministratore delegato di Knapp Italia)
Il ponte tra startup e investitori
VENTIVE - VENTURE CAPITAL
Ventive è nata nel 2019 da un gruppo di giovani che decise di colmare il gap tra startup e investitori. Con questo obiettivo è cresciuta fino a diventare uno dei punti di riferimento dell’ecosistema startup in Italia. Ventive ha investito più di 23 milioni di euro negli ultimi due anni in startup b2b e b2c, il tutto tramite il club deal interno che conta oltre 150 membri. La vision dell’azienda rimane quella di supportare startup italiane in pre-seed e seed, dal deal flow all’advisory finanziaria. “Abbiamo deciso di essere partner di Forbes anche quest’anno perché sposiamo la vision dell’azienda e condividiamo i valori che puntano a supportare i giovani talenti italiani e renderli protagonisti del futuro”.
(Nella foto Roberto Sfoglietta, ceo & co-founder di Ventive)
Il lusso al servizio del pianeta
XERJOFF GROUP - ART & STYLE
La Generazione Z ritiene che le aziende abbiano la responsabilità di affrontare le questioni ambientali e sociali. I più giovani sono cresciuti con l’idea che ciascuno debba prendersi cura del pianeta e delle persone e si aspettano che anche i brand del lusso seguano questa direzione. La loro idea è che nel prezzo di un prodotto di lusso sia già incorporata l’attenzione del brand alla sostenibilità. Xerjoff Group ha iniziato da un paio di anni un percorso etico e sociale realizzando progetti in partnership con fondazioni benefiche che lavorano nel pieno rispetto della natura e del nostro pianeta.
(Nella foto Sergio Momo, ceo e proprietario di Xerjoff Group)
Il cioccolato più prezioso
DOMORI – FOOD & DRINK
Piemontese di nascita, internazionale per vocazione, Domori è una realtà d’eccellenza nel mondo del cioccolato super premium, portavoce di una nuova cultura del cacao, basata su un’instancabile ricerca della purezza della materia prima e sull’innovazione dei processi di lavorazione. Domori è stata tra le prime aziende al mondo a impiegare solo cacao fine, recuperando sul campo la biodiversità del cacao Criollo e salvando questa preziosa varietà per le future generazioni. Fondata nel 1997, Domori è un’azienda giovane, con un alto tasso di occupati under 30, oggi impegnata nella realizzazione di un nuovo sito produttivo in Piemonte, che sarà all’avanguardia per sostenibilità e per originalità di spazi dedicati ad attività di formazione e infotainment sul mondo del cioccolato. Edoardo Pozzoli, amministratore delegato di Domori, è pronto a condividere le basi di quell’approccio sostenibile e innovativo che oggi caratterizza le imprese del food. (In foto Edoardo Pozzoli, amministratore delegato di Domori)
DIGITAL MAGICS - ENTERPRISE TECHNOLOGY
Per Digital Magics, l’incubatore certificato di startup innovative, ‘Magic is something you create’ è l’esperienza di chi lavora insieme a noi. Digital Magics, come player dell’ecosistema innovazione italiano che mira a essere sempre più internazionale, seleziona e segue le startup ad alto potenziale e le aiuta a crescere. “Siamo orgogliosi di essere al fianco dei talenti e dei giovani under 30 italiani, crediamo nelle loro aspirazioni e nelle loro capacità. Per questo vogliamo lavorarci insieme, sostenerli, dando valore al capitale umano, l’elemento che fa la differenza nel successo di un’impresa”, dice Marco Gay, presidente esecutivo di Digital Magics
(In foto).
Tradizione e sostenibilità a due ruote
GUERCIOTTI – SPORT
Guerciotti è un’azienda storica nel panorama del settore ciclo che si appresta a festeggiare i 60 anni di attività. È una realtà dinamica, che dopo la pandemia si è trasformata e rinnovata puntando anche su un target di consumatori giovane. Il ciclismo non è solo agonismo. La bicicletta è mezzo di trasporto e stile di vita: divertimento, salute, green thinking e sostenibilità, riduzione delle emissioni, pulizia, vivibilità. Si fa del bene a se stessi e all’ambiente e si fa bene agli altri. Molti di questi valori sono presenti in nuove realtà imprenditoriali di giovani manager e per questa ragione Guerciotti ha deciso di supportare e fare da tutor a una categoria come gli under 30, che rappresenta il futuro dell’imprenditoria. (In foto Alessandro Guerciotti, ceo di Guerciotti export)
A supporto della digital transformation
STOREIS - MARKETING & ADVERTISING
Storeis è una società di consulenza e-commerce e un’agenzia di digital marketing indipendente che si pone come business partner di lungo periodo per i brand con cui collabora, supportando i processi di digital transformation, integrando le competenze specialistiche dei team interni e fornendo anche attività di formazione e temporary management. Specializzata in online advertising, web optimization, Ux e digital intelligence, Storeis opera principalmente per clienti internazionali dei settori fashion, luxury, sport, beauty e consumer electronics. Attualmente il team di Storeis è composto da 68 esperti di marketing digitale, con un’età media di 30 anni. Per questo, è consapevole di quanto sia importante sostenere iniziative che diano spazio a giovani talenti che come loro hanno saputo mettersi in gioco e distinguersi per innovazione e passione. (Nella foto Andrea Vit, founder di Storeis)
Insieme per un’energia più green
HPG – ENERGY
Oggi il tema energetico e della sostenibilità ambientale è una priorità. L’obiettivo di Hpg è continuare a investire in ricerca e innovazione insieme alle nuove generazioni di laureati e tecnici con una visione costante verso la green economy. Hpg è un’azienda che, per l’elevata complessità dei progetti idroelettrici, unisce molteplici competenze come la geologia, la sismologia, l’idrologia, l’idraulica, l’ingegneria civile e meccanica, temi fondamentali per analizzare l’impatto ambientale. “Il futuro è la leadership del settore idroelettrico, non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo, nella produzione e realizzazione di centrali, salvaguardando l’ambiente, e l’integrazione del settore del service nella riparazione dei sistemi già esistenti”, dice Indira Fabbro, presidente di Hpg (nella foto )
“La magia è qualcosa che crei”
Garantire una formazione di qualità a tutti, indipendentemente dalle condizioni economiche, facilitare la vita quotidiana tramite AI e machine learning. E ancora: ridurre tonnellate di CO2 ogni anno grazie a interventi di efficienza energetica nell’immobiliare, abbattere il tabù del ciclo mestruale, o portare avanti il meglio del nostro Made in Italy gastronomico. Si arricchisce di nuovi talenti under 30 la community di Forbes Italia, che per il sesto anno consecutivo ha selezionato 100 innovatori divisi in 20 categorie, protagonisti di questo numero insieme ai 600 di Forbes Us. Menti brillanti che, dallo sport alla salute, dalla moda e l’arte alla finanza, passando per il gaming e il settore del venture capital hanno sviluppato idee e progetti rivoluzionari in grado di influenzare positivamente l’economia del Paese.
—Roberta MaddalenaART & STYLE
HAILEY BIEBER
Età: 26
Founder di Rhode Skin
Con 60 milioni di follower su Instagram e TikTok, Biebermodella, influencer e moglie di Justin - è uno dei volti più famosi dei social media. Ballerina di danza classica, a 17 anni ha ottenuto un contratto da modella con il rivenditore French Connection e ha firmato contratti di sponsorizzazione con Jimmy Choo, Levi’s e Saint Laurent. Nel giugno 2022 è passata dal mestiere di modella a quello di imprenditrice, creando Rhode Skin, la sua startup di Los Angeles per la cura della pelle. E la domanda sta superando l’offerta: il suo siero smaltante a base di peptidi da 29 dollari ha accumulato dal suo lancio una lista d’attesa di 700mila persone. “Ho prestato il mio nome e il mio volto al processo creativo di altre persone”, racconta Hailey. “Mi ha aiutato a sviluppare il mio, ed è molto stimolante esserne la responsabile.”
-Isabel Lord, Cassell Ferere e Allyson Portee
BATTITO INFINITO WORLD TOUR
Nicole Cavallo, 26 Creative director di Nicole Milano Intervista pag. 34
Francesco Persichella, 29 Architetto e street artist
Il suo percorso si sviluppa a Roma, dove l’artista barese si fa conoscere realizzando numerosi murales per musei e teatri. Nel 2022 la Nba lo seleziona come unico italiano per celebrare il 75° anniversario dalla nascita della lega.
Simone Pezzo, 26 Nft & metaverse pm di Dolce & Gabbana Sviluppa i progetti Web3, implementando strategie di collaborazioni global e community management per il marchio di moda.
Francesca Richiardi, 29 Co-founder di Acchitto
Martina Strazzer, 23
Founder di Amabile Jewels
A 23 anni è un'imprenditrice con un milione e mezzo di follower solo su TikTok. Ha fondato il marchio di gioielli due anni fa, nella sua cameretta di Modena, e oggi ha un ufficio, una srl e guida un team di 20 persone.
ART & STYLE ITALIA
FRANCESCA RICHIARDI
Età: 29 • co-founder di Acchitto
Nel 2015 la sua prima collezione di calzature viene selezionata da Vogue Talents e debutta in passerella durante Altaroma, di fronte a una giuria presieduta da Silvia Venturini Fendi. Pochi giorni dopo entra nell’ufficio stile della maison romana, dove l’incontro fortunato con la futura socia, Elena Faccio, porterà al lancio nel 2018 di Acchitto, brand di gioielli artigianale e inclusivo. In poco tempo, le loro creazioni brillano sui red carpet internazionali, indossate, tra le altre, da star come Adele, Miley Cyrus, Naomi Watts, Rita Ora e Camila Cabello. Questo ha portato all’espansione del marchio sia in Italia (Yoox, Rinascente, Gente Roma), sia all’estero tra Stati Uniti, Emirati Arabi e Russia. “Essere imprenditrice è come salire costantemente una scala, la voglia è quella di arrivare sempre più in alto”, dice Francesca. Che non esclude l’ingresso del marchio in nuove categorie di prodotto. —Roberta Maddalena
MARZO 2023
MEDIA
JACKSON JHIN
Età: 27 • Co-founder di Protégé
L’ex Cfo dell’unicorno dei social media Cameo si propone di far accedere i propri utenti ai più grandi nomi dello spettacolo. Protégé, la sua startup con sede a Chicago, consente ad aspiranti attori e musicisti, per un corrispettivo che arriva sino a 300 dollari al minuto (quasi 18mila dollari all’ora), di condividere il proprio lavoro e ricevere un riscontro da celebrità del calibro di DJ Khaled e Jason Alexander. “Tutte le star si ricordano di quando si trovavano ai piani bassi e avevano bisogno di qualcuno che credesse in loro”, ci spiega Jhin. E per alcuni clienti, si tratta di soldi ben spesi: Brian Kelley dei Florida Georgia Line ha firmato un contratto con un utente conosciuto su Protégé. Jhin e il cofondatore Michael Cruz hanno raccolto 8,5 milioni di dollari da Sequoia e da personaggi famosi come Lionel Richie, Diplo e Will Smith. —Jair Hilburn, Mark Joyella eEmily Mason
Kimberly Aleah, 27
Head of video, Rolling Stone
Alex Aster, 27
Autore
Yara Bishara, 29
Senior producer, Nbc News
Clarissa Brooks, 27
Freelancer
Kelly Caminero, 27
Art director, The Daily Beast
Ray Chao, 29
General manager of audio, Vox Media
Tyler Cherry, 29
Press secretary, U.S.
Department of the Interior
Megan Coyne, 25
Deputy director of platforms, the White House Office of Digital Strategy
Tyler Denk, 28
Benjamin Hargett, 25
Jake Hurd, 26
Co-founder, beehiiv
Tori Dunlap, 28
Co-founder, Her First $100K
Alec Fischer, 29
Founder, Fischr Media
Gilad Haas, 29
Co-founder, Shadow Lion
Da’Shaun Harrison, 26
Autore
Jordyn Holman, 28
Business reporter, New York Times
Jackson Jhin, 27
Co-founder, Protégé
Tiffany Kelly, 28
Founder, Curastory
Adriana Lacy, 26
Caitlin Ostroff, 26
Co-founder, Journalism Mentors
Kyleigh Leddy, 25
Autrice
Erin Logan, 27
Reporter, Los Angeles Times
Daniel Lombroso, 29
Senior producer, the New Yorker
Travis Lyles, 29
Deputy social director, the Washington Post
Matthew Monrean, 29
Founder, MoonBeam Media
Anfernee Robinson, 29
Founder, AnimeBae Studios
Michael Sikand, 22
Founder, Our Future
Ashten Smith-Gooden, 26
Co-founder, Swish Cultures
Daniel Snow, 29
Founder, RapTV
Tyler Tynes, 29
Staff Writer, Gq magazine
Gabrielle Williams, 27
Co-founder, MEFeater Magazine
Vaughn Vreeland, 29
Supervising producer, New York Times Cooking
Yehong Zhu, 27
Founder, Zette
GIUDICI: Kaitlan Collins, class of 2019, corrispondente dalla Casa Bianca, Cnn; George M. Johnson, author; Trip Adler, class of 2014, cofounder, Scribd; Charlamagne tha God, cohost, The Breakfast Club
MARZO 2023
Giulio Armeni, 28 Scrittore e autore Dal suo account @fliosofia_ coatta, Giulio fa meme satirici su temi politici e di attualità. Una sua raccolta arriverà presto in libreria pubblicata da People, la casa editrice di Pippo Civati.
Francesco Brocca, 29 Founder e managing director di Cnc Media
Alice Cancellario, 29 Co-founder di Heloola Insieme alla sorella ha lanciato un book club digitale indipendente, nato per celebrare la lettura come forma di intrattenimento.
Francesco Gasparro, 28 Agency partner & head of wom strategy di Brainpull Esperto di influencer marketing, oggi analizza l'interrelazione tra utenti sul web come mezzo per evidenziare le tendenze del mercato.
Fabrizio Romano, 29 Giornalista sportivo
Con 7,7 milioni di follower su Twitter e 6,8 milioni su Instagram, è un grande esperto di calciomercato. Ha scritto, tra gli altri, per il The Guardian, Cbs Sports e Sky Sport.
MARZO 2023
FRANCESCO BROCCA
Età: 29 • Founder e managing director di Cnc Media
“Dal meme all’informazione, utilizzare linguaggi innovativi per arrivare alle nuove generazioni”: era questo il progetto di laurea che nel 2016 Francesco Brocca stava scrivendo. Dalla volontà di esplorare il nuovo mondo dei social media, e avvicinare i giovani all’informazione utilizzando i loro linguaggi, nasce CoseNonCose, la celebre community della papera gialla, il cui simbolo richiama un’installazione artistica censurata dal governo cinese nel 2013, e diventata in tutto il mondo simbolo di rivalsa contro le ingiustizie sociali. “Sono convinto che fare una corretta informazione sia sinonimo di libertà”, spiega Francesco. “Proprio per questo con Cnc Media proponiamo un'informazione libera, che invita i lettori ad agire in prima persona per il raggiungimento di un mondo migliore”.
Dal 2020 CoseNonCose ha assunto una connotazione più sociale, finalizzata alla sensibilizzazione e all’approfondimento.
Così nel 2022 è diventata una testata giornalistica, seguita da oltre un milione di persone. —Roberta
MaddalenaDavide Calgaro, 22 Comico
A 15 anni scrive monologhi comici nei laboratori di Zelig Oggi è il più giovane standup comedian italiano, alla guida della serie The Roast Of Life In Italy, in onda su Comedy Central.
Jody Cecchetto, 28 Conduttore tv, radiofonico e speaker
È stato presentatore del Prima Festival di Sanremo 2023. Ma l'esordio nel piccolo schermo arriva nel 2016, quando Disney Plus lo ingaggia nella serie Alex & Co.
Valentina Romani, 26 Attrice
Simona Tabasco, 28 Attrice
È una delle protagoniste della seconda stagione di The White Lotus, in onda su Sky. Paola e Chiara l’hanno scelta inoltre come guest star per il loro video del brano Furore
Luca Toscano, 26 Fondatore e ceo di Artech vedi intervista pag. 28
VALENTINA ROMANI
Età: 26 • Attrice
Nata a Roma, ha iniziato a prendere lezioni di recitazione fin dai tempi delle scuole superiori. Dal 2014 ha iniziato a recitare in diverse fiction televisive andate in onda su Rai 1 e Rai 2. Il suo esordio cinematografico risale però al 2016 quando ha ricoperto il ruolo di protagonista nel film Un bacio, diretto da Ivan Cotroneo. Dal 2017 è fra i principali interpreti della serie La porta rossa, mentre dal 2020 recita nella serie Mare fuori, in onda su Rai Play e Netflix, dove interpreta la zingara Naditza. Insieme a tutto il cast di Mare fuori, è salita sul palco dell’Ariston per la 73esima edizione del Festival di Sanremo. L’attrice è presente infine nel video di Due, il brano sanremese di Elodie, accanto a personaggi come Ornella Vanoni e Michele Placido. —Roberta Maddalena
BENITO SKINNER
Età: 29 • Creator
Guadagnare divertendosi. Gli sketch sopra le righe di Skinner e le sue imitazioni di personaggi famosi come Timothée Chalamet, Billie Eilish e Kourtney Kardashian hanno fatto guadagnare al comico di Boise, Idahoche si fa chiamare anche Benny Drama - più di 2,7 milioni di follower su Instagram e TikTok. “Agli inizi della mia carriera volevo accontentare tutti”, racconta. “Ho imparato che i miei video di maggior successo sono quelli in cui creo qualcosa che mi diverte”. Skinner, che ha accordi di sponsorizzazione con Svedka, Ulta e Target, a giugno ha recitato la sua imitazione di Kourtney Kardashian in The Kardashians e a novembre ha firmato un contratto con Amazon per scrivere e produrre Overcompensating, uno show basato sulla sua infanzia di adolescente gay non dichiarato.
—Alexandra S. Levine, Richard Nieva, Arianna Johnson e Steven Bertoni
SOCIAL MEDIA
Alessandra Angelini, 27
Valeria Angelini, 27
Paula Coleman, 27
Co-founder, Influur
Remi Bader, 27
Creator
Noah Beck, 21
Creator
Brittany Broski, 25
Creator
Diona DaCosta, 28
Creator partnerships,
Patreon
Victor Fontanez, 23
Ceo, VicBlends
Sydnee Goodman, 28
Creator
Bailey Grady, 25
Shep Ogden, 27
Christopher Travers, 29
Co-founder, Offbeat Media Group
Zachary Hsieh, 23
Ceo, Zhc
Jenny Kim, 27 Entertainment Publishers
lead, North America, TikTok
Aidan Kohn-Murphy, 18
Founder, Gen-Z for Change
Denis Kopotun, 26
Ceo, Denis Entertainment
Gregory LaVecchia, 27
Mari Llewellyn, 28
Co-founder,
Bloom Nutrition
Elsa Majimbo, 21 Comico
Patrick Mandia, 27
Co-founder, Iso
Spencer Marell, 22
Chase Rosenblatt, 22
Co-founder, Adim
Natalie Marshall, 25
Creator
Rushir Parikh, 25
Co-founder, Popchew
Zaria Parvez, 24
Global social media manager, Duolingo
Hunter Rice, 28
Founder, sendit & noteit
Brent Rivera, 24
Creator
Kristy Scott, 27
Creator
Julian Shapiro-Barnum, 23
Creator
Willem Simons, 25
Founder, Daze
Benito Skinner, 29
Creator
Rickey Thompson, 26
Ceo, Booked & Busy
Vivian Tu, 28
Founder, Your Rich Bff Media
Molly White, 29
Writer, Web3 Is Going
Just Great
Neel Yalamarthy, 29
Vice president, strategy & business development, Mythical
Amelie Zilber, 20
Creator
GIUDICI : God-Is Rivera, ex global director of culture and community, Twitter; Jerry Lu, principal, Maveron; Akash Nigam, founder, Genies; Kris Collins, class of 2021, content creator
MARZO 2023
Ruben Bondì, 25
Personal chef
Ha iniziato a filmarsi mentre cucinava durante la quarantena. Da allora, è conosciuto sui social (1,6 milioni di follower su TikTok) come “quello che cucina dal balcone”.
Marco D’Annolfi, 29 Founder di Trash Italiano
Sabrina Grazini, 30
Consulente del lavoro, formatrice e divulgatrice digitale
Grazie ai social aiuta le giovani generazioni a capire il funzionamento del mondo del lavoro con un linguaggio semplice e diretto.
Andrea Pirillo, 25 Influencer e imprenditore
Con oltre 1,2 milioni di follower tra le varie piattaforme, racconta il mondo dei motori sui social. Ha collaborato con Lamborghini, Amazon, Ebay, Red Bull.
Mattia Stanga, 24
Creator Bresciano, si è fatto conoscere su TikTok per la sua comicità e gli sketch irriverenti ispirati alla vita quotidiana.
SOCIAL MEDIA ITALIA
MARCO D’ANNOLFI
Età: 29 • Founder di Trash Italiano
Dai meme su Twitter al mondo dell’intrattenimento nella sua totalità: tv, musica, attualità e web. Il fenomeno-web Trash Italiano è nato dalla mente di Marco D’Annolfi, classe 1993, che un giorno ha deciso di aprire un account su Twitter “per commentare in chiave ironica gli show televisivi”. In poco tempo l’account ha raggiunto migliaia di persone e D’Annolfi ha deciso di aprire altri canali social e sito web. “Inizialmente Trash Italiano era un account personale”, racconta. “Non c’era nulla di pianificato: nessuna strategia, nessun piano editoriale, nessuna idea di ciò che sarebbe potuto diventare”. Poi la svolta. “Dopo circa tre anni”, continua, “sia per il modo di comunicare che per il pubblico in crescita, sono arrivate le prime collaborazioni, i primi inviti agli eventi legati al mondo dello spettacolo e il supporto di molti personaggi pubblici che hanno iniziato a seguire Trash Italiano”. La pagina è definitivamente esplosa nel 2020 quando è arrivata al grande pubblico iniziando a trattare anche altri argomenti, sempre con lo stesso stile. Il segreto? “La spontaneità”. Ora Trash Italiano ha un pubblico di circa sei milioni e mezzo di utenti tra Instagram e Twitter.
—Matteo Sportelli
ALESSANDRO ROMANO
Età: 28 • Co-founder e ceo di Ittinsect
Prendersi cura della salute del mare e azzerare l’impatto dell’acquacoltura sull’ambiente marino. È questa la missione che ha spinto Alessandro Romano, imprenditore classe 1995, a fondare Ittinsect, la startup che produce mangimi ad alta efficienza nutritiva attraverso il trattamento microbiologico di nuovi ingredienti, inclusi insetti, microalghe e sottoprodotti agricoli, in linea con i principi di economia circolare. “L’idea”, spiega Romano, “è nata nel 2020 in mezzo al mare, durante un viaggio in cui avrei mangiato solo il pesce che sarei riuscito a pescare. In quell'occasione ho scoperto quanto sia forte l'impatto dell'uomo. Tornato da quel viaggio, ho preso un foglio di carta e ho scritto ben chiara la mia missione personale che onorerò per tutta la vita: proteggere il mare”. Il brevetto della tecnologia, di cui il giovane imprenditore è co-inventore, è stato depositato nel 2022. Dopo il lancio di due linee di prodotti, nel 2023 Romano vuole intensificare le attività di ricerca e sviluppo sul fronte economia circolare, anche grazie al suo primo il suo primo aumento di capitale di 625 mila euro a cui hanno partecipato Cdp Venture Capital, Katapult Ocean, Indico Capital Partners, LVenture Group e due angel investor.
—Matteo Sportelli
SCIENCE ITALIA
Leonardo Bertelli, 26 Ingegnere robotico Attualmente lavora come consulente in Leonardo, dove si occupa dello sviluppo di un braccio robotico per la Mars Sample Return Campaign.
Alessandro Fanni, 29 Founder di CShark Solutionsn Ha creato un’azienda specializzata nella progettazione di sistemi integrati di impianti IoT e comunicazione satellitare.
Francesca Madonini, 27 Ingegnere elettronico
Sta lavorando allo sviluppo di Empatica, startup tecnologica in ambito biomedicale, che produce avanzati sistemi di monitoraggio medico attraverso dispositivi indossabili.
Guido Putignano, 20 Bioingegnere, ricercatore La sua missione è utilizzare strumenti di intelligenza artificiale per ingegnerizzare le cellule staminali in oncologia.
Alessandro Romano, 28 Co-founder e ceo di Ittinsect
Katelyn Arnold, 29 Research assistant professor, the University of North Carolina Chapel Hill
Thiago Arzua, 29
Postdoctoral researcher, Columbia University
Shree Bose, 28
M.D./Ph.D. Candidate, Duke University School of Medicine
Adrien Burlacot, 28 Principal Investigator, Carnegie Institution for Science
Kiersten Formoso, 28
Ph.D. Candidate, University of Southern California
Nikhil Garg, 29
Assistant Professor, Cornell Tech
Sneha Goenka, 28
Ph.D. Candidate, Stanford University
Youhong Guo, 29
Postdoctoral researcher, Mit
King Hung, 28
Ph.D. candidate, Stanford University
Kathleen Hupfeld, 28
Postdoctoral fellow, Johns Hopkins University School of Medicine
Desiree Jones, 28
Ph.D. Candidate, the University of Texas at Dallas
Allison Koenecke, 29
Assistant professor, Cornell University
Margaret Lumley, 29
Co-founder, ChloBis Water
Maggie Miller, 29
Postdoctoral fellow, Stanford University
Shannon Miller, 29
Principal investigator, the Scripps Research Institute
Jeromy Rech, 29
Postdoctoral fellow, Stanford University
Malena Rice, 26
Postdoctoral fellow, Mit
Charles Roques-Carmes, 28
Postdoctoral researcher, Mit
Danielle Rose, 26
Matthew Rose, 24
Co-founder, Ceragen
Natalie Rubio, 29
Scienziata, Ark Biotech
Jeremy Schiel, 28
Co-founder, Orbit Fab
Daniel Schwalbe-Koda, 29
Postdoctoral fellow, Lawrence Livermore National Laboratory
Raphael Townshend, 29
Founder, Atomic Ai
Chonghe Wang, 28
Doctoral Student, Mit
Cel Welch, 26
Ph.D. Candidate, Brown University
Shannah Withrow-Maser, 28
Aerospace Engineer,
Nasa Ames Research Center
Emma Xu, 28
Ph.D. Candidate, Columbia University
Quansan Yang, 28
Postdoctoral Fellow, Mit
Chuanzhen Zhao, 29
Ph.D. Candidate, Stanford University
Jonathan Zong, 27
Ph.D. Candidate, Mit
JEREMY SCHIEL
Età: 28 • Co-founder di Orbit Fab
La startup di Schiel nel settore aerospaziale, con sede in Colorado, ha raccolto oltre 14 milioni di dollari da importanti investitori, tra cui Lockheed Martin e Northrop Grumman, per costruire distributori di benzina interstellari. “Al settore aerospaziale mancava una fonte di energia a basso costo che consentisse alle persone e alle aziende di trasportare beni e servizi”, spiega Schiel, che nel 2018 ha co-fondato Orbit Fab insieme a Daniel Faber. Sta ora sviluppando serbatoi orbitanti e navette di rifornimento per rifornire i satelliti che stanno esaurendo i propellenti necessari per spostarsi nello spazio. A ottobre ha siglato con il governo americano un contratto da 13 milioni di dollari per rifornire nel 2025 i satelliti della Space Force di carburante all’idrazina.
—Alex Knapp e Katharine GammonJOEL EMBIID
SPORT
Jocelyn Alo, 24
Giocatore di softball, Smash It Sports Vipers
Chelsey Antony, 28
Corporate counsel for business and legal Affairs, Nfl Players Association
Maya Azouri, 27
Jonathan Azouri, 28
Co-founder, CatchCorner by Sports Illustrated
Jason Bergman, 29
Shehryar Khan, 28
Co-founder, MarketPryce
Phil Chang, 29
Director of basketball analytics and research, Los Angeles Lakers
Joel Embiid, 28 Centro, Philadelphia 76ers
J’Ron Erby, 29
Social media manager for marketing and betting, Espn
Alex Hall, 24
Freestyle skier, U.S. Ski Team
Kenzi Inman, 26
Manager for event strategy and development, Nba
Sabrina Ionescu, 24
Guardia, New York Liberty
George Kittle, 29
Tight end, San Francisco 49ers
Warren Laufer, 29
Junior partner, Mint 10
Noah Lyles, 25 Sprinter, Nazionale atletica americana
Kat Marquez, 28
Strategic partnerships manager for sports, TikTok
Connor McDavid, 25 Centro, Edmonton Oilers
Sydney McLaughlin, 23
Ostacolista, nazionale di atletica americana
Zack Miller, 28
Agent, Wme Sports
Ashley Nicole Moss, 29
Host, Sports Illustrated
Jessica Murfree, 29
Visiting assistant professor, Texas A&M University
Sarah Nurse, 27
Attaccante, nazionale canadese hockey femminile
Arike Ogunbowale, 25 Guardia, Dallas Wings
Lauren Porter, 29
Senior creative strategist, Bleacher Report
Midge Purce, 27
Co-founder, Black Women’s Player Collective
Jalen Ramsey, 28
Cornerback, Los Angeles Rams
Dillon Rosenblatt, 24
Co-founder, Autograph
Scottie Scheffler, 26
Golfista, Pga Tour
Ashley Ward, 27
Director, Espn
Haleigh Washington, 27
Centrale, nazionale
americana di pallavolo
Embiid, alto più di due metri, non aveva prospettive certe nella Nba: ha iniziato a giocare a basket solo a 16 anni e gli infortuni hanno vanificato gran parte dei suoi primi tre anni con i Sixers. Ma il camerunense sostiene che la sua mentalità sia sempre stata all’insegna del “niente sarà facile: ho sempre pensato che, per guadagnare qualcosa, dovevo lavorare più duramente dell’americano medio”. E il lavoro sta dando i suoi frutti: si è classificato secondo per due stagioni consecutive nelle votazioni per il premio come miglior giocatore della lega. Secondo i dati di Forbes Embiid guadagna 8 milioni di dollari all’anno fuori dal campo e dalla prossima stagione godrà di un nuovo contratto di quattro anni con i 76ers, del valore di 196 milioni di dollari, da lui stesso negoziato, risparmiando così una commissione dell’agente fino al 4%.
—Brett Knight e Justin BirnbaumAnna Leigh Waters, 15
Giocatrice professionista di pickleball, Ppa Tour
Max Weiner, 27
Pitching coordinator, Seattle Mariners
Età: 28 • Centro dei Philadelphia 76ers MARZO
GIUDICI: Malcolm Jenkins, Ceo, Malcolm; Ted Leonsis, founder, Monumental Sports & Entertainment; Chiney
Ogwumike, class of 2021, ala, Los Angeles Sparks; Tyler Tumminia, ex commissioner, Premier Hockey Federation
Francesco Bagnaia, 26
Motociclista
Ange Capuozzo, 23
Rugbista
Ha preferito l’Italia, paese della sua famiglia, alla Francia, dove è nato. Nel 2022 è stato protagonista di due storiche vittorie azzurre contro Galles e Australia ed è stato eletto rivelazione dell’anno dalla federazione internazionale.
Thomas Ceccon, 22
Nuotatore
È considerato il più grande talento del nuoto italiano da quando era un ragazzino. Nel 2022 ha dimostrato di esserlo, con due titoli mondiali, quattro europei e un record del mondo.
Sofia Raffaeli, 19 Ginnasta
157 centimetri per 37 chili, appena maggiorenne era già l’atleta più vincente nella storia della ginnastica ritmica italiana. Nel 2022 ha conquistato cinque ori ai Mondiali di Sofia.
Destiny Udogie, 20 Calciatore
Figlio di genitori nigeriani, è nato e cresciuto a Verona. Titolare dell’Under 21 e dell’Udinese, è alle ultime partite in Serie A: l’anno prossimo giocherà per il Tottenham, che per averlo ha sborsato 18 milioni di euro.
SPORT ITALIA
FRANCESCO BAGNAIA
Età: 26 • Motociclista
Aveva 19 anni e correva in Moto3 con la Mahindra, un costruttore indiano. Prima di una gara in Giappone, una ragazza gli disse: Enjoy the race and go free. Goditi la gara e vai libero. Da allora #GoFree è il motto con cui Francesco Bagnaia riassume il suo stile di vita e di guida. Una leggerezza che gli ha permesso anche di riprendere un Mondiale già perso: a metà stagione era sesto in campionato, a 91 punti dalla testa, zavorrato da quattro ritiri in dieci gare. Dal 1993, quando fu introdotto il sistema di punteggio attuale, nessuno ne aveva mai rimontati tanti. Ci è riuscito lui, diventato ‘Pecco’ perché sua sorella, da piccola, non riusciva a pronunciare il suo nome. Il 6 novembre, a Valencia, Bagnaia è diventato il settimo italiano a conquistare il Mondiale nella categoria regina. Il primo su una moto italiana dai tempi di Giacomo Agostini e della Mv Agusta. Soprattutto, il primo del dopo-Valentino Rossi. —Matteo Novarini
ALICE CARBONARA LUDOVICO GRASSI LISA IANNELLO
VINCENZO MANSI
Età: 27, 28, 26, 28 • Co-founder di This Unique
Di ciclo mestruale non si parla mai. Ma è un’esperienza che le donne vivono per oltre 40 anni della propria vita, a volte ricca di problemi, dalla tematica ambientale a quella sociale. Quando si sono incontrati, prima Vincenzo e Ludovico a un master della Sole24 Ore Business School, poi Lisa e Alice, hanno capito di voler rivoluzionare questo mercato. La loro startup This Unique offre infatti box in abbonamento di assorbenti compostabili, 100% cotone organico, che si degradano in sei mesi (contro i 500 anni di quelli tradizionali), e attraverso i suoi canali social cerca di abbattere il tabù sul tema, creando informazione. Hanno pensato anche alle aziende, offrendo un servizio che mette a disposizione delle dipendenti assorbenti gratuiti. Da un anno, i founder hanno chiuso un seed da 700mila euro e stanno preparando un nuovo round da 3-5 milioni per diventare il più grosso player nel Sud Europa. “Vogliamo consolidare la nostra posizione nel mercato digitale italiano”. —Roberta Maddalena
Alessandro Algeri, 26 Amministratoredelegato-r esponsabilericercaesviluppo diCultipharm
È alla guida dell’azienda, che produce e commercializza botanici e ingredienti attivi coltivati in vertical farm, destinati al mondo farmaceutico.
Alice Carbonara, 27 Ludovico Grassi,28 Lisa Iannello, 26 Vincenzo Mansi, 28 Co-founderdiThisUnique
Alessandra Cestaro, 30 Co-foundereceodiHolifya
La sua startup permette, grazie a un test del dna, di scoprire le proprie predisposizioni genetiche e adottare un’alimentazione e percorsi di prevenzione personalizzati.
Matteo Corbellino, 29
Alessandro Fier, 29 Luca Trimigno, 29 Board member diEspansioneGroup
Hanno contribuito alla crescita dell’azienda medtech, leader nell’ambito dell’oftalmologia, instaurando collaborazioni con le più grandi multinazionali del settore
Camilla Mondini, 22
Founder e Ceo di Dicialice
La sua startup fa informazione sul tema dei disturbi alimentari. Sta anche sviluppando una piattaforma AI-based che offre cure multidisciplinari online.
Giovanna Abramo, 29
Co-founder, Plenna
TJ Ademiluyi, 27
Co-founder, Alaffia Health
Aadil Ali, 28
Clinical scientist, Traferox Technologies, University Health Network
Alfredo Andere, 24
Kyle Giffin, 24
Kenny Workman, 23
Co-founder, LatchBio
Amira Barkal, 29
Founder, Pheast Therapeutics
Alison Burklund, 28
Co-founder, Nanopath
Jessica Chao, 29
Co-founder, LingoHealth
Briana Chen, 28
Postdoctoral fellow, Columbia University
Jake Cooper, 28
Manoj Kanagaraj, 28
Co-founder, Grow Therapy
Jared Dauman, 27
Co-founder, Soda Health
Ahmed Elsayyad, 29
Co-founder, Ostro
Elliot Fisher, 28
Co-founder, Curi Bio
Ed Gaussen, 28
Co-founder, Mantra Health
Ankit Gupta, 27
Jonah Kallenbach, 27
Co-founder, Reverie Labs
Shu Jiang, 29
Assistant professor, Division of public health sciences, Washington University School of Medicine in St. Louis
Cavan Klinsky, 26
Co-founder, Healthie
Joe Landolina, 29
Co-founder, Cresilon
Vincent Lopez, 28
Founder, Parker Health
Blake Mandell, 28
Co-founder, Transcend Therapeutics
Mack Mazeski, 29
Owen Prunskis, 29
Founding team member, Co-founder,
DxTx Pain and Spine
Niema Moshiri, 29
Assistant teaching professor, University of California, San Diego department of computer science & engineering
Kevin Parker, 28
Co-founder, Cartography Biosciences
Nikhil Patel, 23
Founder, Craniometrix
Dina Radenkovic, 27
Co-founder, Gameto
Saumya Sao, 24
Co-founder, the Violet Project by Johns Hopkins Medicine
Gregory Sepich-Poore, 29
Co-founder, Micronoma
Peeyush Shrivastava, 26
Co-founder, Genetesis
Katie-Rose Skelly, 29
Co-founder, Known Medicine
Felix Wong, 29
Co-founder, Mit, Integrated Biosciences
Joan Zhang, 27
Co-founder, Arise
GIUDICI: Victor Lopez-Carmen, class of 2022, co-founder, Ohiyesa Premedical Program at Brigham and Women’s Hospital; Michelle Davey, co-founder e Ceo, Wheel; Hemant Taneja, managing partner, General Catalyst; Helen Sabzevari, president e Ceo, Precigen
DINA RADENKOVIC
Età: 27 • Cofondatrice di Gameto
I trattamenti per l’infertilità possono fare miracoli, ma presentano anche molte controindicazioni: conti salati, dolorose iniezioni di ormoni e pericolosi effetti collaterali. Gameto, la startup di Radenkovic, ha raccolto 40 milioni di dollari per rendere il prelievo di ovociti più economico e sicuro, utilizzando cellule staminali umane per far maturare gli ovuli in laboratorio. Cresciuta nella Serbia devastata dalla guerra, ha studiato matematica e ingegneria nel Regno Unito e si è laureata in medicina all’University College di Londra. Prima di fondare Gameto nel 2021 insieme al socio e imprenditore seriale Martin Varsavsky, ha collaborato con il laboratorio genetico George Church dell’Università di Harvard per finanziare la ricerca sui modi in cui le cellule ingegnerizzate possono migliorare la salute delle donne. “Il mondo imprenditoriale mi ha insegnato come costituire società e risolvere i problemi che ci appassionano”, dichiara.
Knapp, Katie Jennings, Ariyana Griffin, Sarah Emerson e Arianna Johnson
BEN PARKER
Età: 28 • Co-founder di Lightship
I camper stanno diventando elettrici: è naturale che le roulotte li seguiranno. Parker e il co-founder Toby Kraus, entrambi ex collaboratori di Tesla, hanno fondato Lightship, società con sede a San Francisco, per trasferire la tecnologia dei veicoli elettrici nel settore dei veicoli per il tempo libero, che vale 55 miliardi di dollari. Parker ha lavorato come ingegnere delle batterie per il Model 3 di Tesla e si è interessato ai camper in occasione di un progetto secondario per l’elettrificazione di furgoncini per il cibo. Nel 2020 ha noleggiato un Winnebago per un giro di tre mesi nel West degli Stati Uniti: “È stato in parte un viaggio dell’anima e in parte un viaggio di lavoro”. Ha fondato Lightship partendo dalla strada e da allora ha raccolto 27 milioni di dollari da investitori del calibro di Prelude Ventures, Obvious Ventures e Congruent Ventures. E per questa primavera è prevista l’uscita di un prototipo.
—Chris Helman, Olivia Peluso e Hank Tucker
Charles Bai, 26
Co-founder, Paces
Caleb Boyd, 29
Co-founder, Molten Industries
Edward Chiang, 26
Sumreen Rattan, 26
Gurmesh Sidhu, 26
Gabriel Soares, 25
Co-founder, Moment Energy
Shivani Chotalia, 29
Director of development & partnerships, NRStor
Danielle Colson, 29
Cameron Halliday, 28
Co-founder, Mantel Capture
Supratim Das, 29
Director of corporate development, Electric Hydrogen
Olivia Dippo, 29
Andy Zhao, 29
Co-founder, Limelight Steel
Benjamen Gao, 20
Team lead, Stanford
Solar Car Project, Stanford Mars Bric Team
Tej Grewal, 29
Co-founder, Qube Technologies
Nicholas Grundish, 28
Vice president of battery technology, EnergyX
Chante Harris, 29
Climate tech strategist, Schmidt Futures
Tyler Hernandez, 29
Michael Strand, 29
Co-founder, Tynt Technologies
Rupamathi Jaddivada, 29
Director of innovation, SmartGridz
Joey Kabel, 29
Co-founder, Electrified Thermal Solutions
Bobuchi Ken-Opurum, 28
Founder, The Re-Housed Decision Support Toolkit
Raafe Khan, 29
Director of energy storage, Pine Gate Renewables
Emma Konet, 29
Director of market strategy and operations,
Key Capture Energy
John Lee, 29
Senior policy advisor, deputato Sean Casten (D-IL)
Jiachen Li, 28
Ph.D. candidate, University of California, Berkeley
Drew-Michael Louviere, 28
Co-founder, infEnergy
Whitney Majetich, 29 Operations manager, Vaquero Big Horn
Kiera O’Brien, 24
Public policy representative, TotalEnergies
Ben Parker, 28
Co-founder, Lightship
Joanna Patsalis, 29
Co-founder, Direct Kinetic Solutions
Bailey Plummer, 28
Vice president of investments, Greenbacker Capital
Joe Rodden, 28
Co-founder, Lydian
Nicholas Selby, 28
Director of engineering, Renewvia Solar Africa
Shashank Sripad, 29
Co-founder, And Battery Aero
Zhenyu Zhang, 28
Co-founder, AmmPower
Yajing Zhao, 27
Founder, Mesophase
GIUDICI: Jessica Matthews, class of 2014, founder, Uncharted; Kay McCall, president/ executive director, Renewable Energy Alliance (Real) Houston; Juliana Garaizar, head of innovation, Greentown Labs
Francesco Andaloro, 28
Foundere ceo di Costrand
Ha creato un general contractor edile che riduce tonnellate di emissioni CO2 ogni anno grazie a interventi di efficienza energetica nei condomini e sviluppi immobiliari sostenibili.
Massimiliano Casellato, 29
Responsabiledelladivisioneimmobiliare di H2C
Oltre a seguire lo sviluppo degli asset immobiliari, è promotore e responsabile finanziario di H2G, spin-off di H2C, che sta lavorando a progetti sull'idrogeno verde.
Gabriele Cavallaro, 25
Nicolas Zeoli, 24
Co-founderdiGanigaInnovation
Soufiane Essakhi, 24
Emanuele Luzzati, 25
Edoardo Simonelli, 23
Co-founderdi Gevi
I tre laureati in Ingegneria aerospaziale hanno fondato una startup che progetta e costruisce turbine eoliche, avvalendosi di un hardware flessibile e dell’intelligenza artificiale.
Nicolas Philip Roger Jennison, 28
ManagerH2projectdevelopment di Snam
Si occupa dello sviluppo e gestione di progetti legati all’idrogeno a livello internazionale, con un’attenzione particolare all’area del Nord Africa.
GABRIELE CAVALLARO E NICOLAS ZEOLI
“Stavo facendo una passeggiata e mi fermai in un bar a prendere una bottiglietta d’acqua. Dopo avere bevuto, mi guardai intorno: nessun cestino in vista. Lo cercai per chilometri. Allora pensai: ‘Qui ci vuole un’app’”. Nicolas Zeoli racconta così la genesi di Ganiga Innovation, la startup che ha fondato con Gabriele Cavallaro. Insieme, i due hanno sviluppato Hoooly!, un cestino intelligente che “ottimizza la raccolta differenziata, smista i rifiuti in modo corretto e solo quando serve”. La loro app aiuta i cittadini a localizzare i cestini e gli operatori a monitorare rifiuti e statistiche. L’idea è quella di rivolgersi a consumatori, aziende e comuni, in un’ottica di economia circolare, in cui “i rifiuti diventano un’opportunità”. In attesa di allargarsi ad altri prodotti: “Vogliamo coniugare il meglio della tecnologia e del design. Sogniamo di essere la Dyson italiana”. —Camillo de Angelis
Marco Apollonia, Chiara Maresca, Giulio Santabarbara
Co-founder di myAedes
Federico Buratto, 25 Andrea Francesco Buri, 22 Fernando Vito Falcone, 27 Igor Milano, 23 Alessandro Rivalta, 22 Co-founder di CityZ Hanno brevettato una tipologia di smart sensor adesivo, adatto a tutte le superfici dell’asfalto, per la rilevazione in tempo reale degli stalli dei parcheggi.
Edoardo Costa, 25 Matteo Saltarello, 26 Co-founder di Tac - Touch And Contact
La loro startup opera nell’industria dei saas digital b2b, che in un solo anno ha raggiunto 100mila utenti attivi e oltre un milione di euro da investitori professionali.
Daniele Gamba, 28 Mattia Peracchi, 28 Co-founder di AISent Hanno fondato una deep tech company specializzata in Ai, machine learning e computer vision che spazia dal packaging alla grande distribuzione, dai trasporti all’industria meccanica, sanitaria e alimentare.
Laura Sposato, 24 Founder e ceo di Joule
La sua startup vuole rivoluzionare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro grazie all’utilizzo di modelli matematici avanzati di machine learning.
MARCO APOLLONIA CHIARA MARESCA GIULIO SANTABARBARA
Età: 29, 28, 29
• Co-founder di myAedes
Questi tre ragazzi hanno fondato myAedes, una startup che vuole digitalizzare la reportistica dei cantieri. Tutto è nato nel 2017 con la vittoria di un hackaton per rilanciare il settore edile promosso dal comune di Benevento, dove frequentavano l’università. L’idea dei tre ingegneri ha poi continuato a crescere: nel 2019 con l’ingresso nel programma di accelerazione di LVenture a Roma e a fine 2022 con un round di investimento da 585mila euro a cui ha partecipato Cdp Venture Capital. Oggi myAedes conta circa 500 clienti in Italia e un numero di documenti caricati che è cresciuto da tremila a giugno 2022 a oltre 300mila a fine 2022. Da qualche mese è presente anche in Spagna e Germania. “Il profitto medio di un cantiere è molto basso, quindi è difficile permettersi i rischi dell’innovazione”, spiegano Marco, Chiara e Giulio. “A questo mercato devi proporre un ritorno immediato, qualcosa che permetta al cliente di risparmiare subito, riducendo costi e ritardi”.
—Giovanni IozziaDeepak Chhugani, 29
Co-founder, Nuvocargo
Jade Choy, 28
Keith Choy, 29
Mike Miller, 27
Co-founder, Epoch
Joshua Curl, 28
Kashish Gupta, 26
Tejas Manohar, 23
Co-founder, Hightouch
Alice Deng, 26
Lawrence Lin Murata, 28
Co-founder, Slope
Kesava Kirupa Dinakaran, 22
Co-founder, Luminai
Shensi Ding, 29
Gil Feig, 29
Co-founder, Merge
Rian Doris, 26
Co-founder, Flow Research Collective
Bailey Farren, 26
Noah Wu, 25
Co-founder, Perimeter
Israel Figueroa, 28
Emmanuel Oquendo Rosa, 29
Co-founder, BrainHi
Greg Foster, 27
Tomas Reimers, 28
Co-founder, Graphite.dev
Tyler Han, 25
Michael Hood, 26
Andrew Lawrence, 29
Braden Ream, 25
Co-founder, Voiceflow
Daniel Hanover, 25
Oluwatoniloba Oloko, 26
Co-founder, Dandy
David Hsu, 27
Founder, Retool
David Iya, 29
Joshua Nzewi, 29
Co-founder, Eze
Karan Kashyap, 27
Matt McEachern, 28
Co-founder, Posh Technologies
Brennan Keough, 29
Shane Kovalsky, 29
Co-founder, Mystery
Doris Lee, 26
Co-founder, Ponder
Taylor Lint, 29
Co-founder, Swantide
Shrav Mehta, 26
Co-founder, Secureframe
Vijay Menon, 29
Founder, Butter Payments
Elisar Nurmagambet, 29
Co-founder, Black Ice AI
Valentine Nwachukwu, 29
Co-founder, Zaden Technologies
Juan Orrego, 26
Co-founder, Cuboh
Zara Perumal, 27
Co-founder, Overwatch Data
Annie Reardon, 29
Renee Russo, 26
Co-founder, Glow Labs
Seamus Ruiz-Earle, 23
Founder, Carabiner Group
Vivian Wang, 29
Founder, Landed
Phoebe Yao, 24
Founder, Pareto
Megan Yen, 28
Vp of business and revenue operations, Ramp
Jeremy Zhang, 27
Co-founder, Finch
GIUDICI: Sid Sijbrandij, founder, GitLab; Lucy Guo, class of 2018, Ceo, Passes;
Dylan Field, class of 2015, cofounder, Figma; Erica Brescia, managing director, Redpoint Ventures
MARZO 2023MICHAEL BROUGHTON
Gli abbonamenti a basso costo servizi come Netflix, Spotify e Xbox Live possono ora contribuire ad aumentare il punteggio di coloro che hanno una storia creditizia limitata o scarsa. Altro emette una carta di pagamento gratuita per sostenere queste persone. Quando i clienti pagano la fattura di Altro, l’azienda avvisa le principali società che si occupano di posizioni creditizie, tra cui TransUnion, Equifax ed Experian, affinché migliorino il loro punteggio. Altro trae il suo guadagno addebitando alle società di servizio una piccola commissione operativa. “Serviamo persone che non sono mai state esposte al sistema bancario prima d’ora”, dichiara Broughton. Nel 2020, lui e il co-founder Ayush Jain, che si sono conosciuti durante gli studi alla Usc, hanno raccolto 250mila dollari dalla Marcy Ventures di Jay-Z, hanno abbandonato gli studi e sono entrati in Y Combinator. Da allora hanno raccolto 18 milioni di dollari.
CONSUMER TECHNOLOGY
Brandon Afari, 28
Co-founder chargeFUZE
Devin Ajimine, 25
Marisa Chentakul, 27
Ashika Mulagada, 23
Pouya Rad, 25
Co-founder, LifeAt
Bea Alessio, 29
Product manager, Google
Jonathon Barkl, 25
Chelsea Border, 26
Scott Fitsimones, 25
Co-founder, AirGarage
Michael Broughton, 23
Ayush Jain, 23
Co-founder, Altro
Laine Bruzek, 28
Priyanka Jain, 28
Co-founder, Evvy
Aanandh Chandrasekar, 26
Daniel Miyares, 25
Co-founder, PetPair
Veeraj Chugh, 27
Co-founder, Opal Camera
Christopher Clark, 25
Jonathan Friedland, 25
Co-founder, Locale
Kara Collier, 29
Co-founder, NutriSense
James Connolly, 29
Co-founder, Villa
Elizabeth Coulombe, 29
Co-founder,
Tero Innovation
Linda Du, 29
Coo, Valon
Brad Eckert, 29
Co-founder, Koko
Noah Elion, 26
Founder, Lovd.com
Sahaj Garg, 24
Tanay Kothari, 24
Co-founder, Wispr AI
Bask Gill, 28
Brandon Li, 29
Co-founder, Power
Jason Ginsberg, 25
Andrew Milich, 25
Co-founder, Skiff World
Mallory Greene, 29
Co-founder, Eirene
Ethan Horoschak, 22
Rushil Srivastava, 20
Michael Yan, 22
Co-founder, Simplify Jobs
Esha Joshi, 28
Co-founder, Yoodli
Lacey Kaelani, 28
Co-founder, Metaintro
Bunim Laskin, 25
Co-founder, Swimply
Bobby Pinckney, 25
Michelle Yin, 26
Co-founder, Discz Music
Nastassia Ponomarenko, 22
Founder, Corecircle
Dakotah Rice, 28
Founder, Poolit
Abbie Richards, 26
Creator
Caroline Spiegel, 25
Founder, Quinn
Joe Viola, 29
Co-founder, 9 Count
Vicente Zavarce, 28
Founder, Yummy
GIUDICI: Anarghya Vardhana, class of 2017, partner, Maveron; Devon Townsend, class of 2020, co-founder and Ceo, Cameo; Shan Lyn-Ma, co-founder and Ceo, Zola; Tracy Chou, class of 2014, co-founder and Ceo, Block Party
MARZO 2023
MICHAEL BROUGHTON WEARS A SHIRT BY LORO PIANA AND VEST BY ZARALuigi Adornetto, 24
Luca Tamborino Frisari, 25
Federico Pedron, 27 Co-founder di Zwap
Nicholas Baruffaldi, 28 Coo di Snowit
Si occupa di ottimizzare le attività necessarie per mettere sul mercato un prodotto che soddisfi le esigenze dei clienti, sia lato business, sia consumer.
Federica Busani, 26
Rachele Didero, 26
Co-founder di Cap_able
Moda e high-tech: dall’incontro con un ingegnere di Berkeley e una conversazione su privacy e diritti umani è nata la startup di abbigliamento Cap_able, i cui capi non permettono il riconoscimento facciale da parte dei sistemi di sorveglianza.
Filippo Lombardi, 27
Amministratore unico di Kreios | co-founder di C231 | coo di Axioma Investment
Ha contribuito a dar vita al progetto Axioma, sotto la holding Axioma investment di Abu Dhabi, che mira a coniugare la tecnologia blockchain con il mercato immobiliare.
Gianmaria Monteleone, 28
Founder e ceo di Senso
Con la sua azienda, di proprietà della società di investimento YouniteStars, ha piazzato oltre 160mila dispositivi ricondizionati, e raggiunto oltre 150mila clienti in 16 Paesi europei.
LUIGI ADORNETTO FEDERICO PEDRON LUCA TAMBORINO FRISARI
La pandemia è stata una sliding door per tanti ragazzi. Tra questi sono sicuramente inclusi Federico Pedron, Luca Tamborino Frisari e Luigi Adornetto, che, con l’esplosione del fenomeno dello smart working, hanno avuto l’idea di creare una piattaforma web che andasse incontro alle nuove dinamiche del mondo del lavoro. Zwap è un social network professionale in cui developer, designer e marketer con interessi e obiettivi di business affini possono incontrarsi in meeting one-to-one . Una volta inserite le proprie preferenze lavorative, l’intelligenza artificiale della piattaforma mette in contatto i migliori freelance tra loro e con le aziende che utilizzano la piattaforma.“Avere un network professionale forte sarà sempre più importante”, spiega Pedron. “Zwap vuole andare incontro a questa esigenza, creando un ecosistema che acceleri la nascita di collaborazioni e faciliti la transizione verso il lavoro indipendente”.
All’inizio del 2022 Zwap ha chiuso un round pre-seed da 200mila euro e a oggi sono già più di 10mila i professionisti presenti sulla piattaforma".
—Matia VeniniLAZZA
Lazza, Zzala, Lazzinho. Ha tanti soprannomi, ma in questo momento il modo migliore di definire Jacopo Lazzarini è re indiscusso della scena rap italiana. Classe 1994, cresciuto nel quartiere milanese di Calvairate, con una passione smisurata per le scarpe, nell’ultimo anno Lazza ha vissuto la definitiva consacrazione artistica. Il suo ultimo album, Sirio, è costantemente in vetta alla classifica Fimi e nel 2022 è stato il più venduto in Italia. L’anno nuovo non si poteva aprire nel migliore dei modi, con il secondo posto all’ultimo Festival di Sanremo. La sua Cenere, con cui ha incantato il pubblico dell’Ariston, è entrata immediatamente nella Top 40 mondiale, registrando il secondo miglior debutto della storia di Spotify, ed è stata anche intonata dalla curva del Milan, la sua squadra del cuore. Un’emozione che neanche il Festival può regalare.
Lorenzo Flavi, 26 Matteo Gialletti, 26 Simone Gialletti, 26 Co-founder di Muni
Sono stati i primi a sviluppare i fan game, ovvero videogame basati sulle attività quotidiane dei fan, personalizzati per gli artisti e per i brand dell’industria musicale.
Geolier, 22 Rapper
Lo scorso anno, il primo album di Emanuele Palumbo (questo il suo vero nome) è diventato disco d’oro con oltre 25mila copie vendute.
Lazza, 28 Rapper, musicista e produttore discografico
Beatrice Rana, 29 Pianista
Ha debuttato con l'orchestra a nove anni. Da allora è salita su numerosi palchi internazionali dalla Carnegie Hall di New York al Royal Albert Hall di Londra
Tananai, 27 Cantautore e produttore discografico
All’ultimo Festival di Sanremo ha portato sul palco il brano Tango, posizionandosi al quinto posto della classifica.
—Matia VeniniEtà: 28 • Rapper, musicista e produttore discografico MARZO
24kGoldn, 22
Musicista
Anitta, 29
Musicista
Ddg, 25
Musicista
Rauw Alejandro, 29
Musicista
Sudan Archives, 28
Musicista
Denzel Baptiste, 29
David Biral, 29
Co-founder, Take a Daytrip
Madison Beer, 23
Musicista
Cole Bennett, 26
Founder, Lyrical Lemonade
Zack Borson, 28
Agent e creative Artists Agency
Georgio Constantinou, 28
Co-founder, Dao Jones
Josh Conway, 28
Musicista
Blu DeTiger, 24
Musicista
Becky G, 25
Musicista
Maria Gironas, 28
Senior partnerships
manager, Talent, Reddit
Salman Jaberi, 29
Founder, Rave Scout Cookies
Arushi Jain, 29
Musicista
Omar Jones, 28
Director, Riff Raff Films
Simon Kessler, 29
Talent buyer, Insomniac Events
Sarah Lorentzen, 25
Senior director, international A&R, Rca Records
Sonali Mehta, 29
Director, Arista Records (Sony Music)
Ezra Michel, 27
Musicista
Layla Mustafa, 28
Director, Global brand partnerships, Rca Records
St. Panther, 28
Musicista
Atri Raychowdhury, 29
Senior product manager, Sony Music Entertainment
Saucy Santana, 29
Musicista
Cynthia Todd, 28
Talent booker, Vevo
Tai Verdes, 26
Musicista
Morgan Wade, 27
Musicista
Adrienne White, 29
Director, Dunvagen Music Publishers
Lolo Zouaï, 27
Musicista
BLU DETIGER
Età: 24 • Musicista
GIUDICI: Joe Jonas, class of 2018, musicista; Remi Wolf, class of 2022, musicista; Chadrick Fellers, class of 2022, founder, WastedPotential
Dai lockdown del 2020 per la pandemia la bassista ha attirato 1,3 milioni di fan su TikTok, postando cover di grandi successi di Prince e Megan Thee Stallion. Originaria di New York, dopo aver frequentato la Dalton School di Manhattan e aver in seguito abbandonato la Nyu, nel 2021 ha pubblicato con Alt: Vision Records il suo primo album di brani originali, How Did We Get Here. L’uscita del suo prossimo album, questa volta per Capitol Records, è prevista per il 2023. Fuori dal palco, DeTiger ha collaborato con Fender per creare una linea di bassi e con Budweiser per una collezione di Nft musicali. “Passare alla parte commerciale è un modo per sviluppare la mia passione e condividerla con più persone”, racconta.
—Lisette Voytko, Charlotte Burney e Jacqueline Schneider
Andrea Lupo, 29 Co-founder & general manager di SunTzu Consulting
Lucrezia Menoncello, 27 Head ofstrategic distribution & business development di Bitpanda Pro
Per la piattaforma avanzata di trading e scambio di risorse digitali si occupa di supervisionare la distribuzione strategica e lo sviluppo del business.
Andrea Provino, 23 Cto diAnubi Digital Sviluppa la tecnologia di Anubi Digital, una delle principali realtà crypto italiane che ha creato la prima piattaforma italiana di custodia pensata per rispondere alle esigenze di soggetti istituzionali.
Alessandro Saldutti, 28 Country manager Italia di Scalable Capital
È responsabile della crescita e della gestione nel mercato italiano dell’unicorno tedesco, gestendo un team di oltre dieci professionisti.
Francesco Giuseppe Varuzza, 29 Program director Fin+Tech di Fin plus tech
Lavora per l'acceleratore fintech e insurtech della Rete Nazionale Acceleratori di Cdp, nato da un’iniziativa di Cdp Venture Capital insieme a Digital Magics, Startupbootcamp, Fintech District e Nexi.
FINANCE ITALIA
MARZO 2023
ANDREA LUPO
Età: 29 • Co-founder & general manager di Sun Tzu Consulting
Andrea Lupo ha accumulato numerose esperienze nel settore m&a, dividendosi tra Londra e Milano. Ha deciso quindi di fondare Sun Tzu, holding finanziaria con partecipazioni nel settore food retail, che dalla gestione dei dati applicati al pricing, dal revenue management alla pianificazione commerciale, mira a portare una ventata d’aria fresca nel panorama della consulenza aziendale. Nel 2022 Lupo ha raccolto 1,5 milioni di euro tramite aumenti di capitale, 8 milioni da diversi istituti bancari e ha aperto una campagna di crowdfunding con target raccolta tra i 500mila e 1,5 milioni di euro. “Sto lavorando per portare la prima cucina robotica con AI integrata e fully automated in Italia”, spiega. “Si tratta di un robot animato da intelligenza artificiale che ottimizza tutti i processi di cucina eliminando gli sprechi e garantendo elevata precisione”. Anna della Rovere
EMANUELE BIANCONI SAMUEL LONERO
Età: 26, 27 • Co-fondatori di Squp
Marcel Proust definì il gelato come una pittoresca geografia che prima si ammira e poi si converte in un monumento di lampone e vaniglia. Una metafora che prende forma e gusto sia in inverno che in estate, rubando i cuori di chiunque gli si avvicini. Ed è su questa filosofia che nel 2020 Emanuele Bianconi e Samuel Lonero hanno creato Squp, startup che realizza gelato confezionato plant-based, con una netta riduzione di zuccheri e calorie, naturalmente privo di glutine e lattosio, per soddisfare la voglia di dolce senza andare a intaccare uno stile di vita sano. Il gelato Squp viene infatti interamente realizzato con ingredienti di origine vegetale e con materie prime attentamente ricercate. “Il nostro obiettivo è quello di generare un impatto positivo nella vita delle persone attraverso il potere del gelato”, dicono. Il gelato viene anche confezionato all’interno di barattoli realizzati con materiale riciclabile con certificazione Fsc e Tüv Austria.
—Fabiola FiorentinoEmanuele Bianconi, Samuel Lonero, Co-founder di Squp
Salvatore Cannata, 29 Imprenditore Cannata sicilian bakery/I compari Sicilyfor life È cresciuto a Messina tra i profumi del pane fresco e dei dolci che la famiglia produce da quattro generazioni. Oggi si occupa di portare in azienda innovazione e tecnologia.
Domenico Giove, 25 Pasticcere di La Patisserie - Ginosa Gestisce la pasticceria di famiglia, dedicandosi a una produzione che rispecchia la tradizione dolciaria tramandata dai genitori, implementata con tecniche di lavorazione innovative.
Emin Haziri, 27 Head chef 1 Stella Michelin Cannavacciuolo Bistrot Intervista a pag. 36
Jacopo Ticchi, 28 Proprietario diTrattoria da Lucio Dal 2019 è proprietario e chef della Trattoria da Lucio, a Rimini, dove utilizza solo pescato nostrano, esaltato dalla tecnica della frollatura a secco.
NOAH MCQUEEN
Età: 26 • Co-founder di Heirloom
Ecco un’idea originale: utilizzare le rocce calde per combattere il riscaldamento globale. Heirloom surriscalda le pietre calcaree per estrarne la CO2 e immagazzina il gas nel sottosuolo. Il minerale trattato agisce quindi come una spugna strizzata, che riassorbe i gas serra dall’aria. “Diamo alle rocce i superpoteri per eliminare la CO2 dalla nostra atmosfera”, spiega McQueen, che ha conseguito un dottorato in ingegneria chimica presso l’Università della Pennsylvania. McQueen e il co-founder Shashank Samala hanno raccolto un finanziamento di 53 milioni di dollari e firmato accordi di compensazione delle emissioni di carbonio con i colossi tecnologici Microsoft, Stripe e Shopify.
—Olivia Peluso e Igor BosilkovskiRana Abdelhamid, 29
Founder, Malikah
Pelkins Ajanoh, 28
Co-founder, CassVita
Kayli Dale, 25
Jacqueline Hutchings, 25
Co-founder, Friendlier
Evan Ehlers, 26
Victoria Wilson, 25
Co-founder, Sharing Excess
Leon Ford, 29
Co-founder, the Hear
Jacob Foss, 29
Joshua Shefner, 25
Co-founder, Agricycle Global Soraya Fouladi, 28
Founder, Jara
Peter Frelinghuysen, 22
Misha Medvedev, 22
Co-founder, Earth Brands
Jack Hartpence, 29
Ellie O’Neill, 29
Co-founder, Powwater
Ernest Holmes, 25
Jaycee Holmes, 27
Tavis Thompson, 24
Co-founder, CodeHouse
Sophia Kianni, 20
Founder, Climate Cardinals
Jhillika Kumar, 23
Conner Reinhardt, 25
Co-founder, Mentra
Pava LaPere, 25
Co-founder, EcoMap Technologies
Nick Martin, 28
Jo Norris, 28
Co-founder, Carbon Reform
Jada McLean, 29
Founder, Ethically
Noah McQueen, 26
Co-founder, Heirloom
Jamie Norwood, 29
Co-founder, Stix
Izunna Okonkwo, 27
Olamide Oladeji, 29
Abuzar Royesh, 28
Co-founder, Pastel
Alexander Olesen, 27
Graham Smith, 26
Co-founder, Babylon Micro-Farms
Kiera Peltz, 28
Founder, the Coding School
Ahmed Qureshi, 29
Founder, Valorant Health
Safi Rauf, 28
Founder, Human First
Jack Roswell, 24
David Schurman, 25
Oleksiy Zhuk, 24
Co-founder, Perennial
Gabriel Saruhashi, 24
Co-founder, Ameelio
Tim Schnabel, 29
Founder, Switch Bioworks
Nuha Siddiqui, 26
Kritika Tyagi, 26
Co-founder, Erthos
Corten Singer, 28
Tomás Vega, 28
Co-founder, Augmental Tech
Sam Stark, 26
Founder, Green Project Technologies
Hunter Swisher, 28
Founder, Phospholutions
Amélie Vavrovsky, 27
Founder, Formally
GIUDICI: Cheryl Dorsey, president, Echoing Green; Jean Case, chairman, National Geographic Society; Melissa Roberts, class of 2021, founder ed executive director, American Flood Coalition; Randall Lane, chief content officer, Forbes
Fabrizio Custorella, 29
Co-founder & cfo di ReLearn
Fabrizio ha realizzato un sensore che raccoglie dati precisi sulla quantità di rifiuti prodotti. In questo modo, aiuta le aziende e i comuni a raggiungere l'obiettivo zero waste con l’AI.
Andrea Droghetti, 28
Co-founder di Smace
Andrea ha co-fondato una startup che mette a disposizione dei lavoratori indipendenti il proprio network di strutture selezionate da cui lavorare in smart working.
Giulia Faleri, 25
Founder diVezua holding
Ha fondato e presiede un marketplace globale dove vendere o comprare prodotti e servizi eco-sostenibili di aziende selezionate.
Lorenzo Lubrano Lavadera, 29
Ceo di Blue Eco Line
Con il suo progetto, tramite un sistema di monitoraggio avviato in collaborazione con Plastic Free, si propone di bloccare la plastica nei fiumi prima che si disperda in mare e si trasformi in micro-plastica.
Jules-Arthur Sastre, 25
Giorgio Seveso,
SOCIAL IMPACT ITALIA
JULES-ARTHUR SASTRE E GIORGIO SEVESO
È il 2020, la pandemia ha messo in ginocchio l’intero sistema socio-economico mondiale, ma Jules-Arthur Sastre e Giorgio Seveso si incontrano e scommettono insieme in un progetto che diversi interlocutori definiscono “qualcosa di troppo grande”: un fulmine pronto a rivoluzionare il rigido modello di welfare, sfruttando la potenza della digitalizzazione per semplificare i processi e ricomporre la dicotomia tra tecnologia e cura delle persone. È così che nel 2021 nasce Tundr il primo abilitatore digitale All-In-One per imprese, lavoratori e partner “che ha l’obiettivo di tradurre il reale significato del welfare in valore sociale per persone, imprese e territorio”. Nel 2022 la strartup è entrata nel mercato con il primo voucher per la mobilità sostenibile e ha chiuso un round pre-seed di 1,7 milioni di euro, portando il totale raccolto a circa 2 milioni di euro in pochi mesi.
—Massimiliano CarràMARZO 2023
GIULIA PEDRETTI
Nata in Franciacorta e cresciuta a Brescia, dopo un periodo di formazione a Londra, dove è laureata in Global business management, dal 2022 fa parte del board di Safe, azienda di famiglia specializzata nella produzione e distribuzione di dispositivi di protezione individuale. “Salvare vite umane è l’energia pulsante del mio lavoro”, dice Giulia. “Esserci dove le persone non riescono a tutelarsi da sole, esserci prima che gli incidenti succedano per mostrare i rischi che stavano per correre, e anche quando gli incidenti succedono per gestire l’emergenza e soccorrere le persone al meglio”. In quest’ottica, la manager lombarda sta sviluppando un progetto che vuole ridurre in modo incisivo il numero dei morti e degli incidenti sul lavoro che avvengono nel nostro Paese. Giulia è anche co-founder e ceo di Arteak, che fornisce consulenza in materia di salute, sicurezza, protezione e ambiente. —Roberta Maddalena
MANUFACTURING & INDUSTRY ITALIA
Camilla Cecilia Conti, 28
Co-founder & coo di AdapTronics
Camilla guida la parte esecutiva della startup che produce dispositivi meccatronici adattivi per una logistica sostenibile.
Andrea Franceschini, 27
Co-founder di SysDesign
La sua è una pmi innovativa specializzata nell'automazione robotica intelligente, che fornisce soluzioni verticali per la smart manufacturing.
Raffaella Gemiti, 25
Founder di Cibelle Dopo due anni di esperienza nell’azienda di famiglia ha avviato il suo marchio, specializzato in tessile per la tavola in 100% lino ricamato.
Giulia Pedretti
Co-founder di Arteak & board member di Safe
Luca Petrone, 27 Simone Quarta, 27
Co-founder di Bridge Hanno fondato il primo digital freight forwarder italiano: una sorta di spedizioniere digitale in grado di ottimizzare il mondo del trasporto, attraverso algoritmi di machine learning.
Sajag Agarwal, 23
Co-founder, Movley
Austin Appel, 29
Xiao Kao, 25
Russell Nibbelink, 27
Co-founder, Overview
Harshita Arora, 21
Co-founder, AtoB
Jamie Balsillie, 28
Wilson Ruotolo, 29
Co-founder, Hedgehog
Austin Briggs, 23
Justin Fiaschetti, 23
Co-founder, Inversion Space
Amanda Calabrese, 25
Greta Meyer, 25
Co-founder, Sequel
Matthew Carpenter, 29
Peter McHale, 29
Co-founder, Gaia AI
Aarav Chavda, 27
Roland Salatino, 28
Co-founder, Inversa Leathers
Kezi Cheng, 29
Co-founder, Flo Materials
Lukas Czinger, 28
Co-founder, Czinger Vehicles
Shervin Dehmoubed, 20
Founder, EcoPackables
Colin Devine, 29
Co-founder, BotBuilt
Stefan Gresham, 26
Connor Navalta, 26
Jay Vaughn III, 25
Co-founder, Opifex
Samuel Hager, 28
Head of U.S. engineering,
Peri 3D Construction
Jake Hillard, 27
Rebecca Wong, 25
Co-founder, Red Leader
Steph Hon, 28
Founder, Cadence
Bolis Ibrahim, 28
Sagar Jaiswal, 26
Co-founder, Argentum Electronics
Cambre Kelly, 29
Co-founder, restor3d
Jasper Lienhard, 29
Co-founder, Foundation Alloy
John Liu, 28
Co-founder, Acel Power
Annabel Love, 26
Courtney Toll, 27
Co-founder, Nori
Sam Lurye, 24
Founder, Kargo
Leila Mashouf, 26
Neeka Mashouf, 26
Co-founder, Rubi Laboratories
Allyson McKinney, 29
Victoria Rische, 29
Co-founder, Solopulse
Alex Rappaport, 27
Co-founder, ZwitterCo
Raghavender Sahdev, 29
Co-founder, NuPort Robotics
Seyed Sajjadi, 28
Co-founder, nFlux AI
Jake Slatnick, 29
Founder, Aira
Rahul Sonwalkar, 25
Tanuj Tiwari, 24
Co-founder, LiveTrucks
Karissma Yve, 29
Founder, Gildform
HARSHITA ARORA
Età: 21 • Co-founder di AtoB
GIUDICI: Tessa Lau, cofounder, Dusty Robotics; Haley
Marie Keith, class of 2021, cofounder, Mito Materials; Aicha Evans, Ceo, Zoox
Per le aziende di autotrasporti, il rifornimento di carburante è problematico. Ci vogliono carte di pagamento che consentano agli autisti di acquistare benzina, ma solo benzina. Sono inoltre necessari dati precisi sui prezzi e sui litri acquistati. AtoB, che Arora ha co-fondato nel 2019 insieme a Vignan Velivela e Tushar Misra, produce un software per risolvere questi problemi. Più di 24mila società americane di autotrasporti utilizzano l’app per gestire gli acquisti di carburante, le buste paga, le imposte e la contabilità. “Siamo la Stripe o la Square dei trasporti”, spiega Arora, originaria dell’India. Ad agosto, AtoB ha raccolto 155 milioni di dollari per un totale di 230 milioni da venture capital e finanziamenti bancari. Ma non è stata una passeggiata: a ottobre, con l’aumentare dei timori per la recessione, AtoB ha licenziato il 30% del personale. —Amy Feldman, Alan Ohnsman e Elisabeth Brier
DAVID BRILLEMBOURG JR.
Età: 24 • Founder di Dune Ventures
Per Brillembourg, il venture capital non è altro che un divertimento e un gioco. Il fondatore di Dune Ventures, con sede a New York, finanzia gli imprenditori che vogliono rivoluzionare il mondo dei videogiochi e dello streaming. Da quando ha fondato la società, nel 2020, ha raccolto 100 milioni di dollari e ne ha investiti 50 in 21 società, tra cui Medal.tv, la startup di social media dedicata al gioco, e Ramen Vr, la società specializzata in giochi di realtà virtuale. A 18 anni ha lasciato gli studi alla New York University per investire in startup di videogiochi per Galaxy Digital, una società di venture capital focalizzata sullo scambio di criptovalute e sul Web3 con 2 miliardi di dollari di asset in gestione. Brillembourg ritiene che la sua età costituisca un vantaggio per entrare in contatto con i giovani e sfrontati fondatori di aziende di videogiochi. “Sono cresciuto giocando. Capisco i giochi. Gioco ancora tutto il giorno.”
—Alex Konrad, Maria Gracia Santillana Linares e Elisabeth Brier
Alexis Alston, 27
Principal, Lightship Capital
Ammar Amdani, 24
Mohammed Amdani, 27
Co-founder, Adapt Ventures
Leonardo Arango, 29
Principal, One Way Ventures
Maya Bakhai, 28
Founder, Spice Capital
David Brillembourg Jr., 24
Founder, Dune Ventures
David Byrd, 29
Partner, BlueYard Capital
Ilse Calderon, 29
Senior principal, Ovo Fund
Morgan Cheatham, 27
Vice president, Bessemer
Venture Partners
Courtney Chow, 29
Vice president, Battery Ventures
Tobi Coker, 28
Senior associate, Felicis Ventures
Kai Cunningham, 28
Co-founder, Limited Ventures
Nicole DeTommaso, 28
Senior Associate, Harlem Capital
Christine Esserman, 26
Partner, Accel
Dave Fontenot, 29
Founder, Hfo
Murali Joshi, 29
Principal, Iconiq Growth
Brooke Kiley, 28
Founding partner,
Vmg Catalyst
Alex Laplaza, 28
Partner, Lowercarbon Capital
Erik Lim, 29
Founder, Potluck Ventures
Jai Malik, 27
Founder, Countdown Capital
Juan Pablo Martinez, 29
Robert Sciarrone, 28
Principal, Measure 8
Venture Partners
Hunter McNabb, 29
Partner, 9Yards Capital
Ashley Paston, 28
Partner, Meritech
Chas Pulido, 27
Founder, Alix Ventures
Ali Rohde, 28
Co-founder, Outset Capital
Carli Sapir, 29
Founding partner, Amboy Street Ventures
Tim Schlidt, 29
Co-founder, Palo Santo
Nicole Shimer, 28
Vice president, Insight Partners
Jacqueline Wibowo, 26
Principal, Whale Rock
Yuechen Zhao, 29
Partner, Gsr Ventures
Clarey Zhu, 29
Partner, Tcv
GIUDICI: Kathryn Haun, founder and Ceo, Haun
Ventures; Garry Tan, founder e managing partner, Initialized Capital; Logan
Bartlett, class of 2017, partner, Redpoint; Sarah Kunst, class of 2015, managing director, Cleo Capital
Alessia Cerbone, 26
Invesment associate & platform manager di LVenture Group
Gestisce attivamente, supportandole nella raccolta di finanziamenti e nella strategia, le startup del portafoglio di LVenture.
Gabriele Fenoglio, 28
Investment manager di Atlas Sgr
Per la società di gestione del risparmio, appena approvata da Banca d’Italia, si occupa di gestire fondi di investimento.
Edoardo Gava, 30
Investment manager di Milano Investment Partners
Edoardo segue dieci società distribuite tra Italia e Sud Europa focalizzate principalmente nei verticali di food, fashion ed e-commerce.
Maria Imbesi, 29
Portfolio manager e Partner di Digital Magics
Martino Testa, 26
Associate di Istarter/ ClubDealOnline
Seleziona il dealflow per la piattaforma ClubDealOnline e gestisce le operazioni veicolate su Istarter.
MARIA IMBESI
Età: 29 • Portfolio manager e partner di Digital Magics
Forti competenze legali e finanziarie, con una focalizzazione sul deal structuring, Maria Imbesi lavora dal 2016 in Digital Magics, primo acceleratore di startup italiano quotato sul mercato Euronext Growth Milan, in cui ricopre il ruolo di portfolio e deal manager ed al contempo program director del programma sull’intelligenza artificiale, Magic Mind. "Ho capito il nostro potenziale quando hanno iniziato a scommettere su questa asset class e su talenti eccezionali che hanno deciso di essere imprenditori e pensare in grande”, dice. Tra i partner di questa iniziativa troviamo Fondazione compagnia San Paolo, IBM, Angelini Ventures, Dentons e Reale Group. Da quest’anno fa parte del comitato di investimenti di Apside, joint venture tra Digital Magics e Intesa Sanpaolo. Imbesi è board observer delle società Aworld, Crea, Macingo. In precedenza, ha gestito, insieme al team di lavoro, l’operazione che ha portato il colosso svedese fintech Klarna ad acquisire la società Moneymour nel 2020. “La mia aspettativa è quella di vedere l'Italia liberare il suo vero potenziale per essere un mercato leader per l'innovazione, il più velocemente possibile”.
—Andrea CelestiANTONIA TRUCILLO
Età: 29
Marketing manager e direttore dell’Accademia del Caffè Trucillo
Discende da una famiglia impegnata dal 1950 nella produzione e commercializzazione di pregiate miscele di caffè. Oggi, dopo oltre 70 anni, insieme alla sorella Andrea e al fratello Cesare, Antonia rappresenta la terza generazione di una torrefazione apprezzata in 40 Paesi. In azienda ricopre il ruolo di marketing manager e direttore dell’Accademia del Caffè Trucillo, la prima del centro-sud Italia, che divulga la cultura del caffè di qualità attraverso un’offerta formativa rivolta ai professionisti del settore. “Non è facile essere in azienda e portarne il nome. La mia prima volta in piantagione? In Honduras. Lì ho capito che il processo del caffè non si riduce al consumo fugace nei bar o alla ritualità italiana, ma scaturisce da persone che lavorano la terra”.
—Roberta MaddalenaMARKETING & ADVERTISING ITALIA
Benedetta Balestri, 29 Co-founder di One Shot Agency
Nel 2017 ha co-fondato a Milano One Shot Agency, realtà specializzata in management, influencer marketing e comunicazione, che offre modelli di innovazione ai media tradizionali.
Ludovico Cianchetta, 27 Founder di BnBAcademy
Ha fondato una realtà nel settore della formazione e servizi dedicati a property manager. Propone anche percorsi formativi nell’ambito degli affitti brevi.
Lorenzo Fiorito, 27 Pio Fiorito, 27
Co-founder di Dataz
Hanno fondato un'agenzia di performance marketing verticale sull'analisi dei dati digitali, specializzata nella creazione di e-commerce di ultima generazione.
Astra Pagliai, 28 Direttore operativo di ExportUSA
In qualità di direttore operativo per la società di consulenza americana, coordina le operazioni aziendali tra Italia, Belgio e Stati Uniti.
Antonia Trucillo, 29 Marketing manager e direttore dell’Accademia del Caffè Trucillo
Jonathan Ben-tzur, 28
Yoav Zimmerman, 28
Co-founder, Trendpop
Mike Berro, 26
Founder, Qonkur
Ian Brodie, 26
Rob Schab, 27
Co-founder, Grovia
Christian Brown, 24
Dylan Duke, 23
Co-founder, Glewee
Keturah “Tori” Carter, 28
Senior team lead, Brand Social, Hulu
Johnathan Chen, 29
Co-founder, Tijoh
Jessica Chi, 29
Global marketing director,
Fenty Skin
Ábel Czupor, 20
Cmo, RadioShack
Robyn DelMonte, 28
Creator, GirlBossTown
Sara Du, 22
Gregg Mojica, 24
Co-founders, Alloy Automation
Harrison Edwards, 28
Cmo, Bitchin’ Sauce
Ahmed El Dani, 28
Founder, Carte
Blanche Studio
Miguel Guerrero, 25
Founder, Otis Ai
Jay Ives, 29
Founder, Jives Media
Kishore Kothandaraman, 28
Co-founder, Goldcast
Jesse Leimgruber, 28
Founder, NeoReach
Bradley Martin, 27
Global director of brand creative strategy, Nike
Will Mayer, 28
Executive creative director, Equinox
Julia Montgomery, 27
Founder, Influent
Faique Moqeet, 28
Founder, Hamster Garage
Jeremy Moser, 28
Co-founder, uSERP
Andrew Pagonis, 27
Global product marketing manager, Google
Jena Dominique Pruitt, 29
Co-founder, Made in Color
Alexa Ritacco, 28
Cmo, Jenni Kayne
Blair Roebuck, 28
Vice president of marketing science, Valtech
Andrew Spalter, 29
Founder, East Goes Global
DonYe Taylor, 27
Founder, Taylored Consulting
Darren Tolud, 26
Manager, digital content, Roc Nation
Chidera Ufondu, 29
Creative lead for brand partnerships, Netflix
Nic Weinfeld, 28
Founder, Five to Sixty
MARKETING & ADVERTISING
GIUDICI:
2021, founder, Cllctve; Natalie Guzman, cmo, Savage X
Fenty; Jeff Goodby, partner, Goodby, Silverstein & Partners; Tariq Hassan, cmo, McDonald’s
“Amo risparmiare tempo. Mi è sempre piaciuto ottimizzare tutto nella mia vita e volevo che fosse facile per chiunque farlo”, racconta Du, che nel 2019 ha abbandonato l’Università di Harvard per fondare Alloy Automation, con sede a New York. Du, insieme al cofondatore Gregg Mojica, ha costruito un centro di controllo per l’ecommerce: si tratta di un’interfaccia priva di codice per collegare tra loro e automatizzare le funzioni legate alle vendite su centinaia di app come Shopify, Mailchimp, Shippo e Sales Force. Migliaia di venditori, tra cui Burberry e Brooklinen, utilizzano Alloy Automation per ottimizzare le spedizioni, la fatturazione, il marketing digitale e il servizio clienti. A febbraio, Du ha raccolto 20 milioni di dollari da Andreessen Horowitz per sviluppare il suo team di 30 persone e semplificare l’uso di Alloy Automation. “Molte aziende usano il software come mezzo per raggiungere un fine, ma noi lo consideriamo un vero e proprio prodotto che le persone dovrebbero apprezzare”.
—Emmy Lucas e Anthony Tellez SARA DU Età: 22RETAIL & E-COMMERCE
Samer Abu Farha, 22
Founder, Rare Munchiez
Selom Agbitor, 26
Oliver Zak, 25
Co-founder, Mad Rabbit
Rakan Al-Shawaf, 26
Co-founder, Makeship
Ryan Amoils, 25
Andrew Samole, 26
Nick Tomasunas, 24
Co-founder, MX Locker
Nafis Azad, 25
Sneh Parmar, 27
Co-founder, Lucky
Jina Chang, 28
Founder, Girls Crew
Carina Chaz, 28
Founder, DedCool
Jordan Christopher, 29
Co-founder, Purezero Clean Beauty
Kimiloluwa Fafowora, 26
Founder, Gander
Ariana Ferwerda, 27
Kiley McKinnon, 27
Co-founder, Halfdays
Ryan Frazier, 28
Logan LaMance, 26
Austin Maxwell, 27
Co-founder, Kanga Coolers
JT Garwood, 26
Jack Miller, 27
Co-founder, bttn
Emily Gittins, 29
Co-founder, Archive
Julianne Goldmark, 27
Founder, Emi Jay
Sylvan Guo, 29
Janvi Shah, 29
Co-founder, Hue
Jungmin Kang, 18
Founder, Snoopslimes
Liam Kinney, 29
Co-founder, Canal
Kasper Kubica, 27
David Spratte, 28
Co-founder, Carpe
Haily Marzullo, 28
Founder, Humankind
Anuj Mehta, 24
Kushal Negi, 22
Akash Raju, 24
Co-founder, Glimpse
Deniz Özgür, 25
Co-founder, Space Runners
Phantila Phataraprasit, 29
Co-founder, Sabai
Roc Pilon, 28
Founder, Gymreapers
Kunal Rai, 23
Samuel Spitz, 23
Co-founder, Gently
Niki Shamdasani, 29
Ritika Shamdasani, 21
STEVEN VASILEV
Età: 26 • Cofondatore di Rtfkt
Insieme ai soci co-founder Benoit Pagotto e Chris Le, nel 2020 Vasilev ha fondato Rtfkt (che si pronuncia artifact) che produce capi di abbigliamento e sneaker digitali per il metaverso. In precedenza Vasilev aveva realizzato scarpe personalizzate per personaggi famosi. “Mi sono accorto che le sneaker stavano diventando uno status symbol per i ragazzi della Gen Z, ho capito come funzionassero i mercati fisici, e ho pensato che tutto questo sarebbe stato più semplice con i beni digitali”. Nel maggio del 2021, Rtfkt ha raccolto 8 milioni di dollari da Andreessen Horowitz e altri finanziatori e nel dicembre dello stesso anno è stata acquisita da Nike per un prezzo non reso noto. Lo scorso aprile, quando la mania per gli Nft ha raggiunto il culmine, Nike ha collaborato con Rtfkt per lanciare la sua prima collezione per il metaverso, producendo 20mila sneaker digitali denominate Nike Dunk Genesis Cryptokicks. E alcune edizioni speciali di queste hanno raggiunto la considerevole cifra di 130mila dollari al paio.
—Lauren Debter e Emmy Lucas
Co-founder, Sani
Gabriella Tegen, 28
Co-founder, Smartrr
Blake Van Putten, 28
Founder, Cise
Steven Vasilev, 26
Co-founder, Rtfkt
Jeremy Wood, 28
Co-founder, OpenStore
Sherwin Xia, 27
Cofounder, Trendsi
GIUDICI: Bobbi Brown, founder, Jones Road Beauty; Jamie Salter, founder, Authentic Brands Group; Eurie Kim, partner, Forerunner Ventures; Yelitsa Jean-Charles, class of 2021, founder, Healthy Roots Dolls
MARZO 2023
Matteo Bertasa, 29
Davide Trabucchi, 29
Co-founder di Dalfilo
Nel 2020 hanno creato una startup che vuole rivoluzionare il settore della biancheria per la casa, rendendo accessibile a tutti prodotti artigianali italiani di qualità.
Sonia Benassi, 29
Giorgia Ferrais, 29
Co-founder di Latte The Label
A gennaio 2022 hanno lanciato un brand di intimo 100% made in Italy e completamente plastic free che parla il linguaggio dell’inclusività.
Riccardo de Bernardinis, 28
Founder di ernesto.it
Marco Lanzoni, 29
Founder e ceo di Elogy
È il fondatore della startup che digitalizza i processi di supply chain, customer care e last mile delivery tramite tecnologie cloud first e algoritmi di machine learning.
Francesco Tronelli, 26
Marinicol Tronelli, 25
Co-founder di Nort Beachwear
Hanno fondato una linea ecosostenibile di collezioni swimwear e una linea a uso cittadino con proposte casual adatte al tempo libero.
RETAIL & E-COMMERCE ITALIA
RICCARDO DE BERNARDINIS
Età: 28 • Founder di ernesto.it
Nel 2017 il romano Riccardo de Bernardinis si trovava a casa alla disperata ricerca di un bravo idraulico che potesse riparare un tubo rotto. “Mi sono reso conto di non avere idea su come trovare l'esperto giusto. In rete vedevo pochissime opzioni”. Nasce così l'idea di ernesto.it, un marketplace che mette in contatto i professionisti con i clienti in cerca di servizi locali. Tramite una piattaforma, i professionisti possono creare un profilo, pubblicare i loro servizi e ricevere richieste di preventivo. Nel 2020, Ernesto è entrato a far parte del programma di accelerazione di Vittoria hub, l’incubatore di startup insurtech di Vittoria Assicurazioni, integrando la piattaforma all'interno della sezione e-market dell’app MyVittoria e del sito della compagnia milanese. Oggi registra oltre 3,5 milioni di utenti annui e finora i suoi i clienti hanno effettuato 115mila richieste di servizi in Italia. Il futuro? "Vogliamo espanderci in Inghilterra, Portogallo e Francia”. —Roberta Maddalena
GAMES ITALIA
ELENA "HEVNOKAT" CORIALE
Età: 29 • Pro player, content creator, streamer
Per lei il videogioco ha significato, almeno all’inizio, Fifa e competizione pura. Grazie agli ottimi risultati, ha scalato le classifiche raggiungendo in breve i massimi livelli nazionali. Nel 2020/21 è stata la campionessa della Lnd e-Femminile. Dopo aver conquistato lo scudetto al debutto in un evento esport ufficiale, ha indossato i colori rossoblù del Genoa Cfc per la stagione 2021/22 e ha bissato il successo dell’anno precedente scrivendo il suo nome nell’Albo d’oro della competizione. All’attività competitiva professionistica ha affiancato quella di content creator per Twitch e di caster ufficiale anche per la stagione in corso della eSerie A Tim. Inoltre, è ambassador di Plb, l’esport hub di Christian Vieri e Bernardo Corradi dedicato allo sviluppo dei giovani talenti. Con un mix calibrato di passione sportiva e amore per il gaming, ha creato e conduce, sempre su Twitch, Colpo di Tacco, format dedicato alle quote rosa in ambito calcistico. —Emilio Cozzi e Giovanni Calgaro
Elena "Hevnokat" Coriale, 29 Pro player, content creator, streamer
Tiziano Giardini, 28 Program director di Quickload, fondatore e cochair man di Igda Italy Dirige il programma di accelerazione Quickload di 34BigThings - OgrMicrosoft, che vuole far crescere startup emergenti della game industry europea.
Marco "Vengeur" Ragusa, 24 Pro player di Quake Nel 2021 è stato campione del mondo al videogioco Quake. A ottobre ha trionfato come miglior giocatore dell’anno agli Italian e-sports awards.
Roberta "Ckibe" Sorge, 29 Streamer, artista Graphic designer, artista, streamer: Roberta è stata la prima ambasciatrice italiana del servizio di streaming live interattivo Twitch.
Simone Gusella, 29 Animatore di Nacon Studio Milan
Animatore della software house Nacon Studio Milan, è attualmente alle prese con l’adattamento in pixel di Terminator.
Yousef Abdelfattah, 26
Co-founder, FaZe Clan
Daniela Ali, 28
Ali Hassan, 26
Co-founder, Oni Studios
Ambrielle Army, 29
Senior director of production, Singularity 6
Nicolette Barker, 26
Ceo, Galorants
Alexandra Botez, 27
Andrea Botez, 20
Co-founder, BotezLive
Analynn Dang, 27
Manager, Pokimane
Jack Dunlop, 28
Creator
Oyin Egbuson, 27
Marketing manager, Epic Games
Matheus Fonseca, 21
Jordan Iribarren, 25
Colin McDonald, 22
Co-founder, Moonsworth
Alex Gonzalez, 26
Ceo, Luminosity Gaming
Emily Gonzalez-Holland, 27
Director of marketing operations, Cloud9 Esports
Dominique Gordon, 26
Product manager, Xbox
Kelly Henckel, 27
Lead product manager, Mojang Studios
Connor Hollasch, 25
Dayton Mills, 24
Co-founder, Branch Technologies
Abby LeMaster, 27
Gameplay producer, Riot Games
Alex Levy, 28
Associate, Netflix
Emilio Leynez Cuevas, 27
E-sports player
Kha Lu, 26
Rustin Sotoodeh, 27
Co-founder, Higround
Daniel Luu, 27
Founder, Akrew
Gaylen Malone, 29
Vice president of talent, Loaded
Cheyenne Pualani Morrin, 29
Senior game writer, Respawn Entertainment
Matthew Musey, 22
Associate narrative designer, Sledgehammer Games
Jean Ortega, 26
Co-founder, Loud Esports
Ella Pravetz, 28
Executive creative director, Misfits Gaming Group
Mahraan Qadir, 27
Product marketing lead, Unity Technologies
Baqir Shah, 28
Lead level designer, Deck Nine Games
Bobby Sherlock, 29
Senior brand manager, Warner Brothers Games
Chloe Shih, 29
Product lead, Discord
Adil Virani, 25
Co-founder, Blitz App
Natalie Watson, 27
Producer, Half Mermaid Productions
GIUDICI: Nicole LaPointe
Jameson, class of 2020, Ceo, Evil Geniuses; Tyler Blevins, class of 2019, content creator;
Kiki Wolfkill, studio head, Halo Transmedia and Entertainment, 343 Industries; Eric Monacelli, senior director of product development, Marvel Entertainment
DAYTON MILLS
Originario del Missouri, a 16 anni ha abbandonato la scuola superiore per costruire server per Minecraft e ha creato un programma di analisi statistica che raccoglieva informazioni sul numero di giocatori, sulle loro ubicazioni e sui momenti di maggior traffico. Nel 2017 ha venduto l’app per poche migliaia di dollari e ha acquistato un biglietto aereo per San Francisco. Nel 2020, insieme al cofondatore Connor Hollasch, ha fondato Branch per progettare giochi per il Web3. Il primo gioco di Branch, Castaways, in cui i giocatori trasformano isole deserte, è gratuito, ma i giocatori esperti possono guadagnare nel gioco oggetti speciali che possono vendere ad altri giocatori. Branch, che ha raccolto finanziamenti per 14 milioni di dollari, riceve in cambio una quota del 10%. Ancora disponibile soltanto in versione alpha, Castaways ha all’attivo 125mila utenti al mese.
—Matt Craig e Ethan DavisonHARRISON HOCHMAN
Età: 24 • Co-founder di Sparrow
Mentre i politici si arrovellano su come risolvere il problema dei 1.600 miliardi di dollari di debito per i prestiti degli studenti americani, Hochman sta rendendo più agevole ottenere ulteriori prestiti. La sua app consente agli studenti di richiedere rapidamente nuovi prestiti tramite smartphone e di ricercare i tassi migliori tra 15 istituti di credito, tra cui SoFi, Earnest e EDvestinU. Secondo Hochman, quello che Expedia ha fatto per i viaggi, noi lo facciamo per i finanziamenti”. L’app è gratuita per gli studenti; le banche concedono a Sparrow una riduzione nei tassi di interesse fino al 2%. Hochman, laureato a Stanford, ha iniziato a progettare Sparrow nel 2020 con i soci co-founder Daniel Kahn e Griffin Morris. Il trio, residente a New York, ha raccolto 6,9 milioni di dollari in finanziamenti per startup e ha erogato prestiti a 15mila studenti.
—Katherine Love e Emma Whitford
Sayyid Ali, 27
Chisa Egbelu, 29
Kayla Michèle, 27
Vivek Pandit, 24
Co-founder, PeduL
Ethan Anderson, 26
Bhavin Gupta, 24
Eric Menees, 28
Co-founder, Fynn
Daniel Andrews, 24
Josh Andrews, 23
Sasha Reiss, 23
Co-founder, Playground
Ish Baid, 27
Founder, Virtually
Stephanee Beggs, 28
Ceo, RNExplained
Drew Bent, 27
Mariah Olson, 24
Co-founder,
Schoolhouse.world
Sophie Beren, 27
Founder, the Conversationalist
Curtis Carmichael, 29
Founder, Source Code Academy Canada
Anna Gabriella Casalme, 29
Founder, Novelly
Jin Yun Chow, 27
Co-founder, Polygence
Anayet Chowdhury, 29
Co-founder, ArgoPrep
Mitch DeForest, 29
Co-founder, Ramped Careers
Molly Dewey, 29
Co-founder, Mettacool
Brittany Diego, 28
Founder, Fashion Mentor
Jonathan Gardner, 29
Founder, GardHouse
Harrison Hochman, 24
Daniel Kahn, 25
Griffin Morris, 24
Co-founder, Sparrow
Helen Huang, 28
Sefunmi Osinaike, 27
Co-founder, Co.Lab
Shawon Jackson, 28
Founder, Vocal Justice
Cooper Jones, 29
Co-founder, Rah Rah
Seth Killian, 25
Co-founder, Lingco
Language Labs
John Koelliker, 29
Erika Mahterian, 29
Co-founder, Leland
Sean Linehan, 29
Co-founder, Exec
Edna Martinson, 29
Co-founder, Boddle Learning
David McCullough III, 28
Co-founder, the American Exchange Project
Alejandro Mendoza, 28
Parsa Rezvani, 26
Co-founder, GoSchoolBox
Chinemelu Okafor, 29
Founder, the Research in Color Foundation
Weston Seid, 29
Co-founder, Oppti
Caleb Smith, 24
Co-founder, Triangle Esports Academy
Quinn Taber, 29
Founder, Immerse
Lisa Wang, 28
Founder, Almost Fun
GIUDICI: Michael Crow, president, Arizona State University; Sally Nuamah, class of 2019, founder, Twii Foundation; Euan Blair, founder, Multiverse
Antonino Barbera, 29
Co-founder di ProfessionAI
La sua missione è insegnare le professioni del futuro legate al mondo dei dati. A oggi la startup ha formato oltre 28mila studenti e ha aiutato i bambini in Ucraina, grazie a un’iniziativa in collaborazione con Save The Children.
Riccardo Carnevale, 28
Co-founder e ceo di Startcom
Nel 2021 ha fondato insieme a Gian Luca Comandini Startcom, una realtà volta a supportare e formare giovani imprenditori nella realizzazione delle loro idee di business.
Andrea Chirolli, 24
Lorenzo Pinto, 25
Francesco Salvatore, 26
Co-founder di Futura
Giosuè Prezioso, 29
Professore e ricercatore È il primo docente in Italia ad aver importato la crypto arte in un contesto accademico. Come professore per l'Università degli Studi di Bari è stato inoltre autore del lancio della prima biblioteca e asta Nft in ambito accademico.
Cristiano Scarapucci, 29
Ceo di Schoolr
Nel 2019 ha fondato Schoolr con lo scopo di offrire a tutti gli studenti la possibilità di seguire lezioni personalizzate adatte a tutte le tasche, online e con tutor selezionati.
MARZO 2023
ANDREA CHIROLLI LORENZO PINTO FRANCESCO SALVATORE
Età: 24, 25, 26 • Co-founder di Futura
Tre ragazzi e un’idea : aiutare giovani come loro a studiare meglio attraverso percorsi ad hoc . Andrea Chirolli, Francesco Salvatore e Lorenzo Pinto nel 2020 hanno fondato Futura, la startup edtech che realizza modelli di intelligenza artificiale per rivoluzionare il processo di apprendimento. “Siamo partiti da una semplice idea”, raccontano, "aiutare gli studenti a raggiungere i propri sogni, mettendo a disposizione percorsi di formazione personalizzati e accessibili, che si aggiornano in base all'avanzamento dell’apprendimento, grazie all’intelligenza artificiale”. I risultati di Futura per ora “sono sorprendenti”, spiega Andrea che è anche ceo della startup. L'obiettivo “è quello di affermarsi anche sul mercato internazionale e quadruplicare il fatturato del 2022”.
—Matteo Sportelli
100 NUMBER ONE
DEI GIOVANI LEADER DEL FUTURO 2023
ART & STYLE
• Nicole Cavallo
• Francesco Persichella
• Simone Pezzo
• Francesca Richiardi
• Martina Strazzer
MEDIA
• Giulio Armeni
• Francesco Brocca
• Alice Cancellario
• Francesco Gasparro
• Fabrizio Romano
ENTERTAINMENT
• Davide Calgaro
• Jody Cecchetto
• Valentina Romani
• Simona Tabasco
• Luca Toscano
SOCIAL MEDIA
HEALTHCARE
• Alessandro Algeri
• Alice Carbonara
Ludovico Grassi
Lisa Iannello
Vincenzo Mansi
• Alessandra Cestaro
• Matteo Corbellino
Alessandro Fier
Luca Trimigno
• Camilla Mondini
ENERGY
MUSIC
• Lorenzo Flavi
Matteo Gialletti
Simone Gialletti
• Geolier
• Lazza
• Beatrice Rana
• Tananai
FINANCE
• Andrea Lupo
• Lucrezia Menoncelli
• Andrea Provino
• Alessandro Saldutti
• Francesco Giuseppe Varuzza
FOOD & DRINK
• Francesco Andaloro
• Massimiliano Casellato
• Gabriele Cavallaro
Nicolas Zeoli
• Soufiane Essakhi
Emanuele Luzzati
Edoardo Simonelli
• Nicolas Philip Roger Jennison
ENTERPRISE TECHNOLOGY
• Ruben Bondì
• Marco D'Annolfi
• Sabrina Grazini
• Andrea Pirillo
• Mattia Stanga
SCIENCE
• Leonardo Bertelli
• Alessandro Fanni
• Francesca Madonini
• Guido Putignano
• Alessandro Romano
SPORT
• Francesco Bagnaia
• Ange Capuozzo
• Thomas Ceccon
• Sofia Raffaelli
• Destiny Udogie
VENTURE CAPITAL
• Alessia Cerbone
• Gabriele Fenoglio
• Edoardo Gava
• Maria Imbesi
• Martino Testa
MARKETING & ADVERTISING
• Benedetta Balestri
• Ludovico Cianchetta
• Lorenzo Fiorito
Pio Fiorito
• Astra Pagliai
• Antonia Trucillo
RETAIL & E-COMMERCE
• Marco Apollonia
Chiara Maresca
Giulio Santabarbara
• Federico Buratto
Andrea Francesco Buri
Fernando Vito Falcone
Igor Milano
Alessandro Rivalta
• Edoardo Costa
Matteo Saltarello
• Daniele Gamba
Mattia Peracchi
• Laura Sposato
CONSUMER TECHNOLOGY
• Luigi Adornetto
Luca Tamborino Frisari
Federico Pedron
• Nicholas Baruffaldi
• Federica Busani
Rachele Didero
• Filippo Lombardi
• Gianmaria Monteleone
• Emanuele Bianconi
Samuel Lonero
• Salvatore Cannata
• Domenico Giove
• Emin Haziri
• Jacopo Ticchi
SOCIAL IMPACT
• Fabrizio Custorella
• Andrea Droghetti
• Giulia Faleri
• Lorenzo Lubrano Lavadera
• Jules-Arthur Sastre
Giorgio Seveso
MANUFACTURING & INDUSTRY
• Camilla Cecilia Conti
• Andrea Franceschini
• Raffaella Gemiti
• Giulia Pedretti
• Luca Petrone
Simone Quarta
• Matteo Bertasa
Davide Trabucchi
• Sonia Benassi
Giorgia Ferrais
• Riccardo de Bernardinis
• Marco Lanzoni
• Francesco Tronelli
Marinicol Tronelli
GAMES
• Elena "Hevnokat" Coriale
• Tiziano Giardini
• Marco "Vengeur" Ragusa
• Roberta "Ckibe" Sorge
• Simone Gusella
EDUCATION
• Antonino Barbera
• Riccardo Carnevale
• Andrea Chirolli
Lorenzo Pinto
Francesco Salvatore
• Giosuè Prezioso
• Cristiano Scarapucci
Pizza, mandolino e intelligenza artificiale
Lo storico spirito imprenditoriale del nostro Paese non si sta più limitando al manifatturiero e all’arte culinaria, ma sta mettendo il sigillo d’eccellenza anche nel mondo del tech. Una rivoluzione guidata da giovani innovatori e supportata da un ecosistema di iniziative e di investimenti
Ogni giorno assistiamo a confronti accesi su ogni tipo di tematica e in ogni luogo, dai bar alle piazze, passando per i talk show. Tra ciò che rende noi italiani unici al mondo c’è anche questo aspetto. E tra le diatribe più accese degli ultimi anni c’è la questione dell’innovazione aziendale contrapposta allo spirito conservatore di cariche e processi, sostenuto strenuamente dai promotori del ‘abbiamo sempre fatto così, perché dovremmo cambiare?’. A guadagnare fette di mercato sono però sempre più le aziende che hanno scelto di investire risorse in strategie per digitalizzare i processi, stimolate da un sistema italiano di startup e pmi innovative in gran fermento. Se in alcuni settori, infatti, il gap tra il mercato nostrano e gli altri paesi europei è ancora molto ampio, in questo campo sono sempre più le realtà che non si limitano solo a guidare l’innovazione del paese con risultati sorprendenti, ma che si pongono come riferimento a livello internazionale. Le cose, dunque, iniziano seriamente a cambiare e questa rivoluzione è guidata proprio da quei giovani su cui troppo spesso si tende a generalizzare. Le nuove generazioni armate di coraggio, idee e talento sono dunque ufficialmente i pionieri della nascita di un nuovo made in Italy: il tech.
Il nuovo spirito imprenditoriale italiano
Quando parliamo di made in Italy non parliamo semplicemente di produzioni italiane, ma di un vero e proprio brand in grado di vivere autonomamente. Un’etichetta diventata sinonimo di
creatività ed eccellenza e che negli ultimi tempi appartiene anche al mondo delle startup e dell’intelligenza artificiale italiana. Ad avvalorare questa tesi ci sono i dati che confermano che gli investimenti nel tech accumulati nei primi sei mesi del 2022 sono pari a un miliardo di dollari. Ma se una rondine non fa primavera ci basta confrontare questo dato con quanto registrato negli anni precedenti in Italia. La fine del 2021 ha fatto segnare un’impennata degli investimenti di venture capital nelle startup del Paese. Secondo Dealroom, infatti, hanno raggiunto il massimo storico di 1,4 miliardi di dollari, più del doppio rispetto all'anno precedente. Secondo quanto appreso da una ricerca di Sifted, magazine di riferimento delle startup europee sostenuto dal Financial Times, si denota come lo storico spirito
imprenditoriale del nostro Paese non si stia più limitando al manifatturiero e all’arte culinaria, ma, al contrario, stia mettendo il sigillo d’eccellenza anche nel mondo del tech e dell’Ai. Gli investitori internazionali dicono a Sifted di essere venuti proprio a Milano a caccia delle startup più interessanti del Paese. Parliamo dunque di una Silicon Valley dall’accento meneghino? È presto per dirlo, ma un segno importante di questo cambiamento è che l’Italia ha finalmente ottenuto la sua prima azienda unicorno dai tempi del boom delle dotcom, quando a febbraio 2022 la società fintech Scalapay ha raggiunto una valutazione di un miliardo di dollari. Ora c'è un club crescente di startup che stanno guadagnando l'attenzione degli investitori internazionali e che si stanno avvicinando a valori a dieci cifre.
Il piano italiano a sostegno delle startup
Tutto questo è anche possibile grazie alle misure che lo stato sta promuovendo per agevolare la crescita delle startup. Ci riferiamo al Fondo Nazionale Innovazione, gestito da Cdp Venture, una sorta di società nazionale di venture capital finalizzata a sostenere la crescita innovativa delle imprese italiane. L'iniziativa consiste in un programma di investimenti pari a un miliardo di euro che ha lo scopo di potenziare l'ecosistema delle startup del paese e che punta a un minimo di 2,5-3 miliardi di euro di investimenti entro la fine del 2023. Gli obiettivi per il quale è stato istituito il fondo sono quelli relativi a una crescita complessiva e sostenibile del venture capital italiano, realizzabile attraverso capitalizzazioni dirette e indirette volte a favorire lo sviluppo di tutti i soggetti che intendono innovarsi e crescere, attraverso la predisposizione di nuove opportunità oltre che mediante la creazione di programmi di accelerazione e di poli di
trasferimento tecnologico sul territorio. Questa strategia rende la legge italiana sulle startup tra le più vantaggiose in Europa, legge progettata per dare ai poli tecnologici locali la possibilità di usufruire di esenzioni e agevolazioni fiscali, eliminando gli ostacoli burocratici e aggiungendo incentivi per attrarre maggiori risorse. Molte altre misure ancora sono finalizzate a favorire questa crescita. Una di queste è il visto digitale per "immigrati altamente qualificati" che consente ai talenti tecnologici di trasferirsi per lavorare nel nostro paese, È ancora in fase di sviluppo, ma si tratta di un passo importante per le aziende che potrebbero aver bisogno di attingere a un bacino di talenti più ampio.
Polo italiano di intelligenza artificiale in Europa
Tra le realtà italiane menzionate da Sifted c’è anche Vedrai con il suo ambizioso progetto: diventare il polo per l’intelligenza artificiale in Europa. L’azienda fondata nel 2020 si sta muovendo sul mercato
facendosi promotrice del progresso nell’ecosistema tech italiano investendo e acquisendo società capaci di far accrescere il loro valore sia in termini quantitativi che qualitativi. Vedrai sviluppa soluzioni che utilizzano l’Ai per supportare imprenditori e manager nel processo decisionale in condizioni di incertezza. Questi software, definiti agenti virtuali, affiancano i decision maker delle diverse aree aziendali, calcolando l’impatto che le loro scelte avrebbero sull’azienda grazie all’analisi dell’impatto congiunto di migliaia di variabili. Nonostante i poco più di due anni di vita, la startup conta già 160 dipendenti, quattro sedi in Europa e una suite di prodotti verticali sui principali dipartimenti aziendali. Solo il tempo potrà confermare gli obiettivi prefissati, ma quello che è certo è che realtà come Vedrai hanno aperto le porte a un nuovo modo di fare impresa in Italia e stanno portando il paese, attraverso una cultura del lavoro fondata sui giovani talenti, a competere nell’Olimpo degli innovatori.
The Investigation
IO, ROBOT
Si chiama intelligenza artificiale generativa: se interpellata, è capace di produrre nuovi testi, suoni o immagini. È la tecnologia adottata da ChatGPT, il sistema che risponde alle domande come un essere umano. Alternando saggi impeccabili a errori clamorosi. Per alcuni il suo uso maligno è tra le più gravi minacce globali del 2023. Per difendersi servirebbero leggi apposite. Ma per ora ci ha pensato solo la Cina
Ma è un genio o un cretino? Prima risponde imitando la lingua di Shakespeare: “ChatGPT, nell’inglese di Giulietta e Romeo, puoi spiegarmi che cosa sei, cosa fai, se sei una bolla che si sgonfierà o tutto il clamore intorno a te è giustificato?”. La macchina confeziona all’impronta una risposta precisa, eloquente, anche se un po’ schematica (ma il Bardo è difficile da copiare). Qualcun altro però chiede: “Pesano di più dieci chili di cotone o dieci chili di metallo?”. Ed ecco che quel prodigio di deep learning si ingarbuglia come un bambino: “Il metallo è tipicamente più pesante del cotone”, ci informa. “Di conseguenza
dieci chili di metallo pesano di più”. Viene da citare Forrest Gump, anche lui in bilico tra talento e idiozia.
E forse l’intelligenza artificiale è davvero una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita. Ma cominciamo dall’inizio.
Poco più di dieci anni fa, raccontano gli esperti, tre ricercatori di intelligenza artificiale hanno raggiunto una svolta che ha cambiato quel campo per sempre. I tre erano Alex Krizhevsky, Ilya Sutskever e Geoffrey Hin-
ton. Il loro sistema AlexNet, addestrato su un milione e 200mila immagini prese da tutto il web, riconosceva figure diverse, come una betoniera, un leone e una nave portacontainer. E lo faceva con una precisione di gran lunga maggiore di quanto i computer fossero riusciti a
La regola resta comunque non fidarsi troppo.
Le macchine potrebbero diventare fabbriche di disinformazione, in grado di produrre grandi volumi di contenuti da riversare su social media e altri canali
fare sino a quel momento. Dicono che l’attuale frenesia sull’intelligenza artificiale sia partita da lì. Google reclutò subito i tre eroi per un grosso progetto basato sulle reti neurali. La Silicon Valley aveva trovato le sue nuove parole di culto: deep learning, cioè reti neurali che imitano il processo di apprendimento del cervello umano. Facebook, Amazon e Microsoft hanno cominciato a posizionare le loro attività attorno a quella tecnologia. Da allora, però, l’uso dell’in-
telligenza artificiale è rimasto abbastanza dietro le quinte. Certo, il machine learning (categoria in cui è incluso il deep learning) ha iniziato a penetrare il mondo del business, fino a essere usato ampiamente in lavori come l’identificazione di frodi con carte di credito, la creazione di contenuti e il perfezionamento di messaggi e pubblicità online, fornendo approfondimenti su comportamento e preferenze dei consumatori. Le macchine, con risposte rapide
e accurate, possono aiutare anche nel servizio clienti.
John Deere, un produttore di trattori, quest’inverno ha spedito agli agricoltori del Midwest la sua prima flotta di veicoli a guida completamente autonoma. L’Ai è utile anche in cose molto più piccole: la società di biotecnologie Absci ha progettato nuovi anticorpi con l’intelligenza artificiale e questo, dice l’azienda, potrebbe dimezzare il tempo necessario per far accedere un farmaco agli studi clinici. Ecco una
L’interesse attorno all’intelligenza artificiale sta esplodendo. Nel 2022 il 50% delle aziende nel mondo ha provato in qualche modo a usare questa tecnologia (nel 2017 era solo il 20%).
panoramica di McKinsey: l’anno scorso il 50% delle società del mondo ha provato in qualche modo a usare l’intelligenza artificiale, rispetto al 20% del 2017. Un passo avanti, certo, ma si trattava ancora di un mondo di specialisti. Nelle chiacchiere quotidiane si parlava d’altro. Poi è arrivato ChatGPT e più o meno tutti ne hanno sentito parlare: gli amici, gli studenti, i professori in allerta per chi copia nei test. Adesso le macchine operano in bella vista. Cre-
ato dalla società di ricerca OpenAI, ChatGPT è il più famoso di una nuova ondata di cosiddetti sistemi di intelligenza artificiale generativa, cioè in grado, dietro l’impulso di una domanda, di produrre contenuti nuovi, come immagini, testi, suoni. In un attimo viene fuori un quadro che imita Picasso, un riassunto da liceo sulla battaglia di Waterloo, un jingle col timbro cristallino della chitarra dei Coldplay. È davvero possibile fare queste cose? Lo chiediamo direttamente alla nuova chat. Che risponde: “Certo che si può”. Poi elenca una serie di tecniche per farlo: il Generative adversarial networks (Gan), il Variational autoencoders (Vaes), il modello di linguaggio Transformer, i modelli autoregressivi. Alla fine del messaggio c’è anche una dose di cauto understatement: “Tuttavia, è importante notare che l’Ai non può ancora creare contenuti che siano completamente originali e privi di influenze da fonti esterne”. Già così è abbastanza impressionante. Facciamo un’altra domanda e ci spiega, in un paragrafo conciso, l’impatto del Congresso di Vienna sulla politica europea dell’800. Gli chiediamo allora di scrivere un saggio lungo per una graduate school. La macchina diventa prolissa, si ripete, rigurgita frasi che sembrano prese qua e là da Internet. La scrittura però scorre, assomiglia a Wikipedia, un’imitazione credibile dell’es-
sere umano. Un canovaccio su cui aggiungere altro. Del resto l’Ai generativa sta già lasciando il segno in diverse applicazioni: nella divisione GitHub di Microsoft, scrive il Financial Times, il 40% dei codici usati dagli sviluppatori è frutto di intelligenza artificiale. Non ci vuole un genio per capirlo: queste nuove scoperte e le loro evoluzioni più sofisticate hanno il potenziale di cambiare il modo in cui creiamo contenuti. Vale anche per le immagini: sistemi di deep learning come Stable Diffusion e Dall-E 2 le producono in modo stupefacente. Basta chiederlo. Ecco un
le persone interagiscono con i computer”, afferma Eric Boyd, responsabile delle piattaforme Ai di Microsoft. “Capiranno le nostre domande in un modo che non è stato possibile prima e le tradurranno in azioni”. Di conseguenza, spiega ancora Boyd al Financial Times, diventeranno tecnologie fondamentali, “toccando quasi tutto ciò che è là fuori”. A questo punto, è utile ricordare che a gennaio Microsoft ha annunciato il suo terzo investimento, stimato in 10 miliardi di dollari, nella società dietro ChatGPT, OpenAI. Con questo gioiellino tra le mani, c’è l’ambi-
robot (dall’aria disperata) seduto a un tavolo da lavoro, il tutto dipinto nello stile di Van Gogh. Un altro robot si staglia dentro un murales di Shepard Fairey. Le stesse tecniche si applicano alla musica. Google ha già mostrato due sistemi sperimentali per generare video partendo da una semplice domanda, nonché uno capace di rispondere a problemi matematici. “Questi modelli cambieranno il modo in cui
zione di riportare Microsoft a quel vertice della frontiera tech da cui social media e smartphone l’avevano un po’ estromessa. ChatGPT potrebbe essere incorporato nel pacchetto Office e rivitalizzare prodotti non brillantissimi come il motore di ricerca Bing. In più OpenAI ha testato la sua tecnologia proprio su Azure, il business del cloud di Microsoft. Anche questo potrebbe essere un vantaggio.
Ma riprendiamo quel trabocchetto in cui sono inciampati tanti bambini. Pesano più dieci chili di ferro o dieci chili di piume? L’ingenua valutazione, scrive Daniele Signorelli su Wired. it, ha portato a sbagliare anche ChatGPT, come emerge in moltissimi esempi online (a onor del vero, quando abbiamo testato la chat per questo articolo, la risposta era corretta: dieci chili sono sempre dieci chili). Gli errori che circolano in rete però sono tanti, a volte ridicoli: nei churros, dolciumi fritti latinoamericani, ChatGPT riscontra “proprietà uniche, ideali per la chirurgia”. C’è quindi un problema di fiducia. Come funziona esattamente la chat? Che tipo di conoscenza possiede? Il modello si basa sui dati, cioè quantità immense di testi prese da internet. La macchina costruisce il proprio ‘cervello’ accostando e manipolando queste stringhe di parole. Immaginate un bambino che impara a ragionare solo attraverso la lettura e nient’altro, spiega un editor per la tecnologia dell’Economist. ChatGPT non è in grado di capire realmente cosa succede, semplicemente rigurgita un flusso di parole collegate. Il più delle volte funziona, con risultati sorprendenti. Altre volte si inceppa. “Dipende se l’input iniziale, la domanda, è formulata nel modo giusto”, continua l’esperto dell’Economist. Se non conosce la risposta, se non trova punti di riferimento nella mole dati, allora può cominciare un siparietto comico e insieme pericoloso: la macchina,
come se avesse le allucinazioni, dà una risposta completamente sbagliata, ma disinvolta e certosina nei dettagli. A volte il falso è evidente, altre insidioso. Questo è un limite: bisogna interpellare la chat su argomenti che già conosciamo o comunque controllare bene che la risposta sia corretta. E a proposito di supercazzole, per curiosità chiediamo a ChatGPT se sa dirci qualcosa sullo scherzo inventato da Ugo Tognazzi. La macchina risponde in un lampo: “La supercazzola compare nel film La Grande Guerra, diretto da Mario Monicelli e interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman nel 1959. In una scena del film, il personaggio del Conte Mascetti, interpretato da Sordi, pronuncia una lunga ed elaborata frase in modo esagerato e pomposo. La supercazzola consiste in una teoria complessa e intricata
A chi appartengono le immense quantità di foto, video, parole che alimentano i cervelli dei robot? Molto dipenderà da come verranno gestiti i diritti d’autore
per non pagare il conto di un pranzo o giustificare la propria assenza alla stazione dei treni”. Ecco fatto, un’altra supercazzola. La regola, quindi, è non fidarsi troppo.
Senza contare che questi problemi di fiducia e affidabilità aprono interrogativi ben più minacciosi. Immaginatevi qualcuno che voglia deliberatamente ingannare, un cyber criminale, oppure un regime in cerca di nuovi strumenti per la sua propaganda. Le macchine potrebbero diventare fabbriche di disinformazione, in grado di produrre grandi volumi di contenuti da riversare su social media e altri canali. Lo stesso ChatGPT è consapevole di questo rischio. Interpel-
lato sul tema, risponde: “Io sono solo una macchina, non ho una mia volontà, il mio output dipende dall’input che ricevo e il mio addestramento dipende dai dati che vengono utilizzati, quindi è importante considerare la qualità e la provenienza di questi dati”.
Tra le minacce globali per il 2023, il think tank Eurasia Group ha messo al terzo posto l’uso maligno dell’intelligenza artificiale generativa, cioè l’Ai più evoluta, di cui fanno parte tecnologie come ChatGPT. Secondo Eurasia Group, le prossime evoluzioni di modelli linguistici basati sull’Ai generativa saranno in grado di superare facilmente il test di Turing,
una specie di Rubicone per la capacità delle macchine di imitare l’intelligenza umana. Alle parole artificiali si aggiungeranno magari video e immagini ultra realistici, ottenuti grazie al deep fake. Il tutto generabile con pochi comandi di orientamento. Un primo ministro virtuale terribilmente simile a quello vero. Un manager identico in tutto e per tutto al nostro capo. Eurasia Group avverte ancora: da queste rapide innovazioni tecnologiche stanno emergendo “armi di sconvolgimento di massa”, che “eroderanno la fiducia sociale, daranno potere a demagoghi e autoritari e destabilizzeranno imprese e mercati”.
I governi devono attrezzarsi per fronteggiare questi rischi. Se consultato, è di nuovo ChatGpt a elencare una serie di contromisure.
Il primo strumento sono le leggi. In questo la Cina ha re-
ChatGPT è un sistema di intelligenza artificiale generativa creato dall’azienda OpenAi, sulla quale Microsoft ha investito 10 miliardi di dollari.
agito per prima. Da gennaio è entrata in vigore una legge che obbliga i video deep fake a indicare con un banner la loro origine artificiale, ed è necessario anche il consenso della persona che appare nel video contraffatto. Trattandosi di Cina, c’è pure una buona dose di censura: vietati del tutto i contenuti “non approvati” dagli enti governativi e quelli considerati illegittimi per “diffusione di false informazioni”. A livello europeo il tema deep fake, invece, è solamente accennato all’interno dell’Artificial Intelligence Act (Ai Act), approvato il 6 dicembre dal Consiglio d’Europa.
L’altra questione centrale sono i dati su cui vengono addestrate le macchine. Quantità immense di suoni, immagini, foto, video, parole che alimentano i cervelli dei robot. A chi appartengono? Molto dipenderà da come vengono gestiti i diritti d’autore. Negli Stati Uniti le società di Ai si appellano alla clausola del fair use, che consente un uso limitato del materiale protetto da copyright. Ma gli artisti e le agenzie di materiale creativo cominciano a essere insofferenti. In America e nel Regno Unito Getty Images e tre artisti hanno intentato causa a Stability Ai per violazione del copyright. Qualcosa le grandi società del tech dovranno pagare. Non se la caveranno con una supercazzola. F
Geopolitica
IL SOGNO del principe
È alleata storica degli Stati Uniti e di recente ha aumentato gli scambi con la Cina, tanto da porsi come mediatore tra Washington e Pechino. Mohammad bin Salman vuole trasformare l’Arabia Saudita da potenza regionale a potenza globale. Per riuscirci conta su petrolio, geopolitica, finanza e calcio
di Cosimo Maria PalleschiAbbiamo relazioni strategiche di lungo corso con gli Stati Uniti e con la Cina. Penso che potremmo ridurre le distanze tra queste due potenze”. Così si è espresso all’emittente Cnbc il ministro delle Finanze saudita Mohammed Al Jadaan durante il World Economic Forum di Davos a gennaio. Quest’anno nel consesso svizzero le protagoniste sono state le delegazioni dei paesi del Golfo come l’Arabia Saudita, che si è posta quale possibile mediatore tra gli Usa, storico alleato, e la Cina, suo nuovo importante partner commerciale. L’obiettivo del governo e del suo controverso principe ereditario e primo ministro, Mohammed bin Salman (Mbs), è chiaro: trasformare il paese da potenza regionale a potenza globale.
Riad, sfruttando le difficoltà di Usa ed Europa, causate anche dalla guerra in Ucrai-
na, vuole rafforzarsi a livello geopolitico e, con l’incremento delle entrate petrolifere, diversificare di più la sua economia. L’Arabia Saudita ambisce non solo a entrare nei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), ma anche a diventare l’unico stato guida del mondo islamico, ruolo conteso anche da Iran e Turchia. Mbs sa che non potrà raggiungere questi obiettivi chiudendosi al mondo occidentale, perciò vuole mostrarsi moderno e visionario agli occhi del mondo. Nel 2017 ha lanciato un piano di modernizzazione del paese e della sua economia, denominato Vision 2030, per diminuirne la dipendenza dalla vendita di petrolio, da cui oggi proviene il 90% del Pil. Per diversificare la sua economia il principe vuole incrementare anche il turismo, non solo religioso, puntando ad accogliere oltre 30 milioni di viaggiatori l’anno.
Dal punto di vista geostrategico, Mbs si sta impegnando a rafforzare i rapporti con la Cina. Lo stesso Xi Jinping, volato a Riad a dicembre, ha affermato che è iniziata “una nuova era nelle relazioni tra Cina e Arabia Saudita”. Nel bilaterale i due capi di stato hanno siglato 34 accordi commerciali per un valore di oltre 30 miliardi di dollari. Le partnership più rilevanti sono nella rete 5G saudita, affidata alla cinese Huawei, e nel complesso petrolchimico da oltre 10 miliardi realizzato in Cina dalla compagnia petrolifera statale Saudi Aramco. Oggi l’interscambio commerciale tra i due paesi ha superato gli 80 miliardi di dollari e l’Arabia Saudita è diventata il primo fornitore di petrolio della Cina, con 81 milioni di tonnellate l’anno. L’accordo più dirompente a livello geopolitico, però, è quello sul petrolio saudita che la Cina potrà pagare an-
che in yuan e non più solo in dollari americani. Questo rafforzerà la valuta cinese a discapito di quella statunitense e rischia di scalfire il predominio valutario di Washington, basato anche sull’uso esclusivo del dollaro nei pagamenti del petrolio. I rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita, invece, risalgono alle prime ricerche di petrolio delle compagnie americane nel deserto arabo, culminate nel 1945 con la creazione della Aramco, Arabian American Oil Company, la compagnia petrolife-
ra statale saudita. Da allora il rapporto tra i due paesi si è fondato sullo scambio petrolio-sicurezza: i sauditi vendevano petrolio e permettevano alle compagnie americane di trivellare nel loro paese in cambio di forniture militari (tuttora il 70% proviene dagli Usa) e di protezione dall’Iran, l’altra grande potenza regionale.
Tra Usa e Arabia Saudita, però, oggi ci sono motivi di tensione. Il governo americano è irritato per il rifiuto saudita, a ottobre, di aumentare la produzione di petrolio, che
sarebbe servita per abbassare i prezzi dei carburanti negli Usa prima delle elezioni di medio termine. La produzione, invece, è stata tagliata di circa due milioni di barili al giorno: mossa che, oltre ad aumentare gli introiti per i paesi produttori, avrebbe finito per favorire il partito Repubblicano alle elezioni di medio termine. Il principe saudita non ha mai nascosto, d’altra parte, la maggiore vicinanza all’ex presidente Donald Trump, che aveva rigettato gli accordi distensivi sul nucleare siglati da
Obama con l’Iran. I rapporti con Biden non sono mai decollati e non solo per divergenze di politica energetica. Lo sconcerto dell’opinione pubblica americana per il brutale assassinio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, attribuito dalla Cia a Mbs, ha influito in negativo. Nessuno dei due paesi, però, in fondo può fare a meno dell’altro. Gli Stati Uniti hanno nell’Arabia Saudita il principale garante della stabilità in Medio Oriente, nonché uno dei membri più influenti dell’Opec+. La mo-
narchia saudita, da parte sua, non avrebbe la forza, senza l’appoggio americano, di difendersi da un temuto attacco iraniano.
Un altro strumento di soft power che Mbs sta utilizzando è lo sport, in particolare il calcio. Ha fatto scalpore, a gennaio, l’acquisto da parte di un club saudita, l’Al Nassr, di Cristiano Ronaldo, con un ingaggio di 200 milioni l’anno e la possibilità, nel caso il paese si aggiudicasse il Mondiale del 2030, di guadagnare un miliardo. La Coppa del Mondo sarebbe sarebbe una vetrina unica per riabilitare l’immagine del principe e del suo paese, appannata dallo scandalo Khashoggi.
Non meno importante, a livello strategico, è la partecipazione della Saudi Bank, la banca nazionale saudita, all’aumento di capitale monstre di Credit Suisse. Saudi Bank ha investito oltre 1,5 miliardi di franchi (circa 1,5 miliardi di euro) nella ricapitalizzazione dell’istituto elvetico, divenendone uno dei maggiori azionisti, con quasi il 10% del capitale. Calcio, finanza e geopolitica: tutte carte che Mbs sta machiavellicamente giocando per rilanciare il suo paese e trasformarlo in una potenza di prim’ordine. Noi occidentali non potremo stare a guardare, perché dall’Arabia Saudita, tra petrolio, stabilità del Medio Oriente, lotta al terrorismo islamico e guerre valutarie, passano anche i nostri destini. F
Un green team
Dopo avere mosso i primi passi nel mondo dell’energia rinnovabile, Umberto Burdese è passato al real estate con la fondazione di Centaurus Group. Oggi il suo gruppo aiuta i clienti a dotarsi dei migliori strumenti e servizi per affrontare la sfida della transizione energetica
Ènata come sfida la vena imprenditoriale di Umberto Burdese, che, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria, ha scelto di perfezionare i propri studi tra Italia, Inghilterra e Francia, frequentando un master in management. Durante questo periodo ha mosso i primi passi nel mondo imprenditoriale, interessandosi dapprima al mondo dell’energia rinnovabile e poi a quello delle costruzioni. Per prima cosa ha contribuito a fondare una società che mirava alla creazione di comunità energetiche delocalizzate, per aiutare gli imprenditori a difendersi dalle imprevedibili fluttuazioni del prezzo dell’energia. “È stato subito un successo, con una domanda di gran lunga superiore all’offerta. Il modello delle public utility ha raggiunto il suo picco. In un mondo che mira a essere sempre più decentralizzato, è fondamentale rimettere al centro i singoli consumatori in qualità di shareholder”, commenta Burdese. Da questa esigenza è nata l’idea di una seconda società: Andromeda360. Riunito un team di eccellenze italiane fatto di programmatori, ingegneri, fisici, sociologi e futurologi, il passo successivo è stato lo sviluppo di Astra, il software che cerca di anticipare eventi e comportamenti nei più svariati settori sfruttando l’analisi previsionale di eventi naturali e geopolitici. Grazie al know how acquisito, Burdese ha iniziato ad assimilare i meccanismi di generazione dei prezzi energetici. “Incrociando i valori del mercato con alcuni indici esterni legati al contesto geopolitico, ho scoperto una variazione correlata del prezzo di alcune commodity, in particolare il gas”, racconta Burdese. “Il passo successivo è stato immediato e naturale: automatizzare il processo
per provare ad anticipare le fluttuazioni del mercato energetico e non solo. La costruzione di Astra racchiude mesi di lavoro e innumerevoli test. Dopo avere riscontrato una probabilità di successo dell’86%, abbiamo consentito l’utilizzo del software anche a utilizzatori esterni: il trionfo è stato immediato”. Il caso vuole che Andromeda360 sia nata nella primavera del 2022, proprio nei mesi più intensi per il mercato energetico a causa del conflitto in Ucraina e delle sue conseguenze finanziarie e geopolitiche. Ciò ha contribuito a una maggiore diffusione del servizio. “Alcuni ci hanno rivelato di avere usato il software come supporto
per le attività economiche, ma il risultato di cui vado più orgoglioso è il risparmio che siamo riusciti a garantire a tante famiglie, aiutandole a contenere il costo delle bollette”, dice Burdese. L’ingegnere non dimentica le sue radici italiane. L’attività a cui dedica la maggior parte dei suoi investimenti è il real estate. “I costi di ristrutturazione delle case sono esplosi negli ultimi 12 mesi, a causa della speculazione legata al bonus e alle conseguenze della guerra. Eppure, la strada per la rigenerazione edile sembra essere solo all’inizio, spinta dalle politiche ecologiste promosse dall’Unione europea”. Insieme ai suoi soci, Burdese ha creato
“L’aspetto più difficile e stimolante nel mondo del business è avere i contatti giusti, coltivare un network di successo e formare un team efficiente e fidato. Questo è il vero segreto di ogni grande progetto imprenditoriale”
Centaurus Group, una realtà nel mondo real estate che opera soprattutto nel settore delle ristrutturazioni, con un modello di business rigido: tempi certi, budget fissi e nessun lavoro sfruttando il bonus. Grazie a questo metodo, il team si è specializzato in clienti istituzionali e investitori immobiliari, garantendo trasparenza e serenità finanziaria. “Abbiamo applicato processi industriali a un mercato che generalmente è costituito da soli artigiani e la risposta del mercato è stata incredibile”.
Oggi Centaurus Group è una holding che mantiene il controllo di tre società e collabora con oltre 30 aziende. In sei mesi ha avuto una crescita media di 50 nuovi cantieri al mese e un’area di attività che comprende Piemonte, Liguria e Lombardia, con ampie prospettive in Trentino, Veneto ed Emilia-Romagna. “La cosa più difficile e stimolante nel mondo del business è avere i contatti giusti e coltivare il proprio network. Avere un team efficiente, composto da persone di cui ci si può fidare e che vanno alla tua stessa velocità, è il vero segreto di ogni progetto imprenditoriale. Non a caso in tutte le mie società le figure chiave si ripetono sempre. Si dice che una squadra che vince non si cambia e per noi è proprio così”.
Il prossimo passo è consolidare la presenza delle società nelle aree in cui sono state già intraprese le attività e l’espansione nelle regioni limitrofe, anche con marchi secondari che verranno lanciati a breve. Questo per garantire servizi competitivi di ristrutturazione immobiliare, in linea con le richieste normative italiane ed europee. “Personalmente sto lavorando a diversi progetti per questo 2023, che è iniziato con grande entusiasmo e ricettività da parte del mercato”, continua Burdese. Come gruppo, l’obiettivo è quello di aiutare i clienti a dotarsi dei migliori strumenti e servizi per affrontare la più grande sfida del prossimo decennio: la transizione ecologica.
PROGRESSO democratico
L’open access ai dati astrofisici promossa dalla Nasa è un cambio di paradigma radicale nella ricerca scientifica. La condivisione dei risultati eviterà costose e inutili duplicazioni, facendo risparmiare tempo agli studiosi e denaro alle agenzie finanziatrici
Il governo americano ha dichiarato che il 2023 sarà l’anno dell’open science. In altre parole, tutte le agenzie finanziate con fondi federali dovranno chiedere agli scienziati di rendere disponibili le informazioni che hanno prodotto e di pubblicare i risultati su riviste liberamente consultabili, senza bisogno di abbonamento. La politica dell’open access non è una novità e, per una volta, gli Stati Uniti non sono all’avanguardia: l’Unione europea l’ha infatti già adottata, dal 2021, con il programma Horizon Europe che ha coniato l’acronimo Fair (Findable, accessible, interoperable and re-usable data) a significare che i dati devono poter essere trovati, scaricati e utilizzati anche fuori dall’ambiente in cui sono stati prodotti.
Lungi da luoghi comuni o esagerazioni sensazionalistiche, l’open access è un cambio di paradigma radicale nella ricerca scientifica (e non solo) e fa piacere notare che sono stati gli astrofisici i primi a
dimostrare quanto sia importante (e benefico) condividere i risultati delle ricerche, insieme con i dati e i programmi utilizzati per analizzarli.
Non è successo all’improvviso, sia chiaro: all’inizio degli anni Ottanta fu creato un server per condividere gli articoli e offrire a tutti la possibilità di leggerli gratuitamente prima che fossero pubblicati. Più
liti nello spazio hanno seguito l’esempio.
Il formato è stato introdotto nel 1981 dall’Unione astronomica internazionale e ha semplificato enormemente la vita di chi voglia analizzare dati astronomici, ma ha anche permesso la nascita di enormi archivi in cui sono raccolte e conservate tutte le osservazioni fatte. I dati di telescopi
Con il programma Horizon Europe del 2021, l’Ue ha stabilito che i dati devono poter essere trovati, scaricati e utilizzati anche fuori dall’ambiente in cui sono tanti prodotti
o meno nello stesso periodo arrivò una svolta grazie all’invenzione di un formato universale adattabile a ogni tipo di informazione (immagini, spettri, sequenze temporali).
Si chiama Fits (Flexible image transport system) e viene letto con un software di libero accesso: funziona ovunque nel mondo e oltre, visto che anche i dati raccolti dai satel-
come Hubble, per esempio, vengono richiesti da un gruppo di ricerca, ma poi vengono utilizzati da molti altri nel corso degli anni (andrebbe ricordato che non hanno una scadenza).
Insieme con i dati, vengono anche condivisi i programmi per analizzarli. La Nasa è via via diventata un campione della politica open e spinge
affinché le sue missioni rendano i loro dati disponibili nel più breve tempo possibile - idealmente subito - come per esempio accade per Swift: i suoi dati sono immediatamente pubblici e permettono a chiunque nel mondo di seguire l’evolversi dei fenomeni celesti di alta energia. Lo stesso vale per la missione Sdo, che studia il Sole, oppure per Dscovr, che guarda la Terra, solo per citarne alcune. Così facendo, la produttività scientifica delle spedizioni è massimizzata a scapito della tranquillità dei ricercatori e degli studiosi, perennemente al lavoro, perché consapevoli di quanti possano cogliere un’opportunità interessante in qualsiasi momento. Detto altrimenti, nel mondo dell’astrofisica, la decisione del governo americano di passare all’open access non ha causato né causa alcuna preoccupazione. Per certi versi opposta è invece la situazione in ambito medico, dove sembra che il panico serpeggi: lì non si è sviluppato l’e-
quivalente dal formato Fits (e neppure la cultura della condivisione) e ci si chiede da che parte cominciare non avendo grandi infrastrutture di archiviazione alle quali appoggiarsi. In più è necessario che i medici si preoccupino della gestione della privacy dei pazienti coinvolti nei test. Per archiviare e rendere disponibili i dati occorrono centri e personale, con un evidente aggravio dei costi. È solo così, però, che è possibi-
le riprodurre, in modo indipendente, il risultato di una ricerca e questo elemento è fondamentale, in particolare nei casi più controversi.
L’open access permette per di più di evitare costose e inutili duplicazioni, facendo risparmiare tempo ai ricercatori e denaro alle agenzie finanziatrici.
Oltre a potenziare la scienza, la condivisione dei dati ha infatti un valore economico rilevante. Le osservazioni della Terra offrono un esempio di cosa succede quando i dati che prima bisognava comperare diventano liberamente disponibili: il numero
di download aumenta vertiginosamente e, con questi, lievita la quantità di servizi disponibili per una clientela interessata a un particolare aspetto, o a una specifica elaborazione, delle informazioni. Di fatto, si apre un ventaglio di prospettive commerciali sempre più ampio.
Nel 2020 lo European Data Portal ha pubblicato uno studio sull’impatto economico in tutti i settori dei dati open stimando un mercato di 184 miliardi di euro, con proiezioni di crescita fino a 334 miliardi nel 2025. Lo studio esamina tutti i settori industriali e quelli dell’ammini-
strazione pubblica e considera sia la quantità crescente del personale coinvolto nella gestione dei dati, sia i benefici in termini di risparmio di tempo, di energia, miglioramento dei servizi, e rispetto per l’ambiente.
Certo, i dati astronomici non hanno una grande valenza economica né complessi problemi di privacy, ma costituiscono un bell’esempio di come la scienza possa mostrare la strada da seguire. Dopotutto, gli storici sono concordi nel dire che le rivoluzioni scientifiche sono nate nel cielo: l’open access non fa eccezione. F
Space economy
A caccia di UFO
L’incremento degli avvistamenti di oggetti volanti non identificati sono sempre più numerosi e sono e una specialità (soprattutto) statunitense. A giugno la Nasa ha deciso di finanziare, seppur con un budget modesto, un suo studio indipendente. A contribuire all’aumento dell’interesse attorno al fenomeno anche il nuovo approccio alla space economy
Il nostro atteggiamento di fronte a un fenomeno che non riusciamo a classificare emerge con chiarezza dalle parole che usiamo per descriverlo: chi parla di Ufo (per Unidentified flying objects, oggetti volanti non identificati) pensa che i misteriosi avvistamenti nel cielo siano riconducibili a visite di astronavi aliene. Più neutra, la definizione coniata dagli esperti del Pentagono si riferisce agli Unidentified aerial phenomena (Uap) e sostituisce gli oggetti volanti con i fenomeni atmosferici, anche se, secondo un’altra interpretazione, la ‘a’ starebbe per ‘anomalous’ ed estenderebbe il campo ben oltre gli eventi atmosferici. I fenomeni anomali
potrebbero avvenire ovunque, magari anche nello spazio. Non è da escludere sia anche per questo che a giugno la Nasa ha annunciato di aver finanziato –con un budget modesto, a onor del vero - un suo studio indipendente. Rimane comunque vero che a preoccupare il Pentagono non sono improbabili visite di mezzi extraterrestri, ma sistemi top secret utilizzati da potenze ostili per fare del buon vecchio spionaggio, mettendo in pericolo l’incolumità dei piloti militari. Non sorprende, in
effetti, siano questi ultimi la maggior sorgente delle segnalazioni.
Tra il 2004 e il 2021 c’erano stati 144 avvistamenti, negli ultimi due anni il numero è lievitato a 366. Gli esperti militari hanno esaminato i dati relativi a ciascun avvistamento e hanno
A preoccupare il Pentagono non sono improbabili visite di mezzi extraterrestri, ma di sistemi top secret utilizzati da potenze ostili per fare del buon vecchio spionaggio.
Mettendo anche in pericolo l’incolumità dei piloti militari
stilato un rapporto solo in parte reso pubblico e presentato ai parlamentari statunitensi. Le indagini hanno concluso che oltre metà degli avvistamenti è attribuibile a palloni stratosferici (di quelli spesso utilizzati per fini metereologici, ma anche da aziende private e da gruppi di appassionati), a droni, a uccelli e a spazzatura volante.
Abbiamo tutti sentito parlare del pallone stratosferico cinese che, a inizio feb-
braio, è comparso nei cieli americani, apparentemente trascinato fuori rotta dal vento intenso. Benché il Pentagono non lo ritenesse una minaccia, alla fine l’intruso è stato abbattuto perché il presidente, davanti a una plateale violazione dello spazio aereo, ha dovuto salvare la faccia. Sono proprio questi gli Uap che pre-
occupano di più la Difesa e i politici statunitensi, poco disposti ad accettare intromissioni straniere sopra il suolo americano. Gli avvistamenti successivi al pallone cinese, che hanno destato altrettanto clamore, pare invece ricadano nella categoria di innocui palloni persi dai loro proprietari, a riprova della correttezza delle conclusioni del rapporto.
Non sempre la spiegazione è intuitiva. A volte occorre considerare le distorsioni
introdotte dagli strumenti utilizzati per fare foto o video in volo. Molto interessante è per esempio stata la spiegazione di un enigmatico triangolo verde luminoso, avvistato sia dai piloti in volo sulla costa Est sia da quelli sulla costa Ovest degli Stati Uniti: è risultato essere un comune drone ripreso con un visore notturno, fornito di una particolare lente colpevole di distorcere le immagini, forse riprese da un angolo sfavorevole. Un altro av-
vistamento, che secondo i piloti era riferibile a un oggetto lanciato ad altissima velocità, si è invece rivelato un’illusione ottica causata dal movimento di qualcosa di molto vicino all’osservatore e decisamente più lento di quanto presunto.
Spiegare oltre la metà degli avvistamenti attraverso cause terrestri – e perlopiù banali - non basta per scoraggiare chi spera in una qualche visita aliena. In questo senso, però, il Pentagono non sembra possibili-
sta: per i casi ancora senza una attribuzione, la Difesa menziona la scarsa qualità dei dati disponibili, oppure la necessità di riservatezza, visto che potrebbe trattarsi di apparecchiature ad alta tecnologia cinesi e gli Stati Uniti preferiscono non rendere pubblico quanto appreso sui sistemi usati da governi stranieri. Altrettanto verosimile è l’ipotesi di test segreti effettuati dagli stessi Stati Uniti, ovviamente non così disponibili a descriverne o divulgarne i dettagli.
In effetti, oltre 50 anni fa, glia Ufo erano stati utilizzati come copertura per esperimenti di nuovi vei-
coli militari, sebbene col tempo si sia capito che questa strategia non paga, favorevole com’è alla nascita e alla diffusione di fake news, che poi occorre smontare.
Che fino a qui si sia trattato di avvistamenti compiuti da militari non è un caso: il Pentagono li considera più attendibili e documentati di quelli segnalati dai civili, troppo spesso non supportati da alcuna prova (audio o video). Quando si parla di avvistamenti attribuiti a Ufo, i cittadini americani sono di gran lunga i più attivi al mondo: con 250 avvistamenti per milione di abitanti, gli statunitensi sono 300 volte sopra la media mondiale. Forse l’interesse del Pentagono, di sicuro sollecitato dalle richieste dei
parlamentari che siedono nelle varie commissioni, è un riflesso di questa mania nazionale. Chissà se è un caso che il picco degli avvistamenti civili si sia sempre verificato nel mese di luglio, in particolare il 4, giorno della festa dell’Indipendenza e occasione per grandi spettacoli pirotecnici. Una tradizione a suo modo piacevole, ma soppiantata dalla crescita della space economy: a partire dal maggio 2019 il picco delle chiamate avviene in corrispondenza della messa in orbita dei satelliti Starlink, con i quali Elon Musk punta a offrire un servizio internet a copertura planetaria. I satelliti vengono lanciati grossomodo due volte al mese, a gruppi di circa 60 e, arrivati in orbita, vengono rilasciati uno
dopo l’altro a formare una fila. Sono grossi quanto tavoli da cucina, costruiti in metallo riflettente e, dopo il tramonto e prima dell’alba, quando sulla Terra è buio, colpiti dal Sole risultano molto brillanti. La fila di satelliti si trasforma in un pittoresco trenino luminoso.
L’effetto perdura una settimana circa, poi i satelliti si disperdono e vanno a occupare le posizioni prestabilite. Ma a quel punto è tempo di un nuovo lancio e il ciclo ricomincia. Consultando https://heavens-above.com/ è possibile sapere quando un trenino passerà sopra la nostra testa. Nel caso capitasse di vederli, non si pensi agli alieni. Vero, non è un fenomeno naturale, ma la sua origine è decisamente terrestre. F
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Ai piedi dei CAMPIONI
In tre anni FlexGrass è diventata uno dei principali fornitori mondiali di erba ibrida per i campi da gioco, con un fatturato di 8 milioni di euro. I due fondatori lodigiani, Fabio e Lorenzo Travaini, oltre che con le principali squadre di Serie A, hanno lavorato anche con il Real Madrid. E ora vogliono innovare il settore: “Abbiamo investito in una nuova fibra biodegradabile che riduce i costi di smaltimento”
Partiti da Lodi, come molti ragazzini appassionati di calcio avevano il sogno di calcare il campo di San Siro. Credendo in loro stessi, nel loro lavoro e non dimenticando mai i propri valori di onestà e correttezza sono arrivati addirittura al Santiago Bernabeu, lo stadio del Real Madrid. Fabio e Lorenzo Travaini non sono due talenti del calcio mondiale, ma i fondatori di FlexGrass, azienda che produce e fornisce erba ibrida per i campi da gioco. A dare l’impulso ai due fratelli è stata la grande passione sportiva e il lavoro di papà. “Nei
Il campo di San Siro è stato il primo in Italia ad adottare la tecnologia ibrida di FlexGrass.
Pprimi anni 2000 nostro padre ha avviato una produzione di gomma per l’intaso dell’erba artificiale”, racconta Lorenzo. “Abbiamo cominciato a lavorare con lui e così abbiamo conosciuto il settore”. Seguendo l’attività del padre, i fratelli Travaini sono riusciti subito a coronare il loro sogno. “Il primo lavoro importante è stato l’out esterno del bordo campo di San Siro. Subito dopo abbiamo cominciato a parlare del terreno di gioco con Milan e Inter e abbiamo portato la tecnologia ibrida in Italia. Lo stadio di Milano è stato il primo del Paese ad adottarla, nel 2011”.
Ma cosa si intende per tecnologia ibrida?
“Un’erba naturale rinforzata con plastica”, risponde Lorenzo. “Può essere applicata con due sistemi. Il primo è detto in gergo ‘cucito’, dove con macchinari particolari si cuce il terreno a 18 centimetri di profondità con fibre sintetiche. L’altro è il cosiddetto ‘Carpet System’, un tappeto in erba artificiale modificato, che noi coltiviamo in vivaio, dove realizziamo rotoli che poi vengono applicati sul terreno di gioco. La giocabilità dei due sistemi è la stessa, il secondo è solo un po’ più facile da ripristinare e spostare e risulta più funzionale per le strut -
ture che ospitano concerti e altri eventi oltre a quelli sportivi; il primo è più idoneo per un centro o per un impianto dove si pratica un solo sport”.
Dopo il ritiro del padre e una breve parentesi in una multinazionale del settore, nel 2019 Fabio e Lorenzo, insieme al partner internazionale Sis Pitches, hanno aperto FlexGrass. “Siamo presenti ufficialmente sul mercato da gennaio 2020”, racconta ancora Lorenzo. “Nonostante la pandemia, il primo anno abbiamo chiuso con 2,8 milioni di euro di fatturato, cifra quasi raddoppiata 12 mesi dopo. Nel 2022, grazie a un importante lavoro fatto nel centro sportivo dell’Inter, siamo riusciti a raggiungere gli 8 milioni”. In questi primi tre anni di attività, FlexGrass si è imposta sul mercato come uno dei principali fornitori mondiali di erba ibrida. Oltre ai lavori fatti per campi e centri sportivi di alcune delle principali squadre della Serie A, come Roma, Juventus, Inter e Atalanta, Fabio e Lorenzo hanno installato i sistemi FlexGrass in Francia, collaborando con Marsiglia, Monaco, Lione e Nizza, in Spagna, lavorando nel prestigioso stadio Santiago Bernabeu del Real Madrid, in Inghilterra e anche in Sudamerica, per la squadra argentina del Velez Sarsfield. “Lavoriamo di più fuori dall’Italia”, ammette Lorenzo. D’altronde all’estero si fa più attenzione alla cura dei campi e delle strutture sportive. “Negli altri paesi riusciamo a collaborare anche con le categorie inferiori. Il problema non è tanto l’investimento iniziale, ma la manutenzione di alto livello. In Italia non c’è ancora questa cultura, ma ci stiamo arrivando”. Oltre alla manutenzione, un’altra spesa importante a carico dei club è quella relativa allo smaltimento finale del campo. “Va dai 70 ai 100mila euro, a seconda del paese”, spiega ancora il co-founder. “Un costo del genere frena i club a investire nella tecnologia”. Per questo motivo, negli ultimi due anni l’azienda di Lorenzo e Fabio ha investito gran parte delle proprie risorse per realizzare un nuovo tipo di fibra in bio-plastica, completamente biodegradabile. Questa innovativa tecnologia, denominata EnviroFiber, non solo permetterà ai club di risparmiare sullo smaltimento finale dei campi, ma, essendo completamente priva di plastiche e microplastiche, eviterà di gravare sull’inquinamento del suolo e e delle acque. Per questo ha ricevuto anche la speciale certificazione T Biodegradable Soil - Water - Marine. “Stiamo facendo i primi test, sarà un cambiamento importante per tutto il mercato”.
MARZO, 2023
EnviroFiber dimostra l’attenzione posta da FlexGrass nei confronti della sostenibilità. Ma in attesa che prenda piede, l’azienda di Lorenzo e Fabio ha avviato altre iniziative a tutela dell’ambiente. D’altronde, la parte plastica dell’erba ibrida, pari al 5% del totale, quando il campo viene cambiato può essere riutilizzata. “Togliamo l’intaso di plastica presente nei campi in erba artificiale, realizziamo dei rotoli e li fondiamo per poi riutilizzarli”, spiega Lorenzo. “All’estero invece stiamo chiedendo ai club di cercare dei partner con cui fare la stessa cosa, altrimenti dobbiamo riportare la plastica qui e riciclarla personalmente”.
Il 2023 di FlexGrass è già pieno di progetti. “Rifaremo nuovamente il campo del Lione e realizzeremo quello per la nazionale dell’Honduras. Abbiamo piani avviati in Croazia e in Danimarca e stiamo cercando dei partner per lavorare ai prossimi Mondiali in programma in Canada, Messico e Stati Uniti. Sarebbe un altro sogno che si realizza”. Nel frattempo, Lorenzo e Fabio stanno tentando anche di diversificare il business, offrendo le tecnologie di FlexGrass ai consumatori finali. “Con FlexGarden proponiamo la nostra erba artificiale per giardini e terrazzi. Abbiamo da poco mandato online il sito, siamo curiosi di sapere se funzionerà”. F
Cacciatori di bug
Unguess aiuta le aziende a scovare i malfunzionamenti dei loro siti e le falle nei software, rendendo così profittevole il business digitale. Ha clienti come Unicredit, Costa Crociere, Pirelli e Carrefour. E ha appena raccolto un nuovo finanziamento da 10 milioni di euro
Cha respirato l’aria della capitale inglese dove si parla molto di startup e innovazione, sentiva l’automotive come un’industria ‘antica’ e voleva entrare nell’economia digitale. Condivideva quella domanda con alcuni amici del Politecnico di Milano, come Filippo Renga, co-founder degli Osservatori Digital Innovation e di altre startup, ed Edoardo Vannutelli Depoli, che lavora nei laboratori dell’università proprio sulla qualità. Con loro decise di affrontare la sfida imprenditoriale, in Italia.
Cerchi una taglia e ne viene proposta una diversa. Hai un ripensamento ma non riesci a rimuovere la t-shirt dal carrello. Vuoi cambiare metodo di pagamento e la lista degli acquisti misteriosamente si svuota. Sono solo alcuni dei 142 malfunzionamenti scoperti nei siti di e-commerce di otto grandi brand di moda dai ‘controllori’ di Unguess, la scaleup italiana che aiuta aziende di ogni settore a rendere più profittevole il business digitale e a tutti noi più semplice la vita online. Nata nel 2015 come AppQuality, a fine gennaio - un anno dopo aver cambiato nome - ha tagliato un traguardo che segna l’inizio di una nuova fase: un round di finanziamento da 10 milioni di euro, guidato dal Fondo nazionale innovazione, che la proietta sulla scena europea.
Quella sul lusso è solo l’ultima di una serie di indagini che hanno messo sotto esame prestiti, conti correnti e polizze online, ma anche l’e-commerce delle auto o dei prodotti di elettronica. E sempre si scopre che qualcosa non funziona o al cliente viene chiesto molto più di quanto necessario. “Succede spesso di imbattersi in un problema quando usiamo un’app o navighiamo su un sito. Perché non trovare un modo per raccogliere tutti questi problemi e portarli all’attenzione di chi può risolverli?”. Da questa domanda nasce AppQuality, ricorda Luca Manara, 40 anni, ingegnere informatico, co-founder e ceo. Nel 2015 è entrato in Piaggio, a Londra, ha fatto un master per entrare nel mondo business,
All’inizio, come diceva il nome, c’erano le app. L’84% degli utenti che ne usano una poco funzionante non la riprovano più, dicono le ricerche. Un disastro! Che AppQuality affrontava segnalando i problemi, anche quelli meno evidenti. Nel tempo il campo di azione s’è allargato. “Produrre software è diventato costoso e bisogna farlo sempre meglio e sempre più velocemente”, spiega Manara. “Ridurre i margini di errore o intervenire rapidamente per risolvere gli imprevisti è fondamentale. Il nostro lavoro è diventato portare, quanto più velocemente possibile, informazioni ai responsabili di prodotto per trovare la soluzione migliore”. Da qui il nuovo nome Unguess, ‘indovinare’, prevedere che cosa fare per evitare di commettere errori nel sempre più complesso mondo digitale. Un esempio? “La varietà di dispositivi, browser e metodi di pagamento porta alla creazione di ostacoli, spesso invisibili, per i pagamenti digitali”, risponde Manara, che descrive le tre aree in cui adesso è organizzata Unguess: Quality, dove lavorano tester esperti che stressano il software per scoprire eventuali bug; Exeperience, in cui sono coinvolti utenti comuni per capire se il sito o l’app è facilmente utilizzabile; Security, con esperti che hanno come obiettivo la scoperta di falle nel software.
Ma chi sono i cacciatori di bug? “Ogni area ha la sua community di riferimento: esperti e utenti distribuiti in tutto il mondo. AppQuality è stata la prima piattaforma italiana di crowdtesting: oggi possiamo raggiungere 160 milioni di persone nel mondo. Ci è capitato di fare test di e-commerce in Corea, ad
esempio”. E come viene organizzata questa ‘folla’? “Alcuni sono iscritti alla nostra piattaforma, altri vengono ingaggiati in panel specifici. Tutte le reazioni che un software provoca vengono registrate, analizzate e trasformate in informazioni utili per i nostri clienti. Tutti i tester vengono pagati”. Un cacciatore di bug può guadagnare da 15 a 300 euro. “Ma in qualche caso abbiamo pagato anche 25mila euro: succede nell’area della security”, rivela Manara. “Perché le vulnerabilità hanno un valore altissimo. Abbiamo creato un sistema per stimolare un’intelligenza collettiva che ci permette di avere insight efficaci in tempi rapidi”.
È questo che cercano in Unguess le aziende di diversi settori. Tra i clienti ci sono banche come Unicredit e Intesa Sanpaolo, multinazionali dell’intrattenimento come Costa Crociere e Sky, assicurazioni come Axa e gruppi manifatturieri come Pirelli o aziende della grande distribuzione come Carrefour e Decathlon. “Quando devi lanciare un nuovo servizio o prodotto è importantissima la fase di ricerca iniziale. Se li crei senza coinvolgere gli utenti, senza rispondere a un vero bisogno e te ne accorgi dopo un anno di lavoro, rimediare ti costa 100 volte di più che farlo sin dall’inizio. Per questo noi veniamo chiamati sempre più spesso nella fase iniziale di un progetto e abbiamo lavorato per arrivare a questo obiettivo, cercando di intervenire a cose fatte solo quando c’è da migliorare quello che esiste già. Costa Crociere, ad esempio, grazie anche ai nostri test sull’usabilità dell’e-commerce, ha visto crescere le vendite online del 25%”.
Mettendo il cliente al centro (in gergo si dice customer centricity), non ci sono confini. E infatti Unguess ha cominciato i primi test in ambito sanitario con una startup (Lami) per rendere le cure più accessibili. Il da fare, quindi, non manca. “Sono abbastanza a tappo e il mio caricabatterie è il bimbo che ho avuto in piena pandemia”, sorride Manara, che vive a Brescia e guida un’azienda, oggi con 70 professionisti, che ha baricentro a Milano, ma senza una vera sede. “Abbiamo sempre puntato sul lavoro da remoto. Diversi nostri sviluppatori, ad esempio, sono in Sicilia, e ci ritroviamo tutti un paio di volte l’anno. E questo ci ha aiutato nei momenti più difficili”. E poi c’è l’espansione internazionale. “Il prodotto è validato, adesso dobbiamo sviluppare la parte commerciale e diventare un software as a service per poter essere integrati nei sistemi delle aziende. Il 2022 è stato un anno duro, perché appena cambiato nome è scoppiata la guerra e i tempi del round si sono allungati. Ma adesso ci siamo!” F
Il fondatore vive a Brescia e guida un’azienda da 70 professionisti con baricentro Milano, ma priva di una vera sede. “Abbiamo sempre puntato sul lavoro da remoto. Diversi nostri sviluppatori sono in Sicilia, ci ritroviamo tutti un paio di volte l’anno”di Enzo Argante
Responsabilità virtuale
Uno studio finanziato dal Fondo per i programmi e la ricerca Xr di Meta individua i principi sui quali costruire un metaverso che sia sicuro e inclusivo. In campo sono scese le università di sette paesi europei. Tra queste il Politecnico di Milano, con l’équipe guidata da Giuliano Noci
Anche nel metaverso c’è il tema della responsabilità, della sicurezza, dell’inclusione, dei diritti civili, del lavoro e della privacy. Le tecnologie che abiliteranno i nuovi mondi dovranno essere sicure per garantire le persone che le utilizzeranno. Ma non è ancora chiaro quale entità e come li regolerà ed è quindi necessaria collaborazione e cooperazione. Il metaverso porterà alla creazione di beni, competenze e professioni inedite, con un impatto economico rilevante sugli scenari globali. Ma gli elementi fondanti e i fattori di successo, così come le implicazioni concrete sull’economia e sulla società, sono ancora da comprendere. Ecco perché la mega ricerca europea finanziata dal Fondo per i programmi e la ricerca Xr di Meta si pone l’obiettivo di individuare le linee guida sulle quali costruire il metaverso in modo responsabile. E in campo sono state chiamate prestigiose università di sette Paesi europei. In Italia il Politecnico di Milano con un’équipe guidata da Giuliano Noci, direttore scientifico insieme a Lucio Lamberti.
Qual è lo scopo scientifico, ma anche pratico, di questa mega ricerca?
Il metaverso, grazie al suo carattere di immersività e spazialità, rivoluzionerà il modo in cui
le persone interagiscono con i contenuti e tra loro, in virtù della riduzione dei carichi cognitivi legati ai processi di apprendimento e della possibilità di rendere più coinvolgente qualsiasi esperienza mediale. Ed è proprio in questa prospettiva l’importanza di realizzare uno studio sistematico sui suoi effetti per qualificare opportunità e minacce per i sistemi industriali e sociali. In particolare, la comunità scientifica può svolgere un ruolo significativo nell’individuazione dei campi di applicazione e del loro impatto sull’economia italiana ed europea.
Le sette università si sono divise i compiti. In quale ambito si muoverà il Politecnico?
Il nostro compito è quello di identificare e qualificare l’impatto dei contenuti immersivi dal punto di vista economico e sociale. In altre parole: in che misura il metaverso potrà contribuire a migliorare profittabilità delle imprese?
In che misura potrà migliorare la qualità della vita stessa delle persone?
Poi ci sono le analisi sulle grandi ‘rivoluzioni’ promesse dal metaverso: nella didattica per esempio.
Il tema dei percorsi di apprendimento associati alla didattica è certamente uno dei primi che emergono come ambito di potenziale impatto dei contenuti immersivi. È evidente infatti che se l’arrivo di Internet ha rappresentato l’accesso a contenuti testuali, il web 2.0 ha abilitato l’accesso a contenuti multimediali in cui il video ha giocato un ruolo importante. Questa terza evoluzione, caratterizzata da contenuti immersivi e dalla tridimensionalità, semplificherà il processo di apprendimento delle persone. Ed è proprio in questa chiave che il mondo dell’istruzione - a partire dalle scuole primarie fino ad arrivare al mondo universitario - ne potrà trarre un grande beneficio.
Cambierà la qualità e la profondità dell’interazione fra le persone. Queste persone potranno essere anche tanto altro: ChatGpt o Microsoft Sparrow per cominciare…
Le caratteristiche di immersività e spazialità attribuiscono un significato meno artificiale all’interazione perché si sviluppa un senso di presenza. Nel contempo è evidente che le interazioni avvengono tra soggetti virtuali, i cosiddetti avatar. E questo apre una serie di riflessioni - ad esempio dal punto di vista regolamentare - su come disciplinare gli scambi di opinione e le azioni che avvengono nel metaverso. Credo
Le altre università
A CIASCUNO IL SUO
Lesetteuniversità sceseincampo perla ricerca europeasul metaversosisono cosìdiviseicompiti:
• Scienze Applicate di MagdeburgStendal (Germania) indagherà su come la cultura democratica possa funzionare in ambienti immersivi ed esplorerà la progettazione civile di spazi sociali.
• Dauphine (Francia) identificherà ed esaminerà le tematiche tecnologiche, di governance legale e sociale e di regolamentazione legate allo sviluppo del metaverso.
• Università tecnologica Poznan (Polonia) si concentrerà sullo sviluppo della realtà aumentata e delle tecnologie per migliorare la qualità della vita delle persone soggette a esclusione sociale.
• Organizzazione olandese per la ricerca scientifica applicata (Paesi Bassi) valuterà le tecnologie emergenti, come il social XR, in gradi di ridurre gli svantaggi del lavoro a distanza.
• Istituto di ricerca RISE (Svezia) si concentrerà sull’infrastruttura globale di calcolo e comunicazione della sostenibilità e delle soluzioni tecnologiche efficienti dal punto di vista delle risorse energetiche.
• L’Università di Alicante (Spagna) creerà una cattedra universitaria sugli aspetti legali ed etici.
che la politica debba muoversi rapidamente per evitare che la tecnologia proponga, in tempi brevissimi, nuovi scenari dal punto di vista dei meccanismi, mentre la regolamentazione rimanga sostanzialmente al palo.
L’esperienza immersiva promette forme inesplorate di relazione di impresa che forse non sono immaginabili oggi?
È una grande opportunità perché l’e-commerce immersivo aumenta la probabilità di vendita dei prodotti, ma anche di assistenza e di manutenzione. Potrebbero nascere nuove realtà d’impresa grazie agli avatar e alla creazione di spazi virtuali. Ci stiamo avviando a interazioni innovative tra soggetti, e quindi a generare nuovi filoni di business.
Questi nuovi mondi potrebbero avere anche un forte impatto emotivo. Aspetti da esplorare?
Se vogliamo andare a investigare l’impatto non solo economico ma anche sociale è inevitabile cercare di cogliere anche quello generato dal punto di vista emotivo: come School of management del Politecnico di Milano abbiamo creato un laboratorio di rilevazioni biometriche. E cioè, misuriamo temperatura corporea, respirazioni, movimento oculare, battito cardiaco e tanti altri segnali fisici per rilevare le emozioni che un individuo prova nel momento in cui è esposto a uno stimolo immersivo. È una frontiera importante: le decisioni degli individui, molto spesso, non sono razionali perché si basano, appunto, sulle emozioni. Investigare questo aspetto è molto importante.
Quali indicazioni vi aspettate in termini pratici da queste ricerche?
Il primo obiettivo è orientare la comprensione delle opportunità e delle criticità associate al metaverso. Il secondo, capire quali leve possono essere utilizzate per guidare gli investimenti e raggiungere risultati apprezzabili nel business. Il terzo è sensibilizzare gli stakeholder pubblici. Puntiamo a organizzare incontri per un confronto con le istituzioni italiane e mostrare che c’è un mondo nuovo che avanza – crediamo molto velocemente - e che potrebbe essere una straordinaria opportunità per il made in Italy. Il turismo, la cultura, la moda e il design sono realtà che ben si prestano a essere raccontate attraverso contenuti immersivi e tridimensionali. Questi sono alcuni degli obiettivi che noi auspichiamo di poter raggiungere con questa ricerca. F
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LA SCIENZA come medicina
TUTELA DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE, INNOVAZIONE E FONDI PER LA SANITÀ SONO I TEMI CALDI DEL SETTORE IN EUROPA SECONDO LOUISE HOUSON, DIRIGENTE DEL GIGANTE AMERICANO MSD. CHE STA INVESTENDO IN MANIERA MASSICCIA IN ITALIA NELLA PRODUZIONE FARMACEUTICA IN DIVERSE AREE TERAPEUTICHE. “LA NOSTRA È UN’ORGANIZZAZIONE FONDATA SULLA RICERCA”
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di approvazione, contro i 244 della Food and Drug Administration, il suo corrispettivo statunitense. Anche i tempi di accesso ai mercati sono più lunghi: un farmaco oncologico impiega 545 giorni - un anno e mezzo - per arrivare ai pazienti. E in Italia, ai tempi di autorizzazione dell’Ema e dell’Agenzia italiana del farmaco si aggiungono anche quelli delle regioni.
Presto arriverà la Strategia farmaceutica per l’Europa, un nuovo quadro normativo. Che conseguenze avrà?
“Gli investimenti in ricerca e sviluppo di farmaci, negli ultimi 20 anni, sono cresciuti di cinque volte in Europa. Sembra molto, ma nello stesso periodo negli Stati Uniti sono aumentati di nove volte e mezzo. Un altro tema è quello della tutela della proprietà intellettuale, che si è accorciata a 11 anni di media. In generale, la quantità di fondi destinati alla sanità e alla farmaceutica non ha tenuto il passo con l’innovazione”. La fotografia del momento dell’industria farmaceutica europea è di Louise Houson, dirigente del gigante americano Msd. Britannica, laureata a Oxford, Houson è in Msd dal 1997. È senior vice president e, da gennaio, presidente per la regione Core Europe and Canada (Cer).
Una delle caratteristiche del mercato europeo è la regolamentazione comune a tutti i paesi dell’Unione. Quali sono le implicazioni?
Da un lato è un vantaggio. Il problema è che i tempi di approvazione si allungano. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) impiega, in media, 426 giorni per un processo
Potrebbe essere un’opportunità unica per garantire al continente tutti i benefici di una scienza all’avanguardia. A due condizioni: la Strategia dovrà aiutare a rispondere in fretta alle necessità dei pazienti e garantire che l’Europa resti leader nell’innovazione farmaceutica. Potrebbe essere l’occasione per migliorare in tante piccole cose, come la digitalizzazione dei foglietti illustrativi. Bisognerà assicurarsi che le risorse destinate alla sanità siano adeguate. E insisto sulla necessità di tutelare la proprietà intellettuale e darle il giusto valore. Per raggiungere questi traguardi, governi e industria devono lavorare assieme.
Come può avvenire questa cooperazione?
Bisogna confrontarsi e capire quali sono gli obiettivi da raggiungere in campo sanitario. Per molti governi è ridurre l’incidenza del cancro, per esempio. Per alcuni è la prevenzione, per altri la salute mentale. È importante concordare sulle priorità e lavorare per obiettivi comuni.
I governi devono trovare un equilibrio tra gli incentivi per chi innova e le necessità di bilancio. Come possono conciliare queste esigenze?
Prima di tutto bisogna considerare
che in molti paesi il livello di spesa nella sanità non aumenta da anni, nonostante la popolazione sia sempre più anziana, proprio grazie ai progressi della medicina. Eppure, persone più anziane usano di più il sistema sanitario. Quando si tratta di tagliare, poi, le spese destinate ai farmaci sono un bersaglio facile. È molto più difficile intervenire sulle infrastrutture o sulle inefficienze del sistema. È dimostrato che puntare su farmaci che migliorano e allungano la vita, invece, è un ottimo investimento. Buoni programmi vaccinali, per esempio, prevengono molte spese che diventerebbero necessarie in futuro. E poi persone in forma e sane hanno un impatto enorme, anche se difficile da quantificare, sull’economia degli stati.
Molti paesi, però, continuano a trattare la spesa per i farmaci e i vaccini come un costo, più che come un investimento. Si può cambiare questa mentalità?
Penso che le persone siano disposte a cambiare idea quando si presentano loro le prove, che in questo caso esistono. Si è calcolato che investire un euro in un programma di vaccinazioni per bambini porta un ritorno fino a 44 euro in malattie scongiurate. Uno studio sui trattamenti cardiovascolari ha rilevato che una spesa pro capite di 24 dollari in nuove medicine ne fa risparmiare 89 di costi ospedalieri. Del resto i prodotti farmaceutici che arrivano sul mercato sono sottoposti all’health technology assessment, una procedura che, tra le altre cose, valuta anche se l’investimento è giustificato dai benefici che si portano alla popolazione.
Msd lavora anche sui vaccini. Nel 2020 l’Assemblea mondiale della sanità, l’organo legislativo dell’Oms, ha adottato una strategia per accelerare l’eliminazione del cancro della cervi-
ce uterina. Sconfiggere l’Hpv, il virus che causa il tumore, è un obiettivo realistico?
Non spetta a me dire se l’obiettivo sia realistico o meno. Preferisco, invece, affidarmi alle parole del direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus: ‘Eliminare questi tipi di cancro, fino a pochi anni fa, sembrava un sogno impossibile, ma oggi abbiamo opzioni costo-efficaci e basati su evidenze scientifiche che possono trasformare il sogno in realtà’. La strategia globale dell’Oms per accelerare l’eliminazione del cancro della cervice prevede tre fasi: vaccinazione, screening e trattamento. Un’applicazione efficace di queste tre fasi potrebbe ridurre di oltre il 40% i nuovi casi di tumore ed evitare cinque milioni di decessi correlati entro il 2050.
Oltre all’oncologia e ai vaccini, a quali altri campi guardate per il futuro?
La nostra è un’organizzazione fondata sulla ricerca. Di conseguenza, anche se siamo più specializzati in alcune aree che in altre, seguiamo la scienza. Abbiamo un robusto portafoglio in fase di sviluppo nel campo delle malattie cardiovascolari. Facciamo ricerca sulle neuroscienze, dove ci sono molte esigenze insoddisfatte. E poi non abbandoneremo la ricerca sull’oncologia e sui vaccini.
Che cosa rappresenta l’Italia per una compagnia farmaceutica globale come la vostra?
Msd Italia è una delle nostre prime dieci consociate e, quindi, riveste per noi una grandissima importanza. Penso che Msd sia un’azienda strategica per il vostro sistema paese. Lo scorso anno abbiamo investito in Italia circa 500 milioni di dollari in diverse collaborazioni, in maniera capillare su tutto il territorio, con molte realtà industriali e
MARZO, 2023
di servizi e con cmo italiane. Prevediamo un aumento esponenziale nei prossimi anni, sostenendo la produzione farmaceutica in diverse aree terapeutiche. Sempre in Italia, abbiamo investito 70 milioni di euro in ricerca clinica (circa il 10% della spesa complessiva nel paese), con 140 protocolli e quasi 800 siti coinvolti. Msd Italia è poi un grande esempio di diversità, equità e inclusione, con una donna presidente e amministratrice dele-
gata, Nicoletta Luppi, il 50% del leadership team e della forza manageriale femminile e circa il 70% delle promozioni e assunzioni destinate alle donne. E in Italia, come in tutto il mondo, siamo tra le poche aziende ad aver eliminato il divario retributivo di genere. Sono questi alcuni dei fattori che hanno permesso a Msd Italia di essere nominata da Great Place to Work come migliore azienda presso la quale lavorare nel paese. F
Liberi di muoversi
In prIncIpIo era MyTaxI. poI, dopo un’operazIone dI rebrandIng, è naTa Free Now, la MobIlITy joInT venTure Tra bMw e daIMler. un servIzIo con olTre 430MIla veIcolI In TuTTa europa, che perMeTTe aI suoI 48 MIlIonI dI passeggerI dI noleggIare auTo, bIcI, MonopaTTInI e scooTer eleTTrIcI
oltre ai taxi, che rimangono un business importante per l’azienda, la società permette ai suoi 48 milioni di passeggeri di noleggiare auto, bici, monopattini e scooter elettrici.
Rivoluzionare il concetto di mobilità urbana per semplificare gli spostamenti all’interno delle città e implementare nuovi e più efficienti servizi a favore del singolo cittadino e dell’ambiente. È con questo obiettivo che a febbraio 2019 è nata Free Now, la joint venture mobility stipulata da Bmw e Daimler. Frutto di un’operazione di rebranding dell’app MyTaxi, sbarcata nel 2016 in Italia (a Milano e Roma) per velocizzare e rendere più efficienti le prenotazioni dei taxi, Free Now oggi è una piattaforma multiservice per la mobilità urbana che opera in dieci paesi e in oltre 170 città europee (dieci in Italia) per rendere affidabile, sicuro, conveniente e accessibile muoversi all’interno della città. Non è un caso se
“In questi anni abbiamo lavorato con un unico obiettivo: raggruppare tutti i servizi di mobilità a portata dei cittadini. Un’operazione complessa che siamo riusciti a inglobare in un unico servizio, in un’unica app e in unico metodo di pagamento. Qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa”, dice Umberto Javarone, general manager di Free Now Italia. “In un contesto in cui la mobilità urbana è andata incontro a un aumento esponenziale dei servizi e delle società attive, c’era la necessità di offrire ai cittadini un ‘unico luogo’, con una customer experience di livello, in cui permettere di scegliere il mezzo più consono al proprio spostamento giornaliero. Oggi Free Now è quel luogo”. Leader in Europa anche per numero di veicoli accessibili, 430mila
nel 2022 (quasi il doppio rispetto ai 250mila al 2021), di cui quasi 30mila in Italia, Free Now negli ultimi due anni è riuscita anche a cavalcare la rivoluzione apportata nel settore dalla pandemia, che ha accelerato la transizione verso un nuovo modello di mobilità, sempre più attento alle esigenze dei consumatori e delle aziende. “È chiaro che l’esplosione dello smart working ha reso obsolete, anche a livello aziendale, determinate modalità di spostamento, come le auto di proprietà o quelle aziendali, che si sono rivelate non efficienti e poco sostenibili rispetto al loro reale utilizzo”. D’altronde, proprio l’attenzione alla sostenibilità e all’ambiente è un altro fattore chiave di questa rivoluzione.
“Grazie alle scelte consapevoli dei nostri clienti, che si affidano a mezzi sostenibili al momento della prenotazione, nel 2022 siamo riusciti a ridurre di oltre 30 tonnellate le emissioni di CO2 solo in Italia”, evidenzia Javarone. Un aspetto, peraltro, che non riguarda solo la
“L’esplosione dello smart working ha reso obsolete determinate modalità di spostamento. Le auto di proprietà e quelle aziendali si sono rivelate non efficienti e poco sostenibili rispetto al loro reale utilizzo”
micromobilità, ma anche i taxi, dato che sono diversi gli utenti che preferiscono attendere qualche minuto in più pur di prenotare una vettura ecologica. Una scelta che Free Now, già climate neutral dal 2020, vuole sempre più assecondare e facilitare. Anche perché, avendo l’obiettivo di diventare carbon neutral dal 2030, ha già attivato diversi programmi di incentivi per i propri partner tassisti che possiedono o decidono di acquistare un’auto elettrica. Ne è un esempio la partnership attivata con Edison, Edison Plug&Go, che permette al tassista di ricaricare l’auto in qualsiasi momento, con un’installazione di una wallbox sotto casa, e di risparmiare al tempo stesso sul costo della componente energia.
MARZO, 2023
E se per i prossimi mesi sono attese altre iniziative e benefit di questo genere, per inglobare all’interno della rete nuovi professionisti, guardando al futuro le priorità di Free Now riguardano tre aeree di business: la micro-mobilità, il retailing e il mobility budget. Partendo dalle prime due, l’obiettivo della società è essenzialmente identico: aumentare la propria offerta. Nel primo caso, per permettere agli utenti di prenotare un mezzo a pochi minuti di distanza, nel secondo per rispondere all’esponenziale crescita di domanda di taxi. “Ci siamo accorti”, sottolinea Javarone, “che dobbiamo raddoppiare la nostra rete di professionisti in Europa per rendere più
appetibile la nostra piattaforma”. Inoltre, per abbattere i costi delle aziende e aumentare la connessione e l’attenzione verso i dipendenti, la società ha dato vita a un nuovo strumento: il mobility budget, un budget mensile da utilizzare nella propria piattaforma per ridurre l’uso delle auto aziendali e garantire ai dipendenti più libertà di scelta e maggiore consapevolezza. Una sfida a cui si aggiungono altri due obiettivi: la possibilità di pagare il trasporto pubblico, opzione già applicata in Germania e allo studio anche in Italia, e la creazione di offerte di abbonamenti. Aspetto che apre a nuovi scenari anche nel mondo assicurativo. F
Il valore del tempo
Una ricerca ha rilevato che l’85% degli italiani vorrebbe dedicarsi di più alle cose che contano. Fineco è partita da qUi per Una campagna che Unisce impatto emotivo e messaggi attUali
In un mondo in cui tutto cambia, gli italiani sono preoccupati per il futuro e cercano certezze ancorandosi al passato. Italiani tradizionalisti, quindi? In realtà la spinta a costruire una vita migliore passa attraverso la ricerca di ciò che ha più valore e dalla convinzione che per essere felici non sia necessario dedicare il proprio tempo solo a occuparsi dei propri soldi. È il quadro che emerge dalla ricerca Research Dogma Gli italiani e il tempo, dove al primo posto tra i motivi di preoccupazione figurano l’inflazione e l’erosione del potere d’acquisto, seguiti dai timori di crisi economica e impatto sull’occupazione.
In un contesto critico, come possono gli italiani riconquistare serenità e benessere? Un modo è quello di riprendere possesso del proprio tempo. Il 62% è abbastanza soddisfatto di come riesce a gestirlo, ma l’85% vorrebbe dedicarne di più alle cose che contano davvero. Questo migliorerebbe in modo significativo
Ila nostra vita, ridando spazio a qualcosa che non ha prezzo: la libertà di gestire al meglio il proprio tempo e di finalizzarlo al benessere individuale e collettivo. “Abbiamo voluto fotografare il rapporto degli italiani con i risparmi, il tempo libero e la felicità”, spiega Paolo Di Grazia, vice direttore generale di Fineco, che ha utilizzato i risultati della ricerca per rendere più concreti i messaggi della nuova strategia di comunicazione. “Siamo partiti da una domanda semplice: cosa desideri davvero? Un invito a riconsiderare quello che conta di più”. Cosa conta di più per gli italiani, allora? Alla domanda sulle cinque cose più importanti, gli italiani rispondono: la famiglia e i figli (citati dal 63%), la salute (48%), i viaggi (44%), il tempo per riflettere o migliorarsi (37%) e la cultura personale. Ma le ore da dedicare alle cose che contano non sono mai abbastanza: per oltre otto italiani su dieci andrebbero sottratte dalle incombenze e preoccupazioni quotidiane. Riuscire a dedicare più tempo alle cose che contano innalza di molto la qualità della vita per l’82% degli italiani. “Stiamo assistendo a un cambio di prospettiva che coinvolge anche l’ambito finanziario”, spiega Fabrizio Lingesso, responsabile marketing di Fineco. “Siamo sempre più insicuri e preoccupati sul futuro dei nostri risparmi, ma al tempo stesso abbiamo nuove priorità, alle quali vogliamo dedicare tempo e pensieri”. Da qui nasce la nuova campagna Fineco. “Ha un forte impatto emozionale, ma al tempo stesso messaggi attuali. In un mondo in cui tutto è cambiato, incluse le persone, Fineco è il partner ideale perché, grazie al mix tra tecnologia e consulenza, può sollevare i clienti dalla continua preoccupazione dei soldi, consentendo di avere tempo
per quello che sta loro più a cuore”. Research Dogma conferma che la consulenza e la tecnologia giocheranno un ruolo sempre più centrale. Circa la metà del campione dichiara di avere un consulente di riferimento per la gestione dei risparmi, mentre chi sceglie il fai da te si affida a soluzioni con connotati tecnologici. “Questi risultati da un lato ci dicono che c’è ancora tanta strada da fare, ma dall’altro ci confortano”, afferma Di Grazia. “Fineco è nata per semplificare la gestione dei risparmi. E oggi, a oltre 20 anni di distanza, siamo in grado di affiancare i clienti anche negli scenari più complessi per restituire più serenità”. È possibile quindi spendere meglio il tempo dedicato alla gestione dei propri soldi? “Sì, con la guida giusta”, risponde il manager, “costruendo un progetto finanziario di medio-lungo periodo, con il supporto di un buon consulente, senza perdersi nelle ansie quotidiane legate all’andamento dei mercati ed evitando di esporsi al rischio di prendere la decisione sbagliata nel momento sbagliato”. F
n QUALITY LEADER n di Francesca Vercesi
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Il risparmio è in onda
HOW TO PLAY IT
Fr|Vision è la piattaForma audioVideo di assogestioni. un canale web, ma anche uno strumento di Formazione proFessionale. “è la nostra risposta alla riVoluzione digitale”, dice il direttore Jean-luc gatti
by William Baldwin Deliveryre una propria piattaforma video?
Fr|Vision è il canale digitale che dal 2021 ha arricchito l’ecosistema di FocusRisparmio, la testata giornalistica edita da Assogestioni. Il progetto nasce dal desiderio di offrire al nostro pubblico di riferimento una modalità multi-canale di accesso a contenuti di valore per l’industria. Dopotutto, una delle caratteristiche del nostro settore è proprio la capacità di cogliere e interpretare le evoluzioni, e questa è la nostra risposta alla rivoluzione digitale in atto nel mondo della comunicazione.
Mondo fisico e mondo digitale non sono alternativi, ma possono coesistere e, anzi, potenziarsi a vicenda. La ripartenza dopo la fine dei lockdown ha generato una serie di interrogativi sull’opportunità di continuare a investire sulle piattaforme digitali esplose durante la pandemia. Assogestioni è tra coloro che hanno deciso di scommettere sulla comunicazione video e sul modello ibrido, per raggiungere in modo più efficace e smart i professionisti nel settore del risparmio gestito. Oggi sono già più di 21mila gli spettatori unici riuniti nella community di Fr|Vision, la piattaforma di broadcasting audiovideo ideata dall’associazione. Ne abbiamo parlato con Jean-Luc Gatti, direttore comunicazione di Assogestioni e direttore di FocusRisparmio e Fr|Vision.
Partiamo dal principio. Perché l’zssociazione ha deciso di lancia-
Dal settore, per il settore. Assolutamente sì. L’88% degli spettatori sono consulenti, private banker, gestori e investitori professionali. Il 12% rimanente è dato da istituzioni, giornalisti, mondo accademico. In ottica di educazione finanziaria, auspichiamo di coinvolgere sempre di più anche risparmiatori e studenti. Ma è soprattutto la community finanziaria a beneficiare dell’approccio di Fr|Vision, basato sull’intenzione di trasferire know how, informare e formare.
Quindi Fr|Vision è un tool di formazione?
Non solo. È un canale web di broadcasting, ma al tempo stesso si configura anche come un tool di e-learning, che può erogare formazione professionale e crediti per gli eventi certificati, molti dei quali trasmessi in collaborazione con altre realtà di primo piano dell’industria. È il caso dell’Efpa Meeting, dell’Aipb Forum e di molte conferenze del Salone del Risparmio, che viene in-
teramente trasmesso live e on demand. Avverrà anche per l’edizione 2023, che si svolgerà dal 16 al 18 maggio.
Oltre ad Assogestioni, chi sono i sostenitori di questa iniziativa?
Un ruolo cruciale è svolto dai main partner, alcuni tra gli asset manager più importanti in Italia, che hanno creduto fin da principio in questo progetto, a cui contribuiscono con i loro contenuti ed eventi, avvalendosi del grosso vantaggio di poterli trasmettere live e on demand, e usufruendo di piani di promozione che coinvolgono tutto l’ecosistema di FocusRisparmio
In sintesi, quali sono i tratti più innovativi di Fr|Vision?
FINAL THOUGHT
“THE FUTURE IS TRASH. RECYCLING IT, REARRANGING IT, MAKING IT BEAUTIFUL AGAIN.”
Anzitutto la qualità del contenuto, curata da un team di giornalisti e tecnici dedicati, che danno vita a format originali ispirati al visual e data journalism. In secondo luogo, la continua innovazione tecnologica. Di recente abbiamo introdotto l’interattività, che trasforma i video in ipertesti navigabili. F
—Chris Campanioni
Un anno al massimo
Nel 2022 la fiNtech fraNcese QoNto ha raggiuNto i 4,4 miliardi di euro di valutazioNe e ha acQuistato PeNta, società tedesca iN ascesa. ora PuNta a diveNtare eNtro il 2025 la soluzioNe Preferita di uN milioNe di Pmi e ProfessioNisti
vestimenti importante. Ne abbiamo parlato con Mariano Spalletti, country manager di Qonto in Italia.
Quali sono state le tappe fondamentali della crescita di Qonto in Italia?
L’Italia è un mercato strategico per Qonto e dal momento del lancio, abbiamo investito risorse crescenti. L’apertura degli uffici a Milano ad aprile 2021, in particolare, è stata fondamentale per tre motivi: stare più vicino ai nostri clienti, per comprendere le loro esigenze più in profondità e adattare il nostro prodotto/servizio, rafforzare la relazione con i partner italiani e aumentarne il numero, assumere tanti nuovi talenti locali per supportare la nostra grande crescita.
buti tramite F24 - siamo stati la prima fintech ad averlo implementato - e la funzionalità di fatturazione elettronica sono gli esempi di maggiore successo. Nonostante la situazione attuale, stiamo registrando una crescita esponenziale a livello di acquisizione di nuovi clienti, grazie a un servizio 100% online e innovativo, con un servizio clienti disponibile sette giorni su sette, che risponde alla crescente necessità di digitalizzazione delle imprese e garantisce i più alti standard di sicurezza, mettendo a disposizione avanzate soluzioni tecnologiche.
Un bilancio del 2022. Che anno è stato?
Un paradigma di business innovativo volto a semplificare l’operatività aziendale, la soluzione di finanza integrata leader in Europa che si propone di diventare all in one, coniugando servizi bancari per le imprese, fatturazione, contabilità aziendale interna ed expense management. Stiamo parlando di Qonto, la fintech francese fondata nel 2017 da Alexandre Prot e Steve Anavi, sbarcata in Italia nel maggio 2019. Un percorso di crescita costante ha portato la società a una valutazione di 4,4 miliardi di euro e all’acquisizione di Penta, una delle fintech tedesche in maggiore ascesa. Tra gli obiettivi di Qonto, presente in Francia, Italia, Germania e Spagna, c’è quello di consolidare la propria leadership europea continuando a investire nello sviluppo del prodotto, in house e attraverso integrazioni e partnership, e nell’ampliamento del team. Una strategia di crescita supportata da un piano di in-
Com’è strutturata la vostra offerta?
Grazie a un team dedicato al mercato italiano e alla localizzazione del servizio, abbiamo costruito un’offerta di gestione finanziaria completa e su misura per la clientela business del nostro Paese. Lavoriamo sempre allo sviluppo di nuove funzionalità, ascoltando le esigenze dei clienti e costruendo un piano d’azione in funzione dei feedback: il lancio dell’Iban italiano in tempi record, il pagamento dei tri-
Per Qonto il 2022 è stato caratterizzato da traguardi importanti. A gennaio abbiamo raccolto un round di investimento Serie D da 486 milioni di euro, che ha portato la valutazione dell’azienda a 4,4 miliardi di euro. Ad aprile abbiamo deciso di aprire il nostro capitale ai clienti attraverso una campagna di equity community raise, per renderli partecipi della nostra crescita in qualità di azionisti, contribuendo al nostro successo insieme a investitori internazionali, raccogliendo 5 milioni di euro in sei ore e mezza. A luglio abbiamo annunciato l’acquisizione di Penta, in linea con l’obiettivo di diventare la soluzione finanziaria preferita da un milione di pmi e liberi professionisti in Europa entro il 2025. Tutto questo ha portato Qonto, che oggi ha un team di oltre 1.000 persone, a consolidare la sua leadership a livello europeo e a posizionarsi come una delle principali soluzioni tecnologiche per la gestione finanziaria e contabile per le imprese. F
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L’aiuto che fa la differenza
HOW TO PLAY IT
In un momento storIco complesso, Ubs Gwm supporta glI ImprendItorI ItalIanI nella gestIone azIendale e personale con soluzIonI costruIte su mIsura
by William Baldwin DeliveryICos’è Wealth Way?
È un metodo proprietario e distintivo rispetto al resto del mercato. Permette di analizzare in modo personalizzato il profilo di ciascun cliente per sviluppare soluzioni davvero su misura. Di fatto, per ciascun investitore costruiamo tre diversi portafogli, ognuno dei quali dedicato a una specifica esigenza finanziaria nel tempo, ossia liquidity, longevity e legacy.
Ce li racconta?
Come siete strutturati?
In un contesto economico globale complesso come quello attuale, le sfide che gli imprenditori si trovano ogni giorno a dover fronteggiare sono sempre più intricate e ampie. È in questo momento storico difficile da decifrare che in Ubs Gwm si lavora per fare la differenza, supportando gli imprenditori italiani nella gestione dei delicati equilibri aziendali, economici e personali attraverso soluzioni costruite su misura per ciascuno di loro. Ne parliamo con Paolo Federici, market head di Ubs Global Wealth Management.
Come lavorate per fare sì che ogni esigenza sia trattata in modo diverso?
Con metodo, soluzioni e tecnologie mirate, che Ubs ha potuto sviluppare negli anni grazie all’esperienza accumulata assistendo le famiglie imprenditoriali in tutto il mondo.
La liquidità mira a garantire i flussi finanziari necessari nel breve termine, la longevità guarda alle esigenze personali a più lungo termine e il lascito si concentra sulle esigenze delle future generazioni, tema sempre cruciale per gli imprenditori e per il futuro della propria azienda. È una rivoluzione: il patrimonio non viene più organizzato per prodotto, ma per finalità, con soluzioni che abbracciano sia il breve che il lungo periodo. Questa formula si rivela vincente per essere riconosciuti come un efficace compagno di viaggio per gli imprenditori, che scelgono di affidare a noi la protezione e la gestione del loro patrimonio.
Ubs Gwm mette a disposizione servizi specifici per l’organizzazione del patrimonio, attraverso un check-up della situazione finanziaria complessiva effettuata dai nostri wealth planner, esperti di organizzazione del patrimonio e amministrazione fiduciaria, e dal corporate advisory group (cag), che entra in campo per operazioni straordinarie di discontinuità del capitale con specialisti dedicati alle piccole e medie aziende italiane. La competenza su mercati, settori e dinamiche imprenditoriali a livello globale consente di coprire un’ampia gamma di esigenze, dalla raccolta di capitali per finanziare investimenti o acquisizioni al supporto nel processo di quotazione al listino Euronext Growth Milan (ex Aim, ndr) alla ricerca di partner strategici, fino alla cessione dell’azienda.
Quali soluzioni?
Prodotti pienamente adattabili per ciascun cliente, dalle gestioni patrimoniali MyWay ai prodotti strutturati, che riusciamo a emettere su misura per ciascuna necessità. Esempi concreti di come la possibilità di avere in casa una tecnologia proprietaria di ultima generazione, unita a competenze di wm, ib e am, ci consenta di operare a livelli di eccellenza sul mercato. Infine, il network e la formazione. Abbiamo attivato piattaforme come la Industry leader network, l’Ubs global visionaries, il Vocabolario della sostenibilità. Tutte occasioni nelle quali gli imprenditori possono non solo accumulare conoscenze su temi a loro cari, ma anche accrescere il proprio network a livello domestico e internazionale grazie a Ubs. F
FINAL THOUGHT
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—Chris Campanioni
Brindare al futuro
Ab Inbev è oggi il più grande produttore di birra a livello globale con oltre 500 marchi. consolidamento del mercato, sostenibilità e bere responsabile sono i temi su cui si concentrerà nei prossimi mesi. l’italia continuerà a essere cruciale per le sue strategie
Come sta andando la sua esperienza nel nostro Paese?
L’Italia è ormai diventata per me e la mia famiglia la nostra nuova casa. I bambini parlano in italiano e tifano il Milan. In questi anni, con il mio team, abbiamo accelerato ulteriormente lo sviluppo di Ab InBev e vogliamo continuare la nostra crescita in questo Paese. Il mercato italiano della birra in Italia ha un grande potenziale ed è cruciale nelle nostre strategie. La sede di Milano in piazza Gae Aulenti conta 240 dipendenti di 18 nazionalità diverse con un’età media di appena 35 anni, e la città è stata scelta anche come quartier generale della business unit Europa Centrale, un hub internazionale che opera verso più di 40 Paesi.
sumatori cercano poi la qualità, un concetto particolarmente caro agli italiani, soprattutto quando si parla di gusto e di bere. Le nostre birre sul mercato italiano traducono perfettamente queste tendenze. Corona, ad esempio, è la birra dell’aperitivo per antonomasia, il momento di relax e fuga dalla quotidianità che ci allontana dallo stress. Leffe, invece, è la birra da degustazione per eccellenza. Ha gusto, note olfattive e proprietà organolettiche diverse: con lo chef Roberto Valbuzzi stiamo studiando quali siano gli abbinamenti migliori.
Quali sono gli obiettivi 2023 di Ab InBev? E quali sono le vostre aspirazioni più a lungo termine?
Questa storia affonda le radici nel Belgio del XIII secolo, quando le birre venivano prodotte nelle abbazie. Sette secoli dopo quelle birre fanno parte del portfolio di Ab InBev , il più grande produttore di birra a livello globale con più di 500 marchi, che opera in oltre 150 paesi e vanta uno staff di circa 169mila persone. Una multinazionale che ha scelto come sede nel nostro Paese la più dinamica delle città italiane, Milano. Arnaud Hanset, belga, da più di 13 anni assiste e contribuisce al percorso di crescita di Ab InBev e da oltre due anni è amministratore delegato e country director per l’Italia.
Quali sono le tendenze di mercato nel mondo della birra e come il vostro portfolio traduce queste tendenze?
La birra rimane la bevanda più amata e venduta al mondo. E continua a crescere. Questo credo sia dovuto anche al fatto che è inclusiva, prodotta con ingredienti naturali, legata al territorio e resiliente. Nel panorama dei consumi italiani, dove c’è spazio di crescita per il consumo pro capite rispetto ad altri paesi, anche europei, la birra sta guadagnando sempre più un ruolo da protagonista. È in aumento l’interesse anche per il cosiddetto beerpairing, ovvero l’arte di abbinare birra e cibo. I con-
A livello globale, abbiamo evoluto e semplificato la nostra strategia sul lungo periodo che ruota intorno a tre pilastri: guidare e far crescere la categoria, digitalizzare e creare valore per il nostro ecosistema, ottimizzare il nostro business. Quest’anno, in Italia, continueremo a sviluppare i nostri brand premium e superpremium in modo strutturale e coerente. Nella gdo, poi, i nostri sforzi saranno indirizzati verso la traduzione della nostra visione della categoria a scaffale, mentre nell’horeca vogliamo ulteriormente rafforzare la cultura della spillatura con Stella Artois.
Attenzione alle persone, alla sostenibilità ambientale e al sociale: negli ultimi anni diversi fattori, oltre a quelli puramente economici, hanno iniziato ad acquisire sempre
più importanza per le società. Come sono andati i vostri ultimi due anni e mezzo sotto questo punto di vista?
Lavorare in Ab InBev significa sognare in grande, con e per le persone. Il nostro scopo è quello di riflettere, al nostro interno, la diversità che caratterizza i nostri consumatori. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo portato a termine un programma di coaching e empowerment con i nostri talenti femminili. Non solo, in Ab InBev
MARZO, 2023
compiamo quotidianamente passi in avanti verso l’inclusione. Siamo vicini ai dipendenti che diventano genitori attraverso una policy aziendale per il congedo parentale migliorativa rispetto alla normativa italiana. Inoltre, abbiamo una strategia di ascolto delle nostre persone più che strutturata, con un annual engagement survey e due pulse survey per capire se i progetti in corso stiano sortendo gli effetti desiderati o se ci siano modifiche da attuare.
E per quanto riguarda l’ambiente?
La sostenibilità non è parte del nostro business, è il nostro business. Leffe, Stella Artois, Bud e Beck’s saranno i primi tra i brand AB InBev venduti in Italia a essere prodotti con net zero nel 2028, con l’ambizione di conseguire a livello globale l’obiettivo del net zero nella nostra value chain entro il 2040. Ci impegniamo a produrre le migliori birre utilizzando gli ingredienti naturali più pregiati. Una delle nostre priorità è quella di avere un impatto positivo sulle comunità locali con cui lavoriamo. Collaboriamo con loro per risolvere sfide urgenti e il nostro obiettivo è creare opportunità e un influsso positivo e significativo lungo tutta la catena del valore. I nostri clienti o fornitori imprenditori svolgono nei territori di riferimento un ruolo fondamentale. Vogliamo sostenerli e rafforzare il loro sviluppo e la loro crescita.
Un altro tema in cui Ab InBev si è distinta è il bere responsabile. Quali iniziative state portando avanti in Italia?
In quanto maggior produttore birrario mondiale, crediamo che nessun impegno contro il consumo dannoso di alcol sia più importante del nostro. Vogliamo, e dobbiamo, essere parte della soluzione, non del problema. Tra i nostri compiti c’è proprio quello di influenzare i comportamenti in maniera più consapevole. ‘Il gusto per il bere responsabile’ sintetizza perfettamente la nostra anima in Italia. Lo abbiamo affrontato con talk, degustazioni e apprendimento esperienzale, coinvolgendo istituzioni, docenti universitari, clienti e giornalisti, affinché il messaggio di responsabilità sia il più esteso possibile. E molto deve ancora venire. La birra è passione, condivisione, gusto. E vogliamo che ogni esperienza con le nostre birre sia positiva. F
20 - 22
MARZO 2023
ONLINE SU forbes.it
La terza edizione del digital business summit dedicato all’innovazione e alla sostenibilità, curata da Enzo Argante, andrà in scena dal 20 al 22 Marzo 2023 presso Designtech in MIND - Milano Innovation District. Sarà possibile seguire l’evento sul sito Forbes.it e sulle pagine LinkedIn e Facebook di Forbes Italia.
L’evento vedrà alternarsi i principali player ed esponenti dei settori coinvolti che daranno la loro view su scenari, trend e prospettive in tema di fonti di transizione tecnologica ed energetica, smart mobility, circular economy, design e sostenibilità sociale.
Ci sono storie imprenditoriali che sanno legare il prestigio del passato alla fiducia nel futuro, investendo nel superamento dei limiti e tenendo fede all’impegno e ai valori della propria tradizione. Lombarda Motori, la storica azienda del settore automotive con sedi tra Monza, Brianza e Milano, ha visto la luce nei primi anni Sessanta per volere di Luigi Zannier, ex giocatore del Milan, campione d’Italia nella stagione 1956/57. Dal 2014 la figlia Elsa presiede un gruppo con centinaia di dipendenti, otto sedi e tante idee per migliorarsi ancora, a partire dall’avveniristico nuovo Terminal Audi in apertura a Monza. Le abbiamo chiesto qual è il segreto di questa storia di successo brianzola, quanto pesa la sostenibilità nella sua azienda e se, potendo tornare indietro, rifarebbe le scelte che l’hanno portata dove si trova ora.
Come nasce Lombarda Motori?
La storia di Lombarda Motori è strettamente legata alle vicissitudini personali di mio padre.
Dotato di un carattere forte e intraprendente, al termine di una brillante carriera sportiva in ambito calcistico ebbe il desiderio di intraprendere un’attività imprenditoriale. Intuendo le potenzialità e i futuri sviluppi del mondo automotive, aprì nel 1963 la sua prima concessionaria a Monza, dando inizio così a quella che oggi è una storia di successo e passione.
Quanto è importante il legame con il territorio per la società?
Abbiamo la fortuna di operare in un’area caratterizzata da un tessuto imprenditoriale sviluppato e florido, il che ci ha concesso di alimentare un rapporto con il territorio grazie a partnership con le diverse associazioni di categoria con cui condividiamo obiettivi e strategie.
Con poco meno di 300 dipendenti, otto sedi e diecimila consegne all’anno, siete un punto di riferimento per l’area di Monza-Brianza, Milano e Desio. Qual è il segreto di questa storia di successo?
Da sempre sono convinta che il segreto del successo sia nella capacità di far vivere ai clienti un’esperienza unica, unendo professionalità, disponibilità ed empatia. Questi valori ci hanno concesso
di creare un gruppo di clienti fidelizzati sia in ambito retail che business.
Quanto è importante la sostenibilità per Lombarda Motori?
È la parola d’ordine per noi e per i marchi che rappresentiamo. La strada della sostenibilità elettrica intrapresa dal gruppo Volkswagen è un passo necessario, dal quale non si può tornare indietro. Per queste ragioni dobbiamo contribuire a diffondere la cultura della mobilità elettrica offrendo consulenze al cliente qualora necessitasse di chiarimenti riguardo la gestione dei veicoli elettrici.
A poco meno di un decennio dalla sua ascesa alla guida di Lombarda Motori, se avesse la possibilità di scegliere, rifarebbe tutto ciò che ha fatto in questi anni?
Cosa la rende più orgogliosa?
Assolutamente si! Ciò che mi rende orgogliosa è essere riuscita a creare un gruppo di persone coeso e motivato, capace di trasferire al cliente il senso di appartenenza che si respira in azienda. I valori che mi hanno sempre guidata sono il rispetto per i collaboratori e la meritocrazia, affinché si possano creare percorsi di crescita per dare modo ai talenti di esprimere la loro potenzialità.
“I valori che mi hanno sempre guidata sono il rispetto per i collaboratori e la meritocrazia. Solo così si possono creare percorsi di crescita per dare modo ai talenti di esprimere la loro potenzialità”
Cosa si può dire della nuova sede di Lombarda Motori di prossima apertura? Perché sarà una struttura all’avanguardia?
Il nuovo Terminal Audi vuole essere un edificio funzionale e smart, nei servizi e nelle architetture. La nuova struttura ha un obiettivo preciso: quello di ridurre al minimo l’impatto ambientale e porre l’attenzione sul cliente come individuo, all’interno di una realtà ecosostenibile. Sarà presente un’ampia gamma di servizi dedicati al cliente Audi, personalizzati e sempre più evoluti, nel rispetto dei dettami della eco-so-
stenibilità, attraverso software per gestire il bilanciamento energetico, soluzioni elettriche intelligenti e fonti rinnovabili. L’edificio è caratterizzato da una superficie complessiva di 13.250 metri quadri, di cui 1.800 di showroom, un service di 1.850 metri quadri con 22 ponti, 350 posti auto. Il tutto è inoltre supportato da un sistema di 1.008 pannelli fotovoltaici per una superficie di 1.130 metri quadri di facciata fotovoltaica e 34 postazioni di ricarica dimmerabili e monitorate centralmente.
Dove vede Lombarda Motori da qui ai prossimi cinque o die-
ci anni? Quali sono gli obiettivi a cui tende?
Il mercato automotive sta vivendo una grande trasformazione e Lombarda Motori è pronta a cogliere ogni opportunità e sfida. È importante adeguare l’organizzazione e i relativi processi ai cambi di rotta del mercato, avendo sempre come obiettivo principale quello di continuare a offrire un servizio eccellente ai nostri clienti. Il principale traguardo che vorremmo raggiungere è quello di creare esperienze su misura per ogni singolo cliente, mantenendo allo stesso tempo una strategia che raggiunga grandi numeri. F
Come si cambia
InnovazIone IbrIda, esperIenze personalIzzate, soluzIonI pensate per I lavoratorI. GlI espertI dI Hp Hanno IndIvIduato le prIncIpalI tendenze del 2023 nel mondo della tecnoloGIa. tra queste c’è ancHe la sostenIbIlItà, obblIGatorIa In un mercato dI consumatorI sempre pIù attentI all’ambIente
Slavoro ibrido offra l’opportunità di migliorare il loro benessere e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. L’eliminazione delle barriere, guidata dalla tecnologia, è evidente anche nel mondo del gaming. Oltre ad accedere ai videogiochi a livello locale, i pc oggi sono progettati per integrare soluzioni di gaming in cloud, offrendo più opzioni ai gamer. Gli avatar 3D superano il digital divide fisico in modo divertente e avrete probabilmente notato periferiche gaming nelle riunioni Zoom, usate sia per lavoro, sia per gioco.
traverso la tecnologia. Dalle soluzioni per sale riunioni ai video cart mobili, fino ai notebook aziendali che supportano molteplici videocamere, le nuove tecnologie di collaborazione stanno contribuendo a creare esperienze più coinvolgenti e senza soluzione di continuità.
Se solo torniamo a cinque anni fa, le nostre identità fisico-digitali e di ‘ufficio-casa’ risultavano ben distinte. Oggi, con l’evoluzione della tecnologia e della cultura del lavoro - non ultime le modalità di lavoro flessibili - queste identità si stanno fondendo con una rapidità imprevista. Tutto indica che tale fusione sia destinata a diventare una prerogativa importante della nostra quotidianità.
Alcuni dati recenti evidenziano il cambiamento di attitudine al lavoro. Nell’annuale Trust Barometer di Edelman, il 63% degli intervistati ha dichiarato che la workplace technology consente alle persone di svolgere un lavoro più significativo. Nel Regno Unito, Hp ha rilevato che l’89% dei dipendenti ritiene che il
Il 2023 sarà un anno caratterizzato da innovazione ibrida, esperienze tecnologiche sempre più personalizzate e nuove soluzioni focalizzate sulla workforce, tutto questo all’insegna della sostenibilità. Come Hp monitoriamo l’evoluzione dello scenario per continuare a soddisfare le esigenze dei clienti. Ecco alcune tendenze chiave che i nostri ‘futuristi’ stanno analizzando.
Le attività di ricerca e sviluppo si stanno focalizzando sulla riduzione dei vincoli della comunicazione at-
Se essere visti e ascoltati è importante, anche l’inclusività è al centro di questa innovazione. Ad esempio, il numero degli impiegati (42%) che continua a ritenere che sia meglio essere in ufficio per essere considerati per una promozione è quattro volte superiore rispetto a chi lavora da remoto (10%). È evidente che la tecnologia ha un ruolo importante nell’aiutare ad abbattere le barriere che ancora persistono.
Si prevede che nel 2023 l’intelligenza artificiale sarà integrata in nuovi ambiti, ad esempio nella webcam, che seguirà i volti per assicurare che l’utente sia sempre al centro dello schermo. Funzionalità abilitate all’intelligenza artificiale, come Hp Smart Sense, sono in grado di monitorare e ottimizzare l’uso dei compo-
NELL’ERA DELLA FLESSIBILITÀ
Il contesto di lavoro flessibile e ibrido è destinato a rimanere, diventando uno standard. La velocità della trasformazione digitale genera pressione sull’It, che deve gestire in modo efficiente esigenze e tempistiche flessibili degli utenti. Il lavoro It è business critical e le organizzazioni stanno scoprendo i benefici di adottare
soluzioni as-a-service. Le competenze e l’unicità dell’offerta Hp possono aiutare le aziende e i responsabili It nell’ottimizzare e supportare i device, dai pc alle stampanti, a soluzioni di conferencing, con una gestione più efficiente del parco dispositivi e con un’ottima esperienza d’uso agli smart worker, ovunque si trovin
nenti del portatile che consumano energia, consentendo agli utenti di preservare la durata della batteria, della ventola e del processore. Le più recenti soluzioni di difesa dalle minacce informatiche sfrutteranno l’Ia per essere sempre un passo avanti ai criminali informatici.
Per le aziende che hanno una presenza internazionale e i dipendenti
che lavorano da casa, dall’ufficio o da qualsiasi altro luogo, la semplicità e la flessibilità sono fondamentali. I prodotti e i servizi devono abilitare stili di vita e di lavoro ibridi, considerando una workforce sempre più distribuita.
I servizi e le soluzioni unificate per pc, stampanti e dispositivi di collaborazione possono contribuire ad
attenuare la pressione che i team It devono affrontare in questo nuovo modello operativo. Grazie a software enterprise come Hp Anyware, ad esempio, i dipendenti possono rimanere produttivi grazie all’accesso protetto ai loro spazi di lavoro digitali senza una Vpn, consentendo una collaborazione a elevate prestazioni praticamente ovunque. Obiettivi climatici net zero e consumatori più attenti all’ambiente: questi elementi fanno sì che nel 2023 le aziende di tutti i settori debbano intensificare le proprie credenziali di sostenibilità. I consumatori sono infatti sempre più consapevoli dell’impatto delle loro scelte e desiderano selezionare brand che diano priorità a comportamenti e valori sostenibili. La tendenza verso un’elettronica sostenibile si evolve in modi nuovi e interessanti, con prodotti che integrano un maggior numero di materiali riciclati o altri materiali di natura sostenibile. Presto scoprirete che ci sono contenuti bio-circolari, come i fondi di caffè, nel vostro monitor e l’olio da cucina nel rivestimento inferiore del vostro laptop.
In Hp crediamo che i prodotti progettati all’insegna della sostenibilità debbano essere accessibili a tutti. Oltre a sviluppare un portafoglio di pc tra i più sostenibili, Hp ha utilizzato, dal 2019, oltre un miliardo di chili di materiali riciclati. E continuiamo a innovare, ad esempio, offrendo servizi informatici carbon neutral per supportare le aziende nel gestire meglio la propria impronta ambientale.
Siamo a uno snodo importante nel nostro rapporto con la tecnologia. Se da un lato il prossimo passo verso un continuum fisico-digitale migliorerà le nostre esperienze di lavoro e di svago in modi nuovi ed entusiasmanti, dall’altro potrebbe farci riapprezzare maggiormente ciò che conta di più. F
Bisogno di regole
RiccaRdo Lanzo guida neL RuoLo di managing paRtneR ius40, un netwoRk di studi LegaLi nato neL 2018 a novaRa. L’attività è concentRata suL RappoRto tRa infLuenceR maRketing e metaveRso, con una seRie di pubbLicazioni miRate a definiRe i confini giuRidici deLLe nuove pRofessioni digitaLi
Un giro d’affari di 280 milioni di euro con un +15% tra il 2021 e il 2022 e 450mila nuovi posti di lavoro. Sono i numeri che testimoniano la crescita dell’influencer marketing, un fenomeno che rappresenta la naturale evoluzione della pubblicità tradizionale, in cui il testimonial viene sostituito dal cosiddetto influencer per promuovere, attraverso i social, un determinato prodotto o servizio. Tra le realtà che più si sono interessate al fenomeno c’è Ius40, un network di studi legali nato nel 2018 a Novara e guidato Riccardo Lanzo, che, nel ruolo di managing partner, gestisce i team di lavoro strutturati su più discipline.
“Ci consideriamo uno studio-boutique diviso in diversi dipartimenti,
tra cui civile, penale, penale d’impresa, famiglia, compliance aziendale, societario, proprietà intellettuale e lavoro”, dice Lanzo. Ius40 opera con successo a Milano e nelle province limitrofe, dove viene fornito un supporto completo ai clienti anche grazie alle nuove modalità di lavoro a distanza. Il team conta attualmente 15 avvocati, più una serie di professionisti del settore tributario che vengono coinvolti per operazioni straordinarie. Lo studio è pronto a dare una risposta a ogni tipo di problema civile o penale, oltre a fornire assistenza mirata in diritto d’impresa a società di tutte le dimensioni. Un altro tema centrale per Ius40 è l’assistenza giuslavoristica offerta ai datori di lavoro. “L’abbiamo costruita su richiesta delle aziende con i dipendenti. Seguiamo licenziamenti, assunzioni, spostamenti delle società in caso di fusioni, nonché gestione delle relazioni industriali. Su questo abbiamo un dipartimento ad hoc che svolge consulenza quotidiana alle aziende”. Fin dall’inizio dell’attività Ius40 ha avuto il merito di intuire in anticipo rispetto ad altri studi legali i settori strategici, concentrando gli sforzi sulle nuove piattaforme digitali. “Ogni volta che si affaccia nella quotidianità uno strumento strategico cerchiamo di anticipare i tempi con la pubblicazione, per esempio, di libri e articoli sul tema. Costruiamo la nostra esperienza studiandola preventivamente”, continua Lanzo. E proprio l’attenzione dello studio verso il fenomeno dell’influencer marketing ha portato alla nascita
del libro Il diritto degli influencer, scritto da Lanzo con il collega Massimo Giordano, che illustra norme, linee guida e best practice legate al settore. “Ad aprile dell’anno scorso abbiamo pubblicato il volume in collaborazione con lo studio Legal tech 42 Milano. Forti dell’esperienza nell’influencer marketing e nella contrattualistica a favore di talent e agenzie di marketing e comunicazione, abbiamo realizzato un manuale nel quale definiamo i profili giuridici della professione”. Ius40 accosta il tema dell’influencer marketing a quello del metaverso, realtà virtuale in cui le aziende hanno la possibilità di sfruttare uno spazio capace di attirare e far interagire gli utenti interessati al proprio brand. “È da poco uscito un libro sul tema intitolato Metaverso, a cura di Guido Sforza e Giuseppe Cassano, all’interno del quale ho scritto un capitolo che tratta del rapporto tra realtà virtuale e influencer marketing. Portiamo avanti il fenomeno del digital marketing con le nuove esperienze tecnologiche. Pensiamo che tutto questo sia strettamente collegato alla brand reputation, cioè all’identità che ogni azienda vuole sviluppare per emergere nel proprio settore”.
Piattaforme social e realtà aumentata sono prive di una normativa ad hoc e il lavoro più difficile è definirne i confini giuridici utilizzando gli strumenti già presenti nella legge. Centrale, in tal senso, è il tema della gestione dei dati degli utenti e delle relazioni che si creano all’interno delle piattaforme. “La prima
tutela dell’utente dovrebbe essere fornita dalla piattaforma con uno strumento ufficiale. Oggi invece per molte iscrizioni si utilizzano dati di terzi. È un automatismo che rende incontrollabile il trasferimento di dati”. Per questo diventa fondamentale, secondo Lanzo, seguire alcune regole di comportamento sul web per autotutelarsi.
“È importante comportarsi in rete come facciamo dal vivo. Il rischio di intermediazione può portare a considerare le piattaforme un terreno dove si può fare ogni cosa”.
La gestione dei dati non è l’unica questione da tenere d’occhio. La sfera della protezione dati include temi che vanno dalla policy ai codici di trattamento adottati dalle piattaforme, passando per la promozione di servizi o prodotti nel metaverso, fino alla pubblicità elaborata su gusti e inclinazioni degli utenti. Secondo Lanzo sarà su applicazioni come Onlyfans che si giocherà la prossima partita in termini di regolamentazione. Per questa ragione Ius40 è al lavoro per la creazione di una nuova pubblicazione studiata ad hoc per la piattaforma di intrattenimento.
“Onlyfans è un mercato in espansione che fattura circa 1 miliardo di euro all’anno. Ha tantissimi risvolti di rischio e responsabilità sotto il profilo del diritto di immagine e sulla diffusione di foto e video. Per questo usciremo a breve con una pubblicazione specifica per questo sito”. La nascita di nuove piattaforme comporta anche l’emergere di insidie in termini di regolamentazione. L’avvocato deve essere bravo ad anticipare i tempi e costruire degli impianti giuridici sotto forma di accordi che garantiscano la protezione dei dati e il loro libero commercio. L’obiettivo rimane quello di riuscire a bilanciare la privacy dell’utente e le esigenze commerciali. Un equilibrio difficile ma non impossibile. F
“Onlyfans è un mercato in espansione che fattura circa 1 miliardo di euro all’anno. Ha tanti risvolti di rischio e responsabilità sotto il profilo del diritto di immagine e della diffusione di foto e video”di Elisa Serafini
A sostegno della transizione
WiFi italia, promosso dal ministero delle imprese e attuato da Infratel, è un progetto per accelerare la digitalizzazione del nostro paese. l’obiettivo: garantire a tutti i cittadini una navigazione veloce e gratuita
LIl progetto, promosso dal ministero delle Imprese e del made in Italy e attuato da Infratel Italia, implementa la digitalizzazione del Paese, da Nord a Sud, nelle grandi città e nei piccoli borghi. L’obiettivo è ridurre il gap infrastrutturale digitale dove il mercato libero fatica ad allocare in modo efficiente risorse e servizi.
La comunicazione unisce persone, imprese, territori. Senza infrastruttura tecnologica, però, la comunicazione diventa prerogativa esclusiva di chi ha l’opportunità di accedere alla rete digitale, escludendo un importante segmento di popolazione e territori italiani. In questo contesto è nato il progetto WiFi Italia, che ha l’obiettivo di permettere a tutti i cittadini e visitatori l’accesso a una rete Wi-Fi veloce e gratuita, accelerare la digitalizzazione del Paese e supportare concretamente la transizione digitale. Connettendo le piazze dei piccoli borghi come le grandi città, l’iniziativa fornisce a tutti i cittadini e ai turisti un servizio diffuso capillarmente sul territorio e la possibilità di navigazione veloce e gratuita nei contesti più diversi.
Sono i comuni italiani i protagonisti di WiFi Italia: ogni località può candidarsi a ospitare un nuovo punto di connessione gratuita, attraverso un form online. L’iniziativa è aperta anche a ospedali, spazi pubblici e musei: fino a oggi oltre 4.600 comuni e ospedali si sono registrati al progetto. Piccoli comuni e territori a bassa densità abitativa sono soggetti chiave nel programma: le opportunità di ripopolamento legate alla diffusione del lavoro digitale richiedono interventi infrastrutturali estesi. Alcuni
casi di successo sono stati registrati nei borghi di tutta Italia. È il caso del Comune di Lanusei, in Sardegna, dove gli hotspot del progetto WiFi Italia passeranno da 11 a 16. Il successo dell’iniziativa è confermato dal sindaco Davide Burchi: “Abbiamo visto che il progetto WiFi Italia funziona, la connessione è veloce e molti cittadini ne stanno usufruendo e sono soddisfatti, per cui abbiamo fatto richiesta a Infratel Italia per avere altri cinque punti di accesso”.
Anche i beni culturali stanno beneficiando di nuove opportunità di connessione: Infratel Italia ha avviato un percorso finalizzato alla promozione dell’accessibilità e della valorizzazione del patrimonio archeologico, attraverso l’utilizzo di tecnologie come la realtà aumentata e la trasmissione di dati tramite luce a led.
Gli interventi hanno interessato, finora, il Museo Marta di Taranto, con l’illuminazione di 25 opere, il sito Unesco di Castel del Monte, con l’utilizzo di realtà aumentata, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, con la copertura Wi-Fi del territorio, e il Mic (Museo Internazionale delle Ceramiche) a Faenza, con l’installazione di 14 access point.
WiFi Italia rientra tra i progetti finanziati dal ministero delle Imprese e del made in Italy per accelerare il processo di digitalizzazione del Paese, uno degli obiettivi principali perseguiti con il Pnrr, e colmare così il divario digitale sul territorio per cittadini e imprese. F
L’arte di ascoltare
Da 20 anni VianoVa fornisce alle azienDe serVizi Di telecomunicazioni a eleVate prestazioni.
“sentiamo gli imprenDitori e laVoriamo per sostenere la loro crescita”, Dice il manager nicola Di giusto.
Lrenza, cloud, sistemi di gestione delle sim e monitoraggio dei consumi. Abbiamo anche previsto servizi di backup che, in caso di guasti, si attivano automaticamente per garantire l’operatività.
La corsa verso la digitalizzazione non ammette soste. Tutto ormai avviene online o attraverso servizi in cloud. Il pubblico è sempre più esigente e vuole interagire con le aziende in tempo reale. In questo contesto il ruolo dei servizi di telecomunicazione è sempre più strategico. Affidarsi a un operatore che si occupi solo di imprese e ne conosca le esigenze concrete è fondamentale. Da 20 anni Vianova fa proprio questo: fornisce servizi tlc a elevate prestazioni alle aziende (con un tasso di fedeltà dei clienti del 97%). Ne parliamo con Nicola Di Giusto, sales & marketing manager di Vianova.
Perché Vianova si distingue dagli altri operatori?
Da sempre ascoltiamo le necessità degli imprenditori e progettiamo servizi per sostenere la crescita e semplificare il lavoro. Nelle nostre offerte i clienti, oltre a servizi voce e dati professionali di rete fissa e mobile, trovano altri strumenti indispensabili, come mail, videoconfe-
Uno dei temi più sentiti dalle aziende nell’era di internet è proprio quello della sicurezza. Nell’era del digitale è fondamentale essere sempre connessi e proteggere dati e informazioni. Tutti i servizi Vianova vengono erogati tramite una rete di trasporto proprietaria ad alta capacità, completamente ridondata per assicurare i più alti livelli di affidabilità. La rete è collegata a due data center dislocati in Italia: così i nostri clienti sanno che i loro dati sono sempre al sicuro. Anche i servizi voce e di videoconferenza che eroghiamo sono protetti e criptati: è importante per tutelare le aziende.
Come funziona l’assistenza clienti di Vianova?
Ci prendiamo cura dei nostri clienti e non li lasciamo mai soli. Il servizio clienti risponde alle chiamate in tre
squilli nel 96% dei casi, con risposta diretta di operatori preparati, senza perdite di tempo o risponditori automatici. Spesso i clienti non hanno neanche bisogno di chiamarci. Nel 73% dei casi i tecnici del nostro noc individuano un problema prima che il cliente se ne accorga e intervengono per risolverlo.
Avete lanciato anche un progetto per rafforzare la presenza sul territorio in tutta Italia. In cosa consiste?
Ogni cliente ha la certezza di avere al proprio fianco anche un partner Vianova specializzato in ict vicino alla sua sede, che offre assistenza dall’attivazione al post vendita. Vogliamo allargare questa rete con nuove imprese determinate a crescere vendendo servizi di qualità.
Come rispondete all’esigenza di aggiornare costantemente le infrastrutture tecnologiche?
I nostri clienti possono contare su servizi a prova di futuro, sempre aggiornati in automatico, senza aumenti di costi. Le novità tecnologiche e le riduzioni di prezzo sono disponibili per tutti i clienti. A inizio 2023, ad esempio, abbiamo applicato un upgrade di banda a 1 Gbps. Abbiamo anche rilasciato nuove soluzioni voce e dati che permettono ai clienti di costruire un’infrastruttura su misura con servizi modulabili e integrabili. Tra questi spicca Centrex, il centralino virtuale che unisce le funzionalità di un centralino Ip evoluto con la scalabilità e la sicurezza di una soluzione in cloud Vianova. Grazie a questa flessibilità e all’assenza di barriere all’uscita, i nostri clienti hanno piena libertà di scelta. F
IL VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE Eccellenze Italiane
Dopo il grande successo ottenuto nelle 6 tappe del 2022, continua anche nel 2023, con ben 9 tappe, il viaggio di Forbes dedicato alla scoperta delle PMI, spina dorsale dell’Italia che cresce.
Un’occasione per confrontarsi su temi quali sostenibilità, innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione, welfare, accesso al credito e per creare relazioni professionali.
Il progetto è rivolto a imprenditori e manager che gestiscono PMI del territorio e alle grandi aziende che vogliono mettersi in contatto con loro.
SCOPRI DI PIÙ: www.eventi.forbes.it/smallgiants/
MONTAGNE di tecnologie
FIGLIA DI UNA FORTE TRADIZIONE MECCANICA, LA MECCATRONICA È DIVENTATA UN PILASTRO DELL’ECONOMIA DEL TRENTINO. QUI 800 AZIENDE DANNO LAVORO A DIECIMILA ADDETTI, L’INIZIATIVA PRIVATA HA TROVATO LA SINERGIA CON IL SOSTEGNO DEL PUBBLICO. ROVERETO È UN POLO DI ECCELLENZA. LO AFFIANCANO UNIVERSITÀ, CENTRI DI RICERCA E GLI INCUBATORI DI TRENTO E DELLA VALSUGANA
Per dirla con Dante, che profetizzò per sé una barca più leggera di quella di Caronte, un “più lieve legno” è stato forgiato per il campionissimo di vela Ruggero Tita, oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020, un bronzo e un oro ai campionati mondiali, tre titoli europei, due ori, un argento e un bronzo in Coppa del Mondo. Nel Polo Meccatronica di Rovereto si è infatti lavorato per dotare il suo catamarano delle componenti più leggere e performanti possibili. La barca nelle misure è uguale per tutti gli atleti, però vi sono aree libere su cui i velisti posso agire per renderla più competitiva. Ebbene, è proprio lì che si sono concentrati i saperi che sgorgano a gittata continua dal Polo Meccatronica, un centro tecnologico impegnato a sviluppare prodotti e processi innovativi sfruttando l’interazione tra informatica, elettronica e meccanica.
Quello di Tita è un capitolo del librone di storie di innovazione che contribuiscono a fare della meccatronica uno dei pilastri dell’economia del Trentino. 800 aziende, diecimila addetti e, nel 2022, una crescita dell’export del 21,6%, equivalente a 136,3 milioni di euro. Nel comparto è risultato vincente soprattutto il segmento delle
SMALL GIANTS
macchine per la forgiatura dei prodotti in metallo e della componentistica per l’automotive. E dire che fino alla prima guerra mondiale questa terra ha vissuto ai margini dell’impero austroungarico, che la disseminò di fortificazioni e campi trincerati in vista del paventato conflitto, ma allo stesso tempo promosse lo sviluppo di un sistema cooperativo fatto di casse rurali, caseifici sociali, famiglie cooperative di consumo, consorzi di bonifica e cantine sociali. Con il 1919, issato il tricolore, il Trentino mutava pelle e attraeva aziende, Pirelli in testa, con il magnete delle agevolazioni per chi si trasferiva nelle aree ex-irredente. In compenso veniva smantellato il sistema asburgico e mutato il modo di intendere l’imprenditoria. Con il secondo dopoguerra altro cambio e la decisione di aprirsi a multinazionali e grandi aziende. Solo a partire dalla seconda metà degli anni ‘60 l’economia di quest’area alpina accorciava le distanze con la parte più evoluta del Nord, uguagliandola nei valori di reddito, consumi e occupazione. Dagli anni ‘80 prendeva corpo una manifattura di alta gamma: avanzata e con zenit nell’automotive, automazione industriale, robotica, sensoristica e sistemi intelligenti. Avanzata perché nel frattempo, oltre al Polo di Rovereto, nella Meccatronica Valley sono fioriti il Progetto Manifattura e altri incubatori multisettore fra Trento e Pergine Valsugana, Borgo Valsugana e Mezzolombardo.
Peculiarità e punto di forza di questo territorio è la sinergia tra iniziativa privata e il sostegno dall’alto. Che anzitutto ha nome Trentino Sviluppo, la società di sistema della Provincia autonoma di Trento nata nel 1986 per supportare le imprese, l’innovazione e il marketing territoriale.
La vocazione a far rete trova la sua incarnazione nel Polo Meccatronica, dove grandi gruppi industriali, da Bonfiglioli a Carl Zeiss, da Ducati Energia a Dana Mechatronic, collaborano con startup innovative, centri di ricerca come la Fondazione Bruno Kessler e università. Dal 2017 si è aggiunto anche ProM Facility, un laboratorio di prototipazione e sviluppo prodotto che impiega macchinari e tecnologie per la simulazione, il design, il testing, la sicurezza informatica, la stampa 3D, il taglio laser, la metrologia e la digitalizzazione dei processi.
Domanda. Perché proprio la meccatronica è diventata una leva determinante dell’economia trentina? Quali gli antefatti? “Qui c’era una forte tradizione meccanica che, nel tempo, si è evoluta in meccatronica. Un’evoluzione favorita dai gruppi industriali presenti dagli anni ‘60 e che, proprio in virtù
delle grandi dimensioni, hanno sempre operato sui mercati internazionali”, spiega Luca Arighi, dg di Adige e Adige-sys, le due aziende trentine di Blm Group (macchine utensili). L’esposizione alla concorrenza internazionale
“ha promosso lo spirito competitivo e dunque lo stimolo a crescere continuamente, con ripercussioni sull’intera filiera”.
Altra leva è lo Statuto d’Autonomia, dunque la potestà amministrativa e legislativa grazie alle quali, per esempio, “è stata varata una legge sulla ricerca particolarmente innovativa ed è stata impostata una politica di sviluppo industriale da cui ha preso forma, fra le altre iniziative, il Polo Meccatronica”, aggiunge Arighi. “Così come il corso di ingegneria meccatronica è stato avviato all’università di Trento, accogliendo una proposta di Confindustria. Tredici imprese più Confindustria Trento decisero di contribuire alle spese di lancio del corso partecipando anche alla riscrittura della didattica, per renderla funzionale ai bisogni delle aziende. È stato in virtù di una legge provinciale del 2006 che vennero
L’economia della meccatronica
136,3
milioni di euro il valore dell’export nel 2022 (+26%)
400
i ricercatori della Fondazione di Ricerca di Trento
10.000
gli addetti impiegati
800 le aziende che operano sul territorio
creati, prima che altrove, gli Its qui meglio conosciuti come Istituti di alta formazione professionale”.
La storia siamo noi, si nutre di collettività, ma a imprimere il cambio di passo spesso è una personalità unica. La tensione a innovare qui ha il suo padre nobile in Bruno Kessler, che contribuì a preparare lo speciale humus di oggi e grazie al quale ha potuto attecchire un’economia della conoscenza tipica delle aree sviluppate. Kessler nacque nel 1924 in Val di Pejo, oggi sinonimo di terme, acqua e bellezza autentica, dunque turismo, che all’epoca era invece una terra poverissima, come tante altri valli trentine. Comprese che formazione, conoscenza e competenze aggiornate rappresentavano il detonatore della rinascita. Fu lui a ideare e fondare la prima università trentina. A lui è intitolata la Fondazione di Ricerca di Trento, al primo posto per l’eccellenza scientifica in tre aree tematiche e per l’impatto economico e sociale (così l’Anvur), un distretto scientifico e tecnologico dove operano 400 ricercatori, 140 dottorandi, 700 tra affiliati e studenti accreditati. Anche qui si innova con importanti ricadute sulla meccatronica. F
LE VALLI che attirano i cervelli
• Sorption Technologies
Tedesca di Friburgo, Sorption Technologies si è insediata nel Polo Meccatronica collaborando con il Cnr per progettare e produrre soluzioni per il recupero termico industriale e l’efficienza energetica. Si occupa cioè di recuperare il calore di scarto prodotto dai processi industriali già a basse temperature, a partire dai 55° C, per trasformarlo nuovamente in freddo da reimmettere nel sistema, o in fonte di calore intermedia per il preriscaldamento, con beneficio di costi e per l’ambiente. Ha scelto di aprire una terza sede in Trentino per la vicinanza con i centri di ricerca con cui già collaborava dalla Germania.
ta volte inferiore al diametro di un capello. Curiosità. Due ricercatori di Lithium, Greborio e Pagani, sono rientrati in Italia dopo dieci anni all’estero per il primo e un dottorato in neuroscienze a Zurigo per la seconda. “Negli anni fra Austria e Svizzera”, spiega il ceo Greborio, “mi sono venute tante idee ed è cresciuto il desiderio di trasformarle in progetti concreti. Così nel 2019 sono tornato in Italia, al Politecnico di Milano. Ho deciso di mettermi in proprio e oggi le aziende per cui ho lavorato sono diventate competitor. Ci siamo trasferiti a Rovereto perché vi lavorano altre imprese affini con le quali potremo testare i nostri laser”.
• Bermat
L’auto Bermat ha una carrozzeria in fibra di carbonio, porte ad ali di gabbiano, cambio sequenziale, sei rapporti a innesti frontali e un powertrain da 400 hp e 450 Nm. È stata progettata e realizzata con le migliori tecnologie, facendo ampio ricorso anche alla stampa 3D. Quella dell’avvocato Matteo Bertezzolo, fondatore di Bermat, è un’impresa a tutto tondo. Nel 2008 la crisi dei mutui subprime colpì l’azienda per cui lavorava Bertezzolo, che dovette ripartire da zero. Decise allora di coltivare la passione di sempre: i motori. Lanciò una casa automobilistica di nicchia, con la quale offrire ai clienti la possibilità di rendere sartoriale, attraverso un apposito software, ogni aspetto, anche meccanico, della propria vettura. Di fatto la si progetta da zero, rendendola unica.
CINQUE STORIE CHE RIDISEGNANO IL FUTURO
• GardaSolar
• Lithium Lasers
Nata al Politecnico di Milano nel 2019, questa impresa fondata da ricercatori esperti di ingegneria, fisica e biologia si è trasferita al Polo Meccatronica di Rovereto per testare i laser a chilometro zero. Lithium lavora a laser di precisione per imprese che vanno dal medicale al lusso, passando per l’automotive e l’elettronica. Si tratta di laser a impulsi ultracorti capaci di lavorare i materiali con una precisione di meno di un millesimo di millimetro, ovvero cinquan-
Non fanno rumore i motori elettrici GardaSolar prodotti in Polo Meccatronica a Rovereto e montati sul 1600 Dogado, un nuovo modello di motoscafo artigianale realizzato a mano nei cantieri veneziani della Falegnameria Artigianale Pesce e commercializzato da GardaSolar. Questa azienda è attiva con prodotti sostenibili, divertenti e altamente tecnologici. Fra gli ultimi nati c’è Wellness Pedalò, pedalò con all’interno una minipiscina idromassaggio.
• Expert System
Questa impresa utilizza l’Ia per leggere e analizzare – simulando un processo analogo a quello della mente umana – qualsiasi tipo di testo espresso in linguaggio naturale come articoli, post e comunicazioni web. Trasforma il linguaggio in dati utili per consentire ad aziende e organizzazioni di migliorare i processi decisionali, aiuta ad automatizzare i processi basati su grandi quantità di testi e a catturare segnali nel rumore di fondo, individuando e rendendo subito fruibili le informazioni più rilevanti.
• Energenius
Fondata nel 2017, Energenius si occupa di monitoraggio e analisi energetica automatizzata e di telecontrollo degli impianti industriali e di attività terziarie. Questa impresa altamente tecnologica – che conta 15 tra dipendenti e collaboratori – si rivolge a chi abbia la necessità di gestire e analizzare una grande quantità di dati energetici e ambientali. Oggi ha circa 250 clienti, per
conto dei quali raccoglie, conserva e analizza più di otto triliardi di dati ogni anno. Per riuscire a elaborare una tale quantità di informazioni ha sviluppato la piattaforma software Gem-Analytics (Genius Energy Manager), che integra le più moderne tecnologie open source per l’analisi di big data e gli algoritmi di intelligenza artificiale sviluppati da Google e Facebook. Ha inoltre realizzato la piattaforma Gem-Retail, che permette agli store manager delle grandi catene di ridurre i consumi energetici fino al 15%.
• Novotic
Nata nel 1998 per la realizzazione e manutenzione di impianti industriali, negli anni Novotic è passata da due a 11 dipendenti e si è specializzata nell’automazione dei processi produttivi. Per la Bonfiglioli Mechatronic Research, Novotic ha costruito la linea automatica customizzata per il montaggio dei riduttori epicicloidali. La linea – lunga 40 metri – si compone di sei robot, cinque presse elettriche, quattro stazioni manuali ergonomiche, 12 navette e 11 sistemi di controllo e ha un’interfaccia grafica intuitiva, pensata per ridurre le barriere linguistiche che potrebbero mettere in difficoltà gli operatori.
• Nplus
Nata da una costola del gruppo Giordano Riello International, si occupa di sensoristica e illuminotecnica. È al 146° posto nella classifica dei campioni di crescita tra le aziende italiane. Nplus è infatti passata dai 2,5 milioni di euro di fatturato del 2020 ai 5 milioni del 2021 e ai 5,5 milioni nel 2022. Fra i 33 dipendenti si contano molti giovani che si sono formati nelle scuole professionali e tecniche del Trentino. Si occupa della manifattura di schede elettroniche e sistemi proprietari per il monitoraggio di ponti e viadotti, con hardware e software di analisi dei dati prodotti in casa. Monitora 21 infrastrutture, dal Duomo di Milano al ponte di Casalmaggiore sul fiume Po. Un secondo ambito di produzione è quello dell’illuminotecnica per il mondo nautico, con focus sulle navi da crociera. F
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MARZO, 2023
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Cadono quest’anno gli anniversari di fondazione di alcuni tra gli hotel più iconici d’Italia. Veri pezzi di storia, questi edifici vantano un lusso discreto e un’ospitalità perfetta
Residenza estiva di un alto prelato, la Villa, chiamata ‘Garrovo’ dal nome del torrente che ne attraversa ancora oggi il parco per sfociare poi nel lago, fu costruita nel 1568 e fu considerata uno dei migliori esempi di architettura dell’epoca. Dopo vari passaggi di mano e di nobiltà, nel 1815 Carolina di Brunswick-Wolfenbüttel, principessa di Galles e promessa regina d’Inghilterra fece la sua entrata regale nella storia della Villa, ribattezzata Villa d’Este. Che vide, tra le tante trasformazioni, il ritorno di feste e banchetti come copertura alle attività patriottiche delle Cinque Giornate di Milano, durante il Risorgimento, che portò all’indipendenza e all’unità d’Italia nel 1870. In estrema sintesi si arrivò al 1873, 150 anni fa, quando Villa d’Este divenne famosa presso l’aristocrazia e la grande borghesia del Nord Italia come uno dei migliori alberghi dove trascorrere i mesi estivi. Oggi Villa d’Este resta un punto di riferimento per chi apprezza un lusso esclusivo e discreto, in uno dei luoghi più belli e celebrati d’Italia. Dove seguire grandi eventi, come l’abituale Concorso d’Eleganza Villa d’Este (1921 maggio), con la sfida tra spettacolari auto d’epoca.
PORTOFINO • Splendido Mare
In una location unica al mondo, la celebre piazzetta, un albergo di charme, emblema del fascino di Portofino. L’edificio che oggi ospita camere, suite e ristorante è stato costruito ancora prima dell’epoca romana. Portofino era già un villaggio di pescatori quando Plinio visitò l’insediamento di Portus Delphini. Qui c’era la prima locanda del borgo, chiamata Nazionale, fondata da Silvio Gazzolo, anziano pescatore in pensione. I visitatori arrivavano in carrozze postali trainate da cavalli, fermandosi a gustare deliziosi pasti caldi e un letto confortevole. La stessa famiglia se n’è poi occupata per quattro generazioni fino a che Belmond, nel 1997 ha acquistato la proprietà e sostituito alcune delle camere più piccole con stanze doppie luminose, junior suite e suite. Fiore all’occhiello della location il DaV Mare, ristorante in partnership con il gruppo Da Vittorio, garanzia di eccellenza a tavola. Tante le manifestazioni di cui il brand è main partner, dalle Regate di Primavera (5-7 maggio) al Cinema in Piazzetta (da metà maggio in poi). Ricco calendario di eventi anche in autunno tra gusto, natura e benessere.
Una tipica imbarcazione del Lago di Como a Villa d’Este e i suoi saloni; la vista di Portofino dallo Splendido Mare e la celebre piazzetta.
MILANO • Four Seasons
Non era uno scherzo, ma un giorno speciale: il 1 aprile 1993 ha aperto in via del Gesù, icona di eleganza del marchio canadese all’interno dello storico ex convento del XV secolo, nel quadrilatero della moda. Divenuto punto di riferimento per stilisti, imprenditori e jet set, il Four Seasons è stato ulteriormente arricchito nel 2021 dal restyling della designer e architetta spagnola Patricia Urquiola. Un tocco di classe che ha ridisegnato le aree comuni, il ristorante, il bar e lo splendido giardino. Così Camino, uno degli angoli più amati dell’hotel, è diventato uno spazio polivalente con angolo cantina per la degustazione di vini pregiati; il ristorante, guidato dallo chef Fabrizio Borraccino, durante il giorno si trasforma in Zelo Bistrot, con tavoli all’interno ed esterno. Il giardino nel chiostro, realizzato dall’architetto paesaggista e agronomo Flavio Pollano, è ora un’estensione del bar Stilla e del ristorante Zelo. Chi alloggia nelle lussuose camere può contare su un personal shopper, una spa con trattamenti personalizzati e un autista dedicato.
TAORMINA • Timeo
Un secolo e mezzo e non dimostrarlo. In uno degli angoli più panoramici di Taormina, con l’Etna come sfondo, questo storico albergo è da sempre luogo prediletto dal jet set internazionale. Qui hanno soggiornato, tra gli altri, Audrey Hepburn, Elizabeth Taylor, Marcello Mastroianni. Da sempre, tra giugno e luglio, il Timeo diventa quartier generale dei momenti glamour del Taormina Film Fest. Costruito nel 1873 accanto al Teatro Greco, l’hotel è immerso in un parco di oltre due ettari, dietro ai cui giardini si cela una piscina panoramica. Rinomato per la Terrazza letteraria, che ha incantato scrittori e artisti, è da sempre punto di ritrovo d’elezione di ospiti celebri. La navetta di cortesia consente di raggiungere Taormina Mare, sede di Belmond Villa Sant’Andrea, hotel partner affacciato sulle acque cristalline dell’appartata Baia di Mazzarò (gli ospiti dei due alberghi possono usufruire dei servizi di entrambi). 24 le suite con balcone o terrazzo da cui si godono splendidi panorami della costa. Lo stile degli arredi evoca la tradizione siciliana, con un’incantevole commistione di comfort ed eleganza.
L’artista dai tre volti
È
architetto ed è stato esperto di marketing per Chiara Ferragni. Pietro Terzini è tra i primi creativi ad avere capito le potenzialità dei social. Tra le sue opere le installazioni luminose di via della Spiga e Torre Velasca a Milano
Parliamo del progetto che ha realizzato per Hines con gli edifici di via della Spiga e Torre Velasca.
“Al liceo ho avuto un’emorragia cerebrale che ha cambiato la mia visione del mondo. Volevo fare il produttore musicale e il medico, ma poi ho scelto di studiare architettura al Politecnico”. Inizia così la storia di Pietro Terzini, artista classe 1990. “All’università ho scoperto il linguaggio della street art: ho cominciato a lavorare con gli stencil per realizzare quadri e venderli”, continua. “Come architetto ho fatto esperienze nello studio di Gregotti e Associati e in quello di Henning Larsen. Ma l’architettura mi sembrava troppo complessa. La svolta è arrivata all’ultimo anno al Politecnico, con un master in marketing. Poi ho lavorato per sei anni come esperto di marketing per Chiara Ferragni, in un momento chiave per lo sviluppo commerciale dei social media”.
Una parola ricorrente nella descrizione del suo lavoro è ‘collaborazione’. Che cosa significa per lei?
È la base della mia pratica creativa e artistica. Il ruolo dei brand di lusso nella società è cambiato molto. Anni fa molti incentravano la loro comunicazione sul prodotto. Di recente, invece, hanno scelto come main proposition la costruzione di un immaginario simbolico attorno al brand, che include il prodotto. Questo universo è diventato per i giovani un punto di riferimento che, come una religione, incarna valori, da quelli materialistici del successo alla sostenibilità. Il mio ruolo è collaborare con i brand per giocare con questi valori e quello che rappresentano.
AHines è una società di investimento, sviluppo e gestione immobiliare. Ha da poco riqualificato l’hub creativo di via della Spiga 26 e l’edificio storico di Bbpr, la Torre Velasca. Inizialmente sono stato chiamato a realizzare l’installazione visiva a via della Spiga, dove con la frase ‘The Best Things are not Things’ ho amplificato il concept ispirato all’idea di ‘A Natale basta il pensiero’, significativo se collocato nel cuore commerciale di Milano.
E la Torre Velasca.
Dopo aver completato via della Spiga, abbiamo pensato con Hines di creare una narrativa che unisse i due luoghi. E quindi è nato l’interrogativo ‘What do you want?’, realizzato con un gioco di proiezioni luminose collocate sui palazzi vicini, in modo che la frase fosse ben visibile sulla facciata della Torre Velasca, a sua volta visibile da piazza Duomo. Il testo voleva sottolineare il potere simbolico di una delle architetture più iconiche di Milano. Accanto alla proiezione fisica ho progettato una comunicazione social fatta di immagini, diventata virale, perché ognuno in quella frase ha proiettato significati personali: per questo l’immagine è stata condivisa migliaia di volte.
Parliamo dei suoi progetti futuri.
Sto lavorando a una mostra in galleria d’arte di Milano, dove esporrò i miei pezzi unici che hanno alla base il packaging. A febbraio ho realizzato due progetti di comunicazione per San Valentino: un contenuto digitale per Tiffany e uno per Salmoiraghi e Viganò, legato ai temi dello sguardo e dell’amore. F
Nuovi sapori
Dopo la catena di ristoranti in stile bavarese, Löwengrube, l’imprenditore Pietro Nicastro ha fondato Tosca, il format che ha l’obiettivo di far scoprire la gastronomia toscana. “Non risparmiamo sulla qualità”
SI piatti sono accompagnati dalle migliori birre bavaresi, come i grandi marchi degli storici birrifici Löwenbräu, Spaten e Franziskaner. Tra locali a conduzione diretta e punti vendita gestiti da franchisee, oggi la rete conta una trentina di locali e oltre 500 collaboratori in 11 regioni italiane.
E ora arriva l’apertura del primo punto vendita a Milano a seguito dell’acquisizione del Kapuziner Platz, storico locale conosciuto da oltre 20 anni, che riapre i battenti con l’insegna Löwengrube proprio in questi primi mesi del 2023. Un’altra importante tappa per la realizzazione il piano di crescita, che mira a raggiungere la quota di 80-90 punti vendita nel giro di cinque anni.
Self made man: la storia dell’underdog che, venuto dal nulla, crea un impero è tipica della narrazione imprenditoriale americana, ma difficilmente individuabile da noi. Se c’è un esempio brillante di self made man italiano, è Pietro Nicastro, capace in pochi anni di passare dalla provincia con un singolo ristorante a una catena ristorativa, poi a due. E arrivare oggi a espandersi in tutta la penisola, fino a vedere le proprie insegne sventolare su città come Milano, e all’estero, con la prossima apertura a Londra. Il primo format di sua creazione è ormai così consolidato da non necessitare quasi di presentazioni: si tratta di Löwengrube, che rappresenta l’autentica esperienza delle tradizionali bierstube bavaresi in spaziosi ristoranti adatti a tutti, per una convivialità che vive nell’arco dell’intera giornata. L’idea venne a Nicastro e a Monica Fantoni a seguito di un viaggio a Monaco di Baviera, durante il quale vennero letteralmente conquistati dalla beer experience tipica dei locali bavaresi: birra, cibo, tradizioni, balli, costumi. Da qui l’iniziativa di riproporre la stessa esperienza al pubblico italiano.
Nel 2005 ha aperto i battenti il primo ristorante Löwengrube a Limite sull’Arno, a pochi chilometri da Firenze. L’impresa appariva a tutti un po’ azzardata: offrire birra, stinco e würstel a chi per tradizione da sempre beve vino rosso e mangia chianina. Ma la calda accoglienza degli arredi in legno e l’atmosfera curata nei minimi dettagli con i costumi bavaresi del personale ha conquistato subito tutti, anche grazie alla ricerca di materie prime di qualità, come lo speck Igp, würstel e stinco altoatesini prodotti da un salumificio di tradizione familiare.
Se ormai tutti conoscono Löwengrube, non tarderà a ritagliarsi la stessa reputazione il secondo progetto di Pietro Nicastro: Tosca – L’arte del gusto. Nato dall’amore e dalla passione per una terra, la Toscana, il format accompagna i clienti alla scoperta di sapori locali genuini e decisi. La protagonista indiscussa dell’offerta gastronomica è la schiacciata, farcita con salumi e formaggi tipici toscani di alta qualità: prosciutto, finocchiona, mortadella di Prato, ma anche cecina e le versioni speciali con l’inzimino, il lampredotto e la trippa alla fiorentina. A pochi mesi dall’apertura del primo ristorante a Lastra a Signa è stato inoltre reso noto l’ingresso nella compagine sociale del gruppo Miroglio, che ha acquisito il 5% delle quote. “La sua presenza costituisce per noi un’importante opportunità di crescita anche a livello internazionale”, spiega Nicastro. “Il nostro obiettivo è superare i confini nazionali per portare il cuore della tradizione culinaria toscana in tutto il mondo. Per questo, come è stato già per Löwengrube, non risparmiamo sulla qualità e scegliamo con cura i nostri fornitori. Non a caso abbiamo appena siglato una partnership con i primi consorzi Dop e Igp del territorio”. Oltre all’ingresso nel mondo dei centri commerciali, Tosca ha già in programma un’apertura a Londra e la collaborazione con le principali piattaforme di delivery della capitale britannica. In pipeline ci sono anche altre aperture internazionali già nel corso del 2023. F
Artigiani dell’e-commerce
Ronny Gobbo lavorava il legno per le imprese di Pordenone, finché, 12 anni fa, ha pensato di vendere i suoi prodotti online. È nata così Mobili Fiver, un’azienda da 35 milioni di fatturato e dall’export puntato su Europa e America.
Al’esperienza d’acquisto e la qualità del prodotto, al giusto prezzo”, prosegue Gobbo. L’obiettivo di Mobili Fiver è infatti quello di accorciare le distanze tra design e persone proponendo mobili dal carattere contemporaneo - dall’arredo bagno fino all’ufficio, il soggiorno e la camera da letto - interamente realizzati in Italia. Una proposta che piace moltissimo al grande pubblico, in Italia e all’estero, tanto da far volare il fatturato del 2022 a 35 milioni di euro.
Artigiani per lavoro, imprenditori per passione. Così amano definirsi da Mobili Fiver, realtà ibrida – da un lato e-commerce, dall’altro azienda produttrice di arredi made in Italy – che negli ultimi anni ha registrato una crescita vertiginosa grazie al suo approccio all’avanguardia nel campo dell’innovazione digitale. La storia di Mobili Fiver è iniziata nel 2011, quando Ronny Gobbo, ceo dell’azienda, insieme ai fratelli Riki, Rossella, Roger e Romina - dalle loro iniziali il nome dell’azienda - ha avuto l’intuizione di sfruttare le potenzialità delle piattaforme di vendita online - in questo caso eBay - per diventare un piccolo fenomeno dell’arredo che oggi esporta in Europa, Stati Uniti e Canada. “Eravamo artigiani del legno e creavamo prodotti in conto lavoro per le grandi imprese del mobile nel pordenonese”, racconta Gobbo. “Oltre a noi cinque fratelli, insieme a mamma e papà, l’azienda contava altri cinque collaboratori. Io ero appassionato di vendite online e così abbiamo deciso di vendere su eBay i nostri complementi arredo realizzati a partire dagli scarti di produzione. Le vendite hanno funzionato fin da subito e dopo cinque anni abbiamo ampliato il catalogo di un centinaio di prodotti su tutti i marketplace europei e, infine, sul nostro sito”.
Un percorso imprenditoriale che ha saputo far tesoro del rapporto diretto con i clienti per costruire una realtà apprezzata in tutto il mondo. “Il mercato si sviluppava sempre di più e nel frattempo abbiamo approfittato dei feedback dei clienti per ottimizzare l’azienda, mettendo al primo posto
“Negli ultimi anni la crescita è stata esplosiva e ha costretto tutti noi ad attuare un cambio di gestione aziendale e personale a tempi record. Oggi Mobili Fiver è composta da un team di 140 persone, un risultato raggiunto vendendo mobili esclusivamente online attraverso il nostro sito e Amazon”.
Per il 2023 l’ambizione è quella di consolidare la crescita internazionale – con una nuova divisione logistica negli Stati Uniti, nell’Indiana - e di diventare un punto di riferimento nel comparto del mobile, ma non solo: “Vogliamo promuovere la crescita personale e professionale di ogni persona nell’azienda per permettere a ognuno di sviluppare al meglio il suo potenziale. Negli anni futuri ci piacerebbe diventare un campus, non solo per programmatori, marketer e formatori, ma anche per le persone che lavorano nei reparti produttivi e che faticano tutti i giorni per produrre i nostri mobili”. F
LIVING MILANO
ristorantis
Il salotto del BUON GUSTO
Un mix tra i piaceri della città eterna e l’efficienza della capitale degli affari? Di certo a tavola ci sono riusciti al Marchese-Osteria, Mercato e Liquori, ristorante di Roma con la fila all’ingresso, che ha aperto da pochi mesi a Milano in via dei Bossi, vicino a piazza della Borsa e alla Scala. Grazie al passaparola, tanti gli affezionati che nel nuovo locale milanese prenotano un tavolo nella grande corte centrale ovale di stile neoclassico (colonne e pavimenti antichi restaurati grazie a un importante intervento conservativo) oppure in uno degli
MOSTRE
Quel ragazzaccio di NEWTON
Ideata in occasione del 100esimo anniversario della nascita del fotografo (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004), apre il 24 marzo a Palazzo Reale l’ampia retrospettiva Helmut Newton. Legacy. 250 tra fotografie, riviste, documenti e video ripercorrono la carriera di uno dei fotografi più amati e chiacchierati. Accanto alle immagini iconiche, scatti inediti e servizi di moda anticonvenzionali. Un percorso lungo sei decenni, dagli esordi in Australia per Vogue con Henry Talbot passando per gli anni parigini della rivoluzione sessuale e le collaborazioni con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld. Uno stile inconfondibile fatto di immagini provocatorie, nudi, set stravaganti, accostamenti di manichini e modelle. Fino alle quotazioni stellari dei lavori degli anni ’90.
spazi più intimi, per una maggiore privacy. In lista, i piatti che ci si aspetta, fatti alla perfezione: carbonara, amatriciana, cacio e pepe, fettuccine con le puntarelle, crocchetta di bollito con salsa verde, filetto di vitello come saltimbocca. E un inedito risotto Roma-Milano, per ribadire il concetto. Chi desidera un cocktail prima o dopo cena, ma anche da accompagnare ai piatti, si affidi al bartender Fabrizio Valeriani e alle sue creazioni originali e di grande gusto. Miscelate con uno dei 600 amari da tutto il mondo, che fanno del Marchese il primo ‘Amaro-bar’ d’Europa.
ASTA
Un diamante è per sempre
La casa d’aste torinese Bolaffi inaugura la stagione primaverile con l’attesa vendita di gioielli del 28 marzo all’hotel Mandarin Oriental. Un ricco catalogo di preziosi pezzi unici con lotti provenienti da selezionate committenze. Tra i più ambiti, il top lot è un prestigioso girocollo in platino del 1950 a rivière di diamanti di oltre 20 carati complessivi, decorato con un motivo a frangia formata da diamanti taglio marquise e taglio goccia. Base d’asta: 70mila euro. astebolaffi.it
MIXOLOGY Magica drink list
Nel cuore di Brera inaugura il Bar in Via Mercato, concept del gruppo Obicà già presente sulla terrazza Rinascente, a Palermo e a Cagliari. Tutto ruota attorno alla migliore mixology. Fiore all’occhiello del locale, design elegante con arredi minimal, la speciale drink list Grimorium curata da Oscar Quagliarini, tra i professionisti più noti della miscelazione: otto ‘pozioni magiche’ che, tra un tocco di gin, una miscela con Vermouth e una con Vodka portano esperienze da condividere, tra magia verde, esoterismo e spiritualità.
mostres
IN VIAGGIO con gli occhi di DYLAN
Fino al 30 aprile Roma ospiterà la prima retrospettiva in Europa dedicata alle opere di arte visiva di Bob Dylan. Dopo essere stata a Shanghai e a Miami, Retrospectrum, mostra a cura di Shai Baitel, approda quindi nella Capitale in una versione ripensata per interagire con gli spazi dinamici e futuristici ideati da Zaha Hadid. Oltre 100 opere tra dipinti, acquerel-
FOOD
QUANDO LA PIZZA È D’AUTORE
La pizza è di per sé un’arte e saperla “insegnare” può dirsi una doppia arte. Un talento non da tutti quello del maestro Cristiano Garbarino, (nella foto) campione mondiale di pizza, nonché ambasciatore dei Molini Fagioli. Con passione e alta competenza tecnica forma nuovi talenti, partendo dal sapere artigianale dei veri e propri ‘metiers d’art’ ma con uno sguardo innovativo. La sua filosofia si distingue non solo per la continua ricerca e selezione di speciali farine, ma anche per l’empatia con cui trasmette quel patrimonio immateriale di esperienza, manualità e creatività. Dove assaggiare le sue creazioni? Una nuova apertura: Castrum Pizza. Il nome è una dedica e citazione latina, che rievoca l’accampamento romano e la sua forma - rettangolare come la teglia in cui viene cotta la sua pizza - croccante e leggerissima, con una lievitazione di almeno 72 ore. Oltre ai grandi classici, la tradizione si rinnova con ingredienti e abbinamenti che sorprendono, come la pizza “campione del mondo” con mozzarella, pomodorini, alici, rucola e stracciatella. A tal proposito Garbarino ribadisce: “La scelta di una Scuola di formazione e di Castrum Pizza è una sfida. Vuole essere un’opportunità per far crescere e riempire di contenuti la periferia, rendendola sempre più spesso anche apprezzata meta gastronomica”.
li, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo e video: più di 50 anni di attività creativa del menestrello e premio Nobel, mettono in luce quei motivi che fanno parte da sempre dell’immaginario del musicista e ritornano sottoforma di disegno e colore, regalandoci scorci e atmosfere americane, che, seppur con un linguaggio diverso, hanno lo stesso intento della sua musica.
HÔTELLERIE UNO SCRIGNO AVVENIRISTICO E SOSTENIBILE
Ha appena aperto le sue porte l’Hilton Rome Eur La Lama, una struttura avveniristica che si sviluppa su 16 piani per 60 metri di altezza e 130 di lunghezza, sei ascensori panoramici e 439 camere, due ristoranti, due bar, una sala fitness, sette sale riunioni. Una grande novità che ridefinisce lo skyline dell’Eur - sempre più protagonista nello scenario dei grandi eventi della Capitale - con la sua silhouette elegante e contemporanea, fra trasparenze e spazi maestosi dalle forme lineari che l’architetto Fuksas ha riportato anche all’interno dell’hotel dove la storia di Roma incontra la contemporaneità: questo il concept anche dell’interior design curato dallo Studio Lorenzo Bellini. Marmi, ori e tanto colore sia negli spazi comuni sia nelle suite in cui è protagonista il meglio del design made in Italy. L’edificio possiede anche un avanzato sistema fotovoltaico e di produzione di energia termica ed elettrica per l’autoconsumo che ne riduce al minimo l’impatto ambientale.
foods
L’ambasciatore del TORTELLINO IN AMERICA
Qualche giorno fa si è celebrato il National Tortellini Day negli Stati Uniti. Una pietanza che è entrata a far parte dei gusti gastronomici degli americani grazie al lavoro di tanti chef italiani che ogni giorno fanno conoscere l’autentica cucina italiana. Su tutti, Giancarlo ‘Wendy’ Cacciatori (nellafoto), soprannominato l’’ambasciatore del tortellino’ in America. Bolognese doc, nato nel piccolo comune di San Giovanni in Persiceto, è oggi considerato uno dei migliori chef che esportano l’autentica cucina emiliana in America. Grazie ai suoi due ristoranti a Miami (Via Emilia 9 e Via Emilia Garden) e il rinomato Nonna Beppa a New York, Wendy racconta ai palati americani quei sapori unici e autentici della sua terra, che ama e a cui rimane profondamente legato. Non da ultimo il suo coinvolgimento anche nell’importante progetto del Pelican a Miami, realizzato da Renzo Rosso, per cui Wendy cura l’intera parte gastronomica. Entrando a Nonna Beppa, si rivive subito l’atmosfera emiliana, con il banco dove si prepara la pasta fresca tutti i giorni, i salumi emiliani in bella mostra e tante magliette e sciarpe del Bologna Calcio. Grazie a Wendy, anche a New York (e Miami) è possibile mangiare gli autentici tortelli in brodo o alla panna. E gli americani ringraziano.
EVENTI Si corre a TIMES SQUARE
NUOVE APERTURE
ANGELINA BAKERY arriva a Brooklyn
È diventato un fenomeno in città. Stiamo parlando di Angelina Bakery, pasticceria creata e ideata dall’imprenditore italo-coreano Tony Park. Dopo le location a Midtown e Times Square, in questi giorni si inaugura la prima bakery a Brooklyn, nella vibrante zona di Downtown. Famosa per i suoi bomboloni e cornetti, Angelina è una delle mete preferite dai tanti newyorkesi per assaporare dei buonissimi dolci e tappa obbligatoria per i tantissimi turisti che vogliono fare una autentica colazione all’italiana anche quando si trovano a New York.
Segnatevi questa data sul calendario: domenica 19 marzo si corre l’edizione 2023 della United Airlines Nyc Half, la mezza maratona più importante in città. Le strade saranno invase da quasi 30mila runner che, partendo dal bellissimo Prospect Park a Brooklyn, attraverseranno il Manhattan Bridge per correre nel cuore di New York. Questa corsa è infatti l’unico evento che attraversa Times Square, regalando un’emozione unica ai corridori e anche uno scatto fotografico da mettere sui propri social. Arrivo a Central Park dopo 13,1 miglia (21.097 km) di corsa in uno dei paesaggi più suggestivi al mondo. Cosa c’è di meglio? Nella stessa mattina i ragazzi tra gli otto e i 18 anni potranno correre in mezzo a Times Square grazie al progetto Rising New York Road Runner. Una bella giornata di sport per salutare l’arrivo della primavera.
“Gli utensili di pietra sono il comportamento umano fossilizzato”.
Louis Leakey
“Il piolo di una scala non è mai stato pensato per appoggiarsi, ma solo per permettere a un uomo di lasciare il piede abbastanza a lungo da fargli di mettere l’altro un po’ più in alto”.
Thomas Henry Huxley
“Eliminando gli impedimenti, ci metteremo sicuramente al passo con le nostre macchine, assomigliandogli in modo sempre più impeccabile a loro”.
Amy Leach
“Diventiamo ciò che osserviamo. Diamo forma ai nostri strumenti e poi i nostri strumenti danno forma a noi”.
Marshall McLuhan
“La ricchezza è solo uno strumento da usare, non una divinità da adorare”.
Calvin Coolidge
“I costruttori di strumenti umani creano sempre strumenti che ci aiutano a ottenere ciò che vogliamo, e ciò che vogliamo non cambia da migliaia di anni - perché, per quanto ne sappiamo, nemmeno il modello umano è cambiato”.
Margaret Atwood
“Un operaio può essere il padrone del martello, ma il martello prevale comunque”.
Milan Kundera
PENSIERI E PAROLE
Pensieri
“Se continua così, l’uomo atrofizzerà tutte le sue membra tranne il dito per premere i pulsanti”.
Frank Lloyd Wright
“Siamo troppo inclini a fare degli strumenti tecnologici i capri espiatori dei crimini di chi li maneggia”.
David Sarnoff
“Una macchina è più irreprensibile, più senza peccato di qualsiasi animale. Non ha altre intenzioni che le nostre”.
Ursula K. LeGuin
“Il mondo migliora costantemente perché la mente umana, applicandosi all’ambiente, lo rende migliore con il buon senso, la scienza e l’ingegneria”.
Robert A. HeinleinPENSIERO FINALE
Thomas“Le idee sono la materia prima del progresso. Ma un’idea da sola non vale nulla. Un’idea, come una macchina, deve essere dotata di energia prima di poter realizzare qualcosa”.
B.C. Forbes“Solo perché una cosa non fa quello che avevi previsto non significa che sia inutile”.
Edison
MONDO AUTO Strategie e nuovi prodotti delle Case automobilistiche
MONDO MOTO
Una panoramica su ricorrenze e nuovi modelli 2023
E-MOBILITY
Viaggio tra presente e futuro della mobilità elettrica
GO FASTER FOR LONGER
Non importa che tu stia guidando su un nastro d’asfalto vergine o su un percorso accidentato: grazie all’enorme potenza e al pacchetto elettronico sconfinato, con la nuova KTM 1290 SUPER ADVENTURE S oggi il mondo è ancora più piccolo.
#DARE2ADV
PER SAPERNE DI PIÙ: KTM.COM/TRAVEL
L’EDITORIALE DEL DIRETTORE
La grande famiglia di Forbes diventa sempre più grande.
Questo inserto, Forbes Inside, dedicato al mondo dei motori rappresenta il primo di una serie, che ci auguriamo lunga e fortunata, che accompagnerà i volumi di Forbes più volte all’anno.
I temi che affronteremo all’interno del progetto Forbes Inside riguarderanno la finanza, l’innovazione, la sostenibilità e il welfare.
Ogni inserto proporrà al lettore il punto di vista dei principali players di ognuno dei mercati analizzati. La formula dell’inserto estraibile e conservabile vuole dare forza a un’iniziativa che nasce da una costola di Forbes ma che ambisce ad avere una sua propria dignità.
Anche questo progetto, come tutti quelli della famiglia Forbes, avrà una duplice anima: la carta per i collezionisti e il web per sviluppare ulteriormente i temi trattati e dare maggiore visibilità ai contenuti.
DESIGN E TECNOLOGIA L’AUTO SEMPRE PIÙ OGGETTO DEL DESIDERIO
Un Eterno Femminino che mantiene il suo potere nella nuova mobilità: è l’auto nel 2023, sempre più oggetto del desiderio grazie all’evoluzione del design e della tecnologia. Con investimenti mastodontici, i Produttori stanno trasformando i mezzi di trasporto in gioielli a elevato contenuto di ingegnosità. Non si sale a bordo di semplici veicoli, ma si accede ad abitacoli dal sapore futuristico.
A muoversi rapidamente in questo contesto, sono sia le Case di lusso e premium sia quelle che puntano di più su alti volumi di vendita: oggi, un’auto nuova lowcost dispone di aiuti al conducente inimmaginabili una decina d’anni fa, per seguire la tendenza inarrestabile che può portare alla vettura elettrica e con un livello di guida autonoma altissimo. La macchina pure come opera di design della carrozzeria, per appagare la vista e per migliorare l’efficienza aerodinamica. I powertrain elettrificati vanno di pari passo con linee più affilate, estetiche incattivite in punta di matita, gruppi ottici dal taglio inconsueto.
Muta anche la modalità per entrare in possesso dell’auto: in modo prepotente, si fa largo il noleggio a lungo termine al posto dell’acquisto tradizionale, con formule su misura per aziende e per privati.
Elettrico ad alte prestazioni:
Polestar
all’attacco
Migliorare la società grazie a design e tecnologia, per accelerare il passaggio alla mobilità sostenibile: è l’obiettivo dichiarato di Polestar, Casa svedese del Gruppo Volvo, nata di recente ma già con le idee chiare e con prodotti che lasciano il segno. L’elettrico ad alte prestazioni del marchio scandinavo si fa largo con la Polestar 2 (berlina da 350 kW) e con la 3: lanciato a fine 2022, è un grande SUV con dinamiche da sportiva, assetto ribassato, tecnologia evoluta per comfort e sicurezza, oltre a finiture sopraffine. La scossa si propagherà con altre tre elettriche fino al 2026.
AUTO NEWS
L’amore che l’italiano nutre verso l’auto si manifesta non solo al momento dell’acquisto, ma anche nelle sventurate ipotesi in cui si trova costretto a ricorrere a una riparazione, per un incidente. Un numero crescente di connazionali si rivolge alle carrozzerie di qualità, ad artigiani indipendenti come quelli di Federcarrozzieri (2900 consociati in aumento, partendo da zero nel 2013).
Che punta a un lavoro a regola d’arte, seguendo le regole auree delle Case, per restituire al titolare un mezzo integro, e per tutelare la sicurezza stradale.
Il settore automotive in cinque trend
DXC Technology, una delle principali società di servizi IT globali Fortune 500, ha letto il futuro dell’automotive nella sua sfera di cristallo. Anzitutto, il software creerà una connessione diretta tra la Casa automobilistica e il cliente: i “Crowd data” provenienti da milioni di veicoli possono essere utilizzati per fornire servizi di mobilità più intelligenti. Con le vetture sempre più softwaredefined e connesse al web, aumenterà la loro capacità di ripararsi da sé, come fanno da tempo gli smartphone. E, per allettare le nuove generazioni, i Produttori punteranno più su un servizio di noleggio in abbonamento, car sharing o peer-to-peer, anziché sulla tradizionale proprietà.
Noleggio a lungo termine pilastro della nuova mobilità
In un mercato auto italiano in contrazione del 10% l’anno scorso rispetto al 2021, il noleggio a lungo termine ha immatricolato 365.000 vetture nuove, confermando il suo ruolo strategico per la mobilità turistica, aziendale e cittadina: è oggi proiettato verso il raggiungimento di quota 30% del totale vendite, livello ancora mai toccato in Italia. E rappresenta una chiave per l’esplosione definitiva dell’elettrico, anche di alto di gamma: tramite una formula all inclusive, aziende e privati assaporano i mezzi a batteria, accedendo alle tecnologie destinate a fare breccia.
Top AUTO INFORMATION RICARICA ELETTRICA
Quei 700 milioni di euro per la svolta elettrica
Sicurezza preventiva in auto grazie alle neuroscienze
Una soluzione tecnologica, realizzata da NuraLogix Corporation, che permette di misurare alcuni parametri vitali e lo stato di benessere generale attraverso un video-selfie in auto: ecco il frutto dell’accordo fra una società leader in Italia per i servizi di mobilità integrata e sostenibile (Telepass) e un’azienda italiana specializzata in prodotti e servizi di neuroscienze e wellbeing (Neocogita).
Per prevenire gli incidenti da stanchezza e colpo di sonno. Su richiesta degli utenti, la tecnologia utilizza sensori di imaging ottico che catturano la luce riflessa dal volto di una persona e la analizza per rilevare variazioni nel flusso sanguigno facciale. L’automobilista potrà attivare la fotocamera del proprio smartphone e vedrà i risultati della misurazione in soli 30 secondi.
Sono mesi caldi per l’auto elettrica. Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) promuove lo sviluppo della mobilità elettrica con 740 milioni di euro di fondi: target, l’installazione di 21.400 infrastrutture di ricarica veloce e ultraveloce entro fine 2025. Risorse che il Governo si appresta a utilizzare avviando i bandi di gara. La diffusione dell’e-mobility è anche un’occasione di rilancio d’immagine per l’apparato burocratico del nostro Paese, additato come responsabile numero uno del ritardo elettrico in fatto di vendite di veicoli a batteria rispetto al resto d’Europa.
COLONNINE DI RICARICA L’ITALIA PRIMEGGIA
È tutto pronto anche in Italia per il boom elettrico: le basi sono date dalle colonnine di ricarica, in forte crescita. Nel 2022, siamo arrivati a quasi 37.000 punti di ricarica pubblici, contro i 10.000 del 2019. Così adesso ogni 100 veicoli elettrici circolanti nel nostro Paese, si contano 22 punti di ricarica a uso pubblico, a fronte dei 12 della Francia, degli 8 della Germania e dei 9 del Regno Unito. Guardando al rapporto tra numero di punti di ricarica e veicoli elettrici circolanti, siamo secondi soltanto ai Paesi Bassi e al Belgio. Ovviamente, la strada da percorrere è lunga, perché va aumentata la quota complessiva di stazioni veloci e ultrafast, e la rete sulle autostrade non è abbastanza capillare.
nuova Range Rover Velar
eleganza sofisticata, design riduttivo, con più efficienza e
fino a 64 km (anziché 53 km) ed emissioni di ani dride carbonica da 38 g/km.
Il modulo batteria aggiuntivo è potenziato e consente prestazioni migliorate. La Velar P400e è in grado di utilizzare di più la batteria, con prestazioni elettriche più fluide. Comunque, le dimensioni sono invariate e lo spazio interno non è compromesso. I numeri? Coppia combinata di 640 Nm, erogati dal motore a benzina Ingenium a quattro cilindri 2.0 litri da 300 CV e dal motore elettrico da 105 kW; accelerazione da 0 a100 km/h in 5,4 secondi, e velocità massima di 209 km/h. Con la sola energia elettrica, viaggia fino a 140 km/h.
La P400e è uno dei pochissimi veicoli ibridi elettrici plug-in che fa il pieno di elettroni in corrente continua, da 0 all’80% in soli 30 minuti utilizzando una stazione di ricarica da 50 kW.
La versione plug-in si affianca a una gamma di motori benzina e Ingenium diesel, dotati di tecnologia Mild Hybrid Electric Vehicle (MHEV), che incrementa efficienza e prestazioni. Fuori, lievi modifiche. Il design visivamente riduttivo
della Velar è una pura espressione del moderno DNA Range Rover, con una nuova griglia a rete, fari Pixel LED ultrasottili e dettagli scuri. La stessa filosofia si trova dentro, con la nuova interfaccia in vetro curvo da 11,4 pollici del Pivi Pro.
La tecnologia Active Road Noise Cancellation garantisce che la nuova Range Rover Velarin termini di rumorosità stradale in essa percepita. Questa tecnologia intelligente funziona come un paio
di cuffie per la cancellazione del rumore di fascia alta: in che modo? Monitorando costantemente le vibrazioni e calcolando l’onda sonora in controfase necessaria per mascherare il rumore percepito dagli occupanti. La Velar è dotata di una suite di sistemi avanzati di telaio e sospensioni.
Quelle pneumatiche elettroniche opzionali offrono un comfort di guida di lusso in tutte le condizioni con una gamma di funzionalità aggiuntive progettate per sem
plificare la vita, migliorando al contempo la capacità off-road con una luce libera dal suolo di 251 mm. Il sistema è dotato del dispositivo Elegant Arrival, che abbassa automaticamente di 40 mm l’altezza da terra della nuova Velar per facilitare la salita e la discesa dei passeggeri. Prezioso anche l’Auto Access Height, che abbassa il veicolo riducendone l’altezza massima a 1638 millimetri in caso di parcheggi con altezza limitata. Inoltre, l’Active Speed Lowering migliora i consumi a velocità superiori a 105 km/h abbassando il veicolo per ridurre la resistenza aerodinamica.
La Velar è estremamente stabile anche sulle strade più accidentate e addolcisce il passaggio sui dossi grazie all’Adaptive Dynamics, un sistema di telaio avanzato che varia continuamente le forze di smorzamento su ciascuna ruota.
Elevatissima la qualità dei materiali. Interni lussuosi in pelle, alluminio o legno in base all’allestimento.
Al di là dei pregiati rivestimenti in pelle, la filosofia modern luxury del brand si esprime anche attraverso la proposta di materiali alternativi sostenibili.
La Range Rover Velar continua a offrire un’alternativa alla pelle e sedili dal nuovo design e nuovi materiali. Tale opzione combina il tessuto danese in lana KvadratTM con inserti UltrafabricsTM in tessuto di
poliuretano, traforati a schema Diamond Herringbone. Ispirato ai tessuti di sartoria, il misto lana KvadratTM è il 58 per cento più leggero della pelle, ha un aspetto moderno ed una migliore tattilità che aggiungono attualità al tradizionale lusso Range Rover. Questo tessuto innovativo è stato sottoposto a rigorosi test di durata nei laboratori Range Rover per assicurarne la proverbiale robustezza per tutta la vita del veicolo; questi includono 60.000 cicli di prova di abrasione, equivalenti a 10 anni di impiego, e un test UV in grado di replicare in un solo mese l’esposizione al sole di tre anni.
Una materialità, quella degli interni, che diviene così ancor più di prima un punto di forza, in modo da assicurare il benessere assoluto a guidatore e passeggeri. Inoltre, il sistema Cabin Air Purification Plus contribuisce a garantire aria interna più pulita grazie ai sistemi avanzati di filtrazione PM2.5 con gestione del CO2.
L’illuminazione dell’abitacolo, configurabile con una scelta di 30 colori, consente agli occupanti di personalizzare gli interni, grazie a discreti accenti luminosi su porte, consolle e vani piedi. Il tutto mentre i temi cromatici preimpostati rendono ancora più facile scegliere la combinazione perfetta.
Elevatissima la qualità dei materiali. Interni lussuosi innovativi e sostenibili
I materiali ecosostenibili land rover si mettono in mostra
Se, nel 1970, un modello come la Range Rover apriva l’era delle fuoristrada di lusso, oggi Land Rover detta la linea nella scelta di materiali e di processi produttivi ecosostenibili. La Casa britannica la chiama “revolution of materiality”, traducibile come rivoluzione materica. Contrassegnata da nuovi metodi di costruzione e inediti processi di fabbricazione rispettosi dell’ambiente. Le immagini a distanza ravvicinata dei materiali sembrano la proiezione delle lenti di un microscopio, enfatizzando la composizione di pellami, tessuti, ceramiche e superfici che valorizzano i modelli Land Rover. Pochi millimetri che rappresentano anzitutto la circolarità intesa come volontà di riutilizzo, ma anche la salute e il benessere come orizzonti culturali, così come la provenienza come principio di trasparenza della tracciabilità. Si ergono a protagonisti del cambiamento trame e intrecci a base vegetale realizzati con fibre di eucalipto, proveniente da foreste certificate, con un basso impatto in termini di riscaldamento globale. E ancora: filati di nylon in plastica riciclata, lane prodotte anche grazie al riciclaggio dell’acqua nella produzione. Senza trascurare il rivestimento per esterni privo di solventi e completamente riciclabile, senza composti organici volatili, così da ridurre la necessità di interventi con vernici sulla carrozzeria. Un lusso ecologico per un totale rispetto della Terra.
AUTO ELETTRICHE QUEL SUONO È
Le auto del BMW Group erano, rappresentano e resteranno un piacere sia per gli occhi sia per le orecchie: anche le vetture elettriche, col loro suono studiato dall’azienda bavarese. Una melodia che è stata protagonista di uno spot realizzato da BMW Italia: lo hanno visto e sentito milioni di telespettatori, in quanto programmato durante il Festival della canzone italiana che su Rai 1 dal 7 all’11 febbraio 2023.
Il merito è degli allievi dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala diretti dal maestro Pietro Mianiti: grazie a loro, in anteprima mondiale, abbiamo ascoltato uno dei suoni sviluppati per le vetture elettriche del Costruttore tedesco. Il progetto è stato supervisionato da Renzo Vitale, Creative Director Sound del BMW Group.
Viene sfruttata un’opportunità. A differenza dei veicoli a benzina o a gasolio, in cui il processo di combustione nel motore è accompagnato da un rombo, i sistemi di azionamento delle elettriche non emettono quasi nessun rumore. I sound designer possono ripensare completamente la percezione acustica di un veicolo. Un suono che è pure il modo in cui BMW vive l’elettromobilità: con emozione e passione, attraverso musica, creatività e arte.
Come evidenzia Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore delegato di BMW Italia, l’iniziativa
è l’interpretazione di quello che lo scorso “è stato raccontato nella mostra ‘The Italians’ touch’. Esprime la voglia di farsi ispirare da personaggi straordinari come Giugiaro, Michelotti, Ravaglia, Zanardi, per dare un contributo in termini di innovazione. Ed è anche il modo migliore per iniziare le celebrazioni dei 50 anni di storia di BMW Italia, nata nel 1973”.
Gli fa eco Carlo Botto Poala, direttore Marketing BMW: la storia viene rivelata passo dopo passo, lasciando la guida narrativa alla luce quale metafora di energia e tecnologia. Vengono collegati “i due mondi del film, quello di una vettura elettrica (in questo caso la BMW i7) e l’orchestra, sino a fonderli in una sinfonia. Il film è un susseguirsi di immagini sempre più intense con cambi di velocità, pause e respiri”.
Il concept creativo che verte su BMW IconicSounds
Electric: è stato scelto My Mode Expressive. La sua tonalità di base è una nota di violino. Si sovrappone un suono più acuto quando si accelera, facendo sì che la melodia cambi quando la velocità del veicolo aumenta. Il primo accordo si sente quando il mezzo raggiunge i 60 km/h, seguito da un secondo a 120 km/h. Se l’auto va a velocità costante, invece, il tono rimane lo stesso mentre il volume viene abbassato per non interferire con la percezione acustica della silenziosità del sistema di guida.
I BMW IconicSounds Electric sono stati sviluppati
ELETTRICHE BMW
DELIZIA PER LE ORECCHIE
Un suono che è pure il modo in cui BMW vive l’elettromobilità con emozione e passione, attraverso musica, creatività e arte
ipotizzando le reazioni del guidatore, il quale vive un’esperienza emotivamente coinvolgente basata sull’interazione con l’auto a corrente. Durante la creazione dei suoni che possono essere ascoltati nell’abitacolo, il conducente è come guidato dalla “colonna sonora”, senza venirne sopraffatto. Gli IconicSounds Electric sono disponibili per BMW i4, iX e i7 dallo scorso anno. Possono essere importati in veicoli equipaggiati tramite i Remote Software Upgrade. Per la prima volta i soundscapes, concepiti per i modelli a propulsione elettrica e le loro varianti, a seconda della modalità My Mode selezionata, tengono conto anche delle
preferenze personali del guidatore e delle sue abitudini a seconda della situazione.
La base è composta da voci umane e strumenti classici, ma vengono utilizzati anche melodie meccaniche e mix insoliti per produrre vari toni. A esempio, voci femminili e il suono di una corda di chitarra fatta vibrare da un cilindro di vetro sono solo alcuni degli elementi incorporati nel sound del My Mode Comfort della i4. La modulazione del suono è quindi abbinata all’angolo dell’acceleratore. Vengono evocati momenti speciali per gli occupanti. Attivati tramite un pulsante sulla consolle centrale, i My Modes combinano e orchestrano numerose funzioni del veicolo.
E( VOLVO ) LA SICUREZZA COME AMBIENTE CREATIVO
INTERVISTA AL PRESIDENTE DI VOLVO CAR MICHELE CRISCI
Vetture elettriche con elevata autonomia, ricarica veloce, formule che sostituiscono l’utilizzo dell’auto al possesso specialmente per accedere alle tecnologie più costose. Volvo si dimostra all’avanguardia con prodotti sempre innovativi. Ne parliamo con Michele Crisci, presidente e amministratore delegato di Volvo Car Italia.
Lo sforzo è massimo anche nel nostro Paese, dove sappiamo esserci molte correnti avverse alla scelta elettrica. Una condizione specifica dell’Italia che non si riscontra in nessun altro Paese Europeo e che rende la sfida ancora più difficile.”
Con quali armi combattete, dunque?
“Certamente, prima di tutto, i nostri prodotti. Abbiamo modelli elettrici di grande qualità, come la SUV compatta XC40 e la crossover C40 che si stanno costantemente aggiornando e migliorando nelle prestazioni, da quelle dinamiche all’autonomia ai servizi accessibili a bordo in termini di connettività. La finalità è quella di migliorare la user experience di chi sceglie elettrico garantendo la massima libertà di movimento. Inoltre, abbiamo già iniziato a mostrare le Volvo elettriche di prossima generazione svelando nel novembre scorso la nuova EX90, SUV elettrico a sette posti alto di gamma – di fatto la nostra futura ammiraglia – che arriverà sul mercato a fine anno. Con i suoi 600 km di autonomia, il sensore lidar che la rende pronta alla guida autonoma, la tecnologia di sicurezza che è ora in grado di interagire con chi siede al volante grazie all’intelligenza artificiale, la EX90 mostra quale sarà il futuro elettrico di Volvo e in quale mondo si sta per entrare. Lanceremo un’auto elettrica nuova ogni anno, quest’anno ne arriverà infatti un’altra, e a questo aggiungeremo nuovi servizi e soluzioni di mobilità innovativa e sostenibile per
Mercato auto italiano: Presidente, Volvo come ha archiviato gennaio 2023?
“Abbiamo consegnato oltre 1.300 auto, in aumento del 38% rispetto allo stesso mese del 2022, a fronte di un incremento del mercato che è stato del 19%. Proseguiamo quindi la tendenza positiva iniziata negli ultimi mesi del 2022, anno comunque complicato per noi in termini di consegne e disponibilità di prodotto a causa della ridotta produzione in conseguenza delle mancate forniture di semiconduttori e materie prime.”
Quale strategia portate avanti nel nostro Paese?
“In Italia come nel resto del mondo Volvo è proiettata verso un futuro elettrico. Abbiamo da tempo annunciato l’intenzione di produrre solo modelli completamente elettrici a partire dal 2030, in anticipo dunque di cinque anni rispetto alla scadenza imposta ai Costruttori dall’Unione europea, con la prospettiva di arrivare alla neutralità climatica entro il 2040. Ma già nel 2025 la sfida sarà realizzare il 50 per cento dei nostri volumi di vendita in ambito globale con auto full electric, con la restante metà fatta da modelli ibridi.
rispondere alle esigenze più precise ed evolute della nostra clientela. E quando vedremo su strada le Volvo del futuro elettrico che ci siamo immaginati, il loro design sarà da far girare la testa…”
Tuttavia, si diceva, la mobilità elettrica in Italia non decolla ancora…
“Non solo non decolla ma addirittura, unico mercato in Europa, retrocede. Il cliente continua a palesare insicurezze verso l’elettrico, motivate dal timore di non sapere dove andare per ricaricare o causate dalla insufficiente autonomia della maggior parte delle auto tutte elettriche. In realtà, al di là che siamo solo, agli inizi di questo sviluppo, urge una visione strategica e interventi precisi anche da parte del nuovo governo in tal senso. Qui non si tratta solo di mobilità elettrica o meno, è l’intero sistema-Paese a rischiare di rimanere indietro o fuori da un momento fondamentale quale quello legato alla transizione energetica, un passaggio nel quale la mobilità ha un ruolo determinante. Da parte nostra cerchiamo di fare le cose al meglio. E non è un caso che nel 2022 Volvo si sia aggiudicata il premio DealerSTAT come brand che meglio interpreta il processo di elettrificazione della mobilità. A dirlo sono stati i concessionari italiani di 33 marchi del settore automotive. Non può che farci piacere un riconoscimento che ci dica che in termini di competitività della gamma attuale e futura, completezza dell’offerta a supporto della vendita e ruolo dei concessionari nel processo noi siamo stati i migliori.
In effetti, al di là degli ottimi prodotti elettrici che abbiamo e avremo, siamo impegnati in iniziative importantissime per rendere la mobilità elettrica accessibile a tutti.”
A cosa si riferisce?
“Soprattutto al progetto Powerstop per l’installazione di stazioni di ricarica veloce in tutto il territorio italiano, iniziativa che stiamo realizzando insieme ai nostri concessionari. I quali una volta di più stanno dimostrando una assoluta condivisione dei valori Volvo e la lungimirante capacità imprenditoriale che li caratterizza. Sono colonnine ultrafast da 150/175 kW presso le concessionarie Volvo, in prossimità di uscite delle principali autostrade italiane e in altri punti strategici del territorio italiano. L’iniziativa intende favorire la mobilità elettrica nel nostro Paese e fornire un rassicurante servizio a quegli automobilisti che valutano di guidare elettrico, ma temono le carenze infrastrutturali del nostro Paese in tema di possibilità di ricarica. Per i nostri clienti, ma non solo”.
In quale senso intendete allargare questa prospettiva?
“In linea con lo spirito di condivisione che da sempre è tipico di Volvo, i punti di ricarica Powerstop attivati da Volvo Cars saranno aperti agli utenti di veicoli elettrici di tutti i marchi e non solo agli utenti Volvo. Questo è un messaggio forte per tutti coloro che auspicano un passaggio effettivo senza patemi alla mobilità elettrica. E poi c’è l’auto condivisa”.
Che cosa si intende esattamente per auto condivisa?
“Parlo del servizio ELEC3City che abbiamo inaugurato a Portanuova, il primo esempio di car sharing di quartiere in Italia e non solo. Vogliamo dare risposte concrete alle esigenze di chi vorrebbe passare alla mobilità elettrica sia a lungo raggio sia in contesto urbano, per un reale cambio di passo infrastrutturale del nostro Paese. Viene destinato ai privati e alle aziende che operano, si muovono o insistono sull’area di Portanuova. Al tempo stesso, decongestiona il traffico e abbatte il livello di emissioni. Da un punto di vista di utilizzo aziendale, il progetto ELEC3City raggiunge le finalità proprie della nuova figura del Mobility Manager e si propone dunque come strumento a disposizione di chi è chiamato a gestire in maniera efficiente e sostenibile le esigenze di mobilità in chiave corporate”.
Siete stati fra i primi a credere che il possesso di un’auto possa essere sostituito dal concetto di utilizzo. Perché e com’è andata la scommessa?
“Abbiamo pensato a modi per rendere il processo di acquisizione dell’auto più agevole e meno problematico. L’idea di avere tutti i servizi inclusi in un canone mensile è interessante, senza contare che questo genere di ricetta permette di accedere alle tecnologie più sofisticate e alla mobilità elettrica senza ricorrere all’acquisto tradizionale. In questo senso crediamo che il futuro sarà sempre di più fatto di clienti che acquisiranno l’uso dell’auto attraverso formule di abbonamento al marchio sulla falsariga di quanto accade con la telefonia. In un mondo come quello automotive che si sta spingendo sempre di più nel digitale, ritengo sia un’evoluzione inevitabile. Il riscontro del pubblico è stato finora molto positivo e abbiamo tutte le ragioni di pensare che la sensibilità sarà sempre più grande in futuro, specialmente nelle generazioni di clienti/automobilisti più giovani. Ancora una volta, un’indicazione che ci fa pensare di essere sulla strada giusta.”
MERCEDES MAYBACH lo stile unico ed esclusivo del top-end luxury
In occasione del centenario, il marchio Mercedes-Maybach prosegue il suo viaggio verso l’individualità e il comfort ai massimi livelli con due modelli high-tech: la GLS, il SUV che monta un motore V8 da 557 CV e combina un look sportivo con l’eleganza di una berlina; e la berlina luxury Classe S con motore V12 e 612 CV, perfetta per viaggiare con l’autista. Vengono celebrati al meglio con una raffinata Edition 100 limitata a 100 esemplari ciascuno: elementi tipici di Maybach, come la mascherina del radiatore, recano l’emblema del marchio.Un secolo fa, infatti, la società Maybach Motorenbau GmbH presentò la sua prima vettura prodotta in serie, la W 3, ossia un’opera d’arte in movimento: negli anni a seguire, la Casa divenne espressione di posizione sociale e di finezza artigianale. Ogni modello si riallaccia alla tradizione, prendendo forma dopo uno scambio con il cliente nel Center of Excellence di Sindelfingen, vicino a Stoccarda. Inoltre, le vetture possono essere personalizzate con ricchezza di dettagli dagli specialisti della gamma.
“Ogni Maybach rappresenta il lusso sofisticato da ogni punto di vista”, sostiene Philipp Schiemer, fra l’altro Head of Top End Vehicle Group Mercedes-Benz AG. Basti dire che l’abitacolo della GLS in edizione limitata è isolato acusticamente e dotato di equipaggiamenti in pelle pregiatissima, con predellini di accesso estraibili a comando elettrico che garantiscono il massimo comfort nelle salite e nelle discese; mentre la Classe S ha il vano posteriore First Class isolato acusticamente e dotato del Surround Sound System Burmester 4D, oltre alle funzioni di riscaldamento e massaggio dei sedili, e agli schermi high-tech per l’infotainment. Le due vetture sono verniciate a mano nelle medesime tonalità, ossia argento high-tech e blu nautico, presentando un design speciale per gli interni in pelle, realizzati nella combinazione di bianco cristallo/grigio argento pearl. Nell’anniversario, debutta anche la serie speciale di calici da spumante del produttore di argenteria Robbe & Berking. Alla base presenta il logo Maybach e l’incisione “100 Years”.Tuttavia, il marchio tedesco è pure sinonimo di impegno sociale. In qualità di organizzazione non-profit, la Maybach Foundation, promuove la prossima generazione di innovatori attraverso programmi di mentoring: si concentra su giovani che abbiano sviluppato un talento particolare in una determinata disciplina. Dispiegando l’attiva nei settori più dispara
ti: società, etica, scienza, tecnologia, arte e sostenibilità. In parallelo, viene presentata la Mercedes-Maybach S 680 by Virgil Abloh, disponibile in soli 150 esemplari e realizzata in collaborazione con il Direttore artistico di Louis Vuitton e fondatore del brand Off-White, prematuramente scomparso nel novembre del 2021. Gli esterni offrono la tipica combinazione bicolore; la parte superiore dell’auto si distingue per la livrea in nero ossidiana lucido, mentre quella inferiore, le fiancate e i cerchi sono verniciati in una tonalità sabbia.Abitacolo a quattro posti della S 680 by Virgil Abloh, volante, porte, sezione inferiore della plancia portastrumenti e tetto sono rivestiti in nappa color nero e sabbia. Il contenuto digitale dell’interfaccia utente è arricchito da elementi visivi: il pulsante Home con bordo colorato e logo del marchio che identifica questa special edition, le immagini del profilo decorate con esclusivi accessori.Il 2023 segna, invece, l’anno dell’elettrificazione di Mercedes-Maybach con il debutto del suo primo modello full electric. La sostenibilità non è associata solo alla tecnologia propulsiva, ma anche ai materiali utilizzati nella vettura. Durante la fase di sviluppo, infatti, in un’ottica di economia circolare, la Casa redige un piano di riciclaggio per ciascun modello, nel quale tutti i componenti e i materiali vengono esaminati sotto il profilo della sostenibilità. Il lusso sostenibile.
Ogni Maybach rappresenta il lusso sofisticato da ogni punto di vista
AUDI ACTIVESPHERE CONCEPT GUIDARE L’ELETTRICO IN REALTÀ AUMENTATA
Con un sorriso europeo: così Audi si pone nei confronti del 2023, avendo chiuso il 2022 con una market share superiore al 4%, record storico per il brand. Risultati che confermano l’Italia il quinto mercato al mondo, e il terzo in Europa, per la Casa tedesca, ribadendo la sua leadership nella mobilità premium per il 14esimo anno consecutivo. Merito di una gamma che piace, di un marchio che fa status symbol, e di una costante evoluzione verso elettrico, guida autonoma, tecnologia di bordo. Audi tiene fede al claim “All’avanguardia della tecnica”, grazie a motorizzazioni a benzina, diesel, mild-hybrid, plug-in hybrid, a metano e full electric. Ma la Casa tedesca si sta evolvendo in fornitore di mobilità premium sostenibile: si vedano i SUV compatti nativi elettrici Q4 e-tron e Q4 Sportback e-tron. Un’ulteriore dimostrazione arriva dalla activesphere concept, che rappresenta la massima espressione tecnica e stilistica della famiglia di questi prototipi.
Lunga quasi cinque metri, la activesphere concept riassume in sé diverse carrozzerie: a seconda di come la si guarda, è SUV, coupé, ma anche crossover e persino pick-up. Solo un esercizio di stile? Per niente. Questo modello anticipa il design dei futuri modelli dei quattro anelli, che mette la persona al centro di tutto. Lo testimonia il nome in inglese “sphere”, ossia sfera, che è lo spazio attorno agli occupanti (guidatore e passeggeri). Prima si studiano le esigenze delle persone, affinché vivano bene il viaggio, e poi si crea la struttura intorno a queste.
Leadership nella mobilità premium per il 14esimo anno consecutivo
L’Audi activesphere concept: basata sulla piattaforma nativa elettrica PPE (Premium Platform Electric), sviluppata in collaborazione con Porsche sotto la direzione Audi. Obiettivo, consentire di realizzare una molteplicità di vetture elettriche di grande serie spaziando dai SUV alle berline-coupé, sino alle Avant. Il modulo batteria di questa concept ha una capacità di 100 kWh. Due o motori elettrici: uno in corrispondenza di ciascun assale, per una potenza complessiva del powertrain di 442 CV. La batteria è caratterizzata da una tensione nominale di 800 Volt che consente la ricarica in corrente continua (DC) con potenze sino a 270 kW. Risultato: il veicolo assorbe in 10 minuti energia sufficiente per percorrere oltre 300 chilometri. E in 25 minuti il livello di carica passa dal 5% all’80%.
Muscolosa, col tetto molto spiovente, ha generosi passaruota a sottolineare le prestazioni fuoristradistiche, e le porte che si aprono a libro, mancando il montante centrale. La parola d’ordine dell’Audi activesphere concept è versatilità. Le sospensioni pneumatiche adattive e la trazione integrale quattro elettrica garantiscono elevate performance nella guida sportiva e nell’offroad. Il guidatore può divertirsi al volante o rilassarsi innestando la guida autonoma. In un attimo, premendo un pulsante, il SUV diviene pick-up, con un pianale di carico aperto, denominato “active back”, in grado di trasportare sino a due e-bike. Al centro della struttura del tetto è integrato un portascì a scomparsa, estraibile all’occorrenza.
L’idea geniale la trovate dentro l’abitacolo. La fa da padrone l’Audi Dimension, in grado di combinare mondo fisico e mondo virtuale dando vita alla mixed reality, così da visualizzare in tempo reale contenuti digitali integrati nel campo visivo degli occupanti. Gli occhiali per la realtà aumentata garantiscono una nitida percezione dell’ambiente circostante e di tutte le informazioni rilevanti per il guidatore. In questa show car, chi utilizza i visori può accedere a pannelli di controllo e display virtuali, ovviamente invisibili a occhio nudo. Le “zone touch” sono prive di supporto fisico: gli occhiali mostrano ed eseguono le funzioni reagendo al tocco degli utenti. E qualora si concentri lo sguardo su di un’informazione, dimostrando interesse, il sistema fornisce ulteriori dettagli. L’auto che sa cosa stai osservando, per una guida confortevole e sicura.
In un mercato automobilistico sempre più complesso e dinamico, spicca la crescita di Horizon Automotive, l’azienda di mobilità indipendente che in soli 3 anni si è imposta come punto di riferimento per il noleggio a lungo termine (NLT) e per tutte le nuove formule di mobilità alternative all’acquisto dell’auto. La sua unicità risiede nella combinazione perfetta tra le due anime dell’azienda, una digitale e l’altra fisica, che dialogano costantemente regalando una customer experience unica in Italia. Per averne una prova è sufficiente consultare il sito Horizon Automotive dove è possibile trovare la migliore soluzione NLT per Liberi Professionisti, grandi Aziende e Privati, sollevandoli da ogni incombenza, amministrativa o manutentiva, affinché possano concentrarsi sulle proprie attività o semplicemente per godersi un’esperienza stressfree. Inoltre, il sito di Horizon permette di selezionare l’auto desiderata geolocalizzando la propria ricerca e scegliere tra i veicoli presenti, molti dei quali disponibili in pronta consegna.
Nata dalla passione e competenza di Luca Cantoni e Stefano Odorici, la società milanese vanta un rapporto privilegiato con il mondo dei dealer, come dimostrano gli attuali cinque soci, tra i più importanti gruppi italiani (Denicar, Autorigoldi e i più recenti Scarabel, Spazio e Frentauto) e più di 20 concessionari partner che garantiscono la copertura di ben 15 regioni italiane. In questo contesto si inseriscono anche i 10 Horizon Store capaci di accogliere e guidare i clienti alla
HORIZON AUTOMOTIVE INNOVAZIONE E PASSIONE AL SERVIZIO DELLA NUOVA MOBILITÀ
scoperta di un segmento di mercato in forte crescita. Del resto, l’idea di partenza è stata proprio quella di affiancare i concessionari nell’ambito del NLT e delle nuove formule di mobilità, oltre ad offrire ai clienti un’esperienza tailor made completa, proponendo tutti i servizi oggi disponibili sul mercato tramite un modello “Marketplace digitale”.
Da sottolineare che la forte connotazione digital ha portato Horizon ad investimenti importanti in termini di tecnologia e di presenza digitale. Ad esempio, pochi giorni fa, sul portale web sono stati attivati gli indici Horizon Index 2 e Super Index. Basati su algoritmi proprietari, entrambi permettono di comparare l’offerta di noleggio Horizon con i costi da sostenere per l’acquisto in proprietà della stessa auto, mostrandone la convenienza per il cliente. In particolare, Horizon Index 2 si basa su un algoritmo con valori multipli certificati da fonti ACI, listini ufficiali e dati forniti dai concessionari del network. L’indice analizza e compara i costi relativi all’acquisto e mantenimento di ogni modello pubblicato sul sito Horizon, confrontandoli con il rispettivo canone di NLT. Tutto ciò consente al cliente di orientarsi e comprendere in maniera chiara e consapevole il mondo del NLT e i vantaggi che può portare rispetto all’acquisto in proprietà.
Il settore del noleggio a lungo termine è cambiato con l’arrivo della nuova società nata e cresciuta insieme ai concessionariLuca Cantoni, CEO di Horizon Automotive
RUOTE DA SOGNO
DOVE SBOCCIA LA PASSIONE
prodotto (non solo auto e moto d’epoca, ma soprattutto Youngtimer) ed investendo per esportare il proprio Brand oltre confine. Lo scorso agosto, infatti è nata la Ruote da Sogno US Corporation a Miami, in Florida, una sede istituzionale per operare con il mercato statunitense e sfruttare le numerose sinergie in un’area in cui il collezionismo è davvero ai massimi livelli. Altra novità per l’anno 2023 è la nascita della prima filiale di Ruote da Sogno a Firenze, che conferma la volontà di garantire un servizio di alto livello: una consulenza specializzata su un prodotto estremamente di nicchia. Firenze sarà anche un polo logistico interessante che permetterà a Ruote da Sogno di dialogare con il Centro e Sud Italia. Espandere il mercato significa anche ampliare i servizi offerti al cliente: nasce così l’accordo con FCA Bank, grazie al quale Ruote da Sogno propone il finanziamento sull’acquisto di auto da collezione, per privati ed aziende. Una novità in un settore in cui l’automobile si conferma sempre più come asset di investimento e non esclusivamente come un bene di lusso. L’obiettivo di Ruote da Sogno è quello di sfidare i trend di mercato, con delle strategie di lunga durata e d’avanguardia, per distinguersi dai competitors. Il 2022 ha dato conferma di come gli sforzi di tutto il team siano stati ripagati ben oltre le aspettative, fornendo lo stimolo necessario per affrontare un 2023 ancora più florido di novità.
Un’idea visionaria, aggiunta ad una generosa dose di passione e competenza, un pizzico di follia, il tutto servito all’interno della Motor Valley Emiliana: questo è Ruote da Sogno. Se a prima vista può sembrare un museo, in realtà è il più grande dealer italiano specializzato nella compravendita e scouting di auto e moto d’epoca. Un’azienda nata a Reggio Emilia nel 2016, fondata da Stefano Aleotti. Un mix avvincente di più di 250 auto e 400 moto, ed eventi che ogni giorno anima lo showroom di oltre 8.000 mq e la sua officina, vero cuore pulsante di tutta l’azienda. Il 2022 è stato un anno fondamentale per Ruote da Sogno: un anno di crescita, di investimenti e di prestigiose collaborazioni, con l’obiettivo di posizionarsi a livello internazionale. Un Atelier che nel 2022 ha superato i 43 milioni di Euro, oltre 2.000 mezzi movimentati tra acquisti e vendite, con l’obiettivo di superare i 50 milioni di Euro nel 2023. Dietro a questi numeri c’è la volontà di far conoscere un Brand al grande pubblico e diffondere una cultura motoristica a due e quattro ruote, colma di fascino e bellezza. Ruote da Sogno ha osservato una profonda mutazione nel mondo del collezionismo negli ultimi due anni. Ha saputo cogliere nuove sfide ed opportunità del mercato, comprendendo le diverse esigenze dei clienti, cercando di differenziare il
Ruote da Sogno SRL
Via D. da Torricella, 29 Reggio Emilia, Italy
+39 0522 268 511, info@ruotedasogno.com
MUTAZIONE GENETICA DELLA MOBILITÀ
MOTO PROTAGONISTA
Svolge un ruolo decisivo negli spostamenti individuali e urbani, si evolve sotto il profilo del design e delle tecnologie adottate, contribuisce alla transizione verso l’elettrico: questo l’identikit di lei, la moto. Che, assieme allo scooter, si è trasformato in un asso vincente per chi è attivo, propositivo sul lavoro e nella vita. Un veicolo, la moto, che spesso sa essere leggera e potente quanto basta per la città, in seguito trasformandosi in un insostituibile “cavallo” su percorsi epici. Viaggiando sulle due ruote senza barriere, grazie anche a sistemi come il Telepass che, in qualità di pioniere del telepedaggio, ha dato un contributo rilevante a ridurre le file ai caselli autostradali. Business nel quale ha di recente fatto il suo ingresso un colosso assicurativo come Unipol. A spingere verso questa mutazione genetica della mobilità, anche il design. Le due ruote suscitano infatti emozioni speciali: basti pensare alla Ducati Diavel V4, che trae ispirazione proprio dalle muscle car, dall’estetica dei supereroi, riproponendo l’immagine di un centometrista pronto allo scatto ai blocchi di partenza. Icona
dell’intramontabile piacere di guidare un mezzo moderno. Mentre le Triumph Chrome Collection risplendono con i loro serbatoi cromati in cui ci si può specchiare, una BMW R 1250 GS è in grado di essere… un’avventura avanti. Intanto, un gioiello come il Piaggio 1, l’e-scooter per la mobilità urbana, si è presentato in una nuova versione più performante per il 2023, con l’obiettivo di garantire un commuting ancora più brillante, facile e sicuro. Proprio quando debuttava sul mercato lo scooter Fantic Electric. E se invece vi chiamano le montagne? La nuova Honda XL750 Transalp è pronta. Oppure si possono cavalcare i sogni sulla Benelli TRK502X. Con tanta Italia protagonista: in particolare, Moto Morini continua la sua espansione annunciando il suo ingresso nel mercato statunitense. A proposito di emozioni, KTM è capace di regalare gemme come la Brabus 1300 R Edition 23, naked dallo stile unico. Ma il gruppo austriaco svaria in scioltezza su più fronti: conta su marchi come Husqvarna (specializzato in moto premium da viaggio, strada, enduro e cross) e Gas Gas (conosciuto specie per le due ruote da trial).
La Casa yankee, nata nel 1903 a Milwauke, compie 120 anni. La collezione Anniversary è da batticuore, con sei modelli in edizione limitata e serializzati, arricchiti da vernici e finiture commemorative per rendere omaggio a 120 anni di abilità artigianale.
NOVITÀ 2023
BENELLI: IL RUGGITO DEL LEONCINO
Le Benelli TRK 800 e TRK 702 X hanno di recente illuminato la scena al Motor Bike Expo 2023: sono le nuove proposte adventure del brand di Pesaro, che sfrutta appieno le sinergie del gruppo cinese Qianjiang, del colosso Geely. Oltreché con le due endurone, il Leoncino italiano ha fatto sentire il suo ruggito anche con la Tornado Naked Twin 500. Da assaporare la BKX 250 per muoversi in libertà e la BKX 250 S per la giungla metropolitana. Andando incontro alle esigenze dei consumatori, Benelli propone inoltre finanziamenti sino a 78 mesi.
UN SECOLO DI BMW MOTORRAD, PIÙ GIOVANE ED ENERGICA CHE MAI
Era il 28 settembre 1923 quando il capo progettista Max Friz disegnò la prima moto BMW presentata al Motor Show tedesco: da lì, un successone che si protrae nei decenni, estendendosi dall’Adventure al Roadster, passando per Sport e Urban Mobility. Futuristico il Garage online BMW Motorrad, col mezzo prenotato nel web e consegnato a casa. Per cavalcare una R 1250 GS, per esempio, col design dell’illuminazione a LED, grazie al faro orientabile con luce di curva adattiva, la sella riscaldata e sette modalità di guida.
UNA DUCATI DIAVEL V4 PARADISIACA
La sintesi perfetta fra una maxi sport naked e una muscle cruiser: è la Ducati Diavel V4. Granturismo dalla potenza elevata (168 CV) che garantisce fluidità d’erogazione a ogni regime, grazie a tanta coppia sempre disponibile. Da divorare con lo sguardo il serbatoio in acciaio, caratterizzato da forme movimentate e scultoree. Ma la Casa di Borgo Panigale (Bologna), del gruppo tedesco Audi (Volkswagen), stupisce con una gamma composta fra gli altri dalle Scrambler per la città, dalla Panigale V4 R e dalla Monster SP. Passioni da condividere, magari entrando nel Multistrada V 4 Promoter Program.
FANTIC IL PRIMO BICILINDRICO DELLA CASA
Da Dosson di Casier (Treviso) con furore: qui nascono le Fantic. Che ha da poco sfornato gioielli quali la Caballero 700 (prima bicilindrica della Casa), scrambler per affiancare in gamma le sorelle minori 500: vede il debutto del traction control e dell’Abs Cornering, sistema in grado di leggere l’inclinazione della moto adeguandone la risposta dell’impianto frenante evitando così le cadute per chiusura dell’avantreno. Una seconda “scossa” proviene dallo scooter Electric, per sgusciare ovunque nel traffico delle metropoli: grazie alle due ruote da 16’’ superare ostacoli tremendi come rotaie e dissesti stradali.
HARLEY-DAVIDSON, LA LEGGENDA CHE DURA DA 120 ANNI
Un’esplosione di adrenalina a stelle e strisce, in un cocktail di tecnologia che apre mille orizzonti e di storia: Harley-Davidson celebra la nascita a Milwaukee nel 1903. La Casa statunitense prosegue nell’inventare moto che divengono icone di viaggi infiniti e panorami straordinari. Si va dalle Sport come la Nightster dotata di doppi ammortizzatori posteriori a vista, per scolpire le strade di montagna e sfrecciare nelle vie urbane, mossa dal Revolution Max 975 (un V-Twin raffreddato a liquido messo a punto che genera una coppia eccezionale a bassi regimi). Alle Cruiser dal retaggio autentico, passando per le Grand American Touring, sino alle Trike su tre ruote.
Le favole iniziano con un sogno, come accaduto a Honda, che nel 1949 ha creato il modello D, come “dream”: da allora, il genio in salsa giapponese si è manifestato in mille modi. Oggi, in particolare, quando le montagne chiamano, la XL750 Transalp, moto adventure simbolica, ti consente di guidare un mezzo maneggevole, con carenatura e cupolino realizzati per combinare perfettamente aerodinamicità e protezione dal vento. La CL500 è invece la Street Scrambler dallo stile selvaggio e motore bicilindrico. Non è da meno quella scultura in movimento dal nome Forza 350, col parabrezza elettrico azionabile tramite un pulsante. Immancabile l’elettrico, l’EM1 e: il primo veicolo a due ruote a batteria destinato all’Europa.
Alla conquista del mercato statunitense: questo il titolo del film che vede come star l’italiana Moto Morini, da Trivolzio (Pavia), grazie anche ai capitali dei cinesi di Zhongneng Vehicle Group. La miscela data dalla maestria artigianale italiana, dalla qualità premium e dalle prestazioni notevoli ha già fatto breccia in Europa, India, Asia e Argentina.
I segreti? La X-Cape 650 cc, adventure dalle linee futuristiche, con la ruota anteriore da 19’’ e la forcella regolabile da ben 50 mm di diametro per una tenuta di strada ottimale.
Mentre fa girare la testa la neoarrivata Seiemmezzo poliedrica e divertente.
In un fatturato moto mondiale che gira sui 100 miliardi di dollari annui, fra i leader di mercato c’è la connazionale Piaggio del Gruppo Immsi, holding italiana della famiglia Colaninno. La Casa di Pontedera (Pisa), fondata nel 1884, ha di recente lanciato l’iconica gamma MP3, che si arricchisce di una livrea total black, e la Beverly 400 hpe Deep Black, che combina la versatilità di un veicolo a ruota alta con le prestazioni e i comfort da Gran Turismo. Al contempo, Il Piaggio 1, lo scooter 100% elettrico, si è rinnovato nelle performance e nei colori, con la nuova configurazione tecnica che migliora accelerazione e reattività.
C’è un veicolo nato per far respirare la libertà con stile: il Ténéré 700, moto adventure per lunghe distanze di Yamaha. Che con le Hyper Naked come la MT-10 SP permette di conoscere l’esperienza di guida definitiva. Mentre la XSR900 dice la sua in tutti i percorsi, che si tratti di strade tortuose o di un rettilineo. Ma la Casa nipponica ha fatto il pieno anche con gli scooter, su tutti il leggendario TMAX, il più venduto in Europa, radicalmente migliorato con lo schermo TFT a colori da 7 pollici migliore della categoria, con connettività per smartphone. Per l’urban mobility, il Tricity 300 a tre ruote, o l’elettrico NEO’s.
POTENTE VERSATILE ESPLOSIVA IN POCHE PAROLE KTM
1290 SUPER ADVENTURE S
L’ammiraglia del maggior produttore europeo di moto, per il 2023 si rifà il trucco con nuove grafiche, due colorazioni Black & Orange e Graded Gray fortemente distintive e dettagli tecnici che la rendono ancora più affascinante, più confortevole e sempre più ricca nelle dotazioni.
La 1290 SUPER ADVENTURE S è dotata di serie di un grande display interattivo TFT da 7”, che combinato al pratico blocchetto di sinistra consente di gestire tutte le opzioni che la moto offre: dai numerosi Riding Mode all’ABS Cornering, dal Traction Control alle sospensioni semiattive WP ampiamente personalizzabili, fino all’Adaptive Cruise Control. Sul modello 2023 sono state introdotte nuove funzioni nella strumentazione, che grazie alla rinnovata app KTMConnect, consentono di monitorare la navigazione per waypoint con il sistema Turn-by-Turn+.
Inoltre, con il nuovo sistema è possibile memorizzare 10 contatti preferiti - o richiamare gli ultimi 10 numeri - così come accedere alla propria playlist musicale.
La Super Adventure è inoltre equipaggiata con faro a LED dotato di Cornering Light integrate e di una sofisticata piattaforma inerziale 6Dsviluppata in collaborazione Bosch - che tiene sotto controllo tutti gli apparati elettronici di sicurezza.
Cuore pulsante della moto è sempre lui, l’iconico motore LC8 da 1.301cc, 160 CV e 138 Nm di coppia, che abbinato a una ciclistica solida ed efficace, eleva la 1290 SUPER ADVENTURE S nell’olimpo delle moto da viaggio.
Performance ma non solo: grazie alla sella sdoppiata con doppia altezza per il pilota, all’ergonomia regolabile e al rinnovato parabrezza, la Super Adventure è in grado di accompagnare ogni viaggiatore verso la propria meta nel pieno comfort e nel minor tempo possibile!
La Super Adventure è in grado di accompagnare ogni viaggiatore verso la propria meta nel pieno comfort e nel minor tempo possibile
La GASGAS ES 700 è una monocilindrica tutto pepe che porta sull’asfalto e sullo sterrato il carattere giocoso e vibrante del Brand di origini spagnole GASGAS. Grazie a un approccio alla guida unico nel suo genere e alla grande versatilità della sua ciclistica, gestire il potente monocilindrico da 74 CV della ES 700 è un gioco da ragazzi! Con la ES 700 infatti, ogni viaggio diventa un’avventura ed è facile esplorare sentieri remoti, divertirsi a guidare su diverse superfici o semplicemente aggiungere un pizzico di divertimento ai tragitti quotidiani. Insomma, la ES 700 è una Dual Sport pronta a tutto – soprattutto a giocare – che unisce prestazioni, qualità e collaudate capacità offroad per divertirsi in ogni condizione, anche la più impegnativa!
NORDEN 901
Ispirata alle inarrestabili moto da Rally che competono alla Dakar, la Husqvarna Norden 901 è costruita per coprire lunghe distanze sui terreni più variegati e difficili. Veloce, divertente, agile e dotata di un pacchetto elettronico evoluto, è una moto che sa rendere gratificanti anche le giornate in sella più lunghe, non importa quanto lontano si decida di andare, su strada come in offroad. La Norden 901 è dotata di un potente motore bicilindrico parallelo da 899 cc, 105 CV e 100 Nm di coppia, le cui prestazioni sono facilmente gestibili grazie ai 3 Riding Mode di serie, mentre la sicurezza è affidata al Traction Control e all’ABS Cornering con modalità Offroad. La moto è inoltre dotata di sospensioni regolabili WP APEX, per un comfort eccezionale sia su strada che in fuoristrada!
Rossa, vibrante, divertente: la NUOVA ES 700 esprime al meglio il carattere caliente di GASGAS
Viaggiatrice dinamica e versatile dalle straordinarie capacità, sia su strada che in fuoristrada: è la HUSQVARNA
Mettiamocelo
Il successo è qualcosa di molto personale e dipende dalla sicurezza con cui si affronta la propria strada, qualunque essa sia, chiunque noi siamo.
bene in testa.
IMPLICAZIONI DEL METAVERSO NEL SETTORE AUTOMOTIVE
Uno dei principali vantaggi del metaverso per il settore automotive è la possibilità di creare esperienze di acquisto virtuali immersive
Inoltre, il metaverso offre alle aziende automobilistiche la possibilità di testare nuovi design e nuove funzionalità senza dover costruire prototipi fisici. Questo potrebbe aiutare a ridurre i costi di sviluppo dei prodotti e accelerare il tempo di commercializzazione. Ad esempio, le aziende potrebbero utilizzare il metaverso per testare nuovi materiali o configurazioni di sedili senza dover costruire un prototipo fisico.
Il metaverso, definito come uno spazio virtuale tridimensionale interattivo, sta rapidamente emergendo come un nuovo terreno fertile per l’innovazione in molte industrie. Il settore automotive non fa eccezione, poiché le aziende automobilistiche stanno esplorando le implicazioni del metaverso per migliorare l’esperienza dei clienti e per sviluppare nuovi prodotti.
Uno dei principali vantaggi del metaverso per il settore automotive è la possibilità di creare esperienze di acquisto virtuali immersive.
Le aziende automobilistiche possono utilizzare il metaverso per consentire ai clienti di configurare e personalizzare i propri veicoli in un ambiente virtuale, dando loro un’idea precisa di come apparirà il veicolo quando sarà consegnato. Questo potrebbe aiutare a ridurre il rischio di delusione o di insoddisfazione del cliente dopo l’acquisto.
Inoltre, il metaverso potrebbe aiutare le aziende automobilistiche a migliorare la formazione degli operatori. Le aziende potrebbero creare ambienti virtuali di addestramento per consentire agli operatori di apprendere e praticare le procedure di produzione in un ambiente sicuro e controllato. Questo potrebbe aiutare a ridurre gli errori e migliorare l’efficienza della produzione. Infine, il metaverso potrebbe avere implicazioni per il design dei veicoli stessi. Le aziende automobilistiche potrebbero utilizzare il metaverso per ottenere feedback dai clienti sui nuovi design, offrendo una maggiore flessibilità nella progettazione del veicolo. Inoltre, il metaverso potrebbe consentire alle aziende di creare veicoli completamente nuovi, come veicoli autonomi, che richiedono una nuova progettazione e tecnologia.
In sintesi, il metaverso offre molte implicazioni interessanti per il settore automotive, dalla personalizzazione dell’esperienza dei clienti alla riduzione dei costi di sviluppo dei prodotti e alla formazione degli operatori. Tuttavia, ci sono anche sfide da affrontare, come la necessità di investire in tecnologie di realtà virtuale e di garantire la sicurezza dei dati dei clienti. Nonostante ciò, il metaverso potrebbe offrire opportunità di innovazione significative per le aziende automobilistiche, che dovrebbero continuare a esplorare questa tecnologia emergente.