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Franco Gussalli Beretta: «Fare sistema e velocità di reazione: così usciremo dalla crisi

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UBI BANCA

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MEDICINA

Foto Light&Magic Productions

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COTRONEO Dottor «Covid-19: c’ero anch’io “in trincea” La guerra l’ho sentita solo dai racconti di mio nonno, non avrei mai pensato di viverla di persona»

Marzo e aprile per Bergamo e tutti i suoi o s p e d a l i s o n o stati mesi veramente drammatici: terapie intensive piene, posti letto introvabili, turni infiniti di medici e infermieri, paura continua e grande dolore per molte famiglie. Gianluca Cotroneo, oncologo presso gli ospedali di Seriate e Alzano Lombardo, sa bene cosa significhi essere medico durante il periodo della pandemia e ha deciso di raccontarsi, dal suo lavoro di tutti i giorni, alla lotta contro il

Covid, fino ad arrivare al progetto

Methodo Medical Center.

Tempo fa ci disse che in caso di tumore la prevenzione è la miglior cura, è ancora così o la sua opinione è cambiata con l’avanzare delle scoperte in campo medico in Italia?

La prevenzione è ancora fondamentale, ci sono diverse patologie, come il tumore al colon o quello alla mammella, che possono essere diagnosticate precocemente e quindi ad oggi sono nella maggior parte dei casi guaribili. I soggetti predisposti ne devono essere informati per poter entrare in uno screening di controlli periodici che permette di scoprire, nel minor tempo possibile, la formazione di masse tumorali. Bergamo è la provincia con la più alta incidenza di cancro in Europa e questi dati sono sempre in aumento, ma tutto ciò che non è prevenibile dal punto di vista eredo-familiare può essere corretto rispetto alle abitudini voluttuarie: evitare fumo e alcool ed avere un buono stile di vita: una sana alimentazione e l’attività fisica possono diminuire del 30% il rischio.

Che passi ha fatto il mondo oncologico in questi anni? L’oncologia è sempre stata vista come “il curare una

«Un messaggio per Bergamo? Perdonatemi il bergamasco ma il messaggio migliore è “Mola mia” Bergamo in questa situazione si è mossa in maniera coesa e ha dimostrato la sua solidarietà e la sua forza nel non fermarsi mai»

malattia inguaribile”, ora è la branca che ha avuto più progresso in termine di cure, a partire dalle classiche terapie a bersaglio molecolare fino ad arrivare all’innovativa immunoterapia, che alcune volte ci permette di ribaltare totalmente la situazione di un paziente. Indubbiamente riuscire a raddoppiare se non triplicare la mediana di sopravvivenza con uno stile di vita molto dignitosa su una malattia metastatica avanzata, e quindi inguaribile, è un traguardo importantissimo.

Come ha vissuto lei il periodo della pandemia Covid? Noi oncologi abbiamo continuato a svolgere il nostro compito, non c’è stato giorno in cui non abbiamo continuato a fare le chemioterapie a tutti i nostri pazienti. In più ci siamo dedicati anche a lavorare nei reparti Covid per fronteggiare questa malattia a noi sconosciuta che, dal punto di vista psicologico, ci ha abbastanza devastati, è stato estremamente frustante veder morire così tanta gente in pochissimi minuti senza riuscire a capirne la motivazione. La guerra l’ho sentita solo dai racconti di mio nonno, non avrei mai pensato di viverla di persona, le cose peggiori erano il sentirmi impotente di fronte alla morte e la solitudine che accompagnava i malati fino alla fine, noi ovviamente cercavamo il più possibile di stargli vicini. Grazie al confronto con tutte le aziende ospedaliere lombarde abbiamo imparato a rapportarci con questo virus, ho notato una grande solidarietà tra tutti gli operatori sanitari, nessuno si è mai tirato indietro dall’andare al lavoro, nonostante il rischio e la paura. La forza più grande me l’ha data la mia famiglia, mi infondevano la motivazione per andare in ospedale ogni giorno, con la voglia (e devo ammetterlo, anche la speranza) di tornare a casa da loro.

Ha deciso, insieme a due suoi amici, nonchè soci: Angelo Agnelli e Nicola Caloni, di aprire il poliambulatorio “Methodo Medical Center”, ci racconta in breve cosa svolgete qui? Come è nato e cosa vi aspettavate da questo progetto? Il progetto è nato una sera a cena, parlando delle partite di pallavolo, da lì è venuta l’idea di creare un centro medico sportivo. Con il tempo abbiamo composto una struttura tale da racchiudere la medicina sportiva per poter collaborare con le società, la fisioterapia e riabilitazione e la medicina estetica. Il piano ad oggi non è ancora completo, vogliamo dare un servizio a tutto tondo implementando anche la medicina del lavoro, che in un periodo come questo può servire alle aziende, l’altro sogno sarebbe quello di diventare anche un centro provider di corsi di formazione. Abbiamo raggiunto inoltre un traguardo inaspettato, Methodo da pochi anni collabora con la società calcistica AlbinoLeffe ed ora sono uno dei medici sociali della squadra. Ilaria De Luca

MUSICA

“Rinascerò, Rinascerai”

Roby Facchinetti: «Molti malati mi hanno scritto che il mio brano era per loro la miglior cura»

«H o composto “Rinascerò, Rinascerai” di getto, inconsapevolmente, volevo solo suonare per dimenticare e poter sentire meno dolore, angoscia e paura, queste malati mi hanno scritto che ascoltare la mia canzone era per loro la medicina migliore, anche contro la solitudine. Alcune famiglie sono state quasi cancellate a causa di questo virus, sono morti anche molti giovani oltre che anziani, la scena dei carri militari che trasportano via le bare da Bergamo resterà nella storia. Ho vissuto barricato in casa, con la paura per erano sensazioni che abbiamo vissuto tutti noi di Bergamo la mia famiglia e i miei cari, che ogni volta che leggevo il e provincia. giornale aumentava sempre di più. Speriamo veramente Poi ho capito che questo brano aveva un’anima speciale, di non dover rivivere ciò che è successo in quei giorni così aveva in sé una carica di positività devastanti, anche l’economia è in un momento veramente buio stata messo in ginocchio. Quello per la nostra città». Con queste parole il cantautore Roby Facchinetti, purosangue bergamasco, ha dedicato un pensiero ai nostri lettori. «Io e Stefano D’Orazio l’abbiamo realizzato in pochissimi giorni, «Chi ha vissuto la guerra ha vissuto dei momenti duri ma possono confermare che questa pandemia a cui dobbiamo pensare adesso è ricominciare, con le dovute precauzioni, per tornare alla vita normale. Io e la mia band dovevamo partire a maggio per un tour, aspettavamo tutti quel momento, ma ad ora stiamo stando ognuno nella propria abitazione, ed è una cosa è stata anche peggio» cercando di capire come fare e se procedere per via di tutte le straordinaria che, dal momento regole e limitazioni, ho cinquanta in cui la casa discografica ha pubblicato la canzone in rete, persone che lavorano per me ed è da quando ho fatto in pochissime ore è arrivata in tutto il mondo. Hanno già l’ultimo concerto che non percepiscono uno stipendio, così fatto traduzioni in tantissime lingue e vedo molti video come molti altri italiani in cassa integrazione. Chi ha vissuto legati alla pandemia Covid con “Rinascerò, Rinascerai” la guerra ha trascorso dei momenti duri, ma tutti possono come sottofondo. Non mi aspettavo un successo del confermare che questa pandemia è stata anche peggio genere, frutto delle mie origini e dell’amore per Bergamo, perché questo virus ha colpito l’intera popolazione nel è diventato davvero un inno alla speranza: evidentemente modo più trasversale ed è un “nemico invisibile” a noi ancora tutti, in tutto il mondo, hanno vissuto il medesimo problema sconosciuto. Mi auguro veramente che quest’esperienza ci e con questo brano si sono sentiti un po’ meglio. Ho sempre sia servita per migliorarci, per cercare di capire i nostri errori vissuto di musica e so quanto possa dare conforto, molti e non commetterli più». Ilaria De Luca

LOREM IPSUMPOLITICA

Foto Antonio Milesi

Forza Italia

L’ Italia ha bisogno di ripartire e per farlo ci vogliono poche idee chiare e concrete da trasformare in azione velocemente, possibilmente non limitandosi al “qui e ora” ma approfittando della contingenza particolarissima per dare finalmente una visione complessiva e un futuro al sistema Paese. Il tessuto produttivo tutto e, di conseguenza, il tessuto sociale hanno subito un colpo durissimo dalla pandemia e oggi è più che mai necessario correre ai ripari se non vogliamo che al dramma sanitario segua la tragedia economica. Il Governo fino ad oggi ha messo cerotti

su qualche ferita ma gli interventi sono stati disordinati e non risolutivi creando troppo spesso confusione e danno più che beneficio al mondo economico e delle imprese e non solo. Sono stati 58 i provvedimenti d’urgenza emanati dal Governo senza contare le circolari ministeriali e le ordinanze regionali. Pur comprendendo che la situazione non è facile non riusciamo a capire come sia possibile non dare un ordine e un percorso visto che ormai l’emergenza è passata e ora bisogna ricostruire e farlo bene. Le parole d’ordine, per quanto mi riguarda sono due: fiducia e libertà. È necessario consentire a chi vuol fare di fare partendo da un completo ribaltamento del sistema attuale: burocratico e fiscale. Semplificazione, semplificazione, semplificazione. Non ci sarà ripartenza senza un alleggerimento sostanziale della palude in cui ristagnano tutte le pratiche necessarie per velocizzare le procedure. Non ci sarà ripartenza senza un alleggerimento immediato delle imposte e delle tasse concreto (il semplice rinvio di pochi giorni non risolve i problemi) per poi introdurre un’unica tassa piatta che sciolga tutti i nodi per avviare o continuare le proprie attività. Il Governo oggi sta lavorando in regime di scostamento di bilancio, quindi qualsiasi cosa decida su come utilizzare le risorse a debito che l’Europa ci ha consentito è solo una libera scelta rispetto alle priorità. Senza un cambio di passo della Pubblica amministrazione si rischia la stagnazione e si va verso la chiusura soprattutto delle piccole imprese e delle attività artigianali e commerciali perché poi c’è il tema della liquidità, l’accesso al credito da un lato e i mancati pagamenti dall’altro (pa insolvente compresa) situazione aggravata e appesantita dalle spese sostenute per adeguarsi a tutte le disposizioni anti covid richieste. Siamo alla vigilia dell’ennesimo (in teoria risolutivo) decreto, il “Rilancio”, l’auspicio è che le proposte costruttive e competenti che arriveranno da ogni parte (in primis dal Parlamento e dalle forze politiche di minoranza, seguite dalle rappresentanze economiche e sociali) vengano ascoltate, vagliate e inserite nel documento finale perché fino ad oggi troppe voci sono rimaste inascoltate (penso alla relazione del dott. Colao, a capo di una nutrita “task force” che sono finite sostanzialmente nel cestino). Basta con le risorse a pioggia che deluderanno tutti, basta rinvii a decreti attuativi che giaceranno nelle paludi ministeriali, basta misure troppo articolate e demotivanti, basta “click day” ambigui e soprattutto meno slogan e più concretezza. Attenzione poi al lavoro, perché gli ammortizzatori si stanno esaurendo, la casse integrazione non arriva (nemmeno i rimborsi sugli anticipi): non bastano solo politiche passive ma anche politiche attive sulle quali il governo non sta puntando e infatti non ha messo nulla. Necessario sarebbe anche un grande focus su welfare aziendale una nuova filosofia sulle contrattazioni aprendo una nuova fase della rappresentanza cercando di essere precursori dei tempi per avere la possibilità di creare sinergie serie con i lavoratori. Insomma questo governo manca di visione perché ancora una volta è formato da una compagine troppo eterogenea e “pasticciata” per convergere su idee risolutive. L’Italia non vuole vivere di assistenzialismo ed elemosina ma vuole lavorare mettendo a frutto la sua più forte e abbondante materia prima: l’ingegno! È necessario smettere di mortificarla come si sta facendo oggi a partire dagli errori sulla scuola che forma il nostro futuro: i giovani. Senatrice Alessandra Gallone

«OGNUNO DI NOI HA UN PAIO DI ALI MA SOLO CHI SOGNA IMPARA A VOLARE»

S C U O L A V O L O R

C A R A V A G G I O

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