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Comac, l’azienda b e r g a m a s c a leader da 30 anni nel settore degli impianti automatizzati di infustamento e imbottigliamento, oggi parte del Gruppo CFT, che opera 42

RIPARTENZA CORAGGIOSA Dopo il lockdown, Comac guarda al futuro insieme ai suoi collaboratori: sinergia necessaria per superare la crisi

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Foto Antonio Milesi

La prima linea dell’ufficio tecnico COMAC

in più di 100 paesi nel mondo, come molte altre aziende del nostro territorio, nonostante le conseguenze negative del Covid-19, è riuscita a rialzarsi e guardare avanti, sicura che dopo una tempesta torna il sereno. Durante i giorni più duri della pandemia è stato istituito un comitato d’emergenza interno per gestire il momento di crisi, composto da sette persone: Giorgio Donadoni (Chairman), Stefano Gotti (Plant & Production Manager), Daniele Gotti (Operations Manager), Giuliana Rossini (HR Manager), Claudio Piva (Automation Department Manager), Luca Cattaneo (Electrical Department Manager) e Andrea Morali (Procurement & After Sales Department Manager).

«Bisogna considerare anche l’aspetto più sensibile delle persone, la loro fragilità psicologica che inevitabilmente si ripercuote anche sull’azienda» Giorgio Donadoni

Tra i loro compiti più importanti, quello di garantire la continuità delle attività aziendali, attraverso nuovi approcci organizzativi come lo smart working, preservando l’efficienza e il coordinamento tra i molteplici soggetti e affrontando le difficoltà comunicative dovute all’impossibilità di incontrarsi. Aspetti non semplici, entrati a far parte di un paradigma culturale e lavorativo completamente cambiato. Inoltre, superata la fase più critica, è stato necessario anche gestire il rientro dei lavoratori. Giorgio Donadoni, Chairman di Comac e Presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo, spiega: «Bisogna considerare anche l’aspetto più sensibile delle persone, la loro fragilità psicologica che inevitabilmente si ripercuote anche sull’azienda. Noi abbiamo agito nel rispetto della nostra clientela, ma anche rispettando il sentiment dei nostri collaboratori (chiudendo quando ancora non vi era l’obbligo), proprio per garantire maggiore tranquillità alle maestranze, senza mai fermarci. Siamo andati avanti anticipando progetti importanti per il futuro, come lo sviluppo del gestionale SAP e del software PDM (Product Data Management). dedicato alla documentazione tecnica composta da disegni e codifiche.

Ciò ha portato ad un ulteriore aumento della digitalizzazione, già avanzata, e della capacità di affrontare e risolvere i problemi da remoto, snellendo i tempi di lavoro e aumentando l’efficienza complessiva nonostante una minore relazione interpersonale. Non sono mancati progetti di ricerca e sviluppo portati avanti nei mesi più critici e di standardizzazione di alcuni prodotti. Proprio i momenti più bui possono essere uno stimolo a nuove idee, per esempio affrontare un nuovo mercato, quello farmaceutico, sfruttando competenze tecnologiche già

Giorgio Donadoni

acquisite nel settore alimentare. In questo modo abbiamo trovato il pungolo per aprirci», ha raccontato Giorgio Donadoni, sottolineando che questo momento è stato sfruttato anche per la formazione del personale. Con un orizzonte che si estende nel futuro: «Rafforzare tutta la struttura e diventare un polo del beverage, ampliando le competenze e la gamma di macchine, per soddisfare tutte le esigenze di mercato» rivela Donadoni, «è un obiettivo da portare avanti attraverso passaggi graduali, come l’ingresso nel nostro team di nuove figure esperte del gruppo per fare formazione e potenziare la ricerca e lo sviluppo inerente al processo e alla meccatronica».

Grazie soprattutto alla prima linea, che si è messa in gioco nei momenti più critici, Comac è riuscita a portare avanti e a riorganizzare il proprio lavoro nel pieno dell’emergenza Covid. L’Operations Manager

Daniele Gotti

DANIELE GOTTI ha infatti illustrato alcuni importanti progetti che sono stati messi a regime grazie al lavoro a distanza. Tra questi l’implementazione del CRM: «Con alcuni colleghi degli uffici commerciali, after sales e marketing siamo riusciti ad accelerare la messa a punto del CRM (Customer Relationship Management), uno strumento utilissimo per gestire le relazioni coi clienti. Si tratta di una piattaforma in cui vengono registrate tutte le richieste dei clienti o potenziali, per poi innescare un processo con le relative offerte e trattative economiche».

GIULIANA ROSSINI, HR Manager, ha svolto invece un ruolo di rilievo gestendo lo smart working dei lavoratori. «È necessario afforontare il cambio culturale che richiede lo smart working (un nuovo modo di approcciare il lavoro, ridefinito nel tempo, nello spazio, negli strumenti e nell’organizzazione)

«Lo stravolgimento che ha portato il COVID ha messo in evidenza il tema del cambiamento che tuttavia già da tempo è parte integrante della nostra realtà»

rispetto all’home working (lavoro come in ufficio, solo che lo faccio da casa). In particolare, bisogna favorire il passaggio da una gestione per compiti a una gestione per obiettivi possibile grazie alla caratterizzazione di un rapporto di digital trust, basato sulla responsabilità e sull’autonomia, che sono premesse fondamentali per una collaborazione da remoto». Anche l’aspetto psicologico ha avuto il suo peso: l’azienda ha

Giuliana Rossini

dovuto gestire situazioni specifiche di fragilità toccate direttamente dalla pandemia e più in generale le problematiche legate al vissuto di incertezza e ambiguità del futuro. «Lo stravolgimento che ha portato il COVID ha sicuramente messo in evidenza il tema del cambiamento, che tuttavia già da tempo è parte integrante della nostra realtà e la crescita dei collaboratori nella capacità di affrontarlo è un must per ogni organizzazione», ha

spiegato Giuliana.

ANDREA GAMBIRASIO, che segue i progetti di ricerca e sviluppo, è riuscito a gestire gran parte del proprio lavoro da remoto, portando avanti anche progetti da milioni di euro: «Escludendo la fase di montaggio degli impianti, che è stata interrotta, siamo riusciti a far avanzare il resto del lavoro anche senza la presenza fisica in ufficio. Qualche problema c’è Continua a pagina 48

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Grazie a questi interventi di riqualificazione efficiente, si può assicurare che gli immobili consumino meno, garantendo risparmi rilevanti in bolletta, con un rientro economico della spesa già dal primo anno, evitando ulteriore spreco di suolo e una nuova opportunità di lavoro per tutte le categorie interessate. Come sappiamo il D.L. 30 dicembre 2016 Milleproroghe ha prorogato le detrazioni del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per interventi di riqualificazione efficiente. Grazie a questi interventi di riqualificazione efficiente, si può assicurare che gli immobili consumino meno, garantendo risparmi rilevanti in bolletta, con un rientro economico della spesa già dal primo anno, evitando ulteriore spreco di suolo e una nuova opportunità di lavoro per tutte le categorie interessate. Come sappiamo il D.L. 30 dicembre 2016 Milleproroghe ha prorogato le detrazioni del 50% per le ristrutturazioni e del 65% per interventi di riqualificazione efficiente.

Rendering della nuova area green COMAC

stato, soprattutto per i disegnatori, che realizzando progetti in 3D non hanno avuto a disposizione la velocità della rete Internet aziendale, ma a parte questo siamo riusciti a riorganizzare il lavoro in maniera efficiente».

ENRICO MAZZARIOL, responsabile AFC (amministrazione, finanza e controllo) e del progetto relativo al gestionale SAP - il software che governa le attività di amministrazione, logistica e produttività aziendale - ha sottolineato come ci sia stato un piccolo impatto sulle tempistiche di lavoro, in parte rallentate. «Grazie al lavoro da casa e ai meeting online, siamo comunque riusciti a portare avanti lo sviluppo del gestionale e non è mancato il contatto costante coi nostri consulenti, che ci hanno seguito in smart working».

STEFANO GOTTI, Plant & Production Manager e membro del comitato Covid, ha sottolineato come agire subito sia tornato utile per non perdere tempo e impostare il lavoro dei dipendenti: «Grazie alla elevata digitalizzazione dell’azienda, ci siamo immediatamente organizzati per permettere ai dipendenti di lavorare da casa. La prima riunione del comitato si è svolta a fine febbraio, di domenica: il giorno

Comac si conferma una realtà capace di superare ogni ostacolo e di guardare avanti verso nuovi orizzonti, grazie alle nuove tecnologie e alla fiducia nei suoi collaboratori

dopo eravamo già pronti per gestire l’emergenza. Anche per quanto riguarda la produzione, quando abbiamo riaperto gli impianti, abbiamo seguito tutte le norme di sicurezza necessarie e condiviso il protocollo relativo al DPCM in vigore: abbiamo distribuito guanti e mascherine, sanificato e fatto mantenere sempre la distanza di sicurezza e, in caso di necessità di stretto contatto, abbiamo utilizzato le mascherine». «Tra i miei compiti» continua Stefano «il controllo e il coordinamento di tutte le misure di prevenzione anticontagio: la mensa è stata riaperta, riorganizzando gli accessi per turni e identificando ogni persona in entrata. Il protocollo, inoltre, è stato condiviso su una piattaforma online da cui è possibile controllare in tempo reale che tutti ne abbiano preso visione».

E mentre, con queste misure, l’azienda è saldamente ancorata a ciò che accade ogni giorno, è già tempo anche di progetti futuri, come il ripensamento di alcune aree aziendali. La zona dedicata alla lean philosophy, in particolare, diventerà molto più green, trasformando una parte dell’area produttiva in uno spazio che comprende elementi naturali (piante, pietre, acqua), ricostituendo un habitat congeniale all’uomo. Qui il personale della produzione e dell’ufficio tecnico potrà lavorare in un ambiente ancora più confortevole e “naturale”, incontrando colleghi e clienti in un’atmosfera gradevole (per esempio, durante il collaudo degli impianti).

COMAC si conferma, dunque, una realtà capace di superare ogni ostacolo e di guardare avanti verso nuovi orizzonti, grazie alle nuove tecnologie e alla fiducia nei suoi collaboratori, che da sempre rappresentano il più grande patrimonio aziendale, grazie a cui è stato possibile ripartire in breve tempo. Daniela Picciolo

Foto Fabio Toschi

LA PSICOLOGA

Cambierà qualcosa?

Carissimi Lettori, ben tornati a leggerci! Volevo condividere con voi alcune riflessioni su questa nuova fase che dovrebbe essere di strategia per il rilancio della nostra bella Italia, seppur nei tanti dispiaceri, dolori, dubbi e timori per riuscire a superare l’impatto catastrofico che la pandemia, non ancora finita, ha determinato nel nostro modo di vivere, pensare, lavorare e progettare. Sono fermamente convinta che alla base di qualsiasi attività potremo svolgere, dovrà esserci una “conversione mentale”, una modificazione del pensiero, affinché la psiche collettiva possa orientarsi verso un discorso fondato soprattutto sull’etica dalla

quale ci siamo assai allontanati. Vigono oggi regole che non tengono più conto delle leggi naturali e predominano quelle di un mercato basato sul consumo forzato, lo sfruttamento e lo svilimento di valori e qualità. Sicuramente ci saremo chiesti come siamo arrivati a tutto questo e ognuno di noi si sarà dato la propria spiegazione. La massiccia chiusura a cui siamo stati sottoposti ci ha rivelato che abbiamo bisogno degli altri in un mondo che ci appartiene e così abbiamo continuato a comunicare facendone il nostro nuovo punto di forza. Sono nate nuove amicizie e abbiamo sodalizzato con le vecchie. Ci siamo comunque sentiti uniti, tutti coinvolti nella stessa vicenda. Abbiamo potuto riflettere, scambiare opinioni, prenderci un tempo lungo imprevisto, sorriderci attraverso uno schermo e impostare intere giornate di lavoro in un modo del tutto inimmaginabile fino a qualche mese fa. Il capitale umano è stato comunque tutelato. La tecnica ci ha molto aiutati. Ci siamo impegnati tutti a rispettare le regole per operare in sicurezza, abbiamo imparato a lavorare da casa, che ha riacquistato un valore forse dimenticato, fare la spesa in rete e laddove non era possibile ci siamo premuniti con il distanziamento e l’igienizzazione. Abbiamo sperimentato e messo in pratica una nuova prossemica, un nuovo stile di vita. Siamo sicuramente molto veloci nell’apprendere e siamo dotati di una buona capacità di adattamento nei vari ambiti: imprese, infrastrutture, ambienti, turismo, arte e cultura e stiamo adottando le idonee precauzioni, mantenendo alta l’attenzione e il senso di responsabilità. Ma cosa cambierà d’ora in poi nelle nostre vite? Se ci sarà un vaccino tornerà tutto come prima? Avremo davvero compreso il valore del cambiamento applicato, ne terremo conto? Credo che affrontare qualsiasi tipologia di vita nuova scelta o necessaria che sia, faccia parte della condizione evolutiva dell’uomo in quanto abitante di un pianeta che varia. Abbiamo fatto una nuova esperienza, ora ricordiamoci di essere umani, di possedere emozioni che hanno bisogno di essere manifestate nel rispetto reciproco. La comprensione intellettuale non è sufficiente, ascoltare la voce del nostro cuore ci farà agire con amore e saggezza che sono quanto occorre per vivere nella bellezza, che come ricorda più di qualche autore, salverà il mondo. Nasciamo e moriamo con il bisogno di cure, siamo esseri dipendenti da tale condizione, anche se, molte volte, ci sentiamo costruttori delle nostre vite. Non spaventiamoci di vivere, qualunque tipo di vita si debba affrontare e condurre. Cerchiamo di essere presenti e agire per il benessere di tutti, se terremo a mente questo potremo affrontare con serenità qualsiasi condizione di vita nuova preservando la nostra salute mentale. Siamo in un momento di transizione: possiamo ancora riflettere con prudenza su cosa e come sarà per noi la nostra nuova normalità; qualunque cosa si prospetterà non abbiamo bisogno di apparire, ma di essere! Silvana Bonanni

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