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POLITICA Roberto Calderoli: «È l’ora dell’autonomia»

CALDEROLI:

«È L’ORA DELL’AUTONOMIA»

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«Mi sto occupando di ciò su cui ho lavorato per anni, soprattutto sul fronte dell’Autonomia, e confido che quella appena inaugurata sia la legislatura in cui questo importante progetto possa giungere al termine». I dossier su cui si è messo subito a lavorare il neoministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli sono il programma politico di una vita: aumento delle competenze delle regioni (non solo quelle del Nord), Montagna, Piccoli Comuni, Territorio. Lo abbiamo incontrato all’Assemblea Annuale dell’ANCI - l’Associazione dei Comuni italiani -, che ha portato alla Fiera di Bergamo 2208 amministratori locali da tutto il Paese (e più di 4 mia ospiti), aperta dall’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Senatore, classe 1956, bergamasco, leghista della prima ora, Calderoli nella sua lunga carriera all’interno delle Istituzioni (è parlamentare ininterrottamente dal 1992) è stato quattro volte vicepresidente del Senato e ministro nei governi Berlusconi II (alle Riforme Istituzionali e Devoluzione) e IV (Semplificazione Normativa). All’indomani delle elezioni del 25 settembre 2022 ha sfiorato l’elezione a Presidente del Senato, seconda carica della Repubblica.

Quanto le è dispiaciuto? «Tantissimo, era il sogno di una vita e credo che sarei stato un buon presidente del Senato. Pazienza, farò un “mestiere” diverso, ma sarò comunque al lavoro su temi molto importanti».

Quali sono i primi dossier di cui si sta occupando? «L’Autonomia differenziata. È una materia che conosco bene perché nelle diverse legislature l’ho affrontata da vari punti di vista, quando ho promosso il federalismo

fiscale, la devolution... ora è arrivato il momento di realizzarla: già a dicembre voglio portare la riforma in Consiglio dei ministri, e poi nei prossimi mesi ho previsto scadenze serrate nei diversi passaggi, in Parlamento e in Conferenza Stato-Regioni. Sono stato messo a fare il Ministro per raggiungere questo obiettivo».

È una battaglia storica della Lega, ma quanto è condiviso nelle diverse parti d’Italia l’obiettivo di dare alle regioni maggiori spazi di autonomia? «Quando il tema non si affronta in modo ideologico sono tutti d’accordo. Il punto è che l’Autonomia non presenta potenzialità solo per il Nord, ma per tutte le regioni, valorizza ciò che ogni territorio può fare ed evita che lo stesso rimanga bloccato. È uno strumento par fare crescere il Paese tutto insieme».

In queste settimane sta girando l’Italia in lungo e in largo… «Sto facendo delle esperienze davvero interessanti a contatto con i piccoli comuni ai confini del Paese, con i comuni montani, con le piccole isole: sto incontrando i loro sindaci e partecipando alle cabine di regia per tutto ciò che riguarda l’attuazione del PNRR nei territori. Su questo fronte l’Italia sta rispettando pienamente gli impegni presi permettendo così l’arrivo di risorse importanti, il finanziamento dei progetti e l’avvio regolare della fase della loro “messa a terra”».

Tra i temi a cui dedica maggiore attenzione, la Montagna: cosa fare per tutelarla al meglio? «Il grosso problema, come noto, è lo spopolamento. Ma anche, e sempre di più, la salvaguardia dell’ambiente. L’obiettivo, in sintesi, è la sostenibilità declinata nei suoi vari aspetti. Per stare in montagna serve lavoro, impresa, sanità, e sviluppo della green economy per tutelare l’ambiente montano: piste ciclabili, percorsi enogastronomici e proposte per vivere la montagna con rispetto e attenzione. Si avvicina l’inverno, e il freddo è arrivato, ma se un sistema di innevamento non parte perché a causa degli alti costi energetici al gestore conviene lasciarlo spento è un problema, perché questo provoca danni per l’intero tessuto economico locale. Su questo serve intervenire subito, a inizio stagione, per aiutare i gestori a far fronte a spese energetiche insostenibili».

Stando ai numeri in Parlamento il governo potrebbe durare a lungo, ma la coalizione a guida Meloni sta meglio o peggio dopo le elezioni del 25 settembre? «Beh, il Centrodestra continua a crescere. Alle prossime elezioni regionali in Lombardia non penso ci sia partita, nonostante le

dimissioni della vicepresidente Moratti. Nella Lega ci sono stati problemi, diciamo così, di “cattiva digestione” dei risultati delle urne? Non lo nego, ma andiamo avanti. Sapere, per esempio, che il primo Congresso provinciale del partito si tiene a Bergamo per me è importante. Io, comunque, il mio programma di governo lo ho impostato in un orizzonte temporale di cinque anni». Daniele Cavalli

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