biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Numero 35 - agosto/settembre 2019 - Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
In questo numero
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ISSN 2385-1708
I Preraffaelliti La bellezza romantica della pittura Art Basel 2019 Anche quest’anno si conferma Regina incontrastata BIANCOSCURO Art Contest Tutte le opere e i 100 selezionati David Lachapelle Alla Reggia di Venaria i lavori più iconici Oceano Atlantico: le Isole Canarie e l’origine dei Guanci
Francesco De Molfetta In arte “DEMO”
M A R K KO S T A B I
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BIaNCOSCURO art contest 21 settembre 2019, premiazione finale a Monte-Carlo September 21, 2019 final award ceremony in Monte-Carlo pittura painting scultura sculpture fotografia photography grafica graphic art
32 Premi: / 32 Prizes:
4 Copertine sulla Rivista d’Arte BIANCOSCURO 4 BIANCOSCURO Art Magazine Cover 4 Mostre personali in prestigiose location 4 Personal exhibition in prestigious location 4 Artists Management 4 Artists Management 4 Cataloghi personali condivisibili sui social network 4 Personal catalogs shareable on social networks 16 mostre in prestigiose Art Fair 16 exhibitions in prestigious Art Fair
artcontest.biancoscuro.it INFO
BIANCOSCURO viale indipendenza 26, Pavia
artcontest@biancoscuro.com
biancoscuro r i v i s tA d ’ A r t e Bimestrale d’Arte, Cultura e Informazione
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L’Editoriale di Vincenzo Chetta En plein... Experience. La multimediale di Monet a Stupinigi
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I Preraffaelliti. La bellezza romantica della pittura
BIANCOSCURO Art Contest. Tutte le opere e i 100 selezionati Art Basel 2019 Anche quest’anno si conferma Regina incontrastata
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Art Verona La 15ª edizione, la nuova identità ed Henri de Toulouse-Lautrec altre importanti novità Il disegno come mezzo di espressione immediato David Lachapelle: divino Alla Reggia di Venaria i lavori più Giorgio de Chirico a iconici confronto. L’influenza globale della sua neometafisica Liu Bolin: l’uomo invisibile Il processo creativo in mostra al MUDEC Pablo Atchugarry a Genova. La seduzione tattile del marmo La fotografia di Nobuyoshi Araki. I suoi primi 50 anni di attività L’Italia del Rinascimento La maiolica e le sue meraviglie Street Art. Leonardo il tema dello “Street Player” 2019 Remo Bianco Le impronte delle Memorie Oceano Atlantico: le Isole Canarie e l’origine dei Guanci. Miquel Barceló a Faenza. Introduzione ai Percorsi del mito La prima antologica in Italia [12ª puntata]
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Francesco De Molfetta In arte “DEMO”
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Over the Cover: DEMO Photo by Federico Laddaga Credits Monica Biz
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35 ISSUE August/September 2019
Bimestrale di Arte, Cultura e Informazione
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Art Fair. Fiere ed esposizioni internazionali
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Art Salzburg Contemporary. A settembre al Salzburg Exhibition Center
Art Parma Fair - Autunno ‘19. Parma, capitale italiana della cultura
Biennale di Montreux. La 6ª edizione dal 9 agosto sulla riviera di Montreux
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BI-MONTHLY OF ARTS, CULTURE AND INFORMATION
Contemporary Art Fair Zurich. La 21ª edizione
EDITOR IN CHIEF Vincenzo Chetta
Montreux Art Gallery. A novembre al 2M2C Salvatore Mainardi in Italia. Solo show a Firenze Ornella De Rosa | Women. In mostra a Varese Le opere di Bigas Luna a Marbella. Nuovi eventi per Excellence Art Gallery Jean-François Rèveillard. RELIQUIAE. 2019. Gianni Depaoli. Anime silenziose per CasaInsieme Annette Tan. Artista delle grandi emozioni Marita Brettschneider. Le sfumature vellutate di MarNe Guy Muller. Sensualità e leggerezza La commedia all’italiana. La Collezione Minisini a Fano Leopoldo Metlicovitz. Il Maestro del cartellonismo Ritratto d’uomo. A Cefalù la prima volta del Malaspina Il Novecento. Nuovo allestimento per la permanente
Comunicazioni degli animi tra loro. Mario Radice alla Pinacoteca Civica di Como
Martina Conti al MA*GA. Il progetto realizzato per la 58.biennale d’Arte di Venezia
Nanda Vigo | Light Project. A Palazzo Reale fino al 29 settembre
Boboli per Tony Cragg. La prima monografica che un grande museo italiano dedica allo scultore
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Materials. Giampiero Castiglioni
The Sound of Screens Imploding. Torino accoglie l’Image en Mouvement
Quistello, la “Piccola Parigi”. Domenica 25 agosto, centinaia di artisti nella cittadina dell’Oltrepò
Archeologia etrusca a Modena. Dalla necropoli di Galassina di Castelvetro
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Ugo Nespolo. Eclettismo e ricerca PACE. 6ª edizione del CAV - Concorso Arti Visive A cinquant’anni da Gesicht der Zeit. La prima mostra Magnum al Museo Diocesano 071
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BIANCOSCURO Art Magazine
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EDITORSHIP & GRAPHIC Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it MANAGING EDITOR Daniela Malabaila CONTRIBUTORS Oxana Albot, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Franco Crugnola, Vincenzo Chetta, Rebecca Delmenico, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Daniela Malabaila, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. PHOTOGRAPHERS Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Liberementi, Isabella Rigamonti, Cecilia Vignato, Peppe Avallone, Jennifer Bonadie, Pietro Cocco, Ennevi, Lorenzo Gori, Federico Laddaga, Mathilda Olmi, Paolo Poce, Marco Poma, Michael Richter, Agustí Torres, Emilio Tremolada. PUBLISHER Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it PRINTING Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Printed on certified paper FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag The publisher is available for persons entitled for any iconographic sources. Manuscripts, photos or other materials even if unpublished are not given back. In addition to the signed articles, texts published on Biancoscuro Art Magazine are taken from the mentioned sources or text available l under the creative commons license. s Reg. Trib. Pavia n.4 of 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2019. Reserved artistic and literary copyright. Reproduction in whole or parts is forbidden save with the written permission of the publisher.
BIANCOSCURO Rivista d’Arte NUMERO 35 agosto/settembre 2019 BIMESTRALE DI ARTE, CULTURA E INFORMAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Vincenzo Chetta REDAZIONE & GRAFICA Liberementi viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.liberementi.it CAPOREDATTORE Daniela Malabaila COLLABORATORI Oxana Albot, Giuseppe Carnevale, Elena Cicchetti, Vincenzo Chetta, Franco Crugnola, Rebecca Delmenico, Flavio Ennante, Mario Gambatesa, Lucia Garnero, Salvatore Mainardi, Rebecca Maniti, R.Molino, Ettore Tiretto. FOTOGRAFI Adele Arati, Luigi Caracappa, Vincenzo Chetta, Carlos Collado, Liberementi, Isabella Rigamonti, Cecilia Vignato, Peppe Avallone, Jennifer Bonadie, Pietro Cocco, Ennevi, Lorenzo Gori, Federico Laddaga, Mathilda Olmi, Paolo Poce, Marco Poma, Michael Richter, Agustí Torres, Emilio Tremolada. EDITORE Biancoscuro viale Indipendenza, 26 27100 Pavia www.biancoscuro.it STAMPA Pixartprinting SpA Via 1° Maggio, 8 30020 Quarto d’Altino (VE) Stampato su carta certificata FSC® C147178 (www.fsc.org) SOCIAL NETWORK Facebook.com/BiancoscuroArtMagazine Instagram.com/BiancoscuroMag Twitter.com/BiancoscuroMag L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Manoscritti, foto o altri materiali inviati alla redazione anche se non utilizzati non verranno restituiti. Oltre agli articoli firmati, i testi pubblicati su Biancoscuro Rivista d’Arte sono tratti dalle fonti citate oppure da testi disponibili l secondo le licenze creative commons. s Registrazione al Tribunale di Pavia n.4 del 21/1/2014. ISSN 2385-1708 © BIANCOSCURO 2019. Tutti i diritti di produzione in qualsiasi forma, compresa la messa in rete, che non siano espressamente per fini personali o di studio sono riservati. Per qualsiasi utilizzo che non sia individuale è necessaria l’autorizzazione scritta dell’Editore.
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l’Editoriale di Vincenzo Chetta
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rt Basel si conferma la Regina incontrastata delle fiere d’arte: 93.000 visitatori da oltre 80 Paesi, la vendita di un raro dipinto di Gerhard Richter del 1966 per 20 milioni di dollari e noi siamo stati più che soddisfatti dalle vendite al booth magazines. Strabiliante come sempre UNLIMITED (che io adoro) perché permette di vedere opere monumentali che difficilmente potresti vedere in un unico posto in una sola giornata. Uno spettacolo straordinario, imperdibile. Fondamentale infatti per un professionista dell’Arte visitare Art Basel, “strumento” indispensabile per avere una visione della commercialità dell’arte molto vicina alla realtà, per capire in quale direzione vanno le tendenze e per comprendere che nell’arte il player più importante è la galleria, evidenziando la necessità di sostenere anche quelle giovani e piccole... Non resta che leggere i dettagli nell’articolo all’interno della rivista. Estate, caldo cocente in città, ma gli eventi culturali non lo temono, e quest’anno stiamo vivendo una stagione particolarmente intensa an-
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che dal punto di vista della qualità delle mostre e degli approfondimenti che Musei ed Istituzioni propongono al grande pubblico: finalmente un’estate non fatta solo di tintarella! Alcuni eventi saranno aperti anche il giorno di Ferragosto, come ad esempio la Biennale d’Arte, e nonostante sia solo alla metà del suo periodo di apertura, già si accendono i riflettori sulla prossima Biennale Architettura 2020, curata da Hashim Sarkis, architetto, docente e ricercatore. “How will we live together?”: il tema è una riflessione sul tempo futuro in considerazione del presente, è una domanda, forse preoccupata, di come far convivere divergenze politiche e disuguaglianze economiche? L’Arte spera in tempi interessanti, l’Architettura cerca soluzioni per poterli vivere al meglio, e siamo molto curiosi di cosa ideeranno archistar e giovani menti. Siamo anche in trepidante attesa di sapere chi si aggiudicherà il premio più ambito del BIANCOSCURO Art Contest ‘19, ma per scoprirlo dovremo attendere fino alla Cerimonia del 21 settembre a Monte-Carlo. Buona lettura
Antony Gormley “Breathing Room II” 2010 Tubo di alluminio 25x25 mm, fosforo H15 e perni di plastica. 386x857x928 cm. Oggetto o esperienza? Simile ad un ologramma che appare lentamente al buio, è composto da sette aree, dall’identico volume, interconnesse. La struttura ortogonale dell’ambiente viene compressa ed estesa suggerendo spazi che contengono altri spazi i quali diventano corpo e sito della sua essenza. Courtesy Galleria Continua Art Basel 2019 Ph. liberementi
Vincenzo Chetta
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POTENZA GIANMARIA
“GUFO”. Scultura in marmo con inserimenti in bronzo, h 35 cm, 2018
Dorsoduro 1450, 30123 Venezia - studio@potenzagianmaria.it - www.gianmariapotenza.it - Tel + 39 041 5287266
biancoscuro A RT exhibition Contemporary selected Artists
6 - 10 novembre 2019
La partecipazione con BIANCOSCURO al MAG di Montreux e ad ART Innsbruck è solo su invito. Per maggiori informazioni sulla partecipazione contattaci inviando 5 foto di tue opere recenti a: expo@biancoscuro.com scrivendo nell’oggetto il nome della fiera.
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En plein... Experience La multimediale di Monet alla Citroniera di Ponente di
Lucia Garnero
Un'immagine della progettazione dell’esperienza immersiva
Una vista della Palazzina di Caccia di Stupinigi
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all’11 maggio all’8 settembre 2019 è in Italia, ospite della Palazzina di Caccia di Stupinigi, “Claude Monet. The Immersive Experience”, prima mondiale della straordinaria mostra multimediale dedicata al principale iniziatore e prolifico esponente del movimento impressionista. L’evento accoglie il visitatore, interagisce con lui e lo invita ad entrare “all'interno” dei capolavori di uno degli artisti più amati di tutti i tempi; è possibile camminare sulle sue opere, “immergersi” nei suoi quadri e “precipitare” nel bel mezzo di una tela e dell’attimo che ne viene ritratto. Non a caso, infatti, Claude Monet, protagonista dell’evento, rappresenta a pieno titolo l’artista che ha saputo cambiare la storia dell’arte attraverso un nuovo approccio verso l’esterno, cogliendo e rendendo eterno il momento irripetibile di vita che passa veloce, ovvero proprio quell’attimo da cogliere che, nell’opera, viene fissato nella sua interezza e nella sua bellezza. Nato a Parigi il 14 novembre 1840, cresce a Le Havre e, nel 1855, inizia a disegnare ritrat-
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ti e caricature a matita e carboncino. Dopo la morte della madre, si trasferisce a Parigi per continuare gli studi di pittura, e lì conosce, in un primo tempo, Delacroix, Courbet, Daubigny e Pisarro, e poi (dopo il servizio militare, durante i corsi all’Accademia) Renoir, Bazille e Sisley. Nel 1865 espone per la prima volta al Salon. Durante la guerra franco-prussiana si rifugia a Londra; ritornato a Parigi si rende promotore, insieme ad altri, della prima mostra degli Impressionisti per celebrare la pittura a cui dedica tutta la sua vita. Muore a Giverny il 6 dicembre 1926. L’experience allestita a Stupinigi, nel mettere in scena la scoperta e il piacere di ritrarre un nuovo modo di osservare il mondo e la natura, raggiunge un livello visuale del tutto inedito: allo spettatore è finalmente possibile immergersi in modo compiuto nel cuore pulsante dell’arte. In occasione di questo eccezionale evento, la Citroniera di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi si illumina di colori nuovi, scenari e paesaggi offerti al pubblico in atmosfere straordinariamente suggestive, grazie ad un innovativo sistema di proiezione 3D mapping che rende l’esperienza davvero unica. L’area espositiva è stata rivoluzionata con il montaggio di
La resa digitale di Bord de Seine
La resa digitale di Nymphéas
Un'immagine del percorso espositivo
Una vista della Palazzina di Caccia di Stupinigi
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La resa digitale di Tamise
La resa digitale di Gare St.Lazard
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grandi schermi che, grazie a proiettori video di altissima definizione, permettono alle raffigurazioni dei quadri più conosciuti di Monet di coinvolgere e abbracciare il pubblico. Ogni superficie diventa arte, dalle pareti ai soffitti, al pavimento. Nel percorso video della durata di circa un’ora, è possibile fruire l’opera dell’artista da diversi punti di vista: in piedi, seduti o addirittura sdraiati a terra, diventando parte integrante del quadro. L’osservatore diventa protagonista dell’opera, ampliando i propri sensi verso onde di colori e suoni; sfumature e immagini a ritmo di una colonna sonora accompagnano lo spettatore, esaltando l’emotività del viaggio. Lo spettacolo si conclude con l’area della Virtual Reality Experience, in cui tutti gli spettatori, bambini compresi, grazie al supporto di visori ad altissima definizione possono vivere un’esperienza realistica nell’arte di Monet. L’experience è prodotta e distribuita a livello internazionale dall’azienda belga Exhibition Hub e dall’azienda torinese Dimensione Eventi, che già in passato hanno stretto collaborazioni per dare vita a eventi espositivi di ampio respiro e straordinario successo, tra cui “Van Gogh - The Immersive Experience” e “The Art of the Brick”. È promossa in Italia dall’Associazione Culturale Dream che ha avuto il merito, anche in virtù della preziosa collaborazione con Next Exhibition, di portare la mostra multimediale a Torino per la sua prima mondiale. Da sottolineare, a questo proposito, che l’iniziativa si è avvalsa del patrocinio di Regione Piemon-
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Un'immagine del percorso espositivo
te e di Città Metropolitana di Torino. D’altro canto, la scelta della location non è stata affatto casuale, come ha sottolineato Martina Palvetti, responsabile di Next Exhibition: “Abbiamo puntato ad un’eccellenza per l’eccellenza, con il desiderio di far avvicinare il pubblico all’arte in tutte le sue forme”. Trattasi, dunque, di arte a più livelli: tanto l’anima di Monet narrata con l’evento espositivo nella Citroniera di Ponente, quanto le meraviglie della bellissima Palazzina di Caccia di Stupinigi, assolutamente da non perdere, da scoprire e visitare. Di analogo avviso quanto affermato al riguardo da Mario Iacampo, Presidente di Exhibtion Hub: “Siamo molto contenti di iniziare il nostro cammino da Torino. Anche la nostra experience su Van Gogh è partita dall’Italia, da Napoli, con un grande successo [...]. Il pubblico può vedere a Stupinigi il livello visual massimo che la tecnologia odierna può offrire in questo campo. Siamo certi che sarà un viaggio entusiasmante per l la sua originalità”. s
Un'immagine del percorso espositivo
CLAUDE MONET
The immersive experience 11 maggio -08 settembre 2019 Palazzina di caccia, Stupinigi
Un'immagine della progettazione della esperienza immersiva
INFO T. +39 011 19214730 info@nextexhibition.it Da lunedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 20.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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I Preraffaelliti La bellezza romantica della pittura di Mario
Gambatesa
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stata inaugurata il 19 giugno scorso a Milano, a Palazzo Reale, la mostra sui Preraffaelliti dal titolo “Amore e Desiderio”. Un percorso espositivo di grande suggestione, capace di rivelare agli spettatori questo universo fatto d’arte e di valori, raccontato attraverso i capolavori della celebre collezione preraffaellita della Tate Britain di Londra. Curata da Carol Jacobi (Curator British Art del museo londinese), la mostra, con un percorso che si snoda fra circa 80 opere di 18 diversi artisti, rivela agli spettatori gli ideali del movimento preraffa-
ellita, raccontando attraverso l’armonico susseguirsi di tematiche, tutta la poetica di questo gruppo, nato in Inghilterra intorno al 1848. Molte opere sono esposte per la prima volta al di fuori del Regno Unito, tra queste, la celebre “Ofelia” di John Everett Millais, “Il risveglio della coscienza” di William Holman Hunt, “Amore d’aprile” di Arthur Hughes, la “Lady of Shalott” di John William Waterhouse. La Confraternita dei Preraffaelliti è stata un’associazione artistica molto influente per la pittura vittoriana del XIX secolo. La sua pittura, nata nel periodo in cui si affermarono i valori borghesi come
John William Waterhouse (1849-1917) - La Dama di Shalott 1888, olio su tela, 153x200 cm. Tate: Presented by Sir Henry Tate 1894 ©Tate, London 2019
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la fedeltà del Paese e la fede nel progresso, era reduce dalle grandi innovazioni artistiche di Johann Heinrich Füssli e William Blake (che aprirono la strada al Romanticismo), e inoltre era alle prese con la grande rivoluzione del decadentismo con Oscar Wilde. La mostra, visitabile fino al 6 ottobre prossimo, si divide in sezioni, la prima è intitolata “Un Medioevo moderno”: i Preraffaelliti erano per lo più studenti che si erano ribellati contro le formule accademiche e cercavano in ogni modo di introdurre nell’arte un nuovo realismo ed un nuovo significato. La seconda invece è sui “Pittori Poeti”: molti membri della cerchia preraffaellita si confrontarono con la letteratura che ammiravano e sceglievano brani di Chaucer, Dante e Shakespeare. Poi si avanza fino ad arrivare a “Una fede laica”: la Bibbia aveva il vantaggio di testimoniare una storia più antica e di suggerire pertanto verità più
universali. Proseguendo troviamo “Fedeltà alla natura”: i preraffaelliti furono i primi a esibire dipinti eseguiti all’aperto, anche grazie all’incoraggiamento del critico John Ruskin, il quale riteneva che la natura fosse già di per sè un’opera d’arte. Successivamente troviamo “Vita moderna”: i dipinti conferivano realismo e complessità psicologica a soggetti presi dalla vita del tempo e riflettevano sui cambiamenti sociali come il viaggiare, l’emigrazione e l’amore. In “Amore romantico” vediamo come lo stile di vita bohémien rigettava ogni convenzione sociale e artistica, molti dei loro disegni rappresentano amanti in situazioni emotive complesse… Un’eco della vita vera. “Bellezza dell’anima, bellezza del corpo” per raccontare come questo gruppo sviluppò una ritrattistica nuova e poetica, dove vennero raffigurate donne concentrate in se stesse evocando così un sentimento ed un’at-
William Holman Hunt (1827-1910) - Claudio e Isabella 1850, olio su tavola, 75,8x42,6 cm. Tate: Presented by the Trustees of the Chantrey Bequest 1919 ©Tate, London 2019
Walter Howell Deverell (1827-1854) - Un animale domestico 1853, olio su tela, 117,5x81,6 cm. Tate: Purchased 1911 ©Tate, London 2019
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PRERAFFAELLITI. Amore e desiderio Palazzo Reale, Milano June 19 – October 06, 2019
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mosfera. Per finire troviamo “Mito”: i miti e le leggende rifornivano questi dipinti di grandi dimensioni di un repertorio di storie d’amore e di mistero. Possiamo in conclusione affermare che le opere di questo gruppo di artisti hanno da sempre affascinato ed incantato chi le osserva, e questo valore aggiunto porta noi, che le ammiriamo, a rievocare l la passione e la loro storia. s
he “Pre-Raphaelites: Love and Desire” exhibition, promoted and produced by the Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale and 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE was organised in collaboration with Tate and curated by Carol Jacobi, Curator of British Art, 1850 – 1915 of Tate Britain. It will also avail itself of Maria Teresa Benedetti’s academic contribution, who will offer an insight into the relationship between the Pre-Raphaelites and Italy. More than 80 works will be on display in the heart of Milan, Italy, including numerous iconic paintings that rarely leave the United Kingdom such as Ophelia by John Everett Millais (1851-52), April Love by Arthur Hughes (1855-56) and Lady of Shalott by John William Waterhouse (1888). The exhibition at Palazzo Reale, open to the public from the 19th June to the 6th October 2019, will reveal to viewers the art and values of the 18 Pre-Raphaelite artists recounting, through the masterpieces of the famous Tate collection, all the poetics of this movement: from love and desire to nature and its faithful reproduction; as well as medieval stories, poetry, myth and beauty in all its forms. The works will be presented in thematic sections to explore the objectives and obsessions of these artists, the evolving styles, the inventive role of drawing and the spirit of collaboration that spread their ideas through fine and applied arts to inspire younger generations around the world. Inspired by experimental and pioneering artists of all ages, especially early Italian painters and poets, the Pre-Raphaelites forged a kind of medieval modernity for their own fast changing times. They plundered books, poems and real life for stories of love and desire relevant to their lives. They were the first to paint directly from the motif in natural light in brilliant, clear colours. They created a new, psychological intimacy in which gestures, expressions and signs reveal l the inner thoughts and feelings of their protagonists. s
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PRERAFFAELLITI. Amore e desiderio 19 giugno – 06 ottobre 2019 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 54914 Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 Giovedì e sabato 9.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzorealemilano.it
A destra: Arthur Hughes (1832-1915) - Amore d’aprile 1855-56, olio su tela, 88,9x49,5 cm. Tate: Purchased 1909 ©Tate, London 2019 A sinistra in alto: Dante Gabriel Rossetti (1828-1882) - Monna Pomona 1864, acquerello e gomma arabica su carta, 47,6x39,3 cm. Tate: Presented by Alfred A. de Pass 1910 ©Tate, London 2019 In basso a sinistra: John Brett (1831-1902) - Veduta di Firenze da Bellosguardo 1863, olio su tela, 60x101,3 cm. Tate: Presented by Thomas Stainton in memory of Charles and Lavinia Handley-Read 1972 ©Tate, London 2019
DANIELA FABBRI
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D.Fabbri - Visioni oniriche - 2018, acrilico su tela, 50x50 cm.
RIVISTAdanielafabbri.62@outlook.it d’ARTE Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
Daniela Fabbri
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Tina Lupo
“Per aspera ad astra” - 2012 - tela, 63x50 cm.
tinaluposcultore@libero.it
www.kultrunmuseum.it
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Henri de Toulouse-Lautrec
Il disegno come mezzo di espressione immediato di Daniela
Malabaila
Henri de Toulouse-Lautrec - Troupe de Mlle Églantine 1896, litografia a colori, 61,7x80,4 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
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n una meravigliosa ed unica cornice, come tale è la Villa Reale di Monza (progettata da Piermarini sotto la committenza di Maria Teresa D’Austria, vissuta dalla regina Margherita che l’ha amata, arricchita e modernizzata), fino al 29 settembre sarà possibile visitare la mostra “Toulouse-Lautrec. La Ville Lumière”. Il Presidente del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza racconta: “Il valore dell’artista va oltre il suo talento. Toulouse-Lautrec, infatti, era affetto da una
particolare malattia genetica alle ossa. Conobbe l’emarginazione a cui era sottoposta allora una persona disabile, ma trovò nell’arte uno strumento di rivincita e affermazione. Un percorso che ogni giorno con fatica tanti ragazzi speciali intraprendono, e mi piace pensare che tra di loro ci possa essere qualche artista del futuro che grazie all’arte riesca a rompere il cerchio di isolamento che troppo spesso, ancora oggi, lo separa dal resto del mondo. Come ci riuscì il grande Henri Toulouse-Lautrec.”
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Curata da Stefano Zuffi e con il patrocinio del Comune di Monza, è prodotta e organizzata da Arthemisia con Nuova Villa Reale di Monza, in collaborazione con l’Herakleidon Museum di Atene che ha prestato ben 150 opere per allestire il percorso espositivo di questa rassegna. La mostra è incentrata su uno dei maggiori esponenti della Belle Époque e sul suo luogo simbolo: la Parigi di fine Ottocento, con la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i teatri, le riviste umoristiche, le prostitute. Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca, ci fanno rivivere quella Parigi bohémienne, riportando i visitatori indietro nel tempo. L’itinerario dell’esposizione prevede 11 sezioni tematiche, sempre in rapporto con i grandi cambiamenti storici, tecnologici, sociali e architettonici di Parigi alla fine del XIX secolo. Si inizia con “Lo studio dell’incisione e la tecnica della litografia” che introduce il visitatore alla massima passione artistica di Toulouse-Lautrec; seguono poi le tre sezioni dedicate alle “Notti parigine”, con la dedica ai singoli indiscussi protagonisti delle più famose scene francesi di fine Ottocento: Jane Avril, Aristide Bruant e Yvette Sopra: Henri de Toulouse-Lautrec - Aristide Bruant nel suo cabaret 1892, litografia a colori, 138x96 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece Sotto, a sinistra: Henri de Toulouse-Lautrec - La Revue Blanche 1895, litografia a colori, 125,5x91,2 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Sotto, in centro: Henri de Toulouse-Lautrec - Babylone d’Allemagne 1894, litografia a colori, 120x84,5 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece Sotto, a destra: Henri de Toulouse-Lautrec - Aristide Bruant nel suo cabaret 1893, litografia a colori, 127,3x95 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
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TOULOUSE-LAUTREC. La Ville Lumière Villa Reale, Monza April 10 – September 29, 2019
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aris, late 19th century: bohemian life, the artists of Montmartre, the Moulin Rouge, theatres, satirical magazines, and prostitutes. Such is the fascinating world of Toulouse-Lautrec, a genius best known for his advertising posters and portraits of figures who shaped an epoch, leaving a lasting mark on the collective imagination. Offering a glimpse of bohémienne Paris, and taking visitors back in time, are posters, lithographs, sketches, illustrations and watercolours, along with videos, photographs and period interiors. Among the most famous works featured in the exhibition are colour lithographs (such as Jane Avril, 1893), advertising posters (such as The Passenger of Cabin 54 of 1895 and Aristide Bruant in his Cabaret of 1893), pencil and ink drawings, commercial sketches and magazine illustrations (such as La Revue blanche of 1895) which have become a symbol of an age indissolubly bound up with the images produced by Viscount Henri de Toulouse-Lautrec. After a number of detailed introductions to the artist and his period, the exhibition is divided into eleven thematic sections, all relating to the major historical, technological, social and architectural changes taking place in late 19th-century Paris, during the exciting Belle Époque: The study of engraving and lithography, Stars of the Parisian night scene: Jane Avril, Stars of the Parisian night scene: Aristide Bruant, Stars of the Parisian night scene: Yvette Guilbert; Drawings from adolescence to adulthood; Satirical journals; The Moulin Rouge and Parisian shows; Horses and riders; Books and publishing projects; La Revue Blanche; Toulouse and women. Curated by Stefano Zuffi and held under the patronage of the City Council of Monza, the exhibition ‘Toulouse-Lautrec. La Ville Lumièrè has been produced and organized by Arthemisia and Nuova Villa Reale di Monza, in collaboration with the Herakleidon Museum of Athens. The event is recommended by Sky Arte. The catalogue is published by Arthemisia Books.
Guilbert. A circa metà percorso entriamo nella sezione titolata “I disegni dall’adolescenza alla maturità” che mostra una serie di disegni a matita e a penna che ben rappresentano cosa è stato il disegno per lui: Toulouse-Lautrec ha trovato infatti nel disegno un mezzo di espressione immediato, insostituibile. La matita, una compagna fedele. La sesta parte riguarda i journaux humoristiques e le collaborazioni editoriali, un aspetto molto importante dell’arte di Henri, mentre la sezione successiva è incentrata sul mondo degli spettacoli, dal Moulin Rouge all’Opéra: il variegato mondo dell’intrattenimento di fine Ottocento. Seguono “Cavalli e cavalieri” e “Libri e collaborazioni editoriali”, ed è in quest’ultima che si racconta della passione per le tecniche della riproduzione a stampa, di cui seguiva tutte le fasi. Per queste ragioni, oltre che per i manifesti pubblicitari, il talento di Toulouse Lautrec era molto richiesto in campo editoriale. Ne “La Revue Blanche” si parla delle frequentazioni intellettuali di Toulouse-Lautrec: il rapporto con poeti ed editori è l’altra faccia dell’artista bohemien, perso nei bicchieri di assenzio delle notti parigine. Da sinistra verso destra: Henri de Toulouse-Lautrec - Cavaliere 1879-1881, penna e inchiostro su carta, 9,6x7 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece Henri de Toulouse-Lautrec - Il curato 1879, inchiostro su carta, 21,3x15 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece Henri de Toulouse-Lautrec - Cavaliere 1880, matita su carta, 15,9x14,8 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
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Quando la mia matita si muove, bisogna lasciarla andare. Niente di più!
Nell’ufficio e nelle abitazioni dei direttori della Revue Blanche si svolgeva la gran parte della vita sociale parigina e qui strinse diverse amicizie importanti. La mostra si conclude con il tema delle donne: nessun artista prima aveva saputo cogliere le passioni represse, la solitudine, il desiderio di una vita migliore che si nasconde sotto la sensualità forzata e la seduzione “professionale” di cantanti, attrici o prostitute, osservate senza ironia o finti moralismi. Sintetizzando, tra le opere più celebri presenti in mostra possiamo citare litografie a colori (Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (da ricordare il sogno di un amore impossibile, la misteriosa signora incontrata in un viaggio per nave ed evocata ne La passeggera della cabina 54 del 1895, e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (la già citata Revue blanche del 1895) diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini di Henri de Toulouse-Laul trec. É questo il suo accattivante mondo. s
”
Henri de Toulouse-Lautrec
TOULOUSE-LAUTREC. La Ville Lumière 10 aprile – 29 settembre 2019 Villa Reale, Monza INFO T. +39 039 2240024 Da martedì a domenica 10.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.villarealedimonza.it
Sotto e a destra: alcune immagini della mostra Ph. Jennifer Bonadie PER aRTHEMISIA
Emilio
Manca Emilio Manca
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2 PSICHE - 2019, inchiostro di china su carta 160 g/m29 , 30x20 cm.
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Giorgio de Chirico a confronto L’influenza globale della sua neometafisica di
Vincenzo Chetta
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na chiave di lettura diversa, un nuovo modo di scoprire la pittura metafisica e le sue influenze. Alla GAM di Torino una grande mostra: “Giorgio de
“
Chirico. Ritorno al Futuro, Neometafisica e Arte Contemporanea”. La rassegna pone dunque in dialogo la pittura neometafisica di de Chirico con le nuove generazioni di artisti che, in particolare dagli anni Sessanta in poi, si
... Perché riconoscemmo i tuoi colorati chiaroscuri, le tue sfere, i tuoi segnali e le tue frecce, i tuoi schienali e le tue ciminiere, i tuoi oggetti smaltati ed ora, come staccatisi dai quadri, qualcosa delle tue schiarite e delle tue sospensioni, nel nuovo momento di un’arte che si disseminò come un concerto o una pioggia rinfrescante.
”
Maurizio Calvesi
sono ispirati alla sua opera. Fino al 25 agosto si possono ammirare un centinaio di opere provenienti da importanti musei, enti, Fondazioni e collezioni private. La mostra è a cura di Lorenzo Canova e Riccardo Passoni, con l’organizzazione di Fondazione Torino Musei, GAM Torino e Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. L’arte di Giorgio de Chirico ha sicuramente influenzato atteggiamenti e generi differenti anche nella letteratura, nel cinema, nelle nuove tecnologie digitali, non solo localmente, ma spaziando dall’Europa agli Stati Uniti fino al Giappone. Il periodo della neometafisica (1968-1978) rappresenta allo stesso tempo un ritorno ed una nuova partenza, una nuova creatività che torna al proprio passato, ma con punto di vista e soluzioni formali e concettuali totalmente nuove. Si nota una sintonia con la Pop Art, impressione confermata proprio da Andy Warhol che, in quegli anni, riconosceva in de Chirico uno dei suoi precursori, e gli rendeva omaggio con un ciclo di opere di una metafisica rivisitata e seriale. La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, oltre con Warhol, Giorgio de Chirico - Orfeo Trovatore stanco /Orpheus the Tired Troubadour 1970, olio su tela / oil on canvas firmato / signed “g. de Chirico 1970” Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, © Giorgio de Chirico by SIAE 2019 / Ph. © 2019 Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma
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anche con Adami, Franco Angeli, Ceroli, Lucio Del Pezzo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Marotta, Nespolo, Pozzati, Rotella, Mario Schifano, Emilio Tadini. In percorso anche Maestri come Paolini e Pistoletto, e poi Mauri, Parmiggiani e Pisani, fino ad arrivare alle ombre geometriche di Uncini, alla fotografia di Gorgoni, alle sculture di Mimmo Paladino, ai dipinti di Alessandro Mendini, e a protagonisti delle ultime generazioni come Francesco Vezzoli. Una mostra completa che va oltre, per far scoprire come nel passal to, si celi il futuro dell’Arte. s A destra: Giorgio de Chirico Le muse della lirica/The Muses of the Opera 1973, olio su tela / oil on canvas firmato / signed “g. de Chirico 1973” Roma, Fondazione Giorgio e Isa de Chirico © Giorgio de Chirico by SIAE 2019 / Ph. © 2019 Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma Sotto: Francesco Vezzoli Portrait of Sofia Loren as the Muse of Antiquity (After Giorgio de Chirico) 2011, bronzo, 190x60x60 cm. Torino, Galleria Franco Noero Sotto a destra: Mimmo Paladino Senza titolo/Rabdomante Rabdomante/Untitled/Water Diviner Diviner 2007, bronzo / bronze Collezione privata Ph. © Peppe Avallone
GIORGIO DE CHIRICO
Ritorno al Futuro, Neometafisica e Arte Contemporanea 19 aprile - 25 agosto 2019 GAM, Torino INFO T. +39 011 0881178 Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Apertura straordinaria Giovedì 15 agosto 10.00 -18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gamtorino.it
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Salvatore Mainardi Galleria Immaginaria - Firenze dal 27 settembre al 12 ottobre 2019 Vernissage e live performance venerdĂŹ 27 settembre 2019, ore 17.00
via guelfa 22/a rosso 50129 Firenze lun-sab: 10.00 - 20.00 chiuso la domenica www.galleriaimmaginaria.com
Guglielmo Meltzeid
G. Meltzeid - TRANQUILLAMENTE - 2016, acrilico su tela, 100x100 cm.
Studio e Gal l er i a a Pi an e zza (Tor i n o) e S a n t a Ma rg e r i t a L i g u re (G e n ova )
g m e l t z e i d @ g m a i l . c o m
-
m e l t z e i d . c o m
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Pablo Atchugarry a Genova La seduzione tattile del marmo di Rebecca Maniti
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ltimi giorni per ammirare le opere di Atchugarry a Genova, nella bellissima mostra intitolata “Alla conquista della luce”. La Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale ospita questo elegante allestimento fino al 25 agosto, dando modo di respirare allo spirito creativo di Pablo Atchugarry, un artista capace di interrogare il marmo attraverso un gesto di seduzione tattile che scavalca e vanifica
l’idea del tempo. La mostra, organizzata in collaborazione con la Civiero Art Gallery di Diano Castello, è accompagnata da un catalogo edito da Skira introdotto dai testi di Luca Bochicchio, Luciano Caprile e Tiziana Leopizzi. Lo scultore uruguayano scopre in Italia (precisamente nelle storiche cave di Carrara) il marmo, e lo elegge suo materiale d’elezione per donare alle sue sculture luminosità e traslucenza. Venticinque le opere in esposizione, tra le quali l’imponente
Sopra: Pablo Atchugarry - Danza de la vida 2019, legno di ulivo, 231x229x219 cm. Sotto, da sinistra verso destra: Pablo Atchugarry - Senza titolo - 2018 - Ed. 7_8, bronzo smaltato, 120,5x41,5x21,5 cm. Pablo Atchugarry - Pink portugal marble 2015,112x47x26 cm. Pablo Atchugarry - Abrazo - 2017 - Ed. 7_8, bronzo smaltato, 74,5x39x34 cm.
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“
Cada una de mis obras nace de un bloque que yo mismo elijo en las canteras.
”
Pablo Atchugarry “La danza della vita”, che accoglie i visitatori nell’ampio atrio di Palazzo Ducale. Niente marmo in questo caso, ma un albero d’ulivo, ormai secco, scavato e scolpito per farlo rivivere come opera d’arte, lavorandolo come se fosse marmo per rivelare la sua anima. L’ampio salone del Maggior Consiglio accoglie le opere e le valorizza in un allestimento volto
PABLO ATCHUGARRY
Alla conquista della luce 06 luglio - 25 agosto 2019 Palazzo Ducale, Genova Pablo Atchugarry - Senza titolo 2006, marmo nero del Belgio, 103x28x11 cm.
INFO T. +39 010 8171600 palazzoducale@palazzoducale.genova.it
a completare il viaggio alla conquista della luce. Il visitatore si trova davanti ciascuna opera in uno spazio coinvolgente (rimodellato nel Settecento in stile neoclassico), entrando così in un colloquio privato e intimo con le creazioni di Atchugarri. La location suggestiva dialoga perfettamente con l’arte dello scultore, e fa risaltare ancora di più la classicità delle sue opere astratte, dense di rimandi alla cultura greco-romana ed al Barocco: l’esaltazione di ritmi creati dalla giusta dose di l pieni e vuoti. s Sotto una vista della mostra.
Da martedì a domenica 10.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzoducale.genova.it
Loredana B o l d i n i w w w . l o r e d a n a b o l d i n i . i t
loredana@loredanaboldini.it l_bold28graphic l_bold28
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Ordina la versione cartacea o PDF suacrilico https://artshop.biancoscuro.it 2019, e plastica su
MORIRE MANGIANDO tela con fondo a stucco, 50x60 cm.
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L’Italia del Rinascimento La maiolica e le sue meraviglie Gambatesa
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al 13 giugno scorso, Torino accoglie presso Palazzo Madama la mostra “L’Italia del Rinascimento. Lo splendore della maiolica.” La maiolica (nome derivante da quello dell’isola di Maiorca) è un tipo di tecnica che consiste nel rivestire di uno smalto bianco opaco a base di stagno la superficie di oggetti in terracotta e nel dipingervi sopra con ossidi metallici, che virano in brillanti colori dopo la cottura. In questa splendida mostra sono presenti oltre 200 capolavori, alcuni dei quali esposti per la prima volta in Italia, che illustrano la maiolica rinascimentale italiana, per eccellenza la forma d’arte che nel modo più completo e con i colori più vivi riflette il gusto e lo stile di vita delle donne e degli uomini del Rinascimento. La storia unica e affascinante della
La Sibilla Eritrea Faenza, 1500-1520 Collezione privata
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maiolica italiana viene narrata da un curatore di eccezione, lo storico dell’arte Timothy Wilson (uno tra i massimi esperti di maiolica del periodo rinascimentale), in collaborazione con Cristina Maritano, conservatore di Palazzo Madama. L’esposizione inizia all’interno della Camera delle Guardie dove in questo caso il protagonista è il mobile, custode di queste meraviglie. Si possono quindi ammirare le sale da pranzo rinascimentali e le credenze dove le raffinate maioliche erano esposte. Si entra poi nella Sala del Senato dove il percorso si snoda attraverso i principali centri produttori di maiolica in Italia, come Deruta, Faenza, Urbino, Gubbio, Venezia, Castelli e Torino. La mostra prosegue illustrando l’ampia varietà di temi riprodotti sulla maiolica istoriata, che, oltre ai soggetti religiosi, vede riccamente rappresentati soggetti profani, tratti dalla storia antica e dalla
Piatto - La Nascita di san Giovanni Battista Urbino o Casteldurante, 1530-1545 Collezione privata
mitologia, o riguardanti la vita affettiva, come i temi amorosi, o lo status sociale dei committenti, come i servizi araldici. Le fonti grafiche di questa pittura di storie derivano dai repertori di incisioni che circolavano nelle botteghe dei maiolicari e che erano il tramite per riprodurre su
Bottiglia da farmacia Bottega di Orazio Pompei, Castelli, 1550-1560 Collezione privata
di Mario
Piatto - Vitruvio e Michelangelo stemma Paleologo Nicola da Urbino, Urbino. c1533 Collezione privata
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scala ridotta e per una visione domestica le più celebri invenzioni dei grandi pittori dell’epoca. Tra il 1400 e il 1500 si amplia e si differenzia l’uso delle maioliche nella vita sociale. Nell’arredamento della casa italiana le maioliche istoriate venivano sì esposte sulle credenze, ma anche usate per essere offerte come doni in occasioni quali il matrimonio e la nascita. Piccole sculture, che talvolta mascheravano la funzione di calamai o fontane, erano usate a scopo decorativo negli interni privati. L’utilizzo della maiolica nel tempo si espande fino ad arrivare alla produzione per i corredi da farmacia, commissionati in genere da istituzioni religiose. Il percorso si conclude con una serie di capolavori: una coppia di albarelli policromi di Domenico da Venezia, un grande rinfrescatoio di Urbino e la brocca in porcellana medicea di Palazzo Madama, eccezionale esemplare della prima imitazione europea della porcellana cinese. La mostra, visitabile fino al 14 ottobre prossimo, vuole esaltare una delle forme d’arte che visse in uno dei periodi fiorenti della nostra storia e che tuttora conserva in modo perfetto le forme e >>> segue >>> l i suoi colori. s
Piatto con trofei musicali Venezia, bottega di Maestro Jacomo da Pesaro, ca. 1540 Palazzo Madama, Torino
Piatto Bottega di Don Pino, Faenza, 1565-1580 Palazzo Madama, Torino Scarica
Piatto con testa “all’antica” Deruta, forse Nicola Francioli, detto “Co”, 1520-30 Collezione privata
Antonio
ARTE taziarte@gmail.com
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A.Arte - La strada al tramonto - 2001, olio su tela, 80x60 cm.
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Diana e le sue ancelle al bagno Nicola Francioli, detto “Co”, Deruta, 1525-1535 Collezione privata
missions from religious institutions. The display comes to an end with a series of masterpieces, shown in individual showcases: a pair of maiolica jars by Domenigo da Venezia, a large cooler from Urbino and the jug in Medici porcelain from the Palazzo Madama, an exceptional example of the first European imitation of Chinese porcelain, made by maiolica potters from Urbino who worked in Florence at the court of Francesco I de’ Medici. Maiolica is one of the few Renaissance art forms that have perfectly preserved the original colours they had when they were made. The technique consists in covering the surface of terracotta objects with an opaque white tin-based enamel and painting over it with metal oxides, which are turned into brilliant colours by firing: cobalt gives blue, copper green, iron becomes orange or ochre, antimony turns yellow, manganese purple or brown, and tin becomes white. The art form has distant Islamic roots and arrived in Europe with the Muslim conquest of the Iberian Peninsula in the eighth century. It was embellished with lustre, which made it possible to obtain a gold or ruby colour with an iridescent effect. Hispano-Moresque maiolica was successfully exported throughout Europe and influenced the development of ceramic art in Italy in numerous centres in Tuscany, Emilia, the Marche, and Umbria. With great inventiveness, Italian potters transformed the Islamic tradition, introducing motifs inspired by Gothic and Renaissance art and others derived from Chinese porcelain. What Italian potteries introduced that was absolutely new was istoriato – colourful story painting on the white surface of the ceramic. Depicting sacred and profane, religious, mythological and amorous stories in maiolica, for the decoration of aristocratic homes, was a typically Italian custom. It started in the late 1400s, especially in cities in Central Italy, such as Pesaro, Deruta, Faenza, Gubbio, Casteldurante and Urbino. Even though it represented only a small part of Italian ceramic production, istoriato maiolica has been preserved over the centuries thanks to its prestige and to the interest it has always aroused in collectors. s
Piatto - La morte dei figli di Niobe Urbino, bottega di Francesco Durantino, 1537-45 Collezione privata
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he exhibition Renaissance Italy: The Splendour of Maiolica, on display in the Senate Hall of the Palazzo Madama from 13 June to 14 October 2019, presents an exceptional array of Renaissance maiolica produced by the most prestigious Italian factories. It brings together for the first time over 200 masterpieces from some of the world’s most important private collections as well as from Palazzo Madama. The exhibition opens in the Guard Room (Camera delle Guardie) with a large display case that recalls a credenza, the dominant piece of furniture in a Renaissance dining room, on which sophisticated maiolica ware was displayed both to be admired and for use as tableware. The display then continues in the Senate Room (Sala del Senato) where the visitor is taken through the main production centres of maiolica in Italy, such as Deruta, Faenza, Urbino, Gubbio, Venice, Castelli and Turin, and examines the decorations and the most important artists, including Nicola da Urbino and Francesco Xanto Avelli. Next comes an illustration of the wide variety of themes portrayed on istoriato maiolica. In addition to religious subjects, these “story paintings” include a wealth of profane subjects from ancient history and mythology, or scenes that illustrate the affections, such as amorous scenes, or the social status of the patrons, with heraldic devices. The graphic sources for these painted stories come from the collections of engravings that circulated among maiolica workshops and that were a means for reproducing famous creations by great painters on a reduced scale for viewing at home. Maiolica ware was increasingly used, in different ways, during the fifteenth century. Istoriato maiolica objects were displayed on credenzas in Italian homes, particularly in country residences, but they were also used on the table and could be offered as gifts for special occasions, such as weddings and births. Little sculptures, which sometimes concealed inkwells or fountains, were used for decorative purposes in private interiors. One sector that particularly flourished was that of maiolica for pharmacies, generally through com-
Piatto - Un lupo che predica agli animali Pesaro, 1490-1510 Collezione privata
L’ITALIA DEL RINASCIMENTO. Lo splendore della maiolica Palazzo Madama, Torino June 13 – October 14, 2019
L’ITALIA DEL RINASCIMENTO Lo splendore della maiolica
13 giugno - 14 ottobre2019 Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, Torino INFO T. +39 011 4433501 palazzomadama@fondazionetorinomusei.it Da mercoledì a lunedì 10.00 - 18.00 Chiuso il martedì Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzomadamatorino.it
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Gabriele Marchesi
G.Marchesi - IL DRAMMA DI ADAMO. DECIDERE COSA È BENE E COSA È MALE - 2016, grafite, pastello e f.o. su tavola, 90x90 cm.
contatto@gabrielemarchesi.pavia.it Gabriele Marchesi
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Francesco De Molfetta
In copertina: (on the cover:) “Ceci n’est pas un POPEYE” 2017, vetroresina policroma, 100x50x55 cm. In “Over the cover”: (on the “Over the cover”:) Photo by Federico Laddaga. Credits Monica Biz
In arte “DEMO” di Vincenzo Chetta
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ll’anagrafe “Francesco De Molfetta”, ma nessuno lo chiama così, da sempre è per tutti il “Demo”. Il suo lavoro riguarda l’infanzia. La sua soprattutto. Quando da piccolo gli chiedevano: “Cosa farai da grande?”, rispondeva: “Il giocattolaio: voglio vendere i miei giocattoli”, ed in un certo senso è quello che fà, realizzando opere che parlano di lui, della sua poetica e dei suoi drammi. Resine, colori e plastiche prendono forma e trasmettono contenuti dall’alto valore sociale. Abbiamo incontrato “Il Demo” per voi, per conoscerlo meglio e fargli qualche domanda...
Sopra: (Above:) “BAD YEAR” 2009, opera del premio Cairo, vetroresina policroma e metallo trattato 350x250x80 cm.
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percorso artistico, parlaci di come come è nata questa passione e di come hai creato la tua carriera … F.D.M.: Non penso che una carriera si possa “creare”, piuttosto penso che sia lei a “creare” noi. Il nostro percorso è frutto degli incontri che facciamo, delle circostanze, del tempo che il lavoro abita, dei rifiuti subìti e degli errori che costantemente facciamo. Il mio lavoro ha incontrato il grande pubblico in seguito ad un innamoramento di un famoso fotografo, che più tardi avrei scoperto essere un referente importante Vincenzo Chetta: Buongiorno Demo, per le documentazioni fotografiche, dall’Arsono molto contento di poter finalmente te povera ad oggi. Lui si chiama Giorgio fare una bella chiacchierata con te! Colombo e il suo preziosissimo archivio è Francesco De Molfetta: Buongiorno a te ad oggi molto autorevole e consultato. Da Vince, il piacere è mio, anzi approfitto subi- lì ho conosciuto il mio primissimo gallerito per farti i complimenti per questo vostro sta, Franco Toselli, che mi promosse con la progetto editoriale, del quale amo molto il devozione di un padre, con l’entusiasmo e titolo, un ossimoro che ci invita subito la curiosità di chi si relaziona con il nuovo, ad un ragionamento. Ciò che è più senza farsi sopraffare dalla novità. chiaro nasconde la maggio- V.C.: In ogni tua opera, giochi di parole e re oscurità. Un ottimo crasi che vanno oltre i titoli, importantisinizio, un corto circuito sima è l’ironia che da sempre contraddiideale per il mio operato! stingue la tua Arte, da cosa trai maggiorV.C.: Grazie! Innanzitut- mente ispirazione? to, volevo farti i complimenti per il tuo F.D.M.: L’ironia è sempre stata la mia cifra,
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da grande cinico quale sono. Mi è d’ausilio per ritrattare e riformulare un giudizio sul mondo. Specifico: riformulare il giudizio, NON il mondo. Non ambisco a tanto, non pretendo d’essere un creatore “ex nihilo”, direi più modestamente un rimanipolatore. Non credo nelle ispirazioni, che spesso sottendono aspirazioni, credo piuttosto nel lavoro, nel rispetto della temporalità, nella permanenza in un flusso sperimentativo, che a posteriori svela un’identità. Come poter definire qualcosa se non al termine dell’esperienza stessa? In tal caso si può essere de-finiti solo al passato, grazie al passato. Abbiamo una identità solo rispetto a ciò che è “ato”, non in virtù di un pronostico. V.C.: Parlare di sé non è facile, ma secondo te, chi è Demo? F.D.M.: Non l’ho capito bene neanche io... È così difficile conoscersi. “Demo” è l’abbreviativo per “dimostrazione” in inglese. Quando ero ragazzino e suonavo nelle band, per promuoversi si incidevano delle “DEMO”, che erano un sunto, un estratto, una dimostrazione, appunto, di ciò che si poteva dare in termini di stile, di prestazione. Per cui, forse, Demo è una dimostrazione, o meno ambiziosamente, la sintesi di un tentativo. Inoltre, la parola Demo deriva da “DEMOS”,che in greco antico significava il “popolo”, o meglio il governo popolare... E quindi vedi che il “POP” c’era già nella radice semantica del mio nome? V.C.: Verissimo! C’è una delle tue creazioni alla quale tieni in modo particolare? F.D.M.: In realtà i lavori che amo maggiormente sono quelli che il pubblico non comprende, o non capisce, o interpreta come “minori”... Curioso! Mi piacciono molto le opere che ammiccano alla storia dell’Arte, come il Popeye rivisto in chiave magrittiana, oppure la Monna Lisa truccata da
Kiss (che diviene così Monna Kissa), oppure le tre Grazie di canoviana memoria, che nel nostro tempo sono rappresentate da tre bibite gassate (diventando così le tre Gassie). Anche il ciclo delle vanitas “aggiornate” 2.0 mi è molto caro. Riprendendo i grandi maestri mi sembra di rievocarli, in qualche modo di farli rivivere, comunicando il grande Amore che nutro per loro e il rispetto nei confronti delle loro “intuizioni”.
Sopra: (Above:) “le 3 Gassie” 2012, resina policroma, 45x30x20 cm.
Sotto: (below:) “Doom Perirgnon” 2013, bronzo lucidato e vetro, 60x40x20 cm.
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Sopra: (Above:) “Frankenstein Jr.” 2010, vetroresina policroma, 60x45x45 cm.
Sotto: (below:) “Il pensatoio” 2011, ceramica con finitura al terzo fuoco platino, 25x15x10 cm.
V.C.: Troviamo nei tuoi lavori molti richiami all’iconografia pop tipica degli anni passati, con una posizione di rilievo per l’aspetto ludico e giocoso, spiegaci da cosa nasce tutto ciò… F.D.M.: Ogni opera nasce da un senso di inadeguatezza nei confronti di una figura che si dimostra essere troppo consolidata, troppo iconocentrica. Quando sento troppo consolidamento intorno ad un personaggio, sia esso pubblicitario, televisivo, cinematografico, è quasi un dovere per me riflettere su un dato di certezza tale. Perché e in che modo questa figura è divenuta appunto “POP”, conosciuta trasversalmente? Ecco, da lì rivisitarlo, riesaminarne il potere simbolico, quell’effetto inevitabilmente identificativo, come un avvocato cavilloso esamina minuziosamente le clausole del suo codice. V.C.: La soddisfazione artistica più grande, avuta finora, qual’è stata? F.D.M.: Mi verrebbe da dire la grande mostra Al MOca di Los Angeles, e il riconoscimento di essere l’unico artista italiano presente sull’antologia del movimento di Toy Art di Jeremy Brautman. Ma più onestamente direi che non ci sono state soddisfazioni su cui adagiarsi, solo paletti, conferme come piccole lanterne, che indicavano la strada nel paesaggio brumoso dell’Arte contemporanea. V.C.: Quali sono i prossimi appuntamenti per poter ammirare le tue opere ed i progetti a cui stai lavorando di cui vorresti raccontarci qualcosa? F.D.M.: Quest’estate parteciperò a diverse collettive, una in Puglia, una a Berlino e poi in autunno ricominceranno i vari appuntamenti fieristici, oltre ad una mostra sulla figura di Pinocchio organizzata da Arthemisia a Firenze, e una collettiva presso la PLan X Art gallery a cura di C.B. Hoyo. Inoltre sto preparando una mostra personale significativa che culminerà finalmente anche in una nuova pubblicazione monografica presso una delle mie gallerie di riferimento, il Mappamondo di Milano. V.C.: Spesso vengo a contatto con tanti giovani talenti, tutti alla ricerca della formula magica per sfondare: tu cosa consiglieresti ad un giovanissimo che volesse
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intraprendere la strada dell’Arte? F.D.M.: L’altro giorno ho proprio parlato con un giovane a lungo, un artista molto promettente seppur non ancora baciato dalla popolarità. Mi ha molto affascinato il suo sguardo, il volto giovane, inconsapevole, incorniciato da un’ombra di barbetta incolta. Mi ha ricordato me agli inizi, questo senso di spaesamento, una timidezza che genera discrezione e deferenza. Consigliare implicherebbe subito l’ergersi sul podio e rimarcare la posizione sovrana, conoscitiva, consapevole, consolidata. L’ennesima ostentazione del capriccio “egoico”. Invece la figura che mi sembra più congeniale è quella della parabola. Secondo l’etimo, “parabola” in greco vuol dire “parlare accanto” (e non come abbiamo travisato noi con le parabole bibliche che operano una mistificazione di questo concetto). Ecco: la modalità che preferisco con i giovani, con i neofiti, è quella dello stare a parlare accanto, in una dimensione relazionale che implica l’ascolto reciproco, non il dettame della regola, della “formuletta” per un inevitabile successo. Dare ascolto ed empatia a quello stato di incertezza che ammanta i percorsi neonascenti. Conoscerli, ricordarsi di quando anche noi eravamo un miscuglio di riluttanze e desideri. L’Over the Cover di questo numero di Biancoscuro, per esempio, riporta una foto di me scattata da un giovane e promettente fotografo, un talento coraggioso ed impavido, autentico. Il fotografo si chiama Federico Laddaga. Mi sono messo letteralmente nelle sue mani come materia informe e mi sono lasciato condurre da lui in tutto e per tutto, così è nata quell’immagine. Sono stato ore a parlare con lui, per conoscerlo, visitando mostre insieme, ascoltando la voce dei demoni che lo abitano. Solo così siamo riusciti ad ottenere la sinergia, la simbiosi necessaria per dar sce-
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na alla situazione ritratta. Lui mi ha fatto diventare una mia scultura, svelandomi così una parte di me. V.C.: Siamo giunti (quasi) alla fine, cosa vorresti che io ti chiedessi in questa intervista? E che risposta daresti? F.D.M.: Vorrei che mi chiedessi perché ti piace tanto il mio lavoro e che cosa sono capaci di fare risuonare in te queste materie, queste forme, questi atti d’Amore vandalico nei confronti del conosciuto, delle certezze che si sono consolidate in noi. Non vorrei darmi alcuna risposta, vorrei che il mio lavoro sollevasse solamente altre domande. Sono le domande che mi interessano, quelle che vorrei sortissero dalle mie opere, non le risposte. Quelle le daranno, semmai, i lettori di questa intervista. V.C.: Ti ringrazio per la pazienza, è stata molto interessante questa chiacchierata, l spero sia stato lo stesso per te! s Sopra: (Above:) “Winnie the POOR” 2014, maiolica policroma invetriata con interventi a terzo fuoco, 35x35x15 cm.
Sopra: (Above:) “Svenarsi” 2017, fusione in bronzo a cera persa lucidato e carta Amex 35x20x20 cm.
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Francesco De Molfetta Aka “DEMO” by Vincenzo Chetta
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is name is “Francesco De Molfetta” but nobody calls him that, everyone calls him “Demo”. His work is about childhood. Its above all. When as a child they asked him “what will you do when you grow up?”, He replied: “the toymaker: I want to sell my toys”, and in a certain sense it is what he does, creating works that speak of him, his poetry and his dramas. Resins, colors and plastics take shape and convey contents with a high social value. We met “Demo” for our readers, to know him better and ask him some questions...
A destra: (on the right:) “l’Estinto” (fire extinct) 2011, fusione in alluminio laccata a forno, 70x30x20 cm.
Vincenzo Chetta: Hello Demo, I am very happy to finally have a nice talk with you! Francesco De Molfetta: Good morning to you, the pleasure is mine, in fact I take this opportunity to congratulate you for this editorial project of which I really love the title, an oxymoron that immediately invites us to reason. What is clearer hides the greater darkness. A great start, an ideal short circuit for my work! V.C.: First of all, I want to congratulate you on your artistic career, tell us how this passion was born and how you created your career … F.D.M.: I don’t think a career can be “created”, I think it’s her who “creates” us. Our journey is the result of the meetings we do, of the circumstances, of the time that the work lives, of the waste suffered and of the mistakes we constantly make. My work has met with the general public after falling in love with a famous photographer, who later on I discovered was an important point of reference for photographic documentation from Arte Povera to today. His name is Giorgio Colombo and his precious archive is today very authoritative and consulted. There I met my first gallerist Franco Toselli, who promoted me with the devotion of a father, with the enthusiasm and curiosity of
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those who relate to the new, without being overwhelmed by the novelty. V.C.: In every work of yours, word games that go beyond the titles, the irony that has always distinguished your Art is very important, what do you get the most inspiration from? F.D.M.: Irony has always been my number, as a great cynic I am. It helps me to retract and reformulate a judgment on the world. Specific: reformulate the judgment, NOT the world. I don’t aspire to much, I don’t pretend to be a creator “ex nihilo”, I would say a modifier more modestly. I do not believe in inspirations, which often underlie aspirations, I rather believe in work, in respect of temporality, in permanence in an experimental flow, which a posteriori unveils an identity. How can we define something except at the end of the experience itself? In this case we can be defined only in the past, thanks to the past. We have an identity only with respect to what happened, not by virtue of a prediction. V.C.: Talking about oneself is not easy, but in your opinion, who is Demo? F.D.M.: I didn’t even understand it ... it’s so difficult to know each other. “Demo” is the abbreviation for “demonstration”. When I was a kid and played in bands, DEMOs, a summary, an excerpt, a demonstration of what could be given in terms of style, performance, were recorded to promote themselves. So maybe Demo is a demonstration, or less ambitiously, the synthesis of an attempt. Furthermore, the word Demo derives from “DEMOS”, which in ancient Greek meant the “people”, or rather the popular government ... so do you see that the “POP” was already in the semantic root of my name? V.C.: Is there one of your creations that you care about in particular? F.D.M.: In In reality the works I love most are those that the public does not understand, or does not understand, or interprets as “minors” ... curious! I really like the works that wink at the history of art, like the Popeye revised in a Magrittiana key, or the Mona Lisa made up by Kiss (becoming Mona Kissa), or the three Graces of Canova,
“Retire strikes back/ la pensione colpisce ancora”, 2009, ceramica policroma invetriata, legno, ferro 45x35x35 cm.
“CATwoman” 2015, resina policroma, pellame, legno, 45x40x40 cm.
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Sopra: (Above:) “Big brother is watching you/ il grande fratello”, 2012, resina, protesi in vetro, legno verniciato, 80x35x60 cm.
which in our time are represented by three drinks carbonated (making it the three Gassie). The “updated” 2.0 vanitas cycle is also very dear to me. Taking up the great masters I seem to recall them, somehow to revive them, communicating the great Love I have for them and respect for their “intuitions”. V.C.: We find in your works many references to the typical pop iconography of past years, with a prominent position for the playful and playful aspect, explain to us what all this is born from… F.D.M.: Every work is born from a sense of inadequacy towards a figure that proves to be too consolidated, too iconocentric. When I feel too much consolidation around a character, be it advertising, television, film, it is almost a duty for me to reflect on a given certainty. Why and how did this figure become “POP”, known across the board? Here, from there revisit it, re-examining its symbolic power, that inevitably identifying effect, as a quirky lawyer minutely examines the clauses of his code. V.C.: The greatest artistic satisfaction, had so far, what was it? F.D.M.: I would say the big exhibition Al MOca in Los Angeles, and the recognition of being the only Italian artist present on the anthology of the Toy Art movement of Jeremy Brautman. But more honestly I would
“HELLicopter” 2014, 2014, vetroresina policroma aerografata, componenti metalliche, 180x40x45 cm.
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say that there were no satisfactions on which to rest, only posts, confirmations like small lanterns, which indicated the road in the misty landscape of contemporary art. V.C.: What are the next appointments to admire your works and the projects you are working on that you would like to tell us something about? F.D.M.: This summer I will participate in several shows, one in Puglia, one in Berlin and then in autumn the various art fair appointments will start again, as well as an exhibition on the figure of Pinocchio organized by Arthemisia in Florence, and a collective exhibition at PLan X Art gallery by C.B. Hoyo. I am also preparing a significant personal exhibition that will finally culminate in a new monographic publication at one of my reference galleries, “Mappamondo Gallery, Milan. V.C.: I often come into contact with many young talents, all looking for the magic formula to break through: what would you recommend to a very young man who wanted to take the road of Art? F.D.M.: The other day I talked to a young man, a very promising artist although not yet kissed by popularity. I was very fascinated by his look, his young, unconscious face framed by a small beard. It reminded me of beginnings, this sense of disorientation, a shyness that generates discretion. Advising would immediately involve standing on the podium and underlining the sovereign, cognitive, conscious and consolidated position. The umpteenth ostentation of the egoic whim. Instead the figure that seems to me most congenial is that of the parable. The etymological “parable” in Greek means “to
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speak beside” (and not as we have misrepresented ourselves with the biblical parables that make a mystification of this concept). This is the way I prefer with the young, with the neophytes, it is that of standing next to each other, in a relational dimension that implies the mutual listening, not the rule of the rule, of the “formula” for an inevitable success. To listen and empathize with the uncertainty typical of young people. Know them, remember when we too were a mixture of reluctance and desires. L’Over The “Over the Cover” of this issue of Biancoscuro, for example, shows a photo of me taken by a young and promising photographer, a brave and fearless, authentic talent. The photographer is called Federico Laddaga. I literally put myself in his hands as a shapeless material and let myself be led by him in everything and for everything - so that image was born. I spent hours talking to him, to meet him, visiting exhibitions together, listening to the voice of the demons that inhabit him. Only in this way we have succeeded in obtaining synergy, the symbiosis necessary to give scene to the situation portrayed. He made me become my sculpture, thus revealing a part of me. V.C.: We have come (almost) to the end, what would you like me to ask you in this interview? And what answer would you give? F.D.M.: I would like you to ask me why you like my work so much and what these materials, these forms of vandal love about the known, of the certainties that have been consolidated in us resonate in you. I would not like to give myself any answers, I would like my work to raise only other questions. These are the questions that interest me, the ones I would like to hear from my works, not the answers. Those will give you, if anything, the readers of this interview. V.C.: Thank you for your patience, this talk was very interesting, I hope it was the l same for you! s
Francesco De Molfetta (Milano 1979), è un fine narratore che è rimasto fedele al sarcasmo e allo humor che contraddistinguono incisivamente le sue opere. L’artista dà vita alle proprie creazioni guidato da un’innata sensibilità unita a un’ironia mai gratuita ma meditata per levare la maschera alle contraddizioni di un’epoca, la nostra,sempre più convulsa e bulimica. L’universo di Demo è vivace, colorato e beffardo con una vena malinconica che attraversa tutto il suo percorso. La componente del gioco è una cifra intrinseca alla poetica di un artista che vede come il gioco sia anche imitazione, camuffamento, rottura dell’essere in funzione dell’apparire. Ogni opera compone un sottile gioco nel quale convergono e diventano complementari l’aspetto visivo e verbale che traggono ispirazione dalla storia dell’arte alla pubblicità, dall’erotismo, dalla religione, giocando e reinventando oggetti, elementi e parole. Mai banale, nelle proprie creazioni da un lato recupera la tradizione artigiana nella realizzazione di opere che, pur mantenendo una base formale, rompono con la tradizione nel cortocircuito semantico che trova espressione nell’accostamento di universi totalmente differenti. Solo in superficie semplici e immediate, le opere di Demo sono in realtà sofisticate manifestazioni dei tic, dei vizi e delle distorsioni del nostro tempo, in cui l’essenza è soppiantata dall’apparenza. Ci strappano un amaro sorriso che cela una bruciante verità: la perdita delle illusioni e della nostra stessa identità. Rebecca Delmenico
Francesco De Molfetta (Milan 1979), is a fine narrator who has remained faithful to the sarcasm and humor that incisively distinguish his works. The artist gives life to her creations guided by an innate sensitivity combined with an irony that is never free but meditated to remove the mask from the contradictions of an age, ours, ever more convulsive and bulimic. The universe of Demo is lively, colorful and mocking with a melancholy that traverses its entire path. The component of the game is an intrinsic figure of the poetics of an artist who sees how the game is also an imitation, a camouflage, a rupture of being in function of appearance. Each work becomes a game in which the visual and verbal aspects converge and become complementary, drawing inspiration from the history of art to advertising, eroticism, religion, playing and reinventing objects, elements and words. Never banal, in his creations on the one hand he recovers the artisan tradition in the creation of works that, while maintaining a formal base, break with tradition in the semantic short circuit that finds expression in the juxtaposition of totally different universes. Only on the surface, simple and immediate, the works of Demo are actually sophisticated manifestations of the tics, vices and distortions of our time, in which the essence is supplanted by appearance. They rip us a bitter smile that hides a burning truth: the loss of illusions and of our own identity. Rebecca Delmenico
“Capita in America/ Clownpitan America” 2016, resina policroma, ferro, legno laccato 40x35x35 cm.
Photo courtesy: Archivio Autorettifica De Molfetta, Jacopo Raule, Anna Turina, Federico Lanzani, Lucrezia Roda, Nick Stabile, Galleria il Mappamondo, Galleria PlanX, Galleria Seno.
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La commedia all’italiana
La Collezione Minisini in mostra a Fano di Rebecca Maniti
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ano ospita una originale quanto interessante mostra sulla comunicazione cartacea dedicata al cinema balneare: “Italiani al mare. Manifesti cinematografici 1949-1999. Dalla Collezione Enrico Minisini”. Visitabile fino al 29 settembre a
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Palazzo Corbelli (spazio gestito dalla Galleria Carifano), la mostra vanta la cura di Andrea Tomasetig ed Enrico Minisini. Il percorso espositivo propone un centinaio di manifesti, locandine e fotobuste, tutti in prima edizione originale provenienti dalla vasta Collezione Minisini. Il ri-
sultato globale è sicuramente un racconto del nostro Paese attraverso le abitudini vacanziere degli italiani, dalla metà del Novecento alle soglie del nuovo millennio. Stimola nel contempo una riflessione sul ruolo della pubblicità legata al cinema e sulla sua iconografia così caratteristica e riconoscibile per il grande pubblico Le grafiche dei film si rivelano vere e proprie opere d’arte della scuola italiana del manifesto cinematografico, a firma di grandi nomi come De Seta, Symeoni, Nano (Silvano Campeggi), Anselmo Ballester, Cesselon, Alfredo Capitani, Giorgio Olivetti e Casaro. Andrea Tomasetig racconta: “Sono un’esplosione dei colori dell’estate coniugata ai simboli delle vacanze al mare. La mostra è l’occasione per riscoprire, oltre a un filone di successo del cinema popolare con attori e attrici famosi come protagonisti, grafici di valore e un capitolo della storia sociale e del costume in Italia, dal secondo dopoguerra alla fine del ‘900”. I cartelloni più caratteristici si dimostrano essere quelli degli anni Cinquanta e Sessanta, i decenni del boom economico e delle prime vacanze al mare con la Fiat 500. Tutti gli attori famosi e i divi più popolari (da Alberto Sordi a Ugo Tognazzi, Walter Chiari, Aldo Fabrizi, Totò, Franco e Ciccio, Raimondo Vianello, Vittorio Gassman e molti cantanti come Mina, Ornella Vanoni, Jimmy Fontana)
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furono chiamati a interpretare i “tormentoni” dell’estate. Con queste pellicole si definiscono i personaggi tipici del bagnino, del commendatore donnaiolo, della ragazza in cerca di marito, delle mogli al mare e dei mariti in città, all’insegna di umorismo e comicità. Negli anni Settanta il cinema balneare si evolve in film dai contenuti più “espliciti”, fino ai più recenti cinepanettoni degli anni Ottanta e Novanta. Dal manifesto disegnato si passa a quello fotografico, così come dal bikini si arriva al topless. Accompagna l’esposizione un esaustivo catalogo con testi di Stefano Salis e dei curatori Andrea Tomasetig e Enrico Minisini. L’ultima parola proprio a Minisini che afferma:“La rassegna è uno specchio dell’Italia che cambia, visto dalla spiaggia, più immediato di un trattato l di sociologia”. s
In alto: La famiglia Passaguai - 1951 regia di Aldo Fabrizi Locandina fuori formato a doppia firma di Kremos (Niso Ramponi) e Attalo (Gioacchino Colizzi) A sinistra: Bellezze a Capri - 1951 regia di Adelchi Bianchi e Luigi Capuano Manifesto di Kremos (Niso Ramponi) 140x100 cm.
[1] Costa Azzurra - 1959, regia di Vittorio Sala Manifesto di Sandro Symeoni, 140x100cm. [2] Il sorpasso - 1962, regia di Dino Risi Manifesto, 200x140 cm. 3] Mariti in città - 1957, regia di Luigi Comencini Manifesto di Carlo Longi, 200x140 cm. [4] Veneri al sole - 1964, regia di Marino Girolami Manifesto, 200x140 cm.
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ITALIANI AL MARE
Manifesti cinematografici 1949-1999 Dalla Collezione Enrico Minisini 24 luglio - 29 settembre 2019 Galleria Carifano - Palazzo Corbelli, Fano INFO galleriearte@creval.it Fino al 31 agosto: da martedì a domenica 21.00 - 23.00 Dal 1 al 29 settembre: da martedì a domenica 17.00 - 20.00
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Leopoldo Metlicovitz
Il Maestro del cartellonismo italiano di Ettore Tiretto
“
Le venature più intime e individuali di un artista vengono a scoprirsi nel confronto a viso aperto con lo spettatore ed è questo uno degli elementi più interessanti dell’arte della pubblicità.
”
Daniele Ferrara
L
eopolo Metlicovitz, uno dei Maestri assoluti del cartellonismo italiano, viene ricordato con una interessante mostra dalla Collezione Salce. Nando Salce comprava le sue opere direttamente da Giovanni Ricordi, da 5 a 10 Lire l’una, una quotazione non trascurabile nel 1904, come non lo era il fiuto del ragionier Salce. Non da meno fu quello di Giulio Ricordi, che permise all’artista di esprimersi anche come disegnatore e inventore pubblicitario, vero e proprio pioniere degli “avvisi figurati”, creati in pieno stile Liberty. La mostra “Metlicovitz. L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità” sarà visitabile fino al 13 ottobre presso il Museo Nazionale Collezione Salce, a Treviso. Racconta il Direttore del Polo Museale del Veneto, Daniele Ferrara: “L’esigenza di attrarre l’attenzione del pubblico su questo o su quel prodotto ha sollecitato gli artisti impegnati nella grafica pubblicitaria a proA sinistra: Leopoldo Metlicovitz - Il ragno azzurro 1916, cromolitografia su carta, 206x145 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso A destra in alto: Leopoldo Metlicovitz - Sogno d’un valzer 1910, cromolitografia su carta, 199x99 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso A destra in basso: Leopoldo Metlicovitz - Madama Butterfly 1904, cromolitografia su carta, 151,4x110 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso
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gettare immagini che, tramite l’eleganza del disegno, l’impatto del colore, l’espressione dei sentimenti, la forza iconografica, risultassero penetranti e persuasive nell’immaginario collettivo. Le venature più intime e individuali di un artista vengono a scoprirsi nel confronto a viso aperto con lo spettatore ed è questo uno degli elementi più interessanti dell’arte della pubblicità. Metlicovitz fu un maestro in questo ambito della produzione artistica. A distanza di oltre un secolo alcune sue opere costituiscono ancora delle vere e proprie icone”. Si è scelto di indagare Metlicovitz sotto nuovi punti di vista, soffermandosi sul suo rapporto con la Ricordi, ma esplorando anche aspetti diversi della sua produzione grafica, dai calendari alle piccole locandine. In mostra troviamo dunque i suoi manifesti più rappresentativi, dedicati a prodotti commerciali e industriali, ma anche a grandi eventi come l’Esposizione internazionale di Milano del 1906, o a famose opere liriche come Madama Butterfly e Turandot, con un approfondimento riservato al tema del paesaggio, per nulla scontato in un artista che era maestro della figura e della teatralizzazione. Ancora una volta abbiamo la possibilità di ammirare veri tesori della grafica, grazie alla lungil miranza di Salce. s
GUGLIELMO AV I Z Z A N O 2019 Inizio Ricerca Nuovi Elementi Razionali
Elemento 1 2019 acrilico su tela 30x30 cm.
METLICOVITZ
L’arte del desiderio. Manifesti di un pioniere della pubblicità 16 maggio - 13 ottobre 2019
Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso INFO T. +39 0422 591936 pm-ven.collezionesalce@beniculturali.it Da mercoledì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.collezionesalce.beniculturali.it
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Elemento 2 2019 acrilico su tela 30x30 cm.
guxyavi@gmail.com
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Carlo Fornara Il linguaggio dell’arte di
Mario Gambatesa
N Carlo Fornara - Autoritratto
ato a Prestinone nel 1871, Carlo Fornara è uno degli artisti italiani appartenuto al gruppo del Divisionismo, una corrente dei primi anni del 900. Dopo aver iniziato a frequentare i corsi di pittura, disegno e ornato presso la locale scuola d’arte Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore, strinse forti rapporti
di amicizia con altri futuri pittori come Giovanni Battista Ciolina, Gian Maria Rastellini e Lorenzo Peretti Junior, seguendo attentamente gli insegnamenti di Enrico Cavalli, grande conoscitore dell’arte francese, il quale lo influenzò in maniera decisiva affinché seguisse la via della pittura. Nella primavera del 1891 espose due opere importanti, “La bottega del calderaio” e “Ricordanze”, entrambe alla Prima Triennale di Brera: fu questa l’occasione per mettersi in contatto con le istanze divisioniste. Nel 1899 partecipò alla III Esposizione internazionale d’arte di Venezia. Nel frattempo, entrò in contatto con Alberto Grubicy de Dragon, titolare della Galleria Grubicy e fratello del promotore del divisionismo a livello europeo; in questa occasione riesce a mettersi in contatto con Segantini, che volle il giovane artista come suo assistente per l’Esposizione di Parigi del 1900. Grazie al patrocinio dei Grubicy, Fornara fu presente ad esposizioni pittoriche nazionali ed internazionali che avevano una certa rilevanza; ma l’adesione alla scuola divisionista iniziò gradatamente ad indebolirsi. A partire dal 1922 si ritirò definitivamente nella sua amata Val Vigezzo dove morì nel 1968. La mostra “Carlo Fornara. Alle radici del Divisionismo (1880-1910)”, sottolinea e si focalizza su vent’anni della carriera artistica di Fornara, che sono oltretutto gli anni di maggiore creatività. L’esposizione è collocata all’interno della fantastica Casa De Rodis, un palazzetto
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[1] Carlo Fornara - Autoritratto a vent’anni [2] Carlo Fornara - Splendori d’ottobre [3] Carlo Fornara - Sotto Toceno [4] Carlo Fornara - Festa della Primavera [5] Carlo Fornara - La processione
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nobiliare di origine medioevale che ormai ha funzione di sede espositiva nel cuore di Domodossola. In mostra, si possono ammirare una selezione di tele, affiancate da una sezione riservata ai disegni del maestro. Inaugurata il 25 maggio scorso, curata da Annie-Paule Quinsac (Professor emerita della University of South Carolina dove ha insegnato storia dell’arte moderna per trent’anni, specializzata nella pittura italiana dell’Ottocento. È una delle esperte più autorevoli del Divisionismo), sarà visitabile fino al 20 ottobre prossimo. Questo grande evento dedicato a Carlo Fornara, pone l’accento sulla creatività di un artista che è riuscito nel tempo,
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Carlo Fornara - Fontanalba
ad elaborare un linguaggio luminista di pittura materica, a spatola e pennellate a effetto smalto fino ad arrivare ad uno stravolgimento tecnico (dovuto all’incontro/confronto con Giovanni Segantini) ed approdare ad una pittura europeista e internazionale. Una pittura eterna e senza dubbio completa nella sua essenza, che ha posto a suo tempo quel gradino in più nella scala della crel scita artistico-culturale. s
Casa De Rodis
CARLO FORNARA
Alle radici del Divisionismo 1890-1910 25 maggio - 20 ottobre 2019
Casa De Rodis, Domodossola INFO info@collezioneposcio.it Agosto Da martedì a venerdì 15.00 - 19.00 Sabato e domenica 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00 Settembre Sabato e domenica 10.00 - 13.00 / 15.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.collezioneposcio.it
La “Piccola Parigi”
Quistello (MN) 25 agosto 2019 Manifestazione nata con lo scopo di far rivivere il centro storico del paese dopo il trauma delle scosse di terremoto di sei anni fa. Fucina creativa molto apprezzata nel mantovano è animata dallo spirito di consentire e di facilitare l’incontro fra artisti giovani ed emergenti ed altri già affermati.
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Segreteria organizzativa: quistellopiccolaparigi@gmail.com - Facebook.com/piccolaparigiquistello RIVISTA d’ARTE 54
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Giacomo ROSSI
La luna in fase di separazione - tecnica mista - 2018 - 42x60 cm.
giacomorossiart.weebly.com
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Studio in Sassuolo (MO)
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STEFANO ROSA
“FAKE-NEWS” - FOTOMONTAGGIO DIGITALE - 2019 - 80X90 CM.
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“Ritratto d’uomo” torna a casa A Cefalù, una prima volta per Malaspina di
Flavio Ennante
BEPPE NICOLI
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opo la grande mostra a Palazzo Reale di Milano, ed il suo assoluto successo (160 mila visitatori in tre mesi di apertura), “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina è tornato “a casa”, al Museo Mandralisca di Cefalù, in provincia di Palermo. É infatti una delle opere scelte per la rassegna “Scoprici. Antonello da Messina. Due ritratti per Cefalù”, progetto espositivo della Fondazione Culturale Mandralisca, organizzato dalla Fondazione stessa, da MondoMostre e dai Musei Civici di Pavia, frutto di una collaborazione tra le istituzioni. Nota importante è l’esposizione dell’opera “Ritratto d’uomo Malaspina”, facente parte della collezione dei Musei Civici di Pavia. È la prima volta che un’opera non siciliana di Antonello da Messina viene esposta nella pinacoteca cefaludese: i due ritratti, inseriti in un percorso creato e voluto da Giovanni Carlo Federi-
Hylas e ninfee alla fonte olio su tela, 50x70 cm.
co Villa (curatore delle due mostre dedicate all’artista, a Palermo e Milano), si guardano, e chi li osserva scopre che hanno uno sguardo in comune, pur rel stando diversissimi. s Sopra: Antonello da Messina Ritratto d’uomo Fondazione Culturale Mandralisca Cefalù A sinistra: Antonello da Messina Ritratto d'uomo Musei Civici - Pinacoteca Pavia
SCOPRICI - ANTONELLO DA MESSINA Due ritratti per Cefalù 08 giugno - 26 novembre 2019 Museo Mandralisca, Cefalù
Corpi e volti, attingendo ai Maestri del ‘500 e dando uno sguardo all’atmosfera dei neoclassici dell’ ‘800, ai loro corpi precisi e agli sguardi trasognati, cercando di fondere e confondere il figurativo e l’informale in un equilibrio di forza e di colore.
INFO T. +39 0921 421547 fondazione.mandralisca@gmail.com Tutti i giorni 09.00 - 19.00 AGOSTO - Tutti i giorni 09.00 - 23.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazionemandralisca.it
Menadi esauste dopo il baccanale olio su compensato, 120x60 cm.
docbeppe@gmail.com www.pitturiamo.com
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Il Novecento
Nuovo allestimento per la collezione permanente
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ondazione Pistoia Musei presenta “Pistoia Novecento 1900-1945” il rinnovato percorso espositivo di Palazzo de’ Rossi curato da Annamaria Iacuzzi e Philip Rylands che resterà visibile fino al 19 aprile 2020. Il nuovo allestimento della collezione permanente di Fondazione Pistoia Musei vede esposte alcune delle opere più rappresentative del Novecento pistoiese acquisite dalla Fondazione Caript e affiancate a opere in comodato dalla collezione Intesa Sanpaolo. “Il nuovo allestimento Pistoia 19001945 – afferma Annamaria Iacuzzi – è un’occasione straordinaria che ci permette di cogliere a pieno l’esuberanza artistica cittadina in questo secolo. L’avvicendarsi delle generazioni degli artisti, a partire dal primo decennio del Novecento, mette in luce una città da sempre rivolta con attenzione al contemporaneo e impegnata nell’elaborazione di autonomi l linguaggi creativi.” s
Un’immagine della mostra Ph. Lorenzo Gori
PISTOIA NOVECENTO 1900-1945 18 aprile 2019 – 19 aprile 2020 Palazzo de’ Rossi, Pistoia INFO T. +39 0573 974267 Da giovedì a martedì 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazionepistoiamusei.it
ANTONIO GALLINA
A.Gallina - Senza titolo - olio su tela, 100x80 cm.
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RIVISTA d’ARTE togallin@yahoo.it - www.antoniogallina.com Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
Concetta De Pasquale Carte di Mare Nautilus di Concetta De Pasquale ospitate al 59° Salone Nautico Internazionale di Genova “Vip Lounge” 19-24 settembre 2019
Concetta De Pasquale - Carte di Mare Nautilus - 2019 - olio, catrame e muffe marine su carta nautica - 75x114 cm.
WEB
www.concettadepasquale.it
E MAIL
concedepasquale@virgilio.it
concetta.depasquale.507
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Comunicazioni degli animi tra loro Il pittore e gli architetti alla Pinacoteca Civica di Como di
Lucia Garnero
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a Pinacoteca Civica di Como ospita, dal 14 giugno al 24 novembre 2019, la mostra “Mario Radice: il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi”. L’evento, ideato da Roberta Lietti e con allestimento a cura di Paolo Brambilla, rappresenta il secondo passo di un cammino programmato volto alla valorizzazione del patrimonio artistico del Novecento della Pinacoteca. L’obiettivo è quello di esplorare i rapporti che l’artista intrattiene con gli architetti, e amici, Carlo Cattaneo, Giuseppe Terragni e Ico Parisi, mettendone in luce il lavoro sinergico (espressione di scultura, architettura e pittura) attraverso immagini fotografiche d’epoca, plastici, scritti e studi su carta, tra cui molti inediti conservati presso gli archivi della Pinacoteca di Como e provenienti dal Fondo Mario Radice. Il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni: la prima, dedicata al rapporto tra Mario Radice e Cesare Cattaneo, si concentra
principalmente su uno dei lavori più significativi di tale vicinanza artistica e progettuale: la “Fontana di Camerlata”. La seconda sezione è invece dedicata al rapporto tra Radice e Giuseppe Terragni, in occasione di due grandi lavori corali: la “Casa sul lago per artista” (in cui è esposto lo sgabello originale “Columbus” in legno e tubolare di ferro cromato, accanto al bozzetto dell’affresco “Nudo di Donna”) e la “Casa del Fascio” di Como, per la quale Radice realizza, tra il 1932 e il 1936, due grandi bassorilievi per la Sala del Direttorio e otto affreschi nel Salone delle Adunate. La terza sezione è dedicata al rapporto tra Radice e Ico Parisi, con i bozzetti a colori degli affreschi di “Casa Carcano” a Maslianico e di “Casa Notari” a Fino Mornasco, realizzati tra il 1946 e il 1950. Particolarmente suggestiva la proiezione, a cura di OLO Creative Farm, di uno dei mosaici realizzati da Radice per la facciata di Casa Bini a Monteolimpino, villa progettata da Parisi.
Mario Radice - Nudo di donna 1933, studio per affresco, carboncino su carta riportato su tela, 218,5x69 cm. Pinacoteca Civica Como
Mario Radice - Mosaico per casa Bini 1952-53, tessere in marmo policromo, 210x234 cm. Monteolimpino Como
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Mario Radice - Studio per grande plastico murale ad affresco per la Sala del Direttorio 1936-1938, carboncino e biacca su carta, 56x102 cm. Pinacoteca Civica Como
Mario Radice - Battaglia 1950, olio su tela, 55,5x23 cm. Collezione privata, Como
MARIO RADICE
Il pittore e gli architetti
L’esposizione è accompagnata da un catalogo bilingue edito da Silvana Editoriale e da un gran numero di attività collaterali. In ragione di quanto viene mirabilmente narrato ed esposto, è significativo citare quanto affermato dallo stesso artista: “Le importanti comunicazioni degli animi fra loro avvengono mediante suoni, colori e forme l nello spazio”. s
14 giugno - 24 novembre 2019 Pinacoteca Civica, Como INFO T. +39 031 252451 pinacoteca@comune.como.it
Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.visitcomo.eu
ALESSANDRA DIEFFE
A.Dieffe - Greta e il pappagallo - 2018, grafica digitale, 60.96x45.72 cm.
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RIVISTA d’ARTE www.alessandradieffe.myportfolio.com Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
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Remo Bianco
Le impronte delle Memorie di Rebecca Maniti
A
meno di un mese dalla sua apertura, siamo a consigliare la visita di una delle mostre più interessanti, in uno dei luoghi simbolo del centro di Milano: il Museo del Novecento ospita infatti dal 5 luglio una nuova e completa rassegna dedicata a uno dei protagonisti della seconda metà del Novecento: Remo Bianco. Autodefinitosi “ricercatore solitario”, Bianco è sempre stato
curioso e pronto a sperimentare nuove idee e nuovi percorsi. “Remo Bianco. Le impronte della memorie” è a cura di Lorella Giudici con la collaborazione della Fondazione Remo Bianco, e presenta oltre 70 opere dell’artista, ripercorrendo appunto le fasi della sua ricerca e raccontando anche l’uomo, la sua vita ed il suo lavoro intrecciati in un unico flusso di energia creativa. In mostra abbiamo l’opportunità di ammirare molte delle sue serie più importanti, e possiamo così
comprendere quanta attenzione si ponesse anche sui materiali stessi, non solo sulle tecniche utilizzabili. L’innata capacità di inventare e seguire nuove strade l’ha reso fondamentale: da lui arrivavano i nuovi punti di vista, le diverse prospettive, approcci intuitivi mai provati prima. Possiamo iniziare a raccontare la sua arte partendo dalle prime “Impronte”: calchi in gesso, cartone pressato o gomma ricavate dai segni lasciati da un’automobile sull’asfalto o da oggetti comuni su una superficie, per recuperare “le cose più umili che di solito vanno perdute”, come esprime nel Manifesto dell’Arte Improntale del 1956. Sempre in quegli anni nascono i “Sacchettini - Testimonianze” (realizzati assemblando oggetti di poco valore in sacchetti di plastica) e le prime opere tridimensionali, i “3D”, in materiale plastico trasparente o vetro e, successivamente, su legno, lamiera e plexiglas colorato. La serie dei “Collages” (dalla seconda metà degli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta) è creata con una serie di immagini realizzate con la tecnica del dripping su un unico piano di materiali diversi. Da citare i “Tableaux 3D - Senza titolo 1954, legno sagomato, laccato e sovrapposto, 62,4x62,2 cm. N. archivio: FRB1835 Collezione Koelliker, inv. LKRB0098
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Dorés”, uno dei cicli più noti dell’artista, oltre che il più duraturo. A partire dal 1965 l’artista dà vita ad alcune opere di “Arte sovrastrutturale” che esprimono l’esigenza di fissare nella memoria ricordi e realtà quotidiana. Ve ne fanno parte le “Sculture neve”, teatrini poetici i cui protagonisti sono oggetti comuni, ricoperti di neve artificiale e disposti in teche trasparenti: immobile sotto il manto bianco che la riveste, la composizione vuole portare lo spettatore in una dimensione incantata, silenziosa e senza tempo. Dieci anni più tardi nascono i “Quadri parlanti”, tele, lavorate o meno, sul cui retro sono posizionati degli amplificatori che si attivano con il movimento e, all’avvicinarsi dello spettatore, emettono suoni o frasi registrate dall’artista stesso. Il più noto di questi è “Scusi signore…” dove Bianco si auto-ritrae con il dito puntato. L’inserimento della voce umana rappresenta un tentativo di oltrepassare la dimensione tradizionale del
Pierre-Auguste Renoir Ritratto di signora romena (Madame Iscovesco) 1877, olio su tela, 41x33 cm. Ordrupgaard,Copenhagen ©Ordrupgaard,Copenhagen. Ph: Anders Sune Berg
A sinistra: Sacchettini - Senza titolo 1956, sacchettini di plastica con all’interno vari oggetti, fissati su tavola,102, 3x82,3 cm. N. Archivio: FRB0250. Collezione privata
In alto: Quadro parlante - Scusi signore 1972-1974, tela emulsionata con sensori, circuito elettrico e registratore, 109x98 cm. Collezione privata
“
Io affermo che è Arte la vittoria sul mondo che attualmente “vince”, schiaccia, uccide, deforma la personalità dell’operatore. Fantasia non sterile di laboratorio, insomma, ma comprensione e semmai collaborazione tra operatori, nel tentativo di abolire lo schermo deformante del nostro sentimentalismo estetizzante alla ricerca di una totale purezza.
”
Remo Bianco
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quadro. Il tema è il bisogno di dialogare con il pubblico, trasformando la tela non più nel teatro della rappresentazione, ma nel luogo dell’ascolto e, soprattutto, del ricordo. Alla fine del REMO BIANCO
Le impronte della memoria 05 luglio - 05 ottobre 2019
Museo del Novecento, Milano INFO T. +39 02 88444061 c.museo900@comune.milano.it Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 Giovedì e sabato 9.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museodelnovecento.org
percorso avremo dunque potuto ammirare e scoprire il ricco e sorprendente viaggio creativo di Remo Bianco esplorando proprio il tema della memoria, attraverso le sue opere e tramite cataloghi, manifesti, articoli e fotografie d’epoca, documenti originali che portano il visitatore ancora più nel pensiero di Bianco. Il catalogo della mostra è edito da Silvana Editoriale e rappresenta un valido strumento di approfondimento, su uno degli artisti più importanti e necessari all’arte della seconda metà l del Novecento. s A destra: COLLAGE - SENZA TITOLO 1955-56 , tecnica mista su tavola, 200x100 cm. N. Archivio: FRB0609. Collezione privata In basso: campagna pubblicitaria sui tram di Milano per la mostra personale di Remo Bianco alla Galleria del Naviglio 26 maggio-15 giugno 1965
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ROSA MARIA FALCIOLA
“Nel blu” - vetri tagliati e dipinti su vetro dipinto, 2019, 37x36,5 cm.
falciola@rosamaria-falciola.it
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www.rosamaria-falciola.it
Gianluca Giuseppe
SEREGNI
SIMPHONIK SKY - mixed media on synthaglass, 70x70 cm.
s a n t i e p r e s e p e @ g m a i l . c o m
Boboli per Tony Cragg
La prima monografica che un grande museo italiano dedica allo scultore di
EMILIA AGOSTI
Ettore Tiretto
S
arà aperta al pubblico fino alla fine di ottobre la mostra “Tony Cragg a Boboli”, in scena proprio nel famoso giardino fiorentino. Tony Cragg, uno dei più noti e acclamati esponenti della scultura contemporanea, racconta gli ultimi vent’anni del suo lavoro attraverso sedici opere monumentali, TONY CRAGG A BOBOLI 05maggio - 27 ottobre 2019 Giardino di Boboli, Firenze INFO T. +39 055 294883 AGOSTO - Tutti i giorni 08.15 - 19.30 SETTEMBRE - Tutti i giorni 08.15 - 18.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.uffizi.it
Tony Cragg - Senders 2018, fibra di vetro Ph. Michael Richter © l’artista
disseminate nei luoghi più suggestivi del giardino. Con la loro imponente, ma allo stesso tempo poetica presenza, accompagnano il visitatore nel percorso che fornisce una nuova chiave interpretativa non solo delle sculture stesse, ma anche dello spazio che le ospita: nei pressi della Grotta del Buontalenti, nell’Anfiteatro, di fronte alla Palazzina della Meridiana, rivelano l’energia e la forza sotterranea delle colline. Con le opere dello scultore inglese la Materia si affianca alla Storia, spiazzandoci. Che poi è quello che vuole Cragg: partendo da un’incessante e inquieta esplorazione della materia e della sua relazione con l’ambiente che ci circonda, emergono nuovi significati, sogni e linguaggi. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, commenta così la rassegna: “È la prima volta che un grande museo italiano dedica una mostra monografica a Tony Cragg e il Giardino di Boboli, con le sue meraviglie naturali, le opere d’arte antica e la sua struttura fortemente razionale, è il teatro perfetto per questa mostra.” Anche per chi già conosce la location, è sicuramente un nuovo modo quello di visitarla durante la mostra dedicata a Cragg, nuove prol spettive ed atmosfere vi aspettano! s
CON-FUSIONE 2019 acrilico e colla vinilica su tela 60x100 cm.
L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE 2019 acrilico, gesso, colla vinilica e colla su tela 70x100 cm.
emilia.agosti@outlook.com Sopra: Tony Cragg - Elliptical Column e Point of View 2012 - 2018, acciaio Ph. Michael Richter © l’artista
emiliaagosti.wixsite.com/website Emilia Agosti - Artista emilyaugusts
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Miquel Barceló a Faenza
La prima antologica in Italia dedicata alla sua ceramica di Flavio
Ennante
I
l Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza dedica una grande personale all’artista spagnolo Miquel Barceló, uno dei massimi protagonisti della scena contemporanea internazionale. Noto al grande pubblico per la sua ricerca
A destra: Miquel Barceló Retrat de Familla 2015, terracotta e smalti/ earthenware and glazes, 71x122,5x45 cm. Courtesy Atelier Barceló. Ph. Agustí Torres Sotto: Miquel Barceló - Cap de peix 1996, terracotta e ingobbio / earthenware and engobes, 21x37 cm. Courtesy Archive Barceló ph. Agustì Torres
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pittorica gestuale e la vicinanza al gruppo della Transavanguardia italiana e i Neo Espressionisti tedeschi, ha presentato le proprie ceramiche in Italia nel 2009 nel Padiglione Spagnolo della Biennale di Venezia in un dialogo tra pittura e scultura ceramica. A cura di Irene Biolchini e Cécile Pocheau Lesteven, propone qui la sua prima vera antologica dedicata alla scultura, amore nato dai numerosi soggiorni in Mali, che lo hanno avvicinato alla ceramica realizzando le prime terrecotte con l’antica tecnica dogon. Per l’occasione ha realizzato un progetto appositamente per la location che lo ospita, in dialogo con le opere della storia della ceramica esposte nel più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio: il MIC di Faenza. All’interno della sala troviamo dunque le sue ceramiche in dialogo con una selezione di pezzi chiave della collezione, con l’intervento dell’Artista all’interno delle vetrine, in maniera
Sopra: Miquel Barceló - Sin Título 2018, terracotta e smalti / earthenware and glazes, 76x42x31 cm. Courtesy Atelier Barceló Ph. Agustí Torres
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MIQUEL BARCELÓ
Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il fiume
01 giugno – 06 ottobre 2019 MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche, Faenza INFO T. +39 0546 697311 Da martedì a domenica 10.00 - 19.00
mimetica, in un racconto intimo in cui il privato si mischia alla storia. A vent’anni dall’esperienza in Biennale, Barcelò è tornato in Italia scegliendo il luogo d’elezione per la ceramica, con un’esposizione magica e coinvolgente, l da non perdere. s
Miquel Barceló - Pinxito 2009, terracotta e ferro / earthenware and iron, 24,5x103x25,5 cm. Courtesy Atelier Barceló, Ph. Agustí Torres
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www.micfaenza.org
Ritratto di Miquel Barcelò © Xavier Forcioli, 2016
FRANCESCA PAVESI ATELIER PVia Montegrappa, N.2 20098 San Giuliano M.se (MI) n3387363097
M http://diversi-pinti.weebly.com/ h Instagram: pittricedinotte Facebook: Francesca Pavesi @diversipinti
NATURA SELVAGGIA BIANCOSCURO
RIVISTA d’ARTE 2019 - tecnica mista su tela 60 x 80 Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
E francesca.pavesierl3@gmail.com 69
L U C I L L A Martina Conti al MA*GA J A N S S E N ABSTRACT PAINTING MONTAGNOLA - LUGANO
Presenta il progetto realizzato per la 58.biennale d’Arte di Venezia
I “The loss of innocence” 2013, acrilico su tela, 100x120 cm.
“I campi di colore visualizzano la storia della memoria, offrono appigli alla propria storia individuale.”
l MA*GA di Gallarate ospita la mostra di Martina Conti: “Exercises for a Polluted Mind”. L’iniziativa è parte del progetto inedito che l’artista sammarinese ha creato per il padiglione della Repubblica di San Marino alla 58. biennale d’Arte di Venezia, ospitato fino al 24 novembre a Palazzo Bollani, curato da Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, rispettivamente direttore e conservatore senior del Museo MA*GA. Il lavoro di Martina Conti si basa su una serie di esercizi fisici (coreografia e tecniche somatiche) documentati attraverso fotografie, materiale audio e video, dedicati ai membri del Consiglio Grande e Generale, il parlamento monocamerale della Repubblica di San Marino. Questo progetto artistico entra così in modo diretto all’interno degli spazi, dei corpi e dei tempi della politica. Le sessioni sono state infatti svolte all’interno della Sala del Consiglio nel Palazzo Pubblico di San Marino, prima delle sedute di lavoro parlamentare, con un gruppo di Consiglieri di diversa provenienza politica che ha accettato di l prendere parte al processo. s MARTINA CONTI
Exercises for a Polluted Mind 23 giugno - 15 settembre 2019 Museo MA*GA, Gallarate INFO T. +39 0331 706011 Da martedì a venerdì 10.00 - 13.00 / 14.30 - 18.30 Sabato 11.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.museomaga.it
“All our yesterdays” 2006, acrilico su tela, 50x50 cm.
janssenlucilla@bluewin.ch
Martina Conti - Exercises for a Polluted Mind 2019, video excerpt
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Nanda Vigo | Light Project A Palazzo Reale fino al 29 settembre
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romossa dal Comune di Milano, in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo, la mostra si inserisce nel percorso esplorativo estivo dedicato all’arte contemporanea, approfondendo e valorizzando il lavoro di Maestri dell’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi, ed il rapporto che hanno avuto con la città di Milano dove hanno vissuto, creato ed elaborato la propria ricerca. “Light Project” è la prima retrospettiva antologica dedicata da un’istituzione italiana: Nanda Vigo, artista e architetto milanese che ha influenzato la scena artistica italiana ed europea degli ultimi cinquant’anni. In mostra circa ottanta opere, un racconto eccezionale di una figura di assoluto rilievo nel panorama europeo, dagli esordi alla fine degli anni Cinquanta sino alle esperienze più attuali. Protagonista del clima culturale milanese degli anni Sessanta, Nanda Vigo inizia a realizzare i suoi Cronotopi dal 1962, in sintonia con lo spirito di ZERO, gruppo transnazionale di artisti tedeschi, olandesi, francesi, belgi, svizzeri e italiani al quale prese parte. Partecipe delle avanguardie e dei gruppi di quegli anni, Nanda Vigo elabora una personale ricerca incentrata sulla luce, la trasparenza, l’immaterialità, che devono costituire l’opera e lo stesso ambiente abitato dall’essere umano, e di cui i “cronotopi” sono la concretizzazione artistica. Uno chassis metallico racchiude vetri industriali, talvolta illuminati da neon, attraverso i quali la luce penetra e si manifesta allo sguardo, metafora della leggerezza, della mutazione, dell’imma-
terialità spirituale dell’arte e della sua percezione. Presto prendono le forme di veri e propri ambienti (alcuni realizzati in collaborazione con Lucio Fontana) e di specchi inclinati e tagliati in modo da riflettere una impensata visione della realtà, mentre continua il lavoro di progettazione di design e di architettura (famosa la sua collaborazione con Gio Ponti per la Casa sotto la foglia, a Malo, del 1965, e la realizzazione del Museo Remo Brindisi a Lido di Spina del 1967). Gli anni Ottanta sono caratterizzati dall’adesione ai concetti del Postmodernismo, mentre la produzione successiva torna alla seducente algidità del neon, delle luci radianti e diffuse, delle forme semplici e dinamiche. In occasione della mostra è stata pubblicata una monografia sull’opera di Nanda Vigo, a cura di Marco Meneguzzo, edita da Silvana Editoriale. In mostra sono esposte opere e progetti che abbracciano l’intero arco di produzione dell’artista: fulcro del percorso espositivo sarà un affascinante ambiente cronotopico, che occuperà l’intera stanza degli specchi. Questo ambiente, in particolare, esprime la quintessenza del modo di intendere l’arte di Nanda Vigo: una situazione esistenziale che consenta di vivere esperienze trascendenti, andando oltre la materialità del quotidiano per riuscire a percepire fisicamente, per quanto possibile, una realtà più alta, una sintonia universale attraverso la contemplazione, la smaterializzazione, la comuniol ne con il “tutto”. s
Nanda Vigo ” Trigger of the Space”, 1974 Light Project - Palazzo Reale - Milano
Nanda Vigo, “Global Chronotopic Experience”, 2017, Spazio San Celso, Milano, (Ph. Marco Poma)
Nanda Vigo, “Genesis”, 2006 / 2007 Light Project - Palazzo Reale - Milano Nanda Vigo. Light Project A cura di Marco Meneguzzo 23 luglio – 29 settembre 2019 Palazzo Reale - Milano www.palazzorealemilano.it www.nandavigo.com
Materials - Giampiero Castiglioni Ricerca intellettiva e numerosi anni di studio
A
rtista dalla lunga carriera, nel suo itinerario artistico ha sviluppato un linguaggio personalissimo, sempre nel segno della non figurazione. Nella mostra alla Showcases Gallery di Varese ha presentato una selezione di opere, sintesi stupenda tra la concezione delle forme e loro rappresentazione. Consapevole delle infinite possibilità al di fuori della pittura in “senso classico”, ha condotto negli anni una lunga ricerca sul colore, come ad esempio il suo rosso bruciato, che diventa materia informale, e sui materiali, resine, garze,
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legni combusti che creano intelaiature precise ed ordinate in cui convivono le forme geometriche e le forme libere. Nelle sue opere la materia è protagonista due volte: nella sua concretezza di mezzo espressivo e nel suo farsi soggetto, messaggio, senso complessivo. Le opere di Gianpiero Castiglioni sono frutto di ricerca intellettiva, di numerosi studi preparatori e nel suo lungo itinerario artistico che parte da una matrice informale, la composizione va di volta in volta mutando ed evolvendo verso un rigore l compositivo più definito. s 71
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The Sound of Screens Imploding Torino accoglie l’Image en Mouvement di Mario
Gambatesa
L Un momento della presentazione
Tamara Henderson - Womb Life Courtesy of the artist and Rodeo, London/Piraeus
Tamara Henderson - Womb Life Courtesy of the artist and Rodeo, London/Piraeus
Meriem Bennani -Party on the CAPS Courtesy of the artist
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a Biennale de l’Image en Mouvement è un festival dedicato alla video arte, al cinema, ai cortometraggi, alla digital art, ai new media e live media, che si svolge annualmente a Ginevra, in Svizzera, dal 1985. Per la prima volta dopo 30 anni la BIM lascia la sua sede storica per trasferirsi a Torino. Grazie ad un’inedita e articolata collaborazione tra il Centre d’Art Contemporain Genève e le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino, viene riconfigurata e presentata nei suggestivi spazi delle ex officine di Corso Castelfidardo, sotto la guida e curatela di Andrea Lissoni, Senior Curator della Tate Modern di Londra, e di Andrea Bellini, Direttore del Centre d’Art Contemporain Genève. La Biennale di Ginevra è l’unica al mondo
che presenta solo ed esclusivamente opere inedite, commissionate e prodotte nel contesto della mostra. Massimo Lapucci, Direttore Generale di OGR spiega: “Nella nostra mission le OGR rappresentano un luogo di sperimentazione della città, ma aperto al mondo, un posto in continua evoluzione dove le eccellenze e i talenti si uniscono in nuove idee e progetti. Con questo obiettivo, fin dalla loro apertura di circa due anni fa abbiamo costruito legami e sinergie con istituzioni e operatori locali ed internazionali” . La Biennale, dal titolo “The Sound of Screens Imploding”, prende il via dall’idea che l’era della proiezione su schermi stia volgendo al termine per lasciare spazio a nuove realtà, indagando lo stato odierno delle immagini e il loro display espositivo, sottolineando il potenziale sperimentale dei
Kahlil Joseph - BLK NWS Courtesy of the artist
Elysia Crampton - Orcorara (tres estrellas todos yguales) Courtesy of the artist
Lawrence Abu Hamdan - Walled Unwalled Courtesy of the artist
Korakrit Arunanondchai & Alex Gvojic - No history in a room filled with people with funny names Courtesy of the artists, Carlos/Ishikawa Gallery, London and C L E A R I N G, New York/Brussels
Tutte le immagini sono: Exhibition view of the Biennale de l’Image en Mouvement 2018 at Centre d’Art Contemporain Genève, 2018. Ph: Mathilda Olmi © Centre d’Art contemporain Genève
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nuovi linguaggi e analizzando quelle che sono le peculiarità che li determinano. L’analisi sull’attualità e sulla politica è messa in scena grazie a una serie di dialoghi tra artisti differenti per poetica e provenienza geografica, ma tutti solidamente radicati nelBIENNALE DELL’IMMAGINE IN MOVIMENTO
The Sound of Screens Imploding 21 giugno – 29 settembre 2019
OGR - Officine Grandi Riparazioni, Torino INFO T. +39 011 0247108 info@ogrtorino.it Sabato e domenica 11.00 - 19.00 Giovedì e venerdì 11.00 - 22.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.ogrtorino.it
la storia del loro tempo. In mostra troviamo i lavori di Lawrence Abu Hamdan, Korakrit Arunanondchai & Alex Gvojic, Meriem Bennani, Ian Cheng, Elysia Crampton, Tamara Henderson e Kahlil Joseph. La Biennale, inaugurata il 21 giugno scorso, sarà aperta al pubblico fino al 29 settembre e, come di consueto, l’intero evento sarà accompagnato da un calendario di proiezioni capaci di restituire al pubblico uno sguardo complessivo sul progetto, in occasione del suo spostamento a Torino. Infine, il 28 e 29 settembre, il finissage della Biennale sarà l’occasione per festeggiare il secondo anniversario dalla riapertura delle OGR con una serata di musica e performance organizzata in sinergia con il festival avant-pop Club To Club: un evento, quindi, da vil vere fino alla fine. s
Exhibition view of the Biennale de l’Image en Mouvement 2018 at Centre d’Art Contemporain Genève, 2018. Ph: Mathilda Olmi © Centre d’Art contemporain Genève
Andreas Angelidakis - Demos Gold Courtesy of the artist and The Breeder, Athens
Quistello, la “Piccola Parigi”
Domenica 25 agosto, centinaia di artisti nella cittadina dell’Oltrepò Mantovano
A
i piedi di una Chiesa e di un Municipio ancora puntellati dopo il sisma del maggio 2012, il 25 agosto troverà spazio l’ottava edizione della “Piccola Parigi”, la manifestazione che dal 2012 porta nelle vie del centro storico della cittadina mantovana centinaia di artisti da ogni parte d’Italia. Artefice di questo nuovo modo di vivere l’arte tra la gente è Caterina Borghi, artista contemporanea e curatrice, che facendo suo l’appello del giovane Sindaco Luca Malavasi per portare vita nella piazza abbandonata dopo il dramma, ha iniziato a contattare gli amici artisti chiedendo loro di portare l’arte al centro di Quistello, al cuore dei quistellesi che ancora dovevano riprendersi da quei terribili eventi. Circa 30 sono gli artisti arrivati il primo anno, e poi di anno in anno sempre di più, con il calore e la simpatia che solo i veri artisti sanno portare. In pochi anni questa giornata è diventata un appuntamento
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imperdibile che coinvolge artisti, critici, galleristi e direttori dei più importanti musei nazionali. Ognuno di loro porta se stesso e la propria arte. Gli amici si ritrovano ed improvvisano momenti di autentico spettacolo. Quelli che non si sono mai incontrati prima si conoscono per strada, con semplicità. Nella scorsa edizione, alcuni artisti hanno lasciato un segno nella comunità, come ad esempio Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo, che ha regalato un nuovo ingresso ai bambini dell’asilo trasformando le colonne che hanno reso antisismica la struttura in colorati e gioiosi capolavori per esaltare frutta e verdura. L’intento è quello di continuare ad unire alla manifestazione la riqualificazione di spazi ed ambienti del territorio comunale, lasciando segni l artistici indelebili nella comunità. s A destra alcuni momenti della passata edizione. Nella foto al centro, da sinistra Caterina Borghi, Cibo (Pier Paolo Spinazzè) ed il sindaco di Quistello Luca Malavasi
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Salvatore Mainardi in Italia Solo show dedicato a Firenze Rebecca Maniti
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Sopra: (Above:) Blu marina, 2018
rancesco Giannattasio, gallerista della rinomata Galleria Immaginaria di Firenze, propone una mostra personale dedicata a Salvatore Mainardi. L’evento inaugurerà sabato 27 settembre, e proprio durante il vernissage si potrà ammirare Mainardi che, oltre ad esporre quadri, sculture ed istallazioni site specific, si esibirà in una delle sue suggestive live performance, come sempre culminanti con una dolce parentesi svizzera. Salvatore Mainardi nasce nel 1954 ad Angri, in provincia di Salerno. Mainardi, ma nel lontano 1971 si trasferì in Svizzera. Da alcuni anni ormai vanta la cittadinanza svizzera e vive e lavora nel cantone Argovia insieme alla simpatica e dolce moglie Pina. É padre di due figli ormai adulti, Marco ed Angela, ai quali non perde occasione di augurare di convivere ed identificarsi con il contesto nel quale si trovano ad operare. Mainardi ama autodefinirsi “uno svizzero nato in Italia”, proprio per il suo carattere quadrato ed il senso innato di giustizia e correttezza. Spirito che possiamo ritrovare nel suo lavoro, sia esso quello riguardante le proprie creazioni, sia quello riguardante il suo impegno nella curatela. Salvatore infatti da alcuni anni si occupa anche di curare mostre d’Arte nella sua Mainart. Immaginaria da anni è presente con successo in molte fiere internazionali come Art Karlsruhe
Testa in raku, 2015
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(Germania), Art Innsbruck (Austria), Art Position München (Germania), Art Zürich (Svizzera). Proprio durante Art Innsbruck 2007 conobbe e incominciò a collaborare con l’artista italo-svizzero: un incontro fortunato che ha consolidato anche il rapporto umano di reciproca stima tra i due. La grande mostra personale a lui dedicata si terrà dal 27 settembre al 13 ottobre in via guelfa 22/a rosso, a Firenze, un evento da non perdere per poter rivedere in Italia l’Arte l di Salvatore Mainardi. s una vista della Galleria Immaginaria
Galleria Immaginaria - Arti Visive Attiva da più di vent’anni a Firenze, Immaginaria si è specializzata nella promozione di espressioni artistiche quali l’informale contemporaneo e l’astrattismo classico, ospitando non soltanto artisti noti ma anche emergenti, e portando le loro opere a importanti fiere in Italia e all’estero.“L’obiettivo del nostro spazio è dare valore al tempo, sottraendolo al ritmo sempre più frastornato della quotidianità. Lo spazio è il mezzo per conoscere ed esplorare mondi comunicanti e cooperanti che migliorano l’intensità e la qualità delle nostre esperienze”. Luogo d’incontro e di ritrovo, d’amicizia e ospitalità, di confronto nel dialogo e di vivacità delle idee, Immaginaria è stata e continuerà a essere teatro di eventi dedicati all’arte, alla letteratura, alla musica, organizzando mostre, presentazioni di libri, performance dal vivo e degustazioni.
Sopra: (Above:) Frontiere, 2018
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Salvatore Mainardi in una live performance del 2018
biancoscuro
F
rancesco Giannattasio, gallery owner of Immaginaria Galleryof Florence, proposes a personal exhibition dedicated to Salvatore Mainardi. At the Vernissage of Saturday 27th, Mainardi, on top of the exhibition of paintings, sculptures and other installations site specific, is going to perform in one of his suggestive “Live performances”, which will culminate with a sweet Swiss interlude. Salvatore Mainardi Mainardi was born on May 17th, 1954 in Angri, in the Italian province of Salerno. Mainardi moved to Switzerland in the distant 1971. He has now got the Swiss nationality, and lives and works in the canton of Aargau, along with his sweet wife Pina. Father of Marco and Angela, he wishes that his son and his daughter will be able to blend with and harmonize with the environment where they will live and work, as he has done himself. He loves to describe himself as a “Swiss who was born in Italy”, because of its square character and the innate sense of justice and fairness. Substance that we can find in his work, be it on his own creations, or on his commitment to curating. In fact, Salvatore has also been involved for several years in curating art exhibitions in his Mainart. For years the Immaginaria Gallery in Florence has been successfully active in many international exhibitions such as Art Karlsruhe (Germany), Art Innsbruck (Austria), Art Position München (Ger-
many), Art Zürich (Switzerland). During Art Innsbruck in 2007 its curators came across, by chance, the Italian-Swiss artist and gallery owner Salvatore Mainardi, with whom they started a fruitful collaboration. This meeting was the beginning of a period of mutual esteem that has grown stronger during the latest years. The exhibition will take place from September 27th to October 13th, 2019, in Via Guelfa 22/a rosso, in Florence, Italy, an event not to be missed to see the Art of Salvatore l Mainardi in Italy. s
Sopra: (Above:) Spazi architettonici, 2018
una vista della Galleria Immaginaria
Immaginaria Gallery - Arti Visive Active for more than twenty years, the Galleria Immaginaria has been focusing on promoting art movements such as the contemporary informal and classic abstractism, hosting not only well known artists but even emerging ones, and promoting their works to recognized events in Italy and abroad. “The goal of our project is to give value to time, protecting it from our daily routine, which is more and more chaotic. Our space is a means to get to know and explore communicating and cooperating worlds that enhance the intensity and quality of our experiences”. It’s a meeting place, a place of friendship and hospitality, of exchange through dialogue, of vivacity of ideas. The Immaginaria has been and will carry on being a stage for events dedicated to art, literature, music, exhibition, presentations of books, live performances and food tasting.
Sopra: (Above:) Stratificazioni, 2018
Sopra: (Above:) Listello, 2018
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ALBY MILANO
Archeologia etrusca a Modena Dalla necropoli di Galassina di Castelvetro di Flavio
Ennante
Q La genesi 2019, olio su tela.
Alberto Milano in arte Alby Milano, vive ad Aosta ed ama lo sport e camminare in montagna. Le sue passioni più importanti sono la musica e l’arte visiva. Ha lavorato come restauratore di tele e affreschi e da tempo si dedica con passione alla pittura ad olio su tela. Le sue ispirazioni partono da sole, usa il pennello come strumento musicale, inserendo le melodie per sfumare e dare luce ai suoi dipinti.
albydance@hotmail.com Alby Alberto Milano albydance
uanto veramente conosciamo la storia del nostro territorio e del nostro Paese? In termini artistici abbiamo ancora molto da scoprire, ed ecco che la Galleria Estense di Modena ci dà l’occasione di documentarci sulla presenza etrusca nel modenese. Il percorso espositivo presenta i pezzi di una delle sepolture più ricche, e anche più note, della necropoli della Galassina, databile, in base ai materiali finora conosciuti, tra la fine del VI e il V secolo a.C. Dell’intero corredo della Tomba I, gli oggetti più conosciuti e studiati sono lo specchio e la cista a cordoni, oltre al bacile. Il resto degli oggetti venne ritenuto disperso, fino a quando un inventario della Galleria Estense di Modena ha permesso di riconoscere altri reperti provenienti dalla Tomba I, come il manico di strigile (strumento per detergere il corpo dopo il bagno), uno dei tre vaghi di collana a forma di testina in pasta vitrea e due frammenti pertinenti al balsamario. Questo ritrovamento negli archivi della Galleria ha permesso di ricostruire l’unitarietà dell’importante corredo e ha fornito la possibilità di un suo stul dio, finalmente, davvero completo. s
Pendente di collana in pasta vitrea che raffigura una testa maschile prodotto da botteghe di area fenicio-cipriota
LO SPECCHIO DI CELESTINO
Archeologia etrusca a Modena nella prima metà dell’Ottocento 25 maggio – 01 ottobre 2019 Galleria Estense, Modena INFO T. +39 059 4395711 Da martedì a sabato 8.30 - 19.30 Domenica e festivi infrasettimanali 10.00 - 18.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.gallerie-estensi.beniculturali.it
Bacile in bronzo con motivo a onde correnti Tomba I della Galassina
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FIORELLA MANZINI “... È pittura comunicativa, che cerca un dialogo e per questo acquisisce un’aura particolare, staccandosi quasi dal pennello dell'artista…” 2009, Ubaldo Riccobono
"Nell'attesa, la speranza" - 2017 - supporto acrilico, colori ad olio su legno - 123x80 cm.
fiorellamanzini@libero.it
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www.fiorellamanzini.it
MAGDA HANNA
M. Hanna - Delicious - 2016, tecnica mista, 25x20 cm.
“Her artworks are environmentally friendly, done without paint or brush only with the flora: flowers, leaves, sprigs, as well as powdered minerals.�
www.magdahannaflorartist.ca
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Ugo Nespolo Eclettismo e ricerca
Antonella Pecoraro NINNI a n t o n e l l a @ a r t e c u l t u r a . n e t
U
un viaggio: così si può definire la grande mostra dedicata a Ugo Nespolo nell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale. La mostra, curata da Maurizio Ferraris, promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo Reale e Studio Nespolo (e realizzata grazie a Fondazione Bracco, main sponsor del progetto, con il supporto organizzativo di Skira), racconta il percorso dell’artista che nelle sue evoluzioni ha segnato tappe rilevanti nella storia dell’arte italiana. Ricco di un costante senso d’insofferenza verso gli obblighi del conformismo creativo e critico, Nespolo ha infatti dato vita a una figura d’artista unica e originale, fatta di cultura e di ironia, portando avanti una costante e seria riflessione sull’arte. La mostra presenta circa duecento opere che bene esemplificano la multiforme ricerca creativa di Nespolo e una attenzione particolare per i materiali: dal legno ai metalli, dalle ceramiche ai vetri. Visitabile gratuitamente fino al 15 settembre, è l’occasione l per scoprire tutto il lavoro di Ugo Nespolo. s
Autunno - 2016 - acrilico su tela - 60x120 cm. “È l’amore per la natura che suggerisce a Ninni i soggetti, dallo scorrere delle stagioni ai boschi, alle grotte, luoghi umidi e fluidi, a volte lucidi nella superficie, altre volte profondi nella corposità del colore, in un effetto materico che smarrisce il proposito di concentrare l’attenzione sul colore o sul mezzo, origine del vero materico, nel tentativo piuttosto di dare realismo alla scena, suggerire la materia stessa della natura rappresentata.”
Pecoraro Antonella
NESPOLO. FUORI DAL CORO 06 luglio - 15 settembre 2019 Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 54912
Tina Martino
La metafisica concettuale
Lunedì 14.30 - 19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 - 19.30 Giovedì e sabato 9.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.palazzorealemilano.it
Ugo Nespolo - Condizionale 1967, due elementi in formica 36x36x36 cm. Nastro in gomma lunghezza variabile, larghezza 24 cm.
DUALISMO - olio su tela - 50x70 cm.
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Pittrice, incisora, scultrice e scenografa, Tina Martino è nata ad Andria, si è diplomata con il Maestro Francesco Spizzico e si è abilitata in disegno e storia dell’arte, materia che ha insegnato nelle scuole pubbliche. Ha iniziato ad esporre a Bitonto nel 1974, per poi far arrivare la sua arte fino a New York e Dallas. Attualmente vive e opera nel suo studio di Bari. 79
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PACE 6ª edizione del CAV - Concorso Arti Visive
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a serata dedicata alle premiazioni della sesta edizione del concorso di arti visive San Giuseppe si è conclusa mercoledì 19 giugno, nel giardino del Centro pastorale Monsignor Ratti di Seregno. Le opere proposte, suddivise tra le sezioni a tema fisso indicato dal curatore Gennaro Mele, in “Pace”, ed a tema libero, ha visto nel primo caso, aggiudicare come vincitore l’istallazione “Angelo della pace” di Giovanni Ronzoni, seguito dell’opera “Introspezione” della giovane artista Aurora Vettori, cui è stata assegnata una menzione di merito. Nel caso del tema libero “premio basic”, invece, il successo ha arriso all’opera “Skyline” di Monica Gheller, mentre due sono state le menzioni di merito toccate a “Immaginando” di Damiano Falcone e “Le mie emozioni b” di Moreno Mariani. Il pubblico, che ha visitato l’esposizione, ha invece decretato con le sue preferenze l’affermazione dell’opera fotografica “Segni di pace” di Marcello Dell’Oro, mentre il premio della critica “La bellezza resta”, voluto da Heart Pulsazioni Culturali di Vimercate, è andato al polimaterico “Kit della pace” dell’artista Luigi Belicchi. Il particolare “Premio Silvia” è stato conferito alle artiste Ludovica Fricia e Francesca Mantegazza dalla rappresentante della famiglia Federica Colzani. L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata anche da alcune iniziative collaterali, a loro volta molto apprezzate. La principale è stata la mostra di Ilaria Franza “Riflessi di Pace”, proposta dalla galleria Arc [6]
Gallery di Monza e curata da Antonella Giovenzana, tenuta da sabato 25 maggio a domenica 2 giugno. Positivi sono stati anche i riscontri per il ciclo di incontri “Arte in pillole-pillole d’arte”, suddiviso in tre tappe. “Anche per quest’anno il livello qualitativo è stato all’altezza delle aspettative. Ora siamo già al lavoro per preparare l’edizione del 2020, che avrà un tema tutto ecologico: “Madre Terra”, ha spiegato il curatore artistico Gennaro Mele al quale vanno i nostri complimenti per l’ottima riuscita dell’evento e gli auguri per una nuova edizione ricca e soddisfacente come quella l di quest’anno. s
Qui sopra l’artista Ilaria Franza dona una sua opera all’assessore alla cultura Federica Perella. (Da sinistra Antonella Giovenzana, Ilaria Franza, Gennaro Mele, Federica Perelli e Paolo Colzani) [1] Aurora Vettori - Introspezione [2] Marcello Dell’oro - Segni di Pace [3] Moreno Mariani - Le Mie Emozioni B [5] Damiano Falcone - Immaginando [4] Monica Gheller - Skyline [6] Giovanni Ronzoni - Angelo della Pace [7] Luigi Belicchi - Kit della Pace SCONFINAMENTI - Concorso Arti Visive A cura di Gennaro Mele - Patrocinato dalla Città di Seregno circolosangiuseppe@libero.it - www.concorsoartivisive.it
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Ornella De Rosa | Women In mostra a Varese alla Showcases Gallery la vincitrice del BIANCOSCURO Art Contest 2018
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incitrice del premio Mostra Personale alla passata edizione del BIANCOSCURO Art Contest, Ornella De Rosa, in arte DRO, ha esposto una selezione di opere presso la Showcases Gallery di Varese. Bresciana della Franciacorta, dove ha sede il suo studio, è un’artista iperrealista che esprime da anni sentimenti ed emozioni attraverso lo sguardo partecipe ed elegante dell’universo femminile è in grado di realizzare opere impeccabili nella tecnica e nella stesura del colore. Dopo la maturità tecnica frequenta l’accademia di Brescia ed inizia il suo percorso come ritrattista, proseguendo poi la sua ricerca appassionandosi sempre più alla raffigurazione umana, nell’intento di “fermare” sulla tela i pensieri le emozioni ed i sentimenti dei volti e corpi dipinti, attraverso l’uso di tagli fotografici ed una tecnica pittorica che si accosta spesso all’iperrealismo. DRO infatti “punta l’obiettivo” sul soggetto e luce frontale, segno lineare e colore uniforme, annullano ogni distanza tra soggetto e spettatore. Le donne rappresentate da Ornella sono reali, presenti, eteree ma palpabili, non temono il nostro sguardo e sembrano accennare un movimento e in ogni istante, pare ci possano raggiungere. Le opere di Ornella De Rosa vivono in un’atmosfera “sospesa” in cui il puntiglioso realismo del particola-
re si armonizza col piacere di una figura ricca di riferimenti. La sua visione artistica complessiva chiara ed allusiva insieme si manifesta con una pittura leggera ed aerea. In ogni sua opera c’è un elemento dominante di presenza “fisica”, “reale”, un “qua” che corrisponde alla figura femminile; contemporaneamente è presente un rimando, un “altrove”, rappresentato da un fiore, un drappo, un paio di occhiali, un oggetto reale, che sposta la percezione dell’opera da un istante reale ad uno infinito. Sono donne senza tempo che fluttuano in un’atmosfera rarefatta, che si muovono all’interno di una composizione bilanciata, concretizzazione del reale o evocazione di un desiderio. Sono la rappresentazione di un mondo complesso e raffinato, ma proprio per questo estremamente affascinate ed è proprio per questo motivo che nel 2018 è stata vincitrice del premio “mostra personale” nel BIANCOSCURO Art Contest promosso dalla nostra rivista. Il successo della mostra ha confermato ancora una l volta il giudizio della critica. s
Ornella De Rosa riceve a Monte-Carlo, da Vincenzo Chetta (Direttore BIANCOSCURO Art Magazine), il premio BAC’19
La dolce vita - 2019, acrilico su tela, 100x80cm.
WOMEN Mostra Personale di Ornella De Rosa Dal 6 luglio al 2 agosto 2019 SHOWCASES GALLERY showcases.gallery@gmail.com
GUIKNI RIVERA w w w . g u i k n i a r t . c o m Guikni Rivera
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SEMPASUCHIL - 2019, olio su tela, 80x100 cm.
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Ennio Zangheri
E.Zangheri -Falling in love - 2019, tecnica mista su tela applicata a legno, 120x165 cm.
ennio zangheri artista
ennio_zangheri
zangheriennio@gmail.com
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Nuovi eventi per Excellence Art Gallery Le opere di Bigas Luna a Marbella Ettore Tiretto
M Bigas Luna tecnica mista su pannello plastificato 246x210 cm.
Massimo Cedrini -- Rational dualism
arbella rende omaggio a Juna Josè Bigas Luna (scomparso nel 2013) con una emozionante antologica, “El Ojo Que Mira Bigas Luna”,negli spazi di Excellence Art Gallery di Massimo Cedrini, sotto la direzione artistica del promotore Giuseppe Carnevale. L’evento è compreso in quello che sarà il lancio mondiale di una serie di mostre che si realizzeranno a cavallo del 2019 e 2020 verso Parigi, Berlino, New York, che si avvarranno di una importantissima collaborazione con le più prestigiose catene di hotel (Marriott, Hilton, Airfrance e Hyatt), location delle mostre di Bigas Luna in giro per il mondo. La mostra si compone di un’ampia collezione di opere realizzate con tecniche differenti: dall’acrilico alla tecnica mista, stampe digitali e importanti scatti fotografici realizzati dallo stesso artista durante le riprese del film “Prosciutto Prosciutto” (Penelope Cruz, Javier Bardem, Ana Galena e Stefania Sandrelli fra i protagonisti). L’esposizione è organizzata in concomitanza con
ART Marbella, fiera che vede in scena Excellence Art Gallery ed il suo gruppo di artisti (alcuni di questi espongono simultaneamente sia negli spazi della fiera che in galleria). Tra gli artisti in esposizione insieme al famoso Bigas Luna ritroviamo Massimo Cedrini, Consuelo Buesa, Wlodek Kwiatkowski, Jessica Kolenda, Antonio Jesus Perez. Un nuovo grande evento targato l Excellence Art Gallery! s
I galleristi Massimo Cedrini e Giuseppe Carnevale
di
EXCELLEN CE ARTGALLERY
MASSIMO CEDRINI
INFO Excellence Art Gallery www.excellenceartgallery.com excellenceartgallery
EXCELLENCEARTGALLERY
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BIaNCOSCURO ART CONTEST 1 Contest, 2 Giurie, 4 Sezioni: 32 Premi Tutte le opere sul sito: artcontest.biancoscuro.it
Gli Artisti in gara In queste pagine sono pubblicate le opere di tutti gli artisti iscritti al BIANCOSCURO ART CONTEST 2019. Tra tutte le opere in concorso, ne sono state selezionate 100, attualmente impegnate nella seconda fase della gara. Il 21 settembre 2019, presso il Monte-Carlo Bay Hotel & Resort di Monte-Carlo, si scopriranno i vincitori degli ambiti premi, tra i quali spicca la pubblicazione sulla Copertina che verrà presentata all’importantissima Art Basel Miami, in scena dal 5 all’8 dicembre prossimo.
La Giuria BIANCOSCURO
è composta da redazione, consiglio e comitato critico. I componenti sono: Vincenzo Chetta, Direttore Biancoscuro Rivista d’Arte; Daniela Malabaila, Caporedattore Biancoscuro Rivista d’Arte; Jean François Gailloud, Presidente Montreux Art Gallery; Rebecca Maniti, Redattrice Biancoscuro; Isabella Rigamonti, Designer, Fotografa, Showcases Gallery;
Marie Hélène Heusghem, Direttore Montreux Art Gallery; Franco Crugnola, Architetto, Direttore Showcases Gallery; Salvatore Mainardi, Gallerista MainArt - Switzerland; Mario Gambatesa, Redattore Biancoscuro Rivista d’Arte; Lucia Garnero, Designer, redazione Biancoscuro.
QAZIM ARIFI “Ritratto di Naxhi Bakalli” A_MASERA “Lighthouse”
SALVATORE ALESSI “Break” CORRADO ALDERUCCI “Pensieri ora pigri ora affannati si susseguono nella mente
QAZIM ARIFI “Ritratto di Oprah Winfrey”
A_MASERA “Primavera 2019”
CORRADO ALDERUCCI “Castelli di sabbia” QAZIM ARIFI “Ritratto di Gazmend Leka”
EMILY AUGUSTS “L’insostenibile leggerezza dell’essere”
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QAZIM ARIFI “Ritratto di Papa Francesco”
biancoscuro
BIaNCOSCURO ART CONTEST
GIOVANNI BOLDRINI “Farfalla Reale” PIERA BACHIOCCO “L’eleganza del nero”
GRAZIANO BASTER “Vaso di fiori”
QAZIM ARIFI “Ritratto di Arturo Schwarz”
MONICA BOLOGNA “Angel ” UMBERTO BARILLARO “La Regina dei tempi futuri”
GRAZIANO BASTER “Vaso di fiori”
QAZIM ARIFI “Ritratto di vecchio”
GRAZIANO BASTER “Paesaggio” LUIGINA ARMIERI “La Principessa Grace di Monaco ed il Principe Ranieri”
MONICA BOLOGNA “Il ratto di Proserpina”
ALDO BASILI “Una luce nell’ombra”
ROBERTO BOCCHINI “Nascosti agli sguardi” CATERINA BOSCO “Donna misteriosa” PIERA BACHIOCCO “L’ombra del bianco”
GIOVANNI BOLDRINI “Farfalla Amorosa” ALDO BASILI “Rio dei Meloni”
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BIaNCOSCURO ART CONTEST
ALESSANDRO CALLIGARIS “Killing in the moonlight time”
EUGENIO CERRATO “Il cubo del Sator. Il Portale della quarta dimensione” MARITA BRETTSCHNEIDER “Paradiso rosso”
MARCELLO CASAMIRRA “I bagnanti”
MARILÙ CAMINITI “Le foglie morte” ROBERTO BRUNETTI “Il Grande Fratello”
MONICA CONCA “A chi continua a credere, nonostante tutto”
ISABEL CARAFÌ “Broken bridges” MARCELLO CASAMIRRA “La dama”
GIANLUCA CALICCHIO “Mitoraj a Pompei – Tindaro”
ISABEL CARAFÌ “Moby dick to the metropolis”
GIANLUCA CALICCHIO “Portale Celeste”
RENATO GIUSEPPE CARLEVARIS “Bacche”
ANNA CARPINO “Mare in tempesta” ALESSANDRO CALLIGARIS “La fine di un tempo”
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MATTIA CONSONNI “Il lago dei cigni atto 4°” MARCELLO CASAMIRRA “L’artista innamorato”
MARCELLO CASAMIRRA “Mykonos”
MATTIA CONSONNI “Wish you were here”
MATTIA CONSONNI - MUSICA PER GLI OCCHI “One man’s dream”
biancoscuro
BIaNCOSCURO ART CONTEST
CONCETTA DE PASQUALE “Carta di Mare Nautilus”
DEBORAH DA RE “Fiori Estivi” AURORA COPPOLINO “Armonia della natura”
MASSIMILIANO CONTI “Wonderful china”
MASSIMILIANO CONTI “Il cielo di Vincent”
ANTONIO DE VITO “Neanderthal” AURORA COPPOLINO “L’ancora spezzata” FRANCESCA DE DONATIS “Marilyn”
MASSIMILIANO CONTI “Suggestioni d’oriente” PAOLO CUTRANO “Rolls Royce Silver Shadow”
SILVIA DE MARTIN “Incolore Campo”
ANTONIO DE VITO “Abbracci scheletrici” MASSIMILIANO CONTI “Elefanti nella luce” PAOLO CUTRANO “Unicorno templare”
MASSIMILIANO CONTI “Leoni nella giungla” SILVIA DE MARTIN “Incontri ravvicinati”
NANDO CONTI “La strada tra gli alberi”
LUCIA D’ALEO“Riccioli”
CARMINE DE PASQUALE “Fiore di melo bonsai” GIANNI DEPAOLI “Vitalis Columnae”
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BIaNCOSCURO ART CONTEST
LAURA FASANO “Philadelphia” ESDEZ “Où vais-je?”
GIANNI DEPAOLI “In-Differenza”
DANIELE DIGIUNI “Danza notturna dei fiori”
GIANNI DEPAOLI “Anime Silenziose” ESDEZ “Gé”
FRANCESCO DONATO “Slot-machine”
EDOARDO FERRARI “Testa di fanciulla”
DAVIDE FERRO “Grotta blu”
ROSA MARIA FALCIOLA “Cerchio bianco” DIDIF “Fonte emotiva” LUCIANO DOSSENA “Ladri di Vocali”
MATTEO FIENO “Female Legacy”
DANIELE DIGIUNI “Inverno”
ORNELLA DE ROSA - DRO “Bambole (non toccare)” ANTONIO FRANCHI “The Pond, Central Park” LAURA FASANO “L’insostenibile leggerezza dell’essere”
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BIaNCOSCURO ART CONTEST
SIDRAH HAKIM “Sunset”
TINA LUPO “Vis à Vis - Collier n° 7”
FU WENJUN “1980’s No.1”
ANTONIO LUCIO RUDY LACQUANITI MATECI “Si è proprio Lui il Crocifisso…”
MONIKA HARTL “Paessaggio blu I”
FABIANA MACALUSO “Donne dell’Orissa”
FU WENJUN “1980’s No.2”
ANTONELLA LAGANÀ “Addis Abeba 2”
MANA “Azure ”
ANNA IZZO “La Rossa”
MARCO GUAZZARINI “Madame Colette”
ALBERTO LEO “Super MRKT”
DAN JORDAN “Tin Man” MANA “Mara”
SIDRAH HAKIM “Entagled”
SIDRAH HAKIM “Fallen Angel”
ATHINA KOTSONI-SINETOU “Emmanuela”
LUCA LOVA “Highest Love” MANA “Elettra”
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BIaNCOSCURO ART CONTEST
MANA “Declino del di ”
TIZIANA MARRA “Ghepardo ”
FIORELLA MANZINI “Passione
VITTORIO MARCHESI “La grotta (Lanzarote)”
ANTONIO MANCINI “Armonie n°3”
EMILIO MARRAZZO “Untitled”
GUIDO MANNINI “Alchemico” FIORELLA MANZINI “Materia nella luce”
GUIDO MANNINI “Studio cromatico” GABRIELE MARCHESI “Rapita da un piacevole sogno”
FEDERICA MARIN “Infinito”
MARGHERITA MASUZZO “A Freddie”
ENRICA MAZZUCHIN “Città che sale”
GABRIELE MARCHESI “Sguardo sognatore”
FEDERICA MARIN “Confine”
FIORELLA MANZINI “Follia” ENRICA MAZZUCHIN “Sogno di una città”
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BIaNCOSCURO ART CONTEST
VINCENT MESSELIER “Yin Yang and the secret of the black wormhole”
MARIO MINUTOLO “Un, due, tre..Stella!” MARIELLA MULLER “Sentiero d’autunno”
VINCENT MESSELIER “The Magic hare” LUIGI MINGUZZI “Coming 3”
MISSI QUEEN “Adam”
NAMIRO “RED BULL - La potenza dell’anima”
ALBY MILANO “La genesi” MONOMAX “Double density”
PINO NANIA “Odisseo”
LUIGI MINGUZZI “Dante’s Vision Heaven 1” MONOMAX “More than a …”
PINO NANIA “Frammenti”
LUIGI MINGUZZI “Connecting 20” MINIZ “Stabat”
NINNI “Rosso ciliegia” MINIZ “Riflesso” FRANCESCA MORLACCHI “Evanescenza”
LUIGI MINGUZZI “Ascending Experience 5C”
PAMART - PAMELA ROSA CLOT “Verso la meta”
MINIZ “Milano”
MARIELLA MULLER “Un amore di rosa”
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BIaNCOSCURO ART CONTEST
MARILISA PERIN “Match point. Il lancio della vittoria”
FABIO RIGHI “Genealogia Christi – Ultima Cena”
MAURO PAVAN “La luce”
GIOVANNI PORCELLA “Ruanda”
DAVIDE PERRETTA “Doggie”
DAVIDE ROMANO “Autunno”
FRANCESCA PAVESI “La mia frida”
GIUSEPPE PORTELLA “Arcobaleno Verticale”
DAVIDE ROMANO “Salvami la vita”
MASSIMO PELAGAGGE “Il Portale”
LUCA PEVERATI “Rospo smeraldino”
DAVIDE ROMANO “Sogno”
NICOLA PICA “Cromocostruzione – Spicchi di colore”
ANNAMARIA RAGONE “Rigopiano”
PUPI PERATI “Incontri”
FERNANDA RAINERI “Tra mare e cielo”
GIOVANNI PORCELLA “Emancipazione della donna dall’ ‘800 in poi”
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PUPI PERATI “Sinergie”
FABIO RIGHI “White – Il Colore della Luce”
DAVIDE ROMANO “Un senso d’ansia mi investe”
MIRKO RONCELLI “Quasi per caso”
biancoscuro
BIaNCOSCURO ART CONTEST
RAINER SCHOCH “Illusion fish in the orange”
S.V.KELLY “Roma nuda” FLORENCE SARTORI “Dolce”
MIRKO RONCELLI “I segni del tempo”
FLORENCE SARTORI “Flamme”
UMBERTO SALMERI “Naufragio”
GIANLUCA GIUSEPPE SEREGNI “High spiritual de-sign”
MIRKO RONCELLI “Antichi richiami”
MIRKO RONCELLI “Non siamo soli”
JONNI SANDEI “L’Albero della vita”
HANNA SCHERIAU “Natura”
GIANLUCA GIUSEPPE SEREGNI “Simphonic Sky”
FIORENZO SERNACCHIOLI “Arte non Scolpita 002”
SIMONETTA ROSSETTI “Ibrido”
RAINER SCHOCH “Thats a catch”
FIORENZO SERNACCHIOLI “Arte non Scolpita 001”
ROMAIN ROSSI “Splashes of colors”
FLORENCE SARTORI “Tilt”
RAINER SCHOCH “Final destination” FIORENZO SERNACCHIOLI “Arte non Scolpita 003”
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biancoscuro
BIaNCOSCURO ART CONTEST
SUPPART “The Nailed of 2001”
MARCELLO SILVESTRE “Le città invisibili (Dorotea, Zenobia, Irene)”
CARLO TISATO “QR Paint Wallet – uide004015084ACC796”
NORMAN TACCHI “Paesaggio Umano”
VIOLETA STRIMBEANU “Diversità”
ENRICO TUBERTINI “Mantra”
ELVIRA SIRIO “Risveglio”
ANNETTE TAN “Birches in the Fall” SUPPART “Italy of Temptation The Nailed of 2001” MAURO LORENZO LUIGI VALENTINI “Porta per la scienza”
ELVIRA SIRIO “Seduzione”
ANNETTE TAN “Misty River”
ELISA TARQUINI “Donne di oggi” VITO SPADA “Cerchi su cerchi”
VITO SPADA “Triangoli”
SUPPART “Tour Italy of Temptation The Nailed of 2001”
SUPPART “The Nailed of 2002 Omaggio all’ unione europea”
PAOLA VINELLA “Il trullo”
CARLO TISATO “White Magenta – uide00221b427c07069” PETER WALL “Dampfpfeifer”
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biancoscuro
BIaNCOSCURO ART CONTEST ODILE WEIDIG “Les Pouilles”
ODILE WEIDIG “Montagne verte”
BERNHARD WITSCH “Faceless man”
BERNHARD WITSCH “Dragon (Saphira)”
ENNIO ZANGHERI “Mirror”
BERNHARD WITSCH “Homage Tomi Ungerer”
Gli Artisti Selezionati per la seconda fase del concorso Tra tutte le opere in concorso, 100 sono state selezionate per la seconda fase del BIANCOSCURO Art Contest 2019. Al momento di andare in stampa sono in corso le accurate valutazioni della Giuria Critica che, esaminando concretamente le opere, voterà per assegnare i premi in palio. Durante la Cerimonia (21 settembre - MonteCarlo Bay) si scopriranno i vincitori dei premi conferiti dalla Giuria Critica.I risultati verranno poi resi pubblici sui siti internet www.biancoscuro.it e artcontest.biancoscuro.it, oltre che sulle pagine social di BIANCOSCURO e BIANCOSCURO Art Contest. Le 100 opere finaliste sono di: A_masera; Corrado Alderucci; Salvatore Alessi; Qazim Arifi; Piera Bachiocco; Aldo Basili; Graziano Baster; Roberto Bocchini; Monica Bologna; Marita Brettschneider; Roberto Brunetti; Gianluca Calicchio; Alessandro Calligaris; Renato Carlevaris; Marcello Casamirra; Eugenio Cerrato; Mattia Consonni - Musica per gli Occhi; Nando Conti; Massimiliano Conti; Aurora Coppolino; Paolo Cutrano; Lucia D’Aleo; Francesca De Donatis; Silvia De Martin; Carmine De Pasquale; Concetta De Pasquale; Gianni Depaoli; Daniele Digiuni; Francesco Donato; Luciano Dossena; Ornella De Rosa - DRO; Esdez; Rosa Falciola; Laura Fasano; Edoardo Ferrari; Davide Ferro; Matteo Fieno; Antonio Franchi; Wenjun Fu; Sidrah Hakim; Monika Hartl; Anna Izzo; Dan Jordan; Athina Kotsoni-Sinetou; Antonella Laganà; Luca Lova; Tina Lupo; Mana; Antonio Mancini; Guido Mannini; Fiorella Manzini; Gabriele Marchesi; Vittorio Marchesi; Federica Marin; Tiziana Marra; Enrica Mazzuchin; Vincent Messelier; Alby Mila-
no; Luigi Minguzzi; Miniz; Mario Gianni Domenico Minutolo; Missi Queen; MonoMax; Francesca Morlacchi; Mariella Muller; Pino Nania; Antonella Pecoraro - Ninni; Pamela Rosa Clot - PamArt; Mauro Pavan; Francesca Pavesi; Massimo Pelagagge; Pupi Perati; Luca Peverati; Nicola Pica; Giuseppe Portella; Annamaria Ragone; Fabio Righi; Davide Romano; Mirko Roncelli; Simonetta Rossetti; Romain Rossi; S.V.Kelly; Umberto Salmeri; Jonni Sandei; Florence Sartori; Hanna Scheriau; Rainer Schoch; Gianluca Giuseppe Seregni; Fiorenzo Sernacchioli; Marcello Silvestre; Vito Spada; Violeta Strimbeanu; Suppart; Norman Tacchi; Annette Tan; Elisa Tarquini; Peter Wall; Odile Weidig; Bernhard Witsch; Ennio Zangheri. Un ringraziamento a tutti i partecipanti, che rimarranno pubblicati sul sito internet artcontest.biancoscuro.it sino alla prossima edizione del concorso, ad aprile 2020!
Ricordiamo che TUTTI i partecipanti al BIANCOSCURO Art Contest 2019 sono invitati alla Cerimonia, il 21 settembre al Monte-Carlo Bay Hotel & Resort (40 avenue Princesse Grace - Monaco - Principato di Monaco), per il ritiro del certificato di partecipazione e per scoprire tutte le opere vincitrici! 95
biancoscuro
Art Basel 2019
Anche quest’anno si conferma Regina incontrastata This year, again, is reconfirmed the undisputed queen di Vincenzo Chetta
Il piazzale di Art Basel 2019 con l'igloo che ha dato vita ad “Aggregate”
290 gallerie tra le più importanti al mondo 4.000 artisti tra i più famosi e quotati: questa è Art Basel
Guarda tutte le foto ed i video sui nostri social:
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a 49ª edizione di Art Basel a Basilea si è chiusa domenica 16 giugno 2019, come sempre, numerosi gli acquisti da parte di collezionisti privati, gallerie ed istituzioni. Tra i momenti più chiacchierati della fiera, “Aggregate” dell’artista rumena Alexandra Pirici, a cura di Cecilia Alemani. Concepito come una capsula del tempo, in cui i frammenti della natura, dell’arte e della vita di ogni giorno danno nuove incarnazioni. La fiera ha riunito 290 gallerie “premier”, le gallerie europee continuano a essere fortemente rappresentate, nonostante le nuove partecipazioni da Asia e Nord America. 19 le gallerie che hanno partecipato per la prima volta, tra cui: Barro Arte Contemporáneo dall’Argentina; Galeria Jaqueline Martins dal Brasile; Temnikova e Kasela dall’Estonia; Galerie Crèvecoeur e Galerie Christophe Gaillard dalla Francia; SpazioA dall’Italia; Vadehra Art Gallery dall’India; Marfa del Libano; Galerie Knoell dalla Svizzera; Commonwealth & Council, Durham Press e David Lewis dagli Stati Uniti, tra gli altri. (Elenco completo artbasel.com/basel) Oltre 400 i musei e le istituzioni, tra cui: Centre Pompidou, Parigi; Dallas Museum of Art; Institute of Contemporary Art, Miami; Museo de Arte Latinoamericano, Buenos Aires; Museo di arte contemporanea Detroit; National Gallery Singapore; New
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he 49th edition of Art Basel closed on Sunday, June 16, 2019, amid reports of buoyant sales to private collections and institutions by galleries Among the fair’s most talked-about highlights was “Aggregate” by Romanian artist Alexandra Pirici, curated by Cecilia Alemani. Conceived as a time capsule, in which fragments from nature, art and everyday life are given new embodiments. Art Basel brought together 290 premier galleries, while galleries from Europe continued to be strongly represented, despite new holdings from Asia and North America. 19 galleries participated for the first time, including: Barro Arte Contemporáneo from Argentina; Galeria Jaqueline Martins from Brazil; Temnikova & Kasela from Estonia; Galerie Crèvecoeur and Galerie Christophe Gaillard from France; SpazioA from Italy; Vadehra Art Gallery from India; Marfa from Lebanon; Galerie Knoell from Switzerland; Commonwealth & Council, Durham Press and David Lewis from the United States, among others. (Full gallery list artbasel.com/basel) Over 400 museums and institutions, including: Centre Pompidou, Paris; Dallas Museum of Art; Institute of Contemporary Art, Miami; Museo de Arte Latinoamericano, Buenos Aires; Museum of
Ugo Rondinone “The Sun” Courtesy Glagstone Gallery
BiancoscuroArtMagazine BiancoscuroMag
Hans Op De Beeck “The Cliff” Courtesy Galleria Continua
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biancoscuro Museum, New York; Fondazione Norval, Città del Capo; Museo di arte moderna, San Francisco e Solomon R.Guggenheim Museum, New York. In questa edizione, Art Basel ha introdotto con successo un modello di tariffazione su scala ridotta, progettato per beneficiare di gallerie con stand più piccoli. Unlimited ancora una volta ha offerto alle gallerie l’opportunità di mostrare installazioni monumentali, sculture, proiezioni video, pitture murali, serie fotografiche e performance artistiche che trascendono lo standard tradizionale dell’arte. Ancora una volta, si sono registrate forti vendite da questo settore. Unlimited è stato curato per l’ottavo e ultimo anno da Gianni Jetzer, Curator-at-Large presso l’Hirshhorn Museum e Sculpture Garden a Washington D.C., è stato quindi annunciato Giovanni Carmine come nuovo curatore del settore Unlimited che lo curerà per la prima volta nel 2020. Giovanni Carmine è stato direttore della Kunst Halle Sankt Gallen e curatore del Padiglione svizzero alla 55. Biennale di Venezia. “Unlimited è una delle piattaforme più uniche nel mondo dell’arte. Sono molto contento e grato di avere la possibilità di lavorare con alcuni degli artisti più interessanti e innovativi del nostro tempo su questo progetto”, afferma Giovanni Carmine. Poco prima della fiera, Art Basel ha annunciato la Global Guide, una nuova iniziativa digitale progettata per supportare ulteriormente le gallerie promuovendo la mission di Art Basel. Le gallerie che hanno esposto ad Art Basel hanno espresso la loro soddisfazione per l’evento di quest’anno, con commenti come: “Art Basel è la fiera più prestigiosa. Abbiamo incontrato molti nuovi collezionisti. Unlimited è una piattaforma importante per vedere le opere nel modo esatto e abbiamo ricevuto un serio interesse da parte dei musei per il lavoro di Jonathas De Andrade.” - Maurizio Rigillo, Galleria Continua “Le vendite sono state forti. Abbiamo venduto l’80% delle opere di Giulia Cenci a Fondazioni e musei. Vincere il premio Baloise Art è un onore per noi.” Giuseppe Alleruzzo, SpazioA (vincitore del premio Baloise Art) Anche questa edizione ha dimostrato che il mercato dell’Arte lo fanno le gallerie, è in costante fermento l e brilla sull’alta qualità e sui pezzi museali. s
Contemporary Art Detroit; National Gallery Singapore; New Museum, New York; Norval Foundation, Cape Town; San Francisco Museum of Modern Art and Solomon R.Guggenheim Museum, New York. In this edition, Art Basel successfully introduced a sliding-scale pricing model, designed to benefit galleries with smaller stands. Unlimited once again offered galleries the opportunity to showcase monumental installations, sculptures, video projections, wall paintings, photographic series, and performance art that transcend the traditional art fair stand. Once again, galleries reported strong sales from the sector. Unlimited was curated for the eighth and final year by Gianni Jetzer, Curator-at-Large at the Hirshhorn Museum and Sculpture Garden in Washington D.C., has therefore been announced Giovanni Carmine as the new curator of Unlimited sector, will curate Unlimited for the first time in 2020. Giovanni Carmine has been Director of the Kunst Halle Sankt Gallen, curator of the Swiss Pavilion at the 55th Venice Biennale. “Unlimited is one of the most unique platforms in the art world. I’m very pleased and grateful to have the possibility to work with some of the most interesting and innovative artists of our time on this project”, says Giovanni Carmine. Shortly before the fair, Art Basel announced the Global Guide, a new digital initiative designed to further support the galleries by promoting Art Basel’s mission. Galleries exhibiting in Art Basel expressed their delight at this year’s show, for example: Art Basel is the most prestigious fair. We met many new collectors. Unlimited is an important platform to view works in the exact way they should be seen. We have received serious museum interest for the work of Jonathas De Andrade, for example. Maurizio Rigillo,Galleria Continua Sales have been strong. We sold 80% of the work by Giulia Cenci to foundations and museums. Winning the Baloise Art Prize is an honour for us. Giuseppe Alleruzzo, SpazioA (Winner of the Baloise Art Prize) Also this edition has shown that the Art market is active, is made by big galleries with highlights on l high quality and museum pieces. s
Coco Fusco “Tin Man of the Twenty-First Century”. Courtesy of Alexander Gray
Liu Wey “Microworld” Courtesy Long March Space
Antony Gormley “Breathing Room” Courtesy Galleria Continua Anicka Yi “The Sun Rose from water that was salt and set in water” Courtesy 47 Canal
Jeff Koons “Sacred Heart” Courtesy Gagosian
Lucio Fontana “Ambiente spaziale con tagli”, 1960 Courtesy Magazzino e Tega
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Contemporary Art Fair Zurich La 21ª edizione al PULS 5
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l Contemporary Art Fair Zurich, importante e affermato appuntamento per l’Arte a Zurigo, conferma anche per il 2019 la location: la 21ª edizione della kermesse si terrà al PULS 5 in Giessereistrasse 18. L’inaugurazione è fissata per il 25 settembre alle ore 18; le opere provenienti da ben 20 diversi paesi, saranno accompagnate dalle note di “Mr. Soulsax”. Omogeneo il collegamento tra l’Artist Positions e l’Art Galleries, un’esposizione in continua crescita da l oltre 20 anni. s
ner Media Part artmagazine.biancoscuro.it
T
he Contemporary Art Fair Zurich, important and successful event for Art in Zurich, confirms the location for 2019: the 21st edition will be held at PULS 5 in Giessereistrasse 18. The inauguration is scheduled for September 25th at 6 pm; the works coming from 20 different countries will be accompanied by the notes of the “Mr. Soulsax “. The connection between the Artist Positions and the Art Galleries is homogeneous, an exhibition that has l been growing for over 20 years. s
21ª ART INTERNATIONAL ZURICH Puls 5, Zurich dal 26 al 29 settembre 2019 Preview 25 settembre 2019 www.art-zurich.com
Art Salzburg Contemporary Dal 26 al 27 settembre al Salzburg Exhibition Center
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ohanna Penz, direttrice della manifestazione e proprietaria della ART Kunstmesse GMBH, aveva detto qualche anno fa di voler allargare gli orizzonti della ART Kunstmesse GMBH portando il suo format in altre città. Dopo 3 anni il suo desiderio è diventato realtà e va a gonfie vele. La prima edizione della ART Salzburg Contemporary è stata inaugurata nel 2017 poiché “Salisburgo è sempre stata in assoluto la location dei miei sogni. ART Salzburg Contemporary rappresenta il coronamento del nostro desiderio di portare a Salisburgo un mix di gallerie e mercanti di d’arte” afferma Johanna Penz. Con una fiera a Salisburgo ed una a Innsbruck l’ambiziosa direttrice è riuscita a creare la prima piattaforma per il commercio di opere d’arte nell’Austria occidentale. La fiera internazionale d'arte Art Salzburg Contemporary aprirà le sue porte dal 27 al 29 settembre 2019 nel centro l espositivo di Salisburgo. s
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ohanna Penz, director of the event and owner of ART Kunstmesse GMBH, said a few years ago that she wanted to broaden the horizons of ART Kunstmesse GMBH bringing her format to other cities. After 3 years his desire has become reality and is booming. The first edition of the ART Salzburg Contemporary was inaugurated in 2017 because “Salzburg has always been the absolute location of my dreams. ART Salzburg Contemporary is the culmination of our desire to bring a mix of art galleries and merchants to Salzburg”says Johanna Penz.With a fair in Salzburg and one in Innsbruck, the ambitious director succeeded in creating the first platform for the trade of works of art in western Austria. The international art fair Art Salzburg Contemporary will open its gates from 27 to 29 September 2019 in the Sall zburg Exhibition. s
Art Salzburg Contemporary
from September 27 to 29, 2019 www.art-salzburg-contemporary.com
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Magda Hanna, will exhibit in Art Salzburg with “Embrace”, 2008, 40x30 cm.
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Jean-François Rèveillard RELIQUIAE. 2019. Cross media installation.
JfR 3D sculptures *POSTHUMAN*
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ean-François Rèveillard, artista svizzero nato a Parigi, trova la sua ispirazione tra le montagne svizzere e durante numerosi viaggi in giro per il mondo. Conosciuto anche come JfR esporrà ad Art Zurich 2019 la sua nuova installazione *RELIQUAE*. Distopia: l’uomo scaricherà la sua coscienza in forme oniriche, i resti di uno stato naturale perduto. Una volta scomparso, l’uomo esisterà solo attraverso le reliquie religiosamente mantenute dalle macchine. Domandarsi qual’è la traccia lasciata dalle nostre esistenze è una caratteristica dell’inizio di questo secolo. JfR lavora su cimeli, artefatti, immagini, in riferimento alla questione dell’arte e alla sua persistenza nella scala temporale. Oltre al semplice atto di creare per aggiornare nuovi concetti, mostrando come si integrano nella natura, una volta che il loro creatore è scomparso, la domanda è: “rimanere vivi?” e “hanno ancora un posto nel possibile futuro?”. L’arte e la sua necessità come messaggio o come artefatto, in un futuro in cui l’uomo perde gradualmente il suo posto sul pianeta? Il lavoro proposto attraverso RELIQUIAE 2019 dà uno sguardo verso l’emergenza di civiltà. “È vero che l’arte opera vicino al funzionamento religioso... i nuovi principi non costruiscono più chiese, ma costruiscono musei... l’oggetto stesso della pittura diventa abbastanza vicino a ciò che le reliquie erano l nel Medioevo” (Christian Boltanski). s
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ean-François Rèveillard, Swiss Artist born in Paris. that finds his inspiration in the Swiss mountains, and during several trips around the world. Also know as JfR, will exhibit at Art Zürich his new installation *RELIQUAE* Dystopia: Man will download his consciousness in dreamlike forms, remnants of a lost natural state. Once disappeared, the man will only exist through relics piously maintained by machines. The question of the trace left by our existences, acts, civilizations, is prominent at the beginning of this century. JfR by working on relics, artifacts, pictures, reference to the question of art and its persistence in the time scale. Beside the simple act of creating to update new concepts, showing how do they integrate into nature, once their creator is gone, the question is: “remain they alive?” and “do they still have a place in possible futures?”. Art and its necessity as a message or as an artifact, in a future where man gradually loses his place on the planet? The work proposed through RELIQUIAE 2019 takes a look toward at civilizational emergency. “It is true that art operates close to religious functioning …the new princes no longer build churches, but they build museums ... the very object of painting becomes quite close to what the relics were in the Middle l Ages.” (Christian Boltanski). s
INFO Jean-François Reveillard aka JfR www.yoorart.com Facebook.com/jfr.dbc Twitter.com/yoorart Instagram.com/jfr_yoorart JfR *RELIQUIAE*
JfR *RELIQUIAE*
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Ornella De Rosa (in arte DRO)
BAMBOLE (non toccare) - acrilico su tela, 100x120 cm. DRO 2019
opera esposta durante “Women� - mostra personale in Showcases Gallery - Varese
page: DRO ARTE -
profile: Ornella De Rosa
www.ornelladerosa.it - ornella627@gmail.com
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Art Verona
La 15ª edizione si terrà dall’ 11 al 13 ottobre 2019 The 15th edition will be held from 11 to 13 October 2019
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rt Verona presenta la nuova campagna di comunicazione: l’immagine creata dal giovane fotografo italiano Pietro Cocco, descrive la fusione delle due anime di Art Verona, il moderno e il contemporaneo, le loro espressioni più nuove e legate alla ricerca. Sotto la direzione artistica di Adriana Polveroni, ArtVerona aprirà la sua 15 ° edizione a Verona, dall’11 al 13 ottobre 2019. La proposta della Fiera è anche rappresentata dalla nuova campagna di comunicazione, sotto la direzione creativa di “Agenzia del Contemporaneo”. ArtVerona è una fiera che prospera sullo scambio e sul potenziale, che evolve e progredisce nel tempo. Questa fusione è la base per un progetto concreto che si sta consolidando sempre più anno dopo anno. ArtVerona si sta preparando per il suo 15 ° anniversario non solo con una nuova identità visiva ma anche con il nuovo ingresso “Re Teodorico” che accoglierà i visitatori della Fiera, risultato del significativo rifacimento delle strutl ture di Veronafiere. s
A
rt Verona presents the new communication campaign, the picture, created by the young Italian photographer Pietro Cocco, depicts the fusion of ArtVerona’s two souls: the modern and the contemporary, including their newer and research-related expressions. Under the artistic management of Adriana Polveroni, ArtVerona will open its 15th edition from 11 to 13 October 2019. The proposal of the Fair is also represented by the new communication campaign, under the creative management of “Agenzia del Contemporaneo”. ArtVerona is a fair that thrives on exchange and potential, that evolves and progresses over time. This fusion is the basis for a concrete project that has been consolidating more and more year after year. ArtVerona is getting ready for its 15th anniversary not only with a new visual identity but also with the new “Re Teodorico” entrance that will welcome the visitors to the Fair, resulting from the significant makeover of the Veronafiere l structures. s
L’immagine della nuova campagna a cura di Agenzia del Contemporaneo (Ph. Pietro Cocco)
Art Verona 2018 (Ph.Ennevi)
Art Verona 2018 (Ph.Ennevi)
Art Parma Fair - Edizione autunno ‘19 Parma, capitale italiana della cultura Parma, the Italian capital of culture
T Art Parma - Edizione primavera 2019
BIANCOSCURO RIVISTA d’ARTE Art Parma - Edizione primavera 2019 Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
ornerà in autunno a Parma Fiere, in contemporanea al Mercanteinfiera e MercanteinAuto, Art Parma Fair, evento dedicato all’arte moderna e contemporanea, nelle date 5-6 e 11-12-13 ottobre 2019. I buoni scambi commerciali delle precedenti edizioni e l’ottimo afflusso eterogeno di visitatori, appassionati e collezionisti da tutta Europa (grazie anche alla concomitanza del Mercanteinfiera) fanno si che una piazza come Parma, si possa collocare negli eventi commerciali più floridi del nord Italia. Da sottolineare il fatto che, nel 2020, Parma sarà Capitale Italiana della Cultura. Questo a dimostrazione e ricompensa degli sforzi fatti dall’amminil strazione comunale negli ultimi anni. s
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ill come back in fall, at Parma Fiere, at the same time as Mercanteinfiera and MercanteinAuto, Art Parma Fair, event dedicated to modern and contemporary art, on the dates 5-6 and 11-12-13 October 2019. The good commercial exchanges of the previous editions and the excellent heterogeneous influx of visitors, enthusiasts and collectors from all over Europe (also thanks to the conjunction of the Mercanteinfiera) mean that a location like Parma, can be placed in the most flourishing commercial events of northern Italy. It’s worth highlighting the fact that, in 2020, Parma will be the Italian Capital of Culture. This demonstrates and rewards the efforts made by the municipal l administration in recent years. s 101
Guido
Mannini M e t a m o r p h o s i s
SISTEMA CROMATICO - 2019, smalto su tela, 83x83 cm. In alto: SWARM - 2018, smalto su tela, Ă˜ 100 cm.
www.manniniguido.com mannini.guido@gmail.com Guido Mannini -
guido_mannini
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Biennale di Montreux
La 6ª edizione dal 9 agosto al 20 ottobre sulla riviera di Montreux
S
aranno 34 le opere presentate in un ambiente eccezionale, le rive del Lago di Ginevra, una passeggiata di circa 1 km. Questo spazio attira molti artisti da tutto il mondo interessati a presentare le loro opere in questo contesto privilegiato. Questa sesta edizione conferma la Biennale di Montreux all’interno degli eventi artistici svizzeri più importanti, sia per artisti che per visitatori, collezionisti e amanti dell’arte. La Biennale di Montreux quest’anno avrà la Russia come ospite d’onore e avrà il privilegio di presentare un’opera in bronzo dell’artista internazionale Igor Ustinov. Il vernissage ufficiale è fissato per il 29 agosto alle 18:00, alla presenza degli artisti: Etienne Krähenbühl, Igor Ustinov, Isabelle Thiltgès, Alexia Weill, Amandine bocquelet, Pierre Jaggi, Werner Keist, Kim Boulukos, FAZ, Fortunée Szpiro, Stefan Lanz, Raphy & Marie-Jo Buttet, Delaperouze, SaraH, Démian Wüst, Emmanuel Landemann, Raoul Thonney, Danièle Carrel, Stéphane Demaris, Miranda, Sophie Kao Arya, Michel Laurent, Stratos, Diane Herman, Fernand Gréco, Pedro Marques, Marie Thys, Philippe Perroud, Jonathan Bernard, Paul l Estier, Gerold Clerc, David Duvoisin. s
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t’ll be 34 the artworks presented in an exceptional location, the shores of Lake Geneva, a promenade of about 1 km. This space seduces many artists from all over the world interested in presenting their works in this privileged context. This sixth edition confirms the Montreux Biennial within the most important Swiss artistic events, both for artists and for visitors, collectors and art lovers. This year the Montreux Biennale will have Russia as a guest of honor and will have the privilege of presenting a bronze work by the international artist Igor Ustinov. The official vernissage is for August 29th at 6:00 pm, in the presence of the artists: Etienne Krähenbühl, Igor Ustinov, Isabelle Thiltgès, Alexia Weill, Amandine bocquelet, Pierre Jaggi, Werner Keist, Kim Boulukos, FAZ, Fortunée Szpiro, Stefan Lanz, Raphy & Marie-Jo Buttet, Delaperouze, SaraH, Démian Wüst, Emmanuel Landemann, Raoul Thonney, Danièle Carrel, Stéphane Demaris, Miranda, Sophie Kao Arya, Michel Laurent, Stratos, Diane Herman, Fernand Gréco, Pedro Marques, Marie Thys, Philippe Perroud, Jonathan Bernard, Paul l Estier, Gerold Clerc, David Duvoisin. s
Montreux Biennale 2019
from August 9 to October 20, 2019 - Vernissage 29 August 29, 2019 www.montreuxbiennale.ch
Montreux Art Gallery
L’evento artistico a novembre al 2M2C
È
fissata per mercoledì 6 novembre alle ore 17,30 l’apertura al pubblico del MAG, (Montreux Art Gallery) evento che in 5 giorni d’arte, accoglie al 2m2C, sulle rive del Lago di Ginevra, ospita gallerie internazionali e artisti indipendenti, più un’esposizione tematica ed un’area completamente dedicata alla street art con jam, contest e dimostrazioni per i bambini delle scuole elementari. Il MAG giunto quest’anno alla 15 edizione deve il successo all’impegno costante di Gailloud Jean-François e Marie Hélène Heusghem, BIANCOSCURO conferma anche per quest’anno il sodalizio partecipando per la sesta edil zione consecutiva. s
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he opening to the public of the MAG, (Montreux Art Gallery) is scheduled for Wednesday 6 November at 5.30 pm. An event that in 5 days of art, inside the 2m2C, on the shores of Lake Geneva, hosts international galleries and independent artists, plus a thematic exhibition and an area completely dedicated to street art with jam, contests and demonstrations for elementary school children. The MAG, this year at the 15th edition, owes its success to the constant commitment of Gailloud Jean-François and Marie Hélène Heusghem, BIANCOSCURO confirms the partnership for this year by participating for the sixth l consecutive edition. s
15th Montreux Art Gallery
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from November 6 to 10, 2019 www.mag-swiss.com
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L.Mapelli “Mapo” - PALLE CROMATICHE - olio su tela, 60x80 cm.
Luigi Mapelli
“MAPO”
L.Mapelli “Mapo” - MARGHERITA - olio su tela, 50x70 cm.
info@artemape.com
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www.artemape.com
Art Fair
biancoscuro
Fiere, manifestazioni ed esposizioni internazionali International fairs, exhibitions and exhibitions
Italia
BARI ArteBari maggio 2020 www.artebari.com BERGAMO Bergamo Arte Fiera gennaio 2020 www.bergamoartefiera.it BOLOGNA Arte Fiera 24-26 gennaio 2020 www.artefiera.it
MILANO MiArt 17-19 aprile 2020 www.miart.it
Pavia Art Talent 30 nov.-1 dic.2019 www.patpavia.it Mia Photo Fair marzo 2020 www.miafair.it Affordable Art Fair 7-9 febbraio 2020 www.affordableartfair.com Grand Art 4-6 ottobre 2019 www.grandart.it
FORLI’-CESENA Vernice ArtFair 13-15 marzo 2020 www.verniceartfair.it
MONTICHIARI (BS) Expo Arte 9-11 maggio 2020 www.expoartemontichiari.it
Arte Forlì Contemporanea 1-4 novembre 2019 www.fieracontemporanea.it
PADOVA Arte Padova 15-17 novembre 2019 www.artepadova.com
GENOVA Arte Genova 14-17 febbraio 2020 www.artegenova.com
TORINO Artissima 1-3 novembre 2019 www.artissima.art
Europe
AMSTERDAM (NL) Affordable Art Fair oct. 31-nov. 3, 2019 www.affordableartfair.com BARCELONA (E) Loop Fair 19-21 november, 2019 www.loop-barcelona.com BASEL (CH) Art Basel june 18-21, 2020 www.artbasel.com
Paratissima 1-3 novembre 2019 www.paratissima.it VENEZIA La Biennale di Venezia 11 mag.-24 nov. 2019 www.labiennale.org
Liste Basel june 18-21, 2020 www.liste.ch BERLIN (D) Berlin Art Week september 11-15, 2019 www.berlinartweek.de Art Berlin september 12-15, 2019 www.artberlinfair.com
VERONA ArtVerona 11-13 ottobre 2019 www.artverona.it PARMA ArtParma 5-6 e 11-13 ottobre 2019 www.artparmafair.it PER INFORMAZIONI: SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: +39 049 8800305
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PAVIA PaviArt marzo 2020 www.paviart.it
Positions Berlin september 12-15, 2019 www.positions.de
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BRUXELLES (B) Art Brussels april 23-26, 2020 www.artbrussels.com
MADRID (E) Art Madrid feb. 27-mar. 3, 2020 www.art-madrid.com
Brafa jan. 25-feb. 2, 2020 www.brafa.be
MARBELLA (E) Art Marbella july 30-august 3, 2019 www.marbellafair.com
CHESTER (ENG) Chester Arts Fair november 15-17, 2019 www.chesterartsfair.co.uk COLOGNE (D) Art Cologne april, 2020 www.artcologne.com
MONTE-CARLO (MC) Art Monte-Carlo may 1-3, 2020 www.artmontecarlo.ch MONTREUX (CH) Montreux Art Gallery november 6-10, 2019 www.mag-swiss.com
GENEVE (CH) Art Genève jan. 30-feb. 2, 2020 www.artgeneve.ch KARLSRUHE (D) Art Karlsruhe february 13-16, 2020 www.art-karlsruhe.de INNSBRUCK (A) Art Innsbruck january 16-19, 2020 www.art-innsbruck.at
PARIS (F) Fiac october 17-20, 2019 www.fiac.com Art Paris april 2-5, 2020 www.artparis.com
ISTANBUL (TR) CI contemporary istanbul – 20 GENNAIO september2019 12-15, 2019 O FIERA INNSBRUCK contemporaryistanbul.com
DUBAI (UAE) Art Dubai march 25-28, 2020 www.artdubai.ae HONG KONG (CN) Art Basel Hong Kong march 19-21, 2020 www.artbasel.com
Affordable Art Fair may, 2020 www.affordableartfair.com MEXICO CITY (MEX) Zona MACO february 5-9, 2020 www.zonamaco.com
VIENNA (A) LONDON (ENG) Vienna Contemporary Frieze London september 26-29, 2019 october 2-6, 2019 www.viennacontemporary.at www.frieze.com ART SALZBURG CONTEMPORARY & ANTIQUES INTERNATIONAL ZURICH (CH) London Art19 Fair– 21 OTTOBRE Art International 2018 Zurich CENTRO FIERA DI SALISBURGO january 22-26, 2020 september 26-29, 2019 www.londonartfair.co.uk www.art-zurich.com fiera internazionale d’arte contemporanea, classico moderno & antiquariato | 19° – 21° secolo
NEW DELHI (IND) India Art Fair jan. 30 - feb. 2, 2020 www.indiaartfair.in NEW YORK (USA) Art NewYork may, 2020 www.artnyfair.com ArtExpo NewYork april 23-26, 2020 www.artexponewyork.com
Affordable Art Fair september 26-29, 2019 www.affordableartfair.com SHANGHAI (CN) Shanghai Art Fair november 7-10, 2019 www.sartfair.com SINGAPORE (SGP) Affordable Art Fair november 22-24, 2019 www.affordableartfair.com TOKYO (J) Art Fair Tokyo march, 2020 www.artfairtokyo.com
MIAMI BEACH (USA) Art Basel Miami Beach december 5-8, 2019 www.artbasel.com
Bild: Roman Träxler
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CHICAGO (USA) Expo Chicago september 19-22, 2019 www.expochicago.com
SALZBURG (A) Art Salzburg Contemporary september 26-29, 2019 art-salzburg-contemporary.com
A INTERNAZIONALE CONTEMPORANEA | 19°– 21° SECOLO
rincipale A
World
MOSCOW (RUS) Cosmoscow september 6-8, 2019 www.cosmoscow.com
TORONTO (CDN) Art Toronto october 25-17, 2019 www.arttoronto.ca VANCOUVER (CDN) Art! Vancouver april 16-19, 2020 www.artvancouver.net Per visualizzare l’elenco completo aggiornato inquadra con il tuo smartphone il codice QR e collegati al nostro sito ufficiale: w w w.b ian c o s c u ro.it /ar t -fai r s
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l Cenobio Valerón a Santa Marìa de Guìa è un enorme antico granaio collettivo, antichi magazzini naturali per conservare cereali e cibo. 350 cavità nella roccia, scavate con semplici strumenti simili a picconi, sono disposte su differenti livelli nella parte più alta di una ripida e inquietante montagna. Non poteva il loro Dio averli abbandonati difronte a tanta ricchezza alimentare. Cenobio vuol dire monastero o convento, qui le giovani attraverso dei rituali diventavano donne, e si preparavano a diventare madri o sacerdotesse (ero certa che fosse molto di più di un granaio fortificato). I Berberi del Marocco e dell’Algeria, che hanno la stessa derivazione dei Guanci, riferendosi a sé stessi si chiamano anche Amazigh, “Amazzoni o ESseri liberi”. È noto il ruolo prestigioso che hanno le donne nelle comunità Tuareg: depositarie della cultura scritta, trasmettono di generazione in generazione uno speciale alfabeto, il Tifinagh, su cui si fondano le antiche forme di scrittura. L’aspetto più insolito era insito proprio nella loro complessa cultura, tanto evoluta dal punto di vista sociale e agricola, quanto rimasta all’età della pietra negli usi. I Guanci avevano caste dinastiche, una classe sacerdotale e guerriera ben organizzata. La trasmissione ereditaria della regalità avveniva per via matrilineare, quindi fondata su una struttura matriarcale (simile a quella dei popoli del mare) e possedevano una scrittura alfabetica, derivante dalle regioni del Sahara. Una
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110 Dune - Gran Canaria - Shaara © Photo by Adele Arati
“Mentre mi aggiravo in una di quelle che erano le abitazioni in grotta dei Guanci a Gran Canaria, i miei occhi si posarono su un libro: “La tribù de los Canarii” di J.J. Jiménez Gonzàlez (le Canarien ediciones). Furtivamente iniziai a leggere casualmente alcune pagine e alla 249ª, traducendo una scrittura spagnola che non mi appartiene, compresi… Chiedendo se hanno avuto notizie della loro vera origine, gli anziani di Gran Canaria hanno risposto: “I nostri antenati ci hanno detto che Dio ci ha messo qui e ci ha dimenticato”. La frase era troppo dura per la mia mente, quindi d’istinto cambiai foglio, e mi regalò sorprese più belle. Ma il punto restava: quale Dio può fare questo al suo popolo e quale era la Verità Reale dell’Origine dei Guanci? Non credo all’autenticità di quegli antenati, sostituti arrivati per ingannare (nelle pagine successive ne trovai le prove). Quel volume mi portò a fare una pericolosa passeggiata per alcuni chilometri, finché raggiunsi un’enorme cavità, la sua bellezza si fece strada nei miei occhi fino a giungere al mio cervello e la sua vista fu maestosa.”
[12ª puntata]
Introduzione ai Percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere
Oceano Atlantico: le Isole Canarie e l’origine del suo popolo, i Guanci
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parte di questo deserto lo troviamo qui, poco lontano dal Cenobio, a Las Dunas de Maspalomas. Ad un certo punto, in una delle nicchie del granaio ne uscì un uomo dalla barba bionda ed il volto olivastro, dipinto come la donna della copertina del libro di Gonzàlez: una piramide rossa era disegnata sotto al labbro inferiore e gli occhi erano chiari. Guardandomi mi disse: “Le avevo detto che il percorso era pericoloso.” Allora mi ricordai di quello strano personaggio incontrato sul sentiero del Teide. Senza darmi il tempo di riflettere inizio a parlare: “C’è nella mitologia indigena un legame tra elementi astrali - il sole - e i miti della rigenerazione, in cui gli oracoli si collegavano all’osservazione solare. Crediamo tuttora che l’anima immortale di tutti gli uomini provenga dalla sua Luce e sia della medesima sostanza. Sin da tempi ancestrali, conseguentemente a tale saggezza, sappiamo che tutti gli uomini sono figli divini e immortali dell’Origine e che, dopo l’apparente morte, torneremo nel suo Regno di Luce per poi ricevere in seguito una nuova vita, tutto è un cerchio. Il ciclo dell’acqua lo testimonia.” Sapevo che culti solari del genere si svilupparono poco prima dell’inizio della nostra era in tutta l’area mediterranea, e tali credenze erano anche vive nelle antiche civiltà precolombiane, in Messico come in Perù, nonché presso molteplici popolazioni native dell’America Settentrionale. Curiosa di saperne di più mi rigirai, ma era sparito: stavolta fu lui a depistarmi. Raggiunta da Emiri, ci lasciammo alle spalle il Cenobio Valerón, per dirigerci alle Quattro porte (Cuatro Puertas) a Telde: un sito archeologico, monumento nazionale della Gran Canaria, vanta un’enorme caverna con 4 bocche e un pavimento con altrettanti cerchi, punti, incisi (molto simile alle caverne dell’antica Sardegna). All’alba del solstizio d’estate, i raggi del sole entrano nella grotta dalle sue porte e colpiscono una cazuleta (incisione triangolare) e 7 coppelle rotonde. Al di sopra della grotta un’incisione circolare a corna di toro termina con la testa di un serpente ne delinea la sua natura e funzione. Ulteriori analisi hanno determinato anche che l’entrata è orientata perfettamente per ricevere la luce solare dalle prime ore del mattino fino alla sera, come una casa della vita. Ci sono altre grotte nell’arcipelago: Arafo, utilizzata per de-
Cuatro Puertas © Photo by Adele Arati
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positare le mummie dei personaggi più importanti della loro società, ne accoglie una gigantesca di 4 metri (lo scheletro si è perso durante il periodo della guerra civile spagnola). Ne ho rintracciato il disegno al Museo de La Naturaleza y el Hombre, attrazione di Santa Cruz a Tenerife. In sostanza erano tutti “Almogarèn”, luoghi di riunione e di un’antico sapere. Nel camminare all’interno della struttura, la mia guida vedendomi assorta, iniziò a suggerirmi: “Ormai si sa che per fare la vita ci vuole l’energia del sole, ma anche di qualsiasi stella dell’universo. Esse generano per reazioni termonucleari un flusso di particelle cariche chiamato vento solare: uno dei suoi ruoli è preservare la vita, proteggendo i pianeti dalle pericolosissime radiazioni cosmiche che giungono dal suo esterno. Inoltre, formerebbe spontaneamente le molecole alla base delle cellule, grazie al soffio della sua energia sulla materia inorganica dei meteoriti, che entrano ne loro sistemi. Dopotutto è elementare, tutti sanno che il calore degli astri e l’acqua sono alla base del processo di fotosintesi delle piante.” Guardando Emiri gli risposi: “Hai ragione, l’acqua ha sempre una sorgente e la scienza dice che essa ha memoria, ma di cosa? E soprattutto, dov’è archiviata? Alcune tribù berbere si denominano anche con l’appellativo di Attala, tradotto in “Figli della Sorgente”, similmente all’Azteco, i quali denominano il luogo da dove anticamente si mossero i loro antenati Aztlan. Le stelle, l’acqua, la linfa e il sangue sono fluidi vitali di ogni campo esistente e possiedono un loro moto biologico spiraliforme, è forse questo che li accomuna?”. Era ormai evidente il perché tutto questo era così importante in antichità per i popoli della terra. La verità delle loro origini era quindi collegata al culto del Sole e ad un cammino piramidale ( rientriamo dunque nel cuore del Mito e alla nascita del Simbolismo). Paul Gauguin ne era stato riscopritore, riportando a galla ciò che del Simbolismo era stato sepolto, aprì la strada all’arte del 900. Per questo i suoi diari furono distrutti, ma uno era sopravvissuto. Emiri lo conservava, insieme ad altri libri provenienti dall’antica India, arrivati in seguito in Cina e Tibet; e proprio uno di quelli ci portò in Asia. Uno di quelli aveva una copertina ottagonale. Ma prima di passare in rassegna all’analisi del mito tramite Cenobio Valeron © Photo by Adele Arati
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l’art’è, ultimiamo la definizione dei punti iniziali di questa nostra Linea aKa di saggezza, aggiungendo il Quindicesimo:
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[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO
Testi LiberaMente tratti dai miei Futuri Romanzi Fanta ma Scientifici e dalle mie Opere; il racconto è inventato, il mito è quello ascoltato dai locali e i riferimenti scientifici sono reali.
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Ma qual’era la Verità Reale dell’Origine del Mito e del cammino piramidale dell’essere? Questa domanda ci condurrà in Cina alla piramide di Qin Shi Huang.
DECIMO (era il nono): Campi d’esistenza, civiltà antiche distanti, ma con caratteristiche socio culturali simili, nonostante le difficoltà di comunicazione. Se le prendiamo in visione con un metodo scientifico (dalla comparazione alla confutazione), sembrerà tutto avere una logica. UNDICESIMO: Il Cuore del Mito è un racconto di fatti accaduti tramandato verbalmente da generazioni matriarcali. Esso si rifà ad un’origine comune, che si dispiega in mille altri modi ma che parte dall’art’è di vivere. Focalizzarlo significa andare nel cuore, alla radice della nascita di una società comune. Esso cela verità. QUINDICESIMO: L’art’è da sempre è l’unica scienza che ha dato vita alle scienze, attività motore della vita sin dalla sua Origine. Il suo simbolismo nasce con influenze primitive, e non è solo un puro approccio retinico tipico degli Impressionisti. Il suo segno possiede una matematica musicale di punti, che costruisce una meditazione di accordi e colori, diventando linee di pensiero collettivo. Ritrasmette da sempre l’armonia musicale delle forme ed è il fondamento per il futuro della nostra contemporaneità.
Cuatro Puertas © Photo by Adele Arati
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MATTEO FIENO - Opera esposta alla mostra “Spoleto Arte” curata da Vittorio Sgarbi -
M.Fieno - Growing up alone- 2018, acquerello su carta di cotone, 31x41 cm.
www.matteofieno.it
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Gianni Depaoli
Anime silenziose per CasaInsieme di Vincenzo Chetta
S
ono andato a Candia Canavese al Museo “Menotrenta”, ex magazzino frigo così rinominato dall’artista Gianni Depaoli (famoso per custodire lavori realizzati con pelli e inchiostri di cefalopodi) poiché rumors nell’ambiente artistico e social mi hanno portato all’orecchio una notizia molto interessante. Vincenzo Chetta: Buongiorno Gianni, parlaci di questa bellissima notizia che ho sentito, hai donato in beneficenza una tua opera... Gianni Depaoli: Buongiorno Vincenzo, sì, hai proprio sentito bene, ho donato all’associazione CasaInsieme l’installazione “Anime silenziose 2.0”, opera composta da 49 icone. V.C.: Come mai è composta da 49 pezzi? GD: È una questione scaramantica, il 7 è il mio numero fortunato e magico, e il 49 è un suo multiplo. V.C.: Se non erro, non è la prima operazione di beneficenza che compi... G.D.: No, non è la prima, è uno dei tanti gesti che negli anni ho fatto per organizzazioni di questo genere, per l' aiuto alle persone bisognose, per quelle che giornalmente vengono colpite da mali incurabili, e per la ricerca. V.C.: Complimenti, è da ammirare la tua sensibilità per il sociale. G.D.: Sono sempre pronto ad accettare progetti di beneficenza, naturalmente solo
quelli “seri” e personalmente verificati. V.C.: Parlaci di questo progetto... G.D.: “Insieme per CasaInsieme” aiuta una struttura, situata nel canavese, che da anni si occupa di malati terminali e sostegno ai malati di Alzhaimer. V.C.: Una nobilissima causa, ma dimmi di più sull'opera... G.D.: L’opera è stata realizzata in tecnica mista su fibra utilizzando pelle e inchiostro di calamaro con metacrilato, ed è composta da 49 icone. Ho deciso di regalare l’intera installazione e devolvere quindi l’incasso. L’opera sarà venduta a settembre durante la presentazione, e l’intero ricavato andrà al progetto “Insieme per CasaInsieme” . V.C.: L’associazione CasaInsieme ha già collaborato con altri artisti per beneficenza? G.D.: Si, prima di me hanno aderito nell’ordine cronologico: Claudio Rotta Loria, Paolo Marengo, Ugo Nespolo, Marco Lodola, Mimmo Jodice, Piero Gilardi e Francesco Corni. V.C.: Ti faccio i miei più sentiti complimenti, è sempre bello quando l’Arte aiuta a fare del bene, grazie ancora per il l tuo impegno. s Sotto: Gianni Depaoli con l’installazione composta da 49 opere “Anime silenziose 2.0”. Sullo sfondo una parete di alcune sue opere più celebri. A destra: un particolare dell’installazione.
Gianni Depaoli (1961). Artista materico, vive e lavora a Candia Canavese in un ex magazzino frigorifero, ribattezzato dall’artista Museo “Menotrenta”. Dal 2007 partecipa a mostre e installazioni sul degrado ambientale e umano, progetti itineranti sostenuti da musei e da Enti Istituzionali: Mare Nero Museo di Bergamo, Allarme Ambiente Museo di Scienze Genova, Rossomare Galleria di Arte Moderna di Genova, Biennale Italia-Cina, Biennale Venezia Padiglione Italia, Fondazione Piaggio, G.A.M. Genova, Ambasciata Monaco ospitano le sue opere. La nuova sperimentazione lo porta dal 2012 a utilizzare un materiale nobile organico, “le pelli e l’ inchiostro dei pesci e cefalopodi”, che seleziona in Asia Sud Orientale e Nord Europa dove ha fatto esperienza. Premiato in numerose manifestazioni tra le quali la Biennale di Asolo, GemLucArt Montecarlo; invitato al Museo del Porto di Portofino con un’opera site-specific. Quando non è impegnato nel suo studio, si dedica alle sue altre passioni: legge libri d’arte, si rilassa dipingendo e ascoltando musica. È possibile contattarlo scrivendogli all'indirizzo di posta elettronica e Instagram @giannidepaoli Facebook .ito oPDF arte@giannidepaoli Ordina la versione cartacea su https://artshop.biancoscuro.it
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Annette Tan
Artista delle grandi emozioni
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A destra: Annette Tan - Afterglow 2018, acrilico, 18”x24” Sotto: Annette Tan - Tuscany 2014, acrilico, 16”x20”
na carriera pluritrentennale costellata di successi: Annette Tan e la sua Arte sono in continua ascesa. Nata in Cina, ma ormai californiana, ha come un colpo di fulmine per l’arte e, senza alcuna formazione precedente, inizia a creare liberamente. Questo succedeva a metà degli anni ‘90: resasi conto che questa passione sopita non poteva più venire accantonata, ha iniziato a studiare acquarello e acrilico col noto artista Jerry Yarnell. Nelle sue opere è chiara la sua libertà di espressione, un tratto riconoscibile e leggero che porta le atmosfere dei luoghi dipinti, qui, davanti ai nostri occhi. Una finestra su una natura tutta italiana (quello è chiaramente uno scorcio toscano, anche senza leggerne il titolo) che sa di calma e serenità; un cielo infuocato dagli ultimi bagliori di un caldo sole del sud, passionale quanto malinconico. Grazie all’abilità nel trasportare nelle sue emozioni chiunque si soffermi sulle sue opere, Annette vanta numerosi successi artistici, mostre e pubblicazioni che esaltano la sua grande passione. Daniela Malabaila
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nnetteTan born in China, living in California, without any previous training, Annette began taking interest in painting as a hobby in the mid 1990's. Her inspiration comes from the works of old masters and the beautiful nature around her. Annette took watercolor lessons and attended acrylic workshops with well know artist Jerry Yarnell. In recent years Annette has been invited to many group shows throughout the Country and abroad and her work has been in many Art Publications and magazines. Her upcoming exhibition will be in the International Art Fair in the Louvre in Paris. She is a member of the National League of American Pen women. Gallery and Website Representation: NewYorkArt.com LagunaArt.com Southwest Art magazine 2018 and 2019 Cotemporaryartstation.com Barcelona
INFO
www.annettetan.com
annettesart2007@yahoo.com
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Marita Brettschneider Le sfumature vellutate di MarNe di
Daniela Malabaila
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imbolo ricorrente in diverse culture e religioni, l’Iris viene eletto a protagonista assoluto anche nelle opere dell’artista Marita Brettschneider, che racconta ed emoziona attraverso i suoi dipinti.
La passione innata per l’arte l’ha condotta attraverso diversi approfondimenti accademici, nel cuore e nel gesto le lezioni del nonno pittore freelance. La sua pittura ricrea perfettamente colori e sfumature, rende in maniera naturale la consistenza del fiore e dello stelo e, allo stesso modo, imprime lo sfondo con l’esatto grado di matericità. L’effetto finale è palpabile. Non solo tecnica, le opere di Marita (in arte MarNe) denotano una grande sensibilità e trasmettono emozioni pure, al limite di l un’intima meditazione. s
INFO
www.marne-art.de
A sinistra: Paradiso rosso 2018, oil/metal, 80x120 cm. Sopra: La bellezza del buio 2018, oil/metal, 100x180 cm.
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David Lachapelle: divino
Alla Reggia di Venaria i lavori più iconici di Vincenzo Chetta
The Last Supper, 2003 © David LaChapelle
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al 14 giugno scorso, una nuova rassegna fotografica colora gli spazi della Citroniera delle Scuderie Juvarriane, alla Reggia di Venaria: la grande mostra di David LaChapelle: “Atti Divini”. Settanta opere di grandi e grandissimi formati, le più significative dei vari periodi della carriera dell’artista, invitano i visitatori ad immergersi nella loro coinvolgente visione. Curata da Denis Curti e Reiner Opoku, con il progetto allestitivo di Giovanni Tironi, la mostra è or-
ganizzata da Civita Mostre e Musei con il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, in collaborazione con Lavazza. Il percorso visivo è rivoluzionario, restituisce esattamente il tipo di rappresentazione dell’umanità che LaChapelle conduce con il suo lavoro, sempre più in profondità, fino a far emergere una nuova espressione artistica ambientata in un paradiso colorato (a volte con tanto di Messia in posa). La mostra presenta dunque i lavori più iconici del fotografo americano, quelli che hanno contribuito a farlo diventare uno degli artisti più riconoscibili
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e conosciuti al mondo. LaChapelle si distingue per la capacità di narrarsi e raccontarsi attraverso la fotografia e in relazione con le manifestazioni più significative della civiltà occidentale. Atti Divini presenta per la prima volta alcune opere inedite della nuova serie di LaChapelle “New World” (2017-2019) che rappresenta lo stupore dell’artista per il sublime e la ricerca della spiritualità in scene di utopia tropicale. Tra le altre opere più significative sicuramente “Rape of Africa” del 2009, con una inedita Naomi Campbell come una Venere di Botticelli, ambientata nelle miniere d’oro dell’Africa, e “Showtime at the Apocalypse” del 2013, un ritratto della famiglia Kardashian che rappresenta non solo la famiglia stessa, ma le nostre paure, le ossessioni e i desideri che vi si riflettono. Sono in mostra anche le vivaci ed elettrizzanti serie “Land SCAPE” e “Gas”, entrambe del 2013, progetti di nature morte in cui LaChapelle riunisce oggetti trovati per creare raffinerie di petrolio e le loro stazioni di servizio interconnesse e poi presentarle come reliquie in una terra bonificata dalla natura. Al centro del percorso espositivo troviamo “Deluge” (2007), in cui David rende contemporaneo l’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina. A seguire Sopra: Passion de Fleur, 2019 © David LaChapelle A destra: Loaves and Fishes, 2003 © David LaChapelle Sotto: Rape of Africa, 2009 © David LaChapelle
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DAVID LACHAPELLE lavori come “Awakened” (2007) e “Seismic Shift” (2012) rivelano scene legate alla divinità nel mondo moderno. In questa mostra viene messa in risalto la sua estetica ultrapop che mescola richiami naturalisti a quelli onirici, il sacro col profano, iperrealismo e l surrealismo, in un solo sguardo. s A destra, dall’alto verso il basso: Annunciation, 2019 © David LaChapelle Land Scape Kings Dominion, 2013 © David LaChapelle Sotto: After the Deluge: Statue, 2007 © David LaChapelle
Atti divini
14 giugno 2019 - 06 gennaio 2020 Citroniera delle Scuderie Juvarriane, Venaria Reale INFO T. +39 011 4992333 prenotazioni@lavenariareale.it Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Sabato, domenica e festivi 10.00 - 19.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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“La roulette del tempo” - 2014 - olio su tela - 133x74 cm. Ordina la versione cartacea o PDF su https://artshop.biancoscuro.it
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A cinquant’anni da Gesicht der Zeit La prima mostra Magnum al Museo Diocesano di
Lucia Garnero
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partire dall’8 maggio, il Museo Carlo Maria Martini, rivolto ad accogliere con grande successo importanti eventi di fotografia contemporanea, espone ai visitatori la rassegna “Magnum’s First. La prima mostra di Magnum” in cui sono raccolte le immagini della prima esposizione della celebre agenzia fotografica Magnum, intitolata “Gesicht der Zeit - Il volto del tempo” (mostra itinerante tenutasi tra il 1955 e il 1956 in cinque città austriache). L’esposizione, realizzata in collaborazione con Magnum, col patrocinio del Comune di Milano e il sostegno di Rinascente e dello sponsor Erco,
Sopra: Henri Cartier-Bresson - Gandhi just after breaking his fast. Birla House, Delhi, India, 1948; © Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos
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è accompagnata dal catalogo Silvana editoriale. Si tratta di immagini straordinarie, fortuitamente ritrovate nel 2006 in una cantina di Innsbruck, chiuse in una cassa e ancora montate sui pannelli di legno usati per gli allestimenti di quel primo evento, abbandonate per decenni e, con il loro rinvenimento, sottoposte a restauro. La curatrice Andrea Holzherr, Global Exhibitions Manager di Magnum Photos, narra l’evento di scoperta e recupero del prezioso materiale: “Ciò che trovammo nelle casse era, a dir poco, sorprendente”. Ma, soprattutto, ne rileva il carattere di significato storico: “La prima mostra in assoluto di foto Magnum di cui si
abbia notizia! La sua esistenza è la prova che, sin dall’inizio, la Magnum era diversa dalle altre agenzie fotografiche. Dagli esordi, con il programma di mostre ed eventi, la Magnum difendeva sia il valore della foto come documento sia il valore artistico degli scatti dei fotografi dell’agenzia”. L’eccezionalità del ritrovamento offre al pubblico la possibilità di rivedere la mostra esattamente così come era stata pensata: fino al 6 ottobre 2019, il Museo Diocesano di Milano espone 83 immagini in bianco e nero realizzate da Ernst Haas, Erich Lessing, Jean Marquis, Inge Morath, Marc Riboud, Werner Bischof, Henri Cartier-Bresson e Robert Capa.
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Sopra: Erich Lessing Belvedere Gardens, Vienna, Austria, 1954; © Erich Lessing/Magnum Photos
A sinistra: Werner Bischof On the road to Cuzco, Peru, 1954; © Werner Bischof/Magnum Photos Sotto: Robert Capa - Village festival in Biarritz France, 1951; © Robert Capa/International Center of Photography/Magnum Photos
Il percorso espositivo dunque, raccogliendo otto servizi fotogiornalistici, inizia con le diciotto fotografie di Henri Cartier-Bresson sugli ultimi giorni e il funerale del Mahatma Gandhi, che sono una parte del servizio pubblicato dalla rivista Life nel febbraio 1948. Si prosegue con tre immagini di Robert Capa che documentano una festa basca nel sud della Francia nel 1951; le foto di scena di Ernst Haas, scattate sul set de La regina delle Piramidi del MAGNUM’S FIRST
La prima mostra di Magnum 08 maggio - 06 ottobre 2019
Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano INFO T. +39 02 89420019 info.biglietteria@museodiocesano.it Da martedì a domenica 10.00 - 18.00 Chiuso il lunedì, eccetto festivi Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
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1955, per proseguire con le sette fotografie straordinariamente suggestive di Werner Bischof raccolte durante il suo viaggio intorno al mondo nei primi anni cinquanta. Di Inge Morath, unica donna del gruppo, ci sono dieci fotografie realizzate a Londra per un articolo pubblicato sulla rivista Holiday nel 1953 con l’iconico ritratto di Lady Nash; mentre di Jean Marquis sono presenti fotografie scattate durante un viaggio in Ungheria, nel maggio 1954, e pubblicate nel novembre dello stesso anno sul New York Times Magazine. Gli scatti di Erich Lessing propongono un altro volto di Vienna, da cui, nei luoghi simbolo della capitale nonostante l’occupazione nazista, trapelano serenità e gioia. L’esposizione chiude con le opere giovanili di Marc Riboud, che documentano la vita nei villaggi dalmati, tra Vrlika, Spalato e Dubrovnik. Emblematica la foto di un grande ritratto del presidente Tito mentre viene riportato al suo posto alla fine di un congresso. Questa, è la prima mostra di l Magnum. s
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Liu Bolin: l’uomo invisibile
Il processo creativo in mostra al MUDEC di Mario
Gambatesa
A
rtista cinese di fama internazionale, Liu Bolin è conosciuto in tutto il mondo per i suoi ritratti mimetici, in cui grazie ad un ottimo utilizzo del body painting si fonde perfettamente con lo spazio circostante confondendosi con tutto il resto: un vero e proprio camaleonte. Nato nel 1973 nella provincia nordica dello Shandong, Liu Bolin si forma alla prestigiosa Accademia Centrale d’Arte Applicata come studente del noto artista Sui Jianguo, suo mentore agli inizi della carriera. Fin dalla sua prima personale a Pechino nel 1998, il lavoro di Liu Bolin ha ricevuto numerosissimi riconoscimenti internazionali: tra gli altri eventi, le sue foto e le sculture tipiche della sua produzione sono state esposte nel più importante festival di fotografia
Qui sopra: Liu Bolin - The Hope - 2015 - Courtesy: Boxart, Verona In alto: Liu Bolin - Mobile Phone - 2012 - Courtesy: Boxart, Verona A destra: Liu Bolin - Migrants - 2015 - Courtesy: Boxart, Verona
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contemporanea, “Les Recontres d’Arles”. Inoltre ha tenuto mostre personali alla Dashanzi Art Zone di Pechino (2007), alla Galleria Bertin-Toublanc di Parigi (2007), da Eli Klein Fine Art a New York (2008) e alla Galleria Boxart di Verona (2008/2010). Il MUDEC di Milano, dal 15 maggio scorso, sta accogliendo nei suoi spazi cinquanta delle opere di Liu, tutte realizzate a Pechino, New York, Londra ed in Italia (tra cui due scatti inediti realizzati alla Galleria Borghese di Roma ed al Castello Sforzesco di Milano), che saranno in esposizione fino al 15 settembre prossimo. “Visible Invisible” è promossa dal Comune di Milano-Cultura, MUDEC, e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, in collaborazione con BOXART Gallery, con la cura di Beatrice Benedetti. Possiamo dividere le immagini di Liu Bolin in “serie” sulla base del tema affrontato o del A destra: Liu Bolin - Soft Drinks - 2013 - Courtesy: Boxart, Verona
“
Il tempo, i luoghi e le contraddizioni in cui viviamo possono determinare le nostre identità: sta a ciascuno di noi accettare la sfida e divenire la persona che intende essere. Come artista, esprimo il mio pensiero attraverso le azioni performative e la fotografia; assolvo il mio dovere intellettuale e morale attingendo dalla società contemporanea per creare immagini.
”
Liu Bolin
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luogo oggetto dell’attenzione artistica del performer. In esposizione a Milano troviamo anche le fotografie del ciclo Shelves: di fronte a lunghe distese di scaffali di supermercati, Liu Bolin scompare tra scatolame e verdure, evocando un’immagine forte, ossessiva e totale, come lo è il nostro bisogno consumistico in cui prodotto e consumatore finiscono per incontrarsi, identificarsi e allo stesso tempo annullarsi. Il lavoro di Liu Bolin ha diverse sfaccettature, dietro quel semplice scatto fotografico, c’è lo studio, l’installazione, la pittura, la performance dell’artista: un processo di realizzazione che dura anche giorni, a dimostrazione di come un’immagine fotografica artistica non sia mai frutto di un caso, ma la sintesi di un processo creativo e con una buona dose di complessità, che rivela la coscienza dell’artista e la sua intima conoscenza della realtà in tutte le sue sfaccettature. In mostra è presente anche il ciclo Migrants, un tema importantissimo e fortemente attuale in cui ha coinvolto altri performers ovvero dei rifugiati ospiti di alcuni centri d’accoglienza in Sicilia: in questo caso, l’identificazione con lo sfondo lascia il posto alla spersonalizzazione dell’io e
Qui sopra: Liu Bolin - Duomo di Milano - 2010 - Courtesy: Boxart, Verona In basso: Liu Bolin - Colosseo n° 2 - 2017 - Courtesy: Boxart, Verona
di un popolo, che non ha più un volto, se non quello della disperazione umana e della denuncia sociale. Una mostra piena di energia che coinvolge lo spettatore in un gioco di ricerca tra il visibile e l l’invisibile. s
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LIU BOLIN. Visible Invisibe
LIU BOLIN. Visible Invisible MUDEC – Museo delle Culture, Milano May 15 – September 15, 2019
15 maggio - 15 settembre 2019 MUDEC – Museo delle Culture, Milano
M
UDEC PHOTO hosts the second photographic exhibition since its opening (December 2018 with Steve McCurry Animals) and has entrusted Liu Bolin with the task of recounting his art in person, with a performance, one month before the opening of the exhibition, expressly created for the MUDEC which has, as a background, the iconic pieces of its permanent collection, and especially with a “Visible Invisible” exhibition, open to the public from the 15th May to the 15th September. The photograph taken inside the MUDEC will be present at the exhibition as one of the unpublished shots. “Visible Invisible” is an exhibition specially designed for the exhibition spaces of the MUDEC, promoted by the Municipality of Milano-Cultura [Office for the Promotion of Culture of Milan], MUDEC and produced by 24 ORE Cultura-gruppo 24 ORE, in collaboration with the Boxart Gallery, curated by Beatrice Benedetti. On display about fifty works by the artist, among which a new shot of the Pietà Rondanini taken at the Castello Sforzesco of Milan and the photograph of the Caravaggio Hall - never exhibited before - realized in 2019 at the Galleria Borghese of Rome, in addition to the shot taken at the MUDEC among the artifacts of the museum’s permanent collection. Through his works Liu Bolin attempts to dissect the contradictions of the contemporary man and to examine in depth the relationship between the civilization created by man and man himself. The first impulse transferred to Liu Bolin’s photographs, which we can divide into “series” on the basis of the topic treated or of the place which is the object of the performer’s artistic attention, was his rebellion against the authorities, that in 2005 were demolishing his workshop in the Suojia Arts Camp to make space to progress and to the approaching novelties, destroying, however, all the world behind the artist, and therefore also the tradition and identity of a people. This gave birth to the Hiding in the city series, displayed at the exhibition. Liu Bolin continues the search on his life and on the points in common with the lives of the others, the social issues that contain the places he visited and the impact of his own artistic message on society. To identify therefore the right space becomes of fundamental importance to communicate his message. It is the case of the Hiding in the rest of the world series, and especially Hiding in Italy (2008-2019) where, added to the importance of the place, is his attention to the comparison between the vision of the Eastern culture and the Western one, where, to the artist, China and Italy respectively represent the two cradles of Asian and European culture, combined with his particular love and respect for the “Bel Paese” (Italy) and for the attention given in general by the West to the preservation of culture. Included among the most famous photographs, are those of the Migrants cycle - a topic which is particularly dear to the MUDEC - where Liu Bolin has involved other performers, and that is refugees who are the guests of a few migrant accommodation centres in Sicily. In this case, the identification with the background is replaced by the depersonalization of the ego and of a people, which no longer have a face except the one of human desperation and of social protest.s
INFO T. +39 02.54917 Lunedì 14.30 - 19.30 Dal martedì alla domenica 09.30 - 19.30 Giovedì e sabato 09.30 - 22.30 Giovedì 15 agosto 09.30 - 22.30 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.mudec.it
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[1]: Liu Bolin in visita alla mostra. Ph. @PaoloPocefoto [2]: Una vista del percorso espositivo della mostra. Ph. @PaoloPocefoto [3]: Liu Bolin - Italy Magazine - 2012 - Courtesy: Boxart, Verona
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La fotografia di Nobuyoshi Araki I suoi primi 50 anni di attività di
Flavio Ennante
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iena celebra il grande fotografo giapponese Nobuyoshi Araki con una selezione di 2.200 immagini che percorrono oltre 50 anni di carriera: “Effetto Araki”. È stato scelto il complesso museale di Santa Maria della Scala per ospitare l’esposizione, a cura di Filippo Maggia, che raccoglie opere ap-
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partenenti a oltre venti serie prodotte da Araki. Infatti il fotografo ha voluto celebrare gli oltre 50 anni di attività ripercorrendo il lungo percorso artistico per offrire un panorama completo sulla sua produzione. Non solo bondage dunque, ma studi e ricerche molto più complessi ed articolati. Una rassegna che non solo lo celebra, ma porta per la pri-
ma volta in Italia serie come “Satchin and his brother Mabo”, “Sentimental night in Kyoto”, “Spring Snow” e “Tokyo Autumn”, senza contare quelle che sono addirittura inedite in Europa come “Anniversary of Hokusai’s Death” e “Gloves”. Imperdibile la raccolta “Araki’s BalconyofLove_5 © Nobuyoshi Araki
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Sotto: Subway_love_32-1 © Nobuyoshi Araki
Paradise”, appositamente realizzata per l’evento senese, composta da fotografie che Araki scatta utilizzando la sua casa come un palcoscenico. Lungo il percorso espositivo troviamo il racconto degli anni sessanta dedicato a due ragazzini vicini di casa di Araki; fotografie scattate nella metropolitana di Tokyo a cavallo degli anni settanta; ritratti classici di eleganti donne e uomini giapponesi e le composizioni intitolate “Araki’s Lovers” degli anni ottanta e novanta. Naturalmente non manca una raffinata selezione di bondage e troviamo anche il viaggio di nozze con la moglie Yoko: le 108 fotografie in bianco e nero formano “Sentimental Journey”. Con le composizioni floreali, a celebrare la bellezza e la caducità della vita, viene presentata anche la serie “Balcony of Love”, fotografie organizzate sulla terrazza di casa animate dalla presenza del gatto Ciro, insostituibile compagno di vita del fotografo giapponese. A completare la mostra, un’intervista realizzata a Tokyo nello scorso mese di marzo ed un completo catalogo edito da Skira. Una rassegna imperdibile per poter ammirare cinquant’anni di vita di l Araki, con tutte le sue sfaccettature. s
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MARIA CAVAGGIONI
A’sLovers © Nobuyoshi Araki
EFFETTO ARAKI
21 giugno - 30 settembre 2019 Santa Maria della Scala, Siena INFO T. +39 0577 286300 Da lunedì a domenica 10.00 - 19.00 Giovedì 10.00 - 22.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.santamariadellascala.com
Ed è già mattina 2019, olio su tela, 60x90 cm. Eleganti figure femminili, dai colori elegiaci e cangianti descrivono la lirica essenza dell’arte pittorica di Maria Cavaggioni. Lontana dalla consueta mimesi figurativa le sinuose silhouette vivono in una dimensione sottesa ai confini della realtà. La sensibilità erotica delle donne di Maria Cavaggioni ha una componente primigenia nel tratto, cosi immediato e spontaneo, ma nel medesimo istante, cosi profondo ed essenziale. Soavi corpi femminili dialogano in perfetta armonia con lo spazio generando un’inedita essenza vitale per divenire delicatissimo strumento d’indagine psicologica. Frammenti di vita femminile, brevi attimi, attese, creano una filmica sequenza temporale di stati d’animo dall’aspetto inquieto e intrigante. Poetessa del colore e dell’essenza, l’artista trova negli sguardi, languidi e malinconici, un universo sensibile sospeso tra una trasognata aurora e una iridescente luminescenza dell’infinito. Morbide sinuosità tonali aleggiano nell’aria come delicati petali di fiori, silenti sogni appena evocati ascoltano la rugiada che accarezza lo strato limite del tempo e si dirama nell’atmosfera creando una pura immagine trasfigurata. Le figure femminili di Maria Cavaggioni, dalla bellezza fugace ed eterea, superano l’effimero vivere delle cose terrene per divenire creature inafferrabili, dee oltre l’inconscio al di là del tempo. (Prof.Gianluigi Guarneri)
maria.cavaggioni@gmail.com maria.cavaggioni Maria Cavaggioni
SIDRAH HAKIM
S. Hakim - Fallen Angel - 2016, olio su tela, 61x76 cm.
There is constant battle in the mind between good and evil, it all boils down to making a choice.
sidrahhakim@gmail.com
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Guy Muller
Sensualità e leggerezza di
Ettore Tiretto
I
l suo stile elegante ci seduce, la sua precisione e la sua tecnica ci stupiscono, il suo tocco di sensualità e leggerezza ci divertono. Ama lavorare con l’arredo urbano e le modelle. Guy Muller, fotografo svizzero, seleziona le sue immagini dal profondo della sua sensibilità, della sua esperienza e dei suoi viaggi in Africa e Siberia, insieme al suo amore per l’estetica e la sua passione per le persone. Nella precedente edizione del MAG - Montreux Art Gallery, Guy è stato premiato da BIANCOSCURO Art Magazine per l’originalità del suo lavoro e per la sua nitidezza, la vivacità e originalità. Ricordiamo che la prossima edizione della MAG - Montreux Art Gallery, situata nel cuore della Riviera svizzera, si terrà tra il 6 e il 10 novembre. Guy Muller ama la Design Art: ha una predilezione per il rosso, un leggero feticismo per le scarpe, e gli viene l’idea di mettere tutto insieme in scena accanto a un peperone preso al mercato. Le interviste con le modelle, mai viste prima, si sono svolte online dopo aver inserito una pubblicità: “Il frutto del matrimonio, il frutto e la sensibilità del momento”. Guy Muller ha esposto in diverse gallerie prestigiose, tra cui: Galeries du Cinema, FNAC, Art Emotion, Fondazione ABPi di Losanna ed il MAG - Monl treux Art Gallery. s
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H
is sleek style seduces us, while his precision and his technique amaze us and his bit of sensuality and lightness amuse us. He loves to work with the play of street furniture and his models. Guy Muller, swiss photographer, selects his images from the depths of his sensitivity, his experience and his travels in Africa and Siberia, along with his love for aesthetics and his passion for people. On the previous edition of MAG - Montreux Art Gallery, Guy was awarded by BIANCOSCURO Art Magazine for the originality of his work, and for its crispness, vibrancy and originality. We remember that next edition of MAG - Montreux Art Gallery, located in the heart of the Swiss Riviera, will be in november 6-10. Guy Muller loves Design Art above, has a fondness for red, a slight fetish for shoes, and it’s all staged alongside a pepper picked up at the market. His interviews with his models, whom he had never met, were held on the internet after placing an advertisement: “The fruit of the marriage, the fruit and the sensibility of the moment”. Guy Muller has exhibited at several prestigious galleries, among which: Galeries du Cinema, FNAC, Art Emotion, ABPi Foundation in Lausanne and the l MAG - Montreux Art Gallery. s
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Street ArT Street ArT
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er” 2019 Leonardo è il tema dello “Street Pldiay Leonardo da Vinci arsa di Leo 5 km di muro per i 500 anni dalla scomp a Milano la jam più grande d’Italia! di Flavio Ennante
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Milano, oltre 350 Street Artist e Graffiti Writer per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci. Artisti provenienti da tutto il mondo, per realizzare 5 km di arte sui muri dell’Ippodromo. Location di questo evento internazionale è stata infatti l’esterno del muro di cinta dell’Ippodromo Snai San Siro, realizzato nel 1920, è uno dei più prestigiosi al mondo e l’unico dichiarato “monumento di interesse nazionale”. Gioiello dello stile Liberty italiano, è dotato di immensi spazi verdi: una vera e propria “oasi” a pochi minuti dal centro storico di Milano. Davanti alla tribuna secondaria dell’Ippodromo è ubicata una delle statue equestri più grande al mondo, il Cavallo di Leonardo, realizzata dalla scultrice statunitense Nina Akamu che per il suo lavoro si è ispirata ai disegni originali di Leonardo da Vinci, tema di Street Players 2019. Lo stile Liberty unito all’arte contemporanea e al genio di Leonardo. L’evento realizzato da Stradedarts Urban Gallery, in collabo-
razione con Ippodromo Snai San Siro, ha dato vita alla più grande jam mai organizzata prima in Italia, caratteristica di rilievo di quest’evento è l’inclusività che permette di porre a confronto e far collaborare artisti più giovani con artisti più esperti, tutti uniti e all’opera su ben 5.000 metri di muro. Stradedarts Urban Gallery, collabora con i migliori graffiti writer e street artist italiani che, lavorando sui muri metropolitani, sono riusciti a emergere nel mondo dell’arte creando un vero e proprio riferimento culturale e artistico. Arte che rappresenta il linguaggio creativo più innovativo e una delle correnti artistiche più alternative, universali e vicine al mondo dei giovani. L’obiettivo dell’organizzazione è quello di portare all’attenzione del grande pubblico tutti quei talenti che, artisticamente nati per strada, sono diventati affermati esponenti della cultura urbana in Italia e all’estero, ofl frendo loro nuove occasioni di visibilità.s
BIANCOSCURO SteReal
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biancoscuro INFO STREET PLAYERS 2019 a cura di Stradedarts Urban Gallery 5-7 luglio 2019 - MILANO www.stradedarts.it
Foto ufficiali by Cosimo “Griso” Alfarano https://flic.kr/s/aHsmF3FYp8 Tawa
Neon
Cheris
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Da sinistra Capo, Secse e KayOne
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Ghen
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EMILIO MARRAZZO Studio in Via Rena Rossa - Mesoraca
E.Marrazzo - Senza titolo - olio su tela, 190x250 cm.
Emilio Marrazzo opere emilmarrazzo78@gmail.com - www.emilmarrazzo78.wixsite.com
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Art Shop Viale Indipendenza 26 27100 Pavia
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BRA35-2019
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