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Giorgio Laveri

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Getulio Alviani

Getulio Alviani

Doppio appuntamento a Varese: “Volver” e “#hashtag #sei”

di Vincenzo chetta

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Giorgio Laveri “Truka”, 2021, ceramica smaltata con interventi a III fuoco in oro zecchino, 23,5 cm.

Inaugurazione fissata per domenica 11 aprile 2021 (decreti permettendo) presso la galleria Punto sull’Arte per la mostra “Volver”, personale di Giorgio Laveri, artista savonese, oltre che regista teatrale e cinematografico. La mostra, a cura di Alessandra Redaelli, sarà affiancata dalla presentazione del progetto “#hashtag #sei” a cura di David Melis. In concomitanza con il vernissage, una sala della galleria si trasformerà in un set fotografico. Le gigantesche polaroid di Laveri saranno finalmente esposte anche a Varese, dopo essere state presentate in anteprima mondiale nel 2020 nello spazio museale Usina del Arte di Buenos Aires, e successivamente a Vence in Francia, a Borgio Verezzi, a Albissola Marina e a Reggio Emilia. I visitatori saranno ritratti dall’artista con l’uso di una macchina fotografica Polaroid originale e tutti gli

scatti saranno inseriti all’interno di un catalogo che racchiude i diversi mo-

menti espositivi. Un’occasione unica per incontrare l’artista, approfondire la sua

Giorgio Laveri “Una tira l’altra”, 2021, ceramica smaltata, 62 cm. Giorgio Laveri “Gustavo”, 2018, ceramica smaltata con interventi a III fuoco in decalcomania e platino, 34x24x17,5 cm.

ricerca e prendendo attivamente parte

ad un progetto inedito. Tornando alla mostra personale, sarà presentato il meglio della sua recente produzione al periodo: “#Hashtag” progetto che nasce da una riflessione personale dell’artista sulla Polaroid con il cambiamento epocale che portò questo oggetto, capace di scattare foto e svilupparle istantaneamente, il “Truka” eleganti stick di rossetto, “Una tira l’altra” le iconiche rosse ciliegie, “Stylò” eleganti penne stilografiche, “Molliwood” geniali mollette che tenevano sospese ad asciugare le foto scattate dal fotografo di scena e sviluppate sul posto (teatro di scena), infine “Gustavo” (che prende il nome dalla linea Gustav) il carro armato giocattolo, un’opera dedicata a tutte le persone che hanno perso la vita nella battaglia di Montecas-

Giorgio Laveri “Mollywood”, 2020, ceramica smaltata, 36,5x6x7 cm.

sino nel 1944. Opere dai colori smaltati e dalla lucentezza della ceramica impreziosita da interventi al terzo fuoco anche in oro zecchino, che

ribaltano la consuetudine in cortocircuiti percettivi che incantano nell’estre-

ma piacevolezza estetica. Un’operazione che pur partendo da suggestioni pop ne supera la portata in un gioco squisitamente concettuale. Osservando le opere di Laveri una domanda nasce spontanea: per-

ché ingigantire in ceramica gli oggetti?

la risposta si trova nelle parole dell’artista che racconta il suo esordio da ceramista: “Negli anni ‘70 facevo cinema, poi mi trovai ad Albissola Marina e capii che in quel luogo non si poteva fare cinema. All’epoca, lo potevi fare solo a Roma, ad Albisola si faceva solo ceramica. E allora mi attivai! Se avessi voluto continuare a fare cinema, avrei dovuto farlo con la ceramica. Come? Ingigantendo le cose, facendo diventare quelli che sono diventati poi i miei personaggi ceramici, i divi dei grandi film. ” “Volver” sarà storicizzata con catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, il testo della curatrice Alessandra Redaelli e il progetto #hashtag curato da David Melis, realizzato da Punto sull’arte. L’Artista sarà presente in Galleria in occasione del vernissage, in totale sicurezza e nel rispetto delle normative. s l

VOLVER Giorgio Laveri

11 aprile - 8 maggio 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) PUNTO SULL’ARTE, Varese

INFO T. +39 0332 320990 info@puntosullarte.it

Da martedì a sabato 10.00/13.00 - 15.00/19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.puntosullarte.com

Giorgio Laveri “#hashtag”, 2020, ceramica smaltata con interventi a III fuoco in decalcomania, 30x40x27 cm.

GABRIELE MARCHESI

Tommy Malekoff

The Geography of Nowhere

di rebecca Maniti

Negli ultimi anni, Tommy Malekoff, ha

attraversato gli Stati Uniti una decina

di volte. Piano piano ha iniziato a notare come anche i più anonimi edifici si trasformassero in oasi per il viaggiatore. Ispirato quindi dalla struttura architettonica dei centri commerciali americani e dall’esperienza di viaggio on the road, l’artista ha gettato le basi per la mostra “The Geography of Nowhere”, che è anche la sua prima personale in Italia, a Milano, nelle sale della galleria ZERO… . Un esempio su tutti: quello che non era altro che un benzinaio, appariva nella notte come un faro luminoso. Questi luoghi soddisfano bisogni elementari, la sera, questi luoghi, persistono illuminati e da lontano sembrano ultraterreni con i loro fasci di luce che fungono da guida.

L’artista ha iniziato a immaginare i minimar-

ket come se fossero chiese e i fast food, teatri. Ha pensato anche all’effetto che la luce artificiale ha sulle falene e a come certe strutture esercitino lo stesso effetto sulle persone dopo il crepuscolo. Incappando in queste immagini, Tommy Malekoff ha evocato il vivido ricordo adolescenziale di uno specifico edificio: un fast food della ca-

tena Hardee’s, venduto e trasformato in uno

strip club di nome Southside Johnny’s. I tavoli di un arancio brillante, in cui si sedeva con la famiglia a mangiare hamburger, sono stati tramutati in una tana senza finestre da cui mistero e peccato si propagavano. Immaginava la vecchia vetrina del servizio drive-thru ancora in funzione, come una sorta di portale su un mondo proibito. A maggio ha guidato fino al Southside Johnny’s, superando un centro commerciale ha notato l’inconfondibile struttura trapezoidale dei tetti di un Pizza Hut, ma senza insegna: era stato convertito in un fioraio. Questa coincidenza lo ha spinto a riflettere sul surplus di edifici di questo genere e sulle potenziali seconde vite delle loro strutture, così uniche per quanto diffuse. Forse c’era davvero la possibilità che,

da qualche parte, un vecchio KFC ospitasse

realmente un luogo di culto? Ha cominciato a realizzare piccole sculture architettoniche basate su di esse, cercando di affidarsi, per quanto possibile, all’istinto, al ricordo e all’immaginazione. Mentre costruiva Roadsite II, si è reso conto che creare queste sculture

non era altro che una forma di riappropria-

zione, un tentativo di possedere e conservare un tipo di architettura dotato di un suo specifico folklore, monumenti destinati a reincarnarsi, o ad essere totalmente rasi al suolo. s l

Tommy Malekoff - Roadsite IV, 2020, foamcore, cardboard, thin wood, plexiglass, light cords, 18x25x48 cm. Courtesy of the artist and ZERO... Ph. Roberto Marossi

Francesco Casolari

casolari.francesco@gmail.com

frengo_casolari

www.francescocasolari.com

Miami 3000 2019, acquaforte 80x80 cm.

Tommy Malekoff “Desire Lines”, 2019, two channel digital video, sound Courtesy of the artist and ZERO... Ph. Roberto Marossi

Rappresentazione futuristica di Miami. Una città del futuro con astronavi in stile iperfigurativo ed assonometrico.

Poelmans e Stojanović

Doppia personale da Andrea Festa Fine Art

di ettore tiretto

Fino al 21 aprile (dpcm permettendo) la galleria Andrea Festa Fine Art ospita una doppia personale curata da Domenico de Chirico: “The Hidden History” (prima personale in Italia di Tom Poelmans, artista belga) e “Mourning the Red Cactus” (mostra di Danilo Stojanović, anch’esso alla prima personale in Italia). Fortunatamente inaugurate (sempre in sicurezza naturalmente) prima della nuova “zona rossa”, l’evento ha visto partecipi anche i due talentuosi artisti. Il lavoro di Poelmans (formato alla Royal Academy of Fine Arts ad Anversa, dove attualmente vive e lavora) mostra una eterogeneità eccezionale e intricata, caratterizzata sia da composizioni precise sia da pennellate sicure e materiche, coprendo ogni centimetro delle superfici utilizzate. Per quanto riguarda Stojanović (croato di nascita, formatosi a Venezia, città nella quale oggi vive e lavora), la sua ricerca è sicuramente influenzata dall’esperienza liminale del doppio, che permea l’esistenza e soprattutto la coscienza nei suoi aspetti più reconditi: la materia dipinta acquista una grande complessi-

tà relazionale tra gli elementi in sce-

na, che appaiono nella loro fluidità così come la realtà appare alla coscienza.

Due artisti profondi in un evento cu-

rato e interessante, dai mille volti. s l

Danilo Stojanovic - Last Days of the Red Cactus 2020, olio e acrilico su tela, 100x140 cm.

A sinistra: Tom Poelmans - The Gathering 2021, olio su tela, 50x40 cm.

Maestro Giuseppe Grieco “editordreaMs”

Leonor Fini

La mostra multisensoriale a Trieste

di FLaVio ennante

Le porcellane Coll. privata, Trieste © Marianna Accerboni

All’interno del ciclo di manifestazioni dedicato ai personaggi internazionali della cultura triestina del ‘900, il 15 maggio si inaugurerà, a Trieste, al Polo museale del Magazzino 26 in Porto Vecchio, la mostra multi-

mediale di pittura, luce, musica

e percezione olfattiva dedicata a Leonor Fini, pittrice surrealista, ma anche costumista, scenografa, incisore, illustratrice e scrittrice di fama internazionale. Intitolata “Leonor Fini. Memorie triestine”, ideata e curata sul piano critico da Marianna Accerboni, la rassegna è promossa dall’Associazione Foemina APS in coorganizzazione con il Comune di Trieste e in collaborazione con la Biblioteca Statale Isontina di Gorizia e la Media partnership del quotidiano Il Piccolo/GEDI Gruppo Editoriale. Grazie a una ricca sequenza di elementi inediti e rari (disegni, dipinti, acquerelli, incisioni di Leonor, documenti, libri, affiches, lettere, una sezione filmografica curata dal regista belga Yves Warson, video interviste, abiti appartenuti all’artista ed un approfondimento sul piano letterario e grafologico della sua personalità), l’esposizione rivela, oltre al risvolto più intimo e privato della Fini, anche un approfondimento sul

clima culturale della Trieste del

Novecento. Da non perdere il video con le interviste della curatrice sulla Fini a Gillo Dorfles e

a Daisy Nathan (sorella del pittore triestino Arturo Nathan), e la sezione dedicata alle porcellane decorate da Leonor, finora mai citate nelle numerose pubblicazioni dedicate all’artista. L’inaugura-

LEONOR FINI MEMORIE TRIESTINE

15 maggio · 18 luglio 2021 (Verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Polo museale del Magazzino 26, Trieste

INFO T. +39 040 304885

Venerdì, sabato, domenica e festivi 11.00 - 22.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito museodelmaretrieste.it

Leonor Fini - Parigi anni ‘50 Coll. privata, Trieste © Marianna Accerboni

zione prevede una performance

multimediale di luce e musica,

oltre che olfattiva, inoltre verrà realizzato un profumo dedicato alla pittrice, intitolato “La luce di Leonor”, in riferimento agli

intensi contrasti di luce presenti

nella sua pittura: la bottiglietta contenitrice sarà perciò luminescente e l’essenza verrà diffusa in mostra, rappresentandone la “colonna olfattiva”. s l

LIDIA ASENOVA BOYANOVA

ROBERTO BELLUCCI

www.artebellucciroberto.com

SOFFIO - 2021, OLIO SU TELA, 120X60 CM.

SFERA - 2021, OLIO SU TELA, 120X60 CM.

Il respiro della natura

La sezione dedicata al contemporaneo alla GAM di Verona

di rebecca Maniti

La mostra “Contemporaneo non stop. Il respiro della natura”, in esposizione fino al 30 settembre 2021, dà il via agli eventi artistici della nuova sezione alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti. La rassegna è fruibile anche in versione digitale nel sito e nei social dei Musei Civici di Verona, anche per promuovere una nuova modalità di

CONTEMPORANEO NON STOP Il respiro della natura

15 dicembre 2020 - 30 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, Verona

INFO T. +39 045 8001903 gam.comune.verona.it

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito gam.comune.verona.it

valorizzazione ed utilizzo del patrimonio artistico pubblico. “Continuiamo a lavorare per sviluppare il circuito dell’arte dei Musei Civici – sottolinea il Direttore Francesca Rossi – per offrire al pubblico, quando sarà di nuovo il tempo delle aperture, una proposta ampia e diversificata. Un impegno che non si è mai fermato e che continua nonostante le difficoltà del momento. L’apertura all’interno della GAM di uno spazio dedicato al Contemporaneo è una delle importanti testimonianze che ben rappresentano l’impegno profuso fino ad oggi dall’Amministrazione per accrescere la scelta artistica dei Musei di Verona. Un circuito dell’Arte a cui si collegano tutti i principali protagonisti della città”. La

A destra: Davide Coltro - Arborescenze, 2015 flusso iconico trasmesso a quadro mediale

Sotto: Vittorio Corsini - Dai su fammi un sorriso 2020, tubi al neon, grata in acciaio, 50x100 cm. Prato, Galleria Farsetti

mostra in corso intende sviluppare una riflessione intorno al tema della natura, soggetto da sempre indagato dagli artisti, ma che oggi assume un significato più rilevante. Presenti le opere di Fabrizio Plessi, Davide Coltro, Gohar Dashti, Enzo Fiore, Guerresi Maimouna, Sara Rossi oltre ai maestri Pino Castagna, Alik Cavaliere e Eugenio Degani. s l

Loredana BOLDINI

www.loredanaboldini.it

loredana@loredanaboldini.it l_bold28graphic l_bold28

Laura Marra

Profumo d’estate

2021 acrilico su tela 20x20 cm.

Natura morta con verdure su tagliere

2020 acrilico su tela 30x20 cm.

Arte per corrispondenza

Il nuovo progetto del MAMbo

di ettore tiretto

Mentre permane una situazione di incertezza destabilizzante dovuta all’andamento mutevole della pandemia da Covid-19, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna prosegue la sperimentazione di nuove modalità di relazione, e lo fa con il progetto “Dear you”, a cura di Caterina Molteni, con l’identità visiva di Mattia Pajè Per il museo è un ulteriore modo di accrescere le interazioni con il pubblico, dandogli e dandosi la possibilità di creare un rapporto tangibile con le opere, che sebbene non avvenga nello spazio espositivo non rinuncia a una fisicità non mediata dal digitale. Si tratta infatti di una nuova modalità di interazione con il pubblico, che avviene tramite corrispondenza. Sono sei gli interventi di artiste e artisti internazionali: Hamja Ahsan (Londra, 1981), Giulia Crispiani (Ancona, 1986), Dora García (Valladolid, 1965), Allison Grimaldi Donahue (Middletown, 1984), David Horvitz (Los Angeles, 1982) e Ingo Niermann (Biefeled, 1969). Tutti con esperienze, proveniente, vite diverse, ma accomunati da una pratica fortemente legata alla poesia, alla scrittura ed alla performance. ll MAMbo ha invitato il suo pubblico a partecipare e diventare lo “you” destinatario di questa corrispondenza artistica. Ad ogni iscritto verranno spedite sei lettere, una per artista coinvolto, ed ogni busta conterrà un’opera in forma di lettera ed un testo di accompagnamento sul progetto. Considerando le attuali condizioni di semi-isolamento a cui la popolazione mondiale è costretta, il progetto si sofferma sull’in-

timità non solo come sofferta solitudine, ma come luogo di una possibile e vitale autode-

terminazione. s l

DEAR YOU

marzo - maggio 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Bologna

INFO T. +39 051 6496611 info@mambo-bologna.org

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.mambo-bologna.org

Alexa Karolinski e Ingo Niermann - Oceano de amor 2019, video still, HD video a colori, sonoro, 95 minuti

Hamja Ahsan - Shy Radicals 2020, video still. Ridley Scott Associates

Giulia Crispiani - Ossesso, 2020 Veduta della performance presso Il Colorificio, Milano Courtesy l’artista e Il Colorificio. Ph.Claudio Giordano

Dora García - EXILE, 2014 – in corso Veduta di allestimento dell’installazione presso Witte de With Art Center (ora Melly Art Center), Rotterdam. Ph. Dora García

Nairy Baghramian a Milano

La prima personale alla GAM

di rebecca Maniti

Dal 26 maggio al 26 settembre 2021, Fondazione Furla e GAM presentano “Misfits”, la prima mostra personale di Nairy Baghramian in un’istituzione italiana, a cura di Bruna Roccasalva. Nairy è nata nel 1971 a Isfahan, in Iran. Nel 1984 si è trasferita a Berlino, dove attualmente vive e lavora. Il progetto dell’artista, risultato di una partnership tra Fondazione Furla e GAM - Galleria d’Arte Moderna, Milano, con il generoso contributo della Fondazione Henraux, è concepito appositamente per gli spazi della GAM, ed esplora alcuni dei temi cardine della ricerca dell’artista, dal suo interesse nell’attraversare e ridefinire il confine tra interno ed esterno, al rapporto tra l’oggetto estetico ed il suo contesto istituzionale. Per questo progetto, l’artista è partita dallo specifico contesto urbano della GAM, ovvero un giardino aperto agli adulti solo se accompagnati da bambini. Ha utilizzato come materiale il tradizionale marmo per la prima volta, per creare

una serie di sculture di grandi dimensioni, formalmente concepite per abitare sia gli

spazi interni che quelli esterni del museo, che combinano una riflessione sul gioco come strumento educativo. Le parti smontate di queste sculture richiamano la struttura di alcuni giochi e diventano il punto di partenza per considerare come delusione, disadattamento, inade-

guatezza e il fallimento potrebbe non essere

solo esperienze temporanee nella formazione dell’individuo, ma raison d’être indipendente. s l

FURLA SERIES #03 NAIRY BAGHRAMIAN. MISFITS

GAM - Galleria d’Arte Moderna, Milan May 26 - September 26, 2021

Fondazione Furla and GAM - Galleria d’Arte Moderna, Milan, are pleased to announce Misfits, a Nairy Baghramian exhibition curated by Bruna Roccasalva. The artist’s first solo exhibition in an Italian institution, Misfits is a project conceived specifically for the GAM spaces. It explores some of the pivotal themes of the artist’s research, from her interest in crossing and redefining the border between interior and exterior to the relationship between the aesthetic object and its institutional context. Nairy Baghramian has been pushing the limits of sculptural language for two decades. In her rigorous formal and conceptual research, she investigates the relationship between architecture, object and the human body, highlighting the political potential of sculptural forms and the importance of the physicality of the work. Thus, through its specific formal, material and expository hallmarks, the work manages to embody ideas and theoretical assumptions. Baghramian firmly believes that a work of art, despite its considerable autonomy, is always inextricably linked to the time, place and socio-political context in which it appears. Accordingly, for the Misfits project, she began with the specific urban setting of the GAM, that is, a garden open to adults only when accompanied by children. The artist hasused the traditional material marble for the first time to create a series of large-scale sculptures, formally conceived to inhabit both the interior and exterior spaces of the museum. They combine a reflection on play as an educational tool with her interest in intervening in the physical and conceptual spaces that mark a boundary. The disassembled parts of these sculptures recall the structure typical of certain objects used in play and become the starting point for considering how disappointment, maladjustment, inadequacy and failure could not only be temporary experiences in the formation of the individual but assert their independent raison d’ètre even as formal manifestations. s l

Nairy Baghramian- Jumbled Alphabet, 2021 Courtesy the artist and Marian Goodman Gallery, and Kurimanzutto. © Ph. Nick Ash

“My research is to make the relation between the human being and the impalpable dimension which generates chaos clear in a wonderful asymmetrical balance”

MARK CATTANEO

Serie Grigi C66 - C12

oxidation, corrosion on metal with acids and interventions acrylic on canvas 40x40 cm.

Alfredo Pirri

Passi

di FLaVio ennante

Ottocento metri quadrati ricoperti di specchi calpestabili, una

nuova, temporanea pavimentazione per la Sala Ipostila del Castel-

lo Maniace, dove si moltiplicheranno le immagini delle volte a crociera, delle colonne in pietra luminosa, della sobria architettura normanna. “Passi”, la coinvolgente installazione itinerante di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957), giunge per la prima volta in Sicilia, operando una trasformazione di un monumento millenario, grazie alla forza concettuale dell’arte contemporanea. Si tratta della più grande edizione dell’opera realizzata fin qui in uno spazio chiuso, seconda solo a quella a cielo aperto pensata per il Foro di Cesare. Da un’idea di Helga Marsala, l’approdo di Passi al Castello Maniace si è reso possibile grazie ad ADITUS in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni

Alfredo Pirri - Passi - Foro di Cesare, Roma 2007 Ph. Daniela Pellegrini

culturali e ambientali di Siracusa. Passi è il titolo di una serie di installazioni avviata nel 2003 da Alfredo Pirri, con un fortunato intervento all’interno della Certosa di San Lorenzo a Padula (Salerno), a cura di Achille Bonito Oliva. Da quel momento il progetto è stato accolto in diverse sedi storiche, in Italia e all’estero. L’installazione al Castello Maniace di Siracusa rimarrà visibile sino al 30 settembre 2021.s l

Lorenzo ragno Celli

Alessandro Pessoli

City of God

di ettore tiretto

City of God, la mostra personale dedicata all’artista Alessandro Pessoli (Cervia, 1963) è organizzata da Alchemilla (Bologna), greengrassi (Londra) e ZERO… (Milano), inaugurerà venerdì 23 aprile 2021(decreti permettendo), all’interno di Palazzo Vizzani a Bologna. La curatela è di Fulvio Chimento. Alessandro Pessoli è considerato attualmente uno dei più stimati artisti italiani di livello internazionale: diplomato all’Accademia di Bologna, dal 2010 vive e lavora a Los Angeles. La mostra “City of God” attinge alla produzione recente di Alessandro Pessoli, oltre a presentare opere realizzate appositamente per l’appuntamento bolognese. Di recente realizzazione sono le opere in terracotta, tecnica che caratterizza il lavoro di Pessoli negli ultimi quindici anni, punto di raccordo ideale fra le sculture e i disegni in mostra. Alla produzione recente fanno riferimento anche i dipinti, in cui la complessità iconografica

della pittura italiana, aggiornata alla luce delle correnti “internazionali”, viene risol-

ta con una vivace immediatezza di soluzioni compositive. Le opere realizzate appositamente per l’evento sono due gruppi di disegni su carta a tecnica mista, intitolati Set your body free e The border. Nei disegni emerge l’attitudine dell’artista a procedere attraverso un originale rimescolamento di codici figurativi, con la conseguenza di attrarre e di “magnetizzare” il presente, arricchendo la superficie dei lavori di

mezzi rappresentativi propri della comunica-

zione del nostro tempo. Nella mostra, Pessoli mette in relazione vari

registri narrativi, ora ironici e surreali, ora tragici e avvolgenti, divenendo regista occul-

to che determina la presenza scenica dei suoi

ALESSANDRO PESSOLI CITY OF GOD

23 aprile – 26 giugno 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Vizzani, Bologna

INFO T. +39 340 4700468

Venerdì e sabato 16.00 - 20.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.alchemilla.it

personaggi, insofferenti alle insidie del presente. Nella “Città di Dio”, dolcezza e dramma viaggiano sullo stesso binario, le passioni hanno

tinte forti, il destino è una piccola fiamma

che resiste al vento. La mostra rimarrà aperta al pubblico con ingresso libero fino al 26 giugno 2021 e fa parte del programma istituzionale di ART CITY Bologna 2021, la manifestazione, ricordiamo, è promossa dal Comune di Bologna.s l

Alessandro Pessoli - Stupida dolce testa 2016, olio, pittura a spray, pastelli su tela, 66x40,6 cm. Courtesy greengrassi (Londra) e ZERO… (Milano)

Sotto: Alessandro Pessoli - Fellini Cinema 2019, terracotta, 50x43,5x25 cm. Ph. Marcus J. Leith Courtesy greengrassi (Londra) e ZERO… (Milano)

Vaso con papaveri

Le opere di Antonio Arte, artista contemporaneo autodidatta italiano, denotano la preferenza per un valore alla quotidianità con poetica corrispondenza di liriche evocazioni di colori e contrasti. Il linguaggio pittorico dei fiori esprime la vitalità con incalzante padronanza di una emozione narrativa che il pittore la converte entro geometrie che investono con sapienza le forme e i colori, feconde intuizioni di una ineguagliabile espressività. I fiori sono riverbero delle luci che squarciano in un angolo di un luogo tra riflessioni e percezioni, le coloriture offrono un taglio di pulizia di precisi equilibri rievocate in raffinate visioni di spessore e rigore di fresche e limpide stesure con strutturazione delle tinte sfumate che rendono percepibile una estetica e suggestiva orchestrazione in sovrana armonia. I due dipinti sono la piena esplosione di parole che fissano l’immagine in una rappresentazione di ricerca di bellezza e ombre discrete, ove avviene la sequenza spazio, immagine, rappresentata dalla profondità e dal movimento che collega percezioni, intuizioni, riflessioni. L’artista proietta una raffigurazione piena di linearità semplice che vibra di una straordinaria immagine essenziale, sollecitata dalla sensibilità, in precisa visione prospettica, il respiro di un significato tensione - spazio, immagine - emozionale vivace - definito in sensazioni da incalzante varietà degli intarsi cromatici propri di una valida sintassi Arte-Espressiva - interiorizzata dalla realtà ambientale.

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