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Le Signore dell’Arte a Milano

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Damien Hirst. Da

Damien Hirst. Da

Prorogata la mostra a Palazzo Reale

di lucia Garnero

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Interessante la proroga della mostra “Le Signore

dell’Arte. Storie di donne

tra ‘500 e ‘600”, evento realizzato da Palazzo Reale e Arthemisia con il sostegno di Fondazione Bracco, che sarà fruibile dal grande pubblico ancora fino al 22 agosto 2021. Sotto la curatela di Anna Maria Bava, Gioia Mori e Alain Tapié, le opere proposte sono oltre 150 e sono realizzate da 34 artiste, a testimonianza di un’intensa vitalità tutta al femminile, in un singolare racconto di appassionanti storie di donne già “moderne”. Figlie, mogli, sorelle di pittori, o a volte donne di religione: la mostra presenta, non solo, la strepitosa abilità compositiva di queste pittrici, ma, attraverso il racconto delle loro storie personali, guarda al

ruolo da loro rivestito nella so-

cietà del tempo, al successo raggiunto da alcune presso le grandi corti internazionali, alla loro capacità di sapersi relazionare, distinguere e affermare, trasformandosi in vere e proprie imprenditrici, e di sapersi confrontare con i loro ideali e diversi stili di vita. Queste pittrici sfidano l’universo dell’arte, riuscendo ad apportare modi audaci ed inediti guizzi inventivi. Tra queste, Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio, divenuta un’icona dell’attività artistica di quegli anni; artista e imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca. Un esempio di lotta con-

LE SIGNORE DELL’ARTE. Storie di donne tra ’500 e ’600 Palazzo Reale, Milano March 02 - August 22, 2021

The show ‘Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ’500 e ’600’ (The Ladies of Art. Stories of women between the 16th and 17th century), rediscovers the art and the extraordinary lives of 34 different women artists through over 130 works. Testimonies of intense, lively all-female creativity, in a unique exhibition that tells the inspiring stories of women who were already “modern”. They include celebrated artists, others less familiar to the general public, and new discoveries, like the Roman noblewoman Claudia del Bufalo, who is making her debut in this story of female art. There are works on show for the first time, such as the Madonna dell’Itria Altarpiece by Sofonisba Anguissola, executed in Paternò, Sicily, in 1578, which has never left the island before; the Immaculate Madonna and St Francesco Borgia altarpiece of 1663 by Rosalia Novelli, the only work attributed with certainty to the artist, which is leaving the church of Gesù di Casa Professa in Palermo for the first time, and the Mystic Marriage of St Catherine of 1576, by Lucrezia Quistelli, from the parish church of Silvano Pietra in the province of Pavia. The works selected for the exhibition, under the curatorship of Anna Maria Bava, Gioia Mori and Alain Tapié, come from no less than 67 different lenders, including many Italian museums, namely the Gallerie degli Uffizi, Museo di Capodimonte, Pinacoteca di Brera, Castello Sforzesco, Galleria Nazionale dell’Umbria, Galleria Borghese, Musei Reali in Turin, the Pinacoteca Nazionale in Bologna, and international institutions such as the Musée des Beaux Arts in Marseille and Muzeum Narodowe in Poznan, Poland. The Ladies of Art exhibition explores, in 5 sections, the extraordinary talents of women artists who were the daughters, wives and sisters of painters, and sometimes even nuns… It also tells their personal stories and considers the role they played in the society of their day; the success some of them achieved at the great international courts; their ability to relate to others, to stand out and to establish themselves, sometimes becoming actual businesswomen; and their knowing how to manage their ideals and diverse lifestyles. Some are famous, but the show also spotlights a group of young female talents who, though their stories and career paths differed, show that the role acquired by women during the 16th and 17th century was not limited to exceptional cases, but constituted a phenomenon that embraced the whole of Italy. Main Sponsor of the exhibition, Fondazione Bracco has always kept abreast of new developments in the world of art and science, showing a special interest in the feminine universe. The Fondazione has enthusiastically committed to this project, which is part of the programme I Talenti delle donne devised by the Milan City Council, of which Fondazione Bracco is the Main Partner. s l

A sinistra: Sofonisba Anguissola Partita a scacchi 1555, olio su tela, 70x94 cm. Poznań, Fondazione Raczyński presso Narodowe Museum di Poznań The Raczyński Foundation at the National Museum in Poznań

A destra in alto: Ginevra Cantofoli Giovane donna in vesti orientali 1650 circa, olio su tela, 65x50 cm. Padova, Museo d’arte Medioevale e moderna, legato del Conte Leonardo Emo Capodilista, 1864 Su gentile concessione del Comune di Padova - Assessorato alla Cultura

A destra, due viste dell’allestimento della mostra “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600” a Palazzo Reale. Ph. Gianfranco Fortuna per Arthemisia

LE SIGNORE DELL’ARTE Storie di donne tra ‘500 e ‘600

02 marzo - 22 agosto 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Reale, Milano INFO T. +39 02 892 99 21

Martedì, mercoledì e da venerdì a domenica 10.00 - 19.30 Giovedì 10.00 - 22.30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.lesignoredellarte.it

tro l’autorità e il potere paterno e contro il confinamento riservato alle donne. La mostra consente di portare alla luce e porre in evidenza un gran numero di giovani donne dotate di straordinario talento artistico che, seppur con storie e percorsi differenti, fanno comprendere come il ruolo delle

donne acquisito nel corso del

XVI e XVII secolo non sia legato solamente a singoli episodi sporadici, ma è un fenomeno che inve-

ste, con caratteristiche diverse,

tutta l’Italia. s l

Tiziano: Venere che benda Amore

Il secondo appuntamento a Palazzo Te

di rebecca Maniti

L’ opera “Venere benda Amore”, uno degli ultimi dipinti di Tiziano, è la protagonista del secondo appuntamento del programma espositivo “Venere divina. Armonia sulla terra” di Palazzo Te a Mantova, fino al 5 settembre, grazie al prestito dalla Galleria Borghese di Roma. Il Direttore di Fondazione Palazzo Te, Stefano Baia Curioni, commenta: “Grazie alla generosità della Galleria Borghese questo prezioso quadro si mostra a Mantova e a Palazzo Te: un

altro nuovo, intenso augurio di ri-

partenza per la città, un’altra occasione per ritrovarci insieme nel museo.”

Il dipinto era famoso già nel Sei-

cento, infatti era oggetto di studio da parte di pittori come Antoon Van

VENERE DIVINA Tiziano. Venere che benda Amore

22 giugno – 05 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo di Palazzo Te, Mantova

INFO T. +39 0376 323266 biglietteriamusei@comune.mantova.gov.it

Lunedì 13.00 - 19.30 Da martedì a domenica 9.00 - 19.30

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Dyck, ma anche di storici dell’arte e studiosi che ne hanno interpretato il soggetto: Hans Tietze ha proposto che Venere stia punendo Amore per essersi innamorato di Psiche, mentre Erwin Panofsky formula un’interpretazione neoplatonica identificando nei due cupidi Eros e Anteros, cioè l’amore passionale e l’amore divino.

Qualunque sia l’interpretazione giusta, di sicuro il momento raffigurato è speciale: Venere sta ben-

dando un cupido mentre viene distolta da un altro giovinetto alato che le si poggia su una spalla con sguardo pensieroso, forse preoccupato per le persone che saranno trafitte dalle frecce scoccate da Amore cieco? Interessante sapere che Ars Mensurae ha condotto indagini diagnostiche sul dipinto e si è scoperta l’esistenza di un altro dipinto sotto quello in luce, in cui una figura femminile sorregge un oggetto, oltre ai noti trasferimenti di disegni preparatori tipici della bottega di Tiziano. La figura femminile nascosta, forse affidata a uno dei collaboratori, è stata poi coperta dal maestro perché non funzionale al significato allegorico del dipinto. La mostra è curata da Claudia Cieri Via e Maria Giovanna Sarti e si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso e della colla-

borazione con la Galleria Borghese

di Roma. s l

Tiziano - Venere benda Amore. 1560-1565?, olio su tela, 118x185 cm. Roma, Galleria Borghese

NADA Graffigna

nadaart@gmail.com nadagraffignaartista NadaGraffignaNadaart www.nadaart.jimbo.com

PAOLA ESPOSITO

“Second Life # Virtual Obsession” - 2019 - terracotta e plexiglass - 80x35 h.180 cm.

Giovanni da Udine

L’arte e la scoperta della bellezza

di Mario GaMbatesa

Raffaello lo volle al suo fianco nella Loggia di Psiche alla Farnesina e nell’impresa delle Logge vaticane. Michelangelo lo teneva in alto conto, Clemente VII si affidò a lui per delicati interventi di restauro e decorazione sia a Roma che a Firenze. Giovanni Ricamatore, o meglio conosciuto come Giovanni da Udine “Furlano”, come si firmò all’interno della Domus Aurea, riuni-

va in sé l’arte della pittura, del disegno, dell’architettura, del-

lo stucco e del restauro. Al Castello di Udine sarà visitabile la mostra “Giovanni da

Udine tra Raffaello e Miche-

langelo (1487 – 1561)” a cura di Liliana Cargnelutti e Caterina Furlan, affiancate da un autorevole comitato scientifico. Per la prima volta, in questa mostra viene riunito un cospicuo

numero di raffinati disegni

provenienti da diversi musei europei e da una collezione privata americana, che confermano

la sua proverbiale abilità nella rappresentazione del mondo animalistico-vegetale e soprat-

tutto di uccelli. Sarà proprio salendo la meravigliosa e monumentale scalinata a doppia rampa progetta da Gio-

vanni, stavolta in veste d’ar-

chitetto, che il pubblico potrà accedere alla magnifica Sala del Parlamento che dal 12 giugno al 12 settembre 2021 accoglie la prima retrospettiva che mai sia stata a lui dedicata. Ciascuno

degli ambiti della poliedrica attività di Giovanni da Udine

è indagato in mostra attraverso stucchi, incisioni, documenti, lettere, libri e altri materiali. Inoltre le spettacolari sezioni dedicate alle stampe e ai disegni di architettura consentono di visualizzare i principali luoghi e ambienti in cui l’artista ha operato: dalla Farnesina alle Logge vaticane, da Villa Madama alla Sacrestia nuova di San Lorenzo a Firenze.

Nel 1514 Giovanni entrò a Roma nella bottega di Raffaello

di cui è considerato uno dei più brillanti allievi e collaboratori. Nel tempo, si specializzò in particolare nelle decorazioni a stucco ed in quelle “a grottesca”, in voga nel primo Cinquecento. Si trattava di uno stile che riprendeva le antiche decorazioni romane, in particolare quelle che gli artisti rinascimentali potevano ammirare

Giovanni Volpato Views of Villa Madama, Portico, Kupferstichkabinett. Coburg, Kunstsammlungen der Veste, Kupferstichkabinett

calandosi nelle stanza sotterranee della Domus Aurea. Vasari, che lo conobbe personalmente, ormai anziano, gli riconosce una particolare maestria

nella raffigurazione di elementi

naturali, sia vegetali che animali, e di elementi inanimati come: “... Drappi, vasi, instrumenti, casamenti paesi e verdure...”. In particolare ricorda il suo taccuino in cui raffigurava dal vero le varie specie di uccelli con un interes-

se naturalistico che precorre

i tempi. La sua passione per la raffigurazione dal vivo ne fanno un precursore del genere della

Giovanni da Udine Pappagallo con collare e altri schizzi Stoccolma, Nationalmusem

ZVAN DA VDENE FVRLANO Giovanni da Udine tra Raffaello e Michelangelo

12 giugno - 12 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Castello di Udine- Galleria di arte antica, Udine

INFO T. +39 0432 1272591

Da martedì a domenica 10.00 - 18.00

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www.civicimuseiudine.it “natura morta” per il suo atteg-

giamento analitico, acutamente descrittivo e quasi scientifico. L’arte di Giovanni da Udine viaggia su dei binari unici, la sua

ricerca e la sua curiosità in ciò che lo circonda l’ha condotto verso la scoperta di una nuova

bellezza, verso una strada ricca e affascinante aggiungendo un grande baglio culturale sulla strada della pittura. s l

ROSANNA CARLINI

rcsinclair68@yahoo.it cr_rosannacarlini

Mario Puccini

Scoperta una importante collezione di dipinti

di FlaVio ennante

La nuova mostra del Museo della Città di Livorno è dedicata a Mario Puccini, l’artista definito da Emilio Cecchi nei primi del 1900 il “Van Gogh involontario”, definizione che dà anche il nome alla rassegna, visitabile sino al 19 settembre di quest’anno. Tutto nasce dalla riscoperta di una importante collezione di dipinti di Puccini, di cui si vuole celebrare il valore storico artistico, ponendo al contempo una riflessione su opere mai presentate prima o raramente esposte in passato. Con la curatela di Nadia Marchioni ed il supporto del Comitato scientifico formato da Vincenzo Farinella, Gianni Schiavon e Carlo Sisi, l’esposizione della collezione “riscoperta” permette di seguire lo sviluppo della carriera artistica di Puccini dal suo esordio fino alla maturità dell’istintivo colorista. L’avvento del colore arrivò dopo il ricovero per malattia mentale, altro punto che suggerisce ancora di più un legame fra la pittura di Puccini e quella di Van Gogh. Dalle parole della curatrice Marchioni, capiamo di più sul percorso dell’artista toscano:“Il suo aggiornamento in senso europeo era probabilmente già avviato nel 1910, grazie al confronto diretto con i dipinti di Van Gogh, Cézanne, Gauguin osservati, fra gli altri, alla celebre Prima Mostra fiorentina dell’Impres-

M. Puccini - Il fienaiolo olio su tela, 45x61cm., collezione privata

Nella pagina a destra: M. Puccini - Il ponte alla sassaia olio su tavola, 34x41 cm., collezione privata

Sotto: M. Puccini Oliveto con contadinella e bufali 34x66 cm., Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma

sionismo e stimolato dagli esempi degli amici Alfredo Müller e Plinio Nomellini, come lui già seguaci di Fattori. Da questo momento la carriera artistica di Puccini fiorì grazie a raffinati collezionisti che commissionarono e acquistarono le sue opere.” Lungo il percorso espositivo, troviamo oltre cento opere divise in otto sezioni, con un continuo dialo-

MARIO PUCCINI “Van Gogh involontario”

02 luglio - 19 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo della Città, Livorno

INFO T. +39 0586 824551 info@fondazionelivorno.it

Martedì, mercoledì e giovedì 10.00 - 20.00 Venerdì, sabato e domenica 10.00 - 22.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazionelivorno.it go tra i capolavori della collezione ed una serie di

altri selezionatissimi dipinti provenienti da diverse raccolte e da prestigiose istituzioni museali. Molto importanti questi prestiti, proprio per illustrare al pubblico il percorso dell’artista nella sua completezza, per conoscere o riscoprire l’enigmatica figura di un affascinante artista, “senza storia”. s l

MARIA STEFANIA FUSO

mariastefaniafuso@hotmail.com Fuso Maria Stefania Pittrice

Umberto Pettene “UpArt”

“Il Barcone Di Ulisse” - 2021 - tecnica mista, legno, metalli e materiali vari, colori acrilici - 70x100x8 cm.

“La Locomotiva” - 2021 - tecnica mista, legno, metalli e materiali vari, colori acrilici - 62x100x8 cm.

Arturo Martini e Firenze

Museo Novecento accoglie lo scultore trevigiano

di ettore tiretto

Museo Novecento di Firenze, ospita la mostra “SOLO.

Arturo Mar-

tini e Firenze”, a cura di Lucia Mannini con Eva Francioli e Stefania Rispoli, aperta al pubblico fino al 14 novembre 2021. La mostra è frutto di una collaborazione tra Museo Novecento ed il Dipartimento SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze, grazie al progetto “Dall’Aula al Museo”, avviato nello scorso 2019 con il prof. Giorgio Bacci, Margherita Scheggi e Valentina Torrigiani (studentesse del corso magistrale di Storia dell’arte contemporanea) hanno lavorato insieme a Lucia Mannini ed

Arturo-Martini - Risveglio 1939-1940, olio su cartone Collezioni Alberto Della Ragione

SOLO Arturo Martini e Firenze

15 luglio – 14 novembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Novecento, Firenze

INFO T. +39 0552 768224 info@musefirenze.it

Lunedì, martedì, mercoledì 11.00 - 21.00 Venerdì, sabato e domenica 11.00 - 21.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.museonovecento.it

allo staff curatoriale del Museo all’organizzazione dell’esposizione. Questo progetto è molto

importante per avvicinare il settore della ricerca accademica a quello della formazione muse-

ale e della divulgazione al grande pubblico, ed offre allo stesso tempo un’occasione unica di approfondimento dei grandi maestri del Novecento italiano e di valorizzazione del nostro patrimonio. La carriera di Martini a Firenze è stata decisamente attiva ed intensa, molte le importanti esposizioni e gli inserimenti in diverse collezioni, già nel 1922 è stato tra

i protagonisti della “Fiorentina

Primaverile”, l’esposizione di arte italiana contemporanea. La rassegna racconta gli aspetti peculiari

e meno noti della vita e del la-

voro dell’artista, oltre a far comprendere quanto il collezionismo privato sia importante per non perdere importanti capolavori. s l

La Collezione Rota alla Fondazione Ragghianti

Dalle sorgenti della civiltà per il quarantennale

di daniela Malabaila

La mostra “Pianeta città. Arti ci-

nema musica design nella Colle-

zione Rota 1900-2021” è l’evento perfetto per festeggiare il quarantennale dalla istituzione del Centro Studi Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, trasformatosi tre anni dopo in Fondazione. L’esposizione ruota intorno al tema della città e della trasmissione della conoscenza, attraverso i preziosi pezzi della Collezione Rota, individuata proprio per la sua composizione, così come ci racconta Paolo Bolpagni, Direttore della Fondazione Ragghianti: “La collezione di Italo Rota si è rivelata una miniera cui attingere per creare percorsi di senso che partono dalle radici della contempo-

raneità, ossia negli anni iniziali del

XX secolo. Ne è nata una mostra multidisciplinare, caleidoscopica, scaturita dall’incontro e dal dialogo tra competenze differenti, che unisce svariati saperi e consente esplorazioni affascinanti e scoperte.” Il concept della mostra è stato ideato da Paolo Bolpagni con Aldo Colonetti, filosofo e studioso di architettura e design, con Italo Rota e con un comitato scientifico nel quale sono rappresentate le differenti discipline coinvolte: la storia

dell’arte, il cinema, la geografia eco-

Le Corbusier Mise au point 1966 volume a stampa,13x13 cm. Milano, Collezione Italo Rota

nomica, l’architettura, l’urbanistica. In mostra circa seicento pezzi, dai libri alle opere d’arte, dai manifesti al cinema, dalle copertine dei dischi ai prodotti di design, dalle riviste ai fumetti, suddivisi in dieci sezioni: “Primo ’900: l’alba della contemporaneità”; “L’utopia delle avanguardie e la città nuova”; “L’orrore del nazismo”; “Maestri dell’architettura”; “Visioni fantascientifiche”; “Berlino est: l’angoscia del socialismo reale”; “Gli anni del boom”; “Immaginare il futuro”; “Abitare alla scandinava” e “Nuove prospettive”. Accompagna la mostra il catalogo, edito da Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, che include interessanti saggi di approfondimento. s l

Josef Hartwig Das Bauhaus Schachspiel 1923-1924, trentadue scacchi di legno, misure variabili Milano, Collezione Italo Rota PIANETA CITTÀ

Arti cinema musica design nella Collezione Rota 1900-2021

09 luglio - 24 ottobre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Ragghianti, Lucca

INFO T. +39 0583 4672056 info@fondazioneragghianti.it

Da martedì a domenica agosto 16.30 - 22.30 settembre 11.00 - 19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazioneragghianti.it

L’oriente di Turandot

Al tempo delle favole: Puccini, Chini e Caramba

di Mario GaMbatesa

Dal 22 maggio scorso al prossimo 21 novembre, il Museo del Tessuto di Prato ospita la mostra “Tu-

randot e l’oriente fan-

tastico di Puccini, Chini e Caramba”. L’esposizione è un omaggio alla storia del teatro lirico e dell’arte del primo ventennio del Novecento, la cui scena artistica è il frutto di un lungo e accurato lavoro di ricerca compiuto dal Museo sullo stra-

ordinario ritrovamento di un nucleo di costumi e gioielli di scena, risalenti alla prima assoluta della Turandot di Puc-

cini e provenienti dal guardaroba privato del grande soprano pratese Iva Pacetti. Si tratta di una mostra altamente suggestiva, multidisciplinare e di ampio respiro che nasce grazie alla collaborazione di enti e istituzioni pubblici e privati italiani che hanno contribuito a questo ambizioso progetto. Sono riusciti a ricostruire le vicende che hanno portato il grande compositore toscano Giacomo Puccini a scegliere il genio scenografico di Galileo Chini per la realizzazione dell’allestimento e delle scenografie per la Turandot, andata in scena per la prima volta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, diretta da Arturo Toscanini. Tutto ha avuto inizio nei primi mesi del 2018, quando al Museo venne proposto di acquisire un misterioso baule contenente materiale eterogeneo proveniente dal guardaroba del soprano pratese Iva Pacetti, misteriosamente scomparsa da decenni. Gli studi, condotti dalla conservatrice del Museo Daniela Degl’Innocenti,

A sinistra: Leopoldo Metlicovitz Manifesto per la Turandot - Milano, Archivio Storico Ricordi

A destra: [1] Luigi Sapelli (in arte Caramba) Costume di Turandot [atto I] Prato, Museo del Tessuto - inv. n. 18.03.37 [2] Luigi Sapelli (in arte Caramba) Costume di Turandot [atto II] Prato, Museo del Tessuto, inv. n. 18.03.38 [3] Leopoldo Metlicovitz Copertina per l’edizione di lusso della riduzione per canto e pianoforte 1926, Milano, Archivio Storico Ricordi

[1]

[2]

hanno permesso di riconoscere in due costumi e in due gioielli di scena quelli disegnati e realizzati dal costumista del Teatro alla Scala Luigi Sapelli (in arte Caramba) per la prima assoluta dell’opera, indossati da Rosa Raisa, il primo soprano della storia a interpretare il ruolo della “Principessa di gelo”. I riscontri iconografici non lasciavano dubbi: non si trattava di generici costumi di epoca Déco, ma di quelli della prima scaligera della Turandot, dati per irrimediabilmente persi ormai da tempo. Nasce così l’idea di creare una mostra che ricostruisca le vicende che hanno portato alla progettazione di questi costumi. Il percorso espositivo della mostra, che occupa circa 1.000 metri

quadri, si apre nella Sala dei Tessuti Antichi con una selezione di circa 120

oggetti della collezione Chini. Questa esposizione, rappresenta dunque un’occasione per valorizzare una delle collezioni più preziose e interessanti del

Sistema Museale dell’Ateneo fiorenti-

no. Il visitatore potrà ammirare tessuti, costumi e maschere teatrali, porcellane, strumenti musicali, sculture, armi e manufatti d’uso di produzione thailandese e cinese, immergendosi anch’esso nell’Oriente vissuto dal compositore toscano. s l

TURANDOT E L’ORIENTE FANTASTICO di Puccini, Chini e Caramba

22 maggio - 21 novembre 2021 (Verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo del Tessuto, Prato

INFO T. +39 0574 611503 info@museodeltessuto.it

Martedì e giovedì 10.00 - 15.00 Venerdì e sabato 10.00 - 19.00 Domenica 15.00 - 19.00

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Elisabetta Bosisio

architetto - pittrice - scultrice

Forme emblematiche, assurgono a simbolo , narrate attraverso l’uso di materiali poveri, di scarto: carta e cartone strappati, frammenti di ferro arrugginiti dal tempo e piccole pietre trovate e raccolte

IL PORTALE 2021 - tecnica mista, 60x60 cm.

“Il Portale, da varcare, per ritrovare una dimensione più vera, un equilibrio interiore e poter andare oltre…”

IL SIGILLO 2021 - tecnica mista, 60x60 cm.

“Il Sigillo si frappone fra noi e gli altri, dietro di esso paesaggi interiori si celano agli sguardi altrui…”

[3]

info@elisabettabosisio.it

Giugiaro e Leonardo

Affinità e differenze di pensiero

di rebecca Maniti

Una inedita rassegna mette a confronto

Giorgetto Giugiaro e Leonardo

da Vinci: il Castello Gamba di Châtillon-Museo d’arte moderna e contemporanea della Valle d’Aosta ospita “Gior-

getto Giugiaro e l’idea di Leo-

nardo” fino al 26 settembre. Con questa mostra si presentano due personaggi straordinari in forme inconsuete. Leonardo

è il più celebre artista-scienzia-

to di tutti i tempi e la sua opera poliedrica e interdisciplinare ha anticipato anche il design del XX secolo; Giugiaro è stato con-

sacrato Car Designer del secolo

nel 1999, ma è un artista poliedrico ed esemplare per la nostra epoca, possiamo prendere in prestito le parole di Munari che definiva il designer come Personifica fra l’altro il designer come “progettista

dotato di senso estetico che lavo-

ra per la comunità”. La mostra è a cura di Alessandro Vezzosi e nasce dallo studio sulle correlazioni e le differenze tra Giugiaro e Leonardo. Mettendo in relazione i metodi ed i pensieri si sono potute indagare le corrispondenze di definizioni e di progetti di Leonardo “designer” e di Giugiaro “artista”. L’Assessore Jean-Pierre Guichardaz commenta: “Inauguriamo la ripresa dell’attività del Museo con una mostra che rappresenta un avvio forte per l’estate culturale del Gamba, grazie a due indiscusse

icone nell’ambito del disegno e

Giorgetto Giugiaro - Progetto per Pasta Voiello “Marille”

della progettazione. Leonardo

da Vinci e Giorgetto Giugiaro, sebbene divisi da secoli, toccano con le loro personalità artistiche vertici straordinari nella realizzazione di macchine sempre e comunque proiettate al futuro.”

A destra: Giorgetto Giugiaro Progetto per macchina da cucine Necchi

Sotto: Leonardo da Vinci Meccanismo di orologio a balestra

GIORGETTO GIUGIARO E L’IDEA DI LEONARDO

23 giugno- 26 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Castello Gamba - Museo d’arte moderna e contemporanea, Châtillon

INFO T. +39 0166 563252 info.castellogamba@regione.vda.it

Tutti i giorni 09.00 - 19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.castellogamba.vda.it

Approfondire la conoscenza dell’opera e della personalità di Giugiaro consente di distinguere e comprendere meglio il senso

moderno del Design come Arte e l’impressionante attualità di

Leonardo. s l

Antonella Pecoraro

NINNI

Pecoraro Antonella antonella@artecultura.net

Ninni - “Grotta delle barche” - 2010 - tecnica mista su tela - 61x46 cm.

“È l’amore per la natura che suggerisce a Ninni i soggetti, dalle grotte, luoghi umidi e fluidi, a volte lucidi nella superficie, altre volte profondi nella corposità del colore, in un effetto materico che smarrisce il proposito di concentrare l’attenzione sul colore o sul mezzo, che era l’origine del vero materico, nel tentativo piuttosto di dare realismo alla scena, suggerire la materia stessa della natura rappresentata.” Domenico Iacaruso

EUGENIO CERRATO

“Genova per noi - Ponte Morandi, 14 agosto 2018” 2018, acrilico su tela, 100x60 cm.

“Nascita di Venere”, 2018, acrilico su tela estroflessa, conchiglie e cavatappi, 100x60 cm.

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