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Ernesto Neto: nuovi

Ernesto Neto: nuovi universi di senso

A Bergamo, il miracolo della vita

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di lucia Garnero

Ernesto Neto. Installation view, Mother body emotional densities, for alive temple time baby son Museum of Contemporary Art San Diego, 2015 Ph. Pablo Mason. Courtesy of the Museum of Contemporary Art San Diego

Ernesto Neto. Installation view, Não tenha medo do seu corpo Galeria and Galpão Fortes Vilaça, São Paulo, Brazil, 2012 Ph. Eduardo Ortega. Courtesy Fortes D’Aloia & Gabriel, São Paulo/Rio de Janeiro.

ABergamo, il 10 giugno, al Palazzo della Ragione, la GAMeC ha inaugurato un’installazione straordinaria di un grande nome della scena internazionale, realizzata a cura di Lorenzo Giusti. Il celebre artista brasiliano Ernesto Neto, che si aggira sotto la loggia del Palazzo della Ragione vestito di bianco, con capelli grigi, barba lunga, aura ieratica e occhi guizzanti, è l’autore e il protagonista di questa installazione site specific esposta nella Sala delle Capriate. L’evento rappresenta, oggi, un’occasione simbolica, per una città emblematica del lento trascorrere dei mesi di caduta e rinascita. Ernesto Neto torna in Italia con questo importante lavoro a vent’anni della sua prima partecipazione alla Biennale di Venezia nel 2001, curata da Harald Szeeman. In quell’occasione, era stato scelto da Germano Celant a rappresentare il Brasile nella sezione riservata ai padiglioni nazionali. Nato a Rio de Janeiro nel 1964, molto legato alla sua terra, all’interazione e alla storia dei popoli - determinante nella formazione dell’interiorità -, ha voluto creare “ un Inno alla Vita, alla Natura nella sua accezione più ancestrale, e un invito a riconsiderare l’importanza di una visione non funzionale e non antropocentrica dell’universo, insieme al principio, proprio di una concezione olistica del mondo, della sostanziale materialità del tutto”.

ERNESTO NETO

Mentre la vita ci respira - SoPolpoVit’EreticoLe

10 giugno - 26 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo della Ragione, Bergamo

INFO T. +39 035 270272 biglietteria@gamec.it Da martedì a venerdì 16.00 - 20.00 Sabato e domenica 10.00 - 22.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.gamec.it

Ernesto Neto, installation view, Ernesto Neto and the Huni Kuin: Aru Kuxpia | Sacret Secret, TBA21 - Thyssen-Bornemisa Art Contemporary, Vienna, Austria, 2015 © Ph.Jens Ziehe. Courtesy of TBA21 Thyssen-Bornemisa Art Contemporary.

ERNESTO NETO. Mentre la vita ci respira - SoPolpoVit’EreticoLe Palazzo della Ragione, Bergamo June 10 – September 26, 2021 (Check the opening on the site)

Mentre la vita ci respira. –

SoPolpoVit’EreticoLe is the title of a solo exhibition by the renowned Brazilian artist Ernesto Neto (Rio De Janeiro, 1964) to be hosted in Bergamo’s Palazzo della Ragione: the first of a new three-year cycle curated by Lorenzo Giusti for the evocative Sala delle Capriate, GAMeC’s summer venue for the fourth year in a row. Twenty years after the artist’s debut participation at the Venice Biennale (2001), curated by Harald Szeeman, when he was invited by Germano Celant to represent Brazil in the section given over to the national pavilions, Ernesto Neto returns to Italy with a brand new project, a prelude to the exhibition Nothing Is Lost. Art and Matter in Transformation, to be staged at the GAMeC in the autumn of 2021. Neto’s multisensory installations pervade the space, immersing the visitor in evocative environments in which materials, essences, and forms take on multiple connotations. Everything in Neto’s work contributes to the creation of new universes of meaning, conceived as tools for healing the wounds of contemporary society. Seen from the other side, the large central installation, entitled SoPolpoVit’EreticoLe, looks like a kind of agroglyph: a drawing with an organic form, a sort of octopus traced on the floor of the large room, the tentacles of which move simultaneously in different directions, also reminiscent of the movement of the boa to be found in many other projects by Neto. Part octopus, part sun, part cell, the drawing has a circle in the center of the figure that seems to evoke the presence of a navel. The navel is a form of cross-cultural symbolism that projects the analogy between the universe and the body onto the very concept of the center. Closely bound up in human physiology is the consideration of the navel as the generating hub par excellence. Hence the “life” evoked by the title of the installation, which in fact takes the form of an acrostic created from the initial syllables of the Italian words for “sun”, “octopus,” “life,” and “heretic”, put together following the rhythm of the words so as to transmit a sense of musicality and movement. The installation combines an attention to the themes of ecology, rituals and spirituality, characteristic of Neto’s research, with visions and suggestions evoked by comparison with the medieval origins of the palace and its centuries-old history. It was during the final phase of the so-called Dark Ages that, even in Northern Italy, many free women who lived in close contact with nature were accused of witchcraft, persecuted as heretics and burned at thestake. As recent studies tell us, witches embodied the wild side of nature, everything in it that appeared autonomous, unconditional, out of control, and therefore in contrast with the orderly vision of the world as promoted by official doctrines. Neto’s work therefore invites us to rethink this crucial passage in the history of the West, which affected not only the “Old Continent” but also the lands conquered overseas by European colonizers, where the persecution of women became one of the cruelest means of subjugation and exploitation of indigenous populations. The installation constitutes a powerful hymn to life, to nature in its most ancestral dimension, as well as an invitation to reconsider the importance of a non-functional, non-anthropocentric vision of the universe, together with the principle of a holistic conception of the world and of the substantial materiality of everything. The exhibition is supported by Banca Galileo S.p.A., Italgen S.p.A., SITIP S.p.A. and 3V Green Eagle S.p.A.. s l

L’interazione tra l’installazione multisensoriale e la struttura antica del Palazzo è molto forte, soprattutto per la presenza sulle pareti di una selezionata raccolta di strappi di decorazioni murali, recuperata da palazzi storici di Bergamo e provincia, che coprono un arco cronologico di circa tre secoli, tra Trecento e Cinquecento. “Si sente l’energia di questi luoghi ricchi di storia, ma anche la forza della natura, delle montagne che circondano la bergamasca.” spiega l’artista. Il titolo dell’installazione “SoPolpoVit’EreticoLe” è un insieme scomposto di parole: polipo, sole, vita, eretico, su cui si basa il suo pensiero artistico e di vita. Il polipo è realizzato utilizzando materiali locali, si divincola sul pavimento in cotto della grande sala con tentacoli in prismi di pietra e sfere di corda che contengono piante ed erbe medicinali. Nel cuore centrale, un ombelico che rappresenta l’uomo e la vita, coperto di paglia, ci si può sedere, così come sui pouf allestiti intorno per sedersi e contemplare lo spazio costellato di strutture colorate e abiti sospesi a rappresentare spiriti ancestrali. Resa possibile grazie all’impegno di Banca Galileo, Italgen, SITIP e 3V Green Eagle, la mostra sarà aperta al pubblico fino al 26 settembre 2021. s l

[1] Ernesto Neto, installation view, Rui Ni / Voices of the Forest, Kunsten Museum of Modern Art Aalborg, Aalborg, Denmark, 2016 Ph. Anders Sune Berg. Courtesy of Kunsten Museum of Modern Art Aalborg

[2] Ernesto Neto, installation view, Sopro, Pinacoteca do Estado de São Paulo, São Paulo, Brazil, 2019 Ph. Levy Fanan. Courtesy Pinacoteca do Estado de São Paulo, São Paulo

[3] Ernesto Neto, installation view Children of the Earth Tanya Bonakdar Gallery, Los Angeles, USA, 2019 Ph.Flying Studio. Courtesy of the artist and Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles. [1]

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Contraddizioni alla GAM di Torino

Barocco, Baruzzi, Bertolo, Favelli e Perrone

di FlaVio ennante

Riccardo Baruzzi - Trittico dell’unione 2019/2020, courtesy the artist and P420, Diego Perrone - Senza titolo 2016, l’artista e MASSIMODECARLO Luca Bertolo - Veronica 17#05, 2017 courtesy SpazioA Diego Perrone - Senza titolo 2016, l’artista e MASSIMODECARLO Riccardo Baruzzi - Linea del ritorno 2021, courtesy the artist and P420, Riccardo Baruzzi - Linea del ritorno 2021, courtesy the artist and P420 Ph. Luca Vianello e Silvia Mangosio

Riccardo Baruzzi - Via Saragozza 93 2021, courtesy the artist and P420 Riccardo Baruzzi Arlecchino pescatore (After Birolli) 2019, courtesy the artist and P420 Ph. Luca Vianello e Silvia Mangosio

Sotto e a destra: due viste della mostra “Sul principio di contraddizione” Ph.Perottino

La GAM di Torino, è la location perfetta per la mostra intitolata “Sul principio di contraddizione” a cura di Elena Volpato ed aperta al pubblico fino al 3 ottobre. Lungo il percorso espositivo troviamo le opere di cinque artisti:

Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi,

Luca Bertolo, Flavio Favelli e Diego Perrone. “Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza

di uno spazio di possibilità all’interno

delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio gene-

rato tra elementi che non possono com-

piutamente sovrapporsi, né coincidere in un’affermazione univoca, che continuano a scivolare l’uno sull’altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell’altro”, così spiega la curatrice di questa intensa e ben allestita esposizione, grazie alla quale possiamo lasciarci trasportare in un viaggio all’interno delle contraddizioni.s l

SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone

05 maggio - 3 ottobre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) GAM — Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino INFO T. +39 011 4429518

Giovedì 13.00 - 21.00 Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.gamtorino.it

Simonetta Rossetti a Varese

Le sue opere in solo show per la mostra vinta al BIANCOSCURO Art Contest 2020

di rebecca Maniti

Si è tenuta dal 29 maggio all’11 giugno, presso la Galleria d’Arte Showcases Gallery di Varese, la mostra personale dedicata al lavoro di Simonetta Rossetti,

fotografa contemporanea, vincitrice del premio al BIANCOSCURO Art

Contest 2020, con l’opera “Gioco di sguardi”. Si tratta di una composizione di objets trouvés, appartenenti al mondo del gioco o del passatempo. Questi elementi prendono vita integrandosi in un gioco ironico: un’immagine irreale che pare accendere uno sguardo, nuovo, atterrito e indagatore. Simonetta si forma alla facoltà di Architettura di Venezia e matura la passione per la fotografia durante un periodo di studi parigino; la fotografia con cui si cimenta ha un sapore incantato e sognante che fatica a staccarsi dalla dimensione patinata e spesso frivola che avvolge la contemporaneità. Con la mostra intitolata “Flowers”, i curatori Crugnola e Rigamonti hanno voluto concentrare l’allestimento su una particolare serie della fotografa, opere dalle quali scaturisce tutta l’energia dei singoli steli fioriti, immortalati con tecnica e talento creativo da Simonetta Rossetti. s l

A sinistra: Simonetta Rossetti Anthurium 2019, stampa digitale 50x70 cm.

Simonetta Rossetti - Ibrido 2018, stampa fotografica su forex 29,7x42 cm.

Alcune immagini dell’allestimento della mostra “Flowers” di Simonetta Rossetti alla Showcases Gallery di Varese. A sinistra, Franco Crugnola racconta le opere dell’artista ad una visitatrice.

Si riparte dal Broletto di Pavia

La mostra collettiva post pandemia

di rebecca Maniti

Si è tenuta sabato 5 giugno l’inaugurazione della mostra “Ripartire dal futuro”, con la cura di Edoardo di Mauro, occasione di riapertura dello Spazio

Arti Contemporanee del Bro-

letto di Pavia. L’inaugurazione è stata accompagnata dall’intervento musicale a cura del Centro di

Musica Antica della Fondazione

Ghislieri, alla presenza di Mariangela Singali, Assessore alla Cultura di Pavia e degli artisti intervenuti per questa importante rassegna. Sono esposte, fino al 12 settembre, le opere di Gianan-

tonio Abate, Corrado Bonomi, Dario Brevi, Gianni Cella, Davide Ferro, Ernesto Jannini, Ion Koman, Antonella Mazzoni, Giovanni Pedullà, Massimo Ro-

Sotto: gli artisti, il curatore Edoardo di Mauro e l’Assessore alla Cultura di Pavia, Mariangela Singali, in un momento dell’inaugurazione della mostra nel cortile del Broletto mani, Leonardo Santoli, Gian-

franco Sergio, Vittorio Valente e Ilirjan Xhixha. Spiega il curatore Edoardo di Mauro: “Gli artisti, sono accomunati dal fatto di appartenere a una generazione di mezzo, autori nati circa tra gli anni Cinquanta e Settanta, quindi appartenenti in pieno a quella postmodernità che ha conosciuto il suo culmine dopo la prima metà degli anni Ottanta, apparentati da evidenti affinità elettive. Il titolo intende essere

efficace metafora di uno stato d’animo che è importante si im-

possessi di tutti noi in una fase delicata come questa.”. La mostra è occasione per confrontarci con un presente in cui si addensano sentimenti i più vari: la gioia per la ripresa che si intreccia con il senso della nostra fragilità, delle nostre paure, tra entusiasmo e desiderio. Tutti sentimenti che in più di un anno di pandemia hanno abitato i nostri animi, e che ora possiamo guardare frontalmente anche

attraverso le opere in mostra, quasi tutte realizzate duran-

te i primi mesi del lockdown. “Ogni opera ci ricorda che l’arte

è strumento formidabile per af-

frontare il buio, per disinnescare, interpretare, ognuno attraverso la propria attitudine e visione, i momenti problematici dell’esistenza. E farne strumento di creatività, come dimostra la mostra Ripartire dal futuro”. s l

RIPARTIRE DAL FUTURO

05 giugno – 12 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Spazio Arti Contemporanee del Broletto, Pavia

INFO T. +39 0382 399611

Da giovedì a domenica 11.00 - 18.00

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Un dettaglio dell’opera di Davide Ferro

Una vista della mostra “Ripartire dal futuro”

Charlotte Posenenske a Bolzano

La sua prima mostra in Italia

di ettore tiretto

Aprirà al pubblico l’11 settembre, alla

Fondazione Anto-

nio Dalle Nogare, la prima mostra italiana diedicata a Charlotte Posenenske, a cura di Vincenzo de Bellis, “From B to E and more”, realizzata con il gentile sostegno della Provincia autonoma di Bolzano. Posenenske, artista di fama internazionale e figura centrale del movimento minimal tedesco, lavorò prevalentemente con la scultura, ottenendo ampi riconoscimenti in Germania e sulla scena internazionale. La mostra

CHARLOTTE POSENENSKE: from B to E and more

da 11 settembre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano

INFO T. +39 0471 971 626

Da martedì a giovedì su appuntamento Venerdì 17.00 - 19.00 Sabato 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.fondazioneantoniodallenogare.com

ripercorre l’evoluzione della sua ricerca, concentrandosi su una serie di opere realizzate in realtà in poco più di un anno. La Fondazione Antonio Dalle Nogare propone “Charlotte

Posenenske: from B to E and

more” con l’obiettivo di aprirsi ad un confronto necessario sulle dinamiche che governano le strutture economiche mondiali e in particolare il sistema dell’arte

contemporanea.

Lo fa attraverso l’opera di un’ar-

tista che ha lavorato su queste

tematiche oltre 50 anni fa, a testimoniare come, nonostante i

Installation view, Charlotte Posenenske, Work in Progress, K20, Düsseldorf, Series B, 2020 Courtesy the estate of Charlotte Posenenske and Mehdi Chouakri, Berlin Ph. Achim Kukulies, Düsseldorf

progressi della nostra civiltà, ci-

clicamente ci confrontiamo con

le stesse preoccupazioni, anche se generate da eventi di natura profondamente diversa. s l

Charlotte Posenenske, Series D, Offenbach, 1967 Courtesy the estate of Charlotte Posenenske and Mehdi Chouakri, Berlin

CAMPAILLA SERGIO

sergiocampaillax@gmail.com Sergio Campailla

Otto curatori per ARTE È

20 anni di Merano Arte

di FlaVio ennante

Tempo di celebrazioni a Merano Arte, che festeggia 25 anni di fondazione e 20 anni di attività nell’attuale sede, con la mostra collettiva “ARTE È”, visitabile fino al 24 ottobre. Il progetto, ideato da Ursula Schnitzer e sviluppato in collaborazione con Martina Oberprantacher, vede protagonisti 8 curatori (Valerio Dehò, Luigi Fassi, Sabine Gamper, Günther Oberhollenzer, Andreas Kofler, Anne Schloen, Magdalene Schmidt e Susanne Waiz) che propongono le opere di 18 artisti: Quayola, Ludovic Nkoth, Claudia Barcheri, Barbara Gamper, Maria CM Hilber, Selene Magnolia, Maria Walcher, Letizia Werth, Christian Bazant-Hegemark, Hannes Egger, Oliver Laric, Roberta Lima, Rosmarie Lukasser, Bernd Oppl, Simone Salvatore Melis, Erika Hock, Zora Kreuzer, Ludwig Thalheimer. Nelle loro opere ritroviamo i temi legati al ruolo delle donne nella società, alla migrazione, alla digitalizzazione, riferimenti alla giustizia sociale ed alla pianificazione territoriale. Il percorso espositivo, suddiviso in sette sezioni, si apre con il focuscurato da Sabine Gamper, su tematiche legate alla cura e alla solidarietà. A questa sezione si collega quella di Luigi Fassi, segue quella curata da Susanne Waiz che si concentra sulla società guardando allo spazio che definisce. Andreas Kofler e Magdalene Schmidt affrontano l’architettura nella regione altoatesina, mentre Anne Schloen indaga il valore sensoriale dell’opera d’arte. La sezione curata da Günther Oberhollenzer ruota attorno alla questione di quali forme espressive nuove e orientate al futuro stiano emergendo nell’arte del XXI secolo; per Valerio Dehò, il punto centrale è l’indagine sulle nuove tecnologie e sulle loro possibilità. Un progetto espositivo inedito ed interessante. s l

Sopra: Ludovic Nkoth - Passenger #2 2020, acrylic and sand on Belgium linen 152.4x121.9 cm. Courtesy of the artist and Luce Gallery, Turin Ph. PEPE fotografia

A sinistra: Zora Kreuzer - The Sun Is Shining Tonight 2020, B-Part Exhibition Berlin Ph. Andreas Schimanski

ARTE È 20 anni di Merano Arte

17 luglio – 24 ottobre 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) KUNST MERAN MERANO ARTE, Merano

INFO T. +39 0473 212643

Da martedì a sabato 10.00 - 18.00 Domenica e festivi 11.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.kunstmeranoarte.org

SALVO

Privitera

GEOMETRIA DI COLORE 2021, tecnica mista con acrilici su tela, 50x50 cm.

“I colori della terra e della natura, simbolo di vitalità, fertilità e speranza, di spiritualità e creatività, prendono forma adagiandosi l’uno con l’altro in una composizione geometrica del colore.”

PASSIONE 2021, tecnica mista con acrilici su tela, 50x50 cm.

“Qui il protagonista è il colore, che prende forma, non necessariamente definibile, dando energia e forza all’opera. Il rosso è “PASSIONE” e viene accostato al giallo. Quest’ultimo mescola energia e leggerezza, per una visione più gradevole all’occhio dell’osservatore.”

privi_arte Le opere di Salvo

Privitera

Davide Nido

Personale alla Showcases Gallery di Varese

di PalMira riGaMonti

Showcases Gallery, in collabora-

zione con l’Archivio Davide

Nido, presenta una rassegna delle opere di Davide Nido (1966-2014) importante artista contemporaneo, dal brillante percorso professionale che lo ha visto docente nell’Accademia di Belle Arti di Napoli, di Torino e successivamente di quella di Brera, vincitore del prestigioso Premio Internazionale di Arte Contemporanea a Serre di Rapolano e al Padiglione Italia curato da Luca Beatrice e Beatrice Buscaroli nella Biennale di Venezia del 2009. Artista importante, geniale, internazionale, la cui carriera è ricca di esposizioni presso Gallerie italiane ed estere, e le cui opere sono attualmente presenti nelle collezioni di diversi Musei e privati. Nido, ispirandosi al mondo naturale ha saputo dar vita ad un linguaggio formale astratto, nuovo e personale, in cui partendo dalla struttura geometrica dell’immagine e dalla sintesi della for-

PUNTINI… PUNTINI…

25 giugno – 08 agosto 2021 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Showcases Gallery, Varese INFO T. +39 0332 237529

Da lunedì a venerdì 09.00/12.30 - 14.30/18.30 Sabato e domenica su appuntamento

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.showcasesgallery.blogspot.it

ma geometrica primordiale, utilizzando il colore e trame di materiali sintetici, come colle siliconiche sciolte a caldo, ha dato vita ad un linguaggio espressivo globalizzante e poetico. I suoi “Coriandoli” colorati, che invitano lo spettatore ad una relazione intima quasi tattile, in cui la forma circolare si ripete all’infinito, sono opere in cui il colore si dispone come se si adagiasse su una trama, manifestando la ricerca del silenzio, mediante un apparente rumore percettivo. Nelle “Persistenze mutevoli’ coglie l’attimo di apparente immobilismo di un sistema in continua mutazione, libero e senza confini, e in questa “cristallizzazione” sintetizza, la sua visione del concetto di “non finito” e allo stesso tempo di Infinito. Con le opere “Natura viva” Davide Nido, crea delle gigantesche ragnatele realizzate con Nylon e Bostik, realizza dei grandi nidi, utilizza la sua grande maestria nella gestione dei materiali per ribaltarne la scala dimensionale reale, e per proiettare lo spettatore nel mondo naturale, non da protagonista privilegiato. Davide Nido, con il suo talento artistico, con la sua ricerca e con la sua capacità tecnica, in cui la materia è mezzo espressivo e soggetto, ha saputo con le sue opere, farci parte della sua visione e coinvolgerci nel suo mondo poetico, silenzioso ma estremamente raffinato. s l

[1] Davide Nido BUBBLE GUM 2013, 80x80 cm. [2] Davide Nido 25.06.2011 100x90 cm. [3] Davide Nido ORBITALI 2010, 90x90 cm. [1]

[2]

[3]

Giuseppe Grieco EditorDreams

www.editordreams.it

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