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Giulio Romano

Il designer del Cinquecento

di Mario GaMbatesa

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Dallo scorso 8 ottobre a Mantova, in particolare nelle grandi sale di Palazzo Te, è possibile ammirare la mostra intitolata

“Giulio Romano. La forza del-

le cose”. L’esposizione, visitabile fino al prossimo gennaio, mette in luce il prodigioso talento da designer dell’artista attraverso i vari oggetti concepiti per contribuire alla creazione dello “stile

di vita” della corte dei signori

della Mantova rinascimentale. Il genio di Giulio Romano, anche nella realizzazione degli oggetti, era ben noto fin dal passato, tanto che Giorgio Vasari citò per ben due volte nelle sue Vite, la

spettacolare credenza nella Sala

di Amore e Psiche a Palazzo Te. Da questa stessa credenza prende spunto il progetto espositivo, per

celebrare l’energia creativa di

Giulio Romano come designer di oggetti di alta rappresentanza, capaci di animare lo spazio della corte. Realizzati in materiali preziosi e decorati da forme che inneggiavano motivi classici, imprese gonzaghesche ed elementi naturali, armi, vasi, brocche, piatti, e perfino saliere e coltelli erano

espressione del raffinato gusto

della corte mantovana. In que-

Installation view “Giulio Romano. La forza delle cose”, Palazzo Te di Mantova Ph. Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te

sto senso, l’inesauribile fantasia di Giulio Romano ebbe un ruolo determinante nel trasformare

Mantova in un avamposto del

design cinquecentesco. La mostra, divisa in cinque sezioni, raccoglie un vasto corpus di progetti di Giulio Romano per armi e oggetti in argento provenienti da numerose istituzioni europee, i quali illustrano come l’artista avesse trovato proprio in questa produzione la dimensione ideale per esprimere la sua vena più fantasiosa, libera e originale. In mostra è possibile ammirare un

ricco album di progetti dell’ar-

tista, appartenuto a Jacopo Strada e conservato a Praga, qui esposto per la prima volta dopo un accurato restauro. Accompagnano le invenzioni di Giulio Romano alcuni straordinari disegni di famosi artisti cinquecenteschi che pure si cimentarono nella pro>>>

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Giulio Romano (ca. 1492 o 1499 - 1546) Sotto: Anonimo armaiolo milanese Progetto per lo scudo, detto del Plus Ultra Scudo detto del Plus Ultra ca. 1535-1540, penna e inchiostro bruno, ca. 1535-1540, acciaio, oro, argento, ø 538 mm. acquerellato, pietra nera, lumeggiature a biacca, Madrid, Real Armería su carta azzurra preparata, ø 408 / 411 mm. Ph. Patrimonio Nacional, Real Armeria, Haarlem, Teylers Museum 10000041 Ph. Teylers Museum Haarlem The Netherlands

gettazione di oggetti in argento, come Michelangelo, Francesco Salviati e Girolamo Genga; un’accurata scelta di quadri e una vasta selezione di raffinate opere di design italiano ed europeo del Cinquecento. In quel periodo gli oggetti in oro e argento erano soggetti a un continuo reimpiego, a volte succedeva perché il proprietario voleva aggiornarne l’aspetto o semplicemente utilizzarne il materiale per battere moneta. Il risultato di questa situazione è che nessun

pezzo d’argenteria progettato

dall’artista è giunto sino a noi. Per ovviare a questa mancanza, la mostra include cinque ricostruzioni tridimensionali, realizzate in collaborazione con Factum Foundation e Factum Arte avvalendosi della più sofisticate tecniche digitali, ispirate ad altrettanti progetti di Giulio Romano. s l QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE

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Sopra: Giulio Romano e allievi Camera di Amore e Psiche 1527, affresco Mantova, Palazzo Te Ph. Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te

A destra e sotto: installation view “Giulio Romano. La forza delle cose” Palazzo Te di Mantova Ph. Gianmaria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te

GIULIO ROMANO La forza delle cose

08 ottobre 2022 – 08 gennaio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Palazzo Te, Mantova

INFO T. +39 0376 367087

Lunedì 13.00 - 18.30 Da martedì a domenica 9.00 - 18.30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.fondazionepalazzote.it

Gabriele Marchesi

Nostalgia e dignità

di daniela Malabaila

Gabriele Marchesi ci ha abituato al suo talento nel trasmettere emozioni e concretezza con le sue opere, e la serie degli “anziani” non è da meno in questo senso. Piccoli capolavori che racchiudono sentimenti importanti, dalla nostalgia per il tempo, o per le persone che furono, alla caparbietà del non lasciarsi abbattere dalle difficoltà che la vita ci pone davanti. L’autore pavese riesce ancora una volta a dare risalto all’intimità del pensiero ritratto. Opere come “Fermezza” e “Pensieri lontani” sono un valido esempio di tutta la serie: il conosciuto gesto con la giusta dose di luce, la profondità dei lineamenti, la perfezione di rughe e barba, così come le ombre che crea l’età. Su tutto questo, è ancora una volta il sentimento reso che ha la meglio nell’osservatore; sentiamo forte la dignità di quegli occhi che ci stanno fissando in “Fermezza”, ci emoziona la malinconia profonda e triste di “Pensieri lontani”. Marchesi prosegue con successo la sua carriera artistica, in continua ascesa, con rinnovati consensi da parte di critica e pubblico. s l

Gabriele Marchesi - Fermezza 2018, pastello su tavola, 13x18 cm. Gabriele Marchesi - Pensieri lontani 2018, pastello su tela, 13x18 cm.

INFO contatto@gabrielemarchesi.pavia.it Gabriele Marchesi

GIORGIA PEZZOLI

Giorgia Pezzoli www.pgiorgia.wixsite.com/finicio

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