11 minute read

L’Avanguardia europea

Next Article
Giulio Romano

Giulio Romano

Lo scorso 30 settembre è stata inaugurata la mostra “Kandinsky e le Avanguardie. Punto, linea e superficie”, ” curata da Elisabetta Barisoni, Responsabile della Galleria di Cà Pesaro. La location è quella del

Centro Culturale Candiani di

Advertisement

Mestre, e qui vi rimarrà aperta al pubblico fino al 21 febbraio prossimo. Si tratta di un progetto originale di MUVE che attinge l’intero contenuto della ricchissi-

Kandinsky a MestreQUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte di daniela Malabaila Trovi la versione completa, L’arte supera i limiti in cui la sua epoca vorrebbe costringerla e annuncia il contenuto del futuro. W. Kandinsky “ CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it ma esposizione dalle proprie Collezioni, grazie al quale possiamo ammirare le opere di grandi artisti internazionali del ‘900: Wassily

Kandinsky, Paul Klee, Lyonel Feininger, Enrico Prampolini, Jean Arp, Victor Brauner, Joan Mirò, Antoni Tàpies, Yves Tanguy, Luigi Veronesi, Ben Nicholson, Karel Appel, Roberto Matta, Giuseppe Santomaso, Mario Deluigi, Tancredi, Mark Tobey, Emilio Vedova, Mirko Basaldella, Eduardo Chillida. Bruno De Toffoli, Julia Mangold, Luciano

Minguzzi e Richard Nonas. “Questa esposizione è costruita con i capolavori delle collezioni della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, uno dei nostri undici straordinari Musei - sottolinea Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia - per raccontare l’affasci-

nante viaggio dell’arte astratta dalla sua nascita al nostro con-

temporaneo. Molte di queste opere sono state acquistate dal Comune di Venezia in diverse edizioni della Biennale, altre sono state donate alla Galleria dagli stessi artisti premiati, a testimonianza di una lunga storia di stima e gratitudine che lega i Musei alla città e alle sue

Wassily Kandinsky_Kleine Welten I (Piccoli mondi), 1922 litografia a colori, cm 35,7 x 28. Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, donazione Paul Prast, 2020

KANDINSKY AND THE AVANT-GARDES Point and line to plane Centro Culturale Candiani, Mestre September 30, 2022 - February 21, 2023

This is a collection of prints that the Russian artist created in 1922, when he was teaching at the Bauhaus, then a major centre for innovative art. The techniques are different, each one chosen by Kandinsky for its unique character: lithography combines marks and colours to produce an image that is as close as possible to a painting, woodcuts are characterised by the interaction of foreground and background, while drypoint allows for precision of and study of lines. “Kandinsky and the avant-gardes - comments Gribaudi - confirms our desire to embark on a new phase of collaboration with the Centro Culturale Candiani, building on the important initiatives that the Fondazione has organised with the Centro Culturale Candiani since 2016. It is also a great opportunity to see an important nucleus of Ca’ Pesaro’s collections with new eyes, and I hope that these initiatives, given material form in an activity spread throughout the territory, will bear good fruit for the growth of our communities and for the return of national and international visitors to our country”. s l

Emilio Vedova - Europa 1950 1950, olio su tela, 123x126 cm. Ca’ Pesaro- Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Premio Contessa Volpi di Misurata, Biennale 1950

KANDINSKY E LE AVANGUARDIE Punto, linea e superficie

30 settembre 2022 - 21 febbraio 2023 Centro Culturale Candiani, Mestre

INFO prenotazionivenezia@coopculture.it Da martedì a domenica 10.00 - 19.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.muvemestre.visitmuve.it

Istituzioni culturali, ai collezionisti, ai mecenati e agli artisti”. Il percorso comincia con il più grande interprete dell’astrattismo, Kandinsky, e si chiude con una preziosa selezione di scultura, che completa il percorso con capolavori di Mirko Basaldella, Eduardo Chillida, Luciano Minguzzi e Bruno De Toffoli, a testimoniare la persistenza del dialogo tra astrazione e biomorfismo verso gli anni Cinquanta. s l

PILAR

XERCAVINS CASAS

Alegoría del pensamiento humano 2022, tecnica mista, 50x61 cm.

Pilar Xercavins Casas, artista di Sant Cugat del Vallés (Barcellona, Spagna), crea opere astratte in tecnica mista. “Ho provato diverse tecniche, la matita e il carboncino, l’olio, il gessetto colorato e l’incisione, fino a raggiungere i pigmenti naturali e creare il mio stile.” Prima di trovare la sua tecnica personale, ha sperimentando con piante, fiori e foglie, lasciandoli agire sulla tela sotto la pioggia ed il sole: “Ho scoperto così una trama di invecchiamento più simile a quello della natura. Più tardi, durante un viaggio in Marocco, ho scoperto i pigmenti naturali che mi hanno portato a creare la mia tecnica.”

Otoño en San Gimignano 2022, tecnica mista, 80x80 cm.

pilarxercavins@hotmail.com Pilar Xercavins Pilar Xercavins www.pilarxercavins.com

Alfredo Caldiron

La figurazione taciuta

di carla MarGone

L’ artista Alfredo Caldiron, nato nel 1939 nella provincia di Padova, nel 1954 si trasferisce in Piemonte, e dopo pochi anni inizia formalmente la sua attività artistica mostrando i suoi lavori al pubblico. Gli inizi lo vedono realizzare un figurativo legato al chiarismo lombardo, ma come possiamo vedere in queste 2 opere recenti, “Specchi d’acqua” e “In campo azzurro”, la

sua ricerca stilistica si è evoluta, nel

tempo ha esplorato e sperimentato, sempre alla ricerca della forma espressiva che meglio cogliesse i suoi messaggi. Passando dunque dall’informale a cui abbina il figurativo, arriva alla sua ultima manifestazione emozionale, in cui il colore è puro e la necessità della sintesi la fa da padrone. Dalle sue prime esposizioni verso la fine degli anni ‘50 ad oggi, Caldiron ha collezionato importanti riconoscimenti, sia dalla critica che dal pubblico, sempre attento alla sua produzione ed alle sue evoluzioni. Possiamo in fretta comprendere il successo dell’artista, osservando i suoi dipinti riusciamo infatti a scorgere immediatamente la scena “figurativa”, evocata anche dal titolo che accompagna l’opera, nonostante non ci vengano dati realmente tutti gli strumenti per “vedere” il racconto che Caldiron ci ha ritratto. Questo gioco di prestigio è tipico dell’artista di talento, oltre che di ricerca. s l

Alfredo Caldiron Specchi d’acqua 2022, acrilico, 90x110 cm.

A sinistra: Alfredo Caldiron In campo azzurro 2022, acrilico, 90x100 cm.

caldironalfredo@gmail.com Alfredo Caldiron alfredocaldiron.site123.me

Nero con punti

Èil museo d’impresa del Gruppo Unipol, negli spazi di CUBO, a Bologna, a mostrare l’opera “Nero con punti” di Alberto Burri dopo l’accurato intervento di restauro. “Prima di intervenire sul dipinto ci siamo avvalsi del supporto e della collaborazione di specialisti del

Fasi del restauro Alberto Burri - Nero con punti (dett.) 1958, iuta, vernice sintetica polimerica, vinavil, tela a tramatura sottile di fondo, 200x128 cm. Patrimonio artistico del Gruppo Unipol. Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello © 2022

Terminato il restauro dell’opera di Burri QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte di FlaVio ennante Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE

in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte.

CNR di Firenze e dell’Università BERTO BURRI Reloaded”Puoi abbonarti o richiedere una copia online: , con di Pisa, per individuare tutti i la cura di Ilaria Bignotti e la colcomponenti di questo capola-artshop.biancoscuro.it laborazione della prestigiosa galvoro, analizzarne la composizione, leria Tornabuoni Arte per il prevalutare i processi di invecchiamen- stito di quattro opere del Maestro to dei singoli materiali costitutivi che saranno poste in dialogo con e distinguere ciò che appartiene “Nero con punti” nelle due sedi ad un naturale invecchiamen- bolognesi di CUBO: Torre Unito strutturale dell’opera e ciò pol e Porta Europa. É quest’ultiche è frutto di un trattamento ma la location in cui si può aminconsueto”, spiega la Direttrice mirare l’opera restaurata, mentre del restauro Muriel Vervat, che nella Torre Unipol sono esposte ha lavorato in collaborazione con “Catrame”, 1950 (olio e catral’Istituto di scienze del patri- me su tela, cm 65 x 80), “Mufmonio culturale e l’Istituto di fa”, 1951 (olio e pietra pomice su fisica applicata “Nello Carrara”. tela, cm 65 x 80), “Senza titolo”, Per l’occasione è stato creato un 1952 (olio, vinavil, sabbia, sacco progetto artistico titolato “AL- e collage su tela, cm 73,7x65,1) e “Catrame”, 1950 (olio, catrame, sabbia su tela, cm 92 x 110). Questa è sicuramente l’occasione per interrogarsi di più sull’opera di Burri e sul colore nero, elemento cardine di questo progetto. s l

ALBERTO BURRI Reloaded

07 ottobre 2022 – 21 gennaio 2023 CUBO - Porta Europa/ Torre Unipol, Bologna

INFO T. +39 051 5076060

Lunedì 14.00 - 19.00 Martedì 09.30 - 23.30 Da mercoledì a venerdì 09.30 - 20.00 Sabato 09.30 - 14.30

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.cubounipol.it

Carlo Guarienti

Sogno o son desto? di rebecca Maniti

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it

Da un’idea di Vittorio Sgarbi, con la selezione di

Pietro Di Natale,

Vasilij Gusella e Stefano Sbarbaro, è nata la mostra “Carlo Guarienti. La realtà del sogno”, aperta fino al 22 gennaio 2023 presso il Castello Estense di Ferrara. Nato a Treviso nel 1923, Carlo Guarienti inizia la sua attività artistica nel 1946. Nature morte, ritratti e l’opera più significativa della sua prima attività, il “San Gerolamo” sono i lavori di questo periodo. Guarienti intraprende un percorso autonomo, che vira inizialmente in direzione di

un linguaggio fantastico e visio-

nario, mentre negli anni Sessanta sperimenta una tecnica basata sull’uso di intonaci scrostati, cretti, collage e di una resina sintetica mescolata a colore e sabbia. Dopo aver elaborato un bestiario sur-

realista ispirato a Max Ernst e

Aloys Zötl, diventa pittore di geometrie mentali, di forme pure, bidimensionali o solide, organizzate in rigorosi spazi prospettici.

La figura viene soppiantata da

linee, numeri, segnali stradali, forse per un richiamo alla Pop Art. Dagli anni Ottanta dipinge numerose nature morte, allestite

in atmosfere sospese, fra realtà e

irrealtà. Ma abbiamo ormai compreso la sua natura di sperimentatore, e così Guarienti esprime

la sua complessa poetica anche

nella produzione plastica, dove persegue una potente sintesi formale, tra modelli arcaici (etruschi e greco-romani) e suggestioni novecentesche (da Giacometti a Marino Marini), e nell’arte incisoria. L’occasione di questa retrospettiva è il novantanovesimo compleanno dell’autore, ed è così che la Fondazione Ferrara Arte e il

Servizio Musei d’Arte del Co-

In alto: Carlo Guarienti Nascita di una natura morta 1956, tempera su tela, 70x87 cm. Courtesy l’artista. Ph. Paolo Ragazzini

A sinistra: Carlo Guarienti San Gerolamo 1946, olio su tavola, 120x120 cm. Fondazione Cavallini Sgarbi

Un’opera non deve essere spiegata. Va osservata, ammirata, vissuta. Coloro che cercano di parlare delle loro opere, “ che pretendono di spiegarle, non sono artisti, ma raccontano storie. Carlo Guarienti”

CARLO GUARIENTI La realtà del sogno

29 ottobre 2022 – 22 gennaio 2023 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Castello Estense, Ferrara

INFO T. +39 0532 419180

Da mercoledì a lunedì 10.00 - 18.00

Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito

www.castelloestense.it

mune di Ferrara lo celebrano. “Nelle sue opere troviamo quello che la pittura metafisica aveva voluto rappresentare, fin dai propri inizi, con la ricerca di de Chirico: una dimensione essenziale, totalmente purificata, di puro pensiero, che viene a distillare e quindi a distanziare l’emotività. Pittura puramente mentale”, commenta Vittorio Sgarbi. Sono oltre cento le opere che indagano l’ampio e articolato percorso dell’artista, segnato da

un costante, quanto coerente,

processo di metamorfosi. s l

Carlo Guarienti La Madonna ed io (La sera di Anversa) 1975, caseato di calcio su tavola, 160x250 cm. Courtesy l’artista. Ph. Paolo Ragazzini

SILVIA BATTISTI

La follia di sempre: la guerra - 2015, acrilico su tela, 40x40 cm.

“È pittura, non sangue”

Il tributo di Torino al Maestro del thriller di lucia Garnero

QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it

Sopra: Dario Argento con Giuseppe Rotunno sul set de “La Sindrome di Stendhal” (Archivio Bellomo) Sotto: Clara Calamai sul set di “Profondo Rosso” (Archivio Bellomo)

Inaugurata il 5 aprile con la proiezione della pellicola restaurata del memorabile “Suspiria” e aperta al pubblico fino al 16 gennaio 2023, è ospitata presso la Mole Antonelliana. Stiamo parlando della prima grande mostra dedicata al celebre regista, sceneggiatore e produttore Dario Argento. Realizzata dal Museo Nazionale del Cinema e Solares Fondazione delle Arti, a cura di Domenico De Gaetano e Marcello Garofalo, questa rassegna rappresenta un omaggio al genio e all’opera del cineasta, visionario Maestro del thriller: un percorso cronologico attraverso tutta la sua produzione, dagli esordi de “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970) al suo ultimo lavoro “Occhiali neri” (2022), recentemente presentato al Festival del Cinema di Berlino.

Forte il legame tra Dario Ar-

gento e la città di Torino, da lui molto amata; spesso l’ha ritratta nelle ambientazioni spettrali dei suoi film, conferendole un’im-

magine inedita e perturbante,

ricca di fascino e mistero (emblematiche Piazza C.L.N. e Villa Scott in molte sequenze di “Profondo rosso” ). Per Argento, Torino è il luogo ideale per ambientare i suoi film. Lungo la rampa espositiva della Mole, il susseguirsi di memora-

This article is from: