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Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria, le Vie Cave

Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere

[32ª puntata]

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“Era il capodanno tra il 31/12/2018 ed il 01/01/2019. Eleda,

con i ragazzi dell’Istituto, dialogando di Arte nella Storia, avevano ormai maturato un acerbo ma ben definito stile di ricerca artistico, con cui poter procedere nel futuro. Questo “My Style” trasmesso ai giovani alunni, entusiasmava la guida

a continuare sul Filo del racconto... ”

Toscana © Photo by Adele Arati

le ricerche sull’Etruria erano sta -

Il tempo era passato in fretta, te estremamente interessanti e si agganciavano a tante altre antiche civiltà sparse nel mondo , ma ora a Sovana li aspettava Voltumna , l’essere biforme che racchiudeva in se sia l’essenza fem minile che quella maschile, in un intreccio d’amore e di pace. “Varima-te-takere” , l’essere con le gambe serpenti Emiri la chiamava “Ao” , usciti dalla dimora formi, unione dell’oscurità “Po” e della luce che diede vita al celeste

Avaiki-abzu, il mare primordiale sotterraneo

(“Po” e “Ao”, maschile “Rangi” ed al femminile Terra Atuana “Papa”.guidati dal suono matematico dell’acqua prodotto dalle spirali del Mana Generale e Individuale della dimora Avaiki-abzu, generarono il Bi_uni_ BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itverso- Finalmente Varima-te-takere fu libera/o e autolimentata/o da se stes sa/o all’infinito, nel suo finalmente essere un essenza finita.)Dopo anni di studio, per Eleda era ormai evidente che il mito poli - nesiano di Emiri e di Arivle poteva avere un fondamento storico, scientifico e sociale , considerando le due leonesse di pietra messe di guardia alla Tomba dei rilievi della famiglia dei Matuna a Cerveteri e a quelle di Sovana . I simboli della porta dei BiUniVersi riposti all’inter no. Tracce: era ormai su quelle antichissime orme di una rivoluzio naria storia delle origini . Il mito per il team risultava fondamentale, come fu per antichi popoli nel passato remoto, preservare oracolando il linguaggio madre. Il gruppo di ricerca era ormai giunto alle Vie cave di Pitigliano, l’an tica Statonia , Emiri ne era a capo e in mano aveva il disegno di S. Ain - sley dell’essere Bicaudata, all’epoca detta “della Fontana”, proveniente

Le Vie Cave, Pitigliano © Photo by Adele Arati

un :

, del 1848.

BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itda “Cities and Cemeteries of Etruria”Una trentina di strade intagliate, tra Pitigliano, Sovana e Sorano lungo trekking che li impegnò nei mesi successivi, nello studio del simbolismo inciso in quei megalitici labirinti. I “Ciclopici percorsi sacri dei Giganti” , così Emiri li definì, testimoniati da rinvenimenti in zona di statuette di personaggi molto alti e con cappelli a punta, similari ai bronzetti sardi e a quelle dei Kalasha Chitral del Pakistan (dalla collezione di Paolo Graziosi, esposti al Museo Etnologico di Fi renze) o agli Ostiachi della Siberia occidentale (senza dimenticare il misterioso idolo in legno di Sigir datato all’11.500 a.C. trovato in Rus sia nel 1890). Tutti erano accumunati da occhi grandi e sguardo pro fondamente intagliato nella roccia, come i giganti di Mont’e Prama a Cabras, in Sardegna, i Moai polinesiani, le colassali teste Olmeche o il guerriero di Capestrano , della popolazione indigena d’Abruzzo, visibile al Museo Archeologico Nazionale di Chieti.I ragazzi, una volta inoltrati tra

,

gli antichi solchi del Tufo vulcanico

non riuscivano a comprendere come l’antica civiltà di Rinaldone (an -

. tenata degli Etruschi) fosse riuscita a scavare quei profondi labirintiModelli di scavo che non hanno riscontro in alcuna tipologia mondia - le, salvo ricordare le più recenti Petra, in Giordania, o Hegra, in Arabia Saudita. Il 21 marzo 2019, giunsero al Parco Archeologico del Tufo di Sovana ,

via d’acqua per il fondovalle ed emblema simbolico per le sepolture

che qui sono poste. Il geo magnetismo, con la vicinanza della media valle del fiume Fiora, è ancora forte. Secondo i popoli, il fiume custodi va l’energia vitale della Madre Terra: era la scienza dei popoli primiti -

vi italici, legati al suono matematico dell’acqua, esattamente come

, erano dottrine, non riti, tramandate

per le guide Kahuna polinesiane

verbalmente dai Locumoni. Il Parco Archeologico di Sovana si presentò con una raffigurazione stac - cata (e a terra) dell’essere biforme Voltumna, che li indirizzò verso la . Si trovavano così davanti alla cavità tomba oggi chiamata della Sirena

una pietra pirami

disegnata da S. Ainsley nel 1848. Poco più avanti, dale ricordava esattamente la Piramide di Valchiarone , già visitata

riproduzione del Fegato di Piacenza, scultura legata

in precedenza, alla disciplina oracolare Etrusca . Erano di fronte a camere sepolcrali dell’antica Etruria, tra cui la celebre Tomba a Tempio Ildebranda , da tata dalla ricerca archeologica alla seconda metà del III sec. a.C. Queste cavità furono scavate nella roccia, verso l’infraMondo BiUni caratterizzate da uno o più corridoi funerali, i Dromos , tun Versale, nel spazio temporali, arricchiti di motivi geometrici. Strutture similari 119a quelle neolitiche pre-nuragiche di Sant’Andrea Priu , in Sardegna, del 3500-2900 a.c., ma molto antecedenti alle Etrusche e appartenente

Tomba Ildebranda Sorano © Photo by Adele Arati

120 alla cultura di Ozieri o a quella Maya, dall’altra parte del mondo. Emiri, rivolgendosi ai ragazzi, le nuove generazioni, aggiunse: “Qui le datazioni sono ancora confuse, come le indagini archeologiche sui popoli Giganti Rinaldoniani. Fanno pensare a segreti da nascondere , ma sappiamo bene che solo la cultura ci può e potrà rendere liberi; per vivere la vita finita, ma infinita Crea_R_E_Voluta da Varima-te-takere, l’Origine.”

,

in viaggio verso Orvieto

A giugno 2019, dai finestrini del Velimana

-

scorrevano le dolci colline agrarie della Toscana e l’osservatorio Rinal , scoperto

doniano dei megaliti di Poggio Rota del 2500/2300 a.C

nel 2005 dallo scrittore Giovanni Feo. Era evidente che qui visse una popolazione con grandi conoscenze astronomiche, legato al moto del Sole e della Luna e si ripromisero di visitare il sito in futuro. Il richiamo ad un bagno ristoratore nelle antiche sorgenti termali Etrusche, acque già conosciute ai popoli primitivi Italici e in seguito riutilizzate dai Ro - bagni de “Le Caldane”, a Gracciano : mani, li spinse a dirigersi ai antiche acque terapeutiche ricche di calcio, che sgorgano a una tempe rature di circa 20 gradi tra le mura antiche e creando delle incredibili piscine naturali . Questi specchi d’acqua della preziosa media valle del fiume Fiora, li stava accompagnando lungo l’antico canyon verso il la terale Parco Naturalistico Archeologico della principesca acropoli che sorge ai suoi piedi. Eve doveva

di Vulci e al Lago del Pellicone

raccogliere campioni di roccia vulcanica dall’anfiteatro, tuttora interes - sante a livello geologico perché frutto della sovrapposizione, a partire

-

da circa 50.000 anni fa, di ceneri, magma prodotti dal Vulcano Volsino, testimoni dell’attività geologica dei non lontani campi Flegrei . Emiri, di fronte alla maestosa cascata del lago, da sempre cornice per importanti film italiani, tornò ad aggiungere informazioni sui primitivi popoli:

“ I proto Villanoviani si unirono ai Rinaldoniani e ad altri indigeni Italici per costituire la Civiltà Etrusca

; quindi la cultura del Rinaldone era una delle progenitrici e lasciò vari siti megalitici (ricordo la piramide di Bomarzo, le mura ciclopiche e l’incisione della triplice cinta (dhatu) di Alatri) in dote al primo costituirsi di un’unità italica, anche se

suddivisa in libere federazioni.”. BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itVillanoviani e Rinaldoniani avevano la stessa cultura Gilanica (al greco gyné con aggiunto il termine liberare – lyein/lyo), come la defi niva Marija Gimbutas, ossia erano società fondate sul rispetto della donna e sulle pari opportunità . Entrambe condividevano il culto del - le acque ed erano collaborative e pacifiche. In seguito, la sociologa e saggista Riane Eisler, al concetto di Gilania ha contrapposto quello di Androcrazia (dal greco uomo/anér, andròs con accostato il termine go - verno – Kratòs), per identificare il cambio sociale avvenuto in seguito.Eleda, che aveva una profonda conoscenza sulle origini del mito e sull’u - guaglianza in base alle singole esigenze dei ruoli femminili e maschili

“ La massima atti -

BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itnella Storia, fece un’appunto sull’argomentazione: vità oracolare nella preistoria era femminile , poichè il maschile per la sua forza fisica era più addetto all’approvvigionamento, ma in sostanza i ruoli si aiutavano reciprocamente. La civiltà Etrusca fu l’ultima a permettere la parola alle donne prima dell’avvento del patriarcato . La donna Etrusca era libera con una dignità ed un’autonomia similare a quella dell’uomo, infatti i figli ereditavano entrambi i cognomi dei geni tori, come testimonia la Tomba dei Partuni a Tarquinia. Dunque le raf - figurazioni di Voltumna erano sia femminili che maschili, solo nel tempo altre culture gli assegnarono connotati iconografici femminili negativi ed il Parco delle Meraviglie di Bomarzo ne narra la Storia... ” Il fatto che nel 450 a.C., l’antico storico greco Erodoto, affermasse che gli Etruschi erano un popolo emigrato dalla Lidia nel X sec. a.C., regio - ne attuale della Turchia, aveva comunque una sua ragione testimoniata dal ritorno di Tangir in patria, in varie fasi storiche nel tempo, e nel suo pacifico lungo migrare per trasmettere la conoscienza.

25e apPunto: “La Crea_R_EvoluZione dell’artè, era dunque una nuova sorte di Revoluzione Pacifica, archivio di una memoria Per duta e Cuore del Mito”.

Il team si stanziò in questo territorio fino alla prima settimana di gen - naio 2020. Orvieto ormai li attendeva con le sue cavità, i misteri e con in testa le domande suggerite da Eleda qualche mese prima a Cerveteri, riguardanti il perché del continuo mutamento della pratica della sepol tura di questa civiltà e dove portassero le porte dell’aldilà, rappresentan - Adele Arati artiStà

ti gli ingressi della Bi_Uni_Versalità infinita...

Dromos della Tomba François

[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO

Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere e il reale si unisce all’intreccio del Filo virtuale della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Una Linea aKa, presente in ogni mia opera, dove tutto ebbe un 00_R_Inizio, in questa saga artistica Fanta-ma-Scientifica, per il bene comune Finito-ma-Infinito, in memoria del Popolo_00. Testi liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta-ma-Scientifici. <Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà> Lago del Pellicone, Parco naturalistico archeologico di Vulci © Photo by Adele Arati

Per maggiori informazioni www.adelearati00.com www.appunti00.com

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