BlogMagazine Aprile 2009

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N.2 Aprile 2009

http://www.blogmagazine.net

INTERNET

OTTENERE IL MASSIMO DA TWITTER

WEB DESIGN

L’estinzione di IE6 è davvero impossibile?

GAMES

Vivere giocando

cinema

ANGELI E DEMONI

COMPUTER

ALLA RICERCA DEL COMPUTER IDEALE

MOBILE

iPhone: Novità Firmware 3.0

SALUTE

SEI UN BLOGGER? Allora sei malato!

trend design

Design & Apple

COSTUME E SOCIETÁ Generazione POP PORNO

Secondlife: Avete

ancora una seconda

VITA?


www.isayblog.com


EDITORIALE DIRETTORE EDITORIALE Giuliano Ambrosio

Giuliano Ambrosio

PROGETTO GRAFICO

aka Julius

Giuliano Ambrosio

Blog: http://www.juliusdesign.net

AUTORI

Oltre ogni aspettativa Sembra ieri, quando mi è venuta in mente l’idea di creare un magazine sfogliabile scritto da soli blogger e oggi sono qui, soddisfatto e molto emozionato, a scrivere l’editoriale del secondo numero.

Daniele Di Gregorio Sergio Galvano Riccardo Mares Massimo Mastromarino Simone Trimarchi Gianni Alderighi Nicola Ballotta Fabio Praticio Fabiano Confuorto Daniele Aprile Tommaso Baldovino Giovanni M. Cusaro Chissenefrega

Il Progetto BlogMagazine durante il suo primo mese di nascita ha riscosso molto successo, con ben oltre 5.146 download del primo numero. Successo dovuto anche grazie alla partecipazione dimostrata durante la realizzazione del progetto da parte di tutte le persone. Non vi nascondo la grande gioia nel sapere che avremo uno spazio dedicato a svariati eventi, uno tra questi La fiera del Libro di Torino presentando in esclusiva il numero di Maggio attualmente in lavorazione BlogMagazine ha le idee chiare, vuole crescere e con l’aiuto di tutti voi sono sicuro ci riusciremo, l’obiettivo è di creare un media diverso, nel formato e nei contenuti, al fine di far percepire alcune tipologie di articoli con un taglio diverso, un taglio da Blogger. Vi ricordo infine che per questa fase sperimentale BlogMagazine non rappresenterà una testata giornalistica in quanto i contenuti e la rivista verrà aggiornata senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001 Vi auguro buona lettura...

Direttore Editoriale

Giuliano Ambrosio

BlogMagazine

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Visita http://www.link2me.it


N.2 Aprile 2009 SOFTWARE

INTERNET

Ottenere il Massimo da Twitter Twitter è un sistema di microblogging abbastanza popolare anche in Italia, usato per comunicare...

pagina 6

INTERNET

Second Life: Avete ancora una seconda vita? Second Life può essere considerato, dopo l’invenzione del web, una delle...

SALUTE

Sei un blogger Web Operating Systems: Deliri o Realtà? Allora sei malato!

Prima di parlare di web os, è necessario spendere due parole sul cloud computing...

pagina 26

L’estinzione di IE6 è davvero impossibile?

GAMES

Vivere Giocando

WEB DESIGN

La creazione di un sito Unire qualche immagine a del testo improvvisato può andar bene per un sito amatoriale, ma prima o poi...

WEB DESIGN

pagina 16

pagina 32

COMPUTER

Alla ricerca del pagina 10 computer ideale

L’estinzione di Internet Explorer 6 non è impossibile, ma esiste un ostinato settore di utenza duro a cedere....

Dura la vita da blogger! Ore e ore davanti al pc passate a scrivere e soprattutto ad informarsi e relazionarsi con altri blogger nei vari social network.

pagina 34 L’evoluzione dei computer negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante, questo si sa, ma l’utente medio è oggi fin troppo bersagliato da infinite configurazioni e formati, rimandendo spesso “basito” davanti a tanta “ricchezza”. Si trova quindi spesso in difficolta...

TREND DESIGN

Design & Apple Tra le tante azienda che in questi anni si sono distinte per la qualità e la ricercatezza del prodotto troviamo sicuramente Apple.

pagina 36

pagina 28 TECNOLOGIA

APPLE

Tom Taylor ad oggi deve ancora compiere 22 anni. E’ un ragazzo apparentemente timido e introverso, cappellino da baseball sempre in testa e aria....

iPhone: Novità Firmware 3.0

CityCat: L’auto del Futuro Entro la fine di questo anno, si prevede la vendita in India, di una macchina che va ad aria compressa, al posto di benzina.

pagina 40

pagina 22

COSTUME E SOCIETÁ

CINEMA

Angeli e Demoni Mancano ormai pochi giorni. Il conto alla rovescia è cominciato...

pagina 24

Smpre più spesso, parlando dell’iPhone, ci si trova a discutere delle sue lacune, ed alcune volte ci si imbatte anche in persone che mettono in discussione...

pagina 30

Generazione Pop Porno

Dopo aver dedicato fiction a poeti, santi, navigatori, musicisti e premi nobel, la bigotta televisione italiana ha deciso di sdoganare...

pagina 42


INTERNET A cura di: Daniele Di Gregorio

OTTENERE IL MASSIMO DA TWITTER 6

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gli argomenti di tuo interesse, e di poter entrare in contatto istantaneamente con gli autori delle stesse. Questo è già possibile grazie a molti strumenti

Daniele Di Gregorio aka Ikaro Blog: http://www.ikaro.net

Twitter è un sistema di microblogging abbastanza popolare anche in Italia, usato per comunicare con i nostri fan tramite messaggi non più grandi di 140 caratteri, e permette a nostra volta di seguire persone che riteniamo interessanti. In realtà è risaputo che twitter offre il meglio se viene utilizzato al di fuori del proprio giro di followers e di amici. Chiudi gli occhi ed immagina di poter ascoltare tutte le conversazioni che stanno avendo luogo in tutto il mondo. Immagina ancora di poter filtrare queste conversazioni per ascoltare solo quelle che riguardano

che semplificano la funzionalità di twitter tracking, grazie alla quale possiamo estendere la portata di twitter al di l di una semplice conversazione chiusa tra noi ed i nostri contatti. Twitterfall.com ad esempio è un ottimo strumento di tracking che serve a monitorare tutte le conversazioni che ruotano attorno a determinati argomenti, argomenti che possiamo identificare attraverso opportune keywords. Il sistema filtrerà tutte le conversazioni e ti mostrerà a cascata i twits che contengono tali chiavi dandoti modo di verificare on-the-fly le informazioni sull’autore quali numero di followers, update, paese di provenienza ed altro. Ma la vera potenzialità del sistema consiste nel fatto che puoi contattare queste persone, diventare loro follower, partecipare alle loro conversazioni ed utilizzare i loro twit col tuo account (per un ReTwit o altro). Twitterfall in particolare presenta anche una lista dei

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INTERNET A cura di: Daniele Di Gregorio

trend più vivaci del momento, ovvero le keywords più calde su cui ruota la maggior parte delle conversazioni nel mondo in quel momento. I trend potrebbero costituire un ottimo strumento per incrementare il proprio numero di followers; basta infatti twittare utilizzando la chiave che identifica quei trends per rendersi visibili ad un enorme platea di utenti. Per aumentare la tracciabilità dei tuoi twits puoi anche usare appositi token, ovvero keywords precedute dal carattere “#”, piazzate al di fuori della frase con il solo scopo di rendere quest’ultima più facilmente filtrabile e rilevante, in questo modo “#css #layout #wordpress Searching for a new theme for my WP blog” E’ efficace ma genera molto rumore. Una buona soluzione potrebbe essere quella di usare i token come parole della frase, in questo modo: “Searching for a #css based #layout for my #wordpress #blog” Il vero problema di queste tecniche è costituito dalla pericolosa facilità con cui possono derivare in mere operazioni di spam, alle quali twitter ha recentemente dichiarato guerra palesando l’intenzione di bannare gli utenti che utilizzano indistintamente il re-follow come tecnica per non rischiar di perdere ogni nuovo follower (come dire, visto che mi segui ti seguo a mia volta anche se non mi interessa, giusto per garantirmi un follower in più). Se le operazioni di twitter tracking servono per aumentare la quantità di contatti altri strumenti aiutano a filtrare la qualità degli stessi; si tratta di mrtweet.net, uno strumento veramente interessante che si prefigge lo scopo di individuare per tuo conto i contatti più prossimi all’interno del tuo

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network che sono rilevanti per i tuoi interessi. Ora chiudi di nuovo gli occhi ed immagina qualcuno che conosca perfettamente la competenza dei tuoi contatti e dei loro amici. Immagina che possa suggerirti con quali persone dovresti entrare in contatto per condividere conoscenza e potenzialmente creare un rapporto proficuo di natura professionale e anche solo personale. Anche questo esiste: è un servizio creato da Ming Yeow Ng e Yu-Shan Fung, fondatori di Discover.io, una interessantissima startup che si prefigge lo scopo di studiare e mettere in pratica sistemi per bucare il rumore di fondo del web 2.0 e raggiungere elementi rilevanti (contenuti, persone, strumenti) nascosti dietro di esso. Basta seguire l’account @mrtweet e lui si metterà al lavoro per individuare nella tua rete di contatti utenti e personaggi estremamente rilevanti per il tuo settore. Dopo un paio di giorni ti manderà un DM con il link al tuo pannello di controllo, nel quale sono elencati gli utenti che secondo MrTweet dovresti proprio tenere d’occhio. Basterà loggarsi al pannello di controllo usando il tuo account twitter e potrai interagire con loro. Purtroppo in Italia i nostri operatori non ci permettono di ricevere i twits via sms come avviene in altri paesi per ragioni di natura commerciale. Questo limite ci fa perdere la più grande potenzialità di questo sistema di microblogging, che è costituita dalla possibilità di poterne usufruire in mobilità senza necessariamente disporre di una connessione e tanto meno di un PC. Fatta questa doverosa osservazione che dire…. c’è un mondo là fuori. Basta prenderlo.


http://www.iloveagrigento.it


INTERNET A cura di: Riccardo Mares

SECON DLIFE: AVETE ANCORA UNA SECONDA VITA? Second Life (SL) può essere considerato, dopo l’invenzione del web, una delle più geniali rivoluzioni tecniche e di comunicazione degli ultimi decenni. Per i pochi sopravissuti all’attacco mediatico di massa per la sua promozione, che ancora non sanno di cosa si stia parlando, cerco di spiegarlo brevemente, aggiungendo qualche curiosità. Second Life è un ambiente virtuale, basato su modelli tridimensionali, che consente ai partecipanti di interagire tra di loro. Allo stato attuale in SL è possibile chattare, anche

Riccardo Mares aka Merlinox Blog: http://www.merlinox.com

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a voce (voice chat), condividere file e creare personaggi, ambienti ed oggetti coi quali interagire. Tutto ciò in prima persona attraverso il proprio personaggio denominato Avatar. Il progetto originario in realtà è un libro “Snow Crash” firmato da Neal Stepherson nel 1991. Una storia futuristica con protagonisti: hacker, virus e buoni di turno. Ma ciò che segna definitivamente la creatività popolare (un po’ come fu Matrix qualche anno fa) è il Metaverso: una rete mondiale velocissima in grado di connettere tutto con tutto: immaginate


una enorme sfera di connettività dal diametro di 1,6 volte quello della terra. Quindi arriva l’ora di Philip Rosedale, che nello stesso anno, crede nel progetto e vuole renderlo più “reale” possibile. E’ il 1999: fonda la Linden Lab e crea Linden World: una specie di videogioco con personaggi (avatar) primitivi. L’evoluzione continua fino al 2003 quando il progetto diventa Secondo Life: 16 server e 1000 utenti. Oggi SL (19 marzo 2009) conta milioni di utenti. Negli ultimi 60 giorni il

contatore del programma conta quasi 1,5 milioni di residenti. Al momento in cui scrivo ce ne sono 80.000 online. I server sono più di 3000 e in quel mondo è necessario utilizzare una moneta chiamata Linden Dollars il cui rapporto di conversione è di circa di 330 L$ = 1€. Cosa si può fare su SL Second Life vi catapulta in un mondo molto simile a quello reale. A differenza di First Life (la vita reale) esistono avatar non umani, potete volare e potete farvi teletrasportare da un luogo ad un altro: cosa che per ora nella vita reale non è possibile, al più che voi siate due minuscoli atomi. L’interazione tra gli avatar avviene tramite chat (testo+voce), mentre con gli oggetti l’interazione dipende da come sono stati programmati. Ad esempio un oggetto sgabello vi permette di sedervi. Un oggetto televisore vi permette di trasmettere dei video. Incrociando queste funzionalità, integrandole con la possibilità di creare autonomamente gli oggetti, le funzionalità risultanti sono infinite. I soldi (Linden Dollars) servono per avere una vostra zona privata, per caricare file, per comprare servizi o oggetti pre-costituiti. La mia esperienza su SL Recentemente sono entrato in Second Life, dopo molto tempo. Devo dire che la GUI (Graphic User Interface) è migliorata fortemente. E anche l’usabilità. Dopo un primo momento di sconforto ho cercato aiuto nei Blogger Italiani 2.0 (ricerca: second life) e i primi consigli sono stati di guadagnare qualche Linden Dollars, cioè la valuta di Second Life, tramite delle stanze in cui ti pagano per esserci dentro. Il concetto l’ho capito: il diretto corrispondente dei visitatori di un sito. Più una stanza è visitate più è un appetitoso luogo di advertising.

Qualche minuto di frequentazioni e mi sono reso conto che era pieno di Geek come me che cercavano di parlare con delle gnoccolone svestite, le quali a loro volta erano dei meri sponsor per siti / stanze per adulti. Ma che sia tutto così? La risposta è no, ma per trovare cose interessanti bisogna spulciare la blogosfera in cerca di SLUrl di qualità. Anzi pare che i creatori cerchino di frenare quanto possibile la pornografia 3d. Di qualche giorno l’annuncio di Linden Lab (vedi second life update) di aumentare i controlli e rimuovere il porno da Second Life, confinando gli amanti in una isola protetta e magari anche a pagamento (!!!). Ma a questo punto mi chiedo: non mi conviene pagare qualcos’altro? Ok… sono un antimoralista, meglio ritornare sul tecnico. La depressione Ma la vera domanda che mi porto adosso è: perché? Perché creare una situazione irreale, scusate virtuale, per fare ciò che comunemente nella vita facciamo? Perché utilizzare delle complesse metodologie per comunicare e ritrovarsi, quando già esistono strumenti molto più semplici e usabili per farlo meglio e gratis? Colto da depressione virtuale per non capire pienamente il successo del progetto, e sentendomi un po’ escluso dal mondo e un po’ retrogrado, ho deciso che era arrivato il momento di approfondire l’argomento. E’ perché non farlo con il re italiano della domanda riflessiva e del comunicato stampa? Con colui che tutto ha provato online per mera curiosità ma alla fine ne ha fatto un lavoro professionale di alto livello? Approfitto di una amicizia di lunga data e vi regalo questa intervista a Fabrizio Pivari, uno di quelli che in SL ci crede. Siamo sicuri?

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INTERNET A cura di: Riccardo Mares Ciao Fabrizio, a quanto pare l’onda di Facebook ha travolto il web a 360°. Anche i media tradizionali si sono dedicati all’attività di divulgatori del verbo del libro-faccia, tralasciando le mode di qualche mese prima.

d’animazione innovativo, entrate in Second Life costruite lo scenario, vestite i vostri attori e girate il vostro film. Forse il risultato finale è ancora un po’ artigianale ma potete fare il tutto dotati di sola buona volontà.

Una fra tutti la moda di Second Life, ormai dimenticato da blogosfera e stampa, ad esclusione di una intera puntata di CSI New York ambientata interamente nel mondo virtuale. Marchetta, volontariato o caso?

Siete

So che da anni tu sei uno degli italiani che più crede nel pixelato mondo di SL e sicuramente uno dei primi ad aver curato direttamente o indirettamente investimenti nel network 3D. Da dove nasce questa tua forte passione? Da sempre l’informatica e ora internet, grazie ai media, sono stati bollati con gli anni di specifiche tecnologie: -l’anno della push tecnology -l’anno del CRM -l’anno del nanopublishing -l’anno di Second Life Per quell’anno sembra che esista solo quello sulla faccia della terra e le aziende che non investono in quella tecnologia sono out. Ovviamente la realtà è diversa ma il giochetto è bello per tecnici, media, aziende informatiche... La mia passione per Second Life nasce da una considerazione semplice: per fare alcune cose non esiste ancora niente di meglio. Immaginate un mondo vuoto dove vi viene data la possibilità di costruire quello che volete. Ovviamente è un mondo virtuale ma le possibilità soprattutto negli ambiti creativi sono incredibili. Siete un regista e volete fare un film

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un

artista

e

volete

fare

un’installazione virtuale: entrate in Second Life e vi potete sbizzarrire senza limiti alla fantasia. Vi piace suonare uno strumento e vorreste suonarlo in diretta per un pubblico di amici sparsi per il mondo: li invitate in uno spazio Second Life, suonate a casa il vostro strumento trasmettendo la musica direttamente in streaming su Second Life. Siete un architetto: potete costruire la vostra città perfetta e farla vedere ai vostri estimatori. Altri settori molto incoraggianti sono quello della formazione, delle conferenze, degli eventi, ... I limiti del software Second Life non sono pochi ma al momento non vi sono vere alternative. Mi piace molto la tua visione dell’ambiente Second Life, ma non ti sembra un po’ presto per il mondo. Più precisamente per gli italiani, spesso ancora in difficoltà con browser e alle prese con un problema di digital dividing che ci sta posizionando come uno dei paesi più arretrati di Europa e non solo?

evento, magari tramite un SLurl (indirizzo di Second Life per arrivare in un preciso luogo, ndr), parteciparvi e uscire senza conoscere necessità di conoscere lo strumento e “il mondo”. E’ come se con il teletrasporto vi ritrovaste per un concerto ad Honolulu, lo ascoltaste e ritornaste a casa. Si può girare, conoscere persone, ritrovarsi con amici e chattare o parlare. Si può contribuire a modificare/costruire il mondo creando edifici, oggetti, vestiti, opere d’arte, programmi, ... Si possono girare film, tenere corsi, ...

Nella vita reale (real life / first life) vi sono diverse “livelli” possibili di vivere la propria vita spesso dovuti alla propria cultura/formazione. Nello stesso modo in Second Life ci sono diversi “livelli” possibili di vivere la propria vita Second Life dovuti alla Nella tua esperienza di consulente propria cultura/formazione informatica hai mai consigliato ad un cliente e di conoscenza delle strumento. campagne marketing su SL. E se Si può semplicemente entrare per un si, come sono stati i risultati?


Nei tempi d’oro di Second Life ovviamente si e si trattava di progetti ambiziosi. Per fortuna non sono stati accettati. I tempi d’oro di Second Life sono finiti come finirono i tempi d’oro della new economy e come oro sono finiti i tempi d’oro della speculazione. I nuovi progetti Second Life hanno le stesse problematiche dei nuovi progetti real life: progetti a medio lungo termine dove raggiungere, con fatica, i risultati giorno dopo giorno. Il tuo “per fortuna” nelle ultime frasi sembra quasi denotare uno sconforto per uno strumento dove sono stati investiti milioni di dollari e che ormai sta sfumando. Sbaglio? A questo punto concludo con due domandine impegnative, ma che penso che i

lettori apprezzeranno molto, visto la stima che in molti nutrono per te. Quale sarà il futuro di Second Life e soprattutto dopo SL e Facebook cosa o chi sarà il futuro? Sbagli. E’ il miglior strumento al momento disponibile in alcuni settori. Questo non vuol dire che non ci siano migliorie da apportare o che lo strumento sia perfetto. Riguardo al futuro di SL due sono i punti basilari: 1)Quanto Linden Lab potrà ancora investire in SL per migliorarlo? 2)Quanto tempo/investimenti gli utenti/ aziende spenderanno per creare progetti SL di qualità? Se confrontiamo la ripresa di internet dopo la bolla speculativa della new economy con la possibile equivalente

ripresa di SL l’unica grossa incognita è che dietro SL c’è un unico attore (appoggiato da IBM e altri) che è Linden Lab. E’ un investimento ad alto rischio senza una sicurezza di continuità. Ma architetti, artisti, registi, formatori, musicisti, ... con il pallino della sperimentazione lo stanno usando per progetti sempre più seri. Per quanto riguarda il futuro di internet mi sento di rispondere con sicurezza: servizi ai “non computer”. Oggi/domani servizi ad oggetti mobili a schermo ridotto. Dopo domani servizi di tipo m2m. Ad oggi tra gli esempi più riusciti sono le webcam che in tempo reale ci fanno vedere alcuna situazioni come lo stato della neve e del tempo a Cortina ma il domani ci riserva di tutto e di più.

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Abbiamo cambiato idea? Sinceramente io mi sono giocato anche l’ennesima carta e ho provato ancora un po’ a giocare con Second Life ma ancora non sono convinto. E voi? E se per esempio avesse ragione anche Ikaro, che sostiene: La grande campagna dei media su SL dell’anno scorso serviva proprio a questo a mio avviso; serviva a popolare questo mondo virtuale per creare un terreno fertile ove far attecchire nuove forme di marketing, pubblicità e business. Però non era stata considerata una cosa; tutto quello che veniva promesso su SL era già possibile senza SL (e-learning, cyber sex, noleggio alberghi, consulenze, …). Se questi erano i motivi per entrare in SL, gli utenti si sono resi immediatamente conto che era già tutto fattibile, ed i maniera più semplice, con altri strumenti.

ma solo bellissime pagine markettare dove vengono elogiati i pregi e le infinite possibilità della piattaforma.

E il resto del mondo IT? Beh il colosso di Mountain View, sir. Google, non poteva certo rimanere a guardare e a luglio 2008 lancia il “rivoluzionario” Lively. Una sorta di Secondo Life de noaltri, dove i mondi sono “ermeticamente” divisi in stanze non comunicanti e invece del viewer in forma di programma c’è un plug-in per Internet Explorer e Firefox. Un vero successo… 6 mesi di attacchi blogosferici e una death white page con queste parole: The experiment ended December 31, 2008 Acasa!!! Purtroppo una morte annunciata (anche da me… “Lively: il giorno dopo”): non aveva un senso, ancora meno di Second Life.

Il mio punto di vista Siamo stati risucchiati all’interno di una bolla mediatica che prima o poi scoppia o si sgonfia con tutti i L$ al proprio interno? Tanto per regalarvi altri numeri il fondatore del Lindel Lab ha raccolto in questi anni poco meno di 20 milioni di dollari (statunitensi!) per finanziare il proprio progetto e si è accerchiato da partner del calibro di eBay, Amazon e Lotus.

Second Life o Lively il mio punto di vista non cambia. A questi mega progetti manca una cosa fondamentale. Possono avere finanziamenti infiniti e i media che si prostituiscono pur di scrivere l’articolo più bello. Ma sempre lì nel lungo periodo si cade: non ci sono validi motivi per cui la gente possa perdere il proprio tempo lì dentro, e pagare pure.

Sta di fatto che negli ultimi mesi Reuters e molte altre aziende hanno abbandonato la propria isola e nemmeno restando buoni amici. Adam Pasick, funzionario proprio di Reuters dice:

Qualcuno estrarrà of Warcraft (il

“We were primarily interested in Second Life as a business/ commerce/finance phenomenon, covering it like we would any small but fast-growing economy in the real world. The bureau is now closed (21 novembre 2008, ndr). Essentially the story we were there to cover has moved on.” (via Vallerywag) Mentre il cronista, sempre di Reuters, ammette: “The very things that most appeal to Second Life’s hardcore enthusiasts are either boring or creepy for most people: Spending hundreds of hours of effort to make insignificant amounts of money selling virtual clothes, experimenting with changing your gender or species, getting into random conversations with strangers from around the world, or having pseudo-nonymous sex” (via Vallerywag) Penso non sia necessaria la traduzione. Non ci resta che stare a vedere, consci però che negli ultimi tre anni non ci sono stati rumors in merito a nuovi finanziamenti,

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dal cilindro l’esempio di War più importante MMORPG* in


commercio): ragazzi lì lo scopo c’è ed è ben preciso.

< 1% - Un’ora a settimana

Uno scopo che fa correre 22 uomini come pazzi dietro a un pallone e 12 canguri da una parte all’altra della rete: vincere, essere il migliore, competere. Vi sembra poco?

< 1% - Vivo su Second Life (praticamente)

Ultimo round La situazione in questi giorni sembra abbastanza critica. Basta una ricerca su Google News o su Digg per accorgersi che qualcosa sta cambiando: blogosfera e media annunciano un declino irreparabile per SL. E il suo CEO cosa fa? Rilascia una intervista che congela tutti: Residents spent about 41.5 million hours (+46%, ndr) total in Second Life in January, as opposed to the 28.3 million hours users spent in the virtual world the same month in 2008, according to Linden. A questo punto che dire? Forse che non abbiamo capito nulla? Vi lascio con un piccolo sondaggio che ho condotto online con poco più di un centinaio di risposte: ecco i risultato.

Parliamo di un 93% di buoni motivi per non investire un cent nella piattaforma e in eventuali campagne marketing tridimensionali. Speriamo sia solamente un problema legato al mio sondaggio, che proverò in futuro a replicare in lingua inglese e vi aggiornerò. Nel frattempo vi auguro un buon futuro, fatto di piacere e soddisfazioni reali. Tanto ci si sente sempre via Facebook, dove il virtuale va a braccetto con il reale per decretare un successo senza precedenti! Vi lascio con un ultimo grafico in cui vi dimostro come gli italiani, anche su SL si riescano sempre a distinguere: la rappresentazione degli accessi mondiali! Siamo incredibilmente secondi, prima del Brasile e della Francia.

A me spesso piace parlare con i fatti, e i grafici del trend che allego parlano piuttosto chiaro, sia a livello mondiale sia a livello nazionale. Conosci Second Life? Ci hai mai vissuto per un po’? 36% - Non so nemmeno cos’è 32% - So cos’è ma non ho mai provato 25% - So cos’è ma non ci perdo tempo 5% - Ci passo un’ora al mese 1% - Un’ora al giorno

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WEB DESIGN A cura di: Massimo Mastromarino

L’ESTINZIONE DI INTERNET

Campagna di Sensibilizzazione IE6 | 1° Classificato b4ndito

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EXPLORER 6 E’ IMPOSSIBILE? Massimo Mastromarino aka DesMM Blog : http://www.desmm.com

L’estinzione di Internet Explorer 6 non è impossibile, ma esiste un ostinato settore di utenza duro a cedere. Chi persiste nell’utilizzo di IE6, dal momento in cui ha installato Windows XP non si è mai preoccupato di aggiornarlo. È solito associare “internet” alla classica icona “e” di Internet Explorer e vive nella convinzione che non esistano alternative, o nessuno gli ha mai suggerito che utilizzando altri browser potrebbe guadagnare una navigazione più sicura, veloce e facile. Anche se a malincuore, Il buon web designer non può ignorare l’esistenza del 17% di utenti (stando alle statistiche w3scools aggiornate a febbraio 2009) che utilizza ancora IE6, pur trovandosi spesso a fare “salti mortali”. Sicuramente chi si è scontrato con l’esigenza di rendere compatibili le proprie pagine html con i diversi browser (cross browsing), si sarà accorto che un sito creato con Firefox non trova molte differenze se confrontato con Safari, Opera o Chrome. Tornando in casa Microsoft, con IE7 le cose cominciano a destabilizzarsi, approdando poi su IE6 non di rado si scopre il disastro. Inoltre più la creatività vuole spingere verso soluzioni più articolate e fantasiose, più sarà inevitabile fare i conti col vecchio browser di Microsoft. Confortanti sono invece risultati i primi test con IE8. Allora si stava meglio quando si stava peggio? Le pagine web eccedevano di celle e tabelle (neanche fossero state fatte con Excel) ma riuscivano a soddisfare il 90% degli internauti che riconoscevano IE6 come l’unico browser. Microsoft, ha per lungo tempo trascurato il proprio browser, agevolando così la nascita di nuovi, primo tra tutti Firefox, che hanno dimostrato da subito maggior velocità e sicurezza, oltre che strumenti che facilitano la navigazione. Nella speranza che col tempo questo browser si

estingua definitivamente, iniziative per velocizzarne il trapasso non mancano. Google ha di recente deciso di interrompere il supporto Gmail su IE6 in modo da ridurre tempi e spese di sviluppo per le proprie applicazioni. Consigli dal Web designer Quali sono gli strumenti che un Web Designer può adottare per riuscire ad allineare il proprio lavoro anche con IE6? Non è facile rispondere in poche righe. Proverò a svelare qualche trucco del mestiere degli “htmllisti”. Un ottimale struttura basata sulla composizione di contenitori DIV posizionati grazie alle proprietà CSS “float” e “position”, è già un buon punto di partenza. A volte potrebbero tornare utili alcuni “trucchetti” CSS, questi vengono comunemente chiamati hack CSS, ne esistono diversi e molto utili. Grazie a questi è anche possibile utilizzare le trasparenze delle immagini PNG24 su IE6. Quello che preferisco, e da me simpaticamente nominato “Super Hack”, ha la capacità di comandare distintamente tre gruppi IE6, IE7, e gli altri Indispensabile è possedere una versione di IE6 ma su di un sistema aggiornato non è possibile affiancarlo ad IE7. Una soluzione può venire da Multiple IE (tredosoft. com/Multiple_IE) all’interno del quale potrete trovare una versione di IE6 stand-alone. Anche se personalmente consiglio l’installazione una macchina virtuale VirtualBox (www.virtualbox.org) con Windows XP ed il suo “inseparabile” IE6. Esiste una versione Lite di Firebug per IE6, che non richiede installazione (getfirebug.com/lite.html). È sufficiente inserire un link nel bookmark, sono diverse le mancanze dalla della versione Firefox, ma può essere un valido aiuto.

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Campagna di Sensibilizzazione IE6 | 2째 Classificato Linux29

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Campagna di Sensibilizzazione IE6 | 3째 Classificato fabiosecci

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GAMES A cura di: Simone Trimarchi Simone Trimarchi aka AKirA

VIVERE GIOCANDO

Blog: http://www.insidethegame.it

Tom Taylor ad oggi deve ancora

puntata della serie di documentari

e

compiere 22 anni. E’ un ragazzo apparentemente timido e introverso, cappellino da baseball sempre in testa e aria stralunata. In realtà la grinta non gli manca ed è un vero e proprio leader, un trascinatore, un eccellenza. Guadagna circa 150.000$ dollari l’anno, ma i soldi non sono tutto nella vita; la celebrità è molto meglio e a Tom non manca neanche quella. E così conosciuto che in America gli hanno dedicato numerosi servizi televisivi, come una

“True Life” di MTV; inoltre il suo viso da bravo ragazzo, è stato stampato su 175 milioni di bottiglie di Dr. Pepper e Diet Dr. Pepper, una notissima bibita gassata a stelle e strisce che per la prima volta utilizza una partnership con un’atleta per sponsorizzare i suoi prodotti. Ma Tom di atletico ha ben poco e nonostante il suo fisico prestante potrebbe indurre qualcuno a pensare che non se la cavi male negli sport, la sua celebrità deriva da un attività sedentaria

sfigati: i videogames. Prima che il mondo conoscesse il suo nome e il suo volto, infatti, Tom era famoso grazie al suo nickname Tsquared, che significa semplicemente T al quadrato . Qualunque americano che abbia preso parte ad una partita con lui su un server di Halo, si ricorderà di un avatar più in gamba degli altri letteralmente impossibile da fraggare . Per chi non avesse mai messo piede nell Arena virtuale, un Frag è semplicemente un punto negli sparatutto in soggettiva: un contatore che tiene conto di quante volte si è riusciti ad eliminare gli avversari e che quindi rappresenta tutto per i patiti di Sport Elettronici .

considerata,

storicamente,

da

Tom Taylor infatti non è un atleta, è un cyber-atleta ed è solo la punta dell iceberg di una scena in piedi da dieci anni che ha trovato negli Stati Uniti d America, nella Germania e nella Corea del Sud i teatri giusti per riempire palazzetti dello sport e studi televisivi. Tom è stipendiato dalla Major League Gaming, cioè dal più importante circuito professionistico americano di sfide di videogiochi o,appunto, di Sport Elettronici. Mentre una vittoria sul divano contro un amico ad un simulatore calcistico rende solo ebbri di soddisfazione personale, la Major League Gaming permette a ragazzini di poco più di vent anni (e in tantissimi casi più giovani) di diventare star strapagate che hanno la prerogativa di saper usare benissimo un joypad e l’Xbox

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360, console sulla quale si tengono la maggior parte dei tornei di un certo livello. Le sfide della MLG vengono giocate “live” davanti a migliaia di appassionati e sono trasmesse in diretta televisiva su ESPN il più importante network sportivo americano. Ma che gli americani fossero console oriented c era da aspettarselo; questo passatempo in verità è nato dieci anni prima sul PC e la vera patria di giocatori strapagati e famosi è la Corea del Sud. Nel 1998 Blizzard Entertainment, una software house famosa soprattutto per videogiochi di strategia e per la serie Diablo (ed ora diventata artefice del fenomeno più importante nella storia del medium videoludico: World of Warcraft, un mondo virtuale e persistente con 11 milioni di giocatori abbonati), diede alle stampe un RTS futuristico chiamato Starcraft, uno dei primi giochi simili ad avere una modalità online per gli scontri singolari o di gruppo. Si tratta di una specie di partita a scacchi, solo ambientata nell universo di Starship Troopers: ogni giocatore controlla una base e delle truppe tramite le quali deve surclassare l equivalente esercito dell avversario. Nemmeno gli stessi programmatori californiani (Blizzard ha sede ad Irvine) potevano pensare che Starcraft sarebbe diventato il vero primo Sport Elettronico della storia, disciplina inamovibile dei

World Cyber Games, le olimpiadi dei videogiochi. E sicuramente non avrebbero mai potuto immaginare che in Corea del Sud potessero nascere ben 3 reti televisive dedicate esclusivamente a partite di Starcraft e ai tornei professionistici Starleague, Ongamenet e MBCGame. Neanche con la palla di vetro avrebbero potuto prevedere che Lim Yo-Hwan, meglio conosciuto come SlayerS_ BoxeR , sarebbe arrivato a guadagnare circa 500.000$ tra premi dei tornei, ingaggi televisivi e sponsor, solamente giocando a Starcraft. Questo invece è ciò che è successo e nonostante ora Lim si sia praticamente ritirato dai circuiti professionistici perché troppo vecchio (ha 28 anni), passerà alla storia come il Cyber Atleta più famoso e più pagato di sempre, l’unico che oltre ad apparire in spot televisivi e sui cartelloni pubblicitari,

terre lontane e diverse, anche in Europa c è la possibilità di vivere giocando, almeno finché i riflessi reggono. La Germania, con stipendi ovviamente molto inferiori alle grandi cifre decantate poco sopra, è il paradiso del Vecchio Continente in tal senso. Lì esiste un campionato professionistico da circa 500.000 giocatori (la Electronic Sports League, meglio conosciuta come ESL) le cui finali si tengono di solito in fiere come quella di Lipsia o Colonia; niente televisione in diretta, piuttosto web streaming, ma chissà che non sia solo questione di tempo. Altrimenti bisogna viaggiare in lungo e largo per guadagnarsi la pagnotta come giocatori, investendo sulle proprie capacità e tentando di tenersi a galla con i soli premi dei tornei, di solito comunque abbastanza cospicui (il primo premio per le olimpiadi sono circa 20.000$). Così ha fatto

abbia anche dato alle stampe un libro sulle sue strategie, divenuto un best seller in patria. Proprio come Totti e il suo “Mo Je Faccio er Cucchiaio” e l equivalenza tra calciatori italiani e Pro Gamer coreani non è poi così impossibile: anche loro escono con le veline, inventano linee di abbigliamento ed hanno DVD riepilogativi che mostrano le migliori giocate in carriera in edicola.

Alessandro Avallone, di Genova, in arte “Stermy”. L’unico videogiocatore professionista tricolore; unica persona su circa 60 milioni a poter affermare che i videogiochi non solo gli fanno bene, ma portano anche alla ricchezza (nel 2005, la sua migliore annata, ha guadagnato sui 150.000$).

Ed è così che si chiamano i giocatori professionisti: Pro Gamer, e nonostante America e Corea siano

Nei tempi che stiamo vivendo, fatti di crisi e precariato, quella del videogiocatore professionista probabilmente non è la strada più facile da battere, ma almeno il divertimento è assicurato.

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CINEMA A cura di: Gianni Alderighi

“ANGELI E DEMONI” -

regista Ron Howard.

Gianni Alderighi aka Pompiere Blog: http://pompiere.wordpress.com

Mancano ormai pochi giorni. Il conto alla rovescia è cominciato. “Angeli e demoni” sta per concretizzarsi in immagini dopo esser stato per 9 anni protagonista delle pagine di uno dei più avvincenti romanzi di Dan Brown, lo scrittore de “Il codice da Vinci”. E così come per “The Da Vinci Code” anche per “Angels & Demons” si è interessato alla trasposizione il

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La storia chiama ancora a raccolta il professor Langdon (interpretato da Tom Hanks) questa volta sulle tracce degli Illuminati, una setta antireligiosa creduta estinta che sembra risorgere in coincidenza del rapimento di 4 cardinali in procinto di sostituire il Papa, appena deceduto. L’avventura si trasferirà così a Roma durante il periodo del conclave e accoglierà le vicissitudini del professore, sospeso tra principi legati alla Fede cristiana e razionali dogmi scientifici. Iniziano qui gli scorrazzamenti attraverso la Città Eterna, alla ricerca dei cardinali rapiti. Il docente Robert Langdon scoprirà così alcune meraviglie della nostra capitale: il Pantheon, la Chiesa di S. Maria della Vittoria (con la magnifica scultura del Bernini rappresentante “l’Estasi di S. Teresa”), Piazza Navona con la Fontana dei Quattro Fiumi (altra opera del Bernini) e, ovviamente, Piazza San Pietro con i suoi Archivi Vaticani e i registri ivi custoditi.

I cardinali sequestrati inizieranno a morire uno dopo l’altro marchiati al fuoco degli ambigrammi rappresentanti i quattro elementi naturali delle cose: Terra, Aria, Acqua e Fuoco. Si immaginano già frotte di turisti in corsa contro il tempo (confesso che anch’io mi sto scaldando i muscoli) assetati di curiosità, anch’essi immaginifici protagonisti di una fantastica avventura sulle tracce dell’assassino con l’occasione di riscoprire Roma in modo un po’ insolito in uno stimolante gioco investigativo. Viene insomma la voglia di andare a vedere con i propri occhi i disegni e le sculture nascoste nelle Chiese di Roma per cercare di ca(r)pirne il significato dei simboli. Sappiamo che il Vaticano è stato ricostruito in parte negli studi hollywoodiani e in parte nella Reggia di Caserta (sempre “roba” di casa nostra si tratta) ma tutte le altre location avrebbero rispettato l’originale di Brown a eccezione delle Chiese di S. Maria del Popolo e di S. Maria della Vittoria, negate


MISTERO NELLA CITTÁ ETERNA

alla produzione dalle gerarchie ecclesiastiche timorose di veder leso, attraverso il film, il loro comune senso religioso. Durante il romanzo si è cercato di dare risalto all’obiettivo di conciliare Scienza e Fede perché “La scienza mi dice che deve esserci un Dio, la mente che non lo comprenderò mai, il cuore che non sono tenuto a farlo”. Speriamo che questi propositi ben delineati da Brown nel romanzo vengano mantenuti ed evidenziati anche dal film. Sicuramente i contenuti del componimento oscillano con disinvoltura tra il sacro e l’esoterico non risparmiando alla Chiesa qualche critica di anacronismo neanche troppo velata. Sarebbe

bello se il film fosse un’occasione per ridiscutere in modo costruttivo dei temi affrontati nel romanzo, se si aprissero (senza troppe pretese) tavole rotonde sul discorso tenuto alla fine dal camerlengo, il prelato che sovrintende il conclave fino all’elezione del nuovo pontefice, inneggiante alla Cristianità. In questo momento vorremmo essere tutti un po’ camerlenghi, tanto da poter entrare nella Cappella Sistina e spiare da vicino i suoi segreti più reconditi e le oscure verità dei suoi cerimoniali. Non rimane che attendere il prossimo 15 maggio, quando arriverà l’occasione per decidere da quale parte stare: Angeli o Demoni?

Il codice da Vinci è un film del 2006 diretto da Ron Howard, basato sull’omonimo romanzo best-seller di Dan Brown. Il film, distribuito dalla Sony Pictures Entertainment, è uscito in contemporanea nelle sale di tutto il mondo il 19 maggio 2006, dopo l’anteprima al Festival di Cannes 2006 il 16 maggio.

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SOFTWARE

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A cura di: Nicola Ballotta

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Web Operating Systems: deliri o realtà?

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Cloud computing Prima di parlare di web os, è necessario spendere due parole sul “cloud computing”; con questo termine, si intende il modello secondo il quale servizi che utilizziamo abitualmente sui nostri pc vengono resi disponibili su Internet (la nuvola, the cloud) senza bisogno di installazione e manutenzione, ma semplicemente tramite l’utilizzo di un browser web. Sull’onda del cloud computing negli ultimi tempi stanno così affermandosi i web os, applicazioni che simulano all’interno del browser le funzioni dei più comuni sistemi operativi, come la personalizzazione del proprio desktop, la gestione di file e l’installazione di applicazioni; a tutto questo si aggiunge la possibilità di condividere agevolmente documenti, immagini e file con altri utenti fruitori del medesimo servizio. Le tecnologie su cui si basano questi sistemi sono principalmente Ajax e Flash, linguaggi che hanno rivoluzionato Internet e il web. I servizi di cui parlerò sono solo alcuni esempi salienti di quanto il web 2.0 ci sta regalando e di quanto il web 3.0 porterà sui nostri browser.

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EyeOS EyeOs è il sistema operativo online che personalmente preferisco; snello, usabile, con un interfaccia in stile MacOs, ricco di applicazioni e molto performante, è l’unico della categoria che permette il download dell’applicazione stessa che può essere liberamente installata su un qualsiasi server di vostra proprietà. Altra caratteristica peculiare è la localizzazione italiana che purtroppo manca a tutti gli altri sistemi recensiti in questo articolo. EyeOs è ricco di applicazioni come mail client, ftp client, browser (si avete capito bene, un browser dentro al browser!), giochi e applicazioni per la produttività tutte installabili dal proprio browser.

ICLOUD Purtroppo ancora in fase beta (dovete iscrivervi per poterlo testare), Icloud sembra un progetto davvero molto promettente. L’interfaccia grafica molto simile ad un sistema Windows, rende accessibili le numerose applicazioni installate che non hanno nulla da invidiare a EyeOs. L’applicativo risulta performante, unico difetto è la compatibilità con i browser: Icloud infatti è ottimizzato solamente per Explorer, anche se gli sviluppatori hanno già pubblicato una versione alpha per Firefox che però rimane ancora molto instabile.


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Nicola Ballotta aka AcidCrash Blog: http://www.flussodigitale.com

GLIDE DESKTOPTWO DesktopTwo è considerato uno dei sistemi operativi più completi attualmente disponili e non posso che confermare questa opinione; realizzato interamente in Flash, vanta un’ampissima scelta di applicazioni tra cui sicuramente spicca un porting in java di Openoffice che riproduce in tutto e per tutto la famosa suite per l’ufficio. Unico neo (non trascurabile) è la sua pesantezza che spesso manda in crash il browser costringendoci a riavviare l’applicazione.

Realizzato in Flash è sicuramente la piattaforma più accattivante dal punto di vista grafico, ma come spesso accade ciò che appare bello esteticamente nasconde difetti ed anche in questo caso la teoria appare corretta. E’ possibile personalizzare Glide con un numero molto vasto di temi, ma a fronte di un’interfaccia grafica ricca di colori, trasparenze ed effetti tridimensionali, il sistema risulta abbastanza lento e si blocca di frequente. Per quanto riguarda le applicazioni poi, non ci sono novità rilevanti rispetto ai sistemi descritti in precedenza.

Cosa ci riserverà il futuro? Lo pensavo 5 o 6 anni fa quando il mio lavoro che per anni era stato concentrato sui sistemi operativi si è spostato tutto su Internet e lo penso ancora: il web, i device mobili, la connessione permanente e l’interazione costante tra gli utenti sono il futuro e le sorprese sicuramente non mancheranno, non ci resta che attendere.

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COMPUTER A cura di: Fabio Praticio

Alla ricerca del computer ideale Fabio Praticio aka Felipegonzales Blog: http://felipegonzales.blogspot.com

L’evoluzione dei computer negli ultimi decenni ha fatto passi da gigante, questo si sa, ma l’utente medio è oggi fin troppo bersagliato da infinite configurazioni e formati, rimanendo spesso “basito” davanti a tanta “ricchezza di formati”. Si trova quindi spesso in difficoltà al momento della scelta di un nuovo computer. In pochi anni la tecnologia è migliorata parecchio, riuscendo ad abbassare i prezzi e, ciò che si compra oggi, tra un anno varrà pochissimo o quasi niente. Per questo motivo l’utente che si accinge a comprare un nuovo computer deve fare un esame profondo sui suoi bisogni attuali ma anche futuri, tenendo presente che quello che oggi sembra un buon prodotto, tra qualche

mese sarà già sorpassato da una nuova uscita più prestante e a volte meno costosa. E’ inutile quindi, una volta fatto l’acquisto, prendersela e inveire ad ogni nuova uscita e innovazione. Il mercato è frenetico proprio per riuscire a vendere il più possibile, ma ovviamente non si puo’ avere tutto. Possiamo dividere i computer in tre grandi categorie: PDA, notebook e desktop. I PDA touchscreen, ovvero gli smartphones come Apple iPhone, Samsung Omnia i900, Htc Touch HD e tanti altri, sono comparabili a mini-computer con processori che arrivano a 800Mhz, ma sono utilizzati principalmente

EeePC Asus Rappresenta una nuova categoria di prodotto in grado di rendere la tecnologia mobile davvero alla portata di tutti, giovani e adulti, esperti e utenti alle prime armi.

Zonbu Notebook La società Zonbu ha tirato fuori dal cilindro un altro gioiellino che si profila come un possibile rivale per l’Asus EEE e forse anche per i notebook ubuntizzati di Dell.

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come telefoni, lettori mp3, email, foto e filmati o anche come navigatori satellitari. L’utilizzo di internet o software come Office ed editor grafici è limitato soprattutto dalle ridotte dimensioni dello schermo (dai 3” ai 4”). Il formato di notebook che in quest’ultimo anno ha sorpassato ogni più rosea previsione è il “netbook”, ovvero il portatile compatto e leggero con schermo da 9” e 10”. In precedenza questo formato era molto costoso ma, dal lancio di EeePC Asus e dei suoi concorrenti, il prezzo si è abbattutto diventando molto allettante (dai 300 euro in su). Nel corso dei mesi poi questi modelli si sono arricchiti con tutti gli “optional” più interessanti come wi-fi, bluetooth, modem interno

HSPA, GPS e batterie a 6 celle. Rimane il fatto che i netbook hanno, per ora, processori e Ram limitati, quindi l’utilizzo è consigliato, proprio per l’estrema maneggevolezza, a chi lo usa in viaggio. I notebook e i desktop rimangono i prodotti migliori, ma il dubbio rimane tra i prodotti con sistema operativo Windows e gli esclusivi Apple. Entrambi nei prossimi mesi avranno nuove uscite: il nuovo Windows 7 e nuova tecnologia anche per Apple. L’estetica hardware e software dei prodotti Apple, che siano notebook o desktop, è indubbiamente più ricercata e più “cool” dei prodotti con Windows, ma anche il prezzo, a parità di prestazione, è più alto di circa il 25%. Ultimamente stanno uscendo prodotti touchscreen (come il TouchSmart HP) ma al momento attuale i costi sono ancora un po’ troppo alti. Se non si hanno problemi di spazio in casa e si può tenere una postazione fissa, la scelta più azzeccata rimane il vecchio e caro desktop con case classico, sia per la possibilità di avere uno schermo da 19-2024”, che per avere la possibilità di future modifiche e aggiunte hardware. Per completare l’acquisto ed avere una strumentazione completa occorre pensare anche ad una stampante laser, un modem-router wi-fi e ad un Hard-disk esterno come unità di backup. Il prezzo finale per un desktop di medie prestazioni più stampante, modem e hard-disk si aggira dai 1000 ai 1500 euro.

TouchSmart HP Il PC desktop HP Touchsmart IQ820 unisce uno schermo touchscreen da 25,5” e un potente processore Intel in un design sottile e raffinato

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MOBILE A cura di: Fabiano Confuorto

iPhone: Novità Firmware 3.0

Copia e Incolla.

Fabiano Confuorto Blog: http://www.spaziocellulare.com/ispazio

Sempre più spesso, parlando dell’iPhone, ci si trova a discutere delle sue lacune, ed alcune volte ci si imbatte anche in persone che mettono in discussione la sua validità, proprio a causa della mancanza di molte funzioni basilari presenti nei più comuni telefoni cellulari. A distanza di un anno dal modello 3G, Apple è finalmente intervenuta e il 17 Marzo, durante un’importante conferenza stampa, ha presentato il nuovo Firmware 3.0 per iPhone OS. La versione definitiva del software, verrà rilasciata in Estate, ma in questi giorni abbiamo già avuto modo di provare la prima beta e siamo in grado di fornirvi una panoramica completa su tutti i cambiamenti più o meno visibili.

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Una delle funzioni più desiderate era rappresentata dal copia-incolla, che è stato integrato davvero molto bene in qualsiasi applicazione nativa oppure scaricata dall’App Store. Per utilizzarlo bisogna cliccare due volte su una parolina, e questa automaticamente si evidenzierà, mostrandoci due pallini azzurri che potremo trascinare lungo lo schermo, in maniera tale da selezionare la parte di testo che ci interessa. Per aumentare la precisione della selezione, apparirà una barra semitrasparente con effetto “lente d’ingrandimento”, ma se ci capita di selezionare una frase per errore, possiamo annullare il tutto semplicemente scuotendo il dispositivo. Le potenzialità di questo sistema di copia-incolla

sono elevate, e potremo utilizzarlo anche per le immagini, all’interno dell’apposita applicazione.

MMS. Anche sugli MMS e l’utilità vera o presunta di questo servizio, ci sono state notevoli polemiche, per cui Apple ha migliorato l’applicazione nativa Messaggi, includendo nuove caratteristiche, tra cui appunto la possibilità di inviare e ricevere messaggi multimediali con audio, foto, coordinate geografiche e contatti rubrica. Il risultato è molto valido, e non si è perso neppure quel caratteristico effetto conversazione che avviene tramite l’utilizzo di nuvolette colorate. All’applicazione sono anche state aggiunte le funzioni per eliminare singoli SMS o di inoltrarli ad altre persone.


Safari. Il browser è stato notevolmente migliorato, a seguito dell’aggiornamento del WebKit (che rappresenta il vero motore su cui si basa Safari), che in alcuni test sui javascript, ha mostrato un incremento della velocità che va dalle 3 alle 16 volte, in elaborazione e visualizzazione! Sono state anche integrate nuove funzioni per la sicurezza contro le frodi (antiphishing) ed il completamento automatico dei form che richiedono login con username e password.

Spotlight. Ricordando che l’iPhone si basa sul sistema operativo OS X, Apple ha pensato bene di integrare lo Spotlight, ovvero un motore di ricerca interno, per cercare tutte le applicazioni, i brani, ed i file presenti nel proprio dispositivo. E’ una funzione molto utile alla quale si accede direttamente dalla Springboard, con un semplice slide per voltar pagina, oppure con un doppio click sul tasto Home.

Note Vocali. Nuovissima applicazione per registrare note vocali che possono essere inviate anche tramite MMS. In generale tutte le applicazioni che conosciamo sono state migliorate con piccoli dettagli che faranno la differenza, come ad esempio l’applicazione per scattare foto, quella che contiene l’intera libreria multimediale, la borsa etc. è stata anche aggiunta la possibilità di utilizzare le applicazioni che

richiedono l’utilizzo della tastiera, in modalità Landscape, ovvero in orizzontale. In questo modo si potrà usufruire di una tastiera più grande, che faciliterà l’inserimento del testo, ed eviterà gli errori. Tali applicazioni native, che supportano la “modalità panoramica”, sono quelle dedicate agli SMS, le Note e le Mail. Proprio a proposito di quest’ultima, è stato integrato un nuovo box di ricerca per cercare le email in locale o sul server in base al mittente, il destinatario, l’oggetto o tutti e tre insieme. L’App Store cambia il modo di visualizzare gli screenshot delle applicazioni, adottando la “slide view”; l’applicazione YouTube ci permette di accedere con le nostre credenziali e quindi potremo votare i video, ritrovare i nostri preferiti e tutte le sottoscrizioni; nei Contatti invece, è possibile assegnare più etichette e di esportarli in vCards. La cosa più sorprendente però, riguarda l’introduzione di 1000 nuove API che permettono agli sviluppatori di creare svariate tipologie di applicazioni che fin ora venivano ostacolate. Tra queste troviamo: Navigatori satellitari completi di turn-by-turn directions e guida vocale, giochi in multiplayer su protocollo peer to peer, comunicazione con accessori di terze parti e le tanto attese Notifiche Push per tutte le applicazioni, che rappresentano l’alternativa di Apple al background ed il TaskManager di Microsoft. Gli sviluppatori inoltre, potranno usufruire di un nuovo servizio chiamato In-App Purchase,

che gli permetterà di vendere nuovi oggetti o livelli aggiuntivi all’interno dei loro stessi giochi, basandosi sull’account dell’iTunes Store. Tutte queste e molte altre ancora, rappresentano le caratteristiche fondamentali del nuovo Firmware 3.0 che verrà rilasciato agli utenti la prossima estate. Da un esame più approfondito dello stesso però, si sono scoperti alcuni particolari nascosti, che indicano la futura integrazione di un’applicazione per registrare Video e dell’arrivo di un nuovo modello di iPhone, probabilmente molto più veloce nelle connessioni dati e dotato di un processore multi-core molto potente che eleverà sicuramente la qualità di tutti i servizi e delle prestazioni generali dello smartphone! Ancora una volta, e a distanza di alcuni mesi dall’annuncio ufficiale, sembra che Apple abbia fatto centro, fornendo dei validi motivi, anche per i vecchi “clienti”, di passare al nuovo iPhone. Non mancheremo nell’aggiornarvi su tutte le prossime novità, e sono sicuro che tra qualche mese ci ritroveremo ancora qui, a parlare del successo e dei record di vendite che si otterranno.

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SALUTE A cura di: Daniele Aprile

Daniele Aprile aka DanieleMD Blog: http://www.psichesoma.com

Dura la vita da blogger! Ore e ore davanti al pc (o Mac che fa più geek...) passate a scrivere e soprattutto ad informarsi e relazionarsi con altri blogger nei vari social network. Tutto questo però comporta problemi per la salute? La risposta purtroppo è si. Proviamo quindi a vedere quali sono le problematiche più comuni e come possono essere prevenute perchè: prevenire è meglio che curare!

Pessima igiene del sonno L’insonnia e/o pattern di sonno alterati sono il problema principale. Le lamentele principali sono dovute spesso a un sonno troppo leggero o a risvegli multipli durante la notte. Anche se questi disturbi possono essere un sintomo di depressione, nel nostro caso sono legati soprattutto ad abitudini errate. Questi disturbi iniziano di solito con qualcuno che si sveglia verso la metà della notte e che accende il computer portatile o la TV. Tutto questo succede sempre più frequentemente fino a che il paziente non comincia a preoccuparsi di svegliarsi poco dopo essersi addormentato. La situazione e lo stress derivato da questi atteggiamenti spingono spesso i blogger a rivolgersi al medico di fiducia. Riportare il tutto alla normalità è in genere facile se l’abitudine non è troppo radicata. Il letto dovrebbe essere usata soltanto per due cose: il sesso e il sonno! Se uno è sveglio nel letto per più di 10-15 minuti, dovrebbe alzarsi e fare qualcosa che lo stimoli. Ascoltare

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della buona musica o leggere un bel libro sono scelte eccellenti. Rigirarsi nel letto guardando la TV o usando il PC sono invece le scelte peggiori perchè svegliano ancora di più il cervello e basta ripetere questo comportamento per qualche notte per formare l’abitudine. PS se sei un vero geek probabilmente avrai sentito parlare dello sleep hacking, una tecnica che consiste nel fare diverse pennichelle durante le 24 ore. E’ un’emerita fesseria ed è anche pericolosa!

Emicrania Basta aprire in qualsiasi momento della giornata twitter o frienfeed per leggere le lamentele di diversi utenti!

Se si manifesta ogni giorno alla stessa ora o nel weekend allora molto probabilmente sarà dovuta all’uso eccessivo del pc. Una posizione scomoda dello schermo, un font piccolo, uno schermo troppo luminoso o troppo buio, una posizione sbagliata della sedia sono le cause più comuni dell’emicrania cronica del blogger. La soluzione in questo caso è semplice: modificate il vostro posto di lavoro! Ingrandite i font, variate la luminosità dello schermo e sedetevi nella giusta posizione (vd punto successivo). Può essere che il mal di testa sia legato anche a problemi di vista ma ritengo che questa causa sia sovrastimata.


SEI un blogger? Allora sei malato! Mal di schiena

Alzi la mano chi di voi non ha mai sofferto di mal di schiena! Nella popolazione generale, come per i disturbi del sonno, anche il dolore alla schiena cronico è spesso un segno di depressione; tuttavia, nel blogger questo è più frequentemente dovuto alla posizione. La posizione sbagliata, la sedia troppo alta o troppo bassa o troppo schienata, i monitor male posizionati sono i colpevoli. Sul mio blog tempo fa ho tradotto un articolo della mayo clinic che suggerisce le posture giuste per evitare il mal di schiena leggetelo! Da sottolineare è anche la sindrome del guerriero del week end che spesso causa un mal di schiena dovuto ad eccessivi sforzi. Cosa è? Dopo una settimana intera passata seduti davanti al pc (che causa un indebolimento dei muscoli paravertebrali) ci si impegna in lavori pesanti tipo giardinaggio o in sport intensi e questo sforzi vanno a gravare proprio sui muscoli sottosviluppati. Se non sei stato un guerriero durante tutta la settimana non puoi diventarlo solo il Sabato e la Domenica!

Deficit d’attenzione

Spesso un blogger dichiara di non riuscire a concentrarsi su attività che non richiedono l’uso del pc, o di tendere ad addormentarsi durante congressi e conferenze. Ma è un sintomo vero questo? No! I geek non soffrono di deficit di attenzione e per provarlo basta vedere la

nostra concentrazione altissima che serve a svolgere 5-10 cose contemporaneamente (mentre leggi questo articolo prova infatti a contare quante tabs e quante applicazioni hai attive in questo momento...).E’ tutto quindi legato al fatto di essere allenati (o predisposti?) a svolgere più cose contemporaneamente e farne una sola è troppo noioso! Se vuoi approfondire questo tema ti invito a leggere un mio guest post su geekissimo dal titolo “i geek soffrono di defict dell’attenzione?”

Problemi di fertilità Ultima ma non meno importante può essere la possibilità che si sviluppino problemi di fertilità soprattutto nei blogger maschi (la maggioranza purtroppo)! Questo può essere dovuto non alle onde elettromagnetiche del pc o del WiFi su cui non si hanno ancora prove su una loro possibile dannosità (anche se nel dubbio io consiglio sempre di non esagerare nella sovraesposizione), ma ad un aumento della temperatura scrotale legata all’abitudine a tenere il laptop sulle gambe e quindi vicino ai testicoli. La temperatura può aumentare anche di più di 2 gradi° e questo potrebbe causare difficoltà nella spermatogenesi, ossia il processo di produzione degli spermatozoi. Potete approfondire questo argomento in un articolo di Punto Informatico dal titolo “Fertilità a rischio per chi usa i laptop!” Spero di non avervi spaventato troppo...

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WEB DESIGN A cura di: Tommaso Baldovino

LA CREAZIONE DI UN

“Dalla carta alla scrittura del codice: gli aspetti fondamentali di un progetto professionale”

Tommaso Baldovino aka TomStardust Blog: http://www.tomstardust.com

Realizzare un sito web non è un processo banale. Unire qualche immagine a del testo improvvisato può andar bene per un sito amatoriale, ma prima o poi potrebbe arrivare l’esigenza di qualcosa di diverso, che può essere creato solo seguendo precisi criteri di sviluppo.

Architettura delle informazioni La realizzazione di un sito passa ovviamente dalla creazione di pagine in HTML, ma questo è solo uno degli ultimi passi da intraprendere. Per ottenere i risultati migliori è necessario avere ben chiari in partenza gli obiettivi del sito, a chi deve essere destinato, e soprattutto decidere i contenuti. Così come nessun architetto farebbe mai costruire un palazzo senza prima gettare delle solide fondamenta, lo stesso discorso vale per un sito web. Prima ancora di mettersi davanti ad un monitor, è bene armarsi di carta e penna e decidere a priori cosa apparirà in homepage, le sezioni principali e la struttura generale, magari creando anche la mappa del sito. Questa fase di studio è fondamentale: trascurarla porterà

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ad avere un sito male organizzato e poco usabile.

La bozza grafica Una volta decisi i contenuti e la struttura delle pagine, cosa fare? E’ ancora presto per mettersi a lavorare sul codice, non esiste un’idea chiara di come apparirà il sito. E’ il momento giusto per lavorare sulla bozza grafica, decidendo il layout, la struttura delle pagine ed il design degli elementi necessari. E’ anche la fase adatta alla realizzazione di un logo, elemento da non sottovalutare. Un logo d’impatto, facile da ricordare e non vincolato a dei colori specifici (per poter essere ad esempio stampato in bianco e nero) può fare la differenza. In questa fase sarà praticamente impossibile arrivare ad un risultato ben definito al primo tentativo. Un buon sito si ottiene dopo molti esperimenti fatti disegnando più bozze, provando colori diversi, spostando gli elementi e cambiando la tipografia per raggiungere il risultato più soddisfacente. E’ un processo lungo e minuzioso, ma non sarà mai tempo perso inutilmente.


SITO

Codice HTML e fogli di stile Decisi i contenuti e realizzata la grafica, arriva il momento di mettere in pratica quanto deciso, creando le pagine del sito. A questo proposito voglio fare una raccomandazione. Se vi accostate per la prima volta al mondo del web design, non utilizzate gli editor visuali (qualcuno ricorda Frontpage?), e se usate programmi come Dreamweaver fatelo visualizzando esclusivamente il codice. E’ un approccio che potrà spaventare qualcuno, ma nel 2009 è l’unico possibile per avere un sito robusto e funzionante su tutti i browser. Superate le prime difficoltà, vi accorgerete che sarà molto più facile lavorare: non saranno gli strumenti a decidere per voi, ma sarete voi a controllare pienamente tutto quello che appare sullo schermo.

Acquisita una discreta conoscenza del codice e dei fogli di stile CSS, vi renderete anche conto che questa fase non è poi così complessa. Avere già pronta la grafica e conoscere la struttura finale vi sarà di grande aiuto, permettendovi di concentrarvi esclusivamente sulla realizzazione delle pagine.

Conclusioni Creare un sito web non è un’impresa facile: sono molte le incognite nel lavoro del web designer. Il gran numero di browser esistenti è il primo problema, seguito da una diffusa ignoranza per quanto riguarda gli standard da seguire. E’ possibile nonostante tutto arrivare ad ottenere ottimi risultati superando le difficoltà, e tutto sarà ancora più facile se sarete supportati dalla passione.

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TREND DESIGN A cura di: Giovanni M. Cusaro

DESIGN & APPLE “come nascono i grandi prodotti”

Giovanni M. Cusaro aka Jo Blog: http://www.milleunamela.com

Tra le tante azienda che in questi anni si sono distinte per la qualità e la ricercatezza del prodotto troviamo sicuramente Apple. L’azienda statunitense con sede a Cupertino da sempre attribuisce al design un ruolo di grande importanza. Design inteso non solo come ricerca estetica, ma fusione di usabilità e facilità d’uso. Lo slogan aziendale per eccellenza è stato e continua a riconfermarsi Think Different, Pensare Differente: cercare soluzioni nuove e alternative. Tre grandi prodotti per confermare quanto appena detto: iMac, iPod e iPhone. Tra le grandi sfide che il settore del design negli anni ha affrontato, quella nel campo tecnologico/ informatico è stata, ed è, sicuramente la più avvincente. L’evoluzione dei componenti elettronici ha permesso di creare straordinari prodotti aprendo le frontiere a quello che qualche anno fa era frutto dell’immaginazione. Apple si è sempre dimostrata pionieristica. Quali sono le basi di un grande prodotto? L’idea.

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Non si può pensare di creare un qualcosa di successo se non si ha un’idea di dove si vuole arrivare. Con il Mac ormai trent’anni fa - si è partiti dal presupposto, che il computer sarebbe stato lo strumento quotidiano usato da migliaia di persone.

“Perché non renderlo facile

da usare, funzionale e bello da vedere? Sarcasticamente si potrebbe dire: che grande idea! Invece lo è.” In primo luogo perché non ci aveva mai pensato nessuno - viene da pensare a quanti prodotti rivoluzionari siano ancora da inventare - in secondo luogo per vendere all’utente un prodotto rendendolo una risorsa e al


contempo la propria forza pubblicitaria. Piccolo esempio: quanti sarebbero in grado di distinguere un computer Apple? A quanti viene in mente un iPod o iPhone vedendo un paio di auricolari di questi dispositivi? Con l’iMac, Apple ha concentrato tutto in un unico blocco: video, processore, hard-disc, dvd, microfono videocamera, casse, ecc... avviando un processo sempre

un prodotto e di conseguenza di un azienda non è da relegare alla sola figura dell’amministratore, che è comunque indispensabile. Molti altri personaggi hanno e stanno segnando la storia di Apple. Tra questi non si può non citare Jonathan Ive, vicepresident of industrial design. Laureatosi al Politecnico di Newcastle la sua carriera passa dal design di sanitari

più sofisticato di design funzionale e minimalista, passando così dai colorati iMac del 1998 all’evoluzione tecnologica di quello odierno. L’iPod rappresenta un altra grande idea. Prima del 2001 in pochi, forse nessuno aveva pensato di realizzare un dispositivo con hard-disc, piccolo come un mazzo di carte, per ascoltare musica ovunque.

a quello di computer. Approda a Cupertino nel ’98 con il ritorno di Jobs. Il designer, dal carattere timido e molto geloso della sua vita privata, è stato recentemente premiato con ben due matite nere D & AD per l’iMac e l’iPhone, arrivando a quota di 6 in meno di dieci anni.

“L’idea

diventa ottima se come interfaccia si applicasse la famosa ghiera click wheel o il multi-touch.” Come ogni grande azienda, dietro a prodotti di successo ci sono sempre grandi personaggi, grandi amministratori. Primo su tutti Steve Jobs, il fondatore di Apple, partito dal nulla nel garage dei suoi genitori. Figura carismatica che in questi anni ha rivoluzionato il mondo dell’informatica, del cinema d’animazione con Pixar -, della musica e ora anche della telefonia. Rappresenta un modello di gestione manageriale che deve le sue fortune in buona parte a doti come curiosità ed intuizione. Mi ritornano in mente le parole di Steve in occasione del suo celebre discorso all’università di Standford. Ecco il suo segreto: “siate affamati siate folli, me lo sono sempre augurato, ed ora lo auguro io a voi!”. Consiglio la lettura, per chi intendesse approfondire la storia di Steve Jobs, Nella testa di Steve Jobs. La gente non sa cosa vuole, lui sì, di Kahney Leander, Sperling & Kupfer editore. Ma addentriamoci in Apple. Ovviamente il successo di

Curiosità: nonostante il suo famoso carattere riservato Ive, sbarca sul grande schermo in occasione del filmdocumentario OBJECTIFIED diretto dal regista Gary Hustwit, guarda il trailer su MilleUnaMela.com.

Steve Jobs e Jonathan Ive

Insieme ad altri colleghi designer Ive racconta come si sviluppa il processo creativo sul posto di lavoro, analizzando l’identità aziendale, il consumismo e la sostenibilità. “La parola design significa tutto e niente. Noi pensiamo che il design non sia solo estetica, ma la natura stessa del prodotto, il modo in cui funziona”. In una intervista di qualche tempo fa al The Indipendent, Ive parla a tutto tondo del proprio lavoro, ponendo l’attenzione al ruolo e i processi che deve curare il capo del design di

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una delle aziende più innovatrici degli ultimi anni. Il prodotto per Jonathan, la cui visione trova riscontro in Jobs, ha successo non solo se è molto venduto, ma nel farlo diventare una vera e propria icona, che la gente desidera, accessibile, ed in questo a Cupertino sono molto bravi.

“La strada maestra è più figlia della motivazione che dell’ispirazione.”

L’ipod come l’iPhone non sono colpi di genio, ma un lungo e accurato processo di studio, ricerca e sviluppo tra i vari team delle differenti componenti. Al contempo l’ispirazione che in buona parte consiste nel rielaborare il proprio bagaglio culturale, spiega il designer, è senza dubbio qualcosa di necessario. In Apple si danno molta importanza alle riunioni. Ne esistono principalmente di due tipologie pony e tecniche. Durante le prime settimane di progettazione i gruppi di lavoro partecipano a differenti incontri. Nelle prime lo sforzo consiste nel dimenticarsi della tecnologia esistente, immaginando e pensando nella più assoluta libertà, non importa se non fattibili o poco pratici. A queste riunioni denominate Pony partecipa anche la dirigenza che evidenzia i desideri e gli obiettivi di un determinato prodotto, senza tenere conto della realizzazione e gli sviluppi. Durante gli incontri i dirigenti sembrano chiedere l’impossibile: “Voglio questo...

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voglio quello... il supporto dei principali browser... che rifletta lo spirito della compagnia... ooh... voglio un pony! perché no? un pony è bellissimo!” Lo scopo? Ottenere l’impossibile! Ecco spiegato le riunioni pony. Durante gli incontri, spiega il designer, i responsabili di alto livello possono così apprendere cosa è possibile realizzare in ogni fase di sviluppo, evitando qualsiasi disastro a lungo termine. L’altra tipologia di riunioni invece serve invece a determinare come un progetto o idea possa trasformarsi in un prodotto di successo. Viene quindi chiesto di concentrarsi sullo sviluppo concreto, sulla fattibilità. La metodologia è opposta al primo incontro e continua in tutte le fasi di progettazione, dando sempre più riguardo al funzionamento e alla pratica man mano che il progetto avanza. Per un dispositivo, sia esso un computer, un ipod, l’iPhone, si inizia sempre con la creazione di 10 monkup perfetti in ogni dettaglio, differentemente da altre aziende in cui vengono creati numerosi modelli, tutti differenti ma non completi, dall’aspetto elementare. Dieci modelli che rappresentano la grafica dell’interfaccia e le sue meccaniche di funzionamento. Sceglierne poi tre su cui investire altri mesi di lavoro e approdare alla scelta finale. Tale procedura che chiede una quantità enorme di tempo è in grado di eliminare successivamente qualsiasi ambiguità nel prodotto finale. Considerando i risultati possiamo sicuramente affermare che questa procedura di lavoro fino ad oggi in Apple sembra funzionare, e anche molto bene.


Visita http://www.meemi.com


TECNOLOGIA A cura di: Pasquale Ambrosio

CITYCAT: L’AUTO DEL FUTURO “Arriva dall’India: Aria compressa al posto della benzina”

Pasquale Amborsio aka EchoWeb Blog: http://www.echoweb.altervista.org

Non è una barzelletta, ma è realtà.

e Israele per iniziare a commercializzare quest’auto.

Entro la fine di questo anno, si prevede la vendita in India, di una macchina che va ad aria compressa, al posto di benzina.

Ma adesso parliamo delle caratteristiche tecniche di questa macchina che sembra essere uscita da un idea di uno di quei bambini della pubblicità della nuova Fiat 500, per capirci uno di quelli che aveva detto “perché al posto della benzina non mettiamo l’acqua?”.

Il suo inventore è un francese, Guy Negre ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni. La TataMotors, la più importante casa indiana nel campo della fabbricazione di automobili, ha investito in questo progetto, e a quanto pare sembrano esserci già accordi con paesi come Francia, Brasile, Spagna

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La CityCat pesa poco meno di 400Kg ed è fatta in fibra di vetro: ci vogliono tre minuti per fare un pieno di aria attraverso l’uso di un compressore, mentre ci si impiegano quattro ore se si sceglie di collegare l’auto alla rete elettrica. La velocità stimata è di 100Km orari e con un pieno è possibile


fare 200km. Quest’auto dotata di motore ecologico emette dai tubi di scarico, soltanto aria fredda.

anche il motore, che riprende a funzionare quando si pigia l’acceleratore. Un computer sostituisce le marce.

Per quanto riguarda il prezzo, questo dotato di una nuova tecnologia, viene chiavi in mano u auna modica cifra che, al modello, si aggira dai 3500€ fino agli

Questo veicolo richiede zero di manutenzione e un cambio d’olio ogni 50 mila chilometri.

veicolo venduto in base 8000€).

L’idea di Guy Negre si basa su un motore a due cilindri: dentro c’è un pistone che si muove. Il pistone, dotato di un particolare design, non si muove in sincronia con l’albero motore. Il pistone, per il 70% del tempo di rotazione dell’albero motore, resta fermo in cima al cilindro, consentendo l’aumento della pressione interna. Questo ritardo aumenta l’efficienza del motore, che si mette in azione quando l’aria compressa, sparata nel cilindro, fa muovere il pistone, esattamente come succede con il motore a scoppio. Quando l’auto si ferma, si ferma

Anche le emissioni di anidride carbonica sono zero, salvo quelle legate all’elettricità per far funzionare il compressore al momento del pieno. L’unica pecca di questa macchina, è il riscaldamento in quanto l’aria condizionata risulta “gratis”, mentre il riscaldamento è uno dei punti sui quali si studia una soluzione. Se la prossima volta vedrete al benzinaio qualcuno fare il pieno di aria, e spendere solo 1,50€ non dovrete stupirvi, è solo il futuro che è arrivato e che porta con se, la speranza di riuscire a trovare nuove tecnologie che ci aiutino a vivere meglio con la speranza di migliorare la qualità della nostra vita, nonché quella della Terra.

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COSTUME E SOCIETÁ A cura di: Chissenefrega

Generazione POP PORNO Chissenefrega Blog: http://www.chissenefrega.com

Dopo aver dedicato fiction a poeti, santi, navigatori, musicisti e premi nobel, la bigotta televisione italiana ha deciso di sdoganare in prima serata il mondo del porno. O meglio: il lato “politicamente corretto” del mondo del porno, mettendo in cantiere una serie biografica a puntate con lo scopo di raccontare al pubblico generalista la vita di tutti i giorni di una delle più idolatrate icone hard di casa nostra, la mai troppo celebrata pornostar Moana Pozzi. Pornostar nata quasi controvoglia, portatrice sana di eleganza e stile nonostante la professione-limite, Moana esordì nel mondo dello spettacolo con la tivù dei ragazzi e finì risucchiata in una spirale dove rimase imprigionata suo malgrado, senza però perdere mai la voglia di fare (né quella assolutamente professionale di “farsi fare”), e nemmeno la stima trasversale da parte della gente comune. La serie tv realizzata da Sky avrà per protagonista Violante Placido, figlia di Michele, già attrice e cantante di (scarso) successo, scelta discutibile che potrebbe tramutarsi in una vera offesa alla memoria. Proprio per questo, su “Moana, la fiction”, è caduto il più stretto riserbo. Nulla trapela dal set: si sa solo che la sceneggiatura porterà il telespettatore a scoprire tutti i “dietro le quinte” di una vita che non ha bisogno di essere adattata, inventata, o eccessivamente

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romanzata, perché già piena di avvenimenti rimasti scritti nella storia del costume nazionale (dall’incontro con il manager Riccardo Schicchi alla discesa in politica nel Partito dell’Amore) e colpi di scena da soap-opera d’altri tempi (il fratello minore che in realtà è il suo figlio segreto). Una vita apparentemente vissuta nel segno della trasgressione, ma che celava i sogni di una donna qualunque tutt’altro che assuefatta dal divismo, e che aveva anche indistricabili segreti, culminati nella misteriosa scomparsa - su cui ancora aleggiano epiche leggende - avvenuta in Francia quindici anni fa. La Moana che fu è davvero rappresentativa di un qualcosa che non esiste più, al giorno d’oggi: donna ambita ed eterea, ma saggia imprenditrice di se stessa, malizioso simbolo di garbata sfuggevolezza, mito incontrastato di buon gusto, emblema di grazia e raffinatezza: qualità lontanissime e stridenti con quella volgarità che comunemente si attribuisce all’hardcore. Nessuna delle sue colleghe venute dopo di lei è mai più riuscita a replicarne i fasti o la magia, emergendo dalla massa in maniera così brillante (se qualcuno mi dice Eva Henger, lo apro in due come una cozza). E per ogni giovane maschio dell’epoca, la sua filmografia, obbligatoriamente procurata di straforo, era propedeutica alla scoperta dell’arte amatoria. Già: “procurata di straforo”. Sembra impossibile, nel mondo di oggi, dove la pornografia è più che mai a portata di mano grazie a Pornotube, Redtube, o Xtube (social network in piena regola fatti di contenuti usergenerated che sono in grado di trasformare qualsiasi esibizionista dotato di webcam in pornoattore), che


fino a qualche lustro fa, per riuscire anche solo ad intravedere un’immagine senza veli, fossero necessari lunghi sforzi ed inenarrabili fatiche. L’altro giorno mia madre parlava via balcone con la dirimpettaia (ah, gente antica che non sa che ormai le comunicazioni verbali non esistono più, sostituite da quelle scritte sulle bacheche di Facebook), sconvolta perché aveva sorpreso il figlio - quinta elementare - che stava navigando su un non meglio specificato “sito porno”. Ma prima dell’avvento di internet (“ai miei tempi”, direbbe l’old-guy-born in-the-seventies che alberga dentro di me) si usciva nel campetto con gli amici a giocare a pallone dopo la lezione di catechismo: lì, se eri fortunato, ogni tanto potevi trovare abbandonata qualche pagina stracciata da “Le ore” (che vanificava così tutto quanto appreso alla lezione di catechismo), talmente lacera e consunta che bisognava lanciarsi in fantasiosi voli pindarici per capirci qualcosa. E i primi approcci con il mondo del sesso esibito arrivavano tramite centellinati spot semisexy dei bagnodoccia Badedas o commediole boccaccesche con Alvaro Vitali, mentre la massima espressione dell’erotismo

era lo storico quiz Colpo Grosso con Umberto Smaila e le Ragazze Cin Cin. Quell’unica sera in cui per puro caso ti ritrovavi a casa da solo e potevi finalmente buttare un occhio su Italia 7, dovevi forzatamente buttare l’altro sulle fessure della tapparella per vedere se scorgevi i fari della macchina dei tuoi che stavano rincasando, i quali l’indomani ti avrebbero inevitabilmente sgamato. Perché anche se spegnevi la tv in tutta fretta e ti reinfilavi sotto le coperte, l’odioso televisore a tubo catodico continuava ad emettere calore e crepitii elettrici per tre quarti d’ora. E se avevi la fortuna di possedere un “computer”, il glorioso C64 o l’Amiga (per quelli proprio supertecnologici), potevi ritrovarti a giocare ai primi videogame hot della storia, quelli con due “sprite” antropomorfi a 4 colori (256, se avevi l’Amiga) che si accoppiavano più o meno velocemente a ritmo di smanettamento di joystick. Altro che streaming on-line e sesso virtuale: alla fine del gioco, quel joystick, l’avevi smanettato talmente tanto che avevi il polso indolenzito. E se tra le righe hai letto una metafora, forse è ora che spegni il pc.

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