Book Moda Uomo 31

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INTERNATIONAL EDITION 速

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LA FINE DI UN MONDO THE END OF A WORLD


CONTRIBUTORS

EVA DESIDERIO

FABRIANO FABBRI

Firma di spicco del Quotidiano Nazionale, intervista per Book Mod@ Diego Della Valle sul progetto Schiaparelli. Ma non solo. E spiega tutte le problematiche dell’operazione Colosseo.

Docente di Arte Contemporanea all’Università di Bologna, illustra i punti di contatto tra la particella di Dio e le passerelle minimaliste.

Important signature of Quotidiano Nazionale, she interviews for Book Mod@ Diego Della Valle on the Schiaparelli project. But not only. She explains all the problems of the restoring of Coliseum.

Professor of Contemporary Art at the Bologna University, he illustrates the points of contact between the God particle and the minimalist catwalks.

ENRICO MARIA ALBAMONTE Fashion editor, osserva i red carpet e nota che, se le donne sono perfette, gli uomini non sono alla loro altezza. Perché?

Fashion editor, he observes the red carpets and he notices that, if women are perfect, men aren’t at their height. Why?

ANDREINA LONGHI

L’orchidea della comunicazione ha fondato negli Anni ’80 l’agenzia di pubbliche relazioni Attila@E&A che oggi gestisce insieme al figlio Andrea D’Amico: la prima struttura adesso ha una gemella in Oriente, con sedi a Shanghai e Pechino. Una base strategica anche per raccontare in prima persona come si gestisce la comunicazione in un Paese pieno di censure, dove l’uso della parola luxury è multato con 4.000 euro.

The orchid of communication, in the Eighties she founded the Attila@E&A public relation agency that today she manages together with her son Andrea D’Amico: the first structure that today has affiliates in the East, in Shanghai and Beijing. A strategic basis, to tell us personally how the communication must be managed in a Country plenty of censorships, where the use of the word luxury is fined 4,000€.

SANDRO MAMBRI Autore di Cosmesi, un’arte per la bellezza , make-up artist ed esperto di beauty tra i più conosciuti, sottolinea il legame sempre più stretto tra Oriente e Occidente anche in fatto di bellezza. E gestualità.

The author of Cosmesi, un’arte per la bellezza, one of the most famous makeup artists and beauty experts, underlines the increasingly closer link between East and West in terms of beauty. And gestural expressiveness.

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FELICE LIMOSANI

Ha iniziato come dj: ora è digital story-teller e firma straordinarie installazioni. “Un mix - dice - tra design thinking, metafora artistica e comunicazione non convenzionale”. Uno dei suoi ultimi lavori, The Art of Transitions, per gentile concessione del marchio di lenti Transitions Optical illustra l’editoriale del direttore, illuminandone il messaggio di fast truck.

He started as a dj and now he is digital story-teller signing extraordinary installations. “A mix – he says – among design thinking, artistic metaphor and unconventional communication”. One of his latest works, The Art of Transitions , due to the permission of Transitions Optical, illustrates the director’s editorial letter highlighting his fast truck message.


SILVIA GIGLI È caposervizio del quotidiano L’Unità. Professionalità da cronista e sensibilità da fashion addict, intervista la docente Maria Luisa Frisa sul look di grillini & Co.

She is department head at newspaper L’Unità . A professional reporter and a sensitive fashion addict, she interviews professor Maria Luisa Frisa on the look of the grillini & Co.

GIOELE FLORO Grafico di professione, si diletta a fare operazioni di chirurgia plastica virtuale sui capolavori con quella che chiama Lift-Art.

His job is graphic designer and he likes to apply virtual plastic surgery on masterpieces through a method that he calls Lift-Art.

CARLO RIVETTI Da sette generazioni nel settore tessile, è il patron di Sportswear Company e la mente creativa di Stone Island. Guida i lettori di Book nell’isola di Sylt, la Capri del nord, dove ha da poco aperto uno store. L’emblema del nuovo lusso occidentale senza eccessi e show off.

For seven generations in the textile industry, he is the head of Sportswear Company and the creative mind of Stone Island. He guides the readers of Book to the Sylt isle, the Capri of the North, where he has recently opened a store. The symbol of the new Western luxury without excesses and show-off.

CARLALBERTO CORNELIANI

Insieme al fratello Claudio e ai figli, è a capo dell’azienda di famiglia il cui motto è “nel presente la qualità del passato”. Da anni sponsorizza il Festivaletteratura di Mantova. Per il legame con la sua città, ma anche per un profondo interesse letterario. Di suo pugno, spiega perché ha scelto di comunicare attraverso i libri.

Together with his brother Claudio and his children, he is at the head of the family company, whose motto is “in the present with the past quality”. He has sponsored for years the Festivaletteratura of Mantua. Due to the deep roots in his home city, but also to his interest in literature. He explains personally, why he chose to speak through the books.

BEPPE ANGIOLINI Cura l’oroscopo di Book Mod@ facendo tesoro dei dati della Camera Italiana dei Buyer Moda, di cui è stato da poco rieletto all’unanimità presidente per la terza volta consecutiva.

He curates the horoscope of Book Mod@ starting from the data of the Italian Chamber of Fashion Buyers, of which for the third time in a raw he was appointed unanimously president.

GIOVANNI JIANG Studente di moda all’Università di Bologna (sede di Rimini), ha collaborato all’inchiesta Senza vie di mezzo, offrendo il suo punto di vista orientale sui cambiamenti dell’Occidente.

Fashion student at the Bologna University (Rimini headquarters) collaborated to the survey No middle way, offering his Eastern point of view as regards the Western changes.

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SOMMARIO CONTENTS Editoriale/Editorial

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INTRO Coming Cool Back up Salva con nome/Save as Book e risposta/Book’s tit for tat

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PRÊT-À-PARLER Senza vie di mezzo/No middle way 4.000 euro di multa per luxury/4,000 euros fines for luxury Resistere non serve a niente/Resisting isn’t useful Gioconda batte Belen/Mona Lisa beats Belen Il Cavaliere letterario/The literary Rider La moda del doppio mestiere/The new fashion for two careers La polo del nuovo polo/The polo shirt of the new polo Lo stilista? Meglio l’artista/The designer? Better the artist La particella in passerella/Particles appear on the catwalk Casual carpet Beatles vs Rolling Stones Sexton appeal

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La mimesi del mimetico/The mimesis of camouflage Back to the T-shirt Pitti Delta La fine di un mondo/The end of a world Rinascimento di plastica/The renaissance of plastic Nostalgia telematica/Internet nostalgia L’ottico delle ottiche/The optician of optics Di testa propria/Your own way Essenze sanguigne/Blood essences Caleidoscopio in 3D/Kaleidoscope in 3D Cercasi Marras profumatamente/Scently seeking Marras Out Feet 30 anni in corso/30 years and still in progress Nuovi valori/New values Bulovite L’impero dei sensi/The empire of the senses L’antibillionaire/The anti-Billionaire

80 82 85 106 122 126 130 132 134 136 140 142 144 148 162 166 168

APP Memory C’Art Book2 Pet-à-porter Game Pop, Pap & Rock Made in Eataly New Energy Oroscopo/Horoscope Postfazione/Afterword Indirizzi/Addresses

171 172 184 192 194 195 196 197 200 201 206

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COMING

2014

COOL p a s t

r e t u r n s

di Fabiola Gioia Dell’Angelo

150 anni/years VIAGGIO AL CENTRO DELLO STEAMPUNK 1864. Jules Verne scrive il primo romanzo scientifico, precursore della fantascienza: Viaggio al centro della Terra. Il libro apre un filone di narrativa ibrida, a base di avventure e di nozioni scientifiche, spesso inventate e visionarie, ma in molti casi profetiche. Verne, infatti, prevede la creazione di grattacieli, televisione, elicotteri, lo sbarco sulla Luna e, addirittura, Internet. Il tutto in epoca vittoriana. Dai suoi racconti deriverà la sottocultura dello steampunk, con un’estetica basata sulla tecnologia anacronistica.

1.

A TRAVEL TO THE CORE OF STEAMPUNK 1864. Jules Verne wrote the first scientific book, a precursor of sci-fi: A journey to the centre of the Earth. The book opened a current of hybrid fiction based on adventures and scientific elements, which were often invented and visionary, but as much frequently prophetic. Indeed,

Verne foresaw the construction of skyscrapers, the television, the helicopters, the Moon landing and even the Internet. All that in the Victorian era. The subculture of steampunk came from his stories with an aesthetics based on anachronistic technology.

2.

3. 12 I bookmoda

1. Steampunk models by Kyle Cassidy. 2. Jules Verne portrait by Bertrand. 3. Amazing Stories, magazine of science fiction, 1926.


90 anni/years

EGYPTOLOGY 1924. Si scopre la tomba di Tutankhamon: la meglio preservata in tutta la Valle dei Re. Datata al 14° secolo A.C., è rimasta inviolata fino alla sua riscoperta a opera di Howard Carter. La maschera e i sarcofagi in oro massiccio, pietre preziose e smalti del faraone bambino, morto intorno ai 16/18 anni, diventeranno un simbolo dell’Antico Egitto, alimentando il culto dell’Egittologia. Che tuttora serpeggia nella moda. 1924. The grave of Tutankhamen was discovered: the best conserved one in the Valley of the Kings. Dated back to the 14th century B.C., it was untouched until its discovery by Howard Carter. The solid gold masks and sarcophagus, the precious stones and emails of the kid Pharaoh, dead at about 16/18 years, has become the symbol of Ancient Egypt, encouraging the cult of Egyptology. Which is still spread in fashion.

Detail of gold funerary mask of Tutankhamon © DR.

150 anni/years

LA GOMMA DEL PIACERE 1864. Il 27 giugno viene fabbricato il primo condom in gomma dalla International Condom Company (ICC). Si avvia così la produzione di massa dell’anticoncezionale. Sino ad allora, il profilattico veniva realizzato in budello d’animale, pelle o lino imbevuto di unguenti chimici.

THE RUBBER OF PLEASURE 1864. The first condom in rubber was made on June 27th by the International Condom Company (ICC). So the contraceptive started to be mass produced. Until then, the condom was made in animal gut, leather or linen plunged into chemical unguents.

Designer condoms.

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PRÊT-À-PARLER Svolte epocali / Momentous changes

SENZA VIE DI MEZZO NO MIDDLE WAY

La moda al bivio tra massa ed élite: la fine del lusso democratico e dell’etichetta media. La selezione degli eventi e i nuovi linguaggi info. La vecchia Italia che muore. La generazione zero nell’anno del bosone. Inchiesta sui mondi che furono. E non saranno più

Fashion is at a crossroads between fast fashion and luxury; the end of “affordable” luxury and the middle-of-the-road brands. How to communicate and the new info language. The old ways that are dying out. The zero generation in the year of Higgs boson. A look at times past, which will never return

di Gianluca Lo Vetro (ha collaborato Giovanni Jiang)

C

he fine ha fatto il classico stereo? Sostituito repentinamente dal diffusore musicale di iPod/iPhone. E il telefono fisso di casa? Chi lo usa più? “All’improvviso tutto sembra più vecchio”, teorizzava già nel 2008 la lungimirante campagna pubblicitaria di un’autovettura, mentre il petalo di un fiore si staccava,cadendo inesorabilmente. E nella moda sembra stia accadendo qualcosa di analogo. “Non è più tempo di lusso accessibile e democratico”, afferma drasticamente Brunello Cucinelli. Il più umanista degli industriali del cashmere è convinto che il mercato si sia spezzato in due poli estremi: “la nicchia dei prodotti specializzati e la massa del low cost. Senza vie di mezzo”. Da tempo anche in termini sociali si stigmatizza questo modello bipolare che cancella la vecchia piramide con la classe media. Ma il costante aumento dell’export nei ricchissimi Paesi dell’Est, unitamente alla crisi dell’Italia e dell’Unione Europea, nella moda sta accelerando questa frattura. “Il 35 % del lusso Made in Italy finisce in Russia,

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hatever happened to the stereo? Suddenly in its place the iPod and the iPhone. And the telephone land line? Who uses that anymore? “Suddenly everything seems old fashioned” said a farsighted advertising campaign for a car already in 2008, with a single petal falling from a flower. And it appears something similar is happening in fashion too. “This is not the time anymore for affordable luxury”, states Brunello Cucinelli firmly. This most humanist of cashmere industrialists is convinced that the market has divided into two polar extremes; “the specialised product for a niche market or cheap fast fashion and nothing in the middle”. This bi-polar model, which has superseded the old pyramid model with a middle section has been stigmatised for some time now, in a social sense too. But the constant increase in exports to the very rich countries of the east, together with the economic crisis in Italy and the European Union, is accelerating this fracture in the world of fashion. “35% of Italian luxury products end up in Russia, in China and in India”,

1.

1. Ugo La Pietra, Artefatti cinesi, 2011, dalla mostra Ugo La Pietra. Abitare a Milano presso Fondazione Mudima, Milano, dal 18 ottobre al 18 novembre / from the exhibition Ugo La Pietra. Abitare a Milano at Fondazione Mudima, Milan, from October 18th till November 18th; 2. Disegno, 1969; 3. The end, 1959; 4. Disegno schermo fine, 1962; 5. Disegno. 2/5 dalla mostra The end di Fabio Mauri a Palazzo Reale di Milano fino al 23 settembre / from the exhibition The end by Fabio Mauri at Palazzo Reale, Milan, till September 23rd.

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2.

3.

5.

4.

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PRÊT-À-PARLER Guru letterari / Literary Gurus

RESISTERE NON SERVE A NIENTE

RESISTING ISN’T USEFUL Si ridiscutono i parametri del mondo e Walter Siti stila la sua visione illuminata puntando il dito contro la finanza: l’ultima frontiera della mafia. Un romanzo più sorprendente di Gomorra. Con qualche riferimento alla moda

The world parameters are for discussion and Walter Siti draws up his illuminated vision blaming the finance: the last frontier of the Mafia. A book even more astonishing than Gomorra. With some reference to fashion

di Marina Moioli

n poker di ossessioni: soldi, sesso, prestigio, potere. Così, è stato definito l’ultimo libro di Walter Siti, Resistere non serve a niente. Un romanzo che oscilla fra il racconto d’invenzione, l’auto-fiction e il giornalismo d’inchiesta. Pagine che scattano una foto impietosa allo Spirito del Tempo in mutazione. Book Mod@ ha incontrato lo scrittore per approfondire i punti più scottanti.

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poker of obsessions: money, sex, prestige and power. So was defined the last book of Walter Siti, Resistere non serve a niente. A novel in balance between story and fiction, selffiction and reporting journalism. Pages offering a merciless picture of the Spirit of the Time that is changing. Book Mod@ encountered the writer to explore the hottest topics.

Resistere non serve a niente è un romanzo, ma tutti i critici l’hanno letto come una metafora della nostra società e del nostro momento politico. È così? Si tratta di un suo messaggio al lettore o semplicemente del titolo azzeccato di una storia intrigante? Il titolo non è un invito rivolto al lettore, ma non è nemmeno soltanto un riassunto della situazione narrativa esposta nel libro. È piuttosto il segno di un’insofferenza contro le speranze mal riposte, cioè contro le speranze che vengono usate strumentalmente per evitare di capire e di trarre le conseguenze da ciò che si è capito. Se i mutamenti di lungo periodo sono determinati storicamente in modo forte, sperare di modificarli con atti di volontà a breve termine è dannoso oltre che inutile; al declino dell’Europa non si rimedia con i summit, l’attuale piega che ha preso la finanza non si modifica con qualche legge qua e là; se è impossibile distinguere tra soldi sporchi e soldi puliti, le regole anti-riciclaggio non fanno che rendere i riciclatori più astuti. Prendere atto della verità della situazione mi pare adesso il compito prioritario: come tutte le società invecchiate tendiamo soprattutto a resistere ai cambiamenti, vogliamo che ogni cosa rimanga com’è e i mutamenti che si annunciano vanno verso il caos.

Resistere non serve a niente is a book, but the critics read it like a metaphor of our society and our politic situation. Is it true? Is that the message to readers or simply the spot-on title of an intriguing history? The title is neither an invitation to the readers nor a summary of the narrative situation explained in the book. But it’s the sign of a sort of intolerance as regards the wrong hopes, meaning against the hopes that are manipulated in order to not understand and to not draw conclusions from them. If long-term changes take place strongly in the history, hoping to change them with our short-term willingness is detrimental and useless; the Europe’s decline can’t be solved by means of summits, and the present trend of the finance can’t change due to some laws. If it’s impossible to distinguish dirty money from the clean one, the regulations against recycling make only the recyclers more cunning. Now the priority is to acknowledge the real situation: like all the other old societies we tend above all to fight changes, we want that everything remains unaltered, and the expected changes go towards the chaos.

A

Spesso siamo i fusibili del sistema, i primi destinati a saltare se succede un corto circuito… We are often the fuses in the system, the first to blow if there is a short circuit...

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Come un faggio che non si accorge di trasformarsi in massello, Tommaso si veste su misura da Eddy Monetti, indossa camicie di Albertelli con le asole in seta e le cifre, il casual solo da Cucinelli in via Borgognona… In the same way a beautiful beech tree doesn’t realise it has become just another plank of wood, Tommaso wears tailor-made suits by Eddy Monetti, shirts by Albertelli with silk buttonholes and a monogram, and his casual clothes are only from Cucinelli in Via Borgognona…

1. 2.

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1. Adrián Villar Rojas, A Person Loved Me, 2012. Courtesy the artist and Kurimanzutto Gallery of Mexico City. Photo by Benoit Pailley. 2. Grafica di Art is Resistance dei Nine Inch Nails / Nine Inch Nailsʼ Art is Resistance graphic. 3. Marie Kazalia, Resistence, 2010. bookmoda I 43


PRÊT-À-PARLER Nuove culture del lusso / New luxury cultures

GIOCONDA

BATTE

BELEN

MONA LISA BEATS BELEN

Gli eventi di moda cambiano strada: entrano nelle gallerie e nei monumenti. La storia diventa comunicazione e i quadri testimonial di valore. Analisi del fenomeno che mescola lusso e cultura. In salsa asiatica. Mentre i musei potrebbero diventare un brand

Fashion events change direction: entering into galleries and monuments. The history becomes communication and the paintings testimonial of worth. Analysis of the phenomenon that mixes luxury and culture. With Asian hints. Whilst the museums could become a brand

N

e don’t know what would be the next step. But fashion has definitely entered into museums. It is nothing new that fashion designers like to link their name to art in order to qualify their brand. However, since Ferragamo exhibited at the Louvre, in the greatest temple in the history of French culture, a new media strand is bringing the top models inside museums among the works of art. Emblematic in this sense, Stefano Ricci’s show at the Uffizi Gallery in Florence where, before this event, only Armani was wheeled out on the occasion of the fashion Biennale of 1996 (when all the places of the Florentine art were placed at disposal of the greatest global designers). As always, if in Italy anyone touches the monuments, they spark off the debates. Il Fatto Quotidiano, for example, has cast very critical tones against the Ricci’s fashion show with the Laocoonte in the background1. It is a fact that this luxury has been granted to the designer because he financed the illumination of the Loggia dei Lanzi with 100 thousand Euros. In the same way, Ferragamo has been able to enter the Louvre, on the other hand inflicting a hard

on sappiamo quale sarà la prossima tappa. Ma la moda ha decisamente imboccato la strada dei musei. Non è una novità che gli stilisti amino legare il loro nome all’arte per qualificare il loro brand. Tuttavia, da quando Ferragamo ha sfilato al Louvre, nel tempio massimo della storia della cultura francese, si è aperto un nuovo filone mediatico che sta portando le top model dentro i musei tra le opere d’arte. Emblematica in tal senso, la sfilata di Stefano Ricci alla Galleria degli Uffizi di Firenze dove prima di questo evento si era spinto solo Armani in occasione della Biennale di moda del 1996 (quando tutti i luoghi dell’arte fiorentini erano stati messi a disposizione dei più grandi stilisti mondiali). Come sempre, se in Italia si toccano i monumenti, si scatenano le polemiche. Il Fatto Quotidiano, per esempio, si è scagliato con toni molto critici contro la sfilata di Ricci sullo sfondo del Laocoonte. Sta di fatto che questo lusso è stato concesso al creatore perché ha finanziato con 100mila euro la nuova illuminazione della Loggia dei Lanzi. Allo stesso modo, Ferragamo ha potuto entrare al Louvre, infliggendo peraltro un

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W


Leonardo da Vinci, La Gioconda revisited by Gioele Floro.

E ora si parla addirittura di un intervento sulla Gioconda o sulla Vergine delle Rocce. Quest’ultima in particolare ha urgentemente bisogno di un lifting And now one talks really of an intervention on the Mona Lisa or the Virgin of the Rocks. This last one in particular urgently in need of a lifting bookmoda I 47


PRÊT-À-PARLER Cambi di ruolo / Career changes

LA MODA DEL DOPPIO MESTIERE

THE NEW FASHION FOR TWO CAREERS Dagli stilisti ai giornalisti, aumentano i fashion addict (ma non solo) che si cimentano in altri campi. Complice Internet che ci abitua a esaudire ogni nostro desiderio. Ma di mezzo c’è anche la voglia di non invecchiare. E la crisi. Il fenomeno sotto la lente di ingrandimento di Anna Dello Russo, Domenico Dolce e Fabrizio Sclavi, illustri esponenti di questa svolta

From designers to journalists, the fashion addicts are growing (but not only) who work in other fields. With the complicity of Internet that makes us used to realise all our dreams. But there is also the will to not get older. And the crisis. The phenomenon under the magnifying lens by Anna Dello Russo, Domenico Dolce and Fabrizio Sclavi, eminent exponents of this shift

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o stilista che diventa fotografo, la giornalista che disegna accessori e il suo collega che diventa artista. È tempo di fare dell’altro, o meglio, di affiancare al proprio lavoro un altro mestiere. Se per tanti italiani si tratta di una triste necessità economica per integrare lo stipendio, nella moda è tutta un’altra storia, più esistenziale, che rivoluziona un sistema. Sino a ieri molto rigido nella suddivisione delle competenza di nomi e marchi. “A dire la verità - dice Fabrizio Sclavi, grande penna della Gazzetta dello Sport - ho fatto il giornalista per sbaglio. Perché sono uscito dall’Accademia di Brera”. Sta di fatto che la prima firma dei commenti di moda sul quotidiano sportivo ultimamente contraddistingue anche deliziosi disegni. “Non voglio fare l’artista - puntualizza Sclavi -. Gli artisti sono troppi egoisti. Preferisco essere definito un artigiano del disegno. Lavoro solo su commissione. Come un atelier di moda”. Anna Dello Russo, invece, ha disegnato una collezione di accessori per la grande catena svedese H&M. Il direttore di Vogue Giappone, massima icona dei blogger, e lei stessa accanita utente di Twitter (con oltre 110mila followers) è senza dubbio il personaggio più eclettico del fashion. Ha osato persino girare un videoclip, ballando e cantando il rap. Incurante dei detrattori che trovano eccessive le sue ciliegione sulla testa e discutibile per un’interdisciplinarità così spinta, Anna, a tu per tu, si rivela una ragazza tanto profonda, quanto

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he designer who becomes a photographer, the journalist who designs accessories and his colleague, who takes up art. It is time to do something else, or rather, start a new career. For many Italians sadly it has become a necessity, in order to make ends meet, whereas it is quite another matter in the world of fashion, more existential. It is revolutionising the fashion system, which was, until recently, rigidly categorised into roles, names and brands. “To tell the truth”, says Fabrizio Sclavi, a distinguished columnist for the Gazzetta dello Sport, “I became a journalist by accident, because in fact I studied at the Brera Academy of Fine Art”. The fact remains that the first fashion columnist for that sports newspaper has recently been accompanied by delightful drawings. “I don’t want to be an artist,” underlines Scalvi, “artists are too self-centred. I would rather be called a craftsman. I only work on commission. Like a fashion house”. On the other hand Anna Dello Russo has designed a collection of accessories for H&M, the large Swedish fashion chain. The director of Vogue Japan, and a major icon of fashion bloggers, and a committed Twitterer herself (with over 110,000 followers), she is without any doubt the most eclectic of the fashion world. She even made a video of herself dancing and singing rap. Completely oblivious of those who find the cherries on her head rather excessive and question such extremes of disciplines, Anna in person is very thoughtful and attentive to the changes in fashion. And very well


La televisione con i reality e i talent show ha convinto l’opinione pubblica che tutti possano fare tutto Anna Dello Russo

TV reality and talent shows have convinced public opinion that everyone can do everything

Il calciatore Kevin-Prince Boateng fotografato da Domenico Dolce / The soccer player Kevin-Prince Boateng photographed by Domenico Dolce. bookmoda I 53


PRÊT-À-PARLER L’abito non fa il monaco / You can’t judge a book by its cover

LA POLO DEL NUOVO POLO THE POLO SHIRT OF THE NEW POLO I grillini avanzano in politica, ma potrebbero fare anche tendenza? E come? Risponde una brillante studiosa del costume. Tagliando i cappotti anche ai vecchi politici

The grillini (followers of political objector Beppe Grillo) advance in politics, but could they also set trends? And how? A brilliant scholar of costume replies. Even cutting the coats of the old politicians

di Silvia Gigli

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uando in Parlamento ci saranno più deputati in grado di indossare una polo come si deve, vorrà dire che il mondo politico italiano si sarà finalmente svecchiato. Ne è convinta Maria Luisa Frisa, studiosa del costume, docente del corso di laurea in design della moda all’Iuav di Venezia e curatrice della recente mostra dedicata a Diana Vreeland a Palazzo Fortuny.

W

hen in Parliament there are more deputies who can wear a polo shirt as it should be worn, it will be safe to say that the Italian political world will finally update itself. Maria Luisa Frisa is convinced of it, scholar of costume, teacher of the degree course in fashion design at the Iuav of Venice and curator of the recent show dedicated to Diana Vreeland at the Palazzo Fortuny.

1.

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3.

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1. Corrado Bonomi, Piccoli uomini – Benito, 2002, private collection; 2. Walter Veltroni; 3. Antonio Martusciello; 4. Francesco Cossiga; 5. Beppe Grillo allʼevento WP per Baracuta a Pitti Immagine Uomo 82 / Beppe Grillo at WP for Baracuta event at Pitti Immagine Uomo 82; 6. Roberto Formigoni; 7. Francesco Rutelli; 8. Massimo DʼAlema. Immagini 2, 3, 4, 6, 7 e 8 tratte dal libro (images 2, 3, 4, 6, 7 and 8 from the book): Maurizio Marinella, Cinquantadue nodi dʼamore, Swang Group, 2003.

Maria Luisa Frisa

5.

4.

6.

7.

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PRÊT-À-PARLER Senza fretta / At leisure

STILISTA? MEGLIO UN ARTISTA A DESIGNER? BETTER AN ARTIST

1.

Diego Della Valle

Diego Della Valle svela la strategia del progetto Schiaparelli. E dice la sua sul lusso contemporaneo: “non deve rincorrere le collezioni e restare ben distinto dalla notorietà”

Diego Della Valle reveals the strategy of the Schiaparelli project. And says in his opinion contemporary luxury: “does not have to chase after the collections and remain well separate from the mainstream”

di Eva Desiderio

“C

erco un artista, non uno stilista”, ammette sorridendo Diego Della Valle davanti al numero 21 di Place Vendôme dove ha fatto rinascere con fasto contemporaneo l’atelier dell’immensa e inarrivabile Elsa Schiaparelli. L’imprenditore, presidente del Gruppo Tod’s, ha investito di persona con il fratello Andrea sul marchio icona del Surrealismo nella moda. “Saremo lenti per scelta”, racconta salendo fino al terzo piano dove ci sono le stanze ovattate e splendenti dell’atelier nelle quali troneggiano due colonne dorate di Alberto Giacometti e la Sfinge con la faccia di Elsa (la stessa che trionfava nella vecchia vetrina sulla piazza più cara del mondo chiusa nel 1954). “Ricominceremo dalla moda - continua Della Valle - e poi faremo accessori e profumi, ma senza fretta. Non ci sarà la rincorsa alle collezioni, Schiaparelli è un marchio di una purezza assoluta, per fortuna ancora incontaminato e io voglio che resti così”. Oggi non ci sono più però Giacometti che le disegnava i bottoni, e amici come Dalí, Picasso, Cocteau e Picabia, Man Ray e tanti altri ancora, a rimettere in moto la macchina Schiap!

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“I

look for an artist, not a designer”, admits the smiling designer in front of number 21 Place Vendôme where he revived with contemporary splendour the fashion house of the great and incomparable Elsa Schiaparelli. The businessman, President of Tod’s Group, has personally invested with his brother, Andrea in the iconic brand of Surrealism in fashion. “We will go slowly by choice”, he says as we go up to the third floor where the cocoon-like, bright rooms of the fashion house are located, dominated by two gilded columns by Alberto Giacometti and the Sphinx with the face of Elsa (the same that proudly stood in the old shop window on the most expensive square in the world in 1954). “We will start again with fashion - continues Della Valle - and then we will make accessories and perfumes, but without haste. There will be no race to the collections. Schiaparelli is a brand of absolute purity, fortunately still uncontaminated and I want it to stay that way”.Today, however, there is no longer Giacometti who designed the buttons for neither her nor the friends like Dalí, Picasso, Cocteau and Picabia, Man Ray and so many others, to put the Schiap-machine in motion again!


2.

3. Un’innovatrice, un’anarchica del lusso e dello stile. Tutto quello che la moda di oggi non è più An innovator, anarchy of luxury and style. Everything which in fashion of today is no more Tutti parlano di Schiaparelli, la curiosità è allo zenit. A cominciare dallo stilista! La ridda di nomi è da brivido, su tutti John Galliano, e poi anche Rudy Paglialunga. Lei che ci dice? Il nome uscirà ai primi di ottobre. È una ricerca non facile. Qui non si devono fare delle collezioni per il mercato: servono idee e studio dell’archivio con l’anima moderna, senza fare museo. Al terzo piano ci sarà l’atelier per ricevere le clienti che ordineranno solo abiti su misura. Le signore potranno vedere, solo in queste sale, i quadri di Dalí e gli oggetti appartenuti ad Elsa. In 48 ore riceveranno l’abito a casa. Non ci saranno negozi, puntiamo all’eccellenza d’autore. Come Inés de la Fressange per Vivier anche per Schiaparelli c’è un’ambasciatrice? Farida Khelfa, modella attrice regista franco algerina. Terrà lei il salotto dell’arte nuova, farà crescere l’immagine e collegherà l’atelier con le espressioni della cultura più interessanti. E siccome ha già girato due documentari di moda penso che presto darà l’avvio a un film sulla vita di Elsa Schiaparelli. Cosa rappresenta oggi Elsa? Un’innovatrice, un’anarchica del lusso e dello stile. Tutto quello che la moda di oggi non è più. Non credevo di rilanciarla così in fretta. La mostra al Metropolitan mi ha costretto alla scelta. Ho comprato il marchio con gli spazi qui in Place Vendôme nel 2007 e stavamo ancora stu-

1. Lʼatelier di Elsa Schiaparelli in Place Vendôme 21, a Parigi, progettato da Vincent Darré della Maison Darré. Foto di Christophe Roué / Elsa Schiaparelliʼs salon in Place Vendôme 21, Paris, designed by Vincent Darré of Maison Darré. Photo by Christophe Roué. 2. Wallis Simpson in Schiaparelli, 1937. Photo by Cecil Beaton. 3. Salvador Dalí, 1939. Photo by George Platt Lynes. 4. Farida Khelfa, la nuova testimonial di Schiaparelli / Farida Khelfa, the new Schiaparelliʼs testimonial.

Everyone talks about Schiaparelli; curiosity is at its height. Starting with the designer! The medley of names is thrilling, most of all John Galliano, and also Rudy Paglialunga. What can you tell us about that? The name will be announced at the beginning of October. It is not an easy project. Here we must not make collections for the market: they provide ideas and a study of the archive with a modern spirit, without creating a museum. On the third floor there will be the fashion house in which to receive clients who will only order made to measure clothes. The women will only be able to see in these rooms pictures of Dalí and objects belonging to Elsa. In 48 hours they will receive the garments at their house. There will be no shops; we depend on the excellence of the artist. Like Inés de la Fressange for Vivier even for Schiaparelli is there an ambassador? Farida Khelfa, the French-Algerian model, actress and director. She has a salon of new art, which will grow the image and link the fashion house with the most interesting cultural expressions. And since she has already produced two fashion documentaries I think that she will soon make a start on a film on the life of Elsa Schiaparelli. What does Elsa represent today? An innovator, anarchy of luxury and style. Everything which in fashion of today is no more. So, we should not rush to relaunch ourselves. The show at the Metropolitan forced me to make that choice. I bought the brand with the location here in Place Vendôme in 2007 and we were still studying the archives, searching the mar-

4.

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1964

1965

Calvin Klein Collection

Bottega Veneta

PRÊT-À-PARLER

“Il loro look nel ’65 era naturale, non pacchiano”, disse il fotografo Gered Mankowitz. “La loro forza visiva era l’individualità di ognuno”. In risposta al viso pulito e al pop dei Beatles, Jagger & co. offrono un sound duro e un’immagine da cattivi ragazzi. / “Their look in 1965 was natural, not flashy”, said the photographer Gered Mankowitz. “Their visual strength was their individuality”. In answer to the clean-cut Beatles, Jagger & Co. gave us a hard sound and a bad boy image. Photo: The Rolling Stones on the cover of the album December’s Children (And Everybody’s), 1965.

In un mare di gruppi vestiti in modalità “copia-incolla” con abiti sartoriali e cravatte, gli Stones spiccano per il loro guardaroba casual e rilassato fatto di jeans e lupetti tinta unita. / The Stones stand out in a sea of “copy and paste” groups dressed in suits and ties, with their casual, relaxed clothing, jeans and plain coloured polo necks. Photo: Brian Jones con una fan in Nuova Zelanda, 1964 / Brian Jones with a fan in New Zealand, 1964.

ROLLING STONES BEATLES

Gruppi epocali / Epic groups FAB

Dopo i giorni da teddy boys ad Amburgo, Brian Epstein diventa il manager dei Fab4 e decide di dare un taglio con il passato usando gli abiti per presentare il gruppo come un’unità a sé stante, una gang, una famiglia che Mick Jagger denominerà Il-Mostro-a-Quattro-Teste. / After the Hamburg teddy boy period, Brian Epstein became the Fab4’s manager and decided to make a cut with the past by presenting the group as a unit, a gang, a family. What Mick Jagger would call the four-headed monster. Photo: The Beatles in 1962.

74 I bookmoda

Miharayasuhiro

Marc Jacobs Men

1962

Dal ’63 gli abiti scuri scelti in precedenza da Epstein si tramutano in completi edoardiani grigi senza revers, tipici dei Mod, al loro apice in UK. Ai piedi un’altra introduzione del manager della band: i memorabili Chelsea boots di Anello & Davide, ormai rinominati stivaletti Beatles. / From 1963 the dark suits chosen by Epstein would become grey, Edwardian suits without lapels, typical of the Mods, at their peak in the U.K. Another introduction by the band’s manager were those memorable Chelsea boots by Anello & Davide, now known as Beatle boots. Photo: The Beatles in abiti edoardiani nel ‘63 © Bettmann/Corbis / The Beatles dressed in edwardian suits in ‘63 © Bettmann/Corbis.

1963


“Dal 1967 - disse Mankowitz - c’era molta competizione per decidere chi fosse più dandy di chi. Lo stile del gruppo divenne più e più oltraggioso a pari passo con il loro crescente successo e fiducia in se stessi. La moda androgina divenne la più in, e gli Stones iniziarono a indossare gli abiti e il trucco delle loro fidanzate”. / “By 1967 - said Mr Mankowitz - there was a lot of competition to out-dandy each other. The band’s look became more and more outrageous, in tune with their increasing success, confidence and wealth. Once the fashion of the day had moved into the androgynous look, they wore their girlfriends’ clothes and their makeup as well”. Photo: Mick Jagger e John Lennon in Our World Broadcast dagli studi di Abbey Road nel ‘67 / Mick Jagger and John Lennon in Our World Broadcast from Abbey Road Studios in ‘67.

I Beatles erano degli Apolli, i Rolling Stones dionisiaci. I Beatles pop, i Rolling Stones rock. I Beatles eruditi bravi ragazzi, i Rolling Stones viscerali. Differenze e analogie delle due band che hanno cambiato la storia della musica e della moda. Oggi il loro stile ritorna in passerella a 50 anni dalla nascita Nel 1979 McCartney disse: “Abbiamo visto un ragazzo ad Amburgo i cui capelli ci sono piaciuti tantissimo. Gli abbiamo chiesto di tagliarceli come lui”. È nato così uno dei più famosi hair style del secolo, quello che George Harrison chiama “Arthur”. È una rivoluzione culturale. Arthur è imitatissimo dal ’64 al ’66: le case di giocattoli producono la “parrucca Beatle” e nella Russia di Brezhnev il taglio diventa illegale. / In 1979 McCartney said, “We saw a young man in Hamburg with a haircut we really liked. We asked to have ours cut the same way”. So the most famous hairstyle of the century was born, what George Harrison called “Arthur”. It was a cultural revolution. Arthur was much copied between 1964 and 1966; toymakers produced Beatle wigs and in Brezhnev’s Russia the style was made illegal. Photo: The Beatles in 1964.

The Beatles were Apollos and the Rolling Stones were Dionysian. The Beatles were pop and the Rolling Stones rock. The Beatles were intelligent, good boys, the Rolling Stones were visceral. The differences and similarities between the two bands who changed the history of music and fashion. Today their style is reappearing on the catwalks, 50 years from its birth Man mano che i fantastici quattro sperimentano con la musica, ciò si riflette anche nel loro guardaroba. I turtleneck prendono il posto delle camicie formali e il colore inizia a fare capolino sui loro capi, sempre più casual. / As the fantastic four continued to experiment with music, so it was reflected in their clothes. The turtleneck took the place of the formal shirt and colour began to appear in their increasingly casual clothing. Photo: Copertina dell’album Help, 1965 / Help album cover by The Beatles, 1965.

Paul Smith

Al contrario della credenza comune, non era Mick Jagger a essere sempre al centro dell’attenzione. Il vero leader stilistico dei primi anni del gruppo era sicuramente Brian Jones, rinomato per il suo gusto impeccabile, i suoi abiti sartoriali a righe e i capelli “a calotta” sempre perfetti. / Contrary to general belief, it wasn’t Mick Jagger who was always the centre of attention. The true style leader in the group’s early years was definitely Brian Jones, known for his impeccable taste, his striped, tailored suits and his perfect bob hairstyle. Photo: Brian Jones with fans in November 1966.

Gucci

1966

Gucci

1967

1964

Marc Jacobs Men

1965

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PRÊT-À-PARLER Fantasia di guerra / War Imagination

MIMESI MIMETICA Dalle macchie fatte a mano a quelle d’artista: evoluzioni e declinazione del camouflage

Webflage Il web si incontra con il mimetico nel camouflage a pixel / The web generates the pixel camouflage.

di Redi Hoxha

1. La Ferrari 548 mimetica di Lapo Elkann / Lapo Elkannʼs camouflage Ferrari 548. 2. Accendino mimetico XL / Camouflage lighter XL. 3. Occhiali Italia Independent / Italia Independent sunglasses.

1.

From handmade sports to the artist’s ones: developments and differentiation of camouflage

B

ack to its origin after a sort of complete tour. Indeed, camouflage originated from the intuition of soldiers, who stained their uniforms to camouflage themselves in the green. So the word camouflage is born. And one of the latest versions is hand-painted like a masterpiece. Between these two extremes a myriad of reinterpretations. In short, the old spots are by now a classic pattern such as stripes, dots and leopard motifs that every designer reinterprets at pleasure. In particular, in the lightest tones. Indeed, the new wars take place above all on the sandy ground of Muslim countries. And the nature in which the man must camouflage isn’t green any more.

80 I bookmoda

Italia Independent

Camouflower Il camouflage si colora. E Donatella Versace lo trasforma addirittura in fiore per un messaggio antibellico / The camouflage becomes more coloured. And Donatella Versace transforms it into a flower to give a message against the war.

2. 3. Worldflage Dal micro al macro, il mimetico ricopre un mondo di oggetti / From micro to macro, the camouflage covers a myriad of objects.

Kamauflage Il camouflage riletto attraverso il Kamasutra / The camouflage read through the Kama Sutra.

Jimmy Choo F/W 2012-13

È

tornato alle origini compiendo una sorta di giro a 360 gradi. Già, perché il mimetico nacque dall’intuizione dei militari che si macchiavano le divise per mimetizzarsi con il verde. Da qui, il termine mimetico. Che in una delle sue ultime rielaborazioni è dipinto a mano come un’opera d’arte. Tra questi due estremi un’infinità di reinterpretazioni. Le vecchie macchie insomma ormai sono una fantasia classica come le righe, i pois e il leopardato che ogni creatore reinterpreta a proprio piacimento. In particolare nei toni più chiari. Perché le nuove guerre si consumano soprattutto sul suolo sabbioso dei Paesi musulmani. E la natura con cui l’uomo si deve mimetizzare non è più verde.

At the origin of future Hand-decorated camouflage, like in the First World War, but covered with a polyurethane ground in black satin. Unique piece displayed at the Stone Island 30 show. Florence, Stazione Leopolda, 2012 Versace F/W 2012-13

Stone Island F/W 2012-13

CAMOUFLAGE MIMESIS

Il futuro alle origini La mimetica decorata a mano come nella Prima Guerra Mondiale, ma con sopra un fondo poliuretanico di raso nero. Pezzo unico esposto alla mostra Stone Island 30. Firenze, Stazione Leopolda, 2012


“Guarda la giungla. / Non ce la fai: è terribile. / Devi coprirti la faccia con i colori di guerra: devi diventare un cannibale. / È per questo che ci dipingiamo il volto. Così diventa la tua giungla”. “Look at the jungle. / You canʼt: Itʼs awful. / You must cover your face in war colours: you must become a cannibal. / Thatʼs why we paint our face. So it becomes your jungle”. Apocalypse Now!, 1979 Apocalypse Now!, 1979, Uniforme Ordine e Disordine, Charta, 2001. 1.

1. Installation by Moschino, S/S 1986. 2. Stephen Sprouse, Manʼs Suit, 1988. 3. Emilio Tadini, Oltremare, 1993. 4. Uniforme Ordine e Disordine, Charta, 2001.

Fashionflage e Camoart Il mimetico entra nella moda. Moschino lo usa per lo smoking. Nell’arte, se Andy Warhol lo proietta su L’Ultima Cena di Leonardo, Stephen Sprouse lo stampa sull’abito da uomo nell’opera Man’s Suit. Mentre Emilio Tadini lo interpreta coi suoi acrilici su tela.

3. 2.

Stone Island F/W 1999-00

Mimesis Man mano che i conflitti si spostano nei Paesi musulmani, il mimetico si schiarisce. Oltre al colore cambia anche la natura del tessuto in chiave tecnologica / While the wars move towards the Muslim Countries, the camouflage’s tone becomes lighter. Besides the colour, the fabric nature changes in a technological key.

Fashionflage and Camoart The camouflage joins fashion. Moschino uses it for the tuxedo. Artistic if Andy Warhol projects it over The Last Supper by Leonardo, Stephen Sprouse prints it on the man’s suit in the work Man’s Suit and Emilio Tadini interprets it through is acrylic canvases. Zu Elements S/S 2013

4.

Uniform show Il mimetico in mostra all’esposizione Uniforme Ordine e Disordine (Firenze, Stazione Leopolda, 2001) / Camouflage on display at the expo Uniforme Ordine e Disordine (Florence, Stazione Leopolda, 2001).

Uniforme Ordine e Disordine, Charta, 2001

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In più il calendario degli eventi, i video delle sfilate, le tendenze, i magazine in versione on-line… Moreover, the eventsʼ schedule, the runwaysʼ videos, the trends and the on-line magazines…

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DELTA di Flavia Impallomeni

E

lementi invernali che entrano nel guardaroba estivo e viceversa. Ma anche binomi impossibili come la Scozia e la Costa Azzurra, il militare e il floreale. Seppur dedicata al cibo, sotto l’insegna Wonderfood, l’ultima edizione di Pitti si è distinta per un gioco di compenetrazioni tra opposti. Una confluenza che ricorda il delta di un fiume, dove l’acqua dolce si mescola a quella salata e la terraferma al mare. Lo specchio magmatico della nostra società (e della moda) a un punto di svolta tra un’epoca che si sta chiudendo e quella che si deve necessariamente aprire. Per andare avanti.

W

inter elements used in the summer wardrobe and vice versa. But also impossible pairing such as Scotland and Côte d’Azur, military and floral. Despite dedicated to the food, under the banner of Wonderfood, the last Pitti edition offered a play between mutual penetrations and opposites. A confluence recalling a river delta, where sweet waters mix with the salt ones and the earth stops the sea. The magmatic mirror of our society (and of fashion), a turning point between an epoch which is ending and another that must necessarily start. In order to go on.

1. Pitti Immagine Uomo 82 installation in Fortezza da Basso, Florence. 2. Tibi Tie advertising by Nagashima Fukushoku. bookmoda I 85


DELTA PI

DUPLICITY Il nuovo abbigliamento urbano, sempre pi첫 performante. Grazie alla fusione di pi첫 capi in uno.

New and increasingly more performing urban clothing. Joining more pieces in one.

Giubbotto + tricot per il blouson di Capobianco. Bomber jacket + knit for the blouson by Capobianco.

Camoscio + maglia per D.A. Daniele Alessandrini. Suede + knit for D.A. Daniele Alessandrini.

Trench con maniche letterman: Carven. Trench coat with letterman sleeves: Carven.

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Felpa-giubbotto di Etiqueta Negra. Sweatshirt-jacket by Etiqueta Negra.


Nylon brillante + juta: la A-jacket di Aquarama. Shiny Nylon + jute: the A-jacket by Aquarama.

Giacca double-face per Calvaresi. Double jacket for Calvaresi.

Il giubbotto duplicity di Peuterey. The duplicity bomber jacket by Peuterey.

Chiodo senza maniche per il piumino di Brunello Cucinelli. Sleeveless biker始s jacket for the quilt by Brunello Cucinelli.

bookm moda I 87


DELTA PI

LʼINVERNO DʼESTATE WINTER IN SUMMER Compenetrazioni delle stagioni in un guardaroba transclimatico. Tessuti per il freddo trattati per essere usati al caldo. Elementi invernali come gli alamari del montgomery declinati in versione estiva.

The seasons’ interpenetration with a transclimatic wardrobe. Fabrics to fight chill, but processed in order to use them in summer. Winter elements such as duffle coat’s frogs in a summer version.

Norvegese estivo per Fedeli. Summer Norwegian pullover by Fedeli.

Mezze maniche per il cardigan di Annapurna. Half sleeves for the cardigan by Annapurna. La tavola da surf di Woolrich con intarsi in plaid. The surfboard by Woolrich with plaid intarsia. 94 I bookmoda


L始ombrello da pioggia di Maglia Francesco diventa un ombrellone parasole / The rain umbrella by Maglia Francesco is turned into a sun umbrella.

Solo 49 gr. per il Borsalino in feltro traforato / Only 49 gr for the Borsalino hat in fretted felt.

Giallo nautico per il montgomery cerato di Marina Yachting. Marine yellow for the waxed duffle coat by Marina Yachting.

Alamari in legno per la Montgomery Jacket di Massimo Rebecchi. Wooden frogs for the Montgomery Jacket by Massimo Rebecchi.

Principe di Galles in lana e seta per la Bianchi Anni 驶40 di Sartoria Cicli. Prince of Wales in wool and silk for the Forties Bianchi bicycle by Sartoria Cicli. bookmoda I 95


DELTA PI

CAMOUFLOWER Fiori coloratissimi e nuove fantasie mimetiche. Guerra e pace. Fantasia e disciplina.

Camouflage by Valentino.

Coloured flowers and new camouflage prints. War and peace. Creativity and discipline.

Sneakers camouflage per D.A. Daniele Alessandrini. / Camouflage sneakers for D.A. Daniele Alessandrini.

Sul fondo, stampa con ruote camouflage, Pirelli PZero. In the background, print with camouflage wheels, Pirelli PZero. 100 I bookm moda


Flower power by Fedeli.

Dettagli floreali per la giacca in chambray di L.B.M. 1911. Floreal details for the chambray blazer by L.B.M. 1911.

Military style + Tahiti flower per PT01 Pantaloni Torino. Military style + Tahiti flowers for PT01 Pantaloni Torino.

Azulejos sulle calze di Gallo. Azulejos on the stockings by Gallo.

Visitor at Pitti Immagine Uomo 82.

Fantasia floreale in verde Carven. Floral pattern in Carven-green. bookmoda I 101


Models: Thomas@Elite, Pawel@Independent, Sasha@Fashion, Demy@ILove, Takeshi Mikawi @ILove, Bastien@Elite, Taras@Fashion, Conor@Fashion, Ilias@ILove, Takeshi Watanabe@Elite

Mandala Creative Productions

Stylist Sabrina Mellace Stylist ass. Filippo Scrivani - Chiara Viciani Hair & Make-up Mimmo Di Maggio @Freelancer

Photographer Mario Gomez

LA FINE DI UN MONDO THE END OF A WORLD

Paul Smith coat, Daniele Alessandrini jacket, Kenzo sweater and trousers, Corneliani scarf and gloves, Bresciani socks, DSquared 2 shoes, Raimondo Garau antique chair (XVIII century).


Moschino jacket, Corneliani shirt, Ermenegildo Zegna papillon.


Giorgio Armani coat, Ermanno Scervino jacket and shirt, Carlo Pignatelli trousers, Alberto Fasciani boots, Maison Martin Margiela ring, Raimondo Garau antique chair (XVIII century).


Dior Homme total look, Neil Barrett coat, Borsalino fur scarf, DSquared2 ankle boots, Raimondo Garau antique chair (XVIII century), Maison du Monde white chair.


PRÊT-À-PARLER

Un’altra fine del secolo / Another fin de siècle

NOSTALGIA TELEMATICA INTERNET NOSTALGIA Vahram Muratyan illustra le nuove frontiere della grafica

Vahram Muratyan illustrates the new frontiers in graphics

Grafiche minimali dal sentore rétro che illustrano due capitali mondiali, una collaborazione con Prada e… Vahram Muratyan delinea i tratti della comunicazione attraverso le immagini.

Minimal graphics with a retro feel illustrating two world capitals, collaboration with Prada and…Vahram Muratyan describes communication through images.

Quali sono le nuove frontiere della grafica? Nel mondo della condivisione immediata on-line, le fotografie scattate nel mondo reale o create digitalmente si aggiungono nel web in un database che si autoalimenta. Come l’industria della moda, la grafica passa dal pc e gli stili cambiano sempre più velocemente.

What are the new frontiers in graphics? In the world of the immediacy of on-line sharing, photos taken of the real world or created digitally join a self-feeding web data base. Just like the fashion industry, graphics travel over the internet and styles change faster and faster.

È cambiata anche la relazione tra arte e moda? Sono sempre state legate, lo spirito dei tempi sta alla base della creazione di entrambe. Cambiano la strada, la gente, le loro storie, il

Has the relationship between art and fashion changed? They have always been linked. The spirit of the times is at the basis of creativity for both of them. They change direction, people, stories,

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In these two pages, illustrations from the series Paris versus New York, a tally of two cities. 1. La barbe; 2. Le styliste; 3. L始obsession; 4. Le temple. bookmoda I 127


PRÊT-À-PARLER

Nuovi giganti / New giants

CALEIDOSCOPIO in KALEIDOSCOPE IN 3D I colori di Giacomo Giannella, digital artist che lavora con Kean Etro. Le nuove frontiere di un’arte che estrae i colori dalla realtà e li anima nella virtualità. Per generare reazioni soggettive da condividere on line. Forse anche all’Expo di Milano

The colours of Giacomo Giannella, digital artist who works with Kean Etro. The new frontiers of an art that extracts colours from reality and animates them in virtuality, so as to generate subjective reactions from sharing on line. Perhaps even the Milan Expo

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all’animazione per bambini all’Expo rom the children’s animation to the 2015, attraverso i Giganti: Giacomo Expo 2015, through the Giants: Giannella è un giovane e poliedrico Giacomo Giannella is a young and digital artist milanese, 32 anni, che comunica eclectic digital artist from Milan, 32 years con il colore. La sua arte, grafica old, who communicates with colour. His art,

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Giacomo Giannella, digital artist e ideatore del progetto Streamcolors / Giacomo Giannella, digital artist and author of the Streamcolors project.


Ăˆ la percezione visiva di chi assiste a fare la differenza It is the visual perception of the one who is watching that creates the difference

Streamcolors project by Giacomo Giannella for Etro.

bookmoda I 137


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Anniversari

30 ANNI IN CORSO WP festeggia tre decenni. Cronologia di un mondo di mondi

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l Barbour passato da Steve McQueen a Raul Gardini, il Woolrich di Steven Spielberg sul set, ma anche degli inviati dei Tg. E ancora le Vans dei “paninari”. Raccontare 30 anni di WP Lavori in Corso significa ripercorrere ben più di tre decenni del gruppo fondato a Bologna nell’82 da Beppe Calori e ora guidato da Cristina Calori. I marchi che hanno scovato nel mondo, importandoli nei loro store, spesso hanno una storia secolare che passa da personaggi storici. Così, come hanno avuto un ruolo nell’evoluzione del costume, al di sopra delle tendenze passeggere. Basti pensare al Barbour che negli Anni ’80 ha segnato l’avvento dello sport chic sostituendo il cappotto nell’abbigliamento formale dei grandi manager. Sino a varcare la soglia del Teatro alla Scala a una memorabile prima: sullo smoking di Vittorio Sgarbi. E che dire del Baracuta che ha vestito generazioni di studenti? Più che un’insegna, WP è un contenitore di idee e di culture al quale, in tempi non sospetti, hanno contribuito creatori come Vivienne Tam. Anche le collaborazioni con altri settori, musica, cinema, cultura, teatro e fotografia, sono sempre passate da personaggi fuori dal comune: Beppe Grillo, Alessandro Bergonzoni, Piero Chiambretti... Per certi versi la ricetta di WP ricorda quella di Fiorucci: una moda sempre fuori moda. E per questo più moda della stessa moda. R.H.

1. Illustration by Massimo Iosa Ghini, for WP, 1984; 2. I pigiami di Shady Character by Linda Tepper / Shady Characterʼs pyjamas by Linda Tepper; 3. Le paperelle di Woolrich / The ducklings by Woolrich; 4. Vivienne Tam: WP la scopre in un grande magazzino di New York / WP spot her in a department store in New York. Photo from Lei, 1894; 5. Illustration of Il Libro della Comunicazione, Piaggio Edizioni, 1995; 6. 1988: WP importa la Kiehlʼs in Italia / WP imports Kiehlʼs to Italy; 7. Vespa, S/S 2000. Photo by Elia Festa; 8. Chet Baker, Obiettivo Musica exhibition, WP store Roma, 1995. Photo by Luciano Vitti; 9. Tromba autografata da Chet Baker / Autographed trumpet by Chet Baker. Thanks to Andrea Canè. Photo by Patrick Nicholas; 10. Alessandro Bergonzoni for B.D. Baggies; 11. 1985: WP incontra Stephen Sprouse che lavora nella Factory di

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Anniversaries

30 YEARS AND STILL IN PROGRESS WP is celebrating three decades. The story of a world of worlds

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he Barbour was worn by Steve McQueen to Raul Gardini, Woolrich by Steven Spielberg at work on a set and even by TV news correspondents. And then there were the Vans worn by the “Paninari”, an eighties Italian sub-culture. Telling the story of the 30 years of WP Lavori in Corso means going back a lot further than the three decade history of this group, founded in Bologna in 1982 by Beppe Calori and now headed by Cristina Calori. The brands it unearthed from around the world and imported to their shops often have hundreds of years behind them and involving historic personalities. It’s as if the group had a role in the evolution of fashion over and above passing trends. Just think about the Barbour which marked the advent of chic casual in the eighties and took the place of the overcoat for formal business wear. And it even reached the Scala at a memorable premiere when Vittorio Sgarbi wore one over his dinner jacket. And what about the Baracuta jacket worn by generations of students? Much more than a brand, WP was a vessel for ideas and cultures at a time when nobody actually realised, and gave us creative persons like Vivienne Tam. Even its collaboration with other sectors, music, cinema, culture, theatre and photography, has always involved unusual personalities like Beppe Grillo, Alessandro Bergonzoni and Piero Chiambretti... In some ways WP’s recipe was a little like Fiorucci’s: a fashion always outmoded. And therefore even more fashionable than fashion.

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Andy Warhol / WP meets Stephen Sprouse while working with Andy Warhol in the Factory; 12. Cristina Calori; 13. Cesare Cremonini in Woolrich; 14. Illustration by Filippo Scozzari for WP, 1985; 15. Le valigie in alluminio leggero di Bermas / Light aluminium suitcases by Bermas; 16. 1985: WP importa dagli Usa la poltrona gonfiabile / WP imports the inflatable chair from Usa; 17. WP scopre Anna Sui in un grande magazzino di New York / WP spots Anna Sui in a department store in New York. Photo from Lei, 1984; 18. Carlo dʼInghilterra indossa un Barbour / Prince Charles wears a Barbour. Photo from Gente, 1990; 19. Stoviglie by Fiesta / Crockery by Fiesta; 20. Le camicie B.D. Baggies confezionate nei sacchetti per la biancheria dei college Usa / B.D. Baggiesʼs shirts packaged in the Usa colleges laundry cotton bags.

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NUOVI VALORI NEW VALUES

Photographer Paulo Renfle Stylist Giuseppe Magistro Hair style & Make-up artist Rita Fiorentino

Kangra Cashmere sweater, Fedeli jacket, MSGM trousers, Moreschi shoes.


Iceberg total look, Les Hommes shoes.


Hugo Boss total look, Les Hommes shoes.


PRÊT-À-PARLER Accuracy & Electronic

BULOVITE 1. Torna al polso dei fashionisti l’orologio che andò sulla Luna

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lzi la mano chi sa che cosa pubblicizzava il primo spot televisivo della storia, trasmesso ovviamente negli Stati Uniti, nel lontano 1941: un orologio Bulova! Questo marchio ha contrassegnato l’evoluzione dell’industria orologiera: non emblematico come un Rolex, non prezioso come un De Grisogono, non esclusivo come un Audemars Piguet, non modaiolo come un Versace. Però sempre all’avanguardia: è stato al polso di Lindbergh durante il primo volo transoceanico, è stato presente nelle missioni spaziali americane, compresa l’Apollo 11 che portò il primo uomo sulla Luna. Ma soprattutto ha introdotto innovazioni tecnologiche sorprendenti: il celebre Bulova Accutron (termine che deriva dalla contrazione di Accuracy ed Electronic) è stato il primo a basare la misura del tempo sulle vibrazioni di un metallo, anziché sull’utilizzo di un bilanciere. Così, il 10 ottobre 1960 il presidente della Bulova Omar Bradley, che tra l’altro era un generale collaboratore di Eisenhower, annunciò che gli Stati Uniti avrebbero potuto basare la loro sicurezza nazionale anche sull’orologio più preciso mai costruito industrialmente fino ad allora. E la caratteristica di questo Spaceview 214, oltre alla precisione, era di avere sostituito il tradizionale ticchettio con un caratteristico ronzio, che conquistò subito gli appassionati. Nel Terzo Millennio la rivoluzione si chiama Calibrator, modello che dà la possibilità di intervenire personalmente sulla regolazione senza ricorrere a un tecnico, come invece accade tradizionalmente agli orologi meccanici di alta qualità. Sarà la nostalgia degli Anni Sessanta e Settanta, sarà il fascino di queste continue trovate tecnologiche, il Bulova oggi è tornato di moda e si veste di forme, materiali e colori di tendenza. Come l’oro rosa, che gli uomini più attenti al fashion amano indossare. Nel segno di una rinnovata bulovite. A.S.

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1. È stato presentato alla scorsa fiera di Basilea il rivoluzionario sistema Bulova Accutron Calibrator, che consente la regolazione degli orologi meccanici senza ricorrere a un tecnico, con una precisione del 99,99% / The revolutionary Accutron Calibrator system by Bulova was launched at the last trade fair in Basle. It allows for the regulation of mechanical watches to 99.99% precision without having to refer to a specialist technician; 2. Soltanto 175, tanti quanti sono gli anni della maison, gli esemplari del modello Dressage di Hermès, in oro rosa e nero / Only 175 examples of Dressage by Hermès, the number of years since its founding. In pink gold and black; 3. Riporta sul quadrante lʼora universale che permette di conoscere lʼorario delle capitali del mondo il modello Business di Versace, con cassa in oro rosa / Business by Versace shows universal time on the dial providing the time in the worldʼs capitals. The case is in pink gold; 4. Quattro brevetti proteggono il modello Tradition Breguet 7047, realizzato per la prima volta questʼanno in oro rosa / Four patents protect the Tradition Breguet 7047 watch, made for the first time this year in pink gold; 5. Uno strumento di alta precisione, ma sottile e leggerissimo, il Master Ultra Thin Tourbillon di Jaeger LeCoultre in oro rosa / High precision for this slim and very light Master Ultra-Thin Tourbillon by Jaeger LeCoultre in pink gold; 6. È firmato da Leo Messi il cronografo Royal Oak di Audemars Piguet in edizione limitata, realizzato in tantalio abbinato a oro rosa, platino o acciaio. Ogni orologio è custodito in un cofanetto smaltato con allʼinterno la dedica del calciatore migliore del mondo / Every limited edition chronograph Royal Oak by Audemars Piguet is signed by Leo Messi. Made in tantalium and pink gold, platinum or steel. Each watch comes in an enamel box with a dedication by the best footballer in the world; 7. Il calibro 118 di Ulysse Nardin utilizza il DIAMonSIL prodotto da Sigatec, una nanotecnologia che ha richiesto anni per il suo perfezionamento / The calibre 118 by Ulysse Nardin uses DIAMonSIL made by Sigatec, a nano-technology which has taken years to develop.


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Pablo Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi, 20/09/2012 - 06/01/2013, Palazzo Reale, Milano

RANDE RITORNO A GREAT RETURN

Dal Museo Picasso di Parigi 250 opere 250 works from the Picasso Museum in c h e d o c u m e n t a n o l a l u n g a c a r r i e r a Paris, documenting the long career of this dell’artista spagnolo Spanish artist di Antonella Scorta

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ià 65mila persone hanno prenotato la visita a Palazzo Reale della mostra dedicata a Picasso. L’attesissimo evento è curato da Anne Baldassari, riconosciuta a livello internazionale fra i più importanti studiosi del pittore spagnolo e curatrice del Musée National Picasso di Parigi dov’è conservata la più grande collezione al mondo delle opere dell’artista. Negli oltre 2000 metri quadrati di percorso espositivo al piano nobile di Palazzo Reale saranno esposte più di 250 opere tra dipinti, sculture, disegni e fotografie nell’allestimento curato da Italo Lupi con Ico Migliore e Mara Servetto. Una sezione sarà dedicata anche all’indimenticabile mostra del 1953, che è rimasta una pietra miliare nella storia artistica milanese. I lavori esposti rappresentano tutte le varie fasi della lunga carriera di Picasso: il periodo blu e quello rosa, il periodo della ricerca “africana” o proto-cubista, il Cubismo Sintetico e il Cubismo Classico, le pitture surrealiste, il coinvolgimento politico e i dipinti sul tema della guerra, l’intermezzo pop e le variazioni sul tema ispirate ai grandi maestri dell’arte rinascimentale e moderna, fino alle sue ultimissime produzioni prima delle morte, avvenuta nel 1972. Documentando anche gli innumerevoli tipi di tecniche impiegate dall’artista spagnolo, che durante la sua attività ha sempre continuato a studiare tutti i possibili mezzi espressivi, affermando che “La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico”. Tra i capolavori esposti da citare “La Celestina” (1904), “Uomo con il mandolino” (1911), “Ritratto di Olga” (1918), “Due donne che corrono sulla spiaggia” (1922), “Paul come Arlecchino” (1924), “Ritratto di Dora Maar” e “La supplicante” (1937).

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5,000 people have already pre-booked to see this exhibition on Picasso to be held at the Palazzo Reale. This greatly anticipated exhibition is curated by the internationally well-known Anne Baldassari, one of the greatest experts on Picasso and curator of the National Picasso Museum in Paris which is home to the largest collection in the world of his works. The exhibition display, curated by Italo Lupi with Ico Migliore and Mara Servetto, will cover more than 2,000 square metres of the first floor of the Palazzo Reale and will include over 250 of Picasso’s works, including paintings, sculptures, drawings and photographs. Also one section will be dedicated to the unforgettable exhibition of 1953 which has remained a milestone in the story of art in Milan. The works exhibited represent all the various phases of Picasso’s long career: his blue and pink periods, his period covering “African” research or proto-cubism, synthetic Cubism and classic Cubism, his surrealist paintings, his involvement in politics and his war paintings, his Pop period and his variations on themes inspired by the masters of renaissance and modern art, leading to his last works before he died in 1972. The numerous techniques he employed will also be documented, those means of expression he continued to elaborate throughout all his working life, affirming that “Painting is not for decorating an apartment. It is an instrument of offensive and defensive warfare against the enemy”. Among the works to be shown must be noted “La Celestine” (1904), “Man with Mandolin” (1911), “Portrait of Olga” (1918), “Two Women Running on the Beach” (1922), “Paul as a Harlequin” (1924), “Portrait of Dora Maar” and “The Supplicant” (1937).

Pablo Picasso, Portrait of Dora Maar, 1937, Musée National Picasso Paris, © Succession Picasso by SIAE 2012. 172 I bookmoda


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f OGNO cOETA

Emilio Tadini. Opere dal 1985 al 1996, 20/09 - 31/10/2012, Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea, Milano

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THE DREAM OF THE POET

A dieci anni dalla scomparsa di Emilio Tadini una mostra ripercorre l’ultima fase dell’attività di un artista considerato tra i più originali del secondo dopoguerra

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no scrittore che dipinge, un pittore che scrive”: così Umberto Eco descriveva l’artista milanese, che, infatti, oltre a essere pittore, era anche scultore e poeta. Tadini dipingeva per grandi cicli tematici, immergendo elementi onirici e letterari, personaggi reali e oggetti quotidiani in un’atmosfera surreale nella quale le leggi di spazio, tempo e gravità risultano annullate. Diversi i temi che appaiono nelle sue opere: prima di tutto, quello delle città italiane, dove frammenti di architetture si affastellano gli uni sugli altri creando un senso quasi claustrofobico. Molto amata dall’autore la problematica dei profughi, ispiratagli dalle foto sui giornali che lo avevano colpito fin da piccolo. In “Profughi” (1986), per esempio, si scorge una figura che ha sulle spalle una valigia aperta da cui scivolano via oggetti personali, libri, pennelli, tubetti di pittura, quindi tutti i suoi ricordi, la sua vita, la sua memoria. Mentre nella serie “Inno alla notte” compare la scritta pietas, nel buio di una notte scurissima, popolata da persone isolate e pensierose e illuminata soltanto dalla debole luce di una candela. Altri lavori caratteristici dello stile di Tadini sono i trittici, che nascono da un’evoluzione delle sue opere affollate di figure e piene di colore. Sei dei trittici esposti sono dedicati al tema de “Il ballo dei filosofi”: immagini decostruite, oppresse e costrette in spazi angusti. In questi lavori la sovrabbondanza di elementi viene portata all’eccesso, anche per raggiungere uno degli obiettivi prediletti dall’autore: presentare in un quadro una vera e propria narrazione. Come diceva lo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, “Tadini vuole dipingere come si scrive un romanzo”. A.S.

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Ten years since the passing of Emilio Tadini, a show recovers the last phase of activity of an artist considered among the most original of the second post-war period

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writer who paints, a painter who writes”: is how Umberto Eco described the Milanese artist, who in fact, further to being a painter, was a sculptor and poet. Tadini painted in great thematic cycles, immersing dreamlike and literary elements, real personalities and everyday objects in a surreal atmosphere in which the laws of space, time and gravity appear to be removed. The themes that appear in his work are diverse: first of all, that of the Italian cities, where fragments of architecture pile up on top of each other, almost creating a sense of claustrophobia. The issue of refugees was much loved by the author, inspired by the photos in the papers that struck him from being young. In “Profughi” (1986), for example, one spots a figure who has on his shoulders an open suitcase from which personal objects are slipping out - books, paintbrushes, tubes of paint and therefore all his keepsakes, his life, his memory. Whilst in the series “Inno alla notte” appears the piece of writing pietas, in the depths of a very dark night, populated by isolated, pensive people and illuminated only by the weak light of a candle. Other works characterised by the style of Tadini are triptych that was born from an evolution of his works, packed with figures and full of colour. Six of the triptychs on exhibit are dedicated to the theme from “Il ballo dei filosofi”: de-constructed images oppressed and forced into narrow spaces. In these works the overabundance of elements are brought to excess, so as to achieve one of the author’s favourite objectives: to present a true and real story in a painting. As the art historian Arturo Carlo Quintavalle said, “Tadini wants to paint as if writing a novel”.

1. Emilio Tadini, Il ballo dei filosofi, 1995. 2. Emilio Tadini, Oltremare, 1990.


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Antologie a scatti / Anthologies and photos

LEGGENDE IN CLICK

CLICK LEGENDS

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Le opere dei più grandi fotografi degli ultimi tempi

The works of the greatest photographers of recent times

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ver 300 photos by the greatest master photographers of the Twentieth century: Helmut Newton and Man Ray, Elliot Erwitt and Nobuyoshi Araki, Robert Mapplethorpe and Peter Lindbergh. Master Photographers (ed. Flammarion) assembles the works of about twenty of these legendary artists who have revolutionised the way of “taking photos”. Twenty two pages for each artist: a complete portfolio with the rationale and techniques which are behind each image. An international cast and marvellous works for a large-format volume that gathers together different genres: from reportage to fashion, from documentaries to portraits, from art to glamour. Produced by Robert Koch, manager of the publishing house Contrasto and managing director of Forma, the International Photography Centre in Milan.

ltre 300 scatti dei più grandi maestri della fotografia del XX secolo: Helmut Newton e Man Ray, Elliot Erwitt e Nobuyoshi Araki, Robert Mapplethorpe e Peter Lindbergh. Master Photographers (ed. Flammarion) raccoglie i lavori di una ventina di questi leggendari artisti che hanno rivoluzionato il modo di “fare fotografia”. Ventidue pagine per ogni autore: un portfolio completo con le ragioni e le tecniche che stanno dietro a ogni immagine. Un cast internazionale e opere meravigliose per un volume large-format che raccoglie generi diversi: dal reportage alla moda, dal documentario alla ritrattistica, dall’arte al glamour. A cura di Roberto Koch, direttore della casa editrice Contrasto e amministratore delegato di Forma, Centro Internazionale di Fotografia di Milano. F.I.

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Master Photographers, Flammarion. Herb Ritts, Versace Dress, Back View, El Mirage, California, 1990, Master Photographers, Flammarion. Elliott Erwitt, Paris, 1989, Master Photographers, Flammarion. Margaret Bourke-White, A Bread Line During the Louisville Flood, Kentucky, 1937, Master Photographers, Flammarion. bookmoda I 185


BAGUETTOLOGY

BAGUETTOLOGIA

Storie in borsa Stories of Bags

21. 190 I bookmoda

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La clutch di Fendi compie 15 anni. 250 foto raccontano 700 varianti di un oggetto di culto

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ella forma e nel nome ricorda il famoso pane francese. E come quello si porta sotto braccio. Ma non si sbriciola. Anzi, non è eccessivo sostenere che La Baguette lanciata da Fendi nel 1997 abbia contribuito a rilanciare la doppia f nell’Olimpo della moda. Naturale, quindi, che i 15 anni di questa clutch si celebrino con il volume Fendi Baguette (ed. Rizzoli New York) a cura di Silvia Venturini Fendi. Di primo piano i contributor: da Banana Yoshimoto ad Achille Bonito Oliva. Il libro, con 250 immagini, è un catalogo ragionato di un accessorio sempre uguale a se stesso, ma al tempo stesso diverso perché declinato in infinite varianti. In coccodrillo, in pelliccia, di paillettes, ricamata o decorata con pietre preziose, a oggi se ne contano almeno 700. Comprese variazioni e interpretazioni di artisti e stilisti. “Mi è stato chiesto di creare una borsa semplice e funzionale”, ricorda Silvia Venturini Fendi, terza generazione della famiglia e responsabile della linea di accessori, oltreché del menswear e del kidswear. “In un certo senso doveva essere tecnologica e minimal, proprio come la sua epoca. La mia risposta (per fortuna io sono un’indomabile disobbediente) è stata la Baguette”. E il mondo le ha dato ragione. F.I.

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Fendi’s clutch bag is 15 years old. 250 photos tell the story of 700 versions of a cult object

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n name and shape it resembles the famous French bread. And in how it fits under the arm. But it doesn’t crumble. Quite the opposite, it is not unreasonable to claim that La Baguette, launched by Fendi in 1997, has contributed to the relaunch of the double f in the fashion hall of fame. It is therefore natural that 15 years of this clutch are being celebrated with the volume Fendi Baguette (ed. Rizzoli, New York) by Silvia Venturini Fendi. The contributors in close-up: from Banana Yoshimoto to Achille Bonito Oliva. The book, with 250 images, is a catalogue detailing an accessory which is always true to itself, but at the same time different because it is produced with infinite variations. In crocodile, in fur, with sequins, embroidered or decorated with precious stones and up to today, number at least 700. Including versions and interpretations by artists and designers. “I had been asked to create a simple and functional bag”, recalls Silvia Venturini Fendi, third generation of the family and head of the line of accessories, as well as menswear and kid's wear. “In a certain sense it had to be technological and minimal, really like its era. My response (fortunately I am indomitably disobedient) was the Baguette”. And the world has agreed.

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1. Delfina Delettrez Fendi; 2. Catherine Zeta-Jones; 3. Catherine Deneuve; 4. Giulia Bevilacqua; 5. Sarah Felberbaum; 6. Martina Mondadori; 7. Lola Schnabel; 8. Paz Vega; 9. Alexandra Richards; 10. Anna Dello Russo; 11. Mischa Barton; 12. Mandy Moore; 13. Eugenie Niarchos; 14. Bianca Brandolini dʼAdda; 15. Julia Roberts; 16. Adriana Lima; 17. Liz Hurley; 18. Lea Michele; 19. Kelly Preston; 20. Sharon Stone; 21. Fendi Baguette, Rizzoli New York, © Fendi Baguette, Rizzoli New York, 2012.

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POSTFAZIONE / AFTERWORD

YELLOW CARPET L T

e nuove celebrità hanno occhi a mandorla e il red carpet si trasforma in tappeto giallo.

Godfrey Gao in Dolce&Gabbana

Huo Siyan in Gucci

Jung-Woo-Sung in Dolce&Gabbana

Shu Qi in Giorgio Armani

he new celebrities are almondeyed and the red carpet is turning into yellow carpet.

Shu Qi

Jung-Woo-Sung

Huo Siyan

Godfrey Gao

Data di nascita: 16/4/1976

Data di nascita: 20/3/1973

Data di nascita: 23/10/1981

Data di nascita: 22/9/1984

Città di nascita: Xindina, Taipei County

Luogo di nascita: South Korea

Città di nascita: Pechino

Place of birth:

Town of birth:

Date of birth:

Town of birth:

Date of birth:

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Impiego: actress

Impiego: actor

Impiego: actress

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Date of birth:

Luogo di nascita: Taiwan Place of birth:

Impiego: model and actor Job:


Li Bingbing in Gucci

Daniel Wu in Giorgio Armani

Yang Mi in Gucci

Michelle Yeoh in Armani Privé

Michelle Yeoh Choo-Kheng

Yang Mi

Daniel Wu

Li Bingbing

Data di nascita: 6/8/1963

Data di nascita: 12/9/1986

Data di nascita: 30/9/1974

Data di nascita: 27/2/1973

Città di nascita: Ipho, Malaysia

Town of birth:

Town of birth:

Città di nascita: Berkeley, California

Town of birth:

Impiego: actress, producer, singer

Impiego: actor

Impiego: actress and singer

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Impiego: actress Job:

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Città di nascita: Pechino Job:

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Città di nascita: Harbin

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