BookMod@ Uomo

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B € 65,00 - F € 55,00 - D € 75,00 - E € 56,90 - P € 63,10 - A € 60,50 PUBBLICAZIONE PERIODICA SEMESTRALE N. 27 M-6171-27 - € 55,00-RD

Italy only € 35,00 INTERNATIONAL EDITION

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Periodico Semestrale di Moda e Informazione Prêt-à-Porter Uomo Primavera/Estate - Spring/Summer 2011 Numero 27 Direttore Editoriale Marco Uzzo marco.uzzo@bookmoda.com Direttore Responsabile Gianluca Lo Vetro gianlucalovetro@bookmoda.com Art Director Diego Lombardo diego.lombardo@bookmoda.com Co-Art Director e Produzione Lorenzo Capitani produzione@bookmoda.com Coordinamento redazione Gianpiero Di Bari g.dibari@bookmoda.com Redazione Antonella Scorta antonella.scorta@bookmoda.com Sonia Spagnol sonia.spagnol@bookmoda.com

Contributors

Beppe Angiolini, Presidente della Camera Italiana Buyer Moda. President of the Italian Chamber of Fashion Buyers.

Eva Desiderio, inviato speciale del Quotidiano Nazionale e firma storica del giornalismo di costume, è autrice della monografia Gherardini (ed. Electa) in uscita a fine settembre. Fiorentina doc, ha un solo amore più grande della moda: suo figlio Chicchino. Special correspondent of Quotidiano Nazionale newspaper and historic signature of custom journalism, is the author of the essay Gherardini (published by Electa) which will issue next September. A true Florentine; she loves only her son Chicchino more than fashion.

Fabriano Fabbri, docente di Arte Contemporanea all’Università di Bologna. Professor in Contemporary Art at Bologna University.

Francesco Rapazzini (corrispondente da Parigi) frapax@orange.fr Hanno collaborato Carlo Prosdocimi carlo.prosdocimi@bookmoda.com Marco Masserini, Luca Maria Traverso-Kino Traduzioni Studio MVM Servizi Fotografici Simone Manzo, Max Salvaggio, Roberto Tecchio

Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 383 del 28.05.1990 - N° Iscrizione ROC 9982

Segreteria di Redazione Cecilia Scolari cecilia.scolari@bookmoda.com Amministrazione Maurizio Milazzo maurizio.milazzo@bookmoda.com Giovanna Pennati giovanna.pennati@bookmoda.com Tipografia GRAFICHE MAZZUCCHELLI S.p.A. Via Cà Bertoncina, 37 - 24068 Seriate (BG) Tel. 0352921300 - Fax 0354520185 www.mazzucchelli.it Fotolito ITALCOLOR S.r.l. - Via L. Cavaleri, 6 - 20147 Milano Tel. 0289699716 - Fax 0289699717 italcolor@italcolor.it Diffusione Italia: Messaggerie Internazionali Via Manzoni, 8 - 20089 Rozzano (MI) numero verde 800827112 Estero: A.I.E. Agenzia Italiana Esportazione S.p.A. Via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 025753911 r.a. - Fax +39 0257512606 Presidente Giovanna Roveda giovanna.roveda@bookmoda.com

Via A. Manzoni, 26 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02892395.1 - Fax +39 028242644 e-mail: redazione.milano@bookmoda.com

Daniela Fedi, prima firma di costume del quotidiano Il Giornale, ha scritto con Lucia Serlenga il libro Alla corte di re Moda (ed. Salani). Simpatica come le sue curve, quando scrive è acuminata come la sua capigliatura punk. First custom big name of Il Giornale newspaper, wrote in collaboration with Lucia Serlenga the book Alla corte di re Moda (published by Salani). As much agreeable as her curves, when she writes, she is sharp like her punk coiffure. Elio Fiorucci: un nome, una leggenda della moda. L’inventore del concept store, ma soprattutto l’uomo che ha liberato lo stile. Con amore. A name, a fashion legend. The inventor of concept store, but above all the man who made the style free. With love.

Yoshiaki Kaihatsu, grande artista giapponese che si esprime attraverso il bianco e il polistirolo. Ha collaborato con Adidas. Sogna di realizzare un progetto per Stone Island. Great Japanese artists who expresses himself through white colour and polystyrene. He collaborated with Adidas. He dreams to make a project for Stone Island.

Pubblicità LISA MORASSO - PUBLIFASHION S.r.l. Via A. Manzoni, 26 - 20089 Rozzano (MI) Tel. +39 02892395.1 - Fax +39 028242644 lisa.morasso@bookmoda.com - www.bookmoda.com Advertisements for Asia & South America INTER FASHION MEDIA - Tel. +39/335327261 - tradexx@hotmail.com Advertisements for Middle East NEIMAN AZZI EVENTS MANAGEMENT SARL P.O Box: 11-162 Beirut Lebanon Tel. +961/1/200082 - Fax +961/1/200087 - Mobile +961/3/600162 em@neimanazzi.com - www.neimanazzi.com Advertisements for Japan YOSHINORI SHIMIZU - 1-13-4 Miwa BLDG 2F Ginza - Chuo - Ku - Tokyo Tel./Fax +81/335676867 - Mobile +81/9080086913



FASHION ON DEMAND Ph. Stefano Massè

Se in televisione si può ri-chiedere qualsiasi programma di ieri e oggi, anche nella moda è crollata ogni scansione cronologica. E non solo. Benvenuti nell’era dell’on demand. La simultaneità teorizzata già dalle avanguardie Futuriste - come spiega Fabriano Fabbri nel suo contributo - è ormai realtà anche nello stile, a immagine e somiglianza dello schermo dove si possono aprire infinite finestre in contemporanea. Del resto, anche l’uomo non è più una “cosa sola”, ma un’infinità di soggetti e personalità. Riesce addirittura a svolgere più azioni nello stesso momento secondo i processi del multitasking. Così, il top model Andrea Preti sulla nostra copertina indossa svariate tipologie di abbigliamento. Ma è anche un fumetto, un uomo ai raggi X, un avatar, un manga: una delle tante icone messe in luce dal new-iconario a corredo del servizio di Antonella Scorta Lolite gotiche, kamikaze e ragazze della foresta. Non è tutto.

POST AMARCORD Nella gallery fotografica Post Amarcord, Preti interpreta un neo Fellini. Per realizzare il sequel del film Amarcord, il giovane film maker cerca nella Rimini

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contemporanea delle archistar corrispondenze con i bozzetti del grande regista nel Libro dei Sogni (ed. Rizzoli). Reale/virtuale, onirico/tecnico si intrecciano così in una fusione di elementi a contrasto: un tutt’uno uniforme come l’arte del giapponese Yoshiaki Kaihatsu che eccezionalmente stila per Book Moda le sue “Lezioni Nipponiche”, seguito ideale di quelle Americane firmate da Italo Calvino per profetizzare i valori chiave del 2000. La sintesi di questi nuovi e complessi scenari si ritrova sulle passerelle di Milano Moda Uomo, di Parigi e negli stand di Pitti Immagine Uomo, nucleo centrale - come sempre - della nostra pubblicazione. Da queste piazze internazionali emerge una continua, quasi spiazzante, commistione di antipodi. Esattamente come a Berlino, definita “locomotiva del mondo”, nonché capitale cool tra est e ovest alla quale è dedicato gran parte del nostro Boogle Earth.

NATURALE/ARTIFICIALE Come orientarsi, allora? Naturale/artificiale sono senza dubbio due capisaldi fondamentali del nostro futuro. Se il terzo millennio non può più vivere senza tecnologia, deve comunque, inderogabilmente, preservare un ambiente sempre più a rischio. Il resto è un gioco estetico basato su questo principio del cross over. La giacca doppiopetto che torna alla grande ma sugli short sempre più corti. Le espressioni più serene del floreale, dai figli dei fiori alle fantasie Liberty, che si mescolano al fetish più inquietante tra borchie e teschi. Mentre, in un presente proiettato verso il futuro, si susseguono le celebrazioni di anniversari con relative retrovisioni. E Cavalli fa 40. Auguri! Gianluca Lo Vetro


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2 1. Gucci 90 anni La campagna pubblicitaria Forever Now di Gucci A/I 2010-11, realizzata con immagini dei laboratori della storica sede di Via delle Caldaie a Firenze, scattate nel 1953. Gucci 90 years The advertising campaign Forever Now of Gucci from F/W 2010-11 made of the images from the workshops of the historic location in Via delle Caldaie in Florence, shot in 1953. 2. Il libro Gherardini (ed. Electa) scritto da Eva Desiderio, d’imminente pubblicazione. La shopper e le pochette celebrative del 125esimo anniversario. The book Gherardini (pub. Electa) written by Eva Desiderio will be published soon. The shopper and the celebratory pochette bags for the 125th anniversary.

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3. Zegna 100 anni Una campagna pubblicitaria del 1940 firmata da E. Mercatali. Dal volume Ermenegildo Zegna 100 anni di tessuti, innovazione, qualità e stile (ed. Skira). An advertising campaign from 1940 signed by E. Mercatali. From the book Ermenegildo Zegna 100 anni di tessuti, innovazione, qualità e stile (pub. Skira). 4. Alexander 100 anni Il marchio del settore calzaturiero artigianale italiano compie 100 anni. Nell’immagine, la storica fabbrica. The brand from the Italian artisanal footwear industry celebrates 100 years. In the photo, the historic factory.

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di Sonia Spagnol

Drughi style Nel 1971 Stanley Kubrick firma la regia di Arancia Meccanica, il suo capolavoro cine-fanta-visionario, tratto dall’omonimo romanzo di Anthony Burgess del ‘62. Il titolo inglese, A Clockwork Orange, è un’espressione gergale usata nell’East London che indica una situazione apparentemente normale, ma bislacca e astrusa, se analizzata nel dettaglio. Definita “distopica” perché presenta un’utopia negativa e una società indesiderabile, la pellicola fa epoca anche per l’estetica degli interni con riferimenti alla Pop Art, all’Optical Art e alle opere di Mondrian. E per il look dei protagonisti, in particolare l’abbigliamento della banda dei Drughi (dal russo “drug”, amico): camicia e pantaloni bianchi portati con le bretelle, bombetta nera in testa e pesanti stivali ai piedi. Il sito urstyle.it di “alternative fashion & accessories” - come si autodefinisce - ha già iniziato a celebrare questo stile, vendendo felpe con le grafiche del film. Ma la tendenza dei new Drughi è solo all’inizio.

1971. Muore Jim Morrison. Leader carismatico dei The Doors, l’artista statunitense, soprannominato “Re Lucertola”, resta l’inimitabile icona della perversa miscela di sesso, poesia e morte. 1971. Jim Morrison died. The charismatic American lead singer of The Doors, nicknamed King Lizard, remains the inimitable icon of a perverse mixture of sex, poetry and death.

anni/years

120 1891. Whitcomb Judson of Chicago invented the zip fastener, perfected in 1906 by one of his aides, the Swedish Gideon Sundback, who invented the horizontal teeth that lock together by means of a slide. It was not distributed until 1913 when Sundback made a machine to mass produce the teeth and press them onto a fabric tape.

1891. Whitcomb Judson di Chicago inventa la cerniera lampo, perfezionata nel 1906 da un suo aiutante, lo svedese Gideon Sundback, che crea i dentini trasversali che si incastrano attraverso un cursore scorrevole. Solo nel 1913 si diffonde quest’invenzione, quando Sundback fabbrica una macchina per produrre in serie questi denti e comprimerli su un nastro di stoffa.


30% produzione mondiale di jeans consumata dagli USA

world jeans production sold in USA

Droogs style

Christina Aguilera

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città del mondo che ospitano una fashion week

In 1971 Stanley Kubrick directed the film A Clockwork Orange, the visionary science fiction masterpiece of the book of the same name by Anthony Burgess, published in 1962. The title is an East London slang expression meaning an apparently normal but peculiar and abstruse situation, if analysed from within. It has been defined as “dystopic” because it presents a negative kind of Utopia, an undesirable society. The film also made history for its interior sets inspired by Pop Art, Optical Art and the works of Mondrian. And also for the costumes, in particular the Droog gang (from the Russian “Drug”, friend): white shirts and trousers worn with braces, black bowlers and heavy boots. The website urstyle.it, “alternative fashion & accessories” as it describes itself, has already begun celebrating this style by selling sweat shirts with prints of the film. But this “New Droog” trend is still at its very beginnings. 1961. Nasce Tom Ford, stilista texano artefice del rilancio della maison Gucci nel ‘90. L’eclettico creativo dopo la folgorante carriera sulle passerelle è entrato nel mondo del cinema come regista, sceneggiatore, produttore e attore. In clima di revival Anni ‘90, il “bel Tom” si annuncia come icona di riferimento per la moda che verrà.

1961. Tom Ford was born, the Texan designer who relaunched the house of Gucci in 1990. This eclectic artist, after a brilliant career on the catwalks, entered the world of cinema as a director, set designer, producer and actor. In a climate of 1990s revival, the “beautiful Tom” has to be the icon of reference for the fashions of the future.

world cities hosting a fashion week

100.000.000 capi di biancheria intima prodotti annualmente a Yanbu, il distretto cinese specializzato in underwear

underwear items produced every year in Yanbu, the specialized Chinese district

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1971. Il programmatore statunitense Ray Tomlinson inventa l’e-mail. Prima di allora, il tasto della chiocciolina era lì, sulla tastiera, praticamente inutilizzato. Pronto a diventare il re delle comunicazioni. Alcuni studiosi sostengono che il simbolo @ sia nato nel VI-VII secolo, come evoluzione del latino “ad” (verso). Se gli italiani lo chiamano “chiocciola”, per i greci è l’anatroccolo e per gli olandesi è la coda della scimmia. L’@ è presente al Moma di New York come opera d’alto design.

1971. The American programmer Ray Tomlinson invented email. The previously virtually unused key with the @ symbol had always been there before. No-one could ever have imagined that in no time at all it would become the king of communication. Some experts sustain that the @ symbol was invented in the 6th or 7th centuries as a development of the Latin word “ad” (towards). Whereas the Italians call it “chiocciola” (snail), for the Greeks is the duckling and for the Dutchmen is the monkey’s tail. The @ is on display at the Moma in New York as an example of a great design.

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Nel 1911 nasce la prima delle sorelle Fontana: Zoe, che, con Micol e Giovanna, fonda una delle firme storiche della moda italiana. Originarie di Mamiano di Traversetolo in provincia di Parma, le tre sorelle si formano nella sartoria della madre Amabile. La loro carriera col marchio Fontana inizia nel ‘43, coincidendo perfettamente con l’affermazione del made in Italy nel mondo. Se il marchese Giovan Battista Giorgini le coinvolge (insieme a Jole Veneziani, Simonetta, Germana Marucelli, Emilio Pucci, Schuberth e altri) nella prima collettiva di sfilate a Firenze nel 1951, star americane come Anita Ekberg, Ava Gardner e Liz Taylor, che sbarcano a Cinecittà nella Hollywood sul Tevere, si vestono nel loro atelier. Anche se le Sorelle Fontana consacreranno la loro celebrità planetaria, confezionando nel ‘49 l'abito da sposa di Linda Christian per il matrimonio con Tyrone Power a Roma. Per celebrare la storia di questa gloriosa insegna, quest’anno la Rai dedica una miniserie in due puntate alle tre stiliste, interpretate da Alessandra Mastronardi, Anna Valle e Federica De Cola.

anni/years

1921. Er nest Beaux, “naso eccellente” della società Rallet, realizza per Chanel il celebre profumo N° 5: capostipite di tutte le fragranze con accenti “aldeidati”. L’aroma di estrema freschezza viene ispirato a Beaux da un soggiorno nel Circolo Polare Artico. 1921. Ernest Beaux the “nose” par excellence of the Rallet company, created the celebrated perfume N° 5 for Chanel: the archetype of all the perfumes containing aldehydes. Beaux was inspired for the perfume and its extreme freshness by a trip he had made to the Arctic Circle.

Il 2011 negli altri calendari: The year 2011 in other calendars:

1961. In Svizzera viene fondato il WWF da un gruppo che comprende, tra gli altri, Filippo d’Edimburgo, consorte della regina Elisabetta II, e il pittore Peter Scott che ne disegna il logo. E di anno in anno verifichiamo la crescente importanza di questa istituzione. Anche nella moda. 1961. The WWF was founded in Switzerland by a group of people including the Duke of Edinburgh and the painter Peter Scott who also designed the logo. The importance of this foundation grows year by year, also in the world of fashion.

2003-04

1389-90

Calendario etiopico Ethiopian calendar

Calendario persiano persian calendar

Linda Christian

Sorelle di moda


In 1911 the first of the Fontana sisters was born; Zoe, who with Micol and Giovanna founded one of the most famous of Italian fashion brands. Originally from Mamiano di Traversetolo in the province of Parma, the three sisters learnt their skills in their mother’s, Amabile, dress-makers shop. Their careers in the name of Fontana began in 1943, coinciding perfectly with the establishment of the prestige of the Made in Italy label throughout the world. Where the Marquis Giovan Battista Giorgini included them (together with Jole Veneziani, Simonetta, Germana Marucelli, Emilio Pucci, Schuberth and others) in the first fashion shows held in Florence in 1951, it was American stars like Anita Ekberg, Ava Gardner and Liz Taylor who were dressed by them when they came to Cinecittà, the Hollywood of Rome. The Fontana sisters consecrated their global celebrity by making the wedding dress for Linda Christian for her marriage to Tyrone Power in Rome in 1949. This year Rai television is producing a two part drama about the three sisters, played by Alessandra Mastronardi, Anna Valle and Federica De Cola in celebration of this glorious success story.

Audrey Hepburn

Sorelle Fontana

Fashion sisters

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(

1981. Nasce il canale televisivo statunitense MTV Music Television. Inizialmente dedicato solo ai video musicali, specialmente a quelli rock, in seguito abbraccia a 360 gradi il mondo giovanile, con incursioni in tutti gli aspetti della cultura pop, del gossip. E, va da sé, della moda che procede di pari passo con la musica.

)

ironic/iconic

1981. The birth of the MTV Music Television channel in America. Initially it only transmitted music videos, particularly rock. It went on to embrace the whole of the world of youth with incursions into all aspects of pop culture and gossip. And, it goes without saying, fashion too, which goes hand in hand with music.

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Calendario islamico i slamic calendar

Calendario cinese Chinese calendar

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V.O.D.à-porter

G.LoVe.

FUTURO, FUTURISMO E SIMULTANEITÀ Passato, presente e futuro convivono in un nuovo stile on demand che va dall’arte alla moda. Dal Futurismo a Mariko Mori. Viaggio nel concetto della simultaneità in una riflessione di ieri, oggi e domani. In contemporanea

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F a b r i a n o

Ieri: quando lo stilista si chiamava Volt (e la donna era radio-telegrafica) Sul mondo della moda l’avanguardia più vivace e per certi versi estrema del Novecento, il Futurismo, ha elargito parole note e stranote. Facendo eco all’interventismo di Carlo Carrà, nel ’14 Giacomo Balla sbottava con Il vestito antineutrale, manifesto dedicato alla moda maschile e femminile. Esplosivo e bombarolo come sempre, lo scritto contiene gli immancabili ingredienti della grinta futurista urlando senza tentennamenti il suo amore per la simultaneità, per esempio quando Balla propone abiti “Dinamici, pei disegni e i colori dinamici delle stoffe… che ispirino l’amore del pericolo, della velocità”. Dalla moda viriamo un secondo verso la cucina – futurista naturalmente – con le parole del guru del gruppo: Filippo Tommaso Marinetti, che arriva a concepire follie lucide e a dir poco pionieristiche. Se già nel manifesto del Futurismo Marinetti aveva sbandierato una passione viscerale per il dinamismo dell’era elettrica,

F a b b r i

in La cucina futurista ipotizza la presenza di “onde nutrienti” – elettromagnetiche, chiaro – fino ad alimentarsi di “Leggerezza” e a ”Masticare l’infinito”. Davvero un inno alla simultaneità. Torniamo alla moda con un personaggio quasi sconosciuto, Vincenzo Fani, in arte Volt. Quanto a passione per l’elettricità il nome è tutto un programma. Nel suo manifesto del 1920 Volt arriva a immaginarsi abiti femminili da ingegneria fantascientifica, tra cui spicca l’invenzione della donna “antenna-radiotelegrafica”. Oggi: da Yoko Ono a Facebook Oggi o giù di lì, per la precisione all’ultima edizione della Biennale d’arte di Venezia, il premio come miglior artista è stato assegnato a Yoko Ono. Meritatamente. Yoko Ono è attiva sulla scena artistica dai primi Anni Sessanta, con un libretto pubblicato quasi in sordina intitolato Grapefruit. Istruzioni per l’arte e per la vita. Sfogliandolo, il volume fiorisce di suggerimenti come “chiedi a 500 persone di pensare “Oneness”, 2002, Mariko Mori.

20, 40, 65, 100: no, la moda non sta dando i numeri. Semmai, celebra ogni tipo di anniversario. Compreso quello dispari di Brioni, che quest’anno festeggia 65 anni. Se il ventennale della collezione maschile di Dolce & Gabbana è stato l’evento centrale delle ultime sfilate di Milano Moda Uomo, i 40 anni di Cavalli si annunciano come l’apoteosi delle imminenti passerelle femminili di scena a New York (916/09/2010), Milano (2228/09/2010) e Parigi (28/097/10/2010). Il tutto scandito, come da copione, da mostre scenografiche, monumentali monografie e spettacolari party con tappeto rosso. Tanto celebrazionismo indica l’importanza di storicizzare i marchi enfatizzandone il valore della tradizione. Che nel mercato globale sembra fare la differenza. Non è tutto. Nel fenomeno non manca un pizzico di narcisismo degli stilisti che si auto-erigono monumenti alla memoria, pur essendo ancora vivi e attivissimi. Nel gioco di continui rimandi tra passato e presente, si legge anche la nuova cultura della simultaneità che mette tutti i tempi a disposizione di un solo, nuovo tempo senza più distrazioni di epoche, infrangendo ogni palinsesto cronologico. Proprio come nelle TV on demand (V.O.D.) dove possiamo mettere/rimettere in onda qualsiasi programma già trasmesso. “Ormai – osserva il sociologo Francesco Morace – non ci si adatta più ai propri tempi, ma il singolo adatta i tempi alla propria vocazione”. In tal modo la simultaneità diventa una questione personale che vale anche per l’abbigliamento dove coesistono heritage, presente e vintage. Rivoluzionari effetti del web? Apparentemente. Se già negli Anni ’30 il Futurismo propugnava “l’immaginazione senza fili” (Marinetti) e “l’esaltazione della velocità” (Boccioni) in nome di un dinamismo universale, Einstein, ancor prima, teorizzava che la simultaneità fosse soggettiva. “Posto l’artista come centro mobile dell’universo vivente – scriveva Ardengo Soffici – tutte le sensazioni ed emozioni senza prospettiva di spazio o di tempo sono attirate e fuse in un atto procreativo unico”. Non sembra l’immagine di un uomo on line e del suo stile di sintesi?

L’era dell’accesso


allo stesso numero di telefono contemporaneamente per un minuto in un momento prestabilito”, oppure “chiedi a tutti in città di pensare alla parola sì nello stesso momento per 30 secondi”. Poi l’artista raccomanda di comunicare “telepaticamente”, di creare una catena umana toccandosi “l’un l’altro” e di eseguire altre azioni “nello stesso momento, tutti noi”. Come si vede, la Ono indica due cose in particolare, del tutto interconnesse: da un lato, la creazione di reti, di circuiti, dall’altro lo svolgimento di simili gesti collettivi in un ambito temporale perfettamente simultaneo. E dove ritroviamo lo stesso principio di ragionamento se non nella tecnologia che usiamo tutti i giorni? Non lo ricaviamo anche dalla logica del web e di internet, dove l’idea di insieme comunitario – da Facebook alle varie chat – spopola a colpi di bit elettronici? Domani: l’abito antenna Il domani di un’altra artista giapponese è già presente, assieme al passato. Mariko Mori realizza fotografie e installazioni avveniristiche in cui tra le altre cose si mostra dentro un involucro trasparente – un’astronave? un uovo digitale? – tra i luoghi sacri di tempi remoti, tra scenari più prosaici e altri da futuro distante. Le piramidi a Giza, i docks di Londra e la Shibuya tokyota. La vediamo sempre dentro il suo sarcofago traslucido in un viaggio di mete lontane nella geografia e soprattutto lontane nel tempo. Tutte assieme, in simultanea. L’artista e lo stilista di oggi sono viaggiatori di schermate, cacciatori di pixel e di mondi virtuali più reali che mai. Sono dei clicker. Con un tocco del mouse e del touch screen comunicano a distanza e spalancano l’apriti sesamo dell’era dell’accesso, direbbe Jeremy Rifkin. Tradotto in passerella, quali potrebbero mai essere gli abiti che ci sintonizzano al meglio con le onde di questo scenario di mondi simultanei? Fra gli altri, Rick Owens. In lui vediamo il voltaggio e il Volt di uomini/donne/antenna da futuro postatomico. Vediamo suggestive protesi paraboliche anche da Hussein Chalayan, per non parlare degli androidi metà organici metà artificiali con cui sa stupirci Gareth Pugh.

capitolo chapter

I 65 anni di Brioni nei bozzetti di Carlo Stanga. The 65 years of Brioni in the sketches by Carlo Stanga.

From left, Rick Owens, S/S 2011; Boris Bidjan Saberi, S/S 2011.

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V.O.D.à-porter 20th, 40th, 65th, 100th: now fashion celebrates every anniversary, including Brioni, which will be celebrating its 65th this year. If the twentieth Dolce & Gabbana menswear show was the main event at the latest Milano Moda Uomo, the forty years of Cavalli must have to be the apotheosis of the imminent women’s wear shows in New York (9-16/09/2010), Milan (2228/09/2010) and Paris (28/09/2010 7/10/2010). The whole consisting of text book spectaculars, monumental shows and sumptuous red carpet parties. So much celebration indicates the importance of marking the lives of the labels and emphasising the value of tradition. It seems to make a difference in a globalised world. And not only that. There is also more than a pinch of designer narcissism in this phenomenon, because, though still alive and kicking, they wish to erect monuments in their own memory. A new culture of simultaneity can be seen in this continuous flow between past and present which puts all periods at the disposition of one single one; a new time, not distracted by any single era, breaking down any chronological order. Just like TV on demand (V.O.D.) where you can watch over and over again any programme that has been transmitted. “Now”, observes the sociologist, Francesco Morace “the individual no longer adapts to his time, but each individual adapts time to suit himself”. In this way simultaneity becomes a personal question and it effects clothing too, where both the present and the vintage co-exist. The revolutionary effect of the internet? Apparently. If Futurism, already in the thirties, supported “wireless imagination” (Marinetti) and “praised speed” (Boccioni) in the name of universal dynamism, Einstein, even earlier, theorised that simultaneity was subjective. “The artist is placed in the moving centre of a living universe,” wrote Ardengo Soffici, “all feelings and emotions, without the perspective of either time or space, are attracted and fused into a single creative act”. Does this not also describe man in the internet age and his style of synthesis?

The era of accessibility

THE FUTURE, FUTURISM AND SIMULTANEITY Past, present and future live together in a new on demand style going from art to fashion. From Futurism to Mariko Mori. A travel through the concept of simultaneity in a past, present and future consideration. At the same time Past: when the designer was called Volt (and the woman was radio-telegraphic) Futurism, the most lively and in a certain way the most extreme avant-garde movement of the 20th century, has lavished famous and very famous words on the world of fashion. Echoing the interventionism of Carlo Carrà, in 1914 Giacomo Balla burst forth with Anti-neutral clothing, a manifesto on men and women’s clothing. As explosive as ever, the manifesto contains those unfailing ingredients of Futurist grit and loudly declares love of simultaneity, for example when Balla suggests clothes that are “dynamic in design, fabric and colour... inspiring a love of danger and speed”. Let’s deviate for a moment from fashion to food, Futurist food of course, with the words of the movement’s guru, Filippo Tommaso Marinetti, who ended up inventing positive follies and, to say the very least, pioneering ones. Even if Marinetti had already declared a visceral passion for the dynamism of the electric era in the Futurist manifesto, in Futurist Cooking he suggests the presence of “nourishing

Three installations by Mariko Mori.

waves”, obviously electro-magnetic ones of course, so that you are nourished by “lightness” and you chew the “infinite”. Truly an anthem to simultaneity. Let’s get back to fashion with an almost unknown person, Vincenzo Fani, known in art as Volt. As far as his passion for electricity goes, his name says it all. In his manifesto of 1920 Volt imagined women dressed as science fiction engineers, one in particular being a “radio-telegraph antenna” woman. Today: from Yoko Ono to Facebook Today, more or less, or more precisely at the last edition of the Venice Biennale, Yoko Ono was awarded the prize for best artist. And she deserves it. Yoko Ono has been active on the art scene since the beginning of the sixties, with a little book published almost in secret called Grapefruit. Instructions for Art and Life. Browsing through the pages, the book is full of suggestions such as “ask 500 people to think of the same telephone number for one minute at the same, pre-established time”, or “ask everyone in town to think of the word yes at the same time for 30 seconds”.


And then she recommends “telepathic” communication, creating a human chain by touching “one another” and carrying out other actions “everyone, at the same time”. As you can see Yoko is indicating two things in particular, totally inter-connected: on one hand, the creation of networks or circuits and on the other the carrying out of similar collective gestures perfectly simultaneously. And where else will we find the same reasoning if not in the technology we use every day? Don’t we find it also in the logic of the internet, where the idea of community, from Facebook to the various chat networks, links the world by means of electronic bits? Tomorrow: the antenna dress The tomorrow of another Japanese artist is already the present, and the past. Mariko Mori makes futuristic installations and photographs in which, among other things, she places herself in a transparent container (a space ship? A digital egg?) in sacred settings of long lost times, in more prosaic surroundings and in others of a distant future. The pyramids in Giza, the docks in London and the Tokyo Shibuya. We always see her in her transparent sarcophagus on a trip to a faraway place both in geography and, more particularly, in time. All together, simultaneously. Today’s artists and designers travel on screens; they are hunters of pixels and increasingly life-like virtual realities. They are clickers. With the click of

a mouse and their touch screens they can communicate from a distance and throw open the doors to the “era of accessibility” as Jeremy Rifkin would say. Translated onto the catwalk, whatever can the clothes be like that best tune us in to the airwaves of this scenario of simultaneous worlds? Among others Rick Owens’. We see the volts and Volt of the “men/women/antennae” of a post-atomic future in him. We see striking parabolic projections like those by Hussein Chalayan, without mentioning those half organic, half artificial androids that Gareth Pugh 1. has surprised us 2. 3. with.

Anniversary Dolce & Gabbana 1990-2010 1. A/I 2000-01 I jeans con i velluti Bevilacqua del Vaticano: il gusto dell’eccellenza. 2. P/E 2001 I jeans a pezzi, cavallo di battaglia della maison. 3. A/I 2001-02 Omaggio alla Ferrari e al Made in Italy. 4. P/E 2003 L’Italia e il tricolore come marchio di eccellenza. 5. P/E 2004 David Beckham: massima icona del calcio style. 6. A/I 2004-05 La Dolce Vita: il recupero dell’Italia più bella. 7. P/E 2005 Vita bassa e mutande in vista. 8. P/E 2006 Il tuxedo come espressione della massima sartorialità. 9. P/E 2007 Sport couture: la tuta entra nell’establishment della moda. 10. P/E 2009 L’abito-pigiama: leggerezza all’avanguardia. 11. A/I 2009-10 Il tailoring per il neo net dandy. 12. A/I 2010-11 Cambia il format della sfilata tra cinema e web. 13. A/I 1990-91 Debutta l’uomo siciliano con la coppola e la camicia bianca della festa. Ed è glocalismo anche in passerella. 14. P/E 1991 La canotta e gli slip neorealisti: intimo a vista per una moda sottosopra. 15. A/I 1991-92 Il bandito Giuliano. 16. A/I 1995-96 La bisessualità simboleggiata dal garofano bianco: outing in passerella. 17. P/E 1997 L’uomo in ciabatte: formale più informale. 18. P/E 2000 Il supercafone traduce in stile il tormentone musicale del rapper Piotta.

1. A/W 2000-01 Jeans with Bevilacqua del Vaticano velvet: the taste of excellence. 2. S/S 2001 Torn jeans, the maison’s strong point. 3. A/W 2001-02 A tribute to Ferrari and Made in Italy. 4. S/S 2003 Italy and its tricolour as a trade mark of excellence. 5. S/S 2004 David Beckham: the most important icon of style football. 6. A/W 2004-05 La Dolce Vita: the recovery 7. of the most beautiful Italy. 7. S/S 2005 Low-waisted and visible briefs. 8. S/S 2006 Tuxedo as the highest 8. expression of couture style. 9. S/S 2007 Sport couture: jump suit joins the fashion establishment. 10. S/S 2009 Pyjamas suit: lightweight in the edge. 11. A/W 2009-10 Tailoring for the neo-web dandy. 12. A/W 2010-11 The fashion show format changes, between cinema and web. 13. A/W 1990-91 The Sicilian man debuts with flat cap and white shirt in his Sunday’s 10. best. And glocalisation appears also on the catwalk. 14. S/S 1991 Vest and visible neorealist underwear 11. briefs for an upside-down style. 15. A/W 1991-92 Bandit Giuliano. 16. A/I 1995-96 Bisexuality represented by a white carnation: outing on the catwalk. 17. S/S 1997 The slippered man: formal plus informal. 18. S/S 2000 The “Supercafone” (super-lout) translates the music style of the Italian rapper Piotta into fashion.

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16.


1972. Roberto Cavalli si affaccia al mondo della moda con uno stile in sintonia con l’epoca: pelle, patchwork e stampe. Tra le sue prime estimatrici, superstar alternative come Stefania Sandrelli e Maria Schneider.

1980. Sposa Eva Duringer, Miss Austria, che diventerĂ il suo braccio destro e la madre dei suoi figli Rachele, Daniele e Robin.

1972. Roberto Cavalli enters the world of fashion with a style in tune with the times; leather, patchwork and prints. His first fans included the alternative super stars, Stefania Sandrelli and Maria Schneider.

1980. Roberto Cavalli marries Miss Austria, Eva Duringer who would become his right hand helper and mother of their children Rachele, Daniele and Robin.


40 e 70: doppia ricorrenza per Roberto Cavalli

“PARLO CON DIO OGNI SERA, MA RISPETTO IL BURQA” Filosofia e religione dello stilista che celebra 4 decadi di attività e a 70 anni debutta come fotografo. “Il jet set mi annoia, lo scatto mi emoziona”. Il suo “filo diretto” con l’Altissimo che gli parla “attraverso le nubi”. L’appello dello stilista: “rispettiamo il burqa e le adozioni gay”. Dal primo bacio (a 16 anni) all’ultima passione per la Maternità, sorprendente ritratto in esclusiva del creatore più wild

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Cogli l’attimo, e goditelo fino in fondo: macinando idee e fantasie, stando sempre sul palcoscenico della mondanità eppure conservando un’intima timidezza, un piacere per la solitudine felice, una voglia smisurata di confrontarsi con esperienze sempre nuove. Come la fotografia: ultimo amore di Roberto Cavalli che festeggia a fine settembre quarant’anni di moda e di creatività. Eccolo nel suo studio fiorentino che abbraccia la città davanti allo schermo del computer, emozionato come un ragazzo, mentre fa scorrere le migliaia di immagini scattate nei luoghi più sperduti e unici del mondo, tra baobab che hanno 1300 anni e una nave abbandonata in mezzo a un deserto, due palme che fanno l’amore e l’abito da sera a raggi di luce creato ispirandosi ai motivi di un accendino Anni Cinquanta. Poi il viso dolcissimo di una giovane madre di un villaggio in Namibia che allatta il suo bambino: “È la mia Maternità, questa foto ingigantita l’ho regalata ai miei cinque figli a Natale”. Dopo la moda la fotografia? Ho sempre scattato anche prima di diventare stilista. Per me, perché mi piace. La fotografia è una forma d’arte, tutto m’ispira: dai fiorellini del giardino di casa che diventano l’essenza di una collezione al giornalaio di piazza della Signoria, dalla luna che adoro alle nuvole che sono dei geroglifici. Penso che Dio ci parli così, attraverso di loro. Quando sono in viaggio con la macchina fotografica mi dimentico di tutto, dormo per terra coi cannibali: un jeans, una maglietta e via. Il jet set mi annoia, lo scatto mi emoziona. Lei crede? 1994. Roberto Cavalli debutta a Milano Moda Donna. I suoi celeberrimi maculati saranno la pillola contro il minimalismo.

1994. Roberto Cavalli shows at Milano Moda Donna for the first time. His very famous animalier patterns will be the weapon to fight minimalism.

Sono nato cattolico, con gli insegnamenti di mia madre: una donna straordinaria. Mi ha cresciuto da sola, mio padre era stato ammazzato in tempo di guerra. Mi ha insegnato l’amore verso tutto. Mi diceva: “Se vuoi essere amato, devi amare”. Sì, credo, credo in Dio e ora gli parlo tutte le sere in una sorta di filo diretto. Ha paura di morire? Da ragazzo avevo paura della morte. Oggi non temo neanche la vecchiaia. Sono curioso di sapere cosa c’è dopo: in quale pezzettino di infinito capiterò. Mi chiedo sempre perché siamo sulla Terra, noi tanto imperfetti in confronto alla natura! È contento di sé? Molto. Dio mi ha dato un’intelligenza speciale, sono cresciuto a pane, forza e serietà. Mi piacciono sempre le feste e lo champagne, le Ferrari e le belle donne. La vita bisogna berla goccia per goccia, ma c’è chi ha bisogno di noi e vorrei dedicarmi anche a costoro. Ci vuole più rispetto per gli altri: per le donne che portano il burqa tartassate in Francia. E per i gay che vogliono avere figli. Io credo nell’amore, cosa c’entra il sesso? Non sarebbe meglio togliere tanti bambini dagli orfanotrofi? Che cosa insegna ai suoi figli? Lavorare, guadagnare, spendere. Un trittico felice: una regola richiama l’altra. La sua è una famiglia di artisti? Mio nonno era un ritrattista, un macchiaiolo: Giuseppe Rossi. La Galleria di Arte Moderna di Palazzo Pitti ha appena esposto il ritratto che fece a mia nonna, Egle Santolini Rossi. Mi ha

1999. Debutta la collezione uomo che vestirà superstar come Lenny Kravitz e Michael Jackson.

1999. His first men’s wear collection which will dress superstars such as Lenny Kravitz and Michael Jackson.

2001. Debutta la linea giovane Just Cavalli, prodotta dal gruppo It Holding.

2001. He introduces a young range called Just Cavalli, made by the It Holding Group.

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Cavalli life style

cate myself to them. People should have more respect for others; for the women who want to wear burqa in France. For gay couples who want children. I believe in love, what has gender got to do with it? Isn’t it better to have fewer children in orphanages? What do you teach your children? Three things, work, earn money and spend it. Each one is dependant on the other. Art runs in your family? My grandfather, Giuseppe Rossi, was a portrait artist, part of the Machiaiolo movement. The gallery of modern art in Palazzo Pitti has just exhibited the portrait he painted of my grandmother, Egle Santolini Rossi. I got my artistic vein from him. On 15th November, my 70th birthday, after celebrating the 40th anniversary of my label I will be opening an exhibition in Milan of 400 of my photographs. Photos of everything from the Galapagos to Las Vegas. What was your first job, before you became famous? I printed and painted T-shirts. I invented all printed knitwear in 1966. It was very successful. I worked in a garage in Via Targioni Tozzetti in Florence. When Florence was flooded that year I lost everything and was penniless. In 1969 I invented a method of printing on skin; another success, Hermès wanted it, everybody asked me for the exclusive rights. But I said, “No, I am keeping it for myself.” I made lots of money and bought myself a Ferrari. In 1970 I showed at the Paris prêtà-porter shows. That is why I am celebrating the 40th anniversary at the École des Beaux-Arts. So then it was the high life and lots of beautiful women… I wasn’t bad looking. I learnt English from the tourists in Piazza della Signoria. My first collection of prints was horrible but the Americans liked it. In 1971 I showed in Sala Bianca in Florence together with Armani, Missoni and Trussardi; I was the number one because I had created jeans with leather patches. What would you like to invent today? A new accessory, maybe a handbag to make women sexier.

Do you remember your first love? Of course I do. Her name was Robertina and she was the first girl I kissed when I was 16. I cried my heart out when she left me. My mother consoled me; “You will find another”, she said. And the love of your life? My wife Silvana. I married her when I was 22 and I have provided for her since 1973. She is the mother of Cristiana and Tommaso. She lived near me; I met her on the number 17 bus going to school. Let’s talk about Eva, your Eva and your right hand help. Yes, I met her at a beauty contest. She was magnificent, like she is today. We had ten glorious years together, from 1980 to 1990 when I wasn’t doing so well in fashion, due to minimalist trends, and I moved out to the country. Rachele, Daniele and Robin were born in those years. We were very happy. And then? In 1992 I wanted to close down the company and retire. But I didn’t want to sack anyone. So I invented a thread of Lycra going through a snake print, then with sand paper I wear and tear the fabric. It was great, everyone was talking about it at Modit. Nobody would have taken a bet on me before that. Instead, here I am now. In the end I came back into fashion because of Eva, she was young and wanted to work with me. May be too much work spoiled everything. Certainly stories like mine are rare in the fashion world.

From the top, family house in Florence; the designer studio; Eva and Roberto on their yacht.

2007. Veste le Spice Girls riunite.

2007. He dresses the Spice Girls, all together.

2007. Insieme al figlio Tommaso, commercializza il vino Cavalli Tenuta degli Dei del podere di famiglia.

2007. Introduces, together with his son Tommaso, his own wine made at the family vineyard, Cavalli Tenuta degli Dei.

2010. Veste Shakira alle cerimonie di apertura e di chiusura dei Mondiali di Calcio in Sudafrica.

2010. He dresses Shakira for the opening and closing celebrations of the Football League Championship in South Africa.


regalato un po’ di vena artistica. Il 15 novembre, il giorno del mio settantesimo compleanno, dopo le celebrazioni dei 40 anni della maison, inaugurerò una mostra di 400 scatti a Milano: immagini dalle Galapagos a Las Vegas. Qual è stato il suo primo lavoro prima di diventare famoso? Stampavo e dipingevo T-shirt. Inventai la maglieria all printed nel ’66: fu un trionfo. Lavoravo in un garage in via Targioni Tozzetti a Firenze. Con l’alluvione avevo perso tutto e non avevo un soldo. Nel ’69 inventai la stampa sulla pelle: un boom. La voleva Hermès, tutti mi chiedevano l’esclusiva. Ma io dissi: “No, me la tengo io!” Feci i soldi e mi comprai un Ferrarino. Nel ’70 arrivai col prêt-à-porter a Parigi. Per questo festeggio i 40 anni all’École des Beaux-Arts. Così, arrivò la bella vita con tante donne… Ero bellino, non male. Ho imparato l’inglese con le turiste in piazza della Signoria. La mia prima collezione di stampe era orripilante, ma era piaciuta agli americani. Nel ’71 presentai in Sala Bianca insieme ad Armani, Missoni, Trussardi: io ero il numero uno perché mi ero inventato il jeans con il patch di pelle. Cosa le piacerebbe inventare oggi? Un nuovo accessorio. Anche una borsa, per rendere le donne più sexy. Si ricorda il primo amore? Certo, si chiamava Robertina e a lei ho dato il primo bacio, avevo 16 anni. Piansi tanto, quando mi lasciò. Mi consolò la mamma: “Ne troverai un’altra di innamorata”. E il vero grande amore della sua vita? Mia moglie Silvana: l’ho sposata a 22 anni e la mantengo dal ’73, quando ci siamo lasciati. Lei è la mamma di Cristiana e di Tommaso. Abitava vicino a noi, ci siamo conosciuti sull’autobus 17 quando andavamo a scuola. Parliamo di Eva, la sua Eva, che è il suo braccio destro. Sì, l’ho conosciuta a un concorso di bellezza. Era stupenda, come oggi. Abbiamo vissuto dieci anni di sogno, dall’80 al ’90, quando il mio successo si era un po’ appannato per via della moda minimalista e mi ero ritirato in campagna. In quegli anni sono nati Rachele, Daniele e Robin. Siamo stati molto felici. Poi? Nel ‘92 volevo chiudere la ditta e ritirarmi. Ma non intendevo licenziare nessuno. Così mi inventai un filo di lycra dentro le stampe serpente, poi con la carta vetrata invecchiai il tessuto. Una figata, al Modit tutti parlavano di me. Prima di allora nessuno avrebbe puntato su Cavalli. Invece, eccomi qua. Di fondo, sono tornato alla moda per Eva, era giovane, voleva lavorare con me. Forse i troppi impegni ci hanno rovinato la vita. Di certo, storie come la mia nella moda ce ne sono poche. 2002. Apre a Milano il Just Cavalli Café. Il locale sarà solo il primo dei Cavalli Club nel mondo: da Dubai (nella foto) a Firenze.

2002. The Just Cavalli Café opens in Milan. This was the first Cavalli Club in the world: from Dubai (in the photo) to Florence.

The 40th and 70th: a double celebration for Roberto Cavalli

“I SAY MY PRAYERS EVERY NIGHT BUT I RESPECT THE BURQA” The philosophy and religion of a designer who is celebrating a career spanning 40 years and, at 70, is starting a career as a photographer. “The jet set bores me, taking photographs excites me”. His “direct line” to the above. His respect for the burqa and his belief that gay couples should be allowed to adopt. From his first kiss at 16 to his latest passion for Motherhood. A surprising and exclusive portrait of this talented creator Grasping the moment and enjoying it to the full; chewing over ideas and fantasies, always being in the eyes of the world although maintaining a certain timidity, pleasure in a contented solitude, an immense desire to indulge in new experiences. Such as photography; Roberto Cavalli’s latest passion, on the anniversary of his 40 years in fashion. We met him in his studio in Florence in front of his computer screen, going through thousands of photographs taken in every corner of the planet. 1,300 year old Baobab trees, an abandoned ship in the middle of the desert, two palms wrapped round each other and an evening dress inspired by a 1950s cigarette lighter. Then the sweetest face of a young Namibian mother breast feeding her child; “This is Maternity, I enlarged this photograph and gave it to my five children for Christmas”. So after fashion you have taken up photography? I have always loved photography even before I became a fashion designer. Just for myself, because I enjoy it. Photography is an art form; I am inspired by everything; from the flowers in my own garden which might be inspiration for a new collection, to the newspaper kiosk in Piazza della Signoria. Even the moon 2004. L’abito di Cindy Crawford a Donna sotto le stelle, sulla scalinata di Trinità dei Monti, è uno dei modelli più copiati.

2004. Cindy Crawford’s dress for Donna sotto le stelle on the steps of the Trinità dei Monti becomes one of the most copied.

which I adore and the clouds that are its hieroglyphs. I believe God talks to us in this way, through them. When I am travelling with my cameras I forget everything else, I sleep on the ground with the cannibals; jeans, a T-shirt and I’m off. The jet set bores me, taking photographs excites me. You are a believer? My mother brought me up as a Catholic: an extraordinary woman. She brought me up by herself; my father was killed in the war. She taught me to love everything. She used to say, “If you want to be loved, you must give love”. Yes I have faith, I believe in God and now I talk to Him every night on a kind of “direct line”. Are you frightened of death? As a child I was frightened of death. Today I am not even afraid of old age. I am curious to know what comes after; in what tiny part of infinity I will end up. I am always asking myself why we are here, imperfect as we are compared to nature! Are you happy with yourself? Very. God has blessed me with a special kind of intelligence; I was brought up on bread, strength and sincerity. I still like parties and champagne, Ferraris and beautiful women. Life has to be drunk drop by drop, but there are others that need us too and I would also like to dedi2005. Firma la Vodka Roberto Cavalli.

2005. Introduces Roberto Cavalli Vodka.


I pixel della grafica dei computer (contrazione di “picture element”) ci hanno svelato che ogni immagine può essere composta da infiniti punti di tante sfumature diverse. In quest’ottica, abbiamo fotografato e analizzato Pitti Immagine Uomo, identificando tutti i fenomeni di moda emergenti: piccoli atomi, spesso addirittura agli antipodi, che proprio per la loro differenza compongono quello straordinario “insieme” che è il più importante salone di abbigliamento maschile.

GLV

The pixels on a computer (a contraction of picture element) reveal that every picture can be broken down into an infinite number of different coloured dots. We have photographed and analysed Pitti Immagine Uomo from this angle and identified all the emerging trends; tiny atoms, often even in total contrast, which, just by virtue of their differences, make up that extraordinary composition which is Pitti Immagine Uomo, the most important event for men’s wear.

Graphic elaboration from René Magritte, Il frangiluce / The Light-breaker, 1927

capitolo chapter


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1. 2. 3. 4. 5.

Mason’s Colmar Zu + Elements Daniele Alessandrini Siviglia

T-alking SHIRT

Trionfo di T-shirt. Come manifesto di uno stile libero e della libertĂ di espressione delle proprie idee, attraverso stampe parlanti. T-shirts triumph. As a manifesto of free style and an expression of ideas through speaking prints.

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Ha fotografato i passanti con le T-shirt di Toxic Toy create da Tommaso Bencistà Falorni. Nell’happening chiamato Fashion Confessions. Rocco Toscani, figlio del famosissimo Oliviero, prosegue sulle orme reality di cotanto padre. Ma, tra un click e uno scatto, in tre domande rivela che… Cosa ti lega a questo progetto? È cominciato per amicizia, ma il Fashion Confessions è un esperimento per capire cos’è la moda indosso alla gente. Cosa hai in comune con tuo padre? Il cognome. E ci piace tenerci occupati con cose divertenti. Cosa farai da grande? Il padre e il direttore artistico de La Sterpaia. Il mestiere di fotografo non esiste più. Perché la tecnologia l’ha reso accessibile a tutti. (gdb)

Rocco Toscani “PHOTOGRAPHY AS A JOB DOESN’T EXIST ANYMORE” “IL FOTOGRAFO NON ESISTE PIÙ” He was photographing passersby in Toxic Toy T-shirts designed by Tommaso Bencistà Falorni. At the happening called Fashion Confessions. Rocco Toscani is the son of the famous Oliviero and, like his father, photographs reality. But between the click of the camera and the click of a mouse we asked him... What about this project? I began it for a friend but Fashion Confessions is an experiment to find out what fashion looks like on ordinary people. What have you got in common with your father? Our surname. And we like keeping busy with things we enjoy. What will you be when you grow up? The father and the artistic director of La Sterpaia. The job of photographer doesn’t exist anymore. Because the technology now means everyone can do it.

Lola Toscani, Tommaso Bencistà Falorni, Rocco Toscani

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1. Daniele Alessandrini 2. Alexander 3. Pantofola d’Oro 4. Brooks Brothers 5. Gold Case 6. C. P. Company 7. Museum 8. Henry Cotton’s 9. Historic Research 10. Santoni 11. Sonrisa

ESPA-BOOTS

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3 Le espadrillas, le tipiche calzature basche dei pescatori con la suola di corda, e i desert boot destinati ai soldati della British Army. Spesso combinate in un neologismo della calzatura. Lo chiameremo Espa-boots? The espadrilles, the typical Basque fisher shoes with cord soles, and the desert boots for the British Army soldiers. Often combined in a neologism of footwear. Should we call them Espa-boots?

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WAR AND PALM TREES

GUERRA E PALME

8 11 Stampe camouflage e riferimenti alle Hawaii. Militare + esotico vacanziero, per un messaggio evidente: distensione massima. Camouflage and Hawaii inspired prints. Military + holiday exotic for a clear message: the highest dĂŠtente.

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1

1. 2. 3. 4. 5.

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Bagutta Annapurna Bresciani Elia Maurizi Mario Gerlin

3

6. Neil Barrett per Sundek 7. Insideout 8. Ballantyne 9. Arfango 10. Paul Smith

MICROMANIA

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Piccoli, piccolissimi. A volte ossessivi. I disegni geometrici si micronizzano. E finiscono persino sugli occhiali. Small, very small. Sometimes obsessively. Micronised geometric patterns. Also on glasses.

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LABELING Nuova cultura dell’etichetta, illustrata e descrittiva delle peculiarità dei capi. Oltre il marchio e il logo, una expertise dell’eccellenza made in Italy. A new culture of label, illustrated and descriptive of the garment features. In addition to brand and logo, an expertise of Made in Italy excellence.


Il rischio che la manipolazione dei geni e l’ibridazione produca dei mostri, è già una realtà nell’iconografia dei capi con immagini di corpi post umani. The risk that the manipulation of genes and the hybridisation may produce monsters is already a reality in the iconography of garments with the images of posthuman bodies.

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POST UMANO POST HUMAN

Dopo essere comparso anche After appearing in the press, QR sui giornali, il QR (quick (quick response) is the latest fashion response) è l’ultima icona della icon to be printed on T-shirts. moda stampato sulle T-shirt.

QR

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MILANO - LA SFILATA

DOLCE & GABBANA

Luci di Sicilia Nella frenesia mondana che ha circondato la sfilata di Dolce & Gabbana, celebrativa dei vent’anni della loro moda uomo, è sfuggito ai più il dettaglio dell’invito scritto a mano su carta tagliata artigianalmente. Proprio come un vecchio cartoncino dei tempi in cui non si usava l’e-mail e ci si prendeva il lusso di scrivere le missive di proprio pugno. Comunque sia, il particolare è emblematico dello stile in perfetto equilibrio tra passato e futuro, che ha fatto dell’happening di Dolce e Gabbana “la sfilata”, con la S maiuscola. Come sempre per gli abiti rimandiamo alle immagini, sottolineando che gran parte delle giacche sciolte derivano dalle prime collezioni, ma sono tutta un’altra cosa. Più interessante, semmai, sottolineare la filosofia del tempo dei due stilisti, in termini di adesione estetica al momento storico. Se da un lato Dolce invoca il lusso dell’attesa (tanto, che lo show di Annie Lennox che introduce il défilé inizia in ritardo), dall’altro tutta la macchina spettacolare vola in diretta sul web. Non è tutto. Quando gli invitati col loro bigliettino vergato a mano si accomodano sulla poltrona, trovano un cartoncino con il QR per accedere ad altre informazioni su Internet. Mentre, la retrospettiva sui 20 anni di Dolce & Gabbana a Palazzo Marino scorre sul video dell’iPad che è anche l’invito all’evento. È il nostro tempo (reale) bellezza. Ma allora, in che epoca sfilano tante altre griffe?

GLV

www.dolcegabbana.it


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in fede (d.) la

Fedi

90 maschi belli da togliere il fiato, Annie Lennox al piano, una collezione perfetta per tagli, colori e soluzioni, un gran lavoro su luci e ombre dell’estate. Meglio di così il magico duo non poteva fare per i vent’anni di moda maschile. 90 of the most breathtakingly handsome men, Annie Lennox at the piano, a perfect collection in cut, colour and creativity, a great combination of summer light and shade. The duo could not have done any better in celebration of their 20th year.

dolce & gabbana Sicily lights In the beau monde frenzy that accompanied the Dolce & Gabbana show celebrating its twentieth year of men’s fashion, most people missed the point of the hand written, hand cut, paper invitation itself. It was just like those old fashion cards used in those days before email when one indulged in the luxury of hand written missives. This small detail reflects the perfectly balanced style, between the past and the future, which made the Dolce e Gabbana happening “The” (with a capital letter) fashion show. As always we leave the clothes to the photos, noting that a large number of the jackets were inspired by the first collections but they are really something else.


More interestingly, we feel we should mention the philosophy of time of these two designers, in terms of historical moment. Where, on the one hand Dolce evokes the luxury of the wait (the introduction to the show by Annie Lennox started late) on the other, all the show machinations were transmitted live on the web. Not only. When the guests, with their hand written invitations, had found their places, they found a card with the information needed to access further information on the internet. While a video of the retrospective of 20 years of Dolce & Gabbana at the Palazzo Marino ran on an iPad, which was also an invitation to the event. And in our (real) time. So what era are other labels showing in?

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DIESEL BLACK GOLD

A misura d’uomo

Il metro da sarto stampato sul revers della giacca, l’etichetta cucita a mano, le imbastiture in evidenza, le linee fatte con il gesso, i tagli dei cartamodelli. Il non finito sartoriale come espressione di fascino in

divenire. Diesel rilancia il work in progress con il trench dal bavero interrotto, i gilet reversibili con cuciture a vista e i pantaloni in jersey e in pelle. Denim con sbavature 3D. Sartoriale-sovversivo.


sentations milan presentations milan presentation

Tailor-made for men The tailor’s tape measure printed on the jacket’s lapel, the hand-sewn label, the visible tacks, the chalk signs, the cuts of paper patterns. A sartorial unfinished item as an expression of becoming. Diesel relaunches the works in progress with the trench with a broken up collar, reversible waistcoats with visible stitching and trousers in jersey and leathers. Denim with 3D smears. Seditious-sartorial.

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milan presentations milan presentations milan pres “Naturale e artificiale convivono da sempre. La vita è tutta un dare e un avere. Ogni fenomeno si basa su due flussi opposti. E l’uomo stesso sta in equilibrio su due piedi: il destro e il sinistro” Paul Smith

“Natural and artificial have always lived together. Life is a sweetheart deal. Every phenomenon is based on two opposed flows. And also the man stands on two feet: right and left” Paul Smith

PAUL SMITH La moda in cattedra Più che una presentazione, una lesson dello stilista organizzata in collaborazione con la Camera Italiana Buyer Moda. In cattedra, il designer anglosassone ironico e colto. Abiti e perle di saggezza. Vedi la riflessione su naturale e artificiale. Un evento per far parlare, parlando.

Fashion at the helm More a lesson than a presentation by this designer, organised in collaboration with the Italian Chamber of Fashion Buyers. This cultivated and wry Englishman at the helm. Clothes and pearls of wisdom. See the reflection of the artificial in the natural. An event to get you talking.


sentations milan presentations milan presentations

TOMMY HILFIGER Due facce dell’America

The two sides of America

Due simboli a stelle e strisce: Tommy Hilfiger + Keith Haring, l’understatement wasp + il graffitaro maledetto scomparso a soli 31 anni (pochi da vivere, ma sufficienti per lasciare un segno nella storia dell’arte americana). Il tutto per una capsule di magliette, stivali anti pioggia e sneakers ricoperti di segni dell’artista americano. Tutti a gattoni: bambini e cagnolini.

Two Stars & Stripes symbols: Tommy Hilfiger + Keith Haring, the wasp understatement + the accursed graffiti artist dead when only 31 (a few years of life, but enough to leave a mark in the American art). All that for a capsule of jerseys, rainproof boots and sneakers dotted with signs by the American artist. Everybody creeping on all fours: kids and dogs.

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Trench anglosassone o chiodo rockettaro? Questo è il dilemma alla “voce” capospalla, che passa da un estremo all’altro.

ZZegna

Giuliano Fujiwara

O CHIODO O IMPER

Salvatore Ferragamo

TRENCH

Bombers or macs

Anglo-Saxon trench or rocker-style bomber jacket? This is the dilemma as regards outerwear, going from an extreme to the other.

Bomber Giorgio Armani

Roberto Cavalli

Versace

Dirk Bikkembergs

John Richmond

CHIODO


Vivienne Westwood

Salvatore Ferragamo

Dolce & Gabbana

Roberto Cavalli

Corneliani

Ermanno Scervino

Giorgio Armani

Gucci

Frankie Morello

Dirk Bikkembergs

SPORT DINNER

Shawl collar

COLLO A SCIALLE

Pyjamas

PIGIAMA

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DA COLLO A PIEDI From neck to feet

In gola ha sempre il nodo di un fazzoletto un po’ hippy. Ai piedi un’antologia di calzature infra stagionali: dai desert boot ai sandali. Denominatore comune: un aspetto vissuto.

Church’s

Sergio Rossi

F.lli Rossetti

DSquared2

Hogan Rebel

DESERT BOOTS

Enrico Coveri

Giorgio Armani

Prada

STRINGATE Lace-ups shoes

On the throat a knotted handkerchief, a bit hippy style. The men’s feet wear a myriad of intra-seasonal shoes: from desert boots to sandals. Common denominator: worn out effect.

Burberry Prorsum

Dolce & Gabbana

Salvatore Ferragamo

SANDALI Sandals

Versace

Ferragamo World

MOCASSINI Loafer


Emporio Armani

DSquared2

Roberto Cavalli

Iceberg

Corneliani

Gucci

Bottega Veneta

John Richmond

Valextra

Vivienne Westwood

Ermanno Scervino

Etro

Bally

Cesare Paciotti

Gianfranco FerrĂŠ

Roberto Cavalli

Gucci

BABBUCCE Slippers

INTRECCIATO Interwoven

BORSE Bags

FAZZOLETTI AL COLLO Knotted handkerchieves

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In senso orario, tra i bozzetti tratti daI “Libro dei sogni” di Federico Fellini (per gentile concessione della Fondazione Fellini): la Fiera di Rimini, l’esterno dell’hotel i-SUITE, il Grand Hotel, il palacongressi in costruzione a Rimini. Il ritratto di Fellini, in basso a destra, logo della Fondazione Fellini, è disegnato da Ettore Scola. Il disegno del Grand Hotel appartiene alla collezione Renzi.


Clockwise, between the sketches from the “Libro dei sogni� book by Federico Fellini: Rimini Fair, i-SUITE hotel external view, Grand Hotel and the Congress Centre under construction in Rimini. Fellini portrait, below right, the Fondazione Fellini logo, is a drawing by Ettore Scola. The Grand Hotel drawing belongs to Renzi collection.


Photos Max Salvaggio - Stylist Giuseppe Dicecca - Grooming Nancy Gallardo - Ass. photographer Francesco Barba, Carlo Broglia Ass. stylist Angelina Canale, Elena Monti @ GDStyling - Model Andrea Preti @ Elite Milano - Thanks to Andrea Gnassi


Daniele Alessandrini total look, Woolrich gilet, Borsalino hat, Cor Sine Labe Doli bow tie, Costume National gloves, Salvatore Ferragamo eyewear, Manee Milano shoes.


Italia Independent trench, Belfe sweater, Dsquared2 shirt, Carlo Pignatelli trousers, Moschino tie.


Ermenegildo Zegna jacket and tie, Avirex sweater, Pirelli PZero polo, Seventy trousers, Salvatore Ferragamo gloves, Toywatch watch.


GUIDA AI SET Grand Hotel Rimini

Progettato dall’architetto svizzero Paolito Somazzi, inaugurato nel 1908 e dichiarato monumento nazionale nel 1994, è un luogo eccellente dell’immaginario di Federico Fellini, che lo considerava “favola della ricchezza, del lusso e dello sfarzo orientale”. Distrutto da un bombardamento nel 1920 e danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi in alcune camere conserva gli arredi francesi e veneziani originali del XVIII secolo. Designed by Swiss architect Paolito Somazzi and inaugurated in 1908, it became a national heritage in 1994. It is the place of imagination par excellence of Federico Fellini, who considered it as the “fable of richness, luxury and oriental magnificence”. Destroyed in 1920 due to a bombardment and damaged during the Second World War, today some rooms are still decorated with the original French and Venetian furnishing from the 18th century.

Fiera di Rimini Ideato dallo Studio GMP di Amburgo (autore, tra gli altri, dei progetti dell’aeroporto di Berlino, di quartieri espositivi in Cina e dello stadio di Colonia) e inaugurato nel 2001, il polo fieristico di Rimini è dotato di una stazione ferroviaria interna sulla linea Milano-Bari e di un piazzale per l’atterraggio degli elicotteri. Con 169mila metri quadri di superficie e 160mila di aree verdi, il quartiere ospita 24 fiere ogni anno, tra cui Rimini Wellness e il Meeting per l’Amicizia fra i Popoli.

Nuovo Palacongressi di Rimini

Su progetto dell’architetto Volkwin Marg dello Studio GMP di Amburgo, un’archistar dell’urbanistica contemporanea, verrà inaugurato il 25 settembre. Sorge su un’area di 38.000 metri quadri e le sue sale (42 che contano 9.300 sedute, più una principale che può ospitare 4.700 visitatori) sono attrezzate con tutte le tecnologie all’avanguardia per soddisfare le esigenze dei congressisti.

The Rimini Fair

The New Congress Centre in Rimini

Designed by Studio GMP from Hamburg (which designed, amongst the others, Berlin airport, fair headquarters in China and the stadium in Cologne) the Rimini fair centre was inaugurated in 2001. It is equipped with an internal rail station on the Milan-Bari rail line and with a helicopter landing area. With 169,000 square metres of area and 160,000 of green area, the centre hosts 24 fairs per year, amongst which Rimini Wellness and the Meeting per l’Amicizia fra i Popoli.

Upon design of architect Volkwin Marg from Studio GMP of Hamburg, it is a great star of contemporary urban architecture which will be inaugurated on September the 25th. It is located on an area of 38,000 square metres and its halls (42 with 9,300 seats in total, in addition to a main hall which hosts 4,700 visitors) are equipped with technologies in the edge to satisfy the needs of congress members.

Nettuno Tornata al suo splendore grazie all’architetto Massimo Morandi, la cosiddetta “terrazza di Rimini” per la sua piattaforma panoramica fu inaugurata nel 1933 “per trattamento completo - come riportano le cronache locali -, cabine per bagnanti, ristorante e bar di giorno, danze, varietà e spettacoli per le nottate folli”. Lo stabilimento balneare Nettuno è uno dei 250 sui 15 chilometri di arenile di Rimini, vigilati da 110 bagnini che si alternano su 90 torrette di avvistamento.

Back to its past splendour thanks to architect Massimo Morandi, the socalled “Terrace of Rimini”, due to its panoramic platform, was inaugurated in 1933 “for a complete treatment – as told by local newspapers –, beach cabins, restaurants and day bar, dancing, music hall and shows for merry nights”. The bathing establishment Nettuno is one out of 250 on 15 kilometres of sand in Rimini, supervised by 110 lifeguards who alternate with each other on 90 watch towers.


Macchina fotografica

GUIDE TO SETS

Amarcord Film del 1973, deve il titolo all’espressione romagnola a m’arcord (“io mi ricordo”), divenuta neologismo della lingua italiana. Considerata la più autobiografica tra le pellicole di Federico Fellini, è stata scritta a 4 mani con Tonino Guerra e racconta la vita del borgo antico di una Rimini onirica con tutti i suoi singolari personaggi.

Ex rivendita di rullini fotografici realizzata a mano nel 1948 per iniziativa di Elio Guerra, artigiano di Pennabilli, è divenuto un simbolo della Rimini turistica, monumento al modernariato. La sua posizione preferenziale in piazzale Fellini, tra il Grand Hotel e la spiaggia, ne favorisce la popolarità. La sua curiosa forma la rende soggetto di numerosi scatti: macchina fotografica nella fotografia.

Hotel i-SUITE

A film from 1973, the title is due to the Romagna dialect expression a m’arcord (“I remember”), which became a neologism of the Italian language. Considered the most autobiographical film by Federico Fellini, it was written in collaboration with Tonino Guerra and tells the history of the ancient hamlet, a dreamy Rimini with all its peculiar characters. L’unico albergo 5 stelle della Riviera, oltre al Grand Hotel, è il punto di riferimento del turismo romagnolo. Definito “experience hotel”, i-SUITE è la fusione tra l’accoglienza dell’abitazione, i servizi dell’albergo e i trattamenti della Spa. Sul lungomare Regina Elena di Rimini, il primo all suite design hotel della Riviera è firmato dall’estro di Simone Micheli e Giovanni Quadrelli.

The camera A former retailer of handmade photographic rolls, it became the symbol of touristic Rimini thanks to the initiative of Elio Guerra, and artisan from Pennabilli, a true monument to modern antique style. Its privileged location in Piazzale Fellini, between Grand Hotel and the beach, favours its popularity. Its peculiar shape makes it subject to many shots: the camera of photography.

The only 5-star hotel in the Riviera, in addition to Grand Hotel, it’s the reference point of Romagna tourism. Defined an “experience hotel”, i-SUITE is a combination of accommodation and home with hotel services and spa treatments. In the Rimini seafront, the Regina Elena, first all-suite design hotel in the Riviera is signed by the talent of Simone Micheli and Giovanni Quadrelli.

Il libro dei sogni by Federico Fellini Più che un libro, un diario di oltre 500 pagine tenuto dal regista dalla fine degli Anni Sessanta fino all’agosto 1990. Il volume (a cura di Tullio Kezich e Vittorio Boarini, ed. Rizzoli) è un registro delle visioni notturne di Fellini, raccontate sotto forma di disegni o di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”, come li definiva. Questi sogni s’intrecciano anche ai temi e agli spunti dei film del Maestro. Lo zibaldone è il vanto della Fondazione Fellini diretta da Vittorio Boarini. www.federicofellini.it

It is a journal with 500 pages more than a book, wrote by the film director from the end of the Sixties to August 1990. The book (curated by Tullio Kezich and Vittorio Boarini, published by Rizzoli) gathers the night visions of Fellini illustrated by drawings or “signs, hurried and broken notes”, as he defined them. These dreams are combined also with the themes and inputs of the Master’s films. This book is the pride of the Fellini Foundation directed by Vittorio Boarini.

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PARIGI - LA SFILATA

L O U I S VUITTON www.louisvuitton.com

Louis Tattoo Prodotto+innovazione (quanto basta) x una serie di borsoni strepitosi (core business della griffe). La passerella di Vuitton secondo Book Moda è “la Sfilata” di Parigi con la S maiuscola perché in perfetto equilibrio tra creatività, attenzione al mercato e comunicazione. Nello specifico: lo styling astuto, ad alto tasso di bermuda, rimescola pezzi unici tutti da vendere; dalla camicia di lino alla giacca in pelle. Il guizzo creativo? Sta nella stampa tattoo di Scott Campbell che corre in tutta la collezione finendo, attraverso i borsoni, persino sulla pelle dei modelli. Idea non nuova (lo aveva già fatto Versace negli Anni ’90), in ogni caso funzionale a far parlare la stampa. Il tutto, a sostegno del logo LV che continua a distinguere strepitose sacche.

GLV

The product plus innovation (just the right amount) for a fantastic range of bags (the brand’s core business). According to Book Moda the Vuitton show in Paris was “the Show” with a capital S because it was a perfect balance between creativity, market awareness and brand promotion. To be specific; astute styling, with plenty of bermudas, interspersed with unique but highly saleable items; from linen shirts to leather jackets. The creative spark? Scott Campbell’s tattoo prints which run right through the whole collection ending up, after the bags, even on the models’ skin. Not a new idea (Versace did it in the nineties), but good for getting the press talking. And all for the LV logo which goes on and on making fantastic bags.


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Ready for press Hermès

John Galliano

VISTO SI STAMPI Issey Miyake

PARIS synthesis I pesci sono la new entry. Ma nell’universo delle stampe c’è di tutto, compreso il cosmo. E la “morte” della tinta unita. Fishes are the new entry. But in the print universe there is everything, including cosmos. It’s the “death” of plain colour.

Overalls and more

Who will wear them? Also workers do not wear overalls any more. But designers relaunch it. Even in a short model. Who knows?!

Givenchy

Jean Paul Gaultier

Chi le indosserà? Ormai neanche gli operai portano più la tuta. Eppure gli stilisti la ripropongono. Persino in versione short. Boh?!

Alexis Mabille

DI TUTA DI PIÙ


Coat

John Galliano

A covered summer

Dries Van Noten

Cerruti

CAPPOTTO

ESTATE COPERTA

Damir Doma

Alexis Mabille

Waist-tight, even fastened at the waistline by a belt. Or – on the contrary – loose and fluttering like a cover to wrap around the body and the head. That’s the coat which arrives surprisingly until summer.

Dior Homme

Avvitati, addirittura stretti in vita da una cintura. O per contro - sciolti e fluttuanti come una coperta da avvolgere intorno al corpo e alla testa. Così adesso “gira” il cappotto arrivando sorprendentemente fino all’estate.


LA MODA DA LONTANO È una delle capitali più cool: appena definita “locomotiva del mondo”, ospita il Bread & Butter e ha una fashion week. Ma tiene a distanza le grandi firme. Viaggio nella Berlino d’avanguardia. Dove le tendenze sono dettate dagli artisti. E l’imperativo più chic è: “spendere meno”. Perché la moneta corrente è la libertà Berlino può diventare una capitale della moda, come Milano e Parigi? La crescita del Bread & Butter, brillante salone di streetwear uomo, donna e bambino (vedi servizio nella pagina successiva), sembra indicare questa strada. La manifestazione apre la fashion week berlinese dove questa stagione è sbarcato addirittura Calvin Klein per una mega presentazione delle sue linee. “Con i suoi quartieri d’avanguardia - dice Italo Zucchelli, designer di Calvin Klein Uomo - questa città è un’incredibile fonte di stimoli”. Ma proprio l’humus che sobbolle tra tag, graffiti e gallerie d’arte, in una dimensione underground, prende volutamente le distanze da tutto ciò che è moda istituzionale. Non a caso se Kurfürstendamm, centro dell’ovest, è un serpentone di grandi multinazionali del fast-à-porter, nella Friedrichstrasse (la via Montenapoleone dell’est) le mall delle grandi firme sono templi tanto monumentali, quanto deserti. L’ARTE FA LA MODA A Berlino il nuovo avanza attraverso le gallerie d’arte che determinano, di conseguenza, con la loro presenza, le quotazioni di un quartiere. “Tuttavia - precisa Raffaele Vanni, artista italiano trapiantato nella città del muro - nel momento in cui la presenza di creativi trasforma un’area alternativa in una zona alla moda, gli artisti migrano immediatamente perché i prezzi aumentano”. Già, a Berlino l’imperativo è spendere meno. Per tutti. Più si risparmia, più si è alla moda. Anche perché la moneta in circolazione è lo spirito libero. Quel che conta è permettersi tutto, ma non in termini materiali, bensì di comportamento. Così, l’area del Tacheles, storico centro sociale dove Donatella Versace scoprì Tim Roeloffs commissionandogli le stampe di una collezione e proiettando l’artista sulla scena internazionale, oggi non è più considerata di tendenza come un tempo. Lo stesso Roeloffs è accusato di essere eccessivamente commerciale.

È DI MODA RISPARMIARE Anche Prenzlauer Berg, esploso dopo la caduta del muro di Berlino, è entrato nell’establishment, uscendo di conseguenza dalle linee di tendenza. In ogni caso nemmeno qui si vedono negozi di stilisti. La gente si veste con il vintage del mercatino di Mauerpark. Insieme a questa vera e propria fiera di idee, ora si sta affermando il quartiere di Neukölln: zona ad alto tasso di turchi e arabi. Pronta a essere sorpassata da Friedrichshain, con la Simon-DachStrasse ribattezzata “yuppie strasse”, poco distante dal centro Cassiopea: ex deposito ferroviario, ora teatro di concerti e mostre d’arte. L’avanguardia del luogo si riverbera nell’iconografia delle magliette: una fusion di manga, cartoon e manipolazioni genetiche che fa riflettere sull’obsolescenza di tanta grafica made in Italy ancora legata all’America dei college e dei marine. Insomma Berlino è una straordinaria fonte creativa. Ma come piazza rappresentativa può essere ideale solo per lo streetwear. Le passerelle degli stilisti? Restano un sensazionale spettacolo da guardare, certo. Ma come la monumentale Porta di Brandeburgo. Da lontano.

GLV Left and below, the skyscrapers next to the wall and Friedrichstrasse, the luxury malls street.

Right, Tacheles social centre and Tim Roeloffs studio.


BOOGLE EARTH

La Fiera di Berlino BREAD AND BUTTER-LAND La differenza si coglie già all’ingresso con il popolo della moda più dinamico che arriva col trolley e si cambia nella sala degli arrivi dell’ex aeroporto. Tornato a Berlino dopo una parentesi a Barcellona, il Bread and Butter si sta attestando come la fiera europea più cool per lo street e l’urban style. Diesel e Replay, Calvin Klein Jeans e Tommy Hilfiger presentano qui, dove molti grandi brand e piccole realtà tutte da scoprire replicano le presentazioni di Pitti Immagine Uomo. Per non dire che Lacoste ha preferito lanciare a Berlino la collezione L!ve. Bontà di un’atmosfera molto frizzante, per cui ogni stand è un’installazione interattiva con bar, performance dal vivo di graffitari, sarti, boxeur, surfisti e rapper. E se i classici buffet possono essere una grigliata estemporanea come nella piscina di casa, i gadget non sono omaggi scontati per i giornalisti, ma idee brillanti che tutti si possono personalizzare. Come dire? Il Bread and Butter è una sorta di Disneyland che riconduce la moda a una dimensione piacevolmente ludica. Luca Maria Traverso


Hirooka Naoto

Dal post atomico in poi: una mostra a New York sulle nuove frontiere della moda jap

Japan’s speed, forest girls, cosplay: mentre gli eventi precedenti ospitati al FIT si erano focalizzati sulla prima generazione degli stilisti nipponici, da Issey Miyake a Rei Kawakubo, a Yohji Yamamoto, Japan Fashion Now illustra l’evoluzione della moda del Sol Levante negli ultimi venti anni presentando i capi disegnati dai nuovi stilisti protagonisti delle passerelle internazionali, ma anche la street fashion rappresentata dai bizzarri costumi chiamati Kamikaze, o dai teneri modelli in stile Princess Decoration. La moda giapponese con le sue nuove, incredibili, tendenze è, infatti, protagonista di una mostra in programma dal 17 settembre 2010 all’8 gennaio 2011 al museo del Fashion Institute of Technology di New York. In rassegna anche le uniformi scolastiche tipiche del mondo asiatico, i marchi alla Lolita come Baby e Stars Shine Bright e i brand che incarnano la nuova tendenza delle Forest Girls. Come sottolinea, infatti, la direttrice del museo e curatrice della mostra Valerie Steel, “la moda giapponese oggi non comprende più soltanto lo stile cerebrale d’avanguardia della prima ondata di stilisti degli Anni Ottanta, ma mostra anche una vasta gamma di look pensati per i giovani, come le Lolite gotiche e le ragazze della foresta. Altrettanto significativa l’ossessione nipponica per il classico guardaroba di utilità quotidiana, come jeans e tenute da lavoro”. Un’intera sezione è dedicata all’abbigliamento maschile, con gli stilisti già affermati o emergenti Arashi Yanagawa di John Lawrence Sullivan, Daisuke Obana di N. Hoolywood, Koji Udo di Factotum, Yasuhiro Mihara di Miharayasuhiro, Takeshi Osumi di Phenomenon e Yosuke Aizawa di White Mountaineering. In esposizione anche gli abiti disegnati da Hirooka Naoto per le cantanti idolo delle teen ager Hangry and Angry. Altra categoria rappresentata Cosplay, ovvero Costume Play, una sorta di performance art associata ad anime e manga, della quale fanno parte i capi disegnati per personaggi dei cartoon quali la famosa Lady Oscar. L’allestimento di Japan Fashion Now, che rievoca la Tokyo del XXI secolo, è stato curato da Charles B. Froom, con la graphic design di Jen Pressley di Mirrornyc e il contributo del professore di Communication Design C.J. Yeh e del FIT Media Design Club.

Number (N)ine

Junya Watanabe for Comme des Garçons

Mori

Comme des Garçons

Antonella Scorta

Hirooka Naoto for the singers Hangry and Angry

N. Hoolywood

Jun Takahashi for Undercover

LOLITE GOTICHE, KAMIKAZE E RAGAZZE DELLA FORESTA

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BOOK MODA MEMORY C’ART

Mostra evento in occasione delle prossime sfilate di Milano Moda Donna

IL SOGNO SI AVVICINA APalazzo Reale una grande retrospettiva su Salvador Dalí. In esposizione anche il volto dandy dell’artista, il suo rapporto con la moda. E i trascorsi con Milano. Che gli ispirò la sua casa in Spagna. A cinquant’anni dalla sua ultima apparizione a Milano, il genio di Salvador Dalí torna in scena nel capoluogo lombardo con Il sogno si avvicina (Palazzo Reale, dal 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011). Realizzata in collaborazione con la Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueras e una serie di importanti musei/fondazioni internazionali, la mostra, evento speciale di contorno alle sfilate di Milano Moda Donna, metterà a fuoco il rapporto dell’artista spagnolo con il paesaggio, il sogno e il desiderio. Il percorso di 50 opere curato da Vincenzo Trione proporrà anche una rassegna di ritratti e autoritratti dell’eccentrico artista dal periodo giovanile fino agli Anni Ottanta: un incomparabile saggio di dandysmo vista l’attenzione di Dalí al suo abbigliamento personale. Indimenticabile la sua vestaglia di leopardo. Non a caso l’allestimento di Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore dell’artista, comprenderà anche le sperimentazioni di Dalí nella moda, nel design e nel cinema: dalle creazioni per la maison Dior alla ricostruzione della sala di Mae West del museo di Figueras. Tante le chicche, come un cortometraggio realizzato da Walt Disney e proiettato per la prima volta in Italia. Addirittura sorprendente per i più il legame tra il maestro surrealista e Milano. Basti pensare che la sua casa di Figueras in Catalogna è ispirata alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, location della personale di Dalí nel 1954. Mentre la visione del Maestro influenza sempre di più la moda, conciliando all’immaginario collettivo una fuga dalla realtà “salvifica” in un momento difficile come questo. A.S.

1.

1. Salvador Dalì in the famous photo by Philippe Halsman. 2. Dalì from the Encyclopedia Britannica. 3. A young Dalì in Paris, 1934, photographed by Carl Van Vechten. 4. The visage of war, 1940.

2.

3.

4.

An exhibition to coincide with the next Milano Moda Donna fashion shows

THE DREAM DRAWS NEARER A large retrospective of Salvador Dalí at Palazzo Reale in Milan. The exhibition will include the “dandy” side of the artist, his relationship with fashion and Milan and what inspiration the city offered him for his house in Spain. The genius of Salvador Dalí is to return to the capital of Lombardy after an absence of fifty years with an exhibition called Il sogno si avvicina (The dream draws nearer) at the Palazzo Reale from 22nd September 2010 to 30th January 2011. The exhibition has been especially organised to coincide with the Milano Moda Donna shows in conjunction with the Gala-Salvador Dalí Foundation of Figueras and a number of important international museums and foundations. It will focus on the Spanish artist’s relationship with the landscape, dream and desire. The fifty works on show, curated by Vincenzo Trione, will include portraits of and self portraits by this eccentric painter from his youth to the end of the eighties. An incomparable coverage of his dandyism (for example an unforgettable leopard skin bath robe) given the attention he paid to his personal appearance. The layout by Oscar Tusquets Blanca, a friend and colleague of the painter, will also include Dalí’s experiments in fashion, design and the cinema, from his creations for Dior to the reconstruction of the Mae West room from the museum in Figueras. The exhibition will include a short film made by Walt Disney to be shown in Italy for the first time. There is a surprising link between the surrealist maestro and Milan. It is enough to mention that his house in Figueras in Catalonia was inspired by the Caryatid room in the Palazzo Reale where he had a one man show in 1954. And his vision goes on influencing fashion and representing in the collective imagination an escape from reality in hard times like these.

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