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HAUTE COUTURE PARIS-ROME S/S 2018


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Periodico Semestrale di Moda e Informazione. ALTA MODA Primavera/Estate - Spring/Summer 2018 - Anno 28 - Numero 17

DIRETTORE EDITORIALE Marco Uzzo • marco.uzzo@bookmoda.com DIRETTORE RESPONSABILE Cinzia Malvini • cinzia.malvini@bookmoda.com VICE DIRETTORE Pino Gagliardi • pino.gagliardi@bookmoda.com CAPO REDATTORE Flavia Impallomeni • flavia.impallomeni@bookmoda.com REDAZIONE MILANO Valentina Uzzo • valentina.uzzo@bookmoda.com REDAZIONE ROMA Silvia Cutuli, Valeria Palieri HANNO COLLABORATO Enrico Maria Albamonte GRAFICA Giuseppe Grippa • produzione@bookmoda.com Marco Arnaboldi • marco.arnaboldi@bookmoda.com SERVIZI FOTOGRAFICI Isshogai FOTOGRAFO SFILATE imaxtree.com SEGRETERIA DI DIREZIONE Cecilia Scolari • cecilia.scolari@bookmoda.com SEGRETERIA DI REDAZIONE segreteria@bookmoda.com TRADUZIONI Vanessa Round TIPOGRAFIA Faenza Printing Industries Spa Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (Ra) www.faenzaig.com DIFFUSIONE Estero: Agenzia Italiana Esportazione S.r.l. via Manzoni, 12 - 20089 Rozzano (MI) tel. +39 025753911 r.a. - fax +39 0257512606 Italia: via Campania 12 - 20098 San Giuliano Milanese (MI) tel. +39 (0)257512612 - numero verde 800827112 e-mail generale: info_messinter@messinter.it e-mail ufficio diffusione: messinter.diffusione@messinter.it MARKETING COORDINATOR Massimiliano Uzzo • m.uzzo@bookmoda.com PUBBLICITÀ Publifashion S.r.l. - via Manzoni, 14 - 20089 Rozzano (MI) tel. +39 0292986.1 PRESIDENTE Giovanna Roveda • giovanna.roveda@bookmoda.com EDIZIONI

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CONTENTS

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EDITORIAL L

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E

T

16 T

E

R

AZZEDINE ALAÏA Exhibition

I

G I O R G I O

I N T E RV I E W

A R M A N I

PAOLO ROVERSI

44 for Dior Images Interview

II

chapter

chapter

PA R I S

184

III chapter

BEAUTY

E D I T O R I A L

MUSE

IV194 chapter

D E TA I L S

VI

ROME

V

chapter

204

chapter

LIBRARY 12

VII chapter

J E W E L RY


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EDITORIAL letter

© 2017 Modadivas

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Da dove viene il potere dell’Alta Moda? Che cosa ha in sé di così speciale per riuscire a smuovere emozioni e ricordi e desideri? Perché, a volte, ci alziamo alla fine di una sfilata haute couture felicemente sorpresi come se avessimo assistito al più bello spettacolo del mondo, a un film secondo noi da Oscar e ne discutiamo fino allo sfinimento con il collega vicino come nella più accalorata delle recensioni? C’è uno strano incanto nel mondo della couture, da sempre espressione di grazia, bellezza e unicità senza tempo, e proprio per questo mai fuori tempo. La sua modernità sta tutta in quel potere narrativo, un racconto per immagini, potremmo definirlo così, difficile o impossibile da improvvisare. Serve talento e grazia e abilità per costruire un abito prima e una collezione couture poi, serve ricerca, intelligenza e onesta e umiltà. Serve un attento e sensibile creativo/a, una première e un atelier, una serie di sarte, modellisti, tagliatori e addette alle prove, di indossatrici prima e dopo lo show. E servono rigore, volontà, pazienza, tenacia in dosi massicce, le necessarie virtù che fanno parte di un budget economicamente, ma anche emotivamente rilevante. Lo show è il punto finale: si spengono le luci, la sala è avvolta nel silenzio e nell’oscurità, dietro le quinte le mannequinn si concentrano sul passo di quel primo abito che uscirà, le sarte si guardano con un misto di speranza e timore. E in quegli ultimi istanti di attesa che uniscono tutti, backstage e pubblico in platea, si consolida quel rito sempre uguale a se stesso e sempre diverso, potente nel legare generazioni e generazioni di clienti e couturier, in una storia senza tempo destinata ancora a osare, stupire, sognare.

Where does the power of haute couture come from? What is so special about it that it can arouse such emotions, memories and desires? Why do we stand up at the end of an haute couture show as happily surprised as if we had just seen the most beautiful show in the world, an Oscar-worthy film, and we dissect every detail with nearby colleagues in glowing reviews? There is a strange enchantment in the couture world. It has always been an expression of timeless grace, beauty and uniqueness. Its modernity lies in that narrative power; a story told through images we could call it, difficult or impossible to improvise. It takes talent and grace and skill to construct a couture dress, let alone a collection, and it takes research, intelligence, honesty and humility. It takes an attentive, sensitive designer, a première and an atelier, a series of petite mains, pattern makers, cutters and fitting assistants, and models before and after the show. And it takes a great deal of rigour, hard work, patience and tenacity, the necessary virtues that are part of a considerable budget in economic and emotional terms. The show is the final point: the lights dim, the room is silent and dark, backstage the models focus on the step of the first look to exit, the dressmakers glance at one another with a mixture of hope and fear. And in the final moments that unite backstage and audience, the couture ritual that ties together generations of clients and couturiers begins to do its work, in a timeless history destined to be daring, to amaze and to dream.


Cover

HC17_INFO COVER.qxp_BookModa-interno01 15/03/18 15:15 Pagina 18

Book Moda Haute Couture n. 17

Valentino Ph. Isshogai Style Christelle Santabarbara Come in un atelier d’artista, le collezioni di alta moda prendono forma, disegnate, plasmate, modellate dai couturier sul filo di una bellezza leggera ed evanescente, costruita invece seguendo ferree regole sartoriali. Tutto è apparentemente facile e sembra scivolare via veloce fino alla conclusione affidata allo scatto finale, che quasi pare raccogliere il sonno e il sogno della Musa e della sua Haute Couture. Editorial, pag. 50. C.M. Like in an artist’s studio, haute couture collections are designed and moulded by couturiers to emulate a light and evanescent beauty, yet are constructed following strict tailoring rules. Everything looks easy and seems to slide swiftly towards the conclusion and the final shot, which appears to encapsulate the sleeping and dreaming of the muse and her Haute Couture. Editorial, page 50.

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Sketch

HC17_SKETCH Valentino.qxp_Layout 1 19/03/18 16:55 Pagina 20

VALENTINO PRINTEMPS/ÉTÉ 2018

Lascia il segno “Oriana”, l’aristocratica cappa di faille color ambra a maxi volant che aprirà poi lo show della haute couture Valentino, all’hôtel Salomon de Rothschild, a Parigi. Ma poche ore prima, durante la conferenza stampa nel quartier generale della Maison in place Vendôme, è davvero difficile fermare lo sguardo sugli sketch che raccontano quanto forte, e al tempo stesso nuovo, sia il legame con il miglior passato della couture, riallacciato in una perfetta narrazione dalla nuova sfilata Valentino. Fiocchi, piume e ruches, proprio come si faceva un tempo, riportano tutti a una extravaganza di potente bellezza e modernità che il direttore creativo Pierpaolo Piccioli sottolinea anche con quei colori saturi. E, come un tratto di chicchissimo evidenziatore, “Oriana” sembra volerci dire: “Sono qui, sono unica, sono la Haute Couture…”. C.M. “Oriana”, the aristocratic amber-coloured faille cape with maxi ruffles that opened the Valentino haute couture show at hôtel Salomon de Rothschild in Paris, makes quite an impression. Later, at the press conference held at the brand’s headquarters in place Vendôme, it is hard not to stare at the sketches that relate how strong, and yet how new, the connection is between the brand’s best couture past and the new Valentino show. Bows, feathers and ruches, made just like in the old days, evoke an extravaganza of powerful beauty and modernity that creative director Pierpaolo Piccioli also underlines with those saturated colours. And, like an effortless stroke of highlighter, “Oriana” seems to be saying: “I am here, I am unique, I am Haute Couture…”.

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HC17_DATE Frank Horvat.qxp_Layout 1 19/03/18 16:56 Pagina 22

Date

Frank Horvat. Storia di un fotografo, at Musei Reali di Torino, Sale Chiablese, until 20 May 2018 “Ho avuto la fortuna di fotografare per una settantina d’anni in un periodo in cui il mondo è cambiato più che in qualsiasi altra epoca”. Sono queste parole di Frank Horvat a trasformare la mostra ai Musei Reali di Torino, voluta e curata dal fotografo stesso - “Ho un’età (90 anni, ndr) in cui si guarda al proprio passato per cercarne il senso” - in un appuntamento irrinunciabile. 210 immagini, dal 1950 a oggi, scorrono la carriera di Horvat, maestro del click difficilmente incasellabile, fotoreporter dedito a mondi lontani, amante della storia dell’arte, pioniere di un’inedita fotografia di moda, con le modelle per strada e senza trucco. “L’eclettismo non è sempre stato un vantaggio per me: alcuni hanno trovato che le mie foto fossero poco ‘riconoscibili’, come se fossero di autori diversi. Questo mi ha spinto a ri-

percorrere la mia opera per cercare un denominatore comune. Ne ho trovati quindici e li ho chiamati ‘chiavi’”. “Luce”, “Voyeur”, “Tempo sospeso”, “Foto fesse” e “Fuori luogo”, questi alcuni dei temi del percorso che include anche 31 scatti dalla collezione privata di Horvat di autori come Henri Cartier-Bresson, Irving Penn e Robert Doisneau: “Ho collezionato le poche immagini che mi hanno profondamente colpito, perché mi hanno insegnato qualcosa che non sapevo, mi hanno fatto sentire meno solo e ognuna di esse è un fatto unico, accaduto una volta sola e che non accadrà mai più. Ognuna è un miracolo”. Come ognuna delle creazioni dello stilista Hubert de Givenchy, da poco scomparso, tra cui anche il cappello nella foto sotto, scattata da Horvat nel 1958. F.I.

Frank Horvat, Givenchy Hat, 1958.

“I was lucky to be a photographer for seventy years or so at a time in which the world changed more than in any other era.” These words from Frank Horvat transform the exhibition at Turin’s Musei Reali, conceived and curated by the photographer himself into an unmissable event. As he says, “I’m at an age (90, ed) when I can look at my past to find meaning”. 210 images, taken between 1950 and the present day, look back at the career of Horvat, a photographer who is hard to pigeon-hole, having worked as a photo-reporter, a lover of art history, and a fashion photography pioneer who uses models in the street without make up. “Eclecticism has not always been an advantage for me: some found my photos lacked ‘recognisability’, as though they were taken by different 22

people. This drove me to look back at my life’s work to try to find a common theme. I found fifteen of them and I called them ‘keys’.” “Luce”, “Voyeur”, “Tempo sospeso”, “Foto fesse” and “Fuori luogo” are some of the themes in the exhibition, which includes 31 shots from Horvat’s private collection by photographers such as Henri Cartier-Bresson, Irving Penn and Robert Doisneau: “I collected the few images that had a profound effect on me, because they taught me something I didn’t know, they made me feel less alone and each of them is unique and will never happen again. Each one is a miracle.” As each one of the creations by Hubert de Givenchy, recently passed away, including the hat in the photo below, taken by Horvat in 1958.


Sketch & co.

HC17_SKETCH Guanti.qxp_Layout 1 19/03/18 16:58 Pagina 1

AGNELLE PARIS FOR CHEZ DEDE BY ANDREA FEROLLA

Chi ha detto che servono solo per proteggersi dal freddo? Simbolo di prestigio e di nobiltà già per gli antichi Egizi, i guanti sono senza dubbio il più chic tra gli accessori. A renderli ancor più irresistibili oggi è il tocco inconfondibile di Andrea Ferolla, fondatore insieme a Daria Reina di Chez Dede, indirizzo di riferimento nel cuore più barocco e artistico di Roma, in via Monserrato, una sorta di cabinet de curiosités per charme, ricerca e artigianalità. Come testimonia la neo collezione di guanti, pezzi unici, dipinti a mano con estrema eleganza e realizzati in collaborazione con la maison parigina Agnelle, sinonimo dal 1937 di qualità superiore, amata e ricercata anche da Dior, Lanvin, Givenchy, Alaïa... F.I. Who says they are only for keeping your hands warm? A symbol of prestige and nobility as early as ancient Egyptian times, gloves are without doubt the chicest of accessories. Making them even more irresistible today is the unmistakable touch of Andrea Ferolla, the co-founder with Daria Reina of Chez Dede, located in via Monserrato in Rome’s most baroque and artistic district, a kind of cabinet de curiosités full of charm, research and craftsmanship. Its new collection of gloves are unique, hand-painted pieces of extreme elegance designed in collaboration with Paris brand Agnelle, which has been synonymous with superior quality since 1937 and a sought-after supplier of Dior, Lanvin, Givenchy, Alaïa...

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HC17_DATE Gucci Places.qxp_Layout 1 15/03/18 15:24 Pagina 26

Date GUCCI PLACES

Dopo Chatsworth House, la suggestiva dimora dei duchi di Devonshire, i Gucci Places allargano gli orizzonti verso nuovi, emozionanti luoghi, carichi di storia e capaci di sorprendere. Sono i palazzi e i castelli, le biblioteche, i musei e i ristoranti del mondo che hanno ispirato la maison, che ne riflettono il gusto e i valori distintivi e che allo stesso modo potranno affascinare gli utenti che tramite la Gucci App - le funzioni di localizzazione e di condivisione sui social sono incluse - potranno scoprirli,

sentendosi parte di una comunità. Gucci vi dà appuntamento alla Biblioteca Angelica di Roma, al castello Sonnino vicino a Livorno, alla Maison Assouline a Londra, al Los Angeles County Museum of Art (LACMA), al ristorante anni ’30 Bibo di Hong Kong e nel negozio Waltz, specializzato in musicassette, vinili e vhs, nel quartiere Meguro di Tokyo. Completano l’iniziativa una serie di articoli esclusivi con patch speciali che fanno riferimento alla località scelta. F.I.

LACMA, Resnick Pavilion, Los Angeles County Museum of Art, ph. Museum Associates LACMA.

After Chatsworth House, the beautiful residence of the duke and duchess of Devonshire, Gucci Places broadens its horizons to exciting new locations, charged with history and capable of surprising. These are the palaces and castles, the libraries, museums and restaurants of the world that have inspired the brand, reflecting its distinctive taste and values and fascinating users, who can use the Gucci App to search for places near them

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and check in, all whilst feeling part of a community. The new Gucci places include Rome’s Biblioteca Angelica, Castello Sonnino near Livorno, Maison Assouline in London, Los Angeles County Museum of Art (LACMA), the ’30s restaurant Bibo in Hong Kong, and the cassette, vinyl and VHS specialist store Waltz, in Meguro district, Tokyo. The initiative is completed by a series of exclusive articles with collectable badges from all the places.


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INTERVIEW

GIORGIO ARMANI PRIVÉ

NUAGES Cinzia Malvini

Romantiche e potenti. Sono le nuvole che diventano straordinari abiti nella collezione Giorgio Armani Privé. E a Book Haute Couture lo stilista italiano dice di quella volta che guardò il cielo e... Romantic and powerful. Clouds turn into extraordinary dresses in the Giorgio Armani Privé collection. The Italian designer tells Book Haute Couture what he thinks when he looks at the sky...


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HC17_INT ROVERSI.qxp_Layout 1 19/03/18 16:59 Pagina 44

INTERVIEW

L’uno nasce pochi mesi dopo la sfilata di debutto dell’altro. Nel 1947, quando monsieur Dior presentava al mondo la sua collezione di abiti - entrati poi nella storia della moda mondiale - la fotografia - di lì a breve - avrebbe acquisito uno dei suoi esponenti più celebri. A consacrare oggi questo sodalizio professionale, scandito da immagini oniriche, capaci di far sognare intere generazioni femminili, è il volume Dior Images Paolo Roversi (Rizzoli New York). A raccontarcelo in prima persona è l’autore di quei 95 scatti, con un viaggio affascinante tra indimenticabili silhouette, immortalate in bianco e nero e a colori

PAOLO ROVERSI

DIOR

I MAGES Valeria Palieri

One was born a few months after the début show of the other. Shortly after monsieur Dior presented his first collection to the world in 1947 - an event that entered the fashion history books - photography gained one of its most famous exponents. This professional partnership is outlined in dream-like images capable of capturing entire generations of women in the book Dior Images Paolo Roversi (Rizzoli New York). The person behind the 95 black and white shots in the book tells us of this fascinating journey

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Voyageur suit, F/W 1955, HC collection, Y line by Christian Dior, model: TamiWilliams, stylist: Grace Coddington, make up artist: Lauren Parsons, hair stylist: Julien d’Ys.


E

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Chapter I

Jean Paul Gaultier, Chopard high jewelry.


E

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DITORIAL


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MUSE

Photo Isshogai Fashion Christelle Santabarbara

Jean Paul Gaultier, Chopard high jewelry.


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HC17_COVER PARIGI.qxp_Layout 1 19/03/18 17:00 Pagina 74

“Parigi è il posto dove non puoi non venire se vuoi fare moda”, dice Giorgio Armani poco prima che inizi la sua sfilata al Palais de Chaillot. “Parigi ha la moda nel sangue, lo vedi dappertutto anche in città e nell’entusiasmo che scatenano le giornate dell’alta moda, nei turisti, ma soprattutto nei parigini”. Ci sono binomi inscindibili e insuperabili e Parigi e la Couture è uno di questi, esattamente come accade per Milano e il made in Italy. Sono cose che anche i non addetti ai lavori possono capire, semplicemente girando o guardando come gira la città, durante i giorni della sua massima espressione di bellezza, i giorni della couture, i giorni della cultura e della grammatica di ciò che è bello e che sempre sarà ben fatto e ben rappresentato, qui. Serve molta esperienza, grande gusto, un pizzico di sana follia e stravaganza q.b. per osare, stupire e conquistare il cuore della stampa, ma soprattutto dei compratori che a Parigi vengono da tutto il mondo per non perdere il grande spettacolo che offrono gli stilisti, sotto le luci di Eiffel. Sovrana e aristocratica questa moda con la “M”maiuscola ha lo strano dono di conquistare tutti e di giungere trasversalmente al cuore di chiunque ci si imbatta, senza mai più dimenticarla. Ho ancora negli occhi lo stupore di un mio fraterno amico, manager con cuore e attenzioni artistiche, al suo debutto come ospite nel mondo degli show-couture. L’emozione di una prima volta che non potrò mai dimenticare nel suo sguardo, il sorriso sorpreso, gli applausi. Credo che sia proprio questa serie di reazioni a catena a (s)muovere il cuore di ciascuno di noi, qui à Paris! C.M.

r s Pa i Chapter II

“Paris is the place to come to if you want to do fashion,” said Giorgio Armani just before the start of his show at Palais de Chaillot. “Paris has fashion in its blood, you see it everywhere in the city and in the general excitement in haute couture week, in the tourists, but especially in Parisians themselves.” Some partnerships cannot be broken and Paris and Couture is one of them, exactly as happens for Milan and made in Italy. These things are understood even by those outside the business, simply by looking around the city while the couture shows are being held, the days when the language of beauty and craft hold sway here. It takes a lot of experience, taste, a dash of good old craziness and a pinch of extravagance to dare, amaze and conquer the heart of the press, but especially of the buyers that come to Paris from around the world because they don’t want to miss the spectacle put on by the designers beneath the lights of the Eiffel Tower. Unsurpassed and aristocratic, this fashion with a capital “F” has a strange way of conquering all and going unforgettably straight to the heart of anyone that sees it. I still remember the look of amazement in the eyes of my close friend, a manager with an artist’s heart and sensibility, when he first saw a couture show. I’ll never forget the surprise on his face and the applause. I believe it’s this series of chain reactions that moves each of our hearts, here à Paris!


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Guo Pei


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CHANEL Sotto la cupola in vetro del Grand Palais sboccia rigoglioso un giardino lussureggiante e curatissimo, nato dall’estro di Karl Lagerfeld, geniale direttore creativo di Chanel. Tra romantiche rose, camelie e fontane che zampillano, le mademoiselle della doppia C indossano tailleur di tweed trattato per ricreare piccoli boccioli e cappottini dalla silhouette a corolla golosi come sorbetti. Una primavera in fiore, delicata e armoniosa, che sempre sorprende, ancor di più negli abiti da sera, leggeri come petali, luminosi come gocce di rugiada.

A well-tended, luxuriant garden designed by Karl Lagerfeld, Chanel’s genius creative director, is installed beneath the glass dome of the Grand Palais. Amongst romantic roses, camellias and tinkling fountains, Chanel’s mademoiselles wear suits in tweed treated to recreate little buds and little flower-shaped coats in sorbet tints. A delicate, harmonious flowering spring culminates in the evening dresses, which are as light as petals and as bright as drops of dew.


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DIOR HAUTE COUTURE In bianco e nero, si muove sulla scacchiera-set la nuova collezione Dior firmata da Maria Grazia Chiuri. Un sogno surrealista che diviene ipnosi di bellezza pura per abiti che rivelano tutta la straordinaria arte e la cultura espressa dalla couture ai suoi massimi livelli. Tatuaggi sulla pelle, mascherine che non nascondono, ma che, al contrario, rivelano lo sguardo, gioco e seduzione femminile, ricerca ed esplorazione sempre in bilico tra forme e realtà sulle tracce della musa ispiratrice Leonor Fini. “Solo l’inevitabile teatralità della vita mi interessa”, era solita dire la pittrice surrealista e cara amica di monsieur Dior, messa in luce dal prezioso lavoro della Chiuri, in un continuo saldare passato e futuro, arte e haute couture. Immaginifica, autentica, sorprendente collezione. C.M.

The new Dior collection designed by Maria Grazia Chiuri was shown on a chessboard-set. A surrealist dream of hypnotic beauty, with clothes that revealed all the extraordinary art and culture of couture at its very highest levels. Tattooed skin, masks that reveal rather than hide the face, feminine play and seduction, research and exploration midway between forms and realities used by this collection’s inspiration, Leonor Fini. “The inevitable theatricality of life is the only thing that interests me,” the surrealist painter and friend of Dior used to say. Her outlook on life was highlighted by Chiuri in a continuous merging of past and future, art and haute couture. An imaginative, authentic and surprising collection.


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GEORGES HOBEIKA La magnificenza dell’Antica Grecia esercita la sua irresistibile attrazione su Georges Hobeika. Gli spettatori, accolti come di consueto nei saloni accademici dell’École de Médecine di Parigi, vengono trasportati come per un incanto che solo l’haute couture conosce sulle vette del monte Olimpo per tutti i venti minuti dello show P/E 2018 firmato dal couturier di origini libanesi. Tra evening gown scintillanti di cascate di pietre e strass multicolor, rifiniti da coroncine di alloro d’oro o d’argento, per divine bellezze di carnale e sofisticata sensualità.

The magnificence of Ancient Greece has exerted its irresistible influence over Georges Hobeika. The spectators, invited as usual to the École de Médecine in Paris, were transported as only haute couture can to the summit of Mount Olympus for the twenty-minute S/S 2018 show produced by the Lebanese designer. Evening gowns sparkled with cascades of multi-coloured stones and rhinestones, topped with little crowns of silver or gold laurel to become divine beauties of carnal and sophisticated sensuality.


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HC17_SF_PA_GIAMBATTISTA VALLI.qxp_Layout 1 15/03/18 11:26 Pagina 118

GIAMBATTISTA VALLI La collezione by Giambattista Valli per la P/E 2018 è una poesia scritta tra le increspature del tessuto che si piega e si ripiega su stesso in un universo molteplice e infinito di ruches. Più minute e delicate mentre si arricciano per simulare un primaverile bocciolo, pulite e quasi soffici nell’eleganza dei morbidi drappeggi, leggere e ondeggianti in iconiche nuvole di tulle - questa volta declinato anche nei toni del verde acido - che, tra gli applausi delle fan più intime e internazionali, siglano il gran finale dello show del designer romano. The Giambattista Valli S/S 2018 collection is a poem written in puckered fabric and folded into a many-faceted, ruched universe. Minute and delicate details gathered to simulate a spring bud, clean and almost fluffy in elegant soft draping, light and wavy in iconic clouds of tulle, culminating in a blaze of acid green in the finale, to the applause of the Roman designer’s biggest international fans.


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PARIS

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GIORGIO ARMANI PRIVÉ La leggerezza delle nuvole, l’immensità del cielo capace di tingersi delle sfumature più sorprendenti, dall’azzurro tenue al blu notte, accarezzando il rosso dei tramonti. “Nuages”, il titolo della nuova collezione Armani Privé, regala aeree trasparenze alle creazioni in seta e organza, come mosse da un soffio di vento romantico rinforzato dalla grinta di nuove lunghezze, inattese per l’alta moda e per Giorgio Armani. Orli di pantaloncini morbidi che mettono in luce le belle gambe delle donne, gonne dritte o a palloncino che prendono la forma di cirri o più profondi e minacciosi nembi scuri, le maxi paillette trasparenti e iridescenti come gocce di pioggia. Moderne silhouette per 64 creazioni che sfilano fluide, veloci e scintillanti nelle reti di ricami e cristalli via via fino al gran finale racchiuso nei due abiti nuvola. E anche se a Parigi piove che più non si può, l’interno del Palais de Chaillot si tinge delle più C.M. emozionanti striature rosso cielo. The lightness of the clouds, the immensity of the sky in all its surprising nuances from pale blue to midnight blue, to the red of the sunset. “Nuages”, the title of the new Armani Privé collection, gave airy transparency to the silk and organza pieces ruffled by a romantic breeze and emboldened by new hemlines, unexpected for haute couture and for Giorgio Armani. Soft shorts highlighted the women’s beautiful legs, straight or bubble skirts came in the shape of cirrus or darker, more threatening clouds, sheer and iridescent maxi sequins were like raindrops. 64 modern looks paraded fast, fluid and sparkling over embroidery and crystals, culminating in two cloud dresses in the grand finale. The rain in Paris was torrential at the time, but inside Palais de Chaillot the sky was tinged with emotional streaks of red.


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GIVENCHY Giochi di opposti tra tagli puliti e tessuti che si muovono sinuosi, forme decise e solo un tocco di opulenza per Clare Waight Keller, al timone creativo di Givenchy dallo scorso maggio. Un debutto nell’alta moda parigina all’insegna del co-ed (dal termine inglese che indica le scuole sia maschili sia femminili), fenomeno ormai dilagante nel prêt-à-porter, che vede il mix tra menswear e womenswear. E così tra bagliori notturni di una luna piena che riflette la sua luce d’argento sull’acqua, proiettandola nelle selve di un giardino addormentato, la stilista manda in scena anche anche una bella selezione di look couture destinati a lui. Clare Waight Keller, at the creative helm of Givenchy since last May, juxtaposed opposites such as clean cuts and sinuous fabrics, sharp tailoring and a touch of opulence. A debut in the Paris haute couture show under the co-ed sing, a phenomenon spreading throughout prêt-à-porter. Between moonlight reflecting its silver light in water and shining into a garden at night, the designer also showcased a beautiful selection of men’s couture looks.


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GUO PEI 23 outfit che sono vere e proprie opere d’arte per “Elysium”, nome della nuova collezione di Guo Pei, la quinta a sfilare durante l’haute couture parigina. La designer cinese ha immaginato all’interno del Cirque d’Hiver Bouglione, storica istituzione della città, il suo Paese delle meraviglie, tra alberi dalle radici magiche e sinuose, aurei bouquet, sirene e divinità dei boschi. Incanta l’abito di apertura, intrecciato a mano con il bambù proveniente da Huangshan, nella provincia cinese di Anhui, e ricoperto di boccioli preziosi come l’oro. 23 veritable works of art were included in “Elysium”, the name of Guo Pei’s new collection, the fifth to show at Paris haute couture. At the historical Cirque d’Hiver Bouglione venue, the Chinese designer imagined a wonderland, amongst trees with magic, sinuous roots, golden bouquets, sirens and woodland divinities. The opening dress, handwoven in bamboo from Huangshan in the Chinese province of Anhui, is covered with buds as precious as gold.


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JEAN PAUL GAULTIER Op Art, grafiche psichedeliche e color blocking sulla passerella di Jean Paul Gaultier che letteralmente ipnotizza gli ospiti con il suo tributo alla Space Age e agli Swinging Sixties di Pierre Cardin, nel cui atelier il designer, allora appena diciottenne, iniziò la carriera in qualità assistente. “Superbe!”, afferma Cardin che applaude seduto in prima fila circondato da un ricco e molto parigino parterre di star incantato, ieri come oggi, da quei due eterni ragazzi della moda francese, Pierre e Jean Paul.

Jean Paul Gaultier’s hypnotic show featured Op Art, psychedelic graphics and colour-blocking. He paid homage to the Space Age and the Swinging Sixties designed by Pierre Cardin, in whose atelier the designer began his career as an eighteen-year-old. “Superbe!”, claimed Cardin, applauding from the front row in a packed and very Parisian selection of stars, enchanted by the French fashion produced by Pierre and Jean Paul, in the past and today.


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PARIS

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ULYANA SERGEENKO Negli chicchissimi salotti dell’Hotel Évreux si tiene il tea party di Ulyana Sergeenko, stilista russa che delle sue origini ne ha fatto un segno distintivo e stilistico. Tra delicate roselline e disegni che ricordano quelli dei preziosi serviti firmati dalla prestigiosa Imperial Porcelain Manufactory con sede a San Pietroburgo e qualche tocco pastello dei gustosissimi dolciumi, va in scena la nuova collezione per la primavera/estate 2018 che sembra pensata per una moderna, e sempre charmant, Maria Antonietta.

Ulyana Sergeenko, the Russian designer who channels her roots into her distinctive style, held a tea party in the beautiful rooms of the Hotel Évreux. Showcased amongst delicate roses and designs reminiscent of ceramics by the prestigious Imperial Porcelain Manufactory based in Saint Petersburg and a few pastel touches from the tasty treats, her new Spring/Summer 2018 collection seems to be targeting a modern, and always charmant, Maria Antoinette.


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PARIS

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VALENTINO Si chiamano Maria Sole, Oriana, Elide, ma anche Francesco e Alessio e sono i nomi non solo di 68 straordinarie creazioni di alta moda, ma anche di coloro che le hanno realizzate. Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, rende omaggio al talento artigiano, alla maestria e alla bellezza pura che la couture sa raccontare, grazie anche alle sapienti mani delle sarte, 77 in tutto in atelier, tra cui dieci ragazzi, tra i 25 e i 75 anni. L’incanto e l’orgoglio nel riscoprire la bottega dell’arte italiana rivelata da abiti che esprimono in chiave moderna valori, regole e canoni della più classica couture. Tra colori pieni di un maestro della pittura come Andrea Pontormo e la leggerezza delle piume sui cappelli nuvola realizzati da Philip Treacy. C.M.

Maria Sole, Oriana, Elide, Francesco, Alessio and many more. The 68 extraordinary looks on the runway were named after the people that made them. Valentino creative director Pierpaolo Piccioli paid homage to the masterful talent and pure beauty that couture brings thanks to the skilled hands of its dressmakers, 77 in all at the atelier, including ten men, between 25 and 75 years of age. There is enchantment and pride in rediscovering the wealth of Italian art revealed by clothes that put a modern twist on classic couture values, rules and standards. The saturated colours of a painting maestro like Andrea Pontormo and the lightness of the feathers on the hats made by Philip Treacy.


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VIKTOR&ROLF Creare un’intera collezione utilizzando un unico tipo di tessuto. Solo il duo stilistico formato da Viktor Horsting e Rolf Snoeren poteva riuscirci, oltretutto con risultati davvero strabilianti. La P/E 2018 è un’ode alla seta duchesse, lavorata secondo una tecnica giapponese per dar vita a maxi fiocchi, bouquet floreali, balze e intrecci, evoluzione del concetto del riciclo affrontato le scorse stagioni e dimostrazione pratica dell’assunto “fare di più con meno”. Bellissima.

An entire collection made from just one type of fabric. Only designer duo Viktor Horsting and Rolf Snoeren could pull off such a feat, and with outstanding results to boot. S/S 2018 is a homage to duchesse satin, processed using a Japanese technique to produce maxi bows, floral bouquets, flounces and weaves, building on the recycling concept channelled in recent seasons and a practical demonstration of “doing more with less”. Beautiful.


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Chapter III


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BEAUTY Valeria Palieri

Dior Haute Couture “La libertà creativa dei surrealisti ha ispirato il trucco degli occhi. Abbiamo voluto sottolineare il senso dell’umorismo e il gusto per la ribellione, tipico di quegli artisti, con tattoo temporanei tra le dita, sulle orecchie e intorno al collo”, ha spiegato Peter Philips, Creative and Image Director per Dior Make-Up, al lavoro nel backstage. Un beauty look sorprendente - di quelli che influenzeranno le tendenze dei prossimi mesi - di gusto grafico, enfatizzato ad arte da disciplinate code basse, messe a punto dal famoso hair stylist Guido Palau.

“The eye make up was inspired by the creative freedom of the surrealists. We wanted to underline the humour and the rebellion typical of those artists by using temporary tattoos between the fingers, on the ears and around the neck,” explained Peter Philips, Creative and Image Director for Dior Make-Up, while working backstage. It was a surprisingly graphic beauty look - the kind that will influence trends in the coming months - artfully emphasised by the disciplined low ponytails created by noted hair stylist Guido Palau. 185


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Chapter IV


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DETAILS Valeria Palieri

Ralph & Russo Così impeccabilmente essenziali da rappresentare alla perfezione non solo la più classica ed eterea eleganza di quel sogno chiamato haute couture, ma anche le ulteriori occasioni d’uso, ormai entrate nella nostra quotidianità, che esulano dai mondani red carpet calcati dalle celebrities. Sono le “Empire Pump” - décolleté con tacco a stiletto da 12 cm e dall’abbagliante tinta silver - firmate Ralph & Russo.

So impeccably understated as to embody not only the most classic, ethereal elegance of the dream known as haute couture, but also other occasions that have now become part of our lives due to the red carpet events attended by celebrities. The “Empire Pump” - a court shoe in dazzling silver with a 12 cm stiletto heel - by Ralph & Russo.

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Come i tre moschettieri, Athos, Porthos e Aramis insieme a D’Artagnan, l’Alta Moda italiana sembra un romanzo d’appendice con i protagonisti pronti, alla fine, sempre a scendere in campo e a duellare, dando prova di saperci fare con la spada, nel caso specifico ago e filo. Nel suo essere continuamente in bilico, sospesa tra il “si fa” e il “non si fa”, la nuova edizione di AltaRoma si affida alle certezze delle storiche maison couture che nella capitale sono nate e ben cresciute come Renato Balestra e Casa Gattinoni vicino a Francesco Scognamiglio, che festeggia i suoi primi vent’anni di storia cominciata proprio qui, come anche accade per Nino Lettieri, talentuoso couturier partenopeo, sbocciato professionalmente, anni or sono, sulle passerelle romane. Accanto a loro combatte un asciutto drappello di nuovi stilisti, alcuni davvero bravi e capaci, insieme a giovani talenti emergenti, espressione dello scouting che è nella missione dei soci fondatori della manifestazione, Camera di Commercio, Comune e Regione Lazio, con il Mise e l’Agenzia Ice, insieme in un progetto di promozione e supporto in Italia e all’estero della più giovane Moda. Roma mette a disposizione i suoi scorci migliori e non serve neanche troppo faticare per trovarne di unici e indimenticabili come set di presentazioni e show. La bellezza è negli occhi di chi guarda, si dice, e, nonostante tutto, nella Città Eterna è ovunque. I giovani sono pronti, i grandi maestri più grintosi che mai. Ora bisogna solo crederci, davvero. C.M.

e o m R Chapter V

Like the three musketeers, Athos, Porthos and Aramis alongside D’Artagnan, Italian couture is like a feuilleton novel whose protagonists are, finally, ready to go into battle, proving they can handle a sword, or a needle and thread in this specific case. Continually suspended between “it is on” and “it is not on”, the new edition of AltaRoma banked on the certainty of long-standing couture houses born and raised in the capital, such as Renato Balestra, Casa Gattinoni, close to Francesco Scognamiglio, who began his twenty-year career here, and Nino Lettieri, the talented Neapolitan couturier who also started out here. Alongside them comes a lean squad of new designers, some of whom are highly skilled and talented, in addition to young upcoming designers scouted by the event’s founding partners, the Lazio chamber of commerce, Mise and Agenzia Ice, together in a project to promote and support this youngest of fashion weeks in Italy and abroad. Rome opened up its most breath-taking settings and unique, unforgettable shows and presentations were not hard to find. They say that beauty is in the eyes of the beholder and, despite everything, it is everywhere in the Eternal City. The young ones are raring to go and the old masters as gutsy as ever. The only thing to do now is truly believe.

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Filippo Laterza show.


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Antonio Falanga and Grazia Marino.

ROME

CREATIVE DISTRICT Ideato e prodotto da Antonio Falanga e Grazia Marino, Creative District, per la terza volta consecutiva nel calendario di AltaRoma In Town, è l’esclusivo appuntamento che promuove la creatività italiana e internazionale, valorizzando la tradizione sartoriale, la ricerca dei materiali e l’avanguardia stilistica. Un’opportunità unica per fashion designer e brand in cui moda, arte e cultura possono dialogare tra loro nelle più belle e rappresentative location della capitale. Questa stagione, in scena nella splendida atmosfera del salone Cadorin del Grand Hotel Palace in via Veneto, le creazioni made in Italy della stilista brasiliana Aline Oliveira, dal sapore bon ton e in grado di coniugare passato e futuro, e quelle, omaggio a Siena, di Asia Neri by Irene Mattei, ispirate alle opere di Ambrogio Lorenzetti, tra i massimi esponenti della pittura italiana del Trecento.

Designed and produced by Antonio Falanga and Grazia Marino, Creative District, featured for the third consecutive time in the AltaRoma In Town schedule, is an exclusive event promoting Italian and international creativity, focusing on tailoring, materials and the cutting-edge of style. It is a unique opportunity for fashion designers and brands in which fashion, art and culture can come together in the most beautiful and representative locations in the capital. This season’s event, staged at the salone Cadorin at the Grand Hotel Palace in via Veneto, showcased the Italian-made work of Brazilian designer Aline Oliveira, which has a bon-ton feel combining past and future, and Asia Neri by Irene Mattei, which paid homage to Siena whilst drawing inspiration from Ambrogio Lorenzetti, one of Italy’s greatest 14th century painters.

Ph. Pietro Piacenti. 208


Aline Oliveira

Asia Neri by Irene Mattei

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FILIPPO LATERZA Una tecnica espressiva specialissima, senza tempo, la Liamp o pittura del viso, che gli interpreti dell’Opera di Pechino chiamano pittura del cuore. Ma anche i giardini reali di Highgrove, nel Regno Unito, le cui rose antiche sono ricamate sul principe di galles e sul tartan. A soli 22 anni Filippo Laterza incanta l’alta moda romana, uno stile potente, foriero di freschezza e novità, creando per la P/E 2018 un ponte tra est e ovest, tra la Cina e l’Inghilterra, tra la magia dei costumi dell’oriente e i canoni più moderni dell’occidente. Bravo!

Liamp, a beautiful, timeless expressive technique referred to by Peking Opera performers as painting of the heart. Combined with the royal gardens at Highgrove, in the United Kingdom, whose ancient roses are embroidered on Prince of Wales and tartan. At just 22 years of age, Filippo Laterza enchanted Rome with his powerful style packed with freshness and new details, building a bridge between east and west, between China and England for S/S 2018, magically blending oriental costumes with modern western canons. Bravo!


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HC17_SF_RO_FRAN. SCOGNAMIGLIO.qxp_Layout 1 15/03/18 10:41 Pagina 212

FRANCESCO SCOGNAMIGLIO Torna nella città eterna Francesco Scognamiglio, dopo quel debutto nel luglio del 2000, seguito all’apertura nel ’98 del primo atelier nella sua Pompei. Vent’anni di una storia intrisa delle radici partenopee del designer, scandita da quindici capi di alta moda, manifesto del savoir-faire italiano e di un’estetica seducente e moderna, cui si affiancano nelle sale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea le creazioni della nuova collezione per la P/E 2018. Ed ecco ancora una volta la bellezza femminile e quella romantica carnalità che è l’essenza della maison.

Francesco Scognamiglio returned to the Eternal City, the first time since his 2000 début just two years after opening his atelier in his home town of Pompei. Staged in the Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, his S/S 2018 celebrated the designer’s twenty years in business with fifteen haute couture pieces too, that showcased Italian craft and a seductive, modern aesthetic. It was a tribute to the feminine beauty and romantic carnality that lie at the heart of the brand’s style


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GATTINONI Uno storytelling che guarda a un grande passato, interpretando il presente, ripensando il domani... “Oltre mille abiti selezionati, rivisitati, ridisegnati, ricreati”, spiega il direttore creativo della maison Gattinoni, Guillermo Mariotto. Nell’Aula Ottagona ex Planetario delle Terme di Diocleziano, sfilano donne coraggiose, intraprendenti, più sicure, forse più consapevoli, figlie di chi ha lottato per i loro diritti di oggi al grido dello slogan più attuale #metoo. Con loro, riccamente rifinite dai preziosi creati per l’occasione da Gianni de Benedittis di FuturoRemoto, in passerella anche tre look per lui, con cappotto di satin e pelliccia.

A narrative that looks to the distinguished past, interprets the present and thinks of the future... “Over a thousand dresses were selected, reworked, redesigned and recreated,” explains the creative director of Gattinoni, Guillermo Mariotto. The Aula Ottagona and former planetarium within the Baths of Diocletian was the setting for the show, which featured courageous, enterprising, confident women, the legacy of the women’s right movement and today’s #metoo campaign. Alongside the looks richly decorated with jewellery specially created by Gianni de Benedittis from FuturoRemoto were three men’s outfits featuring a satin and fur coat.


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NINO LETTIERI Si librano nel cielo di Hida, in Giappone, le farfalle ricamate, stampate o applicate sui pregiati tessuti della nuova collezione di Nino Lettieri per la P/E 2018, in scena all’Westin Excelsior di Roma. Chiffon, organza, satin e broccati, realizzati con gli antichi telai risalenti al 1700 della storica azienda Gustavo De Negri, sono i tessuti preziosi e preferiti per 40 outfit, espressione di una couture che diviene poesia.

Fluttering into the sky above Hida, in Japan, butterflies are embroidered, printed or applied to premium fabrics in the new Nino Lettieri collection for S/S 2018, staged at the Westin Excelsior in Rome. Chiffon, organza, satin and brocades, made on looms dating back to the 18th century owned by Gustavo De Negri, were used to create 40 looks of outstanding couture poetry.


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RENATO BALESTRA Nell’incanto dei saloni romani di Palazzo Brancaccio sboccia un “Giardino Incantato”, titolo della nuova collezione che Renato Balestra firma per la prossima primavera/estate. Verde come i fili d’erba che crescono rigogliosi e luccicanti di cristalli di rugiada, bianco come le margherite in filo di seta, perle e swarowski, blu intenso come l’eleganza della notte che ne nasconde la bellezza solo all’occhio meno esperto.

For this spring/summer, Renato Balestra staged his collection entitled “Enchanted Garden” at the Palazzo Brancaccio in Rome. This garden was resplendent in green, with blades of grass encrusted with crystal dew, white daisies in silk thread, pearls and Swarowski, and intense midnight blue that conceals its beauty solely to the untrained eye.


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HC17_RED CURIEL.qxp_Layout 1 15/03/18 10:28 Pagina 244

WHAT’S ON

CURIEL

FLORIGRAFIA IN 3D “Le principesse Kate Middleton e Beatrice Casiraghi mescolano i capi, i jeans e l’alta moda. Mentre le nuove generazioni riscoprono il piacere del fatto a mano, conciliandolo con il low cost. Per dialogare con la superficialità e l’omologazione dell’epoca virtuale, cresce il desiderio di storia, qualità e artigianalità”. Un desiderio che Raffaella Curiel conosce bene, il sorriso commosso alla fine della presentazione della nuova collezione di alta moda nel giardino coperto dell’ atelier milanese in via Montenapoleone. Con lei, il suo vero braccio destro, la figlia Gigliola, insieme al partner cinese Mr Zhao Yizheng che con il fondo Redstone ha rilevato il

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“Kate Middleton and Beatrice Casiraghi mix up their pieces, jeans and high fashion. While the new generations are rediscovering the pleasure of handmade, reconciling it with low-cost fashion. In the face of the superficiality and levelling of the digital era, there is a growing desire for history, quality and craftsmanship.” It’s a desire that Raffaella Curiel knows well, as she smiles at the end of her new couture presentation in the indoor garden at her Milan atelier in via Montenapoleone. With her is her daughter Gigliola and her Chinese partner Mr Zhao Yizheng, who purchased the brand and its archive through the Redstone fund ahead of a global relaunch. She is also


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WHAT’S ON

MAISON ANTONIO D’ERRICO

GLAMOUR E TRADIZIONE

GLAMOUR AND TRADITION 252


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La bellissima scalinata del Duomo di Amalfi ha fatto da cornice alla sfilata-evento di Atelier Nicola D’Errico, le cui creazioni sposa e couture, frutto di sapienti lavorazioni artigiane unite alle più innovative tecnologie, hanno incantato i selezionati ospiti, così come gli abiti in scena nella location, simbolo partenopeo, del Museo Diocesano. Un appuntamento ricco di glamour nel cuore di Napoli per celebrare le eccellenze della Campania e la sua tradizione sartoriale, di cui la Maison Antonio D’Errico è grande rappresentante, conosciuta e amata a livello internazionale, ma fortemente radicata nel territorio da ben 40 anni, festeggiati durante la serata al museo con una sorpresa inaspettata e “dolcissima”.

Ph. Carlo Ferrara.

Ph. Carlo Ferrara.

WHAT’S ON

The beautiful staircase of Amalfi’s cathedral was the backdrop for the show-event by Atelier Nicola D’Errico, whose bridal and couture creations, made by skilled artisans using the most innovative technologies, enchanted the select group of guests, as did the other clothes on display at Naples’ Museo Diocesano. A glamorous event in the heart of the city to celebrate excellence in Campania and its tailoring tradition, as nobly represented by the Maison Antonio D’Errico, which is internationally-renowned yet still firmly rooted in its home territory after 40 years in the business commemorated with an unexpected and “sweet” surprise. 253


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FASHION

BRUNO CARUSO PRIVEÉ

IL LUSSO DELLA GRANDE TRADIZIONE THE LUXURY OF GREAT TRADITION “Fausto Sarli sosteneva che uno stilista doveva prima di tutto saper cucire, conoscere le stoffe e saper rubare il mestiere alle première”. Bruno Caruso ricorda le parole che il maestro gli aveva ripetuto spesso durante il periodo passato a studiare come allievo nella sua maison, perché è anche così che ha imparato a rispettare e amare l’arte della sartorialità partenopea. Nel laboratorio/atelier di San Giorgio a Cremano, inaugurato 27 anni fa, a cui si sono aggiunti lo show room di via Carlo Poerio e il quartier generale a palazzo Miranda in via Chiaia, entrambi nel cuore di Napoli, gli abiti nascono ancora come una volta. Qui tutto è sapientemente realizzato da mani esperte e l’artigianalità e l’alta qualità delle lavorazioni, dei ricami e dei tessuti sono l’essenza da cui non si può prescindere. “La cosa fondamentale per un artisan de luxe, come mi piace definirmi, è coniugare l’estetica con la sostanza”, afferma il couturier. E la collezione 2018 intitolata “Je t’aime” lo dimostra con le centinaia di metri di seta, broccati e pizzi e migliaia di cristalli Swarovski, paillette e piume, 35 creazioni da sposa e alta moda, presentate al Grand Hotel Excelsior sul lungomare di Napoli alla presenza di 500 ospiti internazionali, che parlano di tradizione sartoriale e del saper fare tipico del made in Naples.

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“Fausto Sarli maintained that first of all a designer had to know how to sew, know all about fabrics and be every bit as good as the premières.” Bruno Caruso recalls what the maestro often used to tell him while he was in training with the brand, because that is how he learned to respect and love the art of Neapolitan tailoring. In his workshop/atelier in San Giorgio a Cremano, inaugurated 27 years ago, to which a showroom in via Carlo Poerio and headquarters in Palazzo Miranda in via Chiaia have been added, both in central Naples, the clothes are made like in the old days. Here everything is skilfully done by expert hands and craftsmanship, and the high-quality textures, embroidery and fabrics are the undeniable essence of that. “The main thing for an artisan de luxe, as I like to call myself, is to team aesthetics with substance,” claims the couturier. The 2018 collection entitled “Je t’aime” demonstrates this with its hundreds of metres of silk, brocade and lace and thousands of Swarovski crystals, sequins and feathers. 35 bridal and high fashion creations were presented at the Grand Hotel Excelsior on the Naples seafront, watched by 500 international guests, focusing squarely on Neapolitan tailoring tradition and skill.


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FASHION


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WHAT’S ON

NINO LETTIERI

30 ABITI PER 30 ANNI DI MODA 30 DRESSES FoR 30 yEARS oF FASHIoN Il Museo del Tessile e dell’Abbigliamento “Elena Aldobrandini” di Napoli rende omaggio alla moda femminile e al suo grande interprete Nino Lettieri.Trent’anni di carriera attraverso altrettanti abiti in mostra, in un percorso che ne racconta l’evoluzione dello stile, documentato anche dagli scatti di fotografi come Antonio Aragona, Pino Leone e Michele Stabile. Con il patrocinio della Regione Campania e di AltaRoma, il museo punta alla promozione delle eccellenze del territorio e non è un caso che per il primo incontro con il pubblico, dopo la riapertura dello scorso luglio, sia stata scelta l’arte sartoriale di Nino Lettieri. Protagonista delle passerelle di AltaRoma, apprezzato e amato dallo star system più internazionale, lo stilista è allo stesso tempo profondamente legato alla sua Pompei, il luogo del cuore, dove, dopo l’apprendistato a Milano da Gianfranco Ferré e le esperienze maturate prima a Firenze e poi negli Stati Uniti, ha aperto l’atelier in cui disegna, plasma e realizza le sue creazioni, interamente prodotte qui e dunque rigorosamente made in Italy. “Per me è il poeta della moda”, ha commentato Maria D’Elia, il commissario della Fondazione Mondragone che dirige il museo. “Il suo lavoro enfatizza la nostra tradizione sartoriale attraverso capi che sono opere d’arte, portando il mondo della moda ad affacciarsi in Campania e a Pompei. Trovo che questo sia meraviglioso”.

The “Elena Aldobrandini” Textile and Clothing Museum in Naples pays homage to womenswear and its great designer, Nino Lettieri. His thirty-year career is seen through thirty dresses in an exhibition that explores how his style has evolved, using images by photographers such as Antonio Aragona, Pino Leone and Michele Stabile. Backed by Regione Campania and AltaRoma, the museum is aiming to promote local excellence following its reopening last July, choosing to focus on Nino Lettieri’s tailoring art for its first exhibition open to the public. A regular on the AltaRoma runways and loved and admired by international stars, the designer maintains close ties with his home town of Pompei, opening his studio here after gaining experience working for Gianfranco Ferré in Milan and then in Florence and the United States, and making his clothes entirely in Italy. “To me he is the poet of fashion,” claimed Maria D’Elia, commissioner at the Fondazione Mondragone which manages the museum. “His work emphasises our tailoring tradition through clothes that are real works of art, bringing the fashion world face to face with Campania and Pompei. I think this is wonderful.”

Ph. Franco Begonja.

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WHAT’S ON

Via Margutta, cuore culturale e intellettuale di Roma, continua a risplendere del suo fascino grazie al progetto “Spazio Margutta”, che la trasforma nel nuovo polo della moda, dell’arte e della fotografia, con un concept assolutamente innovativo per promuovere i marchi del made in Italy, ma anche stranieri, in una fusione con il mondo della street art, della fotografia e della gioielleria. Un sogno diventato realtà per i due ideatori del format: Grazia Marino, ceo della P&G Events, una delle principali realtà imprenditoriali della capitale che si occupa del lancio e del posizionamento di brand del settore luxury, e Antonio Falanga, produttore, organizzatore e regista, con un’esperienza quasi trentennale nella moda offre anche servizi di fashion producer e press office. “Il nostro spazio a sostegno della creatività e della valorizzazione delle tradizioni artigianali non poteva che nascere nel contesto interna-

Via Margutta, Rome’s cultural and intellectual heart, continues to shine bright thanks to the “Spazio Margutta” project. It transforms the street into a new fashion, art and photography hub with an innovative concept to promote made in Italy and foreign brands in a fusion with street art, photography and jewellery. It’s a dream come true for the two people behind the format: Grazia Marino, CEO of P&G Events, one of the capital’s major businesses operating in the launch and positioning of luxury brands, and Antonio Falanga, a producer, organiser and director, with almost thirty years’ experience in fashion, who also offers fashion producer and press office services. “Our space supports the creativity and value of artisan traditions and could not really have been set up anywhere else than

FINALMENTE... SPAZIO MARGUTTA

FINALLY... SPAZIO MARGUTTA zionale di Via Margutta - spiega Grazia Marino - Un’arteria unica della Roma barocca, che deve la sua popolarità in tutto il mondo all’essere da sempre luogo di residenza privilegiato di artisti, uomini e donne di cultura”. Qui, oltre a trunk show e mostre, si susseguono in calendario eventi in cui la “strada” stessa diventa protagonista, come il “Premio Margutta - La Via delle Arti”, prestigioso appuntamento che nel 2018 festeggia la sua tredicesima edizione o il “Margutta Creative District”, quando, per tre giorni nel mese di ottobre, si tramuta in un distretto dedicato al fashion, al food, al design, all’arte e alla fotografia. O ancora “Passeg-

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the international-looking Via Margutta,” explains Grazia Marino. “It’s a unique artery in baroque Rome, which owes its popularity around the world to being the favoured spot for artists and men and women of culture.” In addition to trunk shows and exhibitions, the space offers a packed calendar of events in which the “street” is the main focus, such as “Premio Margutta - La Via delle Arti”, a prestigious appointment that in 2018 celebrates its thirteenth edition, or the “Margutta Creative District”, when, for three days in October, it becomes a fa-


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WHAT’S ON

Spazio Margutta. Above, from left, Via Margutta; Premio Margutta - La Via delle Arti. Below, from left, RomaFashion White; Antonio Falanga and Grazia Marino.

giando… in Via Margutta”, un itinerario alla scoperta dei protagonisti del ’900 che ci hanno vissuto, attraverso storie e aneddoti narrati da uno storico dell’arte durante l’esclusiva promenade. Così come progetti per i nuovi creativi della moda italiana, tra cui “Creative District”, imperdibile date di AltaRoma che si tiene in location esclusive tra cui il Chiostro dell’Angelicum, e “RomaFashion White”, durante il quale, unica volta in Italia, gli abiti sartoriali di alta moda sposa sfilano in una chiesa, quella anglicana di San Paolo entro le Mura. Dunque, il mondo della creatività e la valorizzazione delle eccellenze, tramite binomi come “Moda&Arte”, “Moda&Fotografia”, “Moda&Design” e “Moda&Food”, trovano in “Spazio Margutta” un terreno fertile, grazie anche alla volontà di mantenere un legame profondo tra tradizione e contemporaneità, ricerca e innovazione.

shion, food, design, art and photography quarter. Another event is “Passeggiando… in Via Margutta”, a walking tour exploring its 20th century inhabitants, through stories and anecdotes told by an art historian. The hub also organises projects for new Italian fashion creatives, including “Creative District”, an unmissable date in AltaRoma held at exclusive locations such as the Chiostro dell’Angelicum, and “RomaFashion White”, during which haute couture bridal gowns were shown, for the only time in Italy, in the Anglican church of San Paolo entro le Mura. An array of events combining fashion with art, photography, design and food find fertile ground in “Spazio Margutta”, thanks to its organisers’ desire to maintain strong links between tradition and contemporary life, research and innovation.

“Una precisa conoscenza del mondo dell’informazione, dai canali più tradizionali come stampa, televisione e radio ai new media, web, blog e social network, sono alla base di ‘Spazio Margutta’, in particolare dell’attività di Press Office che seguiamo per il progetto”, spiega Antonio Falanga. “Essere in grado di anticipare i trend della comunicazione e creare occasioni e sinergie in diversi settori, elaborando strategie mirate sono alla base del nostro lavoro. Così, da anni mettiamo a disposizione di aziende, designer e professionisti del fashion system la nostra esperienza, la nostra competenza e la nostra visione della comunicazione e del marketing”.

“Precise knowledge of the world of information, from traditional channels such as the press, television and radio, to new media, web, blogs and social networks, lies at the heart of ‘Spazio Margutta’, particularly the press office activities that we run for the project,” explains Antonio Falanga. “Being able to anticipate communication trends and creating opportunities and synergies in different sectors, working on targeted strategies forms the basis of our work. For years, we have made our knowledge, experience and vision of communication and marketing available to fashion companies, designers and professionals.”

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LIBRARY Chapter VI

Karl Lagerfeld scketch, a new year’s greeting for 2006 to Laurence Benaïm; Collection Stiletto, Paris, © Karl Lagerfeld, from Laurence Benaïm, Fashion and Versailles, Flammarion.


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LIBRARY

FASHION AND VERSAILLES Flavia Impallomeni

Dal 17esimo secolo ai giorni nostri, dai tacchi del Re Sole a quelli di Charlize Theron che avanzano decisi attraversando la sala degli specchi nella pubblicità di Dior per J’adore, oggi come ieri, Versailles è la moda. Mai in nessun posto gli strascichi furono più lunghi e le gonne più ampie, creando non pochi problemi alle loro madame che avevano difficoltà a entrare in carrozza e perfino a muoversi. Le acconciature arrivavano a sfiorare il cielo tanto erano alte e le parrucche ostentavano le più stravaganti fogge. Solo alla corte di Versailles i colori potevano esibire sfumature infinite e sconosciute in natura, giallo calendula o ventre di daino, verde cavolo o alloro, grigio camino di Londra o opéra brûlé, dopo l’incendio che distrusse l’Opéra de Paris nel 1781. E, perché no, il pulce brunorossastro, come gli animaletti che infestavano il palazzo. Inaugurata nel 1682 sotto Luigi XIV, la reggia ben presto divenne simbolo di potenza e luogo di rappresentanza, esercitando un fascino potentissimo e mai superato, come dimostra anche il grande successo della nuova serie tv intitolata Versailles, prodotta da Canal Plus e in onda su Netflix. Per volere del ministro delle finanze Colbert ogni oggetto, opera o arredo doveva essere prodotto in Francia, compresi gli specchi lungo i 73 metri della

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From the 17th century to the present day, from the Sun King to Charlize Theron striding in heels through the hall of mirrors in Dior’s ad for J’adore, Versailles has always been about fashion. Nowhere else have trains been so long and skirts so full, creating no shortage of problems for the madames who had difficulty entering a carriage and even moving. Gravity-defying hairstyles and wigs came in the most extravagant of styles. Only at the court of Versailles were the colours infinite and unknown in nature, marigold yellow or fallow deer breast, cabbage or laurel green, London chimney-stack grey or opéra brûlé, after the fire that destroyed the Opéra de Paris in 1781. Even reddish-brown flea, after the parasites that infested the palace. Inaugurated in 1682 under Louis XIV, the palace quickly became a symbol of power and indulgence, exerting a fascination that has never faded, as demonstrated by the success of the new TV series, Versailles, produced by Canal Plus and broadcast on Netflix. The finance minister, Colbert, wanted every object and artwork to be made in France, including the 73-metre-long mirrored gallery, for which the Venetian glassmakers’secrets were stolen, and the solid silver furniture, such as the headboard of the royal bed, which weighed approximately a ton. The Bourbons’ former hunting lodge, converted into Europe’s most admired and envied châ-


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Pierre Balmain dress, 1953, © Gleb Derujinsky.


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JEwElRY Silvia Cutuli

Chapter VII

Princess Félix Youssoupov wears the sun diadem, 1914. Opposite page, Savoir-faire Collier.

CHAUMET

PROMEnAdES IMPéRIAlES Un omaggio alla Russia e all’algida bellezza dell’inverno siberiano celebrato da un incanto di pietre preziose: la purezza dei cristalli di diamanti, il profondo blu degli zaffiri di Ceylon, il rosa arancio degli zaffiri Padparadscha, come nel più suggestivo tramonto. Un viaggio immaginifico nel Paese del dottor Zivago. 280

Paying homage to Russia and the icy beauty of the Siberian winter in an enchantment of precious stones: the purity of diamond crystals, the deep blue of Ceylon sapphires, the orangey-pink of Padparadscha sapphires, recalling the most beautiful of sunsets. An imaginative journey into the country of Doctor Zhivago.


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90TH ACADEMY AWARDS

DRESSING THE

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90TH ACADEMY AWARDS

Above, from left, Frances McDormand, Best Actress for Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, in Valentino Resort 2018; Emily Blunt in Schiaparelli Haute Couture. Below, from left, Jennifer Garner, presenter for the evening, in Atelier Versace, wears the Piaget Sunny Side of Life collection earrings, the Piaget Secrets & Lights collection ring and the Extremely Piaget Sunlight ring, courtesy of Piaget; Allison Williams, who stars in the Best Picture nominated film Get Out, in Giorgio Armani PrivĂŠ, courtesy of Getty Images; Alexandre Desplat, winner of the Best Original Music Score for The Shape of Water, in Valentino.

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