TOUCH
SOMMARIO CONTENTS Valentino Photographer: Fernanda Veron Fashion: Tommaso Concina
IPORTRAITS
chapter
page
21
page
41
II
chapter
EDITORIAL
GOTHIC VISION
chapter
III
LIBRARY page
81
chapter
page
99
IV
EDITORIAL
UP TOWN GIRL
chapter
V DETAILS page
113
14
SOMMARIO CONTENTS
VI
chapter
JEWELRY page
119
VII EDITORIAL A LYRIC DAY page
chapter
133
chapter
FOCUS 151 page
VIII chapter
IX WATCHES page
173
BEAUTY page
187 16
chapter
X
EDITORIALE di Cinzia Malvini
UN TOCCO LEGGERO E GENTILE, PRESENTE E APPASSIONATO...
A LIGHT, GENTLE, CONTEMPORARY AND PASSIONATE TOUCH...
volte basta solo un tocco per entrare, e magari fermarsi, nelle pieghe del cuore e della vita. Spesso sono proprio loro, le donne, a dare quel tocco in più con la consueta determinazione, tenacia, caparbietà e stile di cui sono capaci. Donne che lasciano il segno nella moda, nello sport, nella musica, nell’industria e nel cinema sono le protagoniste del nostro Book donna: un magazine tutto nuovo, leggero e gentile (speriamo) presente e appassionato, di sicuro! Pagine da sfogliare con un tocco di curiosità, storie che raccontano passione e impegno. Percorsi di vita al femminile, con qualche eccezione maschile, concedetecelo, costruiti con orgoglio e intensità, prendendosi sul serio, ma non troppo. Perché, come diceva Charles Bukowski, con il consueto tocco underground: “la vita è profonda nella sua semplicità”.
ometimes a touch is all that is needed to enter into and may be linger a while in a heart, in a life. It is often women themselves who give that extra little touch with that determination, tenacity, obstinacy and style they are capable of. Women, who have made their mark in fashion, in sport, in music, in industry and in film, are the protagonists in this totally new magazine, Book woman. We hope you will find it light and gentle, we are sure it is contemporary and passionate! Pages to browse through with a touch of curiosity, stories of passion and commitment. The life stories of a number of famous women (and a few men too, you must allow us), achievements made with pride and commitment, seriously, but not excessively. Because as Charles Bukowski said with his usual touch of the underground, “life is deep in its simplicity”.
A
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Prada 18
chapter I
PORTRAITS “Lo stile è l’anima del talento”. Giovanni Soriano, Finché c’è vita non c’è speranza, 2010
“Style is the soul of talent”. Giovanni Soriano, While There is Life There is no Hope, 2010 21
PORTRAITS
PAT CLEVELAND by Silvia Cutuli
V
ederla avanzare in carne ed ossa davanti ai tuoi occhi con quella sua inconfondibile camminata “da gazzella” è semplicemente emozione pura. Perché Pat Cleveland, top model afro-americana tra le grandi protagoniste delle passerelle degli anni ‘70 e ‘80, non sfila, piuttosto dà una sua personale interpretazione agli abiti, ancheggiando e danzando sempre e comunque alla sua particolarissima maniera. “Quando sto in passerella sono sollevata da terra e voglio poter esprimere tutto il ritmo che sento nell’aria” confessa davanti alla macchina da presa nel film About Face. Dietro il volto di una Top Model (di Timothy Greenfield-Sanders per Feltrinelli Real Cinema - Usa, 2012). “Quello che cerchi di fare - aggiunge - è far apprezzare al pubblico quello che indossi, rendendolo vivo. Non si tratta di te e della tua bellezza, non è niente di tutto ciò, si tratta di quello che le persone percepiscono di te”. E che la moda ieri come oggi per l’inossidabile top model sia semplicemente amore, si avverte subito dall’entusiasmo che monta tra il pubblico, non appena l’inconfondibile falcata di Pat irrompe sulla scena in apertura della sfilata celebrativa dei trent’anni di casa Moschino (inserita nel calendario di Milano Moda Donna P/E 2014 nello scorso settembre, n.d.r.). L’incantesimo si ripete ancora una volta, con lei che balla, saltella e si muove sinuosa, trasformando la passerella in un vero show scandito dal suo incedere carismatico, lo stesso con cui ha attraversato ben tre decadi della storia del costume e della moda. Correva il 1967 quando la quindicenne Pat Cleveland fu notata nella metropolitana di New York dall’allora direttore di Vogue, Carrie Donovan. Alta, sottile, la chioma indomabile e il fascino esotico conferitole dalle origini black, cherokee, svedesi e irlandesi, fu segnalata nell’Ebony fashion fair, uno show di moda itinerante dedicato al pubblico afroamericano. “Un lavoro molto duro soprattutto quando andavamo nel Sud degli Stati Uniti” ricorda l’indossatrice, bersaglio in quegli anni insieme alle sue colleghe di aggressioni razziali. Il riscatto non si fece attendere, consacrando Pat Cleveland tra le prime modelle di colore immortalate sulle riviste di moda. Iniziarono ad amarla i grandi nomi del fashion system internazionale, dall’americano Stephen Burrows al francese Yves Saint Laurent e fino al nostro Franco Moschino cui la legava una dissacrante ironia. Su di lei posarono l’obiettivo, fino a restarne conquistati, fotografi del calibro di Philip Halston (per cui con Karen Bjornson e Anjelica Houston costituiva il terzetto delle Halstonettes, n.d.r.) Richard Avedon e Antonio Lopez. Quest’ultimo, geniale illustratore di moda, al cui lavoro si ispira la nuova capsule collection firmata MAC Cosmetics (composta da palette make-up e accessori che recano impressi i visuals di Lopez, n.d.r.). Che neanche a dirlo, affida la campagna pubblicitaria proprio a lei, Pat Cleveland (immortalata insieme a Marisa Berenson e Jerry Hall, n.d.r.) super woman delle passerelle, lei sì in grado di apparire sempre al Top, anche quando l’età comincia a farsi sentire.
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eeing her in the flesh, right before your eyes with that unmistakable gazelle-like walk of hers, is quite simply pure emotion. Because Pat Cleveland, African-American top model and queen of the catwalks of the seventies and eighties, doesn’t just walk but gives a distinctly personal interpretation to the clothes, swinging her hips and dancing in her own very special way. “When I’m on the catwalk I’m above the ground and I want to be able to express all the rhythm that I feel in the air” she confessed to the camera in the film About Face. Super Models Then and Now (directed by Timothy Greenfield-Sanders for Feltrinelli Real Cinema, Usa, 2012). “What I try and do”, she continues, “is make the audience like what I am wearing, bring it alive. It’s not a matter of you and your beauty, it is none of that, it’s a matter of what people sense about you”. And fashion for that top model, yesterday as today, is simply a matter of love. It was immediately noticeable in the enthusiasm that built up in the audience as Pat’s first unmistakable stride burst onto the catwalk at the opening of the show celebrating Moschino’s 30th anniversary (in September during Milano Moda Donna spring/summer 2014, ed). And the spell continued as she danced and skipped and swayed. Her charismatic strut transformed the catwalk into a true spectacle, just as she has been doing for three decades of the history of fashion. It was 1967 when the fifteen year old Pat Cleveland was first noticed in the New York underground by the then director of Vogue, Carrie Donovan. Tall, slender and with untameable hair and the exotic fascination of having African, Cherokee, Swedish and Irish blood, she modelled for Ebony Fashion Fair, a touring fashion show for an AfricanAmerican audience. “A very hard job especially when we went to the southern states of America” she remembered, both herself and her colleagues targets at that time of racial aggression. But redemption came quickly for her and she was soon ranked among the first mixed race top models to be immortalised in the fashion magazines. She began to be the favourite of the big names in the international fashion system, from the American Stephen Burrows to the French Yves Saint Laurent and then our own Franco Moschino who linked her with his irreverent irony. She was photographed, until she had conquered them, by photographers of the calibre of Philip Halston (for whom, with Karen Bjornson and Anjelica Houston, she made up the Halstonettes trio, ed) Richard Avedon and Antonio Lopez. The latter being the talented fashion illustrator whose work inspired the new MAC Cosmetics capsule collection (composed of make-up palettes and accessories featuring photos of Lopez, ed). And therefore it goes without saying that Pat Cleveland herself was chosen for the advertising campaign (immortalised together with Marisa Berenson and Jerry Hall, ed) the superwoman of the catwalks, ever at the top even when the passing years begin to be felt.
PORTRAITS
Pat Cleveland per Moschino P/E 2014 (in abito bustier con mucca tricolore, Moschino A/I 1985-86) / Pat Cleveland for Moschino Spring/Summer 2014 (in a corset dress with cow and the colours of the Italian flag, Moschino Fall/Winter 1985-86). Courtesy Moschino Press Office.
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PORTRAITS
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PORTRAITS
ANNA CALVI by Barbara Bolelli
“C
hiusa a chiave in un seminterrato, registrando un album in completo isolamento... sì, sì, decisamente... a volte si ha la sensazione di impazzire. Però un sacco di materiale esce fuori da questo... e allora, come sopravvivere alla creazione di un mostro che si è preso gli ultimi anni della mia vita?”. La ragazza che crea mostri si chiama Anna Calvi, chitarrista e cantante di fama mondiale e dallo stile unico: visuale, tormentato e sofisticato. Un rock noir intenso, sospeso tra sogno e inquietudine. Corteggiata dagli stilisti (tra i suoi fan Frida Giannini, Karl Lagerfeld e Sir Paul Smith) e osannata dalla critica, la ragazza con la chitarra ha due album all’attivo, di cui l’ultimo, One Breath (Domino Records), è dal 7 ottobre 2013 in tutti i negozi di dischi. “È stato registrato per buona parte in Francia, ai Blackbox Studios, e poi mixato in Texas”, dice. “One Breath è il momento prima di aprire te stesso... e parla di quanto questo sia terrificante, spaventoso e al tempo stesso emozionante. Ma anche un momento pieno di speranza, perché qualunque cosa può succedere”. Il disco racconta i momenti della vita fuori controllo, esplora la solitudine ed esorcizza il dolore di una perdita. Undici brani, in un respiro. “Quando sono sul palco sono una persona diversa. Mi sento potente e senza paura - racconta Anna - Proprio come vorrei essere nella vita di tutti i giorni”. Un limbo fatto di ballate d’amore, incubi, chitarra elettrica e archi in crescendo, in cui si fanno spazio vibrafono e istintività. E poi voce, l’inconfondibile voce di Anna. “Ho sempre voluto essere una cantante, è stato difficile visto la mia timidezza... ma poi, piano piano, la grande voce è emersa... Molto deriva dal cancellare la paura di aprirsi completamente e diventare vulnerabili. Quando canti con una voce ricca, con una voce forte e profonda, allora, in quel momento, dai tutta te stessa”. La storia di Anna inizia presto e la bambina che a quattro anni comincia a suonare il violino e a nove già compone canzoni con la sua chitarra, sognando di essere nella band di Bowie, arriva fino a noi. “Il mio mondo personale, un mondo di mia creazione in cui fuggire e rifugiarmi: questo per me è da sempre la musica”. Uno dei primi a notarla è il compositore e cantante britannico Brian Eno: “Brian è stato fondamentale - ci racconta - Gli ho fatto sentire le mie prime demo e lui le ha subito adorate. Da quel momento è diventato un vero mentore per me”. Ricorda ancora Anna: “Una volta mi ha mandato una lettera dicendomi che la musica è piena di intelligenza, romanticismo e passione, che cosa vogliamo di più dall’arte? Sì, Brian Eno è stato come l’acqua alla fine del deserto”. Dopo il successo del primo disco, l’omonimo Anna Calvi, la ragazza che crea mostri si prepara al tour del secondo, che la riporterà in Italia, ancora una volta, il prossimo febbraio. “Mi sento come se fossi rimasta ibernata per molto, molto tempo. Adesso però non vedo l’ora che il pubblico ascolti il mio lavoro...”. Un solo respiro, perché qualunque cosa debba succedere, non è ancora successa...
Ph. Roger Deckker
“L
ocked in a basement recording an album in complete isolation... yes, yes, you do really think sometimes you are going mad. But it does result in a lot of material... so how to survive the creating of a monster that has taken up the last few years of my life?” The girl who creates monsters is Anna Calvi, guitarist and singer of world fame with a unique style: compelling, sophisticated and tormented. An intense, dark rock, suspended between dream and anxiety. Courted by fashion designers (among her fans Frida Giannini, Karl Lagerfeld and Sir Paul Smith) and acclaimed by the critics, the girl with the guitar has released two albums, the latest being One Breath (Domino Records, from 7th October 2013 in all music retailers). “Much of it was recorded in the Blackbox Studios in France, and then mixed in Texas”, she says. “One Breath is the moment before you have to open yourself up… and about how terrifying that is and scary and thrilling at the same time. But also full of hope because anything might happen”. The album is about times when life is out of control, it explores solitude and exorcises the pain of loss. 11 songs, in one breath. “When I am on the stage I am a different person. I feel powerful and fearless”, she says. “Just how I would like to be in everyday life”. A limbo consisting of love songs, nightmares, her electric guitar, vibrant and spontaneous strings in crescendo. And then there is her voice, Anna’s unmistakable voice. “I have always wanted to be a singer but my shyness made it difficult for me... but then, a little at a time, that great voice emerged... a lot was to do with getting over the fear of opening myself completely and becoming vulnerable. When you sing with a rich voice, with a strong and deep voice, well then in that moment, you give all of yourself”. Anna’s story began when she was a little girl, at four years old she began playing the violin and at nine she was already writing songs with her guitar, dreaming of being in David Bowie’s band. “My personal world, a world I have created for myself to escape to and take refuge in: this is what music has always been for me”. One of the first people to notice her was the British singer and songwriter Brian Eno. “Brian was fundamental,” she says “I played him my first demos and he loved them immediately. From that moment he became a real mentor for me”. Anna recalls further, “once he wrote to me saying that music is full of intelligence, romanticism and passion, what more do we want from it? Yes, Brian Eno was like water after the desert”. Following the success of her first album, Anna Calvi, the girl of the same name, who creates monsters, is preparing to tour with her second album, which will bring her back to Italy again next February. “I felt like I have been hibernating for a long, long time. But now I can’t wait for people to hear my songs...”. Just one breath, because whatever is going to happen, it hasn’t happened yet...
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FIORE D’ACCIAIO
IL TOCCO DI
FRIDA FRIDA’S TOUCH
di Cinzia Malvini
Ritratto di una “ragazza d’acciaio”, direttore creativo di Gucci e oggi anche mamma felice
Portrait of a “girl of steel”, the creative director at Gucci and today a happy new mum
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Frida Giannini, courtesy of Mert Alas & Marcus Piggott.
FLOWER OF STEEL
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orridente, sottile, elegante. Frida, da pochi mesi mamma di Greta, appare se possibile ancor più bella e brava, al termine della sfilata di Gucci di prêt-à-porter femminile per la prossima estate. Una sfilata che di nuovo lascia il segno. Le sue donne, un sensuale e riuscito mix di ispirazione sportiva e declinazione Art Nouveau riletta nei toni e nei disegni degli abiti dal decorativismo orientale alla Erté, si impongono nella mente e nei cuori degli spettatori, passo dopo passo, in quei sorprendenti quindici minuti di show. “Customers love colors, i clienti amano i colori di questo mondo del lusso”, mi confida il responsabile acquisti di un importante multistore americano, conquistato dalla sensualità del tratto della moda di Frida Giannini abituata a guardare avanti, ma anche indietro, al rinnovamento e alla tradizione di una grande storia, proprio come quella di casa Gucci dove, dal 2005, muove le leve di tutta la creatività. Avanti e indietro, in un’operazione di guida stilistica che comporterebbe dei rischi, ma non per lei, non per Frida, una gioiosa macchina da guerra capace di sfornare ogni anno una decina di collezioni di moda tra donna, uomo, bambino, accessori. E poi le fragranze, le pre-collection, le capsule collection, il made to measure, quest’ultimo con il volto dell’attore James Franco, mostre, eventi, inaugurazioni, sponsorizzazioni, beneficenza e aerei di qua e di là dal mondo... Roba da restarci secchi, noi umani, ma non lei, non quella Frida fiore d’acciaio come, con larga lungimiranza, fu definita dall’International Herald Tribune. Era l’inizio della storia, ma forse anche destino, che quelle due strade, quella di Frida e quella di Gucci, si dovessero a un certo punto incrociare. Un marchio fiorentino creato nel 1921 da un imprenditore illuminato come Guccio Gucci e destinato a divenire nel tempo simbolo di un lusso desiderabile e riconoscibile grazie a morsetti, fasce colorate in verde e blu e, naturalmente, la doppia “G” e la ragazza romana che forgiava muscoli e stile, passando dagli studi all’Accademia di Costume e di Moda fino all’atelier Fendi dove dimostrava una dote rara nella creazione di borse e accessori. Il resto è storia nota: nel 2002 Frida arriva da Gucci (passata nel 1998 nel portafogli del colosso francese PPR di François Pinault n.d.r.) per affiancare un mostro sacro come Tom Ford. Poi, l’ascesa a direttore creativo della divisione accessori quando il designer texano lascia, nel 2004, quindi l’occasione d’oro, un anno dopo, quando anche Alessandra Facchinetti, responsabile all’epoca delle collezioni femminili, molla il colpo per passare da Valentino. Frida mette in luce l’energia, la creatività e la determinazione di cui è capace, spaziando stilisticamente senza confini, su tutte le linee della Casa. Talento “no limits” quello della Giannini, il cui nome, nel 2006, viene inserito dal quotidiano americano The Wall Street Journal nell’elenco delle 50 donne più autorevoli e potenti al mondo, una sorta di lista rosa fatta dalle eleganti e granitiche signore che più contano ai quattro angoli del globo. “Leggere il mio nome su quella lista è stata per me un’emozione incredibile” ci raccontò Frida ai tempi. “Non me l’aspettavo e mi agitai moltissimo. Poco tempo dopo andammo a Tokyo per l’apertura della nuova
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t the end of the Gucci women’s prêt-à-porter show for next summer, a show that yet again made a mark, the smiling, slim and elegant Frida, new mother of baby Greta, appeared even smarter and more beautiful than ever, if that were possible. Her clothes, successful and sensual combinations of sport and Art Nouveau inspiration, revisited in colour and design in clothes with Erté style oriental decorations, were impressed, one after the other, into the heads and hearts of the audience in those surprising fifteen minutes of the show. “Our customers love the colours of this world of luxury”, the head buyer of an important American department store confided to me, won over by Frida Giannini’s sensuous treatment of the clothes. She is so used to seeing ahead, but back to the past too, both the innovation and tradition of a great past like the history of the house of Gucci where she has held the reins of every aspect of creativity since 2005. The future and the past, a position as style guide that could well carry risks, but not for her, not for Frida. She is a joyful war machine capable of turning out any number of fashion collections for women, men, children and accessories too, year after year. And then there are the perfumes, the pre-collections, the capsule collections the made-to-measures (this bearing the face of the actor James Franco), exhibitions, events, inaugurations, sponsorships, charity events and travelling here, there and everywhere all over the world... Enough to make us mere mortals pass out, but not her, not that Frida flower of steel, as she was described by that far-sighted newspaper The International Herald Tribune. It was the beginning of the story, and perhaps fate too, that would cause the two roads, Frida’s and Gucci’s, to cross at some point. A Florentine brand created in 1921 by an enlightened Guccio Gucci and destined to become, over time, the symbol of a desirable and recognisable luxury brand thanks to a distinctive buckle, some green and blue bands of colour and, of course, the double G. And then the girl from Rome who went on from studying at the Academy of Fashion and Costume to the Fendi atelier where she displayed particular talent at designing bags and accessories. And the rest is history: in 2002 Frida arrived at Gucci (which became part of the portfolio of François Pinault’s French industrial colossus, PPR. ed) to join up with the sacred monster Tom Ford. Then the rise to creative director of the accessory division when the Texan designer left in 2004, and then a golden opportunity, a year later, when Alessandra Facchinetti too, head at the time of the women’s collections, left to go to Valentino. Frida’s energy, creativity and determination came to light as she worked with boundless creativity on all the house’s ranges. Giannini’s is a talent without limits and in 2006 she appeared in The Wall Street Journal’s list of the elegant and tough women who count, in every corner of the world, ‘the 50 most powerful and influential women in the world’. “Reading my name in that list was an incredible emotion” she told us at the time. “I wasn’t expecting it and it really affected me. A short time afterwards
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ey pieces
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Blumarine long dress.
chapter II
EDITORIAL
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John Richmond long dress.
Salvatore Ferragamo sweater, top and culottes.
LIBERTĂ€ E CORAGGIO
ESSERE
ASIA
BEING ASIA
di Cinzia Malvini
Asia Argento in a backstage shot from the Ermanno Scervino F/W 2013-14 campaign. 64
FREEDOM AND COURAGE
Asia Argento and Ermanno Scervino in a backstage shot from the Ermanno Scervino F/W 2013-14 campaign.
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ica facile essere Asia Argento. Provate voi a crescere con papà Dario, il maestro del giallo per antonomasia, il regista che toglie (e taglia!) il fiato a trasversali generazioni di cinefili con i suoi assassini psicopatologici, in salsa italiana. E provate poi ad avere come mamma Daria, attrice fiorentina, lo sguardo speciale e il volto intenso dei protagonisti del genere horror-thriller, pensato e condito a quattro mani nella cucina di casa con il compagno Dario. E magari in quel momento tu passi proprio per quella cucina con l’idea di farti un panino e invece ti ritrovi servita subito, calda calda, una bella particina in Demoni 2 o La Chiesa o Trauma. Mettici poi, più avanti nel tempo, un compagno come Morgan, non propriamente un tipino tranquillo, che nel 2001 diviene papà di Anna Lou, che a sua volta diviene sorella di Nicola Giovanni, nato nel 2008 dalla relazione con Michele Civetta, mentre intanto la casa risuona delle note di Max Gazzè che da qualche mese è il nuovo compagno di mamma Asia. Poi aggiungete naturalmente qualche scena “strong” come quella del bacio al cane Rottweiler in Go Go Tales, senza dimenticare i vari passaggi nei momenti dark, punk, lesbo chic, sturm und drang. Capirete bene che la paura per Asia Argento, quella paura che fa davvero saltare il cuore in gola e sbarrare gli occhi, non arriva insieme a qualche psicotico assassino che si aggira
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t’s not easy being Asia Argento. You try having the grand master of Italian thrillers for a father, a director whose psychopathological murderers have terrified generations of film lovers. And then try having a mother like Daria, an actress from Florence, with that particular intense gaze of the protagonists in horror-thrillers cooked up by herself and Dario in the kitchen at home. And perhaps at the very moment you go into that same kitchen with the idea of making yourself a sandwich and instead you are immediately served up a piping hot part in Demons 2 or The Church or Trauma. Then move forward in time, a partner like Morgan, not exactly the quiet type, who in 2001 became father to Anna Lou, who in her turn became sister to Nicola Giovanni, born in 2008 from a relationship with Michele Civetta, when at present the house echoes with the voice of Max Gazzè who has been Asia’s new partner for several months. Then naturally add a powerful scene like kissing the Rottweiler in Go Go Tales, without forgetting various passages through dark, punk, lesbo chic, and sturm und drang moments. You will understand then that fear for Asia Argento, the fear that really makes your eyes pop out of your head and leaves your heart pounding, does not come with a psychotic murderer wandering round the house clutching a bloody knife, as portrayed in her father’s films,
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INTERVIEW
TRA MODA & MUSICA È NATA UNA STELLA
FASHION & MUSIC GIVES BIRTH TO A NEW STAR
di Pino Gagliardi
Imany on the cover of her album You Will Never Know. On the background, an African fabric.
È
sicuramente il fenomeno musicale del momento. Con chitarra e voce, senza effetti speciali, balletti peccaminosi o video provocanti, ha scalato le classifiche mondiali con un solo singolo You Will Never Know, attuale tormentone stagionale. E di stagioni Nadia Mladjao, nata a Martigues in Francia, classe 1979, se ne intende, perché ha cominciato la sua carriera proprio come modella per la prestigiosa agenzia Ford Models, girando il mondo da Parigi a Londra, da Roma a New York. E proprio nella Grande Mela, Imany, questo il suo nome d’arte, inizia a muovere i primi passi con la musica: “Mi sono avvicinata timidamente quando ero ancora una modella, ho seguito una lezione di canto, e poi un’altra, e un’altra ancora, finché non ho formato una band, e con gli altri musicisti e artisti ho imparato come si scrivono le canzoni e come ci si comporta sul palco”, ci spiega una cantante felice ed eccitata di esibirsi dal vivo per la prima volta a Milano, dove ha calcato le passerelle dei più importanti stilisti e dove magari qualcuno di questi verrà ad applaudirla e a congratularsi con lei, anche se ci spiega che il suo legame con la moda è un capitolo chiuso: “Il mio rapporto con la musica è cresciuto di giorno in giorno ed è per questo che ho lasciato il lavoro da modella per sempre”.
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he is most definitely the music phenomenon of the moment. Just with her guitar and voice, no special effects, risqué dancing or sexy videos, she has shot up the world charts with a single, You Will Never Know, the song of the season. And Nadia Mladjao, born in Martigues in France in 1979, knows a thing or two about seasons because she began her career as a model, for the prestigious Ford Models agency, travelling the world from Paris to London, Rome and New York. And it was there in the Big Apple that Imany, her stage name, began taking her first steps in music: “I approached music timidly when I was still a model, I took one singing lesson and then another and then another again until eventually I formed a band, and with the other musicians and artists I learnt how to write songs and how to act on the stage”, a happy singer explained to us, excited to be playing live for the first time in Milan, where she has already walked the catwalk for the most important fashion designers and where perhaps one of them would come and applaud her and congratulate her, even though she told us that her time in fashion is a closed chapter: “My relationship with music has grown day by day and that is why I have given up modelling for ever”.
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Perché Imany, un nome che in swahili significa fede o speranza? È successo quando ho cominciato a fare la modella, avevo 17 anni e ho dovuto cambiare il mio nome perché c’erano troppe Nadia in agenzia. Era molto comune cambiare nome quando c’erano tante ragazze che avevano lo stesso. Entrata nel mondo della musica, ho deciso di tenerlo.
Why Imany, a name that means faith or hope in Swahili? It happened when I began modelling, I was 17 and I had to change my name because there were too many Nadias at the agency. It was quite normal to change your name when too many girls had the same name. Once I entered the world of music I decided to keep it.
Com’era la vita da modella? Beh, era interessante, ero giovane, viaggiavo moltissimo in tutto il mondo. Ho lasciato la mia famiglia molto presto e questo è stato difficile, è un lavoro duro, un lavoro particolare, non esiste un lavoro come quello della modella, ma è stato parte della mia vita.
What was the life of a model like? Well, interesting, I was young and I travelled a lot all over the world. I left home very early and that was hard. It is hard work, a particular kind of work, there isn’t another like it, but it has been part of my life.
Hai mai fatto ascoltare qualcosa di tuo a qualche stilista? Oh no, mai! Ho sempre mantenuto ben distanti questi due mondi!
Have you ever played any of your music to a fashion designer? Oh no, never! I have always kept the two worlds completely separate!
Perché, secondo te, You Will Never Know ha riscosso così tanto successo nel mondo? Non ne ho idea! Non so perché la gente ami tanto questa canzone. Forse perché crea un’atmosfera malinconica, ma non è una canzone triste, non è una canzone lenta, è una canzone ritmata e... non saprei, non c’è una spiegazione e forse non deve esserci una spiegazione!
Why do you think You Will Never Know achieved such a world success? I have no idea! I don’t know why people love that song so much. Perhaps because it creates a melancholy atmosphere, but it isn’t a sad song, it isn’t a slow song, it has rhythm and... I don’t know, there is no explanation and perhaps there shouldn’t even be one!
Com’è stato girare il video? È stato divertente, davvero divertente, perché abbiamo girato tre video in quattro giorni, molto intensi. Eravamo a Cuba e probabilmente è stata una delle cose più interessanti che abbia mai fatto.
What was it like making the video? It was fun, great fun, because we shot three videos in four very intense days. We were in Cuba and it was probably one of the most interesting things I have ever done.
Come mai hai scelto di cantare in inglese le tue canzoni? Non è stata una vera e propria scelta, mi riusciva più facile, perché ho iniziato a fare musica quando ero in America, a New York. E ho pensato che l’inglese fosse una lingua più semplice da cantare. Il francese è una lingua bellissima, ma è più difficile e l’inglese suona meglio.
How come you have chosen to sing your songs in English? It wasn’t exactly a choice, I found it easier, because I began to make music when I was in America, in New York, and I thought it was easier to sing in English. French is a beautiful language but it is more difficult and English sounds better.
Quanto è importante il legame con la tua terra e le tue origini nella tua musica? Beh, è molto importante, perché è parte di me, di ciò che sono. Non passo molto tempo a pensarci, questo è ciò che sono e non voglio voltargli le spalle.
How important for your music is your native land and your origins? Well, it is very important because it is part of me, what I am. I don’t spend a lot of time thinking about it, it is what I am and I don’t want to turn my back on that.
Anche il tuo modo di vestire è molto etnico, lontano dal lusso delle passerelle. Come mai questa scelta? Perché il mondo della moda non era il mio mondo. Il mondo della moda usa le modelle per vendere i vestiti, e non è questo ciò che sono. Io canto, sono un’artista e sono molto più interessata a mostrare la mia personalità piuttosto che i miei vestiti.
Also you dress in a very ethnic way, far removed from catwalk luxury. How come this decision? Because the world of fashion was not my world. The fashion world uses models to sell clothes and this is not what I am. I sing, I am an artist and I am much more interested in showing my personality than my clothes.
Imany portrayed by © Barron Claiborne. On the background, a print from Uganda. 69
SENZA TRUCCO
DRITTO AL CUORE STRAIGHT TO THE HEART
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olare, determinata e molto affezionata alla sua famiglia. Si definisce così Flavia Pennetta, classe 1982, vanto del Bel Paese, prima tennista italiana ad entrare nella Top Ten del WTA Tour. Era il 17 agosto del 2009: una data indimenticabile, anche per lei. “Essere classificata tra le prime 10 giocatrici al mondo è stato il momento più speciale della mia carriera”. Ma in quanto a vittorie, Flavia Pennetta, ne ha da collezionare: “La più bella? Ci sono molti avvenimenti importanti che ricordo con grande gioia. Sicuramente, in modo particolare le conquiste in Federation Cup del 2006, 2009, 2010”. Il 2009, inoltre fu l’anno dei record per l’atleta, che si aggiudicò una serie di 15 vittorie consecutive nel circuito WTA: la più lunga della storia per una tennista italiana. Flavia predilige le superfici dure e veloci. Dice di ispirarsi a Monica Seles, gioca il dritto con la destra e il rovescio a due mani, ma il suo vero cavallo di battaglia resta il servizio. Il talento, lei, lo ha sempre dimostrato, sin da piccola. “Nella mia famiglia tutti hanno giocato a tennis, quindi è naturale che io prendessi in mano la racchetta da bambina. Lo sport ha fatto sempre parte della mia vita. Ho praticato più o meno di tutto: dalla danza alla pallacanestro, dalla pallavolo a scuola, all’atletica e allo sci. Ma il tennis è senz’altro l’attività in cui riuscivo meglio e che ho sempre amato più di tutte”. In altre parole è stato come un colpo Dritto al cuore e, non a caso, Flavia Pennetta ha intitolato proprio così il suo libro, edito da Mondadori nel 2011. “Ho scelto questo nome, perché credo che in questo libro ci sia tanto tennis (il colpo del dritto n.d.r.) e tanto cuore. Le persone conoscono noi sportivi per quello che facciamo in campo, ma non sanno niente della nostra vita All photos, Flavia Pennetta. 72
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unny, determined and very attached to her family. This is Flavia Pennetta, class of ’82, the first female Italian tennis player to reach the top ten in the WTA Tour. It was 17th August 2009, a date even she will never forget. “To become one of the top ten female players in the world was the most special moment in my life”. But where victories are concerned Flavia Pennetta has collected quite a few: “The best one? There have been lots of important moments I love remembering. Definitely winning in the Federation Cup in 2006, 2009 and 2010”. 2009 was in any case a record year for her when she won 15 consecutive games on the WTA circuit: the longest series for any Italian female tennis player. Flavia prefers hard, fast surfaces. She says she took her inspiration from Monica Seles and plays her forehand with her right hand and backhand with both hands, but her real strong point is her service. She has always shown talent for the game since she was small. “Everyone played tennis in my family so it was natural for me to pick up a racket when I was little. Sport has always been part of my life. I have had a go at nearly all of them: from dance to basketball, from volley ball at school to athletics and skiing. But tennis is without doubt the sport I was best at and that the one I always liked best of all”. In other words it struck her Right to the Heart and so this had to be the name of her book, published by Mondadori in 2011. “I chose that title because there is a lot of tennis in the book and a lot of heart. People know us sportspeople for what we do on the courts, but they know nothing about our everyday lives. Through my autobiography I wanted Flavia to be known as a person and not as a tennis player:
WITHOUT TRICK
quotidiana. Attraverso la mia autobiografia voglio far conoscere Flavia come persona e non come giocatrice: e proprio per questo ho dovuto aprire un po’ il mio cuore”. Cuore dove alberga un’altra sua grande passione, lo shopping, condiviso spesso e volentieri insieme alla rivale in campo, ma amica nella vita, Francesca Schiavone. “Io e Francesca siamo praticamente cresciute insieme in Federazione. Lei è la compagna perfetta e la complice con cui fare le cose che più mi divertono: come gli acquisti o le ‘follie’ in discoteca. Per lei ho sempre avuto molto rispetto, perché quando ci siamo conosciute Francesca era più grande, e più forte!, di me. Ancora oggi, da adulte, pur restando due persone totalmente diverse nel carattere, come nel fisico, abbiamo trovato un equilibrio che ci consente di andare d’accordo. Ci consideriamo due poli opposti che si attraggono e non a caso, anche in fatto di moda, abbiamo gusti e stili completamente diversi”. “In campo il mio look è dettato dalle strategie commerciali Adidas - ricorda Flavia - All’inizio dell’anno vengono stabiliti i completi da indossare in ciascun torneo, a seconda del Paese in cui si gioca”. “Fuori dal campo, invece, mi piace vestire bene, adoro le borse e le scarpe anche se sui tacchi ho un’autonomia minima. Ho la fortuna di avere un fisico atletico, ma sufficientemente sottile per potermi infilare in un
and this is the reason why I wanted to open my heart a little”. A heart which harbours her other great passion too, shopping, often happily shared with her rival on the courts but friend off the courts, Francesca Schiavone. “Francesca and I practically grew up together in the Federation. She is the perfect companion and accomplice to share the things I love doing best: such as shopping or going to the disco. I have always really respected Francesca because when we first met she was older and stronger than me! Today, as adults, although we are entirely different both physically and in character, we have found an equilibrium and we really get on together. We think of ourselves as two opposites which attract each other and obviously, as far as fashion too is concerned, we have completely different tastes and styles”. “My look on the tennis court is dictated by Adidas’s marketing strategies”, Flavia reminded us. “The outfits are decided at the start of the year for each competition and depending on in which country they are to be played”. “On the other hand I like dressing well off the court, I love bags and shoes even though I am not too good on high heels. I am lucky to have an athletic body but am slim enough to be able to wear a classic black sheath dress without looking like a boxer trying to look lady-like! I haven’t got a favourite designer and perhaps that might be an advantage
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INTERVIEW
Model behaviour
LINDSEY WIXSON
Jean Paul Gaulti er
Jean Paul Gaultier Haute Couture
“N
on si può piacere a tutti”, deve aver pensato la biondina di Wichita, nel Kansas, classe 1994, quando nel 2009, all’età di quindici anni, una celebre agenzia di modelle rifiutò di farle un contratto. Labbra a cuore perennemente socchiuse, broncio da bambina capricciosa, fossetta sul mento e soprattutto quel sorriso imperfetto, macchiato da due denti vistosamente separati. Too much, devono aver commentato dall’ufficio scouting dell’agenzia newyorkese. Ma questo accadeva tre anni fa. Una vita per il frenetico mondo delle passerelle. Quei difetti oggi non solo hanno attirato l’attenzione dei designer più potenti del settore, ma hanno valso alla giovane Lindsey Wixson un posto di diritto tra le rising star di domani. E su cui già puntano le firme più lungimiranti della moda. A partire da Miuccia Prada che per l’autunno-inverno 2013 ha scelto Lindsey insieme a un’altra bellezza dal sorriso tanto imperfetto quanto sensuale, Georgia May Jagger, per la campagna pubblicitaria del marchio Miu Miu. Incontriamo Lindsey a Milano, nel backstage della sfilata primavera-estate 2014 di Blumarine: è preoccupata per le domande, non le sono arrivate prima, non si è preparata. Con una spontaneità disarmante (rimarrà così anche domani? n.d.r.) prende carta e penna e preferisce scrivere velocemente di suo pugno, piuttosto che spiegare, come è riuscita ad arrivare fin qui. Valeria Palieri
“N
ot everyone is going to like you” the young blonde, class of ’94 from Wichita in Kansas must have thought when, in 2009 at fifteen years old, a famous model agency refused to sign her up. She has a heart-shaped mouth, lips permanently parted, the pout of a naughty child, a dimpled chin and, above all, an imperfect smile with decidedly separate front teeth. “Too much” must have been what echoed round the New York scouting agencies, but that was three years ago, a life time in the frenetic world of catwalk modelling. Today those flaws have not only attracted the attention of the biggest fashion designers, but have earned the young Lindsey Wixson her rightful place among the rising stars of tomorrow. And on whom the most farsighted names in fashion are already betting. Starting with Miuccia Prada who chose Lindsey together with another beauty with a just as imperfect and sensual smile, Georgia May Jagger, for her Miu Miu autumn/winter 2013 advertising campaign. We met Lindsey back stage at the spring/summer 2014 Blumarine fashion show in Milan: she was worried about the questions, she had not received them earlier and she was unprepared. With disarming spontaneity (will she still be like that tomorrow? ed) she took pen to paper and preferred to quickly write down her answers rather than tell us how she had arrived this far.
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INTERVIEW
Come è iniziata la tua carriera? Sono stata scoperta nel Kansas durante una sfilata locale.
How did your career start? I was scouted in Kansas at a local fashion show.
Ti aspettavi tutto questo successo? No, neanche nei miei sogni!
Did you expect all the success you have had? Not in my wildest dreams!
Stai ancora studiando o le passerelle sono la tua principale occupazione? Lavorare come modella è un lavoro a tempo pieno.
Are you still studying or are the catwalks your principle occupation? Working as a model is a full time job.
Quando sfili trasmetti molta sensualità, rispecchia la tua indole? Lo spero!!! Hai un’icona, una modella a cui ti ispiri? Magari una top del passato? Gisele Bündchen, Kate Moss, Lily Cole, Gemma Ward. Come ti vesti nel tempo libero? Indosso abitualmente abiti in cotone dallo stile “easy going”. Ti piace viaggiare? Adoro viaggiare per l’Europa, appena ho del tempo libero vado a trovare alcuni amici in Svezia e a Copenhagen.
You transmit a lot of sensuality when you are modelling, does that reflect your true nature? I hope so!!! Have you an icon, a model that inspires you, perhaps a top model of the past? Gisele Bündchen, Kate Moss, Lily Cole, Gemma Ward. What do you wear in your free time? I usually wear easy going, cotton clothes. Do you like travelling? I love travelling in Europe, as soon as I have any free time I go and see some of my friends in Sweden and Copenhagen.
Parli italiano? Sfortunatamente no!
Do you speak Italian? Unfortunately not!
Ti piace l’Italia? Sì, devo ancora visitare le Alpi e la Sicilia.
Do you like Italy? Yes, I still need to visit the Alps and Sicily.
Chi ti ha supportato agli inizi della tua carriera? La mia agente Cheri (Bowen, Marilyn Agency, ndr) mi è stata sempre vicino.
Who supported you at the beginning of your career? My agent Cheri (Bowen, Marilyn Agency, ed) has been with me through my carreer.
Quali designer ti hanno sostenuto maggiormente fin dall’inizio? Miuccia Prada, Donatella Versace, Marc Jacobs.
Which designers have supported you the most from the start? Miuccia Prada, Donatella Versace, Marc Jacobs.
Quali sono i fotografi che ammiri di più o con i quali ti sei trovata meglio? Steven Meisel, Craig McDean, Terry Richardson, Peter Lindbergh, Paolo Roversi.
Which photographers do you admire the most or who did you enjoy working best with? Steven Meisel, Craig McDean, Terry Richardson, Peter Lindbergh, Paolo Roversi.
Sogno nel cassetto: da chi ti piacerebbe essere fotografata? Bruce Weber.
Secretly who would you like to photograph you? Bruce Weber.
Lanvin 77
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chapter III
LIBRARY “Il profumo di un libro è il più buono del mondo”. Karl Lagerfeld, Le monde selon Karl.
“The smell of a book is the best in the world”. Karl Lagerfeld, Le monde selon Karl. 81
LIBRARY
LE MONDE SELON
Cover Le monde selon Karl (éditions Flammarion). Opposite page, © Illustration Charles Ameline, Le monde selon Karl, Flammarion, p.158.
C
K A R L
onversare con Karl Lagerfeld, direttore artistico delle maison Chanel e Fendi, stilista, fotografo e regista tedesco, può rivelarsi un’esperienza unica. Come suggerisce il volume Le monde selon Karl (éditions Flammarion) ovvero Il mondo secondo Karl (Rizzoli), una raccolta di massime e battute con cui Kaiser Karl ama condire, con spirito salottiero, le sue argute e appassionate conversazioni - sui giornali, in televisione, alla radio o sul web - che si parli di stile, moda, libri, come del mondo contemporaneo o di se stesso. Estrememamente divertenti o al contrario terribilmente crudeli, i suoi brillanti aforismi – già ribattezzati “karlismes” – confluiscono così nelle centosettantasei pagine del libro realizzato da Jean-Christophe Napias, sotto la direzione di Patrick Mauriès e scandito dalle illustrazioni in bianco e nero firmate da Charles Ameline. Caustico, pungente, paradossale e sempre molto ironico, l’eclettico Karl Lagerfeld diviene complice involontario del volume, che citazione dopo citazione restituisce il ritratto di un creativo virtuoso, cosmopolita emerito e lettore accanito, divenuto un’icona della cultura internazionale. Silvia Cutuli
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LIBRARY
“La mia autobiografia? Non ho bisogno di scriverla: la sto vivendo” “My autobiography? I don’t need to write it, I am living it”
A
conversation with Karl Lagerfeld, artistic director for maison Chanel and Fendi, fashion designer, photographer and film director, of German origin, could well be a unique experience. Le Monde Selon Karl (éditions Flammarion) or rather The World According to Karl (Rizzoli) is a compilation of the maxims and sayings with which Kaiser Karl likes to pepper his witty and impassioned drawing-room style conversations, whether for the newspapers, the television, the radio or the internet and whether he is talking about style, fashion, books, about the world today or about himself. His witty aphorisms, both extremely amusing or, on the contrary, terribly cruel and already known as “karlisms”, have been collected into the 176 pages of the book by Jean-Christophe Napias and Patrick Mauriès with black and white illustrations by Charles Ameline. Caustic, pungent, paradoxical and always very ironic, the eclectic Karl Lagerfeld becomes an involuntary accomplice in this book, because, quote by quote, a portrait is painted of a creative virtuoso, an emeritus cosmopolitan and avid reader who has become an icon of international culture. 83
THE
GRAND
FINALE 96
Moncler Gamme Rouge Fall/Winter 2013-14
Il migliore amico di una ragazza? Non un orso, ma un piumino! Ricoperti di pelliccia, emergono dal freddo polare ricreato sulla passerella di Moncler Gamme Rouge, durante la fashion week parigina.
A girl’s best friend? Not a bear but a puffer jacket! They emerged, covered in fur, from the polar ice recreated on the Moncler Gamme Rouge catwalk during Paris fashion week.
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Salvatore Ferragamo fur coat, turtleneck and skirt.
chapter IV
EDITORIAL
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UP TOWN GIRL Photo: Mario Gomez Fashion: Sabrina Mellace
Bottega Veneta coat and shoes, Paula Cademartori bag.
Miu Miu dress, Borsalino hat, Jimmy Choo bag.
Trussardi jacket and trousers, Alessandra Zanaria hat, Jimmy Choo shoes.
Gucci dress and bag.
Miu Miu MatelassĂŠ Frame Bag Borsalino
chapter V
D E TA I L S 113
DETAILS
1. USB key from the White & Matt-Black collection by Karl Lagerfeld for S.T. Dupont; 2. Black and white shoe inspired by the Swinging London by Fratelli Rossetti; 3. Buckle bag in ivory calf leather with sides in pony by Trussardi; 4. FF Icelite Chandelier by Fendi Home; 5. Metallic effect shoulder bag by Salvatore Ferragamo. Opposite page, 1. Down jacket by VDP bijoux collection; 2. Black suede sandal with Swarovski crystals embroidery by Giuseppe Zanotti Design; 3. NÊcessaire Carletta from the women’s accessories collection by Bruno Magli; 4. Mauve Mystere lipstick by Dior Rouge Haute Couleur; 5. Aigner bag; 6. Miss Dior Blooming Bouquet fragrance; 7. Bat bag in nappa leather with fur animalier print by Ermanno Scervino; 8. Blumarine sunglasses; 9. Abatjour by Etro Home Accessory.
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DETAILS
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a cura di Silvia Cutuli
Bracciale manchette Paris Nouvelle Vague di Cartier in oro rosa, perle d’acqua dolce e diamanti / Paris Nouvelle Vague manchette bracelet by Cartier in pink gold, fresh water pearls and diamonds. Vincent Wulveryck © Cartier 2013.
chapter VIII
JEWELRY
Carattere brillante, tocco “avant-garde” e spirito ironico: aggiungono valore alle mille sfaccettature della personalità femminile le preziose creazioni destinate a celebrare il gesto creativo della gioielleria.
A sparkling personality, a touch of the avant-garde and a sense of humour: the many facets of the female character captured in the finest jewellery in celebration of the creative hand.
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JEWELRY
CHANEL Sous le signe du lion
Così recita la collezione di Alta Gioielleria della maison francese, destinata a celebrare il prezioso felino. Segno zodiacale di Coco Chanel e simbolo di Venezia, la città più amata da Mademoiselle, evocativa di misteri e meraviglie.
So this collection of fine jewellery by Chanel is in celebration of this majestic feline. Coco Chanel’s sign of the zodiac and the symbol of Venice, evoking the mysteries and marvels of her favourite city.
“Sono nata sotto il segno del leone” “I was born in the sign of Leo” Gabrielle Chanel
Da sinistra, bracciale “Lion Rugissant” in oro bianco 18 carati impreziosito da 2 diamanti taglio a goccia e 1463 diamanti taglio-brillante per un peso totale di 19 carati; collier “Lion Mosaique” in oro bianco 18 carati impreziosito da 2615 diamanti taglio fancy per un peso totale di 97.8 carati e due diamanti taglio a goccia; anello “Lion Imperial” in oro bianco 18 carati impreziosito da 1195 diamanti taglio brillante per un peso totale di 15,5 carati e onice scolpito; orecchini “Lion Venitien” in oro bianco 18 carati impreziositi da 791 diamanti taglio brillante per un peso totale di 10.9 carati e 12 diamanti taglio a goccia per un peso totale di 3.3 carati. Collezione “Sous le Signe du Lion”, CHANEL JOAILLERIE. 122
From left, “Lion Rugissant” bracelet in 18 ct. white gold, 2 pear cut diamonds and 1,463 brilliant cut diamonds totalling 19 carats; “Lion Mosaique” necklace in 18 ct. white gold, 2,615 fancy cut diamonds totalling 97.8 ct. and two pear cut diamonds; “Lion Imperial” ring in 18 ct. white gold with 1,195 brilliant cut diamonds totalling 15.5 ct. and carved onyx; “Lion Venitien” earrings in 18 ct. white gold, 791 brilliant cut diamonds totalling 10.9 ct. and 12 pear cut diamonds totalling 3.3 ct. The “Sous le Signe du Lion” collection, CHANEL JOAILLERIE.
JEWELRY
DIOR Cher Dior
Immagina una corrispondenza epistolare con monsieur Christian Dior Victoire de Castellane direttore artistico dell’Alta Gioielleria della maison. “Cher Dior” è l’ultima missiva nella veste di ventuno sofisticati e sorprendenti gioielli. Con le gemme più preziose che si ammantano di una ricca palette cromatica, incastonate su montature in oro con la stessa, delicata grazia di un abito di Haute Couture. Imagine Christian Dior and the house’s artistic director of fine jewellery, Victoire de Castellane, writing to each other. “Cher Dior” (Dear Dior) is their latest missive in the shape of twenty-one sophisticated and original pieces of jewellery in gold, set with the most precious gemstones in a rich palette of colours, with the same delicate grace of a haute couture dress.
In alto, collana “Majestueuse Multicolore” in oro giallo 750/1000, diamanti, zaffiri rosa, zaffiri gialli, zaffiri, smeraldi, granati demantoidi, granati spessartite, tormaline Paraïba, zaffiri viola e rubini / On top, “Majestueuse Multicolore” necklace in 750 (18 ct.) yellow gold, diamonds, pink sapphires, sapphires, emeralds, garnets, demantoids, spessartite garnets, Paraïba tourmalines, purple sapphires and rubies. Sopra, da sinistra, orecchini “Fascinante Emeraude” in oro giallo 750/1000, diamanti, smeraldi, zaffiri rosa, zaffiri gialli, tormaline Paraïba, granati demantoidi, zaffiri viola, granati spessartite, zaffiri e rubini; anello “Majestueuse Diamant Pastel” in oro bianco 750/1000, diamanti, diamanti rosa, diamanti gialli e diamanti blu-grigi; bracciale “Fascinante Emeraude” in oro giallo 750/1000, diamanti, smeraldi, zaffiri rosa, tormaline Paraïba, zaffiri gialli, granati spessartite, zaffiri viola, granati demantoidi, zaffiri e rubini. Above, from left, “Fascinante Emeraude” earrings in 750 (18 ct.) yellow gold, diamonds, emeralds, pink sapphires, yellow sapphires, Paraïba tourmalines, demantoid garnets, purple sapphires, spessartite garnets, sapphires and rubies; “Majestueuse Diamant Pastel” ring in 750 (18 ct.) white gold, diamonds, pink diamonds and blue/grey diamonds; “Fascinante Emeraude” bracelet in 750 (18 ct.) yellow gold, diamonds, emeralds, pink sapphires, Paraïba tourmalines, yellow sapphires, spessartite garnets, purple sapphires, demantoid garnets, sapphires and rubies. 123
JEWELRY
CHOPARD Passion for Happiness
Straordinarie promesse di felicità sembrano le storie narrate nella nuova collezione di solitari “Passion for Happiness” firmata Chopard. Celebrando le più tenere dichiarazioni d’amore con diamanti taglio a cuore – simbolo della maison ginevrina - racchiusi dall’abbraccio del platino e dell’oro bianco.
The true promise of happiness seems to be the story in the new collection of ‘Passion for Happiness’ solitaires by Chopard. Celebrations of the most tender declarations of love in heart shaped diamonds – the symbol of this fine jeweller of Geneva – clasped in an embrace of platinum and white gold.
Anello in oro bianco 18 carati con un diamante taglio a cuore incastonato (5,36 ct.) e diamanti. Ring in 18 ct. white gold set with heart-shaped diamond (5.36 ct.) and diamonds. Chopard’s Engagement Ring Collection, “Passion for Happiness”. 124
JEWELRY
Dall’alto, anello in platino con un diamante incastonato (1,51 ct.) e diamanti; anello in platino con un diamante incastonato (0,7 ct.); anello in oro bianco 18 ct. con un diamante taglio a cuore incastonato (1,52 ct.) e diamanti. From the top, platinum ring set with a solitaire diamond (1.51 ct.) and diamonds; platinum ring set with a diamond (0.7 ct.); platinum ring set with a solitaire heartcut diamond (1.52 ct.) and diamonds. Chopard’s Engagement Ring Collection, “Passion for Happiness”. 125
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Ports 1961 dress, belt and gloves, Jimmy Choo shoes, Colombo bag, Schield Collection necklace.o bag.
chapter VII
EDITORIAL
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LYRIC DAY Photo: Rocco Bizzarri Fashion: Sabrina Mellace
Valentino dress, Schield Collection ring.
Ermanno Scervino dress and fur, Schield Collection earrings.
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chapter VIII
FOCUS
“Io faccio i vestiti, loro (le donne) fanno la moda…” Azzedine Alaïa
“I make clothes, it is the women who make fashion...” Azzedine Alaïa
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Alaïa, abito bustier, Alta Moda A/I 2003 /Alaïa, corset dress, Haute Couture F/W 2003. Monsieur Alaïa personal archive, © Patrick Demarchelier. On show at Alaïa exhibition at Palais Galliera - Musée de la Mode de la Ville de Paris, until January 26th 2014.
FOCUS
ALAÏA È dedicata ad Azzedine Alaïa la mostra d’apertura del Palais Galliera - Musée de la Mode de la Ville de Paris, che nei suoi rinnovati spazi ospita fino al prossimo 26 gennaio settanta iconiche creazioni del couturier tunisino
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n nome, quello di Azzedine Alaïa, all’inizio appena sussurrato nei salotti buoni di Parigi, dove lo stilista - studi all’Accademia di Belle Arti di Tunisi - approda alla fine degli anni Cinquanta intenzionato a scovare i segreti dei laboratori di moda, frequentando gli atelier di Christian Dior e Guy Laroche. A partire dal 1979, le prime collezioni a sua firma (con il sostegno dell’amico stilista Thierry Mugler, n.d.r.) presentate non di rado, senza alcun invito, nell’intimità del suo appartamento, eppure in grado di destare clamore, lasciando il segno nella storia della moda. Come testimonia oggi la mostra Alaïa allestita fino al prossimo 26 gennaio nei rinnovati spazi del Palais Galliera - Musée de la Mode de la Ville de Paris, dove una scenografia firmata da Martin Szekely accoglie settanta iconiche creazioni del designer, tracciandone l’emblematico percorso creativo. Dichiara Alaïa: “Io faccio i vestiti, loro (le donne) fanno la moda…”, mutuando dall’arte i volumi dei suoi abiti, scolpiti sul corpo con la complicità dell’effetto “stretch”. Giocando d’astuzia con il tessuto elasticizzato e con il cuoio reso fragile e sensuale, monsieur Alaïa consegna così alle sue donne - siano esse top model del calibro di Naomi Campbell o star della musica come Rihanna - body e abiti bustier modellati con garbo e tocco leggero attorno alla silhouette, in un esercizio stilistico che affonda le sue radici nel fertile terreno dell’arte e della scultura. Al punto tale che di lui è stato scritto e detto di tutto, senza mai ridurre la sua professione a un unico mestiere: sarto, architetto, mago del taglio, creatore, scultore e finanche chirurgo dell’estetica. Meglio dire “Maestro della Couture” - suggerisce il direttore del Palais Galliera, Olivier Saillard - consacrando ad Azzedine Alaïa la mostra d’apertura del museo parigino, in un omaggio a colui che, insignito di ben due Oscar della Moda (nel 1985, n.d.r.), ebbe a dire: “L’eleganza? Una questione d’attitudine… non ha nulla a che vedere con il fatto di indossare degli abiti di lusso”. Silvia Cutuli
The inaugural exhibition for the newly restored Palais Galliera - Musée de la Mode de la Ville de Paris is dedicated to Azzedine Alaïa. Seventy of this Tunisian couturier’s iconic creations on show until 26th January 2014
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n the beginning Azzedine Alaïa was a name barely heard in the smart drawing rooms of Paris, where this designer, who studied at the Academy of Fine Art in Tunis, arrived at the end of the fifties intent on discovering the secrets of the Parisian design workshops and spend time in the ateliers of Christian Dior and Guy Laroche. The first collections in his name started appearing in 1979 (with the support of his designer friend Thierry Mugler, ed) often presented without any invitations into the intimacy of his apartment, and yet still created a stir and left their mark in the history of fashion. And today this is demonstrated in the exhibition Alaïa open until 26th January 2014 in the newly renovated exhibition area of the Palais Galliera - Musée de la Mode de la Ville de Paris, designed by Martin Szekely and hosting seventy of his iconic creations that trace out his creative career. In his words: “I make clothes, it is the women that make fashion...” take over the volumes in his clothes from art, sculpted onto the body with the complicity of a “stretch” effect. Playing cleverly with stretch fabrics and leather made delicate and sensual, monsieur Alaïa delivers to his women, whether top models of the calibre of Naomi Campbell or pop stars like Rihanna, body stockings and corset dresses modelled round the silhouette with grace and a light touch, in a design exercise with its root firmly in the fertile terrain of art and sculpture. To the point that whatever has ever been written and said about him has never reduced him to having one single profession. He is a tailor, an architect, a wizard at cutting, a creator, sculptor and even plastic surgeon. Perhaps simply a ‘Maestro of Couture’ suggested the director of the Palais Galliera, Olivier Saillard when he dedicated the opening exhibition of this Paris museum to Azzedine Alaïa, paying tribute to a man who received two Fashion Oscars (in 1985, ed) and has said, “Elegance? It’s a question of attitude... it has nothing to do with putting on luxury clothes”.
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FOCUS
Da sinistra, Alaïa, outfit in pelle e rete metallica, P/E 2010; Alaïa, abito in jersey di lana percorso da una zip metallica, Alta Moda A/I 2003 / From left, Alaïa, outfit in leather and metallic net, S/S 2010; Alaïa, dress in jersey of wool with a metallic zip, Haute Couture F/W 2003. All photos, monsieur Alaïa personal archive, © Peter Lindbergh pour Alaïa, 2013.
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FOCUS
s e m a J s e l r Cha Beyond Fashion
Charles James, 1952, courtesy of The Metropolitan Museum of Art, photographed by Michael A. Vaccaro, LOOK Magazine Photograph Collection, Library of Congress, Prints & Photographs. Opposite page, Charles James Ball Gowns,1948, courtesy of The Metropolitan Museum of Art, photo by Cecil Beaton, Vogue, Condé Nast archive, © Condé Nast. 164
FOCUS
Charles James: Beyond Fashion, al Metropolitan Museum of Art, New York, dall’8 maggio fino al 10 agosto 2014
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hiamarlo stilista parrebbe limitativo. Meglio definirlo couturier anche se, alla fine, studioso sembrerebbe l’appellativo più giusto. Perché gli abiti di Charles James sono qualcosa di più, quasi opere d’arte da indossare, come lui stesso amava definirle. Al fashion designer americano, una delle personalità più carismatiche del Paese ai primi del Novecento, il Metropolitan Museum of Art di New York dedica una retrospettiva dal titolo Oltre la moda. Charles James: Beyond Fashion vuole rendere omaggio a colui che è considerato il maestro del taglio per antonomasia, virtuoso, dall’estetica inconfondibile. Emblematici i suoi abiti con zip a spirale, le giacche bianche in raso, le ricche mantelle e i cappotti ornati da pellicce e ricami.
Charles James: Beyond Fashion, at the Metropolitan Museum of Art, New York, from 8th May until August 10th, 2014
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o call him a designer would be inhibiting. Perhaps he is better described as couturier although ultimately scholar would suit him better. Because Charles James’ dresses are something more than just clothes, almost works of art that can be worn, as he himself liked to describe them. The Metropolitan Museum of Art of New York has dedicated a retrospective called Beyond Fashion to this American fashion designer, one of that country’s most charismatic personalities from the first half of the 20th century. Charles James: Beyond Fashion pays tribute to a man considered to be a master cutter, a virtuoso with an unmistakable 165
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a cura di Paolo De Vecchi
chapter IX
WATCHES Jaeger-LeCoultre, Grande Reverso Lady Ultra Thin Duetto Duo. 173
WATCHES
JAEGER-LECOULTRE La magia della cassa girevole
The magic of the reversible case
Quella che durante gli anni ’30 era una geniale invenzione di Jaeger-LeCoultre per proteggere la fragilità dei vetri è diventata oggi una nota di stile. La cassa basculante del Reverso viene infatti utilizzata per rivelare un altro volto dell’orologio. Nel caso del Duetto Duo, il primo quadrante riporta l’indicazione di ore e minuti, il secondo quella del doppio fuso orario. Entrambi i modelli sono animati da un movimento meccanico, così come accade anche per la versione Ultra Thin, il cui fondo in metallo si presta invece a dediche o incisioni.
What was a clever invention in the thirties by Jaeger-LeCoultre to protect the fragility of the glass has today become a style feature. The reversible Reverso case in fact is now used to show the other face of the watch. In the case of the Duetto Duo, the first face shows the hours and minutes, the second two time zones. Both models are wound mechanically, as is the Ultra Thin version too, the metal back of which is perfect for a dedication or engraving.
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WATCHES
EBERHARD & CO. Femminili tentazioni
Feminine temptations
Ha il nome evocativo di Gilda la produzione tutta femminile di Eberhard & Co., caratterizzata dalla forma ellittica della cassa e dalla marcata stilizzazione del quadrante. Tra il vasto repertorio della collezione, si distingue un modello con quadrante in madreperla su cui si stagliano le quattro cifre arabe e un delicato motivo floreale. L’ultima novità è invece la creazione di una clip in oro bianco e diamanti che, disponibile su ordinazione e a forma di serpente, si avvolge su tutti i cinturini in pelle degli orologi Gilda.
These ladies’ watches by Eberhard & Co. have the evocative name of Gilda and are characterised by an elliptical case and highly stylised face. Among the vast choice to be had in the collection one model stands out. The face is in mother-of-pearl with four raised Arab numerals and a delicate floral motif. The latest innovation, available only by order, is a clip-on snake in white gold and diamonds that curls round any of the leather watch straps in the Gilda range.
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WATCHES
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ey pieces
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Vivienne Westwood Red Label
chapter X
BEAUTY a cura di Brenna Lardini
“I colori, come le forme, seguono i cambiamenti delle emozioni”. Pablo Picasso
“Colours, like shapes, follow changes in the emotions”. Pablo Picasso
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BEAUTY
CHANEL: un omaggio alla femminilità più sofisticata Una sferzata di fascino e vitalità per la maison francese che tinge la stagione fredda con le diciotto sofisticate nuance dei rossetti Rouge Coco Shin. Una collezione di cromatismi per le labbra dalla texture morbida e idratante, per un look di lunga durata dall’effetto brillante e naturale. La maison di rue Cambon scolpisce poi gli zigomi con il Blush Crème dall’effetto satinato disponibile in sei differenti colorazioni: dal marrone all’albicocca, fino al rosa, al fucsia e al bordeaux. Sul fronte della manicure, le nuove Vernis del brand esibiscono cromatismi sofisticati e dalla sensualità misteriosa come le inedite nuance Élixir, Mysterious e Alchimie.
CHANEL: a tribute to the most sophisticated femininity Lashings of allure and vitality for the French fashion house, colouring the Rouge Coco Shin lipsticks with eighteen sophisticated shades for the cold season. A collection of colours for the lips with a soft and moisturising texture, for a long lasting brilliant and natural look. Then the house of Rue Cambon sculpts the cheeks with Blush Crème with satinised effect available in six different shades: from brown to apricot, until pink, fuchsia and bordeaux. And for the hands the new Chanel Vernis in sophisticated colours of mystery and sensuality such as the unusual shades of Élixir, Mysterious and Alchimie.
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CHRISTIAN DIOR: sessant’anni di Rouge Dior Era il 1953 quando monsier Christian Dior metteva a segno uno dei più apprezzati vezzi femminili, una tinta dai cromatismi intensi per definire, idratare e illuminare le labbra delle sue clienti. Oggi Rouge Dior è declinato in trentadue haute couleur: vibranti nuance dall’allure voluttuosa e dall’effetto satinato, realizzate dall’estro di Tyen, celebre art director di Dior Cosmétique. Tra le novità della maison anche il nuovo ombretto in crema Diorshow Fusion Mono: un tocco di colore a lunga tenuta per intensificare gli occhi e lo sguardo con eleganza. È all’insegna invece del più sofisticato magnetismo la manicure per l’autunno/inverno 2013. A partire dalla nuance Mystic Magnetics, un innovativo smalto blu con particelle metalliche che donano alle unghie un sorprendente motivo ondulato.
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CHRISTIAN DIOR: sixty years of Rouge Dior It was 1953 when monsieur Christian Dior created one of his best loved lipsticks; a strong colour to define, moisturise and illuminate his clients’ lips. Today Rouge Dior comes in thirty-two haute couleur, vibrant shades with voluptuous allure and a satinised effect realised by the creativity of Tyen, the famous art director of Dior Cosmétique. There is also a new cream eye shadow among the new cosmetics in the house’s range, Diorshow Fusion Mono: a touch of long-lasting colour to deepen the eyes with elegance. And then for the ultimate in sophisticated magnetism a Dior manicure for autumn/winter 2013. Beginning with the shade Mystic Magnetics, an innovative blue enamel with metallic particles that gives the nails an unusual wavy effect.
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