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MAN
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MAN
SOMMARIO Giorgio Armani Photographer: Matteo Felici Stylist: Sabrina Mellace
EDITORIALE
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10
IPORTRAITS
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13
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26
CRIS CAB
RALPH LAUREN page
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MAN
CONTENTS
II
chapter
EDITORIAL NATURAL MEN page
65
EDITORIAL A NEW SEASON... chapter
III
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95
FOCUS page
113
V EDITORIAL
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129
MALE PLEASURES 8
IV
chapter
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EDITORIALE di Cinzia Malvini
Questo numero nasce da una foto in bianco e nero pubblicata lo scorso novembre sull’International New York Times. Lo scatto ritrae l’attore britannico Mark Rylance, grande mattatore shakespeariano, pronto a vestire con incantevole, ma necessaria ambiguità, proprio come allora imponevano i tempi, i panni di Riccardo III, ma anche di Olivia ne La dodicesima notte. Tragedia e commedia, amori e lusinghe, tradimenti e inganni, raccontati tutti con straordinaria modernità dal bardo di Stratford-uponAvon e messe in scena a Broadway dalla compagnia del “Globe” per incantare la platea americana e il mondo intero. Perché Shakespeare parla di passioni ed emozioni, le stesse intense e immutabili, a dispetto dello scorrere degli anni, che spingono i protagonisti di questo nuovo numero del magazine verso avventure di vita e di impresa seguendo cuore e ragione, insieme a un più che mai opportuno, visti i tempi, senso del mercato. Sentimenti e rigore che entrano in scena in questo autunno al passo delle storie e dei ritratti selezionati accuratamente per voi, pagina dopo pagina, tra immagini e servizi scelti per delineare un percorso in equilibrio tra ricerca e tradizione, un occhio a Shakespeare, un altro al futuro. Lo sguardo unico, alla fine, sulla passione che (s)muove il mondo e con esso gli uomini del nostro nuovo Book. Buona lettura.
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This issue was inspired by a black and white photograph published last November in the International New York Times. It was a picture of the acclaimed British Shakespearian actor, Mark Rylance, ever ready to don the guise of either Richard III or Olivia in Twelfth Night, with the delightful though necessary ambiguity that the period dictates. Tragedy and comedy, love stories and sweet talk, betrayals and deception, all told in the most extraordinarily modern way by the bard of Stratford-upon-Avon and played by the Globe Theatre Company on Broadway to the rapture of both the American public and the whole world. Because Shakespeare tells us about those same intense passions and emotions that have remained unchanged despite the passing of the years. Those that have also driven the protagonists in this issue of our magazine into life’s adventures and ventures, following their hearts and minds together with a more than ever necessary, given the moment, welltimed feeling for the market. The emotions and rigour entering the scene this autumn presented to you through the stories and portraits we have carefully selected for you over pages and pages of photographic services and articles. Features and photos especially chosen to lead the way with just the right balance between innovation and tradition, with one eye on Shakespeare and the other on the future. A unique look at the passion which inspires both the world and the men we present to you in this issue of Book. Enjoy your reading.
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KEY PIECES
Giorgio Armani: il briefcase della maison Armani, realizzato in cocco color fango, rievoca le atmosfere indiane della collezione. La sfumatura centrale e la tasca esterna con gancio “tuc” richiamano invece un concetto di stile più contemporaneo.
Giorgio Armani: the Armani briefcase in mud brown crocodile captures the Indian essence of the collection. On the other hand the central shade and external pocket with hook clasp evokes a more contemporary style.
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PORTRAITS
HUGH JACKMAN by Valentina Uzzo
Ha letteralmente bucato lo schermo con i suoi affilati artigli Hugh Jackman, l’attore australiano da 5 anni ai vertici di una notorietà (quasi) senza eguali, grazie all’interpretazione del personaggio della Marvel Wolverine. E pensare che il ruolo del mutante Logan sarebbe dovuto essere di Russell Crowe, prima vera scelta del regista. Ma Jackman nella vita reale non è tutto muscoli e ferocia, al contrario si definisce un uomo all’antica, un latin lover, agli occhi di tutti di bellissimo aspetto tanto da essere proclamato nel 2008 l’uomo più sexy del mondo. Laureato in giornalismo all’University of Technology di Sydney, determinato, cambia strada e si cimenta da subito nel canto, in particolare come interprete di musical in teatro, ruolo che gli è valso una serie di riconoscimenti come miglior interpretazione maschile. Ma è con la versione cinematografica di Oklahoma! che l’attore raggiunge il grande pubblico, ricevendo la candidatura all’Olivier Award: “Sentivo di non poter fare nulla di più bello! Sotto alcuni punti di vista, quella produzione resterà sempre uno dei punti più alti della mia carriera”. Ad attenderlo, nel 2004, un Emmy Award che lo classifica come miglior presentatore mentre sono del 2012 il prestigioso Golden Globe per Les Misérables di Tom Hooper e la nomination all’Oscar come migliore attore protagonista. Il 13 dicembre dello stesso anno arriva per Jackman il momento di ricevere la tanto ambita stella nella Hollywood Walk of Fame, la numero 2.487. Da star del cinema quale è, l’attore australiano rimane sempre un uomo comune, che ama indossare le vesti di turista e “farsi i selfie”, ancora meglio se lo sfondo è la tanto amata Firenze, con Ponte Vecchio e l’Arno protagonisti di alcuni dei suoi più recentissimi scatti. Una città dalla quale è rimasto affascinato, complice l’antica maestria artigianale e la storia di eccellenza delle sue botteghe. Come sa bene anche Montblanc che nel suggestivo Salone dei Cinquecento ha presentato l’esclusivo evento per il lancio della nuova linea di pelletteria Extreme Collection con Hugh Jackman nella veste di brand ambassador: “Ero già stato altre volte a Firenze - ha ricordato l’attore - ma questa è stata la prima in cui ho visitato una vera manifattura e ho potuto ammirare da vicino gli artigiani durante le varie fasi di lavorazione”. “Sono davvero molto felice di essere entrato nella famiglia Montblanc. È una maison di cui condivido profondamente i valori; ancorata alle proprie origini, ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro nel rispetto dell’alta qualità e dell’onestà”, ha dichiarato Jackman nel suo nuovo look da “pirata”, pronto per una nuova fantasiosa esperienza che di certo unirà tutti, grandi e più piccini. L’universo, maschile e femminile, dei Jackman fan, è avvisato!
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Hugh Jackman literally clawed his way to unparalleled success on the big screen for more than five years through his role as Marvel’s Wolverine. And to think that the role of the mutant Logan should have gone to Russell Crowe, the director’s first choice. But in real life Jackman is not just muscle and brawn, on the contrary he describes himself as an old fashioned man, a Latin lover. In the eyes of all he is seen as very handsome, to the extent that he was nominated the most sexy man in the world in 2008. After having achieved a degree in journalism from the University of Technology in Sydney, he completely changed direction and became a singer, in particular taking parts in musicals, roles which have earned him a number of recognitions as best male singer. But it was with the film version of Oklahoma! that he became more widely known to the general public and which won him a nomination for an Olivier Award: “I felt I could do nothing more beautiful! From some points of view, that production will always remain a highlight in my career”. He would go on to win an Emmy Award in 2004 for best presenter and a prestigious Golden Globe award for Tom Hooper’s Les Misérables and the nomination for an Oscar for best leading actor came in 2012. On 13th December of that same year Jackman’s moment arrived to receive a much coveted star on the Hollywood Walk of Fame (no. 2,487). Though the famous film star that he is this Australian actor is still an ordinary man who likes wearing tourist clothes and “taking selfies”, even better if the background is his much loved Florence. The Ponte Vecchio and river Arno have been the background of some of his most recent photographs. This is a city which fascinates him too for its excellence in traditional crafts and its famed laboratories and workshops. And the Montblanc brand knows this all too well. It was in the stunning Salone dei Cinquecento that the company held an exclusive event to launch its new range of leather goods, its Extreme Collection with Hugh Jackman in the role of the brand’s ambassador: “I have been to Florence before - recalls the actor - but this has been the first time I have visited a factory and been able to appreciate close up the work of the craftsmen during the various production processes”. “I am really happy to have become part of the Montblanc family. It is a brand whose values I share totally: it is true to its origins, but always has an eye on the future as far as high quality and honesty is concerned”, declared Jackman, in his new look in readiness to play a pirate in a new adventure film that certainly will unite everyone, adults and children alike. All Jackman fans, both male and female; you have been warned!
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PORTRAITS
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PORTRAITS
DAMON ALBARN by Barbara Bolelli
“You’re in safe hands”, (Damon Albarn, Heavy Seas Of Love, Everyday Robots). Quarantasei anni e la storia del britpop sotto le scarpe. Damon Albarn è quanto di più rassicurante si possa mettere sul play e dopo Blur, Gorillaz, Mali Music, The Good, the Bad & the Queen, DRC Music, Rocket Juice & the Moon e le svariate produzioni per il teatro, l’ex ragazzino dell’East London arriva al punto di svolta di una carriera pluriventennale. Everyday Robots è il primo album da solista di Albarn ed è stato prodotto in collaborazione con l’amico Richard Russell. “In questo disco - dice Damon - i fantasmi della giovinezza trascorsa tra Leytonstone e Colchester camminano mano nella mano con le questioni universali. Ad esempio la vita. O l’amore. E il conflitto natura/tecnologia”. “Non mi piacciono le etichette, ma Everyday Robots è quanto di più verosimilmente autobiografico abbia mai fatto”. Eppure, autobiografico non significa Popscene, non vuol dire spallate con i Gallagher, né tanto meno “sit down and have some sugary tea in a chemical world”, per dirlo con le parole di un ragazzino dell’East London. Autobiografico si avvicina più a universale: un album così personale da scrivere la storia di chiunque lo ascolti, perché l’oggetto della riflessione è il mondo moderno e ciò che lo (o ci) muove. Amore, condivisione e - dopo la fatica - un rifugio nel Devonshire. Al di là degli stereotipi, a Mr. Albarn bastano davvero poche parole: “I am a man of England. Will you come and play?”. Così, se sei solo, sai già cosa fare.
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“You’re in safe hands”, (Damon Albarn, Heavy Seas Of Love, Everyday Robots). Forty-six years old and the history of britpop behind him. A Damon Albarn disk is the most reassuring you can put in your player and, after Blur, Gorillaz, Mali Music, The Good, the Bad & the Queen, DRC Music, Rocket Juice & the Moon and a variety of productions for the theatre, this east Londoner has reached a turning point in a career spanning decades. Everyday Robots is the first album Albarn has made as a soloist and it has been produced in collaboration with his friend Richard Russell. “On this disk” says Damon, “the phantoms of a youth spent between Leytonstone and Colchester walk hand in hand with universal questions. Life for example. Or love. And the conflict between nature and technology. I don’t like labels, but Everyday Robots is the most autobiographical that I have ever done”. And yet autobiographical doesn’t mean Popscene, it doesn’t mean hanging out with the Gallaghers or even “sit down and have some sugary tea in a chemical world”, in the words of an east London boy. This autobiographical is much nearer to the universal: an album that is so personal it tells the story of anyone who listens to it, because what it reflects on is the modern world and what moves it (or us). Love, sharing and - after the effort - an escape to Devonshire. Stereotypes apart, Mr. Albarn really does need only a few words: “I am a man of England. Will you come and play?”. So, if you are alone now you know what to do.
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PORTRAITS
Ph. Linda Brown Lee. 17
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INTERVIEW
CRIS CAB
WELCOME TO MIAMI di Pino Gagliardi
“Pharrell Williams è stato il mio primo mentore, mi ha insegnato a registrare e fare musica. L’ho incontrato quando avevo 15 anni, mi ha permesso di entrare nel suo studio di registrazione e suonare la mia musica. A lui è piaciuta molto, siamo andati avanti e diventati amici” “Pharrell Williams was my first mentor, who taught me how to record and make music. I met him when I was 15, he let me go to his recording studio and play my music. He liked it a lot and we soon became friends”
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ON SHOW
SUPERSIZED SHAKESPEARE KOONS L’ÉTOFFE DU MONDE di Silvia Cutuli
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ON SHOW
Lady Macbeth costume designed by Yannis Kokkos for Macbeth by Antoine Vitez, Palais Garnier, 1987. Coll. CNCS/ONP.
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PASSION
IL SOGNO AMERICANO FIRMATO RALPH LAUREN
THE AMERICAN DREAM BY RALPH LAUREN di Cinzia Malvini
Quella che stiamo per raccontarvi è una storia straordinaria di lavoro, impegno, stile e amore, per la moda e per il cinema: dagli abiti di scena di Robert Redford ne Il grande Gatsby a quelli realizzati per Diane Keaton in Io e Annie, agli show che incantano il pubblico, è Ralph Lauren l’uomo che incarna il sogno made in Usa. Come testimonia anche l’apertura del suo nuovo megastore sulla Fifth Avenue di New York, il primo dedicato al mondo Polo
We are going to tell you an extraordinary story about hard work, commitment, style and love, for fashion and for film. From the clothes for Robert Redford in The Great Gatsby to those for Diane Keaton in Annie Hall as well as captivating collections. Ralph Lauren is the embodiment of the American Dream. Further testimony, the opening of a new mega-store on Fifth Avenue in New York, the first dedicated entirely to the Polo range
Bandiere a stelle e strisce che accolgono i turisti più consumati insieme ai neofiti della Grande Mela. In entrambi i casi l’emozione che regala la Fifth Avenue con i suoi colori, i grattacieli specchiati che riflettono i dorati raggi del sole come la fuga grigio acciaio delle nuvole d’autunno è la stessa ed è grande. Che cosa c’è di più strettamente americano, o ancor meglio, newyorkese, di quella arteria nervosa e fibrillante che corre su e giù per Manhattan, tra rumori di clacson, echi di sirene e sbuffi di fumo che paiono esplodere dalle viscere della città? Le mille facce di Gotham City capace di trasformarsi d’incanto nella più corteggiata “it girl” come nella sensuale donna che in un luminoso e
Stars and stripes welcome both the most seasoned visitors to the Big Apple as well as first timers. For all of them the excitement of Fifth Avenue, with its colours, its mirrored skyscrapers reflecting the golden rays of the sun or the steel grey of autumn clouds is the same and it is huge. What is more typically American or rather, more typical of New York, than that restless pulsating artery that runs up and down Manhattan, with its car horns, sirens and puffs of steam exploding from the city’s guts beneath? The thousand faces of Gotham City which can be magically transformed into either the most courted “it girl” or into the most sensual of women who, in glittering evening gown ascends the steps of the Metropolitan
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PASSION
The Polo Ralph Lauren flagship store, 711 Fifth Avenue at 55th Street, New York.
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A MAGICAL EVENING
ONE NIGHT IN CENTRAL Camminare sull’acqua appare come un miracolo, ma questa volta tecnologico, ai 500 fortunati invitati a Central Park, a New York. È qui, nel cuore verde della Grande Mela, lo spettacolare evento di lancio della collezione Polo donna e del flagship store Polo Ralph Lauren, il primo di una serie di monomarca attesi a breve in tutto il mondo. 3.500 metri quadrati divisi su quattro piani dedicati alla nuova collezione Polo donna, ma anche all’universo maschile. Non mancano il ristorante e il primo bar, il Ralph’s Coffee, situati al piano terra e al secondo piano dello storico edifico tra la Fifth Avenue e la 55esima strada, l’indirizzo scelto da Ralph Lauren per una nuova avventura che si presenta straordinaria sin dal suo inizio. Fresca, contemporanea, urbana e very downtown, come l’ha definita lo stilista, la nuova collezione Polo è stata presentata durante le giornate della New York Fashion Week Spring/Summer 2015 con un sorprendente spiegamento di effetti speciali per il primo fashion show full HD ideato da David Lauren, il figlio dello stilista, executive vice president of advertising, marketing e corporate communications dell’azienda di famiglia. 48, i modelli - oleogrammi avvolti da vapori, dalle immagini e dalle luci della New York più suggestiva proiettate sulle acque del laghetto di Central Park, tanto amato anche da Jackie Kennedy. Per Ralph Lauren, che chiude la sfilata virtuale con un allegro passo di danza, per la sua famiglia e gli ospiti giunti da tutto il mondo, ancora una magica serata, brillante come una stella tra le mille luci di New York, sopra il cielo di Central Park.
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A MAGICAL EVENING
PARK IN FULL 4D Walking on water seems like a miracle but in this case it was technology for the 500 lucky guests in Central Park, New York. It was here, in the green heart of the Big Apple, that the spectacular launch of the Polo collection for women and the Polo Ralph Lauren flagship store took place, the first of a number of mono-brand stores expected to be opened soon all over the world. 3,500 square metres over four floors dedicated to both the new Polo womenswear range and the menswear too. There is a restaurant as well and the first Ralph’s Coffee bar on the ground and second floor of this period building on Fifth Avenue and 55th Street, the location chosen by Ralph Lauren for a new venture which was going to be exceptional from the very start. The fresh, contemporary, urban and very downtown Polo collection, as he describes it himself, was presented during the Spring/Summer 2015 New York Fashion Week using a surprising display of special effects. It was the first 4D fashion show ever and devised by the designer’s son, David Lauren, executive vice president of advertising, marketing and corporate communications of the family business. 48 hologram models appeared out of a fine mist on a background of the most evocative images and lights of New York projected over the lake in Central Park so loved by Jackie Kennedy. For Ralph Lauren, who closed the virtual fashion show with a little dance, for his family and the guests who had come from all over the world, another magical evening as bright as a star in the sky over Central Park, among the thousand lights of New York.
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Brunello Cucinelli
STORIE (PASSIONI) FASHION
BRUNELLO CUCINELLI
OLTRE IL CASHMERE
MORE THAN JUST CASHMERE di Paolo Bagnara
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STORIES (PASSIONS) FASHION
Mi ricordo ancora il suo primo show room in via Moscova a Milano, una ventina di anni fa. Minuscolo. Ma le maglie erano già incantevoli. Piacquero subito. E così in poco tempo Brunello Cucinelli si trasferisce in un severo palazzo fine Ottocento di corso Venezia. Ma le collezioni si ampliano rapidamente, buyer e stampa si assiepano in quei sontuosi, ma rigorosissimi saloni e lo spazio non basta più. Brunello coglie al volo la segnalazione che gli fa un amico di un grande loft che si libera in via Montello, da dove Stone Island si trasferisce in via Savona, nascente polo della moda fuori dal trafficato centro urbano. Una grande cubatura a U fasciata da un percorso ininterrotto di finestre affacciate su un giardino. Uno spazio luminosissimo, di sapore antico, ma di grinta moderna. Come piace a Brunello. E immediatamente quel giardino diventa un punto di incontro di placida magia. Ci si va per la presentazione dei campionari, in autunno il benvenuto lo dà l’ultima rosa in fiore, in primavera un annoso glicine lambisce l’aria diffondendo un delizioso profumo. Ma quel giardino vibra massimamente in settembre, quando Brunello apre la stagione con una cena ambitissima di straordinario, generoso, elegante carattere. Lui che ha ristrutturato il borgo medievale di Solomeo, in provincia di Perugia, dove vive e lavora, lui che, eterno pioniere, è stato il primo a far sventolare sui cieli milanesi quei misurati manifesti tessili che nelle settimane della moda segnalavano le collezioni annunciando il cashmere di Brunello Cucinelli, che io scambiavo per un’altra eccellenza, quella dell’omonimo vino, ebbene lui riceve in questo cortile portando l’intera squadra del ristorante della sua terra. Un invito a scoprire, a riscoprire e amare l’Italia. A quella cena, oltre ad amici e buyer, va con entusiasmo la stampa fashion, non mancano i sempre ambiti e ovviamente sfuggenti direttori e appena gli impegni glielo consentono arriva anche l’imperatrice indiscussa della penna, Natalia Aspesi, che con l’arguzia e il buon senso di sempre, militante della parola, tiene sveglie le nostre coscienze. Ma la festosa e fastosa cena non è il solo appuntamento con Brunello. Accanto alla moda c’è il suo libro annuale, dove presenta la collezione per l’inverno. No, non un catalogo anche se le pagine illustrano maglie e vestiti, c’è di più su quei fogli di carta raffinata dove si racconta sempre una parte della nostra penisola oppure un mondo lontano come la Patagonia. Reportage meravigliosi e poetici, sfilano chiese, monasteri, affreschi, paesaggi, deserti e montagne, raccolti in volumi di estrema eleganza grafica che non possono non trovar posto sugli scaffali della libreria di casa. Cucinelli, che ora si è quotato in borsa con un ingresso di strepitoso successo, va ben oltre la moda e il cashmere. Ha anche dotato il suo paese di uno splendido teatro il cui cartellone funziona a pieno ritmo tutto l’anno. Cucinelli è davvero un uomo neorinascimentale. Lo dimostra coi fatti che commenta filosoficamente quando dice: “Mi piace il bello, ma non voglio possederlo. Preferisco esserne custode”. Certo accanto a questa linea di pensiero viaggiano anche moda e business, eccome. Le sue maglie sono eccellenti. In via Moscova, nel suo primo show room milanese, una ventina di anni fa io scelsi una felpa color tortora con cappuccio che per i tempi faceva molto footing a New York nonostante la sua compitezza. C’è ancora quella felpa, intatta nonostante le numerose lavatrici e questo mi fa dire a Brunello: “I tuoi pull hanno un solo, grande difetto: durano troppo! Neanche un pilling, quei fastidiosi pallini, in vent’anni. Non è possibile”. Lui sorride e mi mostra che dalle maglie ormai è passato
I still remember his first show room twenty years ago in via Moscova in Milan. So small. And the knitwear was captivating even then. It was loved from the very start. Therefore, in a very short time, Brunello Cucinelli moved to a shop in an austere late nineteenth century palazzo in corso Venezia. And the collections quickly grew. Buyers and the press would crowd into those sumptuous but rigorously ascetic rooms so that they were soon no longer big enough. Brunello seized the opportunity of a loft space in via Montello that a friend had told him about, where Stone Island had moved from to go to via Savona, the nascent hub of fashion outside the busy city centre. A huge U shaped space with an uninterrupted facade of windows, all overlooking a garden. Very luminous, with historic flavour but contemporary dash. Just as Brunello likes. And that garden immediately became a meeting place of quiet magic. You go there to see the new ranges, in autumn you are greeted by the last flowering roses, in springtime by an ancient wisteria stroking the air with its delightful perfume. But that garden is at its most vibrant in September, when Brunello opens the season by holding a superlative, generous and elegant supper. He who renovated the medieval village of Solomeo, near Perugia, where he lives and works; he, the eternal pioneer, who was first to fill the Milanese skies with those fluttering textile posters announcing the Brunello Cucinelli cashmere collection during fashion week, which I had once mistaken for another Italian excellence, the wine of the same name. Thus he receives his guests in that courtyard bringing in an entire team from a restaurant in his home town. An invitation to discover and rediscover and love Italy. The fashion press enthusiastically attend that supper as well as his friends and buyers, the always coveted and obviously elusive directors and, as soon as ever work permits, the unquestioned queen of the printed word, Natalia Aspesi, arrives, who, with her wit and eternal good sense, an activist of the written word, keeps our consciences in full working order. But that sumptuous and festive supper is not the only appointment with Brunello. Along with his clothes there is also a book every year in which he presents his winter collection. No, not a catalogue even though the pages do illustrate knitwear and dresses, there is always more on those pages of elegant paper telling a story about some part of our country or of a distant land, such as Patagonia. Wonderful and poetic features covering churches, monasteries, frescoes, landscapes, deserts and mountains collected into extremely elegant illustrated volumes which are simply begging to have a place found for them on the bookshelves at home. Cucinelli, who is now quoted on the stock market with a staggeringly successful initial public offering, goes well beyond fashion and cashmere. He has also donated a splendid theatre to his home town which puts on plays all the year round. Cucinelli really is a neo-renaissance man. He proves it with facts when he comments philosophically: “I like beauty but I don’t want to own it. I prefer to be its custodian”. It is certainly true that along with these thoughts is a very successful business, his knitwear is supreme. Twenty years or so ago in his first show room in via Moscova in Milan, I chose a dove grey sweater with a hood that recalled a lot the sweaters that people used to make jogging in New York despite its politeness, but I still have that sweater today, intact despite the numerous washes and this makes me say to Brunello: “There is only one thing wrong with your knitwear: it lasts forever! Not even any pilling, after twenty years. It’s unbelievable”. He smiled and showed me how he has moved on from just knit-
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NEW ROMANTICS
IL RITORNO DI SHAKESPEARE FRA ANTICHE PASSIONI E NUOVI EROI
THE RETURN OF SHAKESPEARE, BETWEEN ANCIENT PASSIONS AND NEW HEROES di Enrico Maria Albamonte
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NEW ROMANTICS
Dopo anni di understatement sartoriale e di mortificanti abiti grigi per executive troppo impettiti, l’uomo dell’era digitale riscopre il suo cuore da gentiluomo insieme alla nobiltà di passioni che credeva sopite, anche nel guardaroba: cappelli a falde larghe à la Gide, chiome lunghe e folte, poncho belligeranti, eskimo di pelliccia vaporosa, gilet come corazze, guanti da falconiere, mantelle, zimarre e sensuali tabarri di zibellino, emulando quelli firmati da Gabriella Pescucci per il film Addio fratello crudele diretto da Giuseppe Patroni Griffi e sfoggiati meravigliosamente sul set da Fabio Testi. E ancora giacche aderenti come farsetti stile Shakespeare in Love (di cui si prevede a breve un sequel per il grande schermo) e la riduzione cinematografica di Molto rumore per nulla, riproposte in velluto gessato come negli anni ’70 e nei ’90. L’ecologia, lo sport atletico, l’impegno civile e sociale e poi il gusto di coltivare hobby e attività elevate come l’arte e il mecenatismo, suo corollario, sono interessi largamente condivisi dai nuovi gentlemen. Sono gli aristo-radical che da Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione fino alla rinascita della fantasia creativa italiana negli anni ’50 applicata al menswear rilanciata da Brioni molto devono al grande retaggio di William Shakespeare, di cui quest’anno ricorrono i 450 anni dalla nascita. Un anniversario epocale per la cultura globale, celebrato con una ridda di eventi, alcuni assai originali, e con mostre suggestive sul costume elisabettiano come quella aperta fino al 4 gennaio 2015 al Centre national du costume de scène et de la scénographie di Moulins e intitolata: Shakespeare l’étoffe du monde (vedi pag. 32). L’attualità del “brand” legato al grande bardo, dei suoi drammi a sfondo mitologico e dei suoi personaggi dal timbro decadente e problematico come Amleto e Prospero è assolutamente assiomatica. Nel film Le due vie del destino l’attore inglese Colin Firth (già interprete di varie commedie in costume legate al periodo protoromantico), appassionato di treni e ferrovie, dopo aver drammaticamente accusato il colpo a livello psicologico delle molteplici sofferenze inflittegli durante la Seconda Guerra Mondiale dai giapponesi per la costruzione del ponte sul fiume Kwai, manifesta tutto il pathos unito a una ferrea disciplina intellettuale e umana tipici di un eroe di altri tempi, combattuto, come in un vero dramma shakespeariano, fra la verità e l’oblio. Il superamento delle divisioni fra i popoli e fra gli esseri umani avrà la meglio sulle ataviche tensioni che attanagliano il personaggio, fiero e coraggioso, affiancato nella pellicola da una smagliante Nicole Kidman. La saga del Trono di Spade, del principe Amleto di Elsinore, del più cupo Macbeth e de Il settimo sigillo di Bergman rivivono nei capi immaginifici di Dolce&Gabbana. I due stilisti amanti della Sicilia per il prossimo inverno citano l’ardore bellicoso dei nobili “cavalieri che fecero l’impresa” al seguito di Federico II di Svevia, in un trionfo di pellicce ricamate, di pantaloni attillati come calze braghe dai mille colori araldici - sulla falsariga di
After years of sartorial understatement and humiliating executive style grey suits, digital age man has rediscovered his heart of a gentleman as well as noble passions he had thought lay dormant and in his wardrobe too: wide brimmed hats à la Gide, long flowing locks, belligerent ponchos, furry parkas, armoured waistcoats, falconers’ gloves, cloaks, floor length coats and sensual sable capes emulating those by Gabriella Pescucci for the film Addio fratello crudele directed by Giuseppe Patroni Griffi and worn marvellously stylishly by Fabio Testi. And then again even more tight fitting jackets as in Shakespeare in Love type comedies (a sequel of which is coming shortly to the big screen) and as in the film Much Ado about Nothing a reduced version, in pinstriped velvet as per the 70s and 90s. The interests widely shared by these new gentlemen are the environment, athletic sports, civil and social commitments as well as a taste for cultivating high class hobbies and activities such as the arts and their patronage. These are the aristo/radicals who, from The Book of the Courtier by Baldassarre Castiglione until the rebirth of Italian creativity in the 50s as applied to the menswear launched by Brioni, owe much to William Shakespeare’s great heritage and whose 450th anniversary of his birth falls this year. A landmark anniversary in global culture to be celebrated by all kinds of events, some very original, and by exhibitions on Elizabethan costume such as the one on until 4th January 2015 at the Centre national du costume de scène et de la scénographie in Moulins called Shakespeare l’étoffe du monde (see page 32). The modernity of the great bard “brand”, of the plays based on mythology and decadent and difficult characters like Hamlet and Prospero, is absolutely axiomatic. In the film The Railway Man the British actor Colin Firth (who has already appeared in proto-romantic period costume roles), a train and railway enthusiast, after dramatically laying all the blame for psychological damage on the Japanese for all the suffering they inflicted on him during the Second World War during the construction of a bridge over the river Kwai, displays all the pathos mixed with the iron intellectual and human discipline typical of heroes of a bygone age and as in a true Shakespearian play, torn between truth and oblivion. Overcoming divisions between nations and between human beings was to defeat the atavistic tension gripping that proud and brave character in that film with a radiant Nicole Kidman at his side. The Game of Thrones saga, Prince Hamlet of Elsinore, the darker Macbeth and Bergman’s Seventh Seal all live on in Dolce&Gabbana’s highly imaginative creations. For next winter these two loving Sicily designers cite the bellicose ardour of the noble horsemen who fought for Frederick II of Svevia, in a triumph of embroidered furs, pants as tight as leggings in a thousand heraldic colours - following the example of those designed by Danilo Donati and made by Farani for The Taming of the Shrew directed
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Natural Men Photo: Matteo Felici Fashion: Sabrina Mellace Mandala Creative Productions
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Giorgio Armani jacket, shirt and trousers.
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Gucci coat, pull and trousers.
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Dolce&Gabbana jacket, vest, shirt, trousers and shoes.
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X CHARACTERS I 18 modelli protagonisti degli scatti del servizio fotografico Natural Men, altrettante passioni, gusti, caratteri‌ 18 models in Natural Men photo feature and just as many characters, passions and styles...
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CHARACTERS
Name: Dan Kling From: Sweden Food: Thai Music artist: Cut Copy Movie star: Steve Carell Place to live: Stockholm (Fashion Model Management)
Name: Linus Gustin From: Sweden Food: Sm체rg책st책rta (Swedish sandwich) Music artist: Miss May I Place to live: Hawaii (Fashion Model Management)
Name: Pascal de Wolff From: The Netherlands Food: Mexican Music artist: The Arctic Monkeys Movie star: Johnny Depp Place to live: New York (I Love Models Management)
Name: Dylan Williams From: London Food: steak Music artist: Drake Movie star: Idris Elba Place to live: Miami (I Love Models Management)
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Massimo Nicosia
INTERVIEW
PRINGLE OF SCOTLAND
200 ANNI DI PASSIONE
200 YEARS OF PASSION di Flavia Impallomeni
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INTERVIEW
Due secoli di storia firmata Pringle of Scotland rivivono oggi, tra innovazione e tradizione, tecnologie all’avanguardia e lavorazioni antiche, nel lavoro di Massimo Nicosia, direttore creativo della casa di moda
Two hundred years of Pringle of Scotland fashion history, innovation and tradition, classic methods and avant-garde technology, in the hands of Massimo Nicosia, the company’s creative director
Accadde 200 anni fa. Una piccola azienda di calze e biancheria intima aprì i battenti, con il nome di Pringle of Scotland, a Hawick, nel cuore degli Scottish Borders, luogo di nascita dell’industria scozzese della lana. Fondata da Robert Pringle, a partire dal 1870 quella piccola azienda iniziò a specializzarsi nella produzione di cashmere, trasformandosi in breve tempo in una delle manifatture ai primi posti nella maglieria di lusso per outerwear. Era proprio questo che differenziava i capi realizzati nella fabbrica di Pringle rispetto agli altri, il fatto di poter essere indossati fuori casa, novità assoluta per gli indumenti in maglia, tanto che nel 1905 Pringle coniò il nuovo termine knitwear per descriverli. A far entrare, poi, il marchio nella storia della moda fu l’iconico Argyle pattern, il motivo a losanghe amato dal duca di Windsor e oggi firma riconoscibilissima del brand. Ma a vestire Pringle non sono solo i membri della famiglia reale, si contano anche star e celeb come Grace Kelly e Brigitte Bardot, adepte del twin-set, il cardigan a due pezzi, capo cult sul campo da golf, reinterpretato per essere portato tutti i giorni. Nasce, così, un classico del guardaroba della buona società britannica. E con esso, Pringle of Scotland entra nel Gotha della moda. Oggi al timone creativo c’è Massimo Nicosia, laureato in Architettura all’Università degli Studi di Firenze con una tesi in Industrial Design dal titolo A museum for fashion and contemporary art, adaptable dimensions’. Già nel 2008 lo stilista di origini italiane aveva ricoperto la carica di head menswear designer, per approdare di nuovo alla casa di moda, dopo una lontananza di circa sei anni, questa volta nel ruolo di head of design.
It all started 200 years ago with the opening of a small company called Pringle of Scotland making hosiery and underwear and located in Hawick in the Scottish Borders where the Scottish wool industry was born. From 1870 onwards that small firm founded by Robert Pringle began to specialise in the production of cashmere and soon became one of the most important producers of luxury knitted outerwear. It was precisely this fact, of being able to be worn outside, that differentiated Pringle’s production from others, an absolute innovation, to the extent that in 1905 it was Pringle who coined the word knitwear to describe it. And what made fashion history for the brand was its iconic Argyle pattern, much loved by the Duke of Windsor and today the brand’s very recognisable signature pattern. But it is not only the members of the royal family who wear Pringle, they include stars and celebrities like Grace Kelly and Brigitte Bardot, converts to the twin-set, a cult two piece taken from the golf course and re-interpreted as every day wear. Thus a classic British aristocratic style was born and with it Pringle of Scotland entered the Who’s Who of fashion. Today the creative reins are in the hands of Massimo Nicosia, who achieved a degree in Architecture from Florence University with a thesis in Industrial Design called A museum for fashion and contemporary art, adaptable dimensions’. In 2008 this designer, of Italian origin, was already head menswear designer and has now returned to the fashion house almost six years later, this time as head of design.
Dal 2013 è alla direzione artistica di Pringle of Scotland, come descriverebbe il suo lavoro? Cerco di mediare la mia visione di designer con il dna di un marchio britannico che si prepara a compiere 200 anni. Guardare indietro all’heritage di Pringle of Scotland per proiettarlo in avanti. Giocare con gli opposti: tradizione e innovazione, naturale e artificiale, fluido e strutturato. Lavorare la maglia con tecniche sartoriali e il tessuto come fosse maglieria. Quando lavori con una casa di moda così ricca di storia c’è sempre il rischio di lasciarsi intimidire, riducendosi a rispolverare gli archivi. Io preferisco studiarli, inventando qualcosa di nuovo, ma sempre fedele alla sua identità originale.
You have been creative director of Pringle of Scotland since 2013, how would you describe your work? I try to relate my vision as a designer to the dna of a British brand name which is about to celebrate its 200th anniversary. To look back at the Pringle of Scotland heritage so that I can project it into the future. Play with opposites: tradition and innovation, both natural and artificial, fluid and structured. Process knitwear with sartorial techniques and fabrics as if they were knitwear. When you are working for a fashion house with such a rich history there is always the risk of feeling intimidated, ending up just referring to the archives. I prefer to study them and then invent something new but always stay faithful to the original identity.
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A new season... Photo: Matteo Felici Fashion: Sabrina Mellace Mandala Creative Productions
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Giorgio Armani sweater, jumper, trousers and gloves.
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Moncler Gamme Bleu jacket, Moncler Grenoble turtleneck.
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Paul Smith coat, Lardini jacket and trousers, Fedeli sweater, Bresciani socks, Santoni shoes.
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KEY PIECES
Borsalino: dopo 157 anni la purezza delle forme dei copricapo firmati Borsalino delinea sempre lo stile inconfondibile del marchio, che presenta un esclusivo cappello bicolore realizzato in feltro velour. I colori autunnali si riflettono nella cinta sfumata e arricchita dal logo dorato.
Borsalino: after 157 years the purity of form of Borsalino headwear still defines the brand’s unmistakable style, this time with an exclusive hat in felt velour in two colours. The band, reflecting the colour of autumn, is elegantly finished with the brand’s logo in gold.
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Chapter IV Focus
THE GAY ESSAY • SUPER SIZED KOONS SHERLOCK HOLMES THE MAN WHO NEVER LIVED AND WILL NEVER DIE
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FOCUS
THE GAY ESSAY Determinazione e dignità: la fiera lotta della comunità omosessuale californiana immortalata in una serie di ritratti fotografici raccolti nel decennio ’60 - ’70 Determination and dignity: the proud struggle by the Californian homosexual community immortalised in a series of photographic portraits taken over a decade spanning the 60s and 70s
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FOCUS
Anthony Enton Friedkin, Michelle, “C’est La Vie” Club, North Hollywood, 1972, anonymous gift.
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FOCUS
SUPER SIZED KOONS 27 mila per Jeff Koons: al Whitney Museum of American Art di New York uno spazio mai visto prima (cortiletto esterno, hall, secondo e terzo piano per un totale di 27mila metri quadrati) interamente dedicato all’artista che ha elevato palloncini, bambolotti, feticci e lo stesso “vuoto della mondanità” all’eccezionale, muovendosi sempre sulle grandi misure
Jeff Koons, Michael Jackson and Bubbles, 1988, private collection. © Jeff Koons 120
An entire 27,000 square feet, never before seen, devoted to Jeff Koons at the Whitney Museum of American Art in New York (courtyard, lobby, second and third floor) dedicated entirely to an artist who has raised the mundane such as dolls and balloons to the exceptional, and always working on a large scale
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MALE PLEASURES Photo: Marco Bertani Fashion: Carlotta Borgogna
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COLLECTING Hackett London cardigan and shirt, Giorgio Armani shoes, 1177 Eleven Seventyseven socks, Valentino bag, Vacheron Constantin vintage watch, Brunello Cucinelli bow tie and belt, Borsalino hat.
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TRAVELLING Pashmere pull, Valentino sneakers, Ermanno Scervino scarf and hat, Salvatore Ferragamo bag, Gucci perfume, Marvis toothpaste, Brunello Cucinelli bow tie.
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MOUNTAINEERING Herno down jacket, Ermanno Scervino gloves and pull, Gucci g-timeless watch, Brunello Cucinelli bag.
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HANDMADE
MADE TO ORDER SHOES chez LOUIS VUITTON di Silvia Cutuli
L’eleganza non è in un oggetto, ma nella sua unicità per la maison del lusso francese, che con il progetto Made to Order Shoes firma una collezione di scarpe da uomo realizzate a mano in Italia, nel segno di un doppio monogramma, Louis Vuitton e Luchino Visconti, il pronipote del celebre regista scelto come ambasciatore della più raffinata eleganza maschile According to this French luxury fashion house elegance is not in the object itself but in its exclusivity. A new Made to Order Shoes enterprise is bringing two names together for a collection of men’s shoes which are hand-made in Italy; two monograms, Louis Vuitton and Luchino Visconti, the grand-nephew of the famous film director, chosen as ambassador for the most refined of male elegance
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GLOBETROTTER
IN VIAGGIO CON SHAKESPEARE A JOURNEY ROUND SHAKESPEARE COUNTRY a cura di Federica Ronchi
450 anni fa a Stratford-upon-Avon, cuore delle Midlands Occidentali in Inghilterra, nasceva il poeta e drammaturgo inglese William Shakespeare. La città natale e le campagne circostanti raccontano ancora oggi la sua storia, i luoghi dove ha vissuto e quelli frequentati. Un romantico viaggio nella vita e nei siti dell’heritage britannico 450 years ago the poet and playwright, William Shakespeare was born in Stratford-upon-Avon in the heart of the West Midlands in England. His story, where he lived and the places he visited are still being told in his home town and the surrounding country side. A romantic trip into the life and places of British heritage
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GLOBETROTTER
Abbots Grange, Broadway, United Kingdom.
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ART & FASHION
WELCOME HO(M)ME a cura di Barbara Bolelli
A casa dei grandi. Un viaggio intimo nel quotidiano degli artisti piĂš amati e nei luoghi che ne racchiudono e conservano i frammenti di vissuto, le collezioni esclusive e gli oggetti personali. Da Amsterdam a Gardone Riviera fino a Girona, Londra, Pittsburgh, New York e Stockbridge, ecco dove il privato si fa esempio di stile. E viene messo in mostra The homes of the famous. An intimate look into the daily lives of our best loved artists and the places that contain and preserve fragments of their lives, their works and their personal belongings. From Amsterdam to Gardone Riviera, Girona, London, Pittsburgh, New York and Stockbridge; this is where the private is also an example of a style. And for all of us to see
La casa è dove si trova il cuore Plinio il Vecchio Home is where your heart is Plinio the Elder
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ART & FASHION
The Andy Warhol Museum Pittsburgh, Pennsylvania, USA “Andy Warhol looks a scream. Hang him on my wall...”. Così cantava David Bowie e, in effetti, se si deve considerare Andy Warhol un’interiorità proprio non esiste. È top secret e, francamente, è anche inutile. Il genio di Pittsburgh fece della sua vita una leggenda, cambiandosi il nome (in principio fu Andrew Warhola), offuscando dati biografici e personali e incarnando di volta in volta quello di cui il mondo aveva bisogno, un’icona, il primo divo dell’arte. Schivo e riservato, non amava le interviste, eppure non esiste nessuno che abbia lasciato così tanti messaggi quanto lui. Sui poster attaccati ai muri, alla radio, alla TV, nella pubblicità, negli eventi mondani, sulla bocca di tutti... Andy era (e continua a essere) ovunque. The Andy Warhol Museum, nella North Shore di Pittsburgh in Pennsylvania, vanta la collezione più completa di tutte le opere del re della pop art: 900 dipinti, 2.000 disegni, oltre 1.000 stampe, 77 sculture, 4.000 fotografie e più di 4.350 film e videoregistrazioni. Non era di certo il luogo dove viveva (ammesso che sia esistito...) “l’Andy privato”, ma la carta da parati, gli appunti e i libri a lui appartenuti non mancano.
From the top, Andy Warhol, Cow, 1966, © AWF. The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, floor 4, late works gallery, © Abby Warhola.
“Andy Warhol looks a scream. Hang him on my wall...” So sung David Bowie and, in effect, thinking of Andy Warhol there is simply no inner being. It is top secret, and also, quite frankly, a waste of time trying to discover it. This genius from Pittsburgh turned his life into a legend, changing his name (it was originally Andrew Warhola), obfuscating biographical and personal details and embodying whatever the world had need of at the time. He was an icon and the first divo of the art world. Shy and reserved, he didn’t like being interviewed, and yet no one has left as many messages as he has. On posters hanging on walls, on the radio, on TV, in advertising, in world events, on the lips of all... Andy was (and continues to be) everywhere. The Andy Warhol Museum in North Shore, Pittsburgh, Pennsylvania, is home to the most exhaustive collection of all this king of pop art’s works: 900 paintings, 2,000 drawings, over 1,000 prints, 77 sculptures, 4,000 photographs and over 4,350 videos and films. It certainly wasn’t where that “private Andy” lived (assuming there was somewhere...) but there is no shortage of wall papers, notes and books that belonged to him.
Saint Laurent 163
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ART & FASHION
Il Vittoriale degli Italiani Gardone Riviera, Brescia, Italy
From the top, Apollino’s veranda, Priory; Leda’s room, Priory. All images, ph. Giovanni Vanoglio.
“Here on Lake Garda I have found an old villa which once belonged to the late Doctor Thode”, wrote Gabriele d’Annunzio in a letter dated February 1921. “It is full of wonderful books... the garden is lovely, with its pergolas and terraces. And the warm light makes me yearn for the light of Rome. I will stay here for a few months while I finally finish Notturno”, but he would in fact remain there for the rest of his life. The villa is in Gardone Riviera on Lake Garda, part of a monumental complex covering over 9 hectares which dominates the whole area. Il Vittoriale is a lot more than simply the poet’s home though: apart from the house and its secret rooms, it also includes other buildings - from the Priory to the Mausoleum of Heroes, the Schifamondo (Escape from the World), the Archives towers and a temple to Victoria, to name but a few - plus marvellous gardens and an open-air amphitheatre. And since this super-man was much, much more than simply a man (poet, aesthete, intellectual, a hero...) thus, rightly so, this is much more than simply a home: “I made all this house myself; and I love every corner of it. If I talk to it in my language it responds in my language”, Gabriele d’Annunzio, Libro Segreto. 164
Dolce&Gabbana
“Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode”, scrive Gabriele d’Annunzio in una lettera del febbraio 1921. “È piena di bei libri... Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il Notturno”, il poeta ci rimase poi tutta la vita. Siamo a Gardone Riviera, sul lago di Garda. Un complesso monumentale che si estende per oltre nove ettari, dominando l’intera zona, Il Vittoriale è molto più che la residenza del Vate: oltre a questa e alle sue stanze segrete, comprende anche diversi edifici (dalla Prioria al Mausoleo degli Eroi, lo Schifamondo, le torri degli Archivi e il tempietto della Vittoria per citarne solo alcuni), meravigliosi giardini e un anfiteatro all’aperto. E se il superuomo d’Annunzio fu molto più che un uomo (un poeta, un esteta, un letterato, un eroe...) questa è, giustamente, molto più che una semplice abitazione: “Ho fatto di tutto me la mia casa; e l’amo in ogni parte. Se nel mio linguaggio la interrogo, ella mi risponde nel mio linguaggio”, Gabriele d’Annunzio, Libro segreto.
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KEY PIECES
Gianni Gallucci: in alligator Mississippiensis, le scarpe firmate Gianni Gallucci sono perfettamente asimmetriche nel disegno della pelle, grazie a una speciale tecnica di taglio centrata solo sulla pancia dell’animale. Le sfumature del colore, in una calda tonalità di marrone, sono definite a mano. Realizzate con il metodo Goodyear, con suola in cuoio francese di altissima qualità conciata con tannino di rovere, queste calzature sono un classico del guardaroba maschile. Con un tocco di eccentricità.
Gianni Gallucci: Mississippi alligator shoes by Gianni Gallucci in a perfectly matched asymmetric pattern thanks to a special cutting technique centred round the underbelly of the animal. Hand finished in warm shades of brown, these shoes are made using a Goodyear process with soles in high quality French hide prepared using oak tannin. Classic shoes for the male wardrobe - with a touch of eccentricity.