PAP119 CATWALK

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PRÊT - À -

www.bookmoda.com

PORTER

F A L L WINTER

2013-14

MILANO MODA DONNA NEW YORK FASHION WEEK OVER 3000 IMAGES


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EDITORIAL

GO OUTSIDE!

bbiamo iniziato dall’esterno: da quello spettacolo di eccentrici virtuali che si travestono e passeggiano di proposito all’ingresso delle sfilate per fotografare, ma soprattutto essere fotografati/instagrammati/twittati in una sorta di onanismo a 4 mani dell’immagine. Questo gioco, che ha reso anche celebri alcuni blogger, ormai non diverte più. Anzi, suscita quasi insofferenza. È uno show di maniera dove si stenta a ravvisare dei contenuti. Pertanto, la pagina iniziale di questo Catwalks, Waiting for the show, è dedicata, sì, alla creatività spontanea del pubblico in attesa dei defilé. Ma quello elegante, almeno secondo i nostri parametri. Se è corretto osservare ciò che accade in strada perché spesso è più aderente delle passerelle al comune senso del vestire, è altresì doveroso registrare la realtà effettiva: non solo le eccezioni che fanno “strano, ma vero”. Per la smania di fare colore sui magazine, si rischia di far passare l’idea che il mondo della moda, e la stessa moda, sia quello di quattro caricature in posa. Quando così non è.

A

e have started from the outside, from that spectacle of virtual eccentrics who dress up to the nines and hang purposefully round the entrance to the fashion shows to take photographs but more especially to be photographed/videoed/twittered themselves in a sort of game of two way onanism. This game, which has made a few bloggers famous in the past, is not funny anymore. On the contrary, it has become almost unbearable. It is a show of a kind in which it is hard to see anything worthwhile. So the first page of this Catwalks, Waiting for the Show, is indeed dedicated to the creative spontaneity of the guests waiting to enter the shows but to those who, to us at least, appear to be elegant. In the same way it is right to observe what happens in the street because that is often closer to the communal sense of fashion than the catwalks. It is also our duty to record reality and not only the exceptions for a “strange but true” category. In the desire to add colour to magazines, there is a risk of passing on the idea that the world of fashion, and fashion itself, consists only of a few posing caricature-like models. When it is not like that at all.

N°21 Con lo stesso senso di concretezza e coerenza, richiesta a gran voce dai tempi di crisi, abbiamo selezionato le immagini delle passerelle più rappresentative, con una grande attenzione alle novità paritetica al disincanto per certi nomi storici o stravaganze inutili, cassate senza esitazione. In passato, troppe sfilate hanno riversato vestiti senza alcun riscontro nella realtà del mercato: finalizzati solo a fare immagine sui giornali. Così la moda si è avvitata in una spirale di autoriferimenti: un dialogo in codice tra addetti ai lavori che paradossalmente ha estromesso il consumatore, fonte prima di vita per la gioiosa macchina dello stile. E allora ben venga il successo di Alessandro Dell’Acqua con la sua collezione N°21 in perfetto equilibrio tra prodotto e creatività. Non a caso il brand “numerico” è diventato il logo sulla felpa-tormentone che tutte le It girl indossano per sostenere questo creativo. Molto più bravo della fama che possiede (l’ha inalberata persino Stefano Gabbana).

N°21 With this same sense of positivity and coherence, loudly demanded in this time of economic crisis, we have chosen the most representative photos of the shows, paying equal attention to innovation and disenchantment with certain classic names and disregarding excessive extravagance without hesitation. In the past, too many shows have consisted of clothes corresponding in no way to the realities of the market: aimed only at looking good in the magazines. So that fashion has formed a spiral around itself, a dialogue in code contained within the industry itself that has paradoxically excluded the consumer, its prime source of life, which powers the joyful motor of style. So good luck to Alessandro Dell’Acqua’s N° 21 collection, a perfect balance of product and creativity. Good reason why this brand “number” has become the logo on the sweatshirt all the It girls are wearing in support of this designer. He is much cleverer than you think (even Stefano Gabbana asserted it).

DE VINCENZO E PUGLISI Ancora: spazio a giovani come Marco De Vincenzo o Fausto Puglisi, i due assi nella manica del made in Italy: emergenti felicemente emersi. Una lode infine a Dolce e Gabbana che sono riusciti a trovare il balance ottimale tra prodotto (i tailleur con tessuti maschili) e spettacolarità (gli abiti mosaico con le coroncine). Come hanno riportato le cronache delle sfilate, Giorgio Armani si è indispettito per lo spazio mediatico concesso a questi copricapo non certo prêt-à-porter. “I giornali - ha dichiarato lo stilista (e siamo d’accordissimo) - dovrebbero descrivere ciò che la gente trova e può comprare in negozio”. Ma c’era anche tutto questo da Dolce e Gabbana, che sono riusciti a fondere sogno e realtà, sacro e profano, ottenendo la proverbiale “botte piena e moglie ubriaca”. E poi - detto col cuore e con la massima stima - perché, caro signor Armani, ogni stagione, deve polemizzare con i colleghi/concorrenti? Lei è, e continua a esserlo, l’indiscusso re dell’Italian style, al di sopra di tutti. Sia sovrano anche nel fare sistema. La moda italiana ha bisogno anche di questo.

DE VINCENZO AND PUGLISI And a space for young talents again such as Marco De Vincenzo and Fausto Puglisi, the two aces up the sleeve of the Made in Italy label, now more than just emerging. Finally praise to Dolce & Gabbana who have achieved a perfect balance between product (women’s suits in men’s fabrics) and theatre (mosaic clothes and crowns). As already reported in the fashion press, Giorgio Armani was annoyed by the amount of coverage given in the press to this, certainly not prêt-à-porter, headgear. He said (and we completely agree) “The press should describe what people see and can buy in the shops”. But this was the same at the Dolce & Gabbana show and they were able to merge dream with reality, the sacred with the profane, having the proverbial cake and eating it. And then - said from the heart and with the deepest respect why, dear Mr Armani, every season, must you polemicize with your colleagues/competitors? You are and continue to be the undisputed king of Italian style. Please behave like a sovereign. Italian fashion needs that as well.

ph. Stefano Trovati, SGP

FUORI!

Gianluca Lo Vetro 4

W

N°21


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PRÊT - À -

PORTER

F A L L WINTER

Bozzetto disegnato da Karl Lagerfeld per Fendi. Sketch by Karl Lagerfeld for Fendi.

2013-14

Lʼinvito alla sfilata di Antonio Marras. Antonio Marras showʼs invitation.

MILANO MODA DONNA

Gucci

Testi di Gianluca Lo Vetro / Texts by Gianluca Lo Vetro. 5


BOTTEGA VENETA

www.bottegaveneta.com

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SENZA SPESSORE Volant, canne, macro plissé: immaginate le costruzioni più ardite su tutti i punti della silhouette dalle spalle alla gonna. E poi stiratele e appiattitele in un trionfo di bidimensionalità. Avrete l’idea di Bottega Veneta molto, forse troppo, simile alla collezione flat di Comme des Garçons. A enfatizzare questo gioco senza spessore, le borse incorniciate da cerniere metalliche. Splendide come al solito.

WITHOUT DEPTH Flounces, ribs, and macro-plissé: imagine the most daring constructions in every point of the silhouette, from shoulders to the skirt. Then iron and flatten them in a triumph of two-dimensionality. You will have an idea of Bottega Veneta: much, perhaps too much similar to the flat collection by Comme des Garçons. In order to enhance this play without depth, the bags are framed by metallic zips. Wonderful as usual. 24


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www.dolcegabbana.it

DOLCE&GABBANA

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TESSERE LE TESSERE Oltre a una cartolina dall’Italia dei patrimoni siciliani, ogni pezzo della collezione dedicato ai mosaici di Monreale (Palermo) e ricoperto di ori e tesori è un inno alla sartorialità: al lavoro manuale e paziente con cui Dolce e Gabbana costruiscono ogni capo punto dopo punto. O, se preferite, tessera dopo tessera. Per la serie tessere le tessere. È folgorante l’esordio della sfilata con il susseguirsi di questi sacri capolavori sino al corsetto che riproduce il busto di Sant’Agata. Come se non bastasse le modelle hanno in testa la corona delle statue della Madonna. Mentre ai piedi indossano calzature con tacchi a rete metallica nei quali sbocciano veri fiori. Come nelle campane dei santi. LA CILIEGINA SULLA TORTA Dall’ultraterreno al terreno, sulla colonna sonora de La strada di Fellini arrivano in passerella strepitosi cappotti e tailleur trepezzi in tessuti maschili con gonne sotto il ginocchio leggermente a calice e T-shirt coordinate che sbucano da micro giacche. Se la prima parte dello show inonda e soddisfa gli obiettivi, la seconda, paradossalmente, piace di più ai critici di moda, perché è la vera moda che si vedrà nei negozi e sulla gente. E chissà quanto. Lo spettacolo è così confezionato per fare un doppio centro di immagine e di sostanza. Con la decorazione sulla torta del gran finale in rosso Dolce: ciliegia.

WEAVING MOSAICS As well as an Italian postcard illustrating Sicily’s cultural heritage, each item in this collection, dedicated to the mosaics of Monreale (Palermo) and covered in gold and treasures, is also a celebration of sartorial craftsmanship, of the manual dexterity and patience with which Dolce & Gabbana construct every garment, stitch by stitch. Or, if you like, mosaic tile by mosaic tile. The breathtaking start of the show was with a succession of these sacred masterpieces culminating in a corset reproducing a bust of Saint Agatha. And as if that were not enough the models wore crowns as seen on statues of the Madonna. While on their feet, they wore high heels with metal netting from which sprouted real flowers. As in the saints’ bells. THE CHERRY ON THE CAKE From the after-life to real life and to the sound track Fellini’s La strada fantastic coats and three piece suits in men’s suiting, with slightly goblet shaped below the knee skirts co-ordinated T-shirts descending beneath micro jackets, appeared on the catwalk. Where the first part of the show more than satisfied its objectives, paradoxically the second part was preferred by the fashion critics, because it was real fashion that will be seen in the shops and worn in the streets. And who knows how much. The show was so packaged to have a double centre in both image and substance. With the grand finale in red, in cherry red. 32


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www.fendi.com

FENDI

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TRANS-FUR Una cresta punk di volpe: la prima uscita svela subito lo spirito anticonvenzionale della nuova e straordinaria pellicceria di Fendi. I velli sono rasati, epilati, colorati con venature acide, intarsiati... Mentre la pelle o il cavallino sono tagliati a frangette per imitare manti animali. Sfila tutto quanto può suggerire la fantasia, per far sì che il visone non sia più il cappotto della nonna, lo zibellino lo status symbol della ricca. E avanti di questo passo transgenico. Sulla passerella più lunga di Milano Moda Donna si riversa immancabilmente un’inondazione di accessori, tra cui le nuove borse di selleria nelle quali è inciso il numero di punti necessari per la loro costruzione: Adele 1328, Anna 1322, Peekaboo 1584. Di sera, il gioco in 3D continua e il bolero diventa un giubbotto a petali che in un divino paradosso riproduce l’effetto pelliccia dei tessuti con la pelliccia. A punk comb in fox: the first look unveils immediately the unconventional spirit of the new and extraordinary Fendi’s furs. The furs are shaved, depilated, coloured with acid nuances, inset... Whilst leather or pony skin is cut in fringes to imitate animal’s skins. The creativity is on show, so that the fur coat isn’t any more the grandma’s coat and the sable fur the rich woman’s status symbol. And so on, towards a transgenic style. A rain of accessories rushes into the longer catwalk of Milano Moda Donna, among which the new saddler bags, where the number of points necessary for their construction is written, Adele 1,328, Anna 1,322, Peekaboo 1,584. For the evening, the 3-D play continues and the bolero becomes a jacket with petals that, as a divine paradox, reproduces in fur the fur effect of fabrics. 54


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N°21

www.numeroventuno.com

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BORGHESIA ILLUMINATA Cosa c’è di più noioso dello stile di una certa borghesia Anni ’70 con il paltò di cammello, il pantalone grigio e la scarpa bassa? Alessandro Dell’Acqua per la collezione N°21 parte da qui. Ma rielabora il tutto con piccoli e indovinati dettagli: dal pull di paillette d’oro alle college con fregi di cristalli coordinati ai ricami delle calze. Qualche piccolo colpo di scena come il montone dorato. E via con la sera: longuette con le gocce di vetro che un tempo ornavano i golfini delle mogli degli industriali. Tutto è nuovo, ma ogni cosa è familiare e portabile. In un mix perfetto tra prodotto e creatività.

ILLUMINATED MIDDLE CLASS What is more boring than the style of certain middle class in the Seventies with camelhair coats, grey trousers and thin scarf? Alessandro Dell’Acqua starts from here for his N°21 collection. However, revisiting everything with small and successful details: from the gold-sequined pullovers to the ones with crystal patterns combined with the thigh’s embroideries. Some small coups-de-théâtre such as the gold coloured shearling. In addition, in the evening, calf-length skirts with glass drops that in the pass decorated the small pullovers of the entrepreneur’s wives. Everything is new, but everything is familiar and wearable. A perfect mix between product and creativity. 124


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www.versace.com

VERSACE

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HEAVY LADY

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“Come si vestirebbe oggi il ribelle movimento inglese degli Anni ’70?”. Alla domanda che si è posta Donatella Versace risponde la sua passerella intitolata con l’acronimo V-unk: dove la V sta per Versace. Trionfano così il vinile, le borchie e i chiodi gioiello. Questi ultimi, profusi dalle spalline agli anelli, si possono considerare i felici eredi degli spilloni Anni ’90 di Gianni, iconizzati dall’abito che indossò Liz Hurley al fianco di Hugh Grant sul red carpet degli Oscar 1994.

“How will a rebel from the English Seventies movement dress today?”. Donatella Versace answers on her catwalk, titled with the acronym V-unk, where V means Versace, to the answer she asked herself. So vinyl, studs and jewel nails triumph. These last over both shoulder straps and rings can be considered the lucky heirs of the Nineties brooches by Gianni that have become an icon due to the dress worn by Liz Hurley appeared with Hugh Grant on the red carpet during the Oscar Academy Awards 1994.

STILL CARPET Tra bianchi, neri e colori al neon, l’effetto della sfilata è dirompente. Ma a chi si ribella la donna di Donatella? “Al sistema che mette le donne in secondo piano”. Sta di fatto che la sua iperfemmina è già in primissimo piano sotto i riflettori di uno still carpet. Perché quello è il contesto ideale delle heavy lady di Versace. E semmai sono gli uomini che devono stare attenti a non essere artigliati da queste creature d’acciaio: contundenti forse per difendere una fragilità interiore. A immagine e somiglianza di Donatella, fortissima, quanto sensibile.

Among black, white and neon colours, the impact of the show is disruptive. But against whom will the Donatella's woman rebel? “Against the system that puts women in the background”. However, her hyper-woman is already in the foreground under the lights of a still carpet. Indeed, this is the ideal contest of Versace's heavy ladies. But the men must pay attention to be seized by these steel creatures: dangerous, perhaps to protect their inner fragility. In Donatella's likeness: as much strong as sensible.


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MILANO PRESENTATIONS

Fratelli Rossetti 163


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MILANO PRESENTATIONS I’M ISOLA MARRAS www.isolamarras.it

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JET SET www.jetset.ch.en

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PAP119_PRESENTAZIONI MI 1_Layout 1 28/02/13 12.44 Pagina 176

MILANO PRESENTATIONS LARDINI www.lardini.it

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MILANO PRESENTATIONS

ROBERTA SCARPA www.robertascarpa.it

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TOMBOLINI www.tombolini.it

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MILANO PRESENTATIONS VIADELLEPERLE

VDP

www.viadelleperle.it

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MILANO PRESENTATIONS CHURCH’S www.church-footwear.com

FRATELLI ROSSETTI www.fratellirossetti.com

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FURLA www.furla.com

GIUSEPPE ZANOTTI DESIGN

www.giuseppezanottidesign.com

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MILANO PRESENTATIONS SERGIO ROSSI

www.sergiorossi.com

TOD’S www.tods.com

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La Diamond Tower: al 25esimo piano, Sergio Rossi ha presentato la nuova collezione. Diamond Tower: at 25th floor, Sergio Rossi presented the new collection.


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PRÊT - À -

PORTER

F A L L WINTER

Marc Jacobs

2013-14

NEWYORKFASHIONWEEK Testi di Gianluca Lo Vetro / Texts by Gianluca Lo Vetro.

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www.calvinklein.com

CALVIN KLEIN COLLECTION

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ORFANO DI COERENZA Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma anche Calvin Klein. Perché il designer della collezione, Francisco Costa, dichiara di essersi ispirato all’orfano del film del regista russo Tarkovskij L’infanzia di Ivan, salvo presentare una collezione quasi fetish ad alto tasso di pelle. Persino di sera. Quando gli abiti almeno all’apparenza sembrano rigidi come gli scafandri protettivi dai raggi X.

LACKING IN CONSISTENCY It’s easier said than done; that’s right for Calvin Klein too. Despite the collection’s designer Francisco Costa explains that he took inspiration from the orphan of the film Ivan’s childhood by Russian Director Tarkovskij, he presented an almost fetish collection with much leather. Even for the evening. The dresses seem apparently rigid like the overalls that protect from x-rays. 214


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www.donnakaran.com

DONNA KARAN

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DIECI E DONNA La stilista che ha inserito le iniziali di New York nella sua seconda linea DKNY esprime al meglio e al massimo il concetto del ready-to-wear americano: perfetto equilibrio tra innovazione e sostenibilità della stessa, senza stravaganze gratuite. E allora, ecco la perfetta semplicità di capispalla a poncho in jersey stratificati sul body - cavallo di battaglia di Donna. E se il semplice tubino è rinnovato da intarsi di materiali sorprendenti dal raso alla pelle, la sera è costruita su porzioni di body velati incastonati anche in strepitosi corsetti a striscioline di pelle. Dieci e lode, Donna.

PRISE TO DONNA The designer, who put the initials of New York in her second line DKNY, expresses in the best and most complete way the concept of American ready-to-wear: a perfect balance between innovation and its sustainability, without useless eccentricity. Indeed, here is the perfect simplicity of poncho-shaped outerwear in jersey layers over the leotards – the Donna’s key items. If the simple sheath is renewed by insets in astonishing materials, from satin to leather, the evening is constructed with proportions of veiled bodysuits sculptured also in fabulous corsets in leather strips. Praise to Donna. 240


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MARC JACOBS

www.marcjacobs.com

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“MA VAI A DORMIRE” La novità è che Marc Jacobs non ha attinto come di consueto all’ultima collezione di Prada, ma a quella della scorsa estate con i renard di volpe, veri e falsi, appuntati in tutte le maniere. L’altro cavallo di battaglia sarebbero gli abiti pigiama tanto che lo stesso stilista è uscito in passerella col suo personale abito da notte. Do you remember Dolce&Gabbana uomo, sempre di qualche anno fa? Bravissimo poi Marc a servire il frullato. Ma non tutti se lo bevono. E c’è anche qualcuno che dice “ma vai a dormire”.

“COME HOME TO ROOST” The news is that Marc Jacobs didn’t take inspiration, as usual, from the Prada’s collection, but from the one of last summer with the true and false fox renards appliquéd in the most different ways. The other key pieces should be the pyjama dresses; indeed, the designer walked down the catwalk with his own nightgown. Do you remember Dolce&Gabbana men’s collection from some years ago? However, Marc was bravissimo to serve the shake. Even if not everybody drank it. Someone said, “Come home and roost”. 266


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www.ralphlauren.com

RALPH LAUREN

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NAVY A EST Parte in nave o meglio con lo stile navy. Ma dopo una serie di brillanti approdi (stupendo il tubino lungo decorato solo da un grado), Ralph Lauren finisce in un’opulenza un po’ troppo russa. Spiegabile soltanto con la ricchezza dei nuovi mercati dell’Est.

EASTERN NAVY STYLE Starting with a boat for a navy style. But after a series of brilliant docking (a wonderful long sheath decorated only with a stripe), Ralph Lauren ends with an exaggeratedly Russian opulence. That can be explained only by the health of the new Eastern markets. 296


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