INTERNATIONAL EDITION 速
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GRANDE UOMO GREAT MAN
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BOOK MOD@ UOMO PERIODICO TRIMESTRALE DI MODA E INFORMAZIONE PRÊT-À-PORTER AUTUNNO/INVERNO - FALL/WINTER 2013-14 Direttore Editoriale MARCO UZZO • marco.uzzo@bookmoda.com Direttore Responsabile GIANLUCA LO VETRO • gianluca.lovetro@bookmoda.com Hanno collaborato Flavia Impallomeni, Antonella Scorta, Valentina Uzzo Redi Hoxha, Sabrina Mellace Contributors Fabriano Fabbri, Sandro Mambri, Stefano Roncato Grafica Giuseppe Grippa • produzione@bookmoda.com Gioele Floro • gioele.floro@bookmoda.com Fotografi Sfilate: imaxtree.com Servizi fotografici: Michele De Andreis, Mario Gomez, Federica Sasso Segreteria di Direzione Cecilia Scolari • cecilia.scolari@bookmoda.com Segreteria di Redazione Annalisa Cereda • annalisa@bookmoda.com Traduzioni Studio MVM Tipografia REGGIANI Spa - Divisione Arti Grafiche Via Alighieri, 50 - 21010 Brezzo di Bedero (VA) - Italy
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Il direttore al teleidoscopio. The director with a teleidoscope effect.
EDITORIAL
IN CORDATA ROPED TOGETHER
on sta a noi entrare nel merito dei risultati elettorali italiani. Però possiamo dire che la terza repubblica della moda sia già iniziata nelle collezioni maschili presentate in questo numero: una prova di grande maturità e di straordinaria attenzione ai consumatori; “gli elettori” del prodotto, se vogliamo dirlo in politichese. Taluni hanno trovato le passerelle poco creative. Al contrario, il sottoscritto ha notato una nuova ricerca più profonda, nell’intimo delle trame. Per rinnovare il guardaroba, complice la tecnologia, senza stravolgerlo con bizzarrie inutili e fuori tempo massimo. Volendo continuare il paragone con la politica, gli strilli di certe tendenze, il cosiddetto “ultimo grido”, hanno fatto il loro tempo come le promesse non mantenute di tanti uomini di governo: nessuno ci crede più. E tanto meno si lascia incantare. Perseverare sulla vecchia strada avrebbe potuto indurre la gente a non votare più la moda.
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t is not our job here to discuss the Italian elections. However, we can say, as far as fashion is concerned, that with the men’s collections illustrated in this issue the third republic has already begun. They are an example of extreme maturity and extraordinary attention paid to the consumer: staying with the language of politics, those who “vote” for the product. Some found the shows lacking in creativity. On the other hand, I noted much greater refinement. In addition, technology played its part in the new wardrobe too without introducing unnecessary, out-dated exaggerated bizarreness. Continuing with political speak, the screams made by certain trends, those so-called “latest things”, have had their day in the same way as have those empty promises made by so many of our politicians. Nobody believes in them anymore and is definitely not taken in by them anymore. Continuing in the old ways would have led people to stop voting for fashion altogether.
POTATURE NECESSARIE Anche il successo del festival di Sanremo, carrozzone dello spettacolo televisivo che comunque è il barometro del tempo che fa in Italia, ha confermato che c’è bisogno di sostanza. Le sirene mediatiche, ormai, restano nel vento, tanto che in campagna elettorale alcuni politici hanno recuperato la dimensione del comizio in piazza: a tu per tu con la gente. Idem la moda che a questo giro ha restaurato il dialogo con il consumatore. Laddove in questi ultimi anni ha parlato soprattutto con se stessa e con un fashion system che in tal modo si è avvitato su stesso. La rivoluzione è solo all’inizio, comporterà i tagli a molti rami secchi: potature necessarie alla fine di ogni inverno, per far fiorire la primavera. E in tutti i settori. L’odierna “rete” sociale, ormai, ci lega in una sorta di cordata: se va giù uno, tutti gli altri fanno la stessa fine.
SOME NECESSARY PRUNING Even the success of Sanremo, cult TV entertainment that in any case is the barometer of what the weather is doing in Italy, has confirmed that there is a need for substance. Now those sirens of the media are abandoned to the air while politicians have gone back to rallies in public spaces, face to face with the people for the electoral campaign. In addition, the same goes for fashion; this time it has restored a dialogue with the consumer whereas, over the last few years, it has mostly dialogued with itself and a very introspective fashion system. The revolution has only just begun, it will lead to a lot of dead wood being cut away: the pruning needed at the end of every winter so that there will be blossom in the following spring. And in all the sectors because in today’s social “network” we are all really roped together: if one falls, so do all the others.
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Gianluca Lo Vetro P.S. Per problemi di foliazione, in questo numero di Book abbiamo dovuto rinunciare alla pagina dei contributor. Desidero tuttavia ringraziare Stefano Roncato per aver scelto di debuttare come stylist su Book Moda Uomo. Quando ho assunto la direzione di questa testata, ho avuto il piacere e l’onore di tenere a battesimo il primo servizio fotografico di un altro grande creativo: Daniele Cavalli. Per una di quelle strane coincidenze che poi “strane “ non sono, questo mio editoriale è illustrato con foto al teleidoscopio proprio di Daniele. Che nel frattempo è cresciuto e ha assunto la direzione artistica di Cavalli Uomo. Mi piace pertanto credere che questo magazine sia la culla di talenti in divenire. Il che non vuole essere una celebrazione di Book (anche se un pizzico d’orgoglio non possiamo negarlo), ma un’iniezione di energie e di positività. Per il futuro fotografico di Stefano. E di tutti coloro che scelgono questa testata come rampa di lancio per intraprendere nuove sfide.
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P.S. Due to problems linked to the page layout, in this Book’s edition we had to renounce to the page of contributors. However, I would like to thank Stefano Roncato to have chosen Book Moda Uomo to debut as stylist. When I was appointed director of this magazine, I had the pleasure and honour to publish the first photographic service of another great creative person: Daniele Cavalli. Due to certain strange coincidences, which aren’t so “casual”, this editorial letter is illustrated with teleidoscope photographs by Daniele, who meanwhile has grown and was appointed artistic director of Cavalli Uomo. Therefore, I would like to believe that this magazine is a cradle of future talents. All that isn’t aimed at celebrating Book (even if there is a bit of pride in all that), but an injection of energies and positivity for the photographic future of Stefano and all those who choose this magazine as starting point to face new challenges.
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2015
COOL p a s t
a cura di Barbara Bolelli
r e t u r n s
150 anni/years CHE LA NOTTE DURI PER NOI IN ETERNO! È il 10 giugno 1865, quando, per la prima volta, al Teatro Nazionale di Monaco, va in scena il dramma musicale Tristan und Isolde (Tristano e Isotta) del maestro Richard Wagner. Nasce il decadentismo europeo: nostalgia, sogno e oscurità si uniscono in un abbraccio senza tempo, al di là della storia e del mito. Persino la musica non è più la stessa e cromatismo e sospensione armonica dipingono allusività e sentimento. Centocinquant’anni dopo, nel 2015, un nuovo Tristano: una versione che, per celebrare il prestigioso anniversario, sarà diretta da Katharina Wagner, donna e pronipote del grande compositore. Il luogo scelto per l’evento è il Margravial Opera House di Bayreuth, città tedesca della Baviera settentrionale, in cui Wagner visse dal 1872 fino alla sua morte, nel 1883.
John William Waterhouse, Tristan and Isolde with the potion, 1916 ca.
COMING
40 anni/years SEX È il 1975 quando Nostra Signora Vivienne Westwood e il musicista Malcolm McLaren ribattezzano la boutique al 430 di King’s Road “Sex” e lanciano il gruppo Sex Pistols. Tra fermento, scandalo e rivoluzione ci si ribella all’ipocrisia dei codici di comportamento dell’establishment. Abiti di cuoio, magliette di gomma, catene e T-shirt con immagini pornografiche: è l’inizio del punk. “I punk sapevano che gli abiti possono essere armi di sovversione, quanto i libri e i manifesti”, ha scritto Giannino Malossi nel volume Liberi Tutti, e la Westwood non fa altro che fornire, in termini di mode e pose, un manuale-identità ai nuovi anarchici che suonano al Roxy e girano per Londra con creste minacciose e le guance trafitte da spille da balia. God save the Queen!
I Sex Pistols al Paradiso di Amsterdam nel 1977 / Sex Pistols, performer in Paradiso, Amsterdam in 1977. National Archief.
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Ludwig Schnorr von Carolsfeld (Tristano) e sua moglie, Malwine Schnorr von Carolsfeld (Isotta) nel dramma di Richard Wagner, Tristan und Isolde, rappresentato a Monaco nel 1865 / Ludwig Schnorr von Carolsfeld (Tristan) and his wife Malwine Schnorr von Carolsfeld (Isolde) in Tristan und Isolde by Richard Wagner, Munich 1865.
MAY NIGHT LAST FOR US FOREVER! On June 10th 1865, the opera Tristan and Isolde by Master Richard Wagner took place for the first time at the National Theatre of Munich. The European decadentism originated – nostalgia, dream and darkness were combined with each other in a timeless embrace, beyond story and legend. Even music changed, whilst chromatism and harmonic suspension painted allusiveness and feeling. After
one hundred and fifty years, in 2015, a new Tristan: a version that, in order to celebrate the prestigious anniversary, will be directed by Katharina Wagner, woman and great granddaughter of the great composer. The place where the event will take place is the Margravial Opera House of Bayreuth, German city in northern Bavaria, where Wagner lived from 1872 until his death, in 1883.
In 1975, when Lady Vivienne Westwood and musician Malcolm McLaren renamed the boutique at 430 King’s Road “Sex” and launched the group of Sex Pistols. Among ferments, scandals and revolutions, people revolted against the hypocrisy of the establishment’s behavioural codes. Leather suits, rubberised shirts, chains and T-shirts with pornographic images: the beginning of punk. “The punks knew that clothing can be as much a weapon as books and manifestos”, wrote Giannino Malossi in the book Liberi Tutti, and Mrs Westwood only delivered fashions and poses, a manual/identity to the new anarchists that played music at Roxy and strolled in London with menacing crests and the cheeks perforated by safety pins. God save the Queen!
Malcolm McLaren and Vivienne Westwood.
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PRÊT-À-PARLER In espansione / Expansion
L’UOMO SI FA
IG Versace
MAN BECOMES A GIANT Aumentano i volumi. Colpa delle sneakers. Volumes are growing. It’s all down to the Ma segno anche dei tempi. Che richiedono sneakers. But a sign of the times too which also “spalle larghe” require “broad shoulders” di Gianluca Lo Vetro ravatta larga, revers ampliati e pantaloni con le pinces: mamma, mi si è ingrandito l’uomo. Dopo decenni di slim, elevata a culto quasi maniacale la silhouette filiforme, alle ultime sfilate ha fatto capolino un uomo improvvisamente cresciuto. Al motto di “grande è
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ide ties, broad lapels and trousers with darts: goodness how the boy is growing. After decades of slim lines, elevated to a cult of an almost maniacally thin silhouette, at the latest shows we were suddenly offered a man who had suddenly grown.
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Il mio nuovo uomo... Un gladiatore contemporaneo My new man... A modern day gladiator Donatella Versace
ANTE Versace
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PRÊT-À-PARLER
L’effetto è a dir poco ostentato e fatale: punta dritto dritto alla presa in giro del potere The effect, to say the least, was flamboyant and inevitable: it was aimed directly at the parodying of military power
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Mimesi / Camouflage
ARMI CELIBI
SINGLE’S WEAPONS
Bombe gioiello, fucili zebrati e armi leopardate: la pop art che neutralizza il potere. Come il camouflage in passerella
Jewel bombs, zebra-stripe guns and leopard print weapons: pop art neutralises military might, as does camouflage on the catwalk
di Fabriano Fabbri na volta tanto, la confusione generata dal termine “pop” si autogiustifica per sincronia spontanea. “Pop”, ricordiamolo, è tutto ciò che deriva da una cultura di massa e per molti versi democratica, “popular” per
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ynchronised spontaneity has for once justified the confusion caused by the use of the word “pop”. Let’s remember that “pop” is short for popular and stands for the reasonably democratic culture of the masses. It goes without
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Antonio Riello, Nadine, Diana e Ingrid, kalashnikov e pistole celibi, ovvero non funzionanti. In the background, Antonio Riello, Elegant camouflage, 2012.
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Photographer Michele De Andreis Stylist Stefano Roncato Make-up Walter Gazzano @National Make up Artist Yves Saint Laurent BeautĂŠ Hair Giacomo Bergamini staff per Aveda Fashion contributor Demetrio Baffa Trasci Amalfitani Model Victor Gorincioi @Independent Men
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Fendi total look.
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Etro total look.
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Prada total look.
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PRÊT-À-PARLER
Altri generi / Other types
FEMMINILITÀ BARBARICA
BARBARIAN FEMININITY
Capelli lunghi, gioielli e sguardo truce, avanza un nuovo barbaro femminilizzato. Contraddizioni dell’attuale identità sessuale. Confusa da Internet
Long hair, jewellery and threatening looks. The new feminine barbarian. Contradictions in sexual identity. Like computer cut and paste
vevano gioielli e capelli lunghi, ma erano il simbolo della virilità”: Kean Etro risale alle invasioni barbariche per disegnare il contraddittorio identikit maschile emerso dalle sfilate. Feroce e falcidiante è lo sguardo dei modelli di Versace che, però, aprono selvaggi velli a pelo lungo su una delicata lingerie di pizzo trasparente. E se nelle stampe delle loro T-shirt si intrecciano maschi nudi, nei ricami delle giacche si ripete ossessivamente la parola “macho, macho, macho”. E che dire dei pantaloni di pelle nera di Costume National? La durezza di questo capo va in fumo, o meglio nel fumé, delle calze di seta trasparenti. Del resto, persino Brad Pitt, nell’ultima campagna pubblicitaria del profumo di Chanel, presenta una commistione di elementi controversi: chioma bionda e lunga, modello “libera e bella”, petto in vista da playboy, ma depilato, nonché ornato di catenina gioiello. Difficile, insomma, orientarsi in una selva di segnali così contraddittori e spiazzanti rispetto ai vecchi parametri del maschile e del femminile, seppur con le variabili dell’omo- e della trans- sessualità. Le labbra dei modelli di Walter Van Beirendonck sono enfatizzate da applicazioni rosse per essere seduttive come quelle di Jessica Rabbit o spaventose come la bocca di un cannibale post umano? Qual è l’altra metà del cielo di questi esseri? La creatura con cui dovrebbero scontrarsi/incontrarsi in una relazione sentimentale? Non per sapere i fatti loro, ma per capire dove va l’iconografia maschile.
hey wore jewellery and had long hair but were the epitome of male virility”: Kean Etro turned back to Barbarian invasions to design the contradictory male identikit that emerged from the shows. The expressions on Versace’s models were fierce and withering: and it was decidedly male bodies that could be glimpsed through delicate lingerie in transparent lace. Though male nudes could be seen in their printed T-shirts, the word “macho, macho, macho” was repeated obsessively in the embroidery on the jackets. In addition, what can be said about the black leather trousers by Costume National? This tough look item has been turned into transparent silk stockings. In fact even Brad Pitt in the latest perfume advertising campaign for Chanel offers us a mix of contradictory elements: a long blond quiff, exposed but much depilated chest decorated with a gold chain. In short, it is difficult to pick a way through this forest of such contradictory and disorientating messages compared with the old parameters of male and female, even with gay/cross dressing variables. Were Walter Van Beirendonck’s models lips reddened to be as seductive as Jessica Rabbit’s was or as frightening as a post-human cannibal? What are the other halves of these creatures like? The ones they may have a sentimental relationship with? Not wishing to pry but just trying to understand where male iconography is going.
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Difficile, insomma, orientarsi in una selva di segnali così contraddittori e spiazzanti rispetto ai vecchi parametri del maschile e del femminile In short, it is difficult to pick a way through this forest of such contradictory and disorientating messages compared with the old parameters of male and female
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Walter Van Beirendonck
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iFun Photographer Mario Gomez Stylist Sabrina Mellace Stylist ass. Filippo Scrivani - Chiara Viciani Hair & Make-up Giovanni Iovine@W-M Management.com Mandala Creative Productions
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Moncler Grenoble hooded jacket, Port Cros swim trunk.
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Woolrich John Rich & Bros. polo shirt, Messagerie shorts, M. Grifoni belt, Borsalino straw hat.
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Carlo Pignatelli blazer, I Love Moschino polo shirt, Paul Smith printed trousers and straw hat, MSGM sneakers.
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PRÊT-À-PARLER Italy symbol / Italy as a symbol
CARTOLINE DALL’ITALIA ITALIAN POSTCARDS a Camera degli Sposi di Mantova, le Madonne siciliane, la Fontana del Porcellino e il giglio di Firenze: il made in Italy fa tesoro del patrimonio nazionale, trasformandolo in elemento decorativo delle nuove collezioni. Sfilano, così, dipinti, sculture, ma anche blasoni o più semplicemente immaginette sacre che diventano nuovi loghi: status symbol colti. Cartoline dell’Italia più bella, spedite in tutto il mondo. G.LoVe.
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2.
he Camera degli Sposi of Mantua, the Sicilian Madonna paintings, the Fontana del Porcellino and the lily of Florence: Made in Italy products avail themselves of the national heritage turning it into the decorative elements of the new collections. Therefore, on the catwalks there are paintings, sculptures, but also blazons or simply sacred images: cultivated status symbols. Postcards of the most beautiful Italy sent all over the world.
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4.
5.
1. Particolare della Camera degli Sposi affrescata dal Mantegna nel Palazzo Ducale di Mantova / Detail of the Camera degli Sposi frescoed by Mantegna in Palazzo Ducale in Mantua, from Storia dellʼarte, la Repubblica; 2. Corneliani si è ispirato ai motivi geometrici del Mantegna per la sua collezione / Corneliani took inspiration from Mantegnaʼs geometric motifs for his collection; 3.-4. Immaginette sacre della Vergine Maria / Sacred images of Virgin Mary; 5. Lʼallestimento della sfilata di Dolce&Gabbana / Dolce&Gabbana fashion show set; 6.-7. Dolce&Gabbana.
3.
6.
7.
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PITTI di Gianluca Lo Vetro (hanno collaborato Flavia Impallomeni e Valentina Uzzo)
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’abito è la scrittura della nostra società”: dalla condivisibile osservazione di Elio Fiorucci, si deduce che il libro ha una stretta parentela con la moda. Anche se questo settore non ha mai amato la lettura, preferendo le figure, seppur di grande qualità. Non a caso ha prodotto una bibliografia poco incisiva: una sorta di agiografia degli stilisti con tomi monumentali. Più che grandi, ingombranti per le librerie. Perché, allora, Pitti Immagine ha dedicato proprio ai libri l’ultima edizione della mostra di abbigliamento maschile autunno/inverno 2013-2014?
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lothes are our society’s writing”. One can deduce from Elio Fiorucci’s understandable observation that there is a close link between the book and fashion, even though this sector has never been about the written word but more about drawing, even of high quality. There is a reason why fashion books have made little impact: they make a kind of designer hagiography in the form of monumental tomes, which are very bulky for the bookshops. So why has Pitti Immagine dedicated the latest edition of the autumn/winter 20132014 menswear shows precisely to books?
L’IMPORTANTE È CALARSI NELLA LETTURA Apparentemente contraddittoria, la scelta diventa coerente, quando si sfogliano le collezioni: capi sartoriali di grande ricerca e straordinaria sperimentazione, infuse, quasi mimetizzate, nelle forme semplici delle silhouette. Proprio come il rettangolo di un libro, quando contiene grandi valori. L’importante, in ambedue i casi, è soffermarsi a scoprirli, riflettendo sul prodotto senza liquidarlo con un’occhiata superficiale alla quale sino a oggi è bastato il fugace trend stagionale. Del resto, quando leggiamo con attenzione non usiamo i verbi calarci/immergerci in una pagina?
IT IS IMPORTANT TO IMMERSE ONESELF IN READING Although apparently contradictory, the idea makes more sense when you browse through the collections: highly refined and highly researched sartorial pieces, which are infused in, almost hidden in, the simplest of silhouettes. Just as the shape of a book is simple compared to the value of its contents. What is important in both cases is to take time to discover them, reflect on the product without discounting it with a superficial glance, which had been enough, until today, for those fleeting seasonal trends. Moreover, when we read books don’t we use verbs like immersing ourselves in the story?
AL ROGO LA SUPERFICIALITÀ Peraltro, l’elogio alla riflessione di Pitti giunge nell’anniversario del rogo dei libri nazista in Bebelplatz a Berlino (1933) affine per certi versi a una certa logica della rottamazione e alla cultura in pillole di internet che rischiano di ardere la storia e le nostre radici. Pitti Book, insomma, è un invito ad acquisire un approccio diverso all’abito, in quanto diverso è il nuovo che avanza nel made in Italy: in fuga da quella rapidità, tipica del fast fashion, che spesso è sinonimo di superficialità.
SUPERFICIALITY TO THE STAKE For that matter, Pitti’s urge for reflection falls on the anniversary of the burning of Nazi books in the Bebelplatz in Berlin in 1933. In some ways similar to the bite size portions on the internet today which risk turning our history and our roots to ashes. In short, Pitti Book is an invitation to acquire a different approach to fashion as far as the innovative strides being made in the Made in Italy label is concerned: a flight from speed, typical of fast fashion, which is often synonymous with superficiality.
“C
On the left, Fornasetti, Bibliophileʼs Waistcoastʼs, 1986 from Patrick Mauriès, Fornasetti Designer of Dreams, Thames and Hudson. Sopra, lʼape bookswear mania del Pitti Uomo 83 / Above, the little car bookswear mania by Pitti Uomo 83.
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A CACCIA DI SCOZIA
OLIVE
BLU BERLINO
JAGGER JACKET ELEMENTARE,
WATSON!
LUDWIG
CEMENTO & ASFALTO
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DOWN LODEN
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ATLANTE/MAPS
DOVʼÈ E DOVE VA LA MODA WHERE IS FASHION AND WHERE IS IT GOING Progenitore delle maps che sfogliamo sul navigatore, l’atlante è il primo libro che sin dalle elementari ci spiega dove siamo e dove andiamo. Come questo volume basilare, le tendenze di Pitti disegnano una serie di mappe dello stile che verrà, tutte europee: lungo le strade di storie secolari. Inimitabili. The forerunner of the maps we navigate on-line was the atlas. Our first primary school book to show us where we were and where we were going. Just like that classic book, Pitti trends create a series of maps of all the routes European styles are taking following centuries of history. Inimitable.
N.B. Già nel II secolo l’astronomo greco Claudio Tolomeo raccolse 27 carte geografiche. L’opera fu ristampata più volte nel XVI secolo, arricchita con le scoperte geografiche più recenti. Ma il primo vero Atlante Universale risale al 1817 e si deve ad Adolf Stieler. Note. Already in the 2nd century the Greek astronomer, Claudius Ptolomaeus had collected 27 maps. They were reprinted several times in the 16th century, with the additions of later discoveries. However, the first truly universal atlas dates back to 1817 and was thanks to Adolf Stieler. bookmoda I 103
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LONDRA/ENGLAND
JAGGER JACKET Disegno cravatta per la coppola di Borsalino / Tie patterns for the cap by Borsalino.
Le giacche fantasia delle rock star, primo fra tutti Mick Jagger, con i revers allargati. I tessuti della drapperia Anni ’60 e delle prime confezioni industriali, Facis e Lubiam, ritagliati in un nuovo formale rock. The sumptuous, rich fabrics of the wide lapelled jackets of sixties rock stars (top of the list Mick Jagger) and the first mass-produced garments, by Facis and Lubiam, presented in an innovative rock form.
Shetland scozzese per la giacca tinta in capo di L.B.M. 1911. Tartan Shetland for the piecedyed jacket by L.B.M. 1911.
Pitti People
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Motivo drapperia per i pantaloni e il parka di Andrea Pompilio. Draping motif for the trousers and parka by Andrea Pompilio.
D.A. Daniele Alessandrini
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Dall始archivio di Lubiam, un始immagine pubblicitaria dello storico marchio di abbigliamento fondato a Mantova nel 1911. From the archive of Lubiam, a promotional image of the historic clothing brand established in Mantua in 1911.
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IL LIBRO DELLA PIUMA / THE BOOK OF FEATHERS
UNA STORIA UNIVERSALE
A UNIVERSAL STORY
Entrato a pieno titolo nei basici dell’abbigliamento quotidiano, il piumino non ha mai cessato di essere il capospalla principale della nostra società. Al di là delle mode. Sempre più tecnico e affine a un inseparabile strumento di tecnologia, nelle sue evoluzioni ha scritto/descritto una storia a se stante nel mondo dell’abbigliamento. Il libro della piuma.
Il murale di piumini: Moorer + Feyem / The mural of quilts: Moorer + Feyem. Art work Francesca De Cherubini.
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The puffer jacket, which has become an every-day staple, has never ceased to be our principal item of outerwear. Above and beyond fashion. Increasingly technical and like an inseparable technological instrument, its evolution has created its very own history in the world of clothing. The story of feathers.
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La custodia per il libro di Moorer. The book holder by Moorer.
Cruciani
Herno
Paul & Shark
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PRÊT-À-PARLER Street casting
IL BELLO DEL PARTICOLARE THE BEAUTY OF THE PARTICULAR Dilaga il fenomeno dello street casting. Più che bellezze, si cercano caratteri. In nome dell’autenticità. Mentre a Parigi lo strambo...
Street casting is becoming popular. Personality being sought rather than good looks. In the name of authenticity. While in Paris the bizarre...
ono telecamere aperte su di noi e pertanto più credibili”: Dolce e Gabbana spiegano in termini di concretezza e adesione al mondo reale la scelta di mandare in passerella modelli non professionisti, selezionati con uno street casting. “Abbiamo iniziato l’anno scorso con questa strada - continuano un’esperienza umana straordinaria. Per certi versi simile al film di Tornatore L’uomo delle stelle”. I due stilisti, infatti, si sono divertiti a catturare/scritturare nella loro Sicilia uomini di tutte le età, purché caratteristici. “Identità dal carattere forte, non necessariamente belle - puntualizza Gabbana -. Adesso ci piacciono così”. In effetti non è più tempo di canoni imposti e modelli estetici avulsi dalla realtà.
“S
he camera lenses are pointing at us and are therefore more believable”: Dolce and Gabbana explain their decision to put non-professionals on the catwalk: chosen by street casting, as a pragmatic choice adhering to the real world. “We began doing this last year”, they told us, “an incredible human experience. In some ways like Tornatore’s film The star maker”. In fact, the two designers had great fun looking for men of every age, typical of their native Sicily. “We were looking for strong characters, not necessarily handsome faces”, stressed Gabbana. “Now we like them like that”. In effect this is no longer a time for imposed canons and models unrelated to reality.
ALTRE STRADE Per Ennio Capasa, designer di Costume National che ha mandato in passerella studenti di architettura e assistenti fotografi, lo street casting non è una novità. Anche se lui ha percorso altre “strade”: “Sono stato tra i primi a selezionare indossatori on line per la campagna pubblicitaria sulla Plug Generation. Volevo raffigurare i ragazzi che vivono la loro quotidianità frequentando le piazze virtuali. Dove per l’appunto si incontrano soggetti di ogni tipo. Lo street casting è il miglior modo per avvicinare la moda alla gente che la consuma”. Non a caso il fenomeno fa scuola in tempi volti al recupero di un mercato smarrito. Forse proprio per la proposta di icone impossibili.
ANOTHER WAY For Ennio Capasa, designer for Costume National, who sent students in architecture and assistants of photographers onto the catwalk, street casting was nothing new. Even though he did it another way. “I was one of the first (for the advertising campaign for Plug Generation) to choose people on the Internet to model the clothes. I wanted to show the kind of young men who frequented the virtual meeting places on the Internet. Street casting is the best way of bringing fashion closer its consumers”. A good reason why this method is leading the way at a time concentrated on recuperating a lost market, perhaps lost precisely because of those unreachable icons.
SINONIMI E CONTRARI L’ultima campagna di Baracuta “SYNONYMUS & ANTONYMUS”, sinonimi e contrari, è basata proprio sul concetto della “bellezza” trasversale di personaggi agli antipodi per mestiere e aspetto fisico. Unico denominatore comune, la passione per uno stesso capo. “Specialmente nel maschile - sostiene Daniele Cavalli - la moda deve tornare a parlare ai consumatori. Laddove, spesso si rivolge a se stessa: a un ristretto circolo di addetti”.
SYNONYMS AND ANTONYMS The latest Baracuta campaign “SYNONYMOUS & ANTONYMOUS” is based precisely on the concept of opposites, of personalities at the extreme opposites in occupation and physical features. The only common denominator, a passion for the same type of garment. “Especially in menswear”, sustains Daniele Cavalli, “fashion must return to relating to the consumer. Whereas it usually just relates to itself: to a small circle of fashionistas”.
BRUTTA ASTRAZIONE Proprio per questo si fa fatica a capire la fisiognomica dei modelli a tante sfilate di Parigi. È talmente ricercata nello strambo anti-bello, da sconfinare nel patologico. L’esatto opposto della perfezione sintetica e senz’anima che, alla resa dei conti, diventa rovescio di una stessa medaglia: una brutta astrazione dalla realtà. G.LoVe.
THE UGLY SIDE OF REALITY For this very reason it was difficult to understand the look of the models on many of the Paris catwalks. They were so extremely bizarre they bordered on the pathological. So completely opposite to soulless synthetic perfection that, in the end, they became the other side of the same coin: the ugly side of reality.
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COGNOME TOTARO NOME GIUSEPPE ETÀ 21 NAZIONALITÀ ITALIANA PASSERELLA DOLCE&GABBANA
COGNOME LAY NOME BENEDIKT ETÀ 26 NAZIONALITÀ TEDESCA PASSERELLA COSTUME NATIONAL HOMME
SURNAME TOTARO NAME GIUSEPPE AGE 21 NATIONALITY ITALIAN CATWALK DOLCE&GABBANA
SURNAME LAY NAME BENEDIKT AGE 26 NATIONALITY GERMAN CATWALK COSTUME NATIONAL HOMME
COGNOME CASCIO NOME LUIGI ETÀ 41 NAZIONALITÀ ITALIANA PASSERELLA DOLCE&GABBANA
COGNOME DE GUELTZL NOME THEO ETÀ 21 NAZIONALITÀ FRANCESE PASSERELLA COSTUME NATIONAL HOMME
SURNAME CASCIO NAME LUIGI AGE 41 NATIONALITY ITALIAN CATWALK DOLCE&GABBANA
SURNAME DE GUELTZL NAME THEO AGE 21 NATIONALITY FRENCH CATWALK COSTUME NATIONAL HOMME
* Per motivi di privacy non riportiamo le professioni dei modelli / For privacy reasons we canʼt specify the professions of the models.
Leviʼs per i 140 anni lancia 501 Interpretation: chiunque può inviare tramite i social network la sua versione del jeans più celebre / For its 140 years Leviʼs launches 501 Interpretation: everybody may send through the social networks his version of the most famous jeans.
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PRÊT-À-PARLER
Beauty on catwalks
BON TON AMMICCAMENTI E INDISCRETE PROVOCAZIONI
BON TON SLY AND INDISCREET PROVOCATIVENESS Le ultime collezioni vedono protagonista un uomo sostanzialmente raffinato, un misto di bravo ragazzo educato e di a m b i g u o e a n d ro g i n o c o n t e m p o r a n e o Dorian Gray. Da un punto di vista estetico si sottolinea un’esigenza di pulito e ordinato, senza escludere l’aspetto sexy e sensuale del bravo ragazzo che da sempre ha fatto presa nell’immaginario collettivo
di Sandro Mambri 164 I bookmoda
The latest collections have mostly offered us an elegant man, a mix between a polite, well-educated well-groomed young man and an ambiguous androgynous Dorian Gray. From an aesthetic point of view, a need for the orderly and the clean cut has been emphasised, without excluding the sexy and sensual side of the nice young man, who has always had a place in the collective imagination
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Still from Dorian Gray, with Ben Barnes, by Oliver Parker, 2009.
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PRET A PARLER • DONNA • UOMO • PRIVÉ • BAMBINO • BEAUTY • SPOSA • ARTE E DESIGN • BOOK CARPET
14 sezioni con foto, video, backstage e commenti delle passerelle dalle 4 fashion week. 14 sections with photos, videos, backstage and comments from the runways of the 4 fashion weeks. Privé: tendenze e novità di intimo, loungewear e homewear. Privé: underwear trends and news, loungewear and homewear.
Il Vetriolo: la finestra su moda e dintorni a cura di Gianluca Lo Vetro. Il Vetriolo: a window looking onto fashion and its related topics curated by Gianluca Lo Vetro.
Arte e Design: mostre, libri, design, tecnologia e le contaminazioni tra questi settori e la moda. Art and Design: shows, books, design, technology and the contaminations between these industries and fashion.
Book Carpet: “chi veste chi”, celebrities e stars sul tappeto rosso dei principali eventi internazionali. Book Carpet: “who dress who”, celebrities and stars on the red carpet of the most important international events.
Prêt-à-Parler: news dal mondo del fashion system e i prodotti che fanno tendenza. Prêt-à-Parler: news from the world of fashion system and the products which make trends.
Beauty: tutti “i trucchi” per farsi belli e in più la rubrica settimanale di Pablo Ardizzone. Beauty: all “tricks” to become beautiful and the weekly feature by Pablo Ardizzone.
In più il calendario degli eventi, i video delle sfilate, le tendenze, i magazine in versione on-line…e il nuovo canale Sposa Moreover, the eventsʼ schedule, the runwaysʼ videos, the trends, the on-line magazines…and the new Sposa channel
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Promotional shoot for The Kon-rads, 1963, photo Roy Ainsworth. Courtesy of The David Bowie Archive 2012. Š V&A Images. From David Bowie is exhibition.
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Alfa Castaldi - till March 30th - Galleria Carla Sozzani, Milano
UACKSTAGE L’INVENTORE DEL
THE FIRST TO SHOW BEHIND THE SCENES
Il percorso del celebre fotografo di moda dalla pittura all’obiettivo
This celebrated photographer’s move from painting to the camera lens
di Antonella Scorta a rivoluzionato il linguaggio fotografico delle riviste di moda: ora una retrospettiva celebra Alfa Castaldi, proprio a brevissima distanza dalla scomparsa della moglie, Anna Piaggi, altra indimenticabile protagonista del fashion. Era stata proprio lei a trascinarlo in questo mondo a lui estraneo, visto che proveniva da studi di arte, svolti con il grande critico Roberto Longhi. Ma anche le sue frequentazioni di giovane milanese colto e raffinato, con il ritrovo obbligato al Bar Giamaica di via Brera dove si riunivano quelli che sarebbero diventati i migliori fotografi dell’epoca, da Ugo Mulas a Mario Dondero e Carlo Bavagnoli, oltre a pittori, scrittori e giornalisti, lo conducono dietro l’obiettivo di una macchina fotografica. Dopo una serie di reportage per L’illustrazione italiana e Settimo giorno, ambientati nel sud Italia, a Parigi, a Londra e in Algeria, e altri dedicati alla vita sociale milanese, passa a still life e ritratti di personaggi della cultura e del cinema, per approdare infine alla moda. Non fotografa, però, abiti e modelle seguendo i canoni tradizionali, ma preferisce sperimentare.
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e revolutionised the language of fashion photography and now a retrospective exhibition will be celebrating Alfa Castaldi just a short time since the death of his wife, Anna Piaggi, another unforgettable protagonist of the fashion scene. It was in fact she, who introduced him to the world of fashion because he had studied art under the great critic Roberto Longhi. He was also introduced to this world and led to behind the lens of a camera by spending time at the obligatory haunt of the day in Milan, the Bar Giamaica in Via Brera where all those who were to become the best photographers of the era would meet; from Ugo Mulas to Mario Dondero and Carlo Bavagnoli, as well as painters, writers and journalists. Following a series of photographic features on southern Italy, Paris, London and Algeria and others on Milanese social life for L’illustrazione italiana and Settimo giorno, he turned to still lives and portraits of personalities from the world of culture and the cinema, and finally came to settle in the world of fashion. He did not however photograph clothes and models following the traditional canons but preferred to experiment.
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Non fotografa, però, abiti e modelle seguendo i canoni tradizionali, ma preferisce sperimentare
He did not however photograph clothes and models following the traditional canons but preferred to experiment
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Pastore sardo / Sardinian sheperd, 1980 ŠCourtesy Alfa Castaldi.
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David Bowie is - from March 23th to July 28th – The Victoria & Albert Museum, London
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IL RITORNO DEL UCA
THE RETURN OF THE DUKE
Inedito: una personale dedicata da un museo a un artista pop
Fresh news: a one-man exhibition dedicated to a pop star by a museum
iù che un cantante, una leggenda. David Bowie è sempre stato molto abile ad alimentare miti che ammantassero la sua figura di mistero. Come il particolare affascinante del diverso colore degli occhi (in realtà si tratta di una dilatazione permanente della pupilla sinistra conseguenza di una rissa tra adolescenti) e la sua presunta omosessualità (nel 1964 in occasione di un’audizione alla BBC, quando cantava con il gruppo Manish Boys, dichiarò di essere gay, perché, come spiegò successivamente, “all’epoca si diceva qualsiasi cosa pur di avere successo”). L’artista inglese ha influenzato la musica e la cultura pop dagli Anni ’60 a oggi. E la notizia dell’uscita di un nuovo album a marzo del 2013, con una ventina di nuove canzoni, è in grado di elettrizzare il pubblico nonostante il Duca Bianco abbia superato i 65 anni. Il Victoria & Albert Museum di Londra ha deciso di dedicargli una retrospettiva, scelta inconsueta per un’istituzione culturale: in mostra oltre trecento oggetti, molti dei quali mai esposti prima, tra costumi originali, video musicali, fotografie, spezzoni di film, accanto a strumenti di proprietà della star e disegni o scritti autografi.
e is more a legend than a singer is. David Bowie has always been very adroit at feeding myths that would shroud him in mystery. Such as the fact that his eyes are fascinatingly of different colours (in reality a case of the permanent dilation of his left pupil caused by a fight in his youth) and his supposed homosexuality (in 1964 at an audition for the BBC when he was singing with the group, Manish Boys, he declared himself to be gay because, as he would later reveal “at the time you would say anything to become famous”). This British artist has been influencing music and the pop culture from the sixties to the present day. In addition, the news of the release of a new album in March of 2013 with twenty new songs can still electrify his fans despite the fact that the White Duke is over 65 years old. The Victoria & Albert Museum in London has decided to hold a retrospective of him, an unusual decision for a cultural institution: there will be over three hundred items on display, many of them for the first time, including original costumes, videos, photographs, film excerpts, as well as his personal instruments, drawings and handwritten lyrics.
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La musica rock dovrebbe essere agghindata come una prostituta Rock music needs to be dressed up like prostitute David Bowie
David Bowie in The Archer Station to Station tour, 1976, photo John Rowlands Š John Robert Rowlands.
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Only for women
IL CLIC FEMMINILE THE FEMALE PHOTOGRAPHED Dagli Anni ’60 ai primi ’80: tutte le foto di Helmut Newton. Dove non ci sono gli uomini
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li uomini sono ridotti a elemento secondario, una cornice marginale. Il punto focale degli scatti di Helmut Newton sono le donne. Statuarie, di potere, al limite del sadomaso. Se si possono identificare come un oggetto sessuale, è perché l’hanno deciso loro. Solitamente ritratte in paesaggi desolati, inospitali, fuori dai luoghi abituali. Il periodo più eccitante della carriera del fotografo, tra la metà degli Anni ’60 e i primi ’80, quello in cui il genio è asceso al gotha della moda, è illustrato attraverso le sue opere più belle nel libro World without Men, edito da Taschen. Per ogni shoot ci sono aneddoti e descrizioni specifiche dello stesso Newton: per capire il lavoro che sta dietro a ogni immagine. Il genio che ha cambiato la fotografia fashion raramente scattava negli studi, preferiva la strada. I suoi scenari sono controversi, inconsueti, l’illuminazione è netta, sfacciata. Il risultato è sempre suggestivo. Uno dei grandi maestri della fotografia visto attraverso i suoi clic, al femminile. F.I.
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Helmut Newton, French Vogue, Paris 1969. © Helmut Newton Estate
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The photos of Helmut Newton from the Sixties to the early Eighties. Without men
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en took second place, they were given supporting roles. The focal point of Helmut Newton’s photographs were the women. Imposing, powerful and bordering on the sadomasochistic. If they are recognisable as sexual objects, it is because they decided to be for themselves. Usually portrayed in desolate, inhospitable and strange landscapes. The most exciting part of Newton’s career, between the midsixties and early eighties when his genius reached the highest echelons of the fashion world, is illustrated by his most beautiful photos in the book World without Men, published by Taschen. It includes Newton’s own anecdotes and descriptions of every shoot to help understand the work involved in each picture. This genius, who changed fashion photography forever, rarely worked in a studio but preferred to be outside. His settings are controversial, unusual, sharply lit and shameless. The result is always evocative. One of the greatest masters of photography seen through his photographs of women.
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Mode in cartoleria / Stationery’s styles
LA MAGLIA A SFERA THE BALLPOINT T-SHIRT Sulle T-shirt Blomor torna la Bic vintage. Anche rosicchiata. In attesa del 70esimo compleanno ai banchi di scuola alla T-shirt. La più celebre penna a sfera finisce sulle magliette Blomor anche nell’affettuosa versione col cappuccio rosicchiato, evocativo di ansie da compito in classe. Non è la prima volta che il marchio di prodotti usa e getta, fondato nel 1945 dal Barone Marcel Bich e prossimo al 70esimo compleanno, scrive capitoli di moda. Nel 2012 fu realizzata la collezione di accendini Miss Bic, di Independent Ideas, con silhouette di donne ricoperte da capi haute couture. Mentre Oscar Carvallo avrebbe addirittura creato un abito di alta moda con più di 8500 accendini a forma di rossetto. La penna a sfera tuttavia non era ancora stata protagonista di un tema moda. Blomor l’ha recuperata dall’immaginario delle reclame vintage. Adesso a quale degli altri prodotti Bic toccherà? Il rasoio e o la tavola da kitesurf lanciata già nel ’79, ma sconosciuta ai più? V.U.
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The vintage Bic returns over the Blomor T-shirts. Even when nibbled. Waiting for the 70th anniversary rom school desks to the T-shirt. The most famous ballpoint pen decorates the Blomor T-shirts, even in the tender version with nibbled cap evoking the anxiety for classworks. It isn’t the first time that the brand of disposable products, founded in 1945 by Baron Marcel Bich, and by now close to its 70th anniversary, writes fashion chapters. In 2012, the Miss Bic lighter collection by Independent Ideas was made with women’s silhouettes covered with haute couture garments. While Oscar Carvallo had even created an haute couture dress with more than 8,500 lighters the shape of a lipstick. However, the ballpoint pen hadn’t yet been protagonist of a fashion theme. Blomor recovered it from the imaginary of vintage advertisings. Now what will be the next Bic product? The razor or the kite-surf board, already launched in 1979, but mostly unknown?
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La collezione di T-shirt Blomor dedicata alla penna Bic. The Blomor T-shirts collection dedicated to the Bic pen.
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INTERNATIONAL EDITION 速
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PITTI UOMO MILANO LONDON PARIS F/W 2013-14
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Stone Island installation. In the background, Pitti Book
PITTI UOMO F/W 2013-14 bookmoda I 5
www.ermannoscervino.it
ERMANNO SCERVINO
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IL PRIMO DI TUTTI CHE VA SU TUTTO
THE FIRST THAT GOES WITH EVERYTHING
Ha inaugurato il gran ballo del grigio entrato nel culmine con le sfilate di Milano: Ermanno Scervino nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio ha dedicato la sua collezione al best seller tormentone dell’estate. Per l’appunto Cinquanta sfumature di grigio di E.L. James (ed. Mondadori). Nel monumentale Salone, il creatore ha riversato outfit con quattro, cinque tipi di grey, perfino per i fiori all’occhiello da cui scivolavano nelle tasche lunghe catene. Pochi i colpi di scena, anche perché nulla avrebbe potuto competere con i dipinti del Vasari illuminati da giochi di son et lumière. Per questo forse gran parte del pubblico ha trovato questa sfilata un po’ scabra rispetto agli standard dello stilista. Ma, per comprendere fino in fondo Scervino, bisognerebbe entrare nelle trame dei suoi tessuti di ricerca. Come quei pantaloni che sembrano di pelle, ma sono di cotone gommato. Detto questo, bisogna riconoscere a Scervino che è stato il primo di tutti a fare il colore che “va su tutto”.
He opened the great ball of grey at its top during the Milanese runways: Ermanno Scervino in the Salone dei Cinquecento at Palazzo Vecchio dedicated his collection to last summer’s bestseller and recurring gag. And it is Fifty shades of grey by E.L. James (published by Mondadori in Italy). In the monumental Salone, the designer presented outfits in four or five shades of grey, even the buttonholes, from which long chains shifted into the pockets. A few coups-de-théâtre, even because nothing could compete with the Vasari’s paintings illuminated by plays of son et lumière. Therefore, the majority of public found this show a bit rough compared with the designer’s standards. But in order to understand Scervino in depth, we should penetrate his research fabrics’ textures. For instance, the trousers that seem in leather but are in rubberised cotton. Indeed, we must recognise that Scervino was the first to do the colour “to pair with everything”.
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www.kenzo.com
KENZO
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SPAZIALE!
SPATIAL!
Colpo di scena: il militaresco camouflage diventa azzurro. Ma questa è soltanto la prima sorpresa della passerella di Kenzo che per una notte ha portato a Firenze un’atmosfera post-industriale. Dello stile folk originario di questo brand non resta più nulla. Anche la tigre ha i caratteri e i colori di un video game. Tutto, semmai, ha un’aria futuribile per i tagli iper geometrici e l’uso di materiali tecnologici, compreso il neoprene. L’impatto scenografico è altissimo, tra funi e cavi d’acciaio dai quali i modelli sbarcano come da un altro pianeta. Non mancano, tuttavia, i capi più aderenti alle strade quotidiane, nei quali gli interventi avveniristici sono distillati in sapienti dettagli curvilinei e nastrature. Uno show davvero all’altezza di essere l’ospite d’onore di Pitti Immagine Uomo.
A coup-de-théâtre: the military camouflage becomes light blue. However, this is only the first surprise on the catwalk of Kenzo, which immersed Florence in a post-industrial atmosphere for one night. There isn’t anything recalling the original folk style of this brand. Even the tiger has the characters and colours of a video game. Everything has a futuristic mood due to the hyper-geometrical cuts and the use of technological materials, including neoprene. The spectacular impact is strong, with ropes and steel cables from which the models lands, as coming from another planet. However, there are suitable pieces for everyday life, where the futuristic hints are visible in skilful curvilinear details and bands. A show really worth to be hosted by Pitti Immagine Uomo.
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MILANO FASHION WEEK F/W 2013-14 Gucci
Giorgio Armani
Prada
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www.dolcegabbana.it
DOLCE&GABBANA
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MIRACOLO A MILANO Fellini, Maria Vergine e La strada: Dolce&Gabbana continuano lungo il percorso dei sentimenti italiani da Oscar. Dopo le pin up Anni ’50 e Sophia Loren (vedi la scorsa sfilata femminile), gli stilisti ascendono addirittura al sacro della Madonna, incontrando lungo il percorso un vago stile clergyman da preticello felliniano. Chiariamolo subito: il pellegrinaggio sulle note della colonna sonora di Nino Rota per il film La strada di Federico Fellini non inciampa mai nel profano. Anzi, oltre a non essere in alcun modo blasfemo, lo show sboccia in un grande romanticismo. A partire dalle rose dell’invito un po’ fiammingo, che fioriscono sui lampadari della scena, per culminare nelle giacche e nei cappotti, straordinariamente ricamati a piccolo punto. “La devozione” a cui fanno riferimento Dolce e Gabbana nel titolo della sfilata? Oltre a quella per Maria, sacra madre di tutte le madri, è per la sartorialità dei capi che li rende oggetti di culto. Così, a occhio nudo, è impossibile cogliere sino in fondo la perizia delle giacche
doppiate coi pizzi dei centrini per gli altari o di chiffon. Queste ultime paiono semplici blazer neri. Per apprezzarle, occorre un religioso minuto di raccoglimento. IL BANDITO E LA MADONNA Parallelamente al filone religioso, tornano in passerella i gilet corti e i pantaloni con le pinces del bandito Giuliano by Dolce&Gabbana Anni ’90. “Un revival involontario”, spiegano i due creatori. Ma proprio per questo indicativo del generale ritorno a quel decennio. Nel complesso la sfilata svolge perfettamente le sue funzioni: 1°) sperimentare forme nuove come la camicia girocollo derivata dalla tunica dei chierichetti di un’altra opera di Fellini: Roma. L’indumento però è solo una delle 70 varianti del candido capo iconico della maison. 2°) Fare immagine per consolidare l’appeal del brand. 3°) Suscitare emozione in un pubblico sempre più annoiato dalle passerelle. Un vero miracolo a Milano (Moda Uomo). G.LoVe.
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A MIRACLE IN MILAN Fellini, Virgin Mary and La strada: Dolce&Gabbana continues along the path of Oscar-like Italian feelings. After the Fifties pin-ups and Sophia Loren (see the latest women’s show), the designers ascend to the Madonna, meeting along their path a vague clergymen’s style, ideal for a Fellini’s young priest. In order to be clearer, the pilgrimage, with the sound track by Nino Rota for the movie La strada by Federico Fellini, never risks becoming profane. On the contrary, in addition not to be blasphemous, the show acquires a great romanticism. From the roses on the invitation card, a bit Flemish style, flourishing over the stage’s chandeliers and cover the jackets and coats, which are, extraordinarily petit point embroidered. “The devotion” to which Dolce and Gabbana refers in the show’s title? In addition to that, for Mary, the sacred mother of all mothers, it is due to the sartorial style of the garments making them cult objects. Indeed, with naked eye it’s impossible to discover in deep the skills of the double jackets either with altar laces or in chiffon. These last appear like simple black blazers. In order to appreciate them, we need a minute of religious concentration. THE BANDIT AND THE MADONNA Continuing the religious theme, the short waistcoats and the trousers with darts of bandit Giuliano recalling the Nineties style by Dolce&Gabbana. “An involuntary revival”, explain the designers. But highly significant as regards the general return to that decade. In general, the show develops perfectly its functions: 1st) experimenting new shapes such as the crewneck shirt coming from the tunic of the altar boys in another work by Fellini: Rome. But the piece is only one of the 70 different variations of the iconic garment of the House. 2nd) making image to strengthen the appeal of the brand. 3rd) arousing emotion in an increasingly more bored public. A true miracle in Milan (men’s fashion).
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BURBERRY PRORSUM
www.burberry.com
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THE IMPORTANCE OF PROCEDURE
L’IMPORTANZA DEL COME Tigri, leopardi: ma cosa ci fanno i maculati nella maison che mise in trench la borghesia più rigorosa? Immettono coraggiosamente nella cultura maschile elementi fino a ora femminili. Ma il dato fondamentale è che i flash di tartan e animalier sono perfettamente equilibrati: non scivolano mai nella volgarità e nell’ambiguità. Dimostrando che la differenza non è creata da “cosa” si fa, ma da “come”.
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Tigers and leopards: but what are the House’s spotted pieces that convinced the most rigorous middle class to wear the trench? They put courageously the elements, which up to now were feminine, in the masculine culture. But the fundamental data is that the flashes of tartan and animal prints are perfectly balanced: they never go down to vulgarity and ambiguity. Demonstrating that the difference resides in “how” we do something and not in “what” we do.
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ICEBERG
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L’ARTE DELLA QUOTIDIANITÀ
THE ART OF DAILY LIFE
1923-2013: 90 anni fa si costituiva il manifesto del Bauhaus, movimento interdisciplinare con l’ambizione di applicare l’arte alla quotidianità, a tutti gli oggetti d’uso comune. Con logica affine nel 1983 nacque il marchio Iceberg, all’avanguardia nella trasposizione dell’arte, in particolare quella pop, sulla maglieria. Pertanto, c’è una straordinaria coerenza nella scelta di prendere ispirazione dalla corrente tedesca, per una collezione che celebra i 30 anni del brand disegnato da Paolo Gerani.
1923-2013: 90 years ago, the Bauhaus manifesto was established: interdisciplinary movement with the ambition to apply art to everyday life, to all the commonly used objects. With logic similar to this one in 1983 the Iceberg brand has originated: an avant-garde brand in the transfer of art, in particular pop art, over knitwear. Therefore, there is an extraordinary consistency in the decision to take inspiration from the German current, for a collection that celebrates 30 years of the brand designed by Paolo Gerani.
GLV
66 I bookmoda
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bookmoda I 67
PRADA
www.prada.com
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84 I bookmoda
GIGANTE NORMALITÀ
HUGE NORMALITY
La borghesia è scomparsa in quell’abisso aperto da una società polarizzata in popolo e oligarchi? E Prada inizia la sua protesta, dedicando la collezione al ceto medio pressoché estinto. Anche se in medias res stat virtus, questa classe - per definizione - è un po’ noiosa. Soprattutto nel modo di vestire conservatore: mai fuori dalle righe. Ma proprio questo vizio, per Miuccia, è la nuova virtù: “una normalità” ai confini della banalità di cui si sente il bisogno. Tanto che lo show si apre e si chiude col maglioncino. Salvo svolgersi con tanti, piccoli, dettagli eccentrici. Uno per tutti, la scarpa a punta con la suola a canotto. Queste nuove calzature si riconducono al tema del gigantismo visto, seppur con esiti opposti, sulla passerella di Versace. Là erano spalle giganti, pantaloni rigonfi, macro fibbie d’oro e stivaloni: qui sono occhiali enormi da nerd o altissimi bordi elastici a colori a contrasto sul basico Baracuta. Segni evidenti che l’uomo tende a espandersi come il pelo dei gatti, quando si apprestano a una zuffa. Del resto non siamo in tempi agguerriti?
Has the upper middle class disappeared in the abyss opened by a society subdivided into people and oligarchs? And Prada starts its protest dedicating its collection to the almost extinct upper middle class. Even if in medias res stat virtus, the middle class is, by definition, a bit boring. Above all as regards their conservative way to dress: never out of the ordinary. But Miuccia considers this vice a virtue: “normality” at the boarders of banality is what we need. Indeed, the show opens and closes with a small pullover. Except of many other small eccentric details. For example, a pointed shoe with dinghy sole. These new shoes introduce the theme of gigantism, already seen – even if with opposite results – on the catwalk of Versace. Where we saw giant shoulders, puffed up trousers, gold macro-buckles and maxi boots: while here, we find huge nerd-like sunglasses or very high elastic borders in contrasting colours over the basic Baracuta. A clear sign that the man tends to expand like the cat’s hairs, when they are ready to join the fight. Aren’t we living a battletrained time?
HABITUS, HABITAT, ABITARE A proposito di gatti, ha riscosso molto successo il micio virtuale (citato più di una celeb) che passeggiava sui davanzali del set: la riproduzione di una casa arredata con mobili di Oma by Knoll (sublimi le poltrone a borchie piramidali di feltro). L’abitazione era dislocata lungo il perimetro della sala, mentre gli ospiti erano accomodati in pedane di legno in centro, con una inversione del classico schema della sfilata: vestiti nel mezzo della pedana e pubblico intorno. Messaggio di marginalità degli abiti? Più che altro, scenografia emblematica del riflusso al privato in una società che cerca riparo nell’intimità domestica: in fuga da un mondo difficile. Habitus, habitat, abitare non sono uni e trini?
HABITUS, HABITAT, ABITARE Speaking of cats, the virtual cat (mentioned more than a celeb) achieved high success when strolling on the stage’s windowsills: the reproduction of a house furnished from Oma by Knoll (with sublime armchairs with pyramidal studs in felt). The house covered the room’s perimeter, whilst the guest sat on wooden platforms in the centre, with an inversion of the classical scheme of fashion show: garments in the centre of the platform and public surrounding it. A message of the marginality of clothing?Above all the emblematic stage of the reflux to private of a society that aims at being protected by domestic intimacy, escaping from a difficult world. Aren’t habitus, habitat, abitare one and trine?
GLV
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bookmoda I 85
www.versace.com
VERSACE
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MADUSA Donatella Versace “è una pazza”. “Totale”, rincara la dose lei stessa. Al motto di “grande è bello” che si presta a non pochi doppi sensi e non sempre casti, la stilista ha spinto l’acceleratore sulle esagerazioni, elevando all’ennesima potenza il dna della Medusa. Il parossismo inizia dai volumi, spalle bombate e pantaloni con le pinces, illuminandosi d’oro. C’è di più. La stampa neo barocca tipica della maison è rifondata con il gusto della provocazione. I florilegi prendono corpo da un intreccio di nudi maschili che citano le campagne della Versace Home Collection Anni ’90: Stallone nudo col posacenere sul pube ritratto da Avedon insieme a Claudia Schiffer e il top model Marcus in volo col piumone sulla copertina del libro L’uomo senza cravatta (Ed. Leonardo Arte). E che dire dell’intimo di pizzo nero trasparente indossato sotto sontuose pellicce di volpe?
Donatella Versace “is crazy”. “Yes, completely”, she lays on thicker. With the motto “big is beautiful” – which fits many not always chaste double entendres – the designer pushed the engine of exaggeration, raising the Medusa’s DNA to the nth degree. The paroxysm starts from volumes, bombed shoulders and trousers with darts illuminated by gold. But not only. The House’s new-baroque print was revisited with the taste of provocation. The floral patterns take shape from a weaving of men’s nudes recalling the campaigns of Versace Home Collection in the Nineties: nude Stallone with the ashtray on the pubis portrayed by Avedon together with Claudia Schiffer and top model Marcus on flight with the duvet on the cover of the book L’uomo senza cravatta (published by Leonardo Arte). And what can we say of the transparent black lace worn under sumptuous fox furs?
NUDE BAROCCO Donatella Versace non ha paura di osare con una voce fuori dal coro che vibra come un cazzotto a tutti i luoghi comuni. Per questo in un periodo di grande razionalità rappresenta un’iperbole creativa degna di essere protetta dal W.W.F. (W. W. Fashion) come una razza in via di estinzione. Che poi: a ben vedere, tra tanti eccessi, ci sono superbi cappotti di cashmere e abiti formali per il mercato dei super ricchi. Il che conferma la strategia di Donatella: esaltare spettacolarmente la medusa per consolidare sempre più l’identità di un brand. In quest’ottica nelle stampe appaiono gli autografi di Donatella: anche in questo caso un revival degli Anni ’90 quando la stilista stampò la sua immagine su T-shirt e accessori. “Mi piace - spiega la stilista - fare autografi soprattutto agli uomini”. Certo un po’ di narcisismo c’è. Ma è un peccato veniale che si può perdonare alla più star delle stiliste, che non a caso è stata anche fonte di ispirazione nella costruzione dell’immagine di Lady Gaga.
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GLV
NUDE BAROCCO Donatella Versace isn’t afraid of daring with a discordant voice vibrating like a punch to all clichés. Therefore, in a period of high rationality, she represents a creative hyperbole worth of the protection of the W.W.F. (W.W. Fashion) like the endangered species. But finally... among many exaggerations, there are superb coats in cashmere and formal suits for the wealthiest market. And this confirms the strategy of Donatella: spectacularly enhancing the jellyfish to strengthen increasing more the identity of a brand. The autograph of Donatella was put on prints with this purpose: also in this case, a revival of the Nineties, when the designer printed her image on T-shirts and accessories. “I like to make autographs, above all to men”, explains the designer. There is surely a bit of narcissism. But this is a minor sin and we can forgive the leading star of designers, who not by chance was also the inspiration source of the construction of Lady Gaga’s image.
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www.zegna.com
ZZEGNA
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LA LINEA DEL DIAMANTE È come se Paul Surridge si volesse allontanare da tutto ciò che è tradizione, ma non riuscisse a staccarsene. E perché dovrebbe, viene da chiedersi, visto l’heritage di un marchio come Zegna? In passerella sfila l’evoluzione dell’abito sartoriale e il confine tra lavoro e tempo libero viene meno. Non ci sono cuciture e i capi sono termosaldati o termonastrati. Soprattutto, sono tridimensionali in costruzioni dalle linee rigide che ricordano i solidi geometrici. Simbolo che ricorre in tutta la collezione è il diamante, o, per essere più precisi, il prisma. E se le borse diligenza “si induriscono” in questa forma, lo stesso accade anche per i gilet dal taglio vivo e per gli impermeabili oversize. La volontà di andare avanti è forte. Nonostante il “peso” della storia di questa casa di moda. F.I.
THE DIAMOND COLLECTION It is as if Paul Surridge wanted to distance himself from all tradition but in fact was not able to. Moreover, why should he, one wonders, with the heritage of a brand like Zegna? An evolved tailored suit was presented on the catwalk, a less clearly defined line between work and leisure time. There are no seams and the garments are all heat-welded or tape-welded. In addition, more especially, they are constructed three dimensionally in rigid, geometric lines. The diamond, or to be more accurate the prism, is a recurring feature throughout the collection. In the same way the coach bags have become more rigid, so too have the waistcoats with exposed seams and the oversize raincoats too. There is a strong sense of a push into the future despite the “weight” of this fashion house’s tradition.
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G.LoVe.
MILANO PRESENTATIONS
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Carlo Pignatelli
bookmoda I 107
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MILANO PRESENTATIONS ALESSANDRO DELL'ACQUA www.alessandrodellacqua.com
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LE VIE DELLA MODA SONO INFINITE Che cos’hanno in comune capitali agli antipodi come New York e Mosca, Londra e Milano? Senza dubbio, lo stile e la qualità made in Italy, sovrani delle vie del lusso di tutte queste metropoli. Così nella presentazione di Dell’Acqua, ora prodotto da Ve.An. Fashion e disegnato da Giampiero Colombo, il segno preciso di questo designer si declina in una serie di proposte ad hoc per altrettante città. L’esercizio è sottile come le cuciture a rette intersecate che attraversano la camiceria, divenendo virtuoso intarsio nella schiena del blazer. Ma il filo non si perde mai lungo la strada del design italiano. Le vie della moda sono infinite.
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THE WAYS OF FASHION ARE INFINITE What have in common capitals, which are at the opposite ends such as New York and Moscow, London and Milan? Without doubt, the made in Italy quality and style, stars in the luxury streets of those cities. So in the presentation by Dell’Acqua, now produced by Ve.An. Fashion and designed by Giampiero Colombo, the precise sign of this designer offer a range of customised proposals for every city. The practise is subtle like the belts with interwoven straight lines crossing the shirts and becoming a virtuous inset on the blazer’s back. But the Italian design never loses the thread. The ways of fashion are infinite.
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MILANO PRESENTATIONS ALBERTO GUARDIANI www.albertoguardiani.com
PEELING IN PROGRESS Si chiama grunge come il movimento di Seattle che nel ’92 resuscitò gli stracci nella moda, ed è la prima scarpa centrifugata. Per ottenere stringate e polacchini che si sfogliano, come sottoposti a un peeling in progress.
BRUNO MAGLI www.brunomagli.it
132 I bookmoda
It’s called grunge like the Seattle’s movement that in 1992 revived fashion’s tatters and it’s the first centrifuged shoe. To make lace-ups and lace ankle boots that lose their leaves as they were subject to a peeling.
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CHURCH’S www.church-footwear.com
FRATELLI ROSSETTI www.fratellirossetti.com
A COLPI DI MARTELLO Imperativo della collezione il pellame che viene martellato con grana in evidenza. Per il modello stringato e per i classici. Tradizionale con un’attitudine shabby lo stivale con due doppie fibbie.
HAMMER BLOWS The collection’s leitmotif is clearly hammered leather. For both lace-ups and classics. The boots with two double buckles are traditional with a shabby attitude.
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MILANO PRESENTATIONS JIMMY CHOO www.jimmychoo.com
PORNO CAMOUFLAGE Continua il porno filone parallelamente alle citazioni della Pop Art (Basquiat, Warhol, Clemente). Ma la collezione si arricchisce anche di sneakers rigorosamente in cashmere con stampa 69, anno di nascita del marchio.
The porno trend continues together with the Pop Art’s citations (Basquiat, Warhol, Clemente). However, the collection includes also sneakers made rigorously in cashmere with 69 print, the year of the brand’s foundation.
SANTONI santonishoes.com
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MCQUEEN, TORNA! “A Londra, a Londra, a Londra”: quest’anno è scoppiata la mania delle sfilate inglesi anche perché Tom Ford ha scelto la capitale britannica per presentare la sua collezione a porte chiuse. Le date dello show, sovrapposte a quelle di Pitti, hanno creato non pochi problemi alla mostra fiorentina. Tra le due manifestazioni è nato un braccio di ferro con gialli, colpi di scena e quant’altro. Il tutto per due o tre nomi internazionali che sfilano all’ombra del Big Ben, tra i quali McQueen è parso il più convincente. E dire che sino a poco tempo fa era in calendario a Milano! Ma allora non sarebbe meglio che la capitale indiscussa della moda accogliesse con più ospitalità le firme straniere? CHI CERCA NELLO STIVALE, TROVA E che dire della stampa italiana? Non poteva dedicare maggiori attenzioni a quei nomi che un tempo presentavano a Milano quasi in sordina e adesso che sono migrati paiono, di colpo, “più interessanti, cool e internazionali” dello stesso made in Italy? Indubbiamente Londra dà spazio a giovani interessanti. Ma anche nello “Stivale” si possono trovare nuovi talenti. Il problema forse è che gli stessi italiani non sono convinti della loro leadership nella moda. E allora come possono pretendere che lo siano gli stranieri ai quali devono esportare?
MCQUEEN IS BACK!
LONDON FASHION WEEK F/W 2013-14 Alexander McQueen
“London, London, London”. This year it was all about the London shows, also because Tom Ford chose the British capital to present his collection behind closed doors. The dates of the show, which coincided with Pitti, created more than a few problems in Florence. It caused friction between the two events, with rivalries, theatricals and goodness knows what else. All because two or three international names showed in the shadow of Big Ben, the best of which appearing to be McQueen. And to think it is not so long ago that it was shown in Milan! So wouldn’t it be better if the unquestionable capital of fashion welcomed foreign fashion designers with more hospitality? YOU ONLY NEED TO LOOK TO FIND IN ITALY And what about the Italian press? It couldn’t have given any more space to the names which used to go almost unnoticed in Milan and now that they have emigrated seem to be even “more interesting, cool and international” all of a sudden than other Italian labels? There is no doubt that London gives space to interesting new talents. But there is plenty of that in Italy too. Perhaps the problem is that the Italians don’t see themselves as leaders in fashion. So how can they expect the countries they export to, to see them as such? G.LoVe. In the background, Katie Eary
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U32_LO_ALEXANDER MCQUEEN_Layout 1 07/02/13 15.14 Pagina 136
ALEXANDER MCQUEEN
www.alexandermcqueen.com
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
U32_LO_ALEXANDER MCQUEEN_Layout 1 07/02/13 15.16 Pagina 137
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
www.xanderzhou.com
XANDER ZHOU
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150 I bookmoda
In the background, Comme des Garรงons
U32_COVER PARIGI_Layout 1 08/02/13 16.50 Pagina 157
MODE ร PARIS F/W 2013-14 Louis Vuitton
Valentino
Dior Homme
bookmoda I 157
U32_PA_VALENTINO_Layout 1 08/02/13 14.22 Pagina 158
VALENTINO
www.valentino.com
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
IL Q.B. DI VALENTINO
JUST RIGHT VALENTINO
Non ci condiziona il nazionalismo, ma la sfilata di Valentino è stata senza dubbio la migliore di Parigi. A dirlo sono le immagini: capi e accessori classici rinnovati con interventi tecnologici, quanto basta (Q.B.) per risultare moderni, senza sconfinare in sperimentazioni extraterrestri. Che sono la cifra di Parigi: osare l’impossibile, azzardare l’inenarrabile, indulgere alla spettacolarizzazione. Per questo le passerelle francesi sono sempre risultate più eccitanti di quelle meneghine. E ci sta che esista un Comme des Garçons. Ma sperimentale non può essere un intero calendario di sfilate. Non sono più tempi di messaggi eccessivi. E non c’è più tempo nell’era del clic di attendere il ritorno degli investimenti su una collezione dall’esito incerto: futuribile. A maggior ragione nella moda uomo che avanza per piccole evoluzioni, più che per rivoluzioni. Che poi... è ancora rivoluzionaria l’onnipresente gonna al maschile? Poteva avere un senso negli Anni ’80 quando la lanciò Gaultier. Ma in questo momento storico? Come sostiene giustamente Daniele Cavalli, “le passerelle devono parlare al consumatore e non al sistema della moda”. Parole sacrosante, se il settore vuole uscire dalla crisi. Gianluca Lo Vetro
Not to be nationalistic but the Valentino show really was the best in Paris. The photos say it all: classic outfits and accessories with technological innovation, just the right amount for a contemporary look without entering the realms of exaggerated experimentation. That has always been Paris’s style: reach for the impossible, the indescribable, indulgence in theatricality. That’s why the French shows have always been more exciting than the Milanese ones. The existence of Comme des Garçons in Paris makes perfect sense. But an entire calendar of shows can’t all be experimental. These are not the times for excess. And there is no time in the age of the internet to wait for a return on an investment made in a collection with an uncertain future. Even more the case for men’s fashion, which advances in a series of little evolutions rather than great revolutions. And then anyway... is that ever-present male skirt still revolutionary? It might have made sense in the Eighties when Gaultier launched it. But at this moment in time? As Daniele Cavalli rightly states, “The shows have to speak to the consumer and not to the fashion system”. Sacrosanct words if the sector wants to survive this economic recession.
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
U32_PA_VALENTINO_Layout 1 08/02/13 14.23 Pagina 159
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA LA SFILATA
GIVENCHY
www.givenchy.com
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180 I bookmoda
STATI, UNITI NEL DARK
STATES, UNITED BY THE DARK
Dichiara di essersi ispirato all’America Riccardo Tisci, alludendo alla sua storia di italiano e di emigrante. Ma in passerella i suoi States sono grigi, dark, di pelle nera: molto piÚ vicini ai club berlinesi con divagazioni nel calvinismo, quando le giacche perdono i revers. La bandiera a stelle e strisce, insomma, non ha i suoi tipici e vivaci colori pop: nel maglione emblematico della collezione diventa una foto in bianco e nero. Stile Robert Mapplethorpe, americano che di una certa America aveva ben poco.
Riccardo Tisci declared he was inspired by America, alluding to his background of Italian immigrant. But on the catwalk, his America is dark, all greys and black leather: much like those Berlin clubs offering Calvanistic entertainment, when jackets lost their lapels. In short, the stars and stripes are not in their normal bright colours: on the sweater emblematic of the collection, it became a black and white photograph. In Robert Mapplethorpe style, an American who had little of a certain kind of American.
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bookmoda I 181
LOUIS VUITTON
www.louisvuitton.it
U32_PA_LOUIS VUITTON_Layout 1 08/02/13 11.47 Pagina 198
A DUE PASSI DALLA VETTA Che l’uomo di Vuitton fosse un globetrotter era lapalissiano, visto che questo brand ruota intorno al mondo dei bagagli. Meno scontato, quasi improbabile, è invece l’ipotesi che questo viaggiatore si spinga in Bhutan verso le vette dell’Himalaya. Per giunta con lo zaino in spalla. Senza neanche un paio di sherpa. Certo i tempi sono cambiati e tirano venti di crisi, oltre che gelidi. Ma la montagna a cui è dedicata la passerella, tra piumini, cordoni, ganci e moschettoni, sembra un po’ troppo distante dal mondo della maison. Almeno due passi indietro. Se poi si prende in esame la parte più classica della collezione, c’è ancora da fare un passo, per la vetta conquistata solo dalla sera.
TWO STEPS FROM THE TOP It is self-evident that the Vuitton man is a globetrotter, since this is primarily a brand of luggage. On the other hand, it is less obvious, fairly unlikely, that this traveller is aiming at conquering the Himalayas. Carrying a rucksack. Without even a Sherpa. It is true that times have changed and the cold winds of crisis are blowing as well as those of the mountains. But the mountain this catwalk was dedicated to with its puffer jackets, ropes, hooks and clips, seemed just a little too far from home. It needed just a couple of paces back. And then if you observe the more classical part of the collection, one more pace is needed for the heights conquered only by the eveningwear.
198 I bookmoda
U32_PA_LOUIS VUITTON_Layout 1 08/02/13 11.48 Pagina 199
bookmoda I 199
YOHJI YAMAMOTO
U32_PA_YOSHI YAMAMOTO_Layout 1 21/02/13 20.25 Pagina 226
Comments Silvia Manzoni, MF fashion
Una collezione piena di ironia, fresca e pronta a svelare un’eleganza declarée, ma bon-ton. Da portare con o senza baffi. A collection rich in irony, fresh and ready to unveil a clear elegance, but bon ton. To wear with or without moustaches. Suzy Menkes, International Herald Tribune
Scegliere le Highlands scozzesi era piuttosto inaspettato da par te di Yohji Yamamoto, ma ha prodotto una spiritosa e raffinata successione di kilt […]. For Yohji Yamamoto to choose the Scottish Highlands was unexpected but it produced a witty and polished take on kilts [...]. 226 I bookmoda
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A scialle Astrocollo Baracuta Blu imperiale Cammello Capi in vestaglia Cloc-hard Dal collo in tasca Di fondo Fattore K Fuori la camicia In busta Inchiodati Inverno sereno La divisa dei bottoni La lana mette il pelo La pelle cambia pelle La politica del rosso La vie en rose Lo chic di Persia Lo share dello shearling Macoolato Maglioncino Mix fabric Nastri e velluti Net prene No smoking Nuova puntata Pioggia d'asfalto Pull spaziale Sulle spalle Tab e tablet Un sacchetto di cappotti Via i revers Vichy Vino e rubino
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Baracuta Il G9 creato da Baracuta nel 1937, come archetipo del giubbotto pi첫 semplice ed elegante non a caso adottato dai Mods e dagli studenti americani della Ivy League. Ora declinato in infinite varianti.
Neil Barrett
Prada
Gregory Peck indossa il Baracuta G9. Gregory Peck wearing Baracuta G9.
The G9, invented by Baracuta in 1937, was the archetype simplest and most elegant bomber jacket, for good reason adopted by Mods and American Ivy League students. Now in an infinite number of variations.
Roberto Cavalli
238 I bookmoda
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Blu imperiale
Noble blue
Ludwig lo chiamava “imperiale” e per questo lo adorava. Tanto che lo scelse per il suo mantello. Con questo tono regale, si riaccende il blu. Che nelle espressioni più forti diventa elettrico.
Ludwig called it “imperial”, and therefore, he adored it. Indeed, he chose it for his cape. The blue reappears with a royal tone. Which becomes electric blue in the Lo stemma della Baviera su un piatto souvenir in ceramica. strongest version.
Emporio Armani
Bayern coat of arms on a souvenir ceramics plate.
Accendino in lacca di Cina e oro rosa di S.T. Dupont / Lighter in China lake and pink gold by S.T. Dupont.
Valentino
Neil Barrett
Ludwig in 1879, from Ludovico II di Baviera, La sua vita - La sua morte, Verlag Kienberger, 1976.
Salvatore Ferragamo
Swatch
bookmoda I 239
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Nastri e velluti
Ribbons and velvet
Refined velvet borders are back on collars and undercollars. But the techno seams are now heat-welded tape. A merging of the classic with the @ncient.
Burberry Prorsum
Kenzo
Sul collo e il sottocollo tornano gli autorevoli bordi di velluto. Mentre le cuciture sono sigillate da nastrature tecniche che rimandano alla telematica. Doppia partita tra ancient e @ncient.
Valentino
Gucci
Net prene
Emporio Armani
Net-Preen
Un bagno di neoprene, materiale delle mute da subacqueo opportunamente evoluto e alleggerito, imprime un tono tecnico a tutto il guardaroba, connettendolo al web. Del resto di questa fibra sono il ped su cui scivola il mouse e la custodia dell’iPad. Due accessori del nostro lavoro. An appropriately evolved and lightened finish in neoprene; the material used for wet suits, has added a techno tone to the entire wardrobe and linked it to the web. In fact, our mouse pads are made of it, as are our iPad cases. Two of our workday accessories.
Calvin Klein Collection
260 I bookmoda
Frankie Morello
No smoking
Moschino
Has the classical tuxedo disappeared from the runways with a few evening pieces? Viva the day tuxedo with shawl lapels. But above all in the astonishing country or technical fabrics.
Ermenegildo Zegna
Lo smoking classico è scomparso dalle passerelle con poca sera? W il tuxedo da giorno con i revers a scialle. Ma soprattutto di sorprendenti tessuti rustici o tecnici.
Dolce&Gabbana
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Giorgio Armani
bookmoda I 261
Dior Homme
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Via i revers Without lapels
Nella generale pulizia delle linee e dei volumi, le giacche spesso perdono i revers, acquisendo un aspetto avveniristico. Ma è un futuro che ha una lunga storia: comincia negli Anni ’60 con Pierre Cardin e i Beatles. Thanks to the clean lines and volumes in general, the jackets often lose the lapels acquiring a futuristic look. However, that future flaunts a long history: it starts from the 1960s with Pierre Cardin and the Beatles.
Dolce&Gabbana
Emporio Armani
The Beatles, Hamburg, 1960, photo Astrid Kirchherr.
V
Gucci
ichy
I tipici quadretti azzurri delle camicie estive trasportati nell’inverno, ma soprattutto in qualsiasi capo. Compreso il cappotto: così Prada ha rinnovato la normalità. C’è da scommettere che questo fuori programma diventerà uno dei programmi più seguiti. The typical light blue checks of the summer shirts but in winter and above all with every garment. Including the coat: so Prada renewed the normality. We guess that this change of plan will become one of the most followed.
Prada
268 I bookmoda
Vivienne Westwood Man
V
ino e rubino
Prada
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Wine and ruby
Tutte le sfumature del vino e della vendemmia per riscaldare il grigio. Di grande successo, il rubino di Giorgio Armani subito ribattezzato “rubino del re”.
DSquared2
All the shades of wine and grape harvest to warm the grey tones. Highly successful, the ruby red by Giorgio Armani immediately renamed the “King’s ruby”.
Giorgio Armani
Trussardi
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