A cura del Collettivo Laboratorio 15
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M a g g i o/G i u g n o 2 0 1 3 G i orn a l e m e n si l e d e l l a S cu ol a d i P si col og i a d i F i re n ze
Terrore
Indice 3 Info Torretta 4 Attualità 6 Recensioni e Musica 8 Tema caldo : Terrore
Benvenuti in Brainstorming
Una vera e propria tempesta di cervelli pensanti. 14 Il terrore degli animali Questo giornale nasce dall'esigenza di dar voce ad opinioni, riflessioni o semplici pensieri attinenti al piccolo mondo torrettiano, ma anche ad aspetti 20 A Mano Libera non necessariamente legati all'ambito universitario. Brainstorming è aperto a qualunque tipo 23 Soluzione Giochi di contributo e propone ogni mese oltre Enigmistici ad alcune rubriche più o meno fisse, un tema caldo che può essere proposto da chiunque abbia voglia di condividere con 24 CruciBrainstorming gli altri l'importanza di uno specifico argomento. (Terrore) Sperando che sia un ottimo spunto di riflessione, vi auguriamo di farvi travolgere più che mai da questa tempesta. Buona lettura.
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I n fo Torre tta Ri su l ta ti E l e zi on i 2 1 /2 2 M a g g i o 2 0 1 3
Il Laboratorio 1 5 ringrazia tutti coloro che si sono presentati alle urne e di conseguenza tutti coloro che hanno legittimato l'operato dei rappresentanti degli studenti negli organi decisionali per i prossimi due anni. Il Laboratorio 1 5 continuerĂ ad impegnarsi per la tutela del diritto allo studio e il diritto ad abitare la torretta nel modo migliore.
D ove e com e i n vi a re i tu oi e l a b ora ti
Vuoi Scrivere anche tu su Brainsotrimng? E' facilissimo. Basta mandare una mail a brainstorming.torretta@gmail.com con il tuo elaborato, il tuo disegno, la tua poesia o la tua vignetta. L'elaborato deve essere in formato .doc, numero di caratteri (Times New Roman-1 2) massimi 3200, senza contare titolo e sottotitolo. Le immagini prefiribilmente in formato JPG e JPN e in bainco e nero. La prossima uscita è prevista per Luglio.
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Una vita in serie
Sex Alcohol rock and roll in Vaginatown di Alessandro Attanà e Lorenzo Mariano Da molti vengono chiamati semplicemente telefilm, ma per noi non è così. Per noi sono emozioni, sono la tranquillità dopo una giornata stancante, una risata, un pianto, una fonte di riflessione, una sicurezza. La sicurezza di tornare a casa e averli sempre li a farci compagnia. Stagione dopo stagione. Ce n'è uno in particolare che riesce a prenderci per mano, portarci dentro altre vite, e bombardarci di stati d'animo, talvolta anche contrastanti, come se niente fosse. Oggi vogliamo raccontarvelo, e cercare di trascinarvi, anche solo per qualche minuto, dentro questo mondo che va dal comico al drammatico, dal soft - porno al filosofico, cercando di lasciare sempre un segno ed un consiglio a noi viandanti. Creare un telefilm intorno ad uno scrittore non è cosa semplice, anche se si scrivesse di Hemingway e delle sue scazzottate fra un pub e un libro, si rischia di cadere in qualcosa di grottesco e banale o ancora peggio di realizzare qualcosa di diabetico alla "heaven" che si lo abbiamo visto tutti, ma per l'amor di Odino, no. E così Tom Kapinos non solo ha creato qualcosa di originale a riguardo, ma è riuscito già con il titolo a creare dispute e cause legali con un album che definire niente male sarebbe blasfemia. Alcuni di voi avranno capito ormai che stiamo parlando di Californication con il suo protagonista principale Hank Moody, interpretato da uno Spettacolare David Duchovny che levatosi di dosso gli abiti di agente del FBI di X-files indossa quelli meno eleganti di uno scrittore la cui vita è caratterizzata da un rapporto morboso con l'alcol, da frequenti esperienze sessuali e da rapporti tempestosi con le persone. Ovviamente già questa descrizione ci permette facilmente di ricondurre il personaggio a Charles Bukowski, scrittore e poeta statunitense affiliato alla cosidetta corrente letteraria del "realismo sporco", ovviamente adattato ad un mondo più contemporaneo. Il nostro scrittore vive la vita come viene, non esistono ripensamenti, dice quello che pensa e non pensa all'amore come a quei cazzo di bigliettini da cioccolatino, più che altro lo vede come un sentimento passionale e carnale che ti prende e ti devasta, che ti contraddice, che ti da aria e anidride carbonica, che ti riduce ad un burattino legati a fili chiamati passioni.
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Il suo amore per le donne è infinito e passa dall'amorevole pensiero del: "Non puoi tirare una striscia di coca dal culo di una donna e non preoccuparti dei suoi sogni, delle sue speranze. Non è educato." all'eterno, sdolcinato, romantico: "E' un po' la mia maledizione, la invito al cinema, a cena e anche se non mi interessa molto alla fine mi ritrovo lo stesso a dirle che è bella, ed è vero...tutte le donne lo sono, in un modo o nell'altro, ciascuna di voi ha qualcosa di indimenticabile...un sorriso, una curva, un segreto. Voi donne siete delle ammalianti creature, vi dedicherei la vita, ma il giorno dopo mi sveglio accanto a lei con il dopo sbornia e la consapevolezza di non essere disponibile come credevo di essere. Lei se ne va e io rimpiango un'altra opportunità perduta. Tra tutte le donne, ovviamente, c'è una lei, Karen, la donna che non ha mai sposato, la donna che gli ha dato Becca, la donna per cui rinuncerebbe a tutto, l'unica altra sua metà, l'unica che ha amato e mai amerà, quella che "move il sole e l'altre stelle", quella il cui sorriso cambia l'atmosfera, la sua prima unica e vera musa, quella che lo lasciò per un altro, perché invece di parlare lo tradì, scatenando la sessualità di un uomo tante volte tentato, ma fino ad allora mai posseduto dal vizio. E cosi da quel momento Hank diventa un casanova moderno, le conquista tutte lui, anzi sono loro che vanno da lui, e chiaramente il telefilm è pervaso da scopate e blasfemie, cunnilingus e pippate, feste e orge, il tutto accompagnato da una colonna sonora eccezionale che parte dalla prima puntata con i rolling stones attraversando il rock'n'roll e finendo nell'ultime stagione a sperimentazioni di nuovi gruppi romantici. Ma questo non è il telefilm questa è solo la superficie come dice Eddie Nero, altro personaggio, così riprendiamo le sue parole: "non parla certo di figa calda e bagnata, parla di un tizio che cerca di sopravvivere mentre va in pezzi, parla di vita, amore, sesso, e della onnipresente triste mietitrice. Parla di uomini...di mariti, di mogli, di figlie e padre..." Californication porta dentro di se la vena irrazionale, spregiudicata ed eccessiva che molti vorrebbero mostrare, che molte vorrebbero amare, aggiungendo al tutto, momenti introspettivi di un personaggio controverso e ostico, il classico antieroe, l'uomo che si distrugge da solo e continua imperterrito la ricerca di una risposta alla sua pittoresca vita. Il telefilm va dal comico al drammatico, dal soft - porno al filosofico cercando di lasciare sempre un segno ed un consiglio ai viandanti che decidono di percorre questo arduo tragitto. E come direbbe Hank: "Alla prossima madafakaaaaaaaaa!!!"
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Mamma, spiegami il terrore. Di Arturo Mugnai
Tema C
Il terrore sta nello scoprire che in pochi mesi può succedere di tutto. Apici di terrore su Boston e davanti al Quirinale. Rispettivamente 1 5 e 28 aprile. La cosa strana del terrore è che ci arriva sempre filtrato, come una parola ambigua che vola di bocca in bocca. Crediamo di avere accesso a tutte le informazioni di tutti i Paesi di tutto il mondo. Ed effettivamente è così. Quando l’informazione è tosta la bocca è più aperta; a volte si fa maliziosa. Il terrore è una cosa tosta e ci arriva sempre filtrato. Il terrore sorprende l’essere umano, perché è un altro essere umano il terrorista. Si chiama terrore perché terrorizza, ferisce ed uccide. A questo punto mi faccio e vi faccio questa domanda. Il terremoto terrorizza, ferisce ed uccide quasi sempre più di un attacco terroristico; terremoto e terrore si somigliano anche fonicamente; dunque, perché non sorprende il terrore del terremoto, quanto quello dell’attacco terroristico? La risposta è ovvia e semplice quanto interessante: perché del terremoto non si cerca il colpevole, del terrorismo invece, dopo i soccorsi, la prima cosa ad arrivare è la rivendicazione. E se non arriva si cercano gli attentatori. La natura non è terrorista, perché è stata indagata, analizzata, e le risposte sono state trovate: la Natura allora non è solo terrorista, ma terrorista di natura, questo è il fatto. L’uomo è terrorista perché ci si aspetta il buon senso, la fratellanza, la solidarietà e l’amore tra i popoli. Ma come la Natura, anche l’uomo è stato indagato, analizzato… e le risposte? Le risposte ci sono, ma ognuno ha la sua. Dunque l’uomo non è terrorista di natura, come la Natura. L’uomo è terrorista perché non rispetta l’aspettativa. Il paragone uomo-Natura viene alla mente per un semplice fatto di cronaca: nelle stesse ore dell’attentato di Boston, un terremoto in Iraq ha causato centinaia di morti, distrutto villaggi e dunque terrorizzato l’Oriente; ma rispetto agli eventi di Boston e del Quirinale, certo questa notizia è passata in silenzio, forse perché lontana dall’occidentalismo, forse perché non c’è un colpevole .
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Caldo
Inutile scrivere le conclusioni di questa riflessione; è bene lasciare la questione sospesa: ci fa molta paura il terrore, altrimenti non si chiamerebbe così, che sia terrore umano o di natura. La domanda finale presuppone un circolo ideologico infinito: l’Uomo non è forse Natura stessa? E quindi, c’è forse differenza tra il terrore che fa scalpore e quello inesorabile degli eventi naturali catastrofici? Ps. Non sono domande retoriche, sono domande. Punto.
“Molto forte,incredibilmente vicino” di Jonathan Safran Foer 11 Settembre 2001 . Facendo rientro a casa l’undicenne Oskar Schell nota il luccichio intermittente della segreteria telefonica:il nastro contiene la testimonianza degli ultimi istanti di vita del padre,rimasto vittima dell’attentato alle Torri Gemelle. E’ da qui che inizia la storia di Oskar e delle sue scarpe che all’improvviso si fanno pesanti per la tempesta di emozioni che infuria dentro di lui: terrore, rabbia, dolore, senso di impotenza. A partire da questi sentimenti e dal ritrovamento di una chiave misteriosa nell’ufficio del genitore scomparso,il dedalo delle strade di New York diventa la rappresentazione fisica del difficile percorso di elaborazione del lutto che Oskar compirà dentro di sé. In questo cammino di razionalizzazione degli eventi veicolato dalla sua inseparabile polaroid, unico filtro fra la nuda realtà e la sua interiorità,il ragazzino non sarà solo: ad accompagnarlo ci sarà il nonno,un uomo ripiegato su se stesso e segnato nel profondo dall’esperienza bruciante del secondo conflitto mondiale. Proprio lui aiuterà Oskar a riallacciare i rapporti con la quotidianità e a colmare quel vuoto affettivo che neanche la madre sarà in grado di consolare, facendogli capire che per quanto i nostri vissuti possano abbatterci e mandarci in mille pezzi nulla potrà mai impedirci di ricomporre la nostra unicità per poter continuare a vivere.
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Terrore del funturo? HIc Et NUnc dI Marco Manganiello
Il lettore che si appresta a leggere questo scritto deve sapere che, più che un articolo su fatti o persone, questo è uno spunto di riflessione personale sul tema in questione. Quando mi è stato comunicato che il tema di questo numero di Brainstorming sarebbe stato “il terrore”, subito mi è saltata alla mente la parola “futuro”! Ebbene sì! Futuro! In questo mondo ci viene continuamente ripetuto che il proprio futuro va progettato, che se non ti poni determinati obiettivi non andrai mai da nessuna parte e che se non pensi al futuro rischi di trovarti impreparato di fronte allo scatenarsi degli eventi. E’ in questo scenario che le persone, più nello specifico noi giovani, si trovano ad essere terrorizzate dal futuro e da domande o dubbi come “sarò mai qualcuno?!”, “riuscirò nella vita?!”, “finita la scuola, cosa farò?!”; queste sono solo alcune delle domande che ci balenano nella mente quando pensiamo al nostro futuro. Tante, troppe persone si focalizzano troppo sulla progettazione di ciò che sarà, senza considerare che, prima del futuro, c’è il Presente! A psicologia ci hanno insegnato l’importanza del “Hic et Nunc”, del qui ed ora; bisogna ricordarsi che qualsiasi tipo di futuro, progettato o meno, non può prescindere dal passato, ma allo stesso tempo non può prescindere da ciò che siamo nel presente, in questo specifico momento! Con questo non voglio assolutamente dire che non ci deve essere una progettazione del proprio futuro o che non si deve avere degli obiettivi da rispettare e raggiungere, ci mancherebbe! Quello che voglio sottolineare con la mia riflessione è che troppe volte ci perdiamo a pensare e a ragionare in base a quello che sarà; tante volte ci troviamo già a fasciarci la testa per qualcosa che non è ancora successo e che, magari, neanche succederà mai; di contro, poche sono le volte in cui ci focalizziamo su quello che ci sta accadendo intorno e sulle opportunità e le alternative che vengono proposte in quel momento preciso. Il terrore salta fuori nell’istante in cui ti accorgi che a quelle domande non ci può essere ancora una risposta o che di fronte a quelle determinate questioni si pongono già degli ostacoli, “..riuscirò nonostante i problemi?”. Il terrore di non rispettare la propria tabella
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di marcia o i propri schemi progettati a tavolino ci fa mettere l’accento su ciò che saremo, ma ci fa anche perdere di vista ciò che siamo adesso! La mia esperienza personale mi ha portato a pensare che, sì, è bello avere una sorta di schema da seguire, ma è ancora più bello poter modificare in continuazione questo “progetto”, apportando modifiche di ogni sorta di genere. Cambiamenti che non possono avvenire se non ci si sofferma sui bisogni di quel preciso momento, senza pensare troppo che una certa decisione possa scombinare i piani di tutta una vita futura. Cambiamenti, appunto! Questa parola porta con sé sentimenti di paura e d’incertezza, ma allo stesso tempo può voler dire novità, possibilità; attraverso i cambiamenti portati in corso d’opera, il proprio disegno per il futuro può assumere forme più interessanti e poliedriche, con quel pizzico di timore (più che terrore) per un qualcosa che non si sa bene come procederà e come andrà a finire, ma che rende il tutto più interessante e ti lascia con la curiosità di vedere cosa potrebbe accadere! Grazie ad essi arrivi ad incontrare persone che mai avresti immaginato di conoscere e con le quali potresti avere tantissime nuove esperienze che, il proprio piano iniziale, non aveva preso minimamente in considerazione. Per concludere, se ci togliamo il paraocchi e, oltre alla strada indirizzata e programmata, guardiamo anche ai nostri lati, a quelle opportunità che col progetto iniziale non hanno niente a che fare e ci accorgiamo che il terrore iniziale per quelle domande ricorrenti si trasforma in curiosità! Curiosità di vedere quel che accadrà!
Funerale di Utopia di Andrea Cianetti
Fratelli, Sorelle, Amici, Compagni, oggi piangiamo insieme la scomparsa di mia sorella Utopia, a noi così tanto cara. Dopo una lenta agonia durata decenni sì è infine spenta, lasciando un vuoto incolmabile nei nostri cuori. Si ricongiungerà così a suo fratello, e compagno di una vita, Sacrificio, anch’egli a lungo compianto e ,ahimè, dimenticato, se non richiamato dal dolce oblio dei nostri sogni più inquieti, laddove l’Irrealizzabile Vuole essere realizzato. Ciò che restava del defunto Ideale ci ha ormai lasciato. Dove sei adesso, Utopia? Chi fantasticherà ora sulla tua esistenza? Trascorrere una vita alla tua ricerca e trovarti solo adesso, morta. Quale tristezza!
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Dove sei, Sorella? Si dice che quando abbandoniamo questa terra andiamo in un posto migliore, ma tu sei già il migliore dei mondi possibili! O almeno lo eri. Mi resta così difficile pensare che tu sia in pace adesso! Il peso della tua bara, che tutti noi guardiamo, qui in basso, lontani, quasi schiacciati dalla sua imponenza e eclissati dalla sua ombra, graverà per molto tempo ancora su di noi. Eppure guardatevi, Voi, così tranquilli, così indifferenti a tutto questo! Guardatevi bene, perché riconoscerete nei vostri volti il vero assassino di mia Sorella, colui che ha perpetrato a lungo la sua lenta, inesorabile fine. E siete qui, presenti, con disinteressata tristezza, a piangere la vostra vittima, a convincere il mondo che una traccia di umanità è rimasta in voi. E allora continuerete a vivere: sereni ma dubbiosi, innocenti ma colpevoli, liberi ma in catene; vivrete inconsapevoli, annebbiati dalla mancanza di sogni, di obiettivi da raggiungere, delusi e angosciati dall’oppressione di questo mondo che niente dà e tutto toglie; non saranno più pronunciate parole come “Libertà”, “Uguaglianza”, “Fratellanza”, niente ideali o prospettive, non ce ne sarà bisogno: diventerete un’unica massa vivente, malleabile e compatta, mossa soltanto dai propri interessi e dal proprio istinto di sopravvivenza. L’Indifferenza regnerà sovrana nel mondo che conosciamo e niente potrà fermare tutto ciò. La terribile malattia di Utopia è iniziata alla morte di mio fratello: senza Sacrificio la macchina che muove tutti noi, che ci rende forti, testardi, che ci porta in marcia, ci mantiene in cammino e ci rende liberi, si è inceppata. Niente fu più come prima da quel momento; in quel preciso istante anche la parola “Felicità” perse di significato e si confuse tra le tante ormai dimenticate. Voi siete i responsabili di tutto questo! Voi, che per idiozia o per stanchezza avete rinnegato ciò che siete! Avete rinunciato a correre, a inseguire Utopia! E adesso tutto quello che siete in grado di fare è procedere lentamente, piano piano, seguendo il suo feretro in processione. Ma non vi odio, come potrei farlo. Forse perché siete gli unici in grado di far tornare mia sorella: perché Utopia non può essere morta, sta solo aspettando che anch’io la raggiunga. Perché quando io, Speranza, me ne andrò, vi accorgerete che senza di me, senza mio fratello e mia sorella, la vostra esistenza non sarà giustificata, il vostro essere tornerà prepotentemente a rivelarsi per quello che è: fragile, insicuro, impotente. E allora riesumerete il cadavere di Utopia, scardinando con forza la prigione dove è rinchiusa, ed Ella tornerà, misteriosa e irraggiungibile come da sempre la ricordiamo. 12
E tornerete a vivere. Rincorrete Utopia, perché questa è solo in attesa, come lo sono io, di essere inseguita. E se la mancanza di Sacrificio è troppo pesante per voi, ormai rimango solo io. Perché si sa, la Speranza è l’ultima a morire.
Attimo di Panico di Lorenzo Tinti
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Le Emozioni Degli Animali di Marta de Cassan
“Quanto più un animale è sociale tanto più sarà sviluppato il suo sistema di comunicazione delle emozioni, soprattutto le più comuni: rabbia, paura, desiderio o gioia. Non è chiaro, o non è facile da dimostrare, se ne siano consapevoli. E questa è la frontiera della ricerca. Ma non sempre il fatto che qualcosa non sia stato dimostrato significa che non esiste.” (Danilo Mainardi) “Gli animali provano emozioni, dolore, paura. Che diritto abbiamo di strappare l'agnellino alla pecora per gustare un cosciotto di agnello, e il vitello alla mucca per avere le "fettine" che le mamme umane amano tanto per i propri figli? Non credo che le mie siano idee romantiche, senza fondamento. Ricordo ancora una sconvolgente inchiesta sul vero e proprio terrore che si impadronisce degli animali portati al macello, quando arrivano in prossimità del mattatoio. Smettiamola di dire che gli animali ‘non capiscono’".
Umberto Veronesi, medico chirurgo fondatore nel 1 982 della scuola europea di oncologia e nel 1 991 dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), nel suo libro “Una carezza per guarire” riflette riguardo le condizioni degli animali da allevamento, chiedendosi come possa, chi sia sensibile alla sofferenza delle cavie da laboratorio, rimanere insensibile davanti al crudele trattamento riservato agli animali da macello destinati a morire per dissanguamento.
“Sono vegetariano per motivi etici e non medici. Gli animali vanno rispettati e non uccisi per poi mangiarli. Tutti gli animali. ”
Il vegetarianismo, per Veronesi, insieme ad altri sforzi etici (come il progressivo accantonamento della sperimentazione animale e di pratiche quali la derattizzazione), rappresenta un tassello utile all'instaurarsi di un nuovo rapporto, non più antropocentrico, ma solidaristico tra uomo e natura. A proposito del terrore che si impadronisce degli animali da macello riporto alcune delle domande poste a Karen von Holleben, veterinaria
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ed esperta di anestesia per gli animali da macello, nell’intervista tratta da Slowfood.it “Narcosi e abbattimento” di Manfred Kriener: Dottoressa von Holleben, come si effettua la macellazione dei bovini nell’Europa occidentale? Dapprima l’animale è condotto nel box di abbattimento. Bisognerebbe condurvelo con calma e senza fretta. Poi si porta la testa in una posizione comoda per l’animale e a questo punto si posiziona la pistola a bolzone sulla fronte. Dopo il colpo l’animale stordito cade, si ripiega su se stesso e viene “espulso” dal box. Quindi lo si appende con una corda fissata a una gamba e lo si abbatte con un’incisione al torace che recide i grandi vasi sanguigni che alimentano la testa. Poi l’animale è lasciato dissanguare. Fra il colpo di bolzone e la ferita al torace non devono passare più di 60 secondi. Ma il colpo di bolzone è sufficiente per narcotizzare l’animale in modo affidabile? Se la pistola a bolzone è usata correttamente, è sufficiente. Per questo la testa dell’animale deve essere orientata nella posizione giusta. C’è un punto grande come una moneta da cinque marchi, all’incrocio fra l’occhio e la base del corno controlaterale, che è quello da colpire con esattezza. Se si mira con precisione, se si utilizzano le munizioni giuste e se l’apparecchio è sottoposto a regolare manutenzione, l’animale dopo il colpo rimane insensibile e privo di percezione fino a quando viene trafitto con il coltello. Lei avrà visto certamente alla televisione le orribili scene sulle trasandatezze nei mattatoi. Certi animali che erano stati storditi male penzolavano da una corda urlando, scalpitando e guardandosi intorno in preda al panico fino a quando poi erano trafitti ancora pienamente coscienti. Una scena insostenibile. Sono eccezioni o rientrano nella routine quotidiana del mattatoio? Quelle sono state scene veramente intollerabili. Gli abbattimenti così contrari alle regole della protezione degli animali sono certamente casi isolati. Agli animali storditi male bisogna sparare subito una seconda volta. Se gli errori nella narcotizzazione non sono rilevati
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è perché il personale non è competente. Non si può minimizzare. Tutti gli animali devono essere storditi in modo competente e conforme alle norme della protezione degli animali. Fortunatamente durante le nostre visite regolari nei macelli vediamo raramente errori simili e, quando succede, si spara subito di nuovo. I suini sono più sensibili dei bovini? Il metodo di macellazione è diverso, i suini si narcotizzano con la corrente elettrica oppure con l’anidride carbonica. Non si spara. Con lo sparo del bolzone il cervello viene colpito e distrutto meccanicamente. Con il gas il maiale cade in uno stato di narcosi profonda. L’elettricità provoca un attacco epilettico. Il gas e la corrente elettrica provocano uno spasmo nell’animale e i muscoli si contraggono. Con l’elettronarcosi i crampi possono essere così violenti da provocare addirittura delle fratture ossee. I suini non sentono nulla, ma la carne intorno alle ossa fratturate non è più utilizzabile. Anche qui abbiamo bisogno di competenza e attenzione. Durante la crisi della mucca pazza si è potuto guardare più spesso dietro le quinte dei mattatoi. Improvvisamente i consumatori hanno visto in faccia la realtà, sono diventati testimoni della macellazione. Tutt’a un tratto si sono resi conto che la carne non “cresce” nei supermercati, nelle vaschette di polistirolo, ma proviene da animali vivi che bisogna uccidere. Il mattatoio nella nostra società è una zona tabù. Sarebbe molto meglio che i consumatori sapessero che noi ogni giorno dobbiamo uccidere molti animali per disporre di carni a sufficienza, per soddisfare l’enorme richiesta. Per la maggior parte dei consumatori le scene nel mattatoio sono terrificanti anche se gli animali sono narcotizzati e abbattuti correttamente. Pensa che si debba trasformare il mattatoio isolato in un luogo pubblico? Sarebbe bene che i consumatori fossero al corrente di quanto avviene nei mattatoi e di quando si possono fidare del personale che esegue la narcotizzazione e di chi controlla. Ci sono alcuni progetti pilota per un mattatoio di vetro. Qualche azienda organizza visite guidate. Possono andarci anche le scolaresche. Ma molte persone non ne tollerano la vista.
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Nello stesso tempo vogliono avere la certezza che gli animali siano macellati senza sofferenze inutili. È una grossa contraddizione. Come si potrebbe immaginare un mattatoio ideale? Un posto in cui gli animali siano tranquillizzati con una musica lieve, luci attenuate e la doccia che scorre? E gli animali stanno sdraiati su letti di paglia per una giornata intera per concludere poi la loro esistenza senza paura e nel modo più pacato possibile? O Le sembra soltanto una fantasia infantile? Esistono già diversi premi della protezione animali per i mattatoi con condizioni esemplari. L’essenziale è che i gruppi di animali da abbattere non siano mescolati con altri animali e che nelle sale d’attesa non ci sia stress. Il mattatoio dovrebbe avere un’atmosfera quieta ed essere dotato di un adeguato isolamento acustico delle pareti. I maiali dovrebbero avere le docce per rinfrescarsi. Questo va un po’ nella direzione indicata da lei. Contemporaneamente però c’è il problema di mantenere un certo ritmo nella macellazione. Spesso il personale è pagato in base al numero di animali abbattuti in un’ora. I macelli subiscono un’enorme pressione finanziaria da parte del commercio alimentare. Più è elevata la velocità di abbattimento e più è difficile avere queste attenzioni. Nel mattatoio ideale il lavoro a cottimo andrebbe abolito. Molti macelli poi hanno settori in cui si lavora con cura e altri che sono meno validi. Il nostro lavoro, come consulenti, è quello di adeguare le varie tessere del mosaico e di migliorare la situazione complessiva. Personalmente credo che leggere e immaginare sia più che sufficiente nonostante i media ci forniscano altri strumenti (a volte sicuramente più efficaci) quali immagini e video per cercare di aumentare la sensibilizzazione di “noi umani”. Gli animali provano terrore, io ne sono convinta, per chi avesse ancora qualche dubbio, credo che una gita ad un macello sia in grado di dissiparli tutti. “La tradizione che considera gli animali alla stregua di macchine ha fatto comodo a un certo tipo di antropocentrismo e ci sarebbe qualche imbarazzo ad ammettere che gli animali provano emozioni simili alle nostre e poi continuare a fare quello che si fa, o si è fatto fino a ieri, nei loro confronti.”
(Danilo Mainardi)
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STOP VIVISECTION di Valentina Becherin
Voglio parlarvi dei nostri cari amici animali. Queste splendide creature che vivono al nostro fianco, che ci danno amore, che non pretendono niente da noi, che ci resteranno fedeli fino all’ultimo giorno della loro vita. Ci fanno compagnia, ci stanno accanto nei momenti difficili, sempre presenti.. mai ci abbandoneranno e mai ci faranno del male. Purtroppo, a volte capita che l’uomo non ricambia tutto questo, e molti animali vengono ingiustamente e senza alcun motivo maltrattati. Per non parlare del fatto che alcune persone considerano un animale come un giocattolino, da gettare via quando si è stufato di lui. L’abbandono e il maltrattamento sono cose orribili, ma purtroppo esiste un mondo ancora più crudele; il mondo della vivisezione. Per vivisezione si intende: OGNI ESPERIMENTO IN CUI VENGONO UTILIZZATI GLI ANIMALI. Per questi esperimenti vengono utilizzati: cani, gatti, topi, maiali, conigli, cavalli, capre..ecc. Questi poveri animali sono sottoposti ad atrocità inimmaginabili; essi vengono mutilati, avvelenati, bruciati, decerebrati, infettati con malattie, sottoposti a schock e privazioni; (nel 70% dei casi gli animali non vengono anestetizzati, e nel 30% di solito viene utilizzato solamente un antidolorifico) tutto questo per verificare delle ipotesi. La cosa assurda è che, in seguito ai test effettuati sugli animali, seguono delle sperimentazioni sugli uomini, (nel campo farmaceutico e cosmetico ad esempio ) che hanno l’obiettivo di verificare come i farmaci e le sostanze chimiche reagiscono su di noi. Questa è una prova dell’inutilità della vivisezione. La cosa assurda è che, oltre il 70% degli esperimenti vengono utilizzati per testare prodotti cosmetici, industriali (come detersivi, inchiostri, ecc.), bellici (gas tossici, armi batteriologiche, nuovi proiettili ecc.). La vivisezione è un obbligo di legge. “ Il decreto legislativo n.11 6 del 1 992: il decreto prevede che i ricercatori debbano comunicare solo l’intenzione a compiere un esperimento con animali, sono obbligati a chiedere l’autorizzazione, solo se compiono esperimenti per la didattica, o se impiegano cani, gatti e primati e se non utilizzano l’anestesia.”
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Questa è la legge che stabilisce le norme per la vivisezione in Italia. Gli esperimenti con gli animali vengono effettuati soprattutto: -Nell’industria farmaceutica: prove di tossicità ed efficacia dei farmaci, sebbene questi test, obbligatori per legge, abbiano valore nullo e addirittura fuorviante per la sicurezza dell’uomo. LCD50—> è una delle prove più comuni per verificare il grado di tossicità di un farmaco, è quella della DOSE LETALE 50%. Per ogni prova vengono utilizzati 50 o 60 animali a cui viene introdotta, a forza una sostanza nello stomaco per verificare quanta ne occorre per uccidere la metà di essi. Con questi sistemi si cerca di determinare la dose ottimale, sicura per l’uomo. Ma gli stessi studi confermano l’inutilità di questi esperimenti. Questi test dipendono dall’età, sesso e specie utilizzata, infatti capita che i risultati cambiano utilizzando diversi ceppi della stessa specie, quindi come è possibile che siano validi per l’uomo? -L’industria cosmetica: I test più utilizzati sono il DRAIZE TEST OCULARE, che viene utilizzato per valutare la capacità di una sostanza di irritare gli occhi. questo test consiste nell’instillare la sostanza degli occhi dei conigli e poi esaminare i danni provocati all’occhio. Il DREIZE TEST CUTANEO, che consiste nell’applicare la sostanza in esame sulla pelle depilata degli animali, per verificarne gli effetti. e il Tes di cancerogenicità, che è finalizzato a stabilire se una sostanza è o non è cancerogena. Di solito ai roditori viene fatta inalare una sostanza per diversi anni. in seguito gli animali vengono uccisi e sottoposti ad autopsia per stabile la presenza di eventuali tumori nei loro tessuti. Questo è solo un piccolo accenno del mondo crudele della vivisezione. Se volete approfondire basta digitare su google vivisezione e troverete tutto quello che c’è da sapere. Vi consiglio questo sito: http://www.leal.it/ Per cercare di porre fine a tutto questo, alcune associazione animaliste si sono accordate per effettuare una raccolta firme, in tutta Europa per DIRE NO ALLA DIRETTIVA EUROPEA 201 0/EU. “Questa direttiva fu approvata l’8 Settembre 201 0 dal Parlamento Europeo. è una proposta di legge che, se approvata dagli stati membri dell’UE lascerà la più totale libertà ai vivisettori. Saranno accantonati, del tutto, i metodi sostitutivi, via libera all’uso degli animali in via d’estinzione, alla cattura delle scimmie allo stato selvatico, alla possibilità di effettuare in deroga procedure che comportano alti e prolungati livelli di dolore, all’uso di cani e gatti randagi e libertà nella creazione di animali transgenici..ecc.” (per più info, cercate la direttiva su google)
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Per raggiungere l’obiettivo, devono essere raccolte 1 MILIONE di firme, in almeno 7 Paesi dell’UE. Vi invito a firmare. Un piccolo, grande gesto finalizzato a cambiare le cose. Potete firmare Online in questo sito: http://www.stopvivisection.eu/it Abbiamo tempo fino al 1 Novembre 201 3 e purtroppo l’obiettivo è ancora lontano. ( al momento sono state raccolte solo, 21 8.000 firme circa su 1 milione) L’aiuto di tutti voi è IMPORTANTE. Concludo con una frase pronunciata da Albert Einstein: “Nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni”
A Mano Libera
L’utilità dei momenti inutili di Viola Bertagna http://vioberta.blogspot.it/
Quella sera in terrazzo sembrava tutto diverso. L'aria era più calda e le rondini urlavano rincocorrendosi nel pezzo di cielo violetto che sembrava ritagliare le case. Alcune stelle cominciavano a comparire ancora sfuocate come piccoli neon appena accesi. Sentiva la brezza accarezzarle la pelle, era una sensazione piacevole che la faceva sentire più leggera e tranquilla. Nei palazzi di fronte le finestre erano aperte e la luce usciva da ognuna, facendo scorgere quello che accadeva dentro. Le voci del vicinato creavano una cantilena estiva tipica e famigliare che la fece sorridere, era arrivata un'altra estate che veniva dolcemente accolta da una primavera fugace e piovosa che le dava il passo. Molti pensieri si assieparono nella sua mente e ci furono pochi respiri prima che il violetto del cielo si tinse di un blu tenue per poi divenire scuro e notturno. Le finestre illuminate apparivano come lucciole nel bosco, e le voci come il canto dei grilli, i palazzi alberi e steli d'erba coperti dalla notte stellata, tutto sembrava così leggero e ordinario da farle venire una leggera pelle d'oca sulle braccia e lungo la schiena. Chiuse gli occhi e respiò profondamente quasi ad assaporare quell'istante così magico e solo suo.
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Chissà, pensò, se tutte queste persone possono solo immaginare di far parte di questo meraviglioso spettacolo, se solo sapessero quanto rendono tutto questo così unico per me. Il tintinnio delle posate, l'abbaio lontano di un cane, le voci di bimbi che giocavano e il colpo di tosse di qualcuno riuscivano a creare una melodia così piacevole che nemmeno il più grande compositore avrebbe potuto renderla così emozionante. Eppure mancava qualcosa, era questo poi il pensiero che spesso la riportava indietro come adesso in quel terrazzo così vuoto, senza piante o panni stesi, quella mancanza sempre presente che le strattonava violentemente la maglia e le faceva quasi perdere l'equilibrio, quella sofferenza così ancorata alla sua carne che le provocava vertigini e la trascinava fuori da quel quadro. Perchè, si chiese, ogni volta che assaporo qualcosa una parte di me l'allontana e la lancia via? perchè questa bellezza arriva quando non lo chiedo e se ne va quando la supplico di rimanere? Cercò di guardare ancora il cielo, la bellezza di quel momento, di riprenderla con sè e obbligarsi a riacchiappare la coda della sua cometa, ma era svanita, disciolta. Non le rimase nulla tra le mani e tutto si trasformò in un rumore assordante: le voci, le rondini, i palazzi anche il suo respiro divenne pesante. Si voltò e rientrò in casa, per un attimo sentì dentro di sè la voglia di combattere contro tutto questo, ma capì un momento dopo che sarebbe dipeso solo da lei. La realtà è dannatamente tua, tua e di nessun altro. Quando sarà il momento il quadro rimarrà davanti a te per sempre, solo assaporando le cose lentamente impariamo ad apprezzarle, ad amarle e a farle nostre. Con attenzione e dedizione i momenti così, potranno vincere su ciò che tenta di scalfirli, annullarli e se ciò accade ancora significa che non è il momento, nient'altro.
Finalmente! Percezione è Realizzazione Sarah "Deborah" Degl'Innocenti
A volte ci sono dei blocchi dai quali proprio non sappiamo uscire, a volte non siamo neanche più capaci di ammettere che possiamo essere altro invece dei soliti attori di complessi "insuperabili". Eppure nonostante tutte le parole, tutte le bugie, noi continuiamo ad essere vivi.
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Tutto sta nel percepire a fondo ogni emozione in quanto tale (senza tante spiegazioni): invidia, senso di incapacità... Finchè non avremo percepito completamente l'emozione e finchè non ci saremo fatti guidare da lei senza pensieri, l'emozione di ripresenterà. Ma quando, finalmente, accettiamo che dentro di noi possono avvenire anche cose opposte a chi crediamo di essere, finalmente smettiamo di vivere come sonnambuli e, la luce del giorno ed il fuoco della verità ci guideranno. La nostra anima dirà: "Finalmente!" Perchè "Finalmente" inizia, giorno-giorno, la via della realizzazione personale, iniziamo ad entrare nel Regno Del Senza Tempo ed a creare e ricreare energia e grinta. Quello che dico è che la partita non è essere felici, sorridenti e laureati ma nel seguire le nostre interiorità anche quando dentro c'è morte. Perchè la morte interiore è molto simile alla morte che alcuni alberi sembrano vivere in Inverno perdendo tutte le foglie, Chi lo direbbe mai che con l'attesa appaiono nuovi boccioli? A volte la morte interiore è necessaria perchè abbiamo bisogno di abbandonare le nostre solite strade, i nostri mezzi usuali. A volte si sta male perchè da troppo tempo non siamo più creativi e distaccati da quelli che sembrano essere i problemi, da troppo tempo non proviamo un'emozione che nutra l'anima... ma l'anima adora quando noi siamo esaltati e quando viviamo intensamente, come se questo fosse il nostro ultimo giorno di vita, quando agiamo per il piacere di agire. A volte sento il bisogni di ripetermi "Senza aspettative, senza aspettative" mentre faccio delle azioni e quando "Finalmente" sento di poter passare oltre i responsi altrui, arriva un'attacco di... GIOIA. Quindi Addio a tutti i moralismi ed a tutti i moralisti, perchè come già detto c'è una parte di noi dove la vita continua a scorrere nonostante tutto, basta solo andarlo a cercare quel punto ogni tanto.
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1 째 MAY '1 2
di Simona Falsini
ADRENALINA, CAFFEINA, FLUOXETINA, VECCHI RITI, IL MIO SWICH SUONA COSI' COME UNA CHITARRA ELETTRICA VADO A MILLE E NON CI PENSO PIU'... E NON CI PENSO PIU'... E NON CI PENSO PIU'...
Soluzioni GIochi enigmistici 1 째 Numero
REBUS:
Oscuri Versi Danteschi 23
Cruci Terrore
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