Rivista Arti Marziali Cintura Nera 312 Maggio 2 parte

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Il Pukulan Pencak Silat Serak è un sistema basato sulle armi e le mani vuote contemporaneamente. Incorpora numerose armi di nuova generazione nonché spade, coltelli, kerambits circolari, barre, bastoni di diversa lunghezza ed altre armi più particolari. Perfino nei metodi di allenamento con mani vuote, affrontiamo l'avversario che ci attacca con armi in entrambe le mani ed a vari rivali allo stesso tempo. Questo tipo d'allenamento ci fa più coscienti di tutto ciò che accade durante un alterco e di cosa fare e non fare di fronte ad attacchi da uno o più aggressori armati. In questo secondo DVD, Maha Guru Horacio Rodrigues, erede del lignaggio di Pendekar Pak Víctor Di Thouars, di Pukulan Pencak Silat Serak, abborda la forma particolare in cui si allena e si usa l'armamento, sedendo le basi per progetti futuri più avanzati dello studio e l'applicazione della tecnica. Questo video include i principi del lavoro, angolazioni, Sambuts, Jurus ed esercizi con la spada corta "Pedang", il coltello corto "Pissau", il bastone corto "Tonkat Matjan", Sarong, e le applicazioni di autodifesa a mani vuote.

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ORDINALA A:

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ontinuo questo numero esprimendo queste piccole riflessioni epistolari, ispirate dalla lettura dei testi che Shidoshi Jordan pubblica ogni giorno sulla sua pagina Facebook, senz’altra pretesa se non quella di guardare a un assunto che egli ha toccato nel suo testo e offrire in questo modo ai lettori un angolo di riflessione su temi eterni. Non pretendo sedere in cattedra, né avere l’ultima parola; ma, in un mondo nel quale la riflessione è specie in estinzione, spero che queste decime di saggezza servano affinché chi volesse ricambiare e leggere, se necessario le utilizzi e, perché no, faccia sue.

C

L’evoluzione personale Che mistero così grande è l’evoluzione personale; cambiamo tutto senza modificare la nostra essenza, perché ciò che cambiamo, essenzialmente, è solo l’incastro. Tuttavia, piccoli cambiamenti al centro sono enormi cambiamenti alla periferia (l’arciere mentre punta); la mente, l’emozione e soprattutto lo spirito, quanto più sono al centro (e quanto più siamo identificati con il vero centro), maggiore sarà l’effetto. La massa essenziale della nostra personalità segna il differenziale di trasformazione, a maggiore massa, maggiore cambiamento (la tensione dell’arco). Per questo chi è “intenso di nascita” ruota apparentemente di millimetri e il mondo trema (nel bene e nel male); da qui l’importanza e la responsabilità ogni volta più grandi della sobrietà, della tempra, della riflessione... o forse, niente è importante... perché non siamo responsabili di avere masse critiche... ma solo di quello che facciamo con esse, perché i premiati, primi e ultimi, i castigati, primi e ultimi, saremo solamente noi... per noi stessi... gli altri non sono altro che uno specchio che ci riflette, una parete che ci rimbalza... Che mistero così grande è l’evoluzione personale!

Siamo ... quello che siamo... Veramente! Siamo quello che siamo! E’ vero! Il movimento è prodotto solo dalle difficoltà... però troppe ci bloccano quando riescono... E chi non è mai stato sconfitto, alzi la mano! E’ vero... ma tuttavia, la facilità conduce inevitabilmente alla difficoltà. Un equilibrio che dobbiamo gestire con saggezza; il coraggioso misurandosi con il rischio... il codardo con la sua paura ... il pigro con la sua pigrizia... Molto di “sia quello che sia”, perfino il godimento, produce dolore ... stare quieti è marcire, però se ti muovi troppo, prima o dopo perdi il centro. E’ necessario soffrire tanto? Il fiume arriva sempre al mare tranquillo... La vecchiaia ha anche i suoi vantaggi!

Accelerazione Uno degli aspetti più interessanti e meno soppesati sull’accelerazione dell’essere umano è quello di smascherare i suoi artifici. Se partiamo dall’idea di persona, maschera dell’attore in latino, queste cadono a tutta velocità spinte dal vento dell’accelerazione. Le frette sono sempre cattive consigliere, come recita il detto, attribuito a Galdos Fernando VII quando il suo assistente non era sicuro di vestirlo bene, “Vestimi di spazio, che ho fretta”. Il frasario è pieno di frasi incantevoli al riguardo: “Le frette sono cose da ladri e cattivi toreri”. La parsimonia e la tempra, richiedono sempre una gestione dell’accelerazione che ci invade e involge. Il mondo corre e chi è capace di astrarsi da tale ritmo, cade inevitabilmente schiavo delle circostanze. Le frette, quando non c’è il giusto tempre, prendono da dentro la nostra natura primordiale, perché non danno tempo per l’occultamento o l’impostura. Però, per tutti esiste un limite di pressione e accelerazione (che sono due facce della stessa medaglia), dove la forza ci vince, allora l’unica arma è aver lavorato profondamente la nostra coscienza.

Crisi e cambiamento. Crisi, dal greco κρίσις significa decisione; definisce un momento di culminazione o rottura di un processo che stabilisce le cose, per questo viene tradotto anche come “giudizio”. L’accumulazione di energia intorno ad un asse centrale, gravitando in uno scenario specifico, segue direttive mai aleatorie le quali, o si liberano per mancanza di forza dell’asse centrale e terminano nel nulla, o si condensano aumentando la loro solidità e precipitano verso qualcosa. In ogni caso, tutto ciò che inizia, termina. Per questo tra i saggi non è la minore, la virtù del riposo.

L’altro lato dell’intelligenza è l’arroganza. Esiste un meccanismo proprio degli esseri umani e del modo in cui organizzano il loro pensiero e lavora il loro cervello, che è l’analogia. L’analogia, con grande successo, ci ha portati a trionfare come specie, sebbene realmente non siamo un dettato di virtù, né di talento fisico. Con l’analogia cerchiamo, partendo da qualcosa di conosciuto, di inferire conclusioni attraverso la somiglianza per rispondere davanti allo sconosciuto. Dopo, applichiamo la ragione per costatare la scoperta e la trasmettiamo alla successiva generazione. Un grande sistema. Però, quest’aspetto positivo del nostro peculiare modo di essere animali pensanti, porta in fondo a se, nascosta, una faccia terribile, che è la radice stessa dell’arroganza. Traduzione: Chiara Bertelli


“Che mistero così grande è l’evoluzione personale; cambiamo tutto senza modificare la nostra essenza, perché ciò che cambiamo, essenzialmente, è solo l’incastro.” Forzati dall’imperativo della necessità, questo processo del sapere per comparazione quello che non sappiamo e del metterci continuamente davanti allo sconosciuto attraverso sfide, portava implicito nel suo abuso, questa terribile tendenza a credersi detentori della verità, di sentirci definitivamente padroni di un trono che non ci spetta, perché sempre sarà più quello che non sappiamo che quello che sappiamo.

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Lo socorso 24 di dicembre è stato rilasciato in Asia il film "lp Man 3", arrivando pochi giorni dopo, in gennaio, alle sale degli Stati Uniti di forma limitata. Ancora una volta, e come le puntate precedenti, il film è stato diretto da Wilson Yip Wai-Shun e interpretato da Donnie Yen. La produzione è stata riparata da un ottimo cast di attori e stuntmen, tra cui va rivolta particolare attenzione a Mike Tyson, che ha rotto un dito durante le riprese; Danny Chan, che interpreta Bruce

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Lee, un ruolo che gli è familiare perché ha incarnavto il re delle Arti Mar ziali nella serie "La leggenda di Bruce Lee" (2008) e l'ha anche imitato in "Shaolin Soccer"; Liang Chia-Jen, ben noto agli amanti del Hong Kong cinema, con 139 film nella sua filmografia; Kent Chen con 132 film, e Max Zheng ("The Grandmaster"), tra gli altri. La coreografia è stata fatta dal possibilmente migliore coreografo di Hong Kong, Yuen Woo-ping, che ha catapultato Jackie Chan vertiginosamente a fama con "Snake in the Eagle's Shadow" e "Master Drunken in the Eye of the Tiger", e riconosciuto in tutto il mondo per il suo lavoro nella saga "Matrix" e ""Crouching Tiger, Hidden Dragon"". Data l'attenzione che il film ha risvegliato ovunque, e l'interesse stesso della storia del Grande Maestro Ip Man, Budo International vi porta questo mese un articolo biografico su questo straordinario Sifu.

otto il suo aspetto inconfondibile di affabile anziano, sempre sorridente, alto, snello e calvo, si nasconde un uomo straordinario, la cui leggendaria biografia lo ha consacrato come uno degli “immortali” delle Arti Marziali. La maggior parte della gente lo conosce come “il maestro di Bruce Lee”, ma Yip Man è stato molto più di questo. È stato uno straordinario artista marziale, maestro di maestri e, indiscutibilmente, il diffusore del Wing Chu a livello mondiale.

S


Grandi Maestri


Grandi Maestri La figura di Yip Man (Ip Man & Ye Wen) è incontestabile. Non godrebbe della fama internazionale che possiede oggi se non fosse per il fatto che è stato Maestro e mentore di Bruce Lee. Nonostante tutto quello che è stato scritto e diffuso, Bruce Lee fu soltanto “degli allievi” di Yip Man. Il Piccolo Drago non è mai arrivato ad avere un livello superiore all’interno dello stile. Quando Bruce Lee partì per l’America, nella scuola di Yip Man c’erano molti allievi più avanzati di lui. Inoltre e contrariamente a quello che è stato detto, Bruce ci provò a malapena ma non si allenò con Yip Man. Il Sifu era molto tradizionalista, insegnava secondo la consuetudine cinese. Come “Patriarca” della scuola, si allenava direttamente solo con gli allievi più avanzati (i “Fratelli Maggiori”) e questi, a loro volta, insegnavano agli altri allievi. Questo chiarisce il fatto per cui Bruce imparò la maggior parte del Wing Chu per mano di altri allievi come William Cheung o Wong Shun Leung. Quindi, il contatto tra Bruce Lee e Yip Man è stato effimero e molto sporadico. Tuttavia, la vita di Yip Man possiede gli ingredienti necessari per essere una leggenda grazie ai propri meriti, ma prima di addentrarci nella narrazione delle sue tormentate vicissitudini, è meglio conoscere le premesse della sua arte e dei suoi maestri. Racconta la leggenda che il Wing Chu fu creato durante il XIV secolo da una monaca buddista chiamata Ng Mui, che aveva ideato un sistema di combattimento così singolare, dopo aver osservato come lottavano tra loro una gru e una volpe. L’arte fu trasmessa in segreto nel corso dei secoli, come richiedeva la tradizione. All’inizio del XIX secolo, il 5° Custode dello Stile era Leung Jee, un erborista molto appassionato di Arti Marziali. Quest’uomo viveva a Fatshan, una città della provincia di Kawantung, nel sud della Cina. In tutta la provincia, questo affabile erborista era conosciuto per la sua insolita efficacia nel combattimento. Coloro che osarono sfidarlo (che non furono pochi), ne uscirono sempre sconfitti, a causa del suo indiavolato modo di muoversi e della sua tecnica preferita, il Palmo di Ferro. In realtà, Leung Lee era molto tranquillo ma, man mano che aumentava la sua reputazione, si moltiplicavano i lottatori che lo sfidavano per svelare i suoi segreti. Chan Wah Sun, un altro importante maestro e lottatore dell’epoca, desiderava ardentemente imparare sotto la guida di Leung Lee ma questi, fedele all’ermetismo caratteristico delle Arti Marziali di allora, si rifiutò di condividere le sue conoscenze con Wah. Leung riservava i suoi insegnamenti più preziosi a suo figlio Leung Bik, che era destinato a diventare il 6° Custode dello Stile. Dal momento che era arrivato a un’età avanzata, decise di insegnare la sua arte a Bik a porte chiuse. Tutte le notti, i due si incontravano



Grandi Maestri nell’erboristeria per allenarsi. Chan Wah Sun, decise di trasferire il suo ufficio di cambiovaluta (così si guadagnava da vivere) in un locale adiacente all’erboristeria di Leung, per poter così spiare il Maestro e apprendere i suoi segreti. In questo modo, notte dopo notte Wah, nascosto nell’oscurità, assimilò tutti gli insegnamenti di Leung. Questi, anche se anziano, non aveva perso per niente la sua lucidità e non tardò ad accorgersi della presenza dell’inopportuno spettatore; ma finse di non averlo scoperto e cominciò ad insegnare tutti i concetti e gli spostamenti in maniera errata per confondere Wah. Poi, di giorno e mentre Wah lavorava, si dedicava a rettificare i suoi insegnamenti perché suo figlio apprendesse il vero Wing Chu. Wah studiò quindi una versione errata, totalmente adulterata, quasi senza spostamenti e piena di concetti erronei. Ciononostante Chan Wah Sun, che era una persona molto sveglia e particolarmente dotata per la lotta, fece grandi progressi modificando quello che aveva imparato e adattandolo alla realtà del combattimento. Il risultato è che non imparò l’autentico Wing Chu, ma modificò le cose senza senso che gli “insegnava” Leung Jee fino al punto di renderle veramente efficaci in combattimento. Ne è la prova il fatto che, dopo la morte di Leung Jee, Wah sfidò Leung Bik a giocarsi la successione del Custode dello Stile in un duello e vinse il combattimento. Wah era convinto di aver vinto grazie alle tecniche di Wing Chu apprese in segreto, quando in realtà vinse nonostante quelle. Senza dubbio, Leung Bik era ancora molto inesperto per affrontare con successo un lottatore forgiato in mille battaglie come Chan Wah Sun. Bik, con l’onore macchiato e l’anima mortificata, sparì dalla regione e Wah divenne il nuovo capo dello stile Wing Chu, arte che in realtà non conosceva! Inoltre, continuò a fare ricerche per conto proprio su altre Arti Marziali. La vittoria di Wah e il suo nuovo ruolo di Custode dello Stile gli conferirono una reputazione tale che, infine, ebbe modo di aprire una scuola di Arti Marziali e di abbandonare l’ufficio di cambiavalute, che tanto odiava. Abbandonò il soprannome di “il cambiavalute Wah” e iniziò ad essere conosciuto come “l’uomo di legno”, in seguito ad un’esibizione nella quale distrusse con i suoi pugni un pupazzo in legno massello da allenamento. Tuttavia, “l’affare” delle Arti Marziali non era abbastanza redditizio all’epoca, poiché si insegnava a gruppi di allievi molto ridotti. Per questo motivo, Chan Wah Sun si cercò la protezione di un “mecenate” che gli cedette gratuitamente una parte della sua casa perché aprisse una scuola. E’ stata proprio la famiglia Yip, una delle più ricche della città di Fatshan, ad accoglierlo nella sua dimora. Il patriarca degli Yip, Yip Oi Do, decise di ospitare un artista marziale così famoso per assicurarsi la

“Nel 1968 Yip Man, all’età di 70 anni, fu operato di un cancro allo stomaco e, subito dopo, annunciò il suo abbandono dell’insegnamento. Questa decisione fu un duro colpo per la comunità del Wing Chu, poiché Yip Man si ritirava senza avere insegnato tutti i segreti della sua arte.”



protezione della sua casa e delle sue proprietà. La famiglia Yip aveva tra i suoi figli, un giovane di salute cagionevole e malaticcio chiamato Yip Man, che nacque il 14 ottobre 1893. Fin dalla più tenera infanzia, seguì l’educazione tradizionale riservata a ogni figlio dell’alta borghesia cinese: studio della filosofia, della letteratura e della poesia classica cinese e occidentale, così come alcune nobili arti come la calligrafia e la pittura. Il destino di Yip Man sembrava già segnato: studiare economia e commercio e condurre parte degli affari della famiglia. Tuttavia, non tennero conto che il loro fragile figliolo godeva di una volontà propria e anche molto forte. Fin da bambino, scappava quando poteva dalla vigilanza dei suoi tutori per andare a vedere come si allenavano i discepoli del “protetto” di suo padre, quello era qualcosa che sembrava affascinarlo. A nove anni, si decise infine ad andare a parlare con il vecchio maestro Wah (che aveva già 60 anni) e gli chiese di partecipare alle sue lezioni. Wah non prese la proposta troppo sul serio: si trattava solo di un bambino e, per di più, di origine benestante, quindi (pensava il maestro) sarebbe stato capriccioso e incostante. La situazione non era per niente semplice. Da un lato, Wah non avrebbe avuto nessun problema ad accettarlo, se non fosse stato per il fatto che aveva già seri problemi di spazio con i 16 allievi già iscritti. Dall’altro lato, non poteva rifiutare Yip Man a cuor leggero, poiché si trattava di uno dei figli del suo “protettore”, della persona che lo stava ospitando. Per uscire da questo vicolo cieco, Wah decise di accettare Yip Man a una condizione, in cambio di trecento monete d’argento. Questa era una somma molto elevata, per cui il maestro immaginò che Yip Man, a soli 9 anni, non sarebbe stato in grado di metterla insieme se non nel giro di qualche anno. Wah credeva di aver risolto il problema quando, il giorno successivo, Yip Man si presentò con la somma richiesta. Era da anni che risparmiava tutte le paghette che gli dava suo padre. Così, il vecchio maestro non ebbe altra scelta che accettarlo come allievo, senza accettare la somma naturalmente. Per quanto riguarda il padre di Yip Man, questi non vedeva di buon occhio il fatto che suo figlio fosse iniziato al Wing Chu. Il futuro che gli aveva riservato era molto diverso e, inoltre, le Arti Marziali non erano molto ben viste tra le classi borghesi cinesi dalla rivolta dei boxer. Ma Yip Oi Do commise lo stesso errore di Chan Wah Sun, pensava che si trattasse solo di un improvviso capriccio di suo figlio che, soffrendo sulla sua carne i duri allenamenti, avrebbe abbandonato le proprie pretese marziali. Dall’altro lato, considerò anche il formidabile beneficio fisico che le Arti Marziali avrebbero potuto apportare al suo gracile bambino. In


Grandi Maestri


Grandi Maestri questo modo e davanti allo scetticismo di tutti quelli che lo circondavano, Yip Man fu introdotto a soli nove anni nel mondo del Wing Chu. Se qualcosa caratterizzava il giovane Man, era la sua straordinaria volontà e tenacia. Wah, che all’inizio non lo prese per niente sul serio, gli impose una disciplina di allenamento estremamente rigorosa per scoraggiare quel giovincello borghese. Ma, quanto più difficile era la situazione presentata a Yip Man, tanto più egli si dedicava all’allenamento. Dopo alcuni durissimi mesi di prova, il maestro, stupito dall’eccezionale determinazione del suo pupillo più giovane, decise di accettarlo come mascotte della sua famiglia di Wing Chu. Con gli anni, Yip Man si guadagnò a tal punto il rispetto del suo maestro e dei “Fratelli Maggiori”, che Wah arrivò a valutare seriamente la possibilità di formarlo affinché diventasse il suo futuro successore. Nel 1911 Chan Wah Sun, maestro di Yip Man, morì improvvisamente. Yip Man aveva soltanto 13 anni, con 4 di pratica del Wing Chu. Continuò ad allenarsi ancora per 3 anni, sotto la tutela degli allievi avanzati della scuola o “Fratelli Maggiori”. Quando compì 16 anni, suo padre lo mandò al St. Stephen College, un istituto cattolico di Hong Kong, per imparare l’inglese e aggiungere alla sua educazione le conoscenze occidentali. Lì, la dura vita del collegio e la competitività dei suoi compagni forgiarono in Yip Man un carattere di ferro e gli permisero di mettere per la prima volta alla prova le sue abilità marziali nelle numerose risse tra allievi. La sua efficacia in combattimento arrivò a un livello tale che presto restò senza avversari all’interno della scuola e del vicinato. Ciononostante, l’impulsivo Yip Man era alla continua ricerca di scontri per migliorare la sua efficacia marziale. Uno dei suoi amici gli parlò di un eccentrico praticante di Gung Fu che lavorava in un setificio del porto e che aveva la reputazione di essere invincibile in combattimento. Un pomeriggio, Yip Man si diresse al porto alla ricerca del peschereccio nel quale gli avevano detto che viveva e dormiva il famoso lottatore. Quando, alla fine, lo trovò, lo sfidò a voce alta dal molo. Non ottenne risposta per cui, offeso, lanciò una pietra contro la barca. Allora, una voce profonda gli chiese tranquillamente che cosa avesse perso lì fuori. Yip Man rispose con tono secco e di sfida: “Dicono che sei invincibile in combattimento. Mi piacerebbe battermi con te”. Un uomo, sulla cinquantina, sbirciò dal parapetto della nave, guardò Yip Man dall’alto in basso e disse: “Sei molto giovane e magrolino. Non ho voglia di perdere tempo, ma ti darò una possibilità: esegui un Tao (forma o kata di Gung Fu) e vedremo se ne vale la pena”. Yip Man non si lasciò spaventare e per il superbo sdegno del lottatore eseguì con agilità e vigore la Sil Lum Tao, forma di Wing Chu. “D’accordo - disse l’uomo con un sorriso - ti darò un’opportunità, ma il combattimento si terrà nella mia barca...”. Yip Man salì sull’imbarcazione ed entrambi si misero in guardia. All’improvviso, Man si avventò come un turbine sul suo avversario sferrando una brillante serie di pugni. Tuttavia, l’uomo bloccò tutti i suoi colpi con una naturalezza sorprendente e mandò il giovincello in acqua. Man nuotò fino alla barca, si

arrampicò sul fianco e tornò ad attaccare il suo avversario con una furia raddoppiata. Questi, ancora una volta annullò tutti i suoi attacchi con diabolica facilità e Man finì di nuovo nelle fredde acque del porto. Alla fine, Yip Man capì che si trovava di fronte a un eccezionale maestro di Gung Fu per cui, inzuppato fino alle ossa, gli chiese umilmente di essere accettato come suo allievo. L’uomo, senza dire una parola, gli girò le spalle e cominciò a prepararsi la cena. Da allora, Yip Man cominciò ad andare tutte le sere alla barca del maestro con offerte e regali, era solito anche lavargli i vestiti e cucinargli la cena. Nonostante tutto questo, l’uomo non gli rivolgeva nemmeno la parola. Ma, nel giro di più di due mesi e di fronte alla rispettosa insistenza del giovane Man, alla fine il maestro schiuse le labbra per chiedergli: “Chi ti ha insegnato le Arti Marziali?”- “Il maestro Chan Wah Sun, dello stile Wing Chu”. Di fronte alla risposta, i tratti gentili del maestro tradirono un’intensa emozione che Yip Man non riuscì ad interpretare. L’enigmatico lottatore rimase molto tempo a contemplare l’orizzonte e, quando si girò, guardò Man dritto negli occhi e disse: “D’accordo, ti insegnerò la mia arte. Ti insegnerò la vera arte del Wing Chu”. Yip Man rimase di sasso: che cosa significava tutto ciò? Credeva che esistesse solo uno stile di Wing Chu, quello che aveva appreso direttamente per mano del Custode della Scuola. Di fronte all’espressione di sorpresa del giovane, il maestro proseguì: “Il mio nome è Leung Bik e sono il figlio di colui che ha insegnato al tuo maestro. Sono anche il 6° Guardiano dello Stile e l’unico praticante in vita del vero Wing Chu”. Bik spiegò a Yip Man perché e come suo padre ingannò Wah, e il motivo, dunque, per cui egli non imparò mai il Wing Chu originale. Fino ad ora, Yip Man non aveva praticato che una particolare amalgama di Wing Chu completamente adulterata e mescolata con una moltitudine di altre Arti Marziali che Chan Wah Sun aveva ricercato nel corso della sua inquieta esistenza. Anche se quell’ibrido era, senza dubbio, efficace in combattimento, non si trattava del Wing Chu originale; quest’ultimo era sopravvissuto solo nella persona di Leung Bik, che non lo aveva mai insegnato a nessuno né, in un primo momento, intendeva farlo. In questo senso, si può affermare che il vero Wing Chu sarebbe andato perduto per sempre dopo la morte di Leung Bik, ma la fortuna



Grandi Maestri volle che, casualmente, un testardo giovane chiamato Yip Man incrociasse il cammino di Bik e diventasse il custode di questa straordinaria Arte Marziale. Così, Yip Man divenne il discepolo di Bik e apprese l’autentico Wing Chu integralmente, ovvero comprese le tecniche segrete. Leung Bik morì nel giro di pochi anni, anche se furono sufficienti perché Yip Man, con determinazione e dedizione, apprendesse tutto quello che il suo Sifu sapeva. Yip Man ritornò a Fatshan, la sua città natale, dove, come successore ufficiale del Wing Chu originale, cominciò a dare lezioni a 4 o 5 allievi negli anni ’40. Tuttavia, non smise di studiare le Arti Marziali, ma continuò a scambiare tecniche e conoscenze con i suoi vecchi compagni di pratica, gli allievi di Chan Wah Sun. Era ancora un uomo giovane, per cui non gli piaceva la rigida gerarchia che caratterizzava le scuole di Gung Fu dell’epoca. Fin dall’inizio stabilì come regola autentici rapporti di amicizia con i suoi allievi. Non voleva che questi lo chiamassero “Patriarca”, preferiva il soprannome di “Man-Sok”, ovvero “Zio Man”. Tuttavia in seguito, nel corso degli anni, Yip Man divenne molto più rigido e tradizionalista, realizzando poco a poco nella sua scuola il tipico schema gerarchico Patriarca-Fratelli Maggiori-Principianti. Ma, negli anni ’40, stabilì un’altra regola che, a differenza della prima, non avrebbe mai infranto fino alla fine dei suoi giorni: non venne mai pagato per le sue lezioni, insegnava per puro piacere e non voleva che le faccende inerenti al denaro turbassero la sua scuola. A quei tempi iniziò a lavorare, per puro piacere, come capo della stazione di polizia di Fatshan. Presto la sua fama iniziò a precederlo, tutti conoscevano la sua strana abilità di ridurre e arrestare i “fuorilegge”. Le sue gesta diventarono famose nella regione. Tra queste, si distingue in particolare l’aver fermato, da solo, una banda di otto pericolosi delinquenti. Affrontò anche molti esperti di Gung Fu, molti di questi erano dei “teppistelli”. Quando, nel 1949 trionfò la Rivoluzione Popolare Cinese, Yip Man fuggì a Macao, ma non mise radici in quella città. Dopo un breve periodo di tempo, si trasferì a Hong Kong, dove si stabilì per il resto della sua vita. Una volta raggiunta la colonia britannica, Lee Man, che era segretario del sindacato dei lavoratori di ristoranti, gli permise di utilizzare gli impianti per realizzare i suoi insegnamenti. In questo locale, Yip Man iniziò ad allenare il suo primo gruppo di allievi. I suoi insegnamenti iniziarono nel luglio del 1950. Rapidamente, divenne il massimo esponente di Wing Chu di Hong Kong, guadagnandosi una reputazione di maestro straordinario, anche se un po’ eccentrico. Infatti, non faceva nessuna pubblicità della sua scuola (nonostante questo, però, era molto conosciuta), non accettava denaro per le sue lezioni e non accettava mai allievi alla leggera (si racconta che, quando qualcuno voleva entrare nella sua scuola, Yip Man era solito studiarlo per mesi prima di accettarlo definitivamente). Se, per qualche ragione, rifiutava un pretendente o espelleva un allievo, niente poteva fargli cambiare idea. È stato negli anni cinquanta che cominciò a distinguersi nella scuola di Yip Man tutta una serie di straordinari artisti marziali. Nomi come Tsui Sheung Tin, Ho Kam Ming o Wong

“Nel 1955 la scuola contava già 30 allievi, anche se la maggior parte abbandonò le lezioni quando Yip Man trasferì il Kwoon (dojo) nella strada Lee Tat, a Kowloon.” Shun Leung sono già scritti a caratteri dorati nella storia del Wing Chu e delle Arti Marziali. Tutti questi si sono formati sotto la guida del “Sifu sorridente”. Il più conosciuto di questi, Wong Shun Leung, arrivò alla scuola di Man per la prima volta un pomeriggio del 1954, chiedendo che gli dimostrassero l’efficacia del Wing Chu contro il Pugilato, disciplina nella quale egli era, all’epoca, un esperto. La prova gli sembrò così convincente che, da quel giorno, si integrò totalmente nella “famiglia” di Yip Man. Poco dopo, divenne uno degli allievi più importanti della scuola, conosciuto dai praticanti di altri stili di Gung Fu come “il rozzo”, poiché ogni scusa per lui era buona per sfidare quasi tutti gli artisti marziali importanti di Hong Kong. Infatti, la fama che presto si guadagnarono i praticanti dello stile Wing Chu in generale, fu quella di essere autentici “rude boys” (grezzi, attaccabrighe, cerca-guai) che non smettevano di sfidare e di lottare per provare e affinare le proprie abilità e far pubblicità allo stile della scuola. Nel 1955 la scuola contava già 30 allievi, anche se la maggior parte abbandonò le lezioni quando Yip Man trasferì il Kwoon (dojo) nella strada Lee Tat, a Kowloon. La nuova sistemazione era nel bel mezzo dei bassifondi di Hong Kong, motivo per cui Yip Man dovette negare l’accesso a molti aspiranti un tantino inquietanti e sospetti; ma accolse anche perle del rango di William Cheung o di Bruce Lee. Questi erano due autentici teppistelli da bassifondi che, tuttavia, dimostrarono molta più passione ed entusiasmo di molti veterani. Bruce, che a quei tempi era un galletto irriverente e



Grandi Maestri indomabile, dimostrava, tuttavia, un grande rispetto verso Yip Man, come ricorda Jesse Glover, primo allievo di Bruce Lee: “Bruce parlava sempre con molto rispetto di Yip Man e credo che fosse molto orgoglioso di essere uno dei suoi allievi. Ricordo che era solito raccontare che Yip Man, nonostante non pesasse nemmeno 50 chili, riusciva a colpire con una potenza molto superiore a uno qualsiasi dei suoi allievi, superiore perfino a quella di William Cheung, che era alto 1 metro e 75 cm e pesava più di 80 chili. Raccontava anche che Yip Man, all’età di 65 anni, conservava ancora talmente tanta abilità che nessuno riusciva a toccarlo in combattimento”. Poco dopo aver iniziato le lezioni, Bruce sentì una storia secondo la quale Yip Man aveva da poco ucciso un altro maestro di Gung Fu con un colpo solo, perché questi rifiutò di uscire dalla scuola dopo aver insultato il Wing Chu e il Sifu. Bruce Lee credeva nell’autenticità della storia, poiché conosceva la straordinaria efficacia del suo maestro. Il Piccolo Drago era una figura promettente all’interno della scuola, ma la abbandonò prematuramente per emigrare negli Stati Uniti. Durante i primi anni della sua “avventura americana”, Bruce continuò a scrivere periodicamente a Yip Man, facendo commenti sui suoi progressi e spiegandogli che stava dando lezioni di Wing Chu a diversi allievi americani. Infatti, gli chiese, di accettare all’interno della famiglia del Wing Chu il suo allievo più avanzato, l’afroamericano Jesse Glover. Sembra che Yip Man si sia arrabbiato moltissimo, poiché allora pensava che il Wing Chu dovesse essere insegnato soltanto a gente di razza cinese: era come avere un vantaggio sugli occidentali. Ma nel 1965 cambiò radicalmente opinione, ammettendo pubblicamente che il Wing Chu doveva essere insegnato senza distinzioni di razza né di nazionalità. Nel 1968 Yip Man, all’età di 70 anni, fu operato di un cancro allo stomaco e, subito dopo, annunciò il suo abbandono dell’insegnamento. Questa decisione fu un duro colpo per la comunità del Wing Chu, poiché Yip Man si ritirava senza avere insegnato tutti i segreti della sua arte. Per questo motivo uno dei suoi allievi, che si chiamava Kwok Keung, andò a trovarlo quando ancora era convalescente dall’operazione, per convincerlo ad insegnare “a porte chiuse” a un suo allievo molto promettente, che si chiamava Leung Ting. Inaspettatamente, Man accettò e, dopo aver saltato tutte le regole della gerarchia (molti Fratelli Maggiori o i suoi stessi figli avrebbero dovuto avere la precedenza nella successione), insegnò al giovanissimo Leung Ting il Wing Chu nella sua interezza, che solo lui conosceva. Yip Man morì il primo dicembre del 1972, all’età di 79 anni. Leung Ting divenne il massimo esponente del Wing Chu e il successore del “Sifu Sorridente". Oggi, il Wing Chu è una delle Arti Marziali più praticate in tutto il mondo e Yip Man è diventato, di diritto, uno dei maestri più emblematici delle Arti Marziali, tanto che la sua vita è stata portata addirittura al cinema.

“Racconta la leggenda che il Wing Chu fu creato durante il XIV secolo da una monaca buddista chiamata Ng Mui, che aveva ideato un sistema di combattimento così singolare, dopo aver osservato come lottavano tra loro una gru e una volpe.”










Vi presentiamo il secondo lavoro del gruppo KMRED. Questo video, che porta il nome di "Concetto e Pedagogia", ha lo scopo di farvi scoprire una parte del concetto Krav Maga Research, Evolution and Development (Krav Maga Ricerca, Evoluzione e Sviluppo), nonché la pedagogia che si sviluppa nel seno dal nostro gruppo. I differenti esercizi che scoprirete qui non intendono "rifatevi gli occhi" né dimostrare le nostre attitudini combattive, perché qui la nostra priorità è quella di spiegare come prepariamo i nostri alunni affinché si trasformino in "guerrieri" capaci di "adattarsi" alle differenti evoluzioni di un combattimento in strada."

REF.: • DVD/KMRED-2

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Il tradizionale e il rappresentativo! "L'importanza dell'educazione è la conoscenza, non dei fatti, ma dei valori." (Dean William R. Inge) Sarebbe stupido voler equiparare le esigenze che hanno stimolato le Arti Marziali del periodo Sengoku ad un'evoluzione e alla crescita delle loro forme, con le reali esigenze dei nostri giorni. Il senso comune, che suggerisce una visione storica dei pezzi che esemplificano sempre attraverso le "Kata" o forme stabiliti in precedenza, possiede una ricerca speciale; Tuttavia, in tempi moderni, è possibile - e ciò dipende da ciascuno - che la visione superficiale possa evidenziare una certa mancanza di conoscenza di coloro che stabiliscono un confronto in modo nudo e crudo.

I

l mondo di oggi è pieno di idee innovative, sistemi, forme, esempi che nei tempi antichi avrebbero fatto la differenza nei campi di battaglia. Poi, l'idea stessa del tempo, la tradizione, la conservazione, ecc, ci porta al concetto di "arte". Tale concetto può essere misurato soltanto dalla mente di chi guarda, che si sente chiamata

dalle immagini che le vengono trasmesse ... Perdersi in confronti è lo stesso di andare a vedere un'opera teatrale di Shakespeare e confrontarla con il film Matrix ! Tuttavia, il conflitto è normale per coloro che sono abituati ad una visione semplice e moderna delle Arti Marziali in generale. Il conflitto suppone, senza alcun dubbio,

contraddizioni: contraddizione nel sentimento, contraddizione nel pensiero e contraddizione nel comportamento. Vi è contraddizione quando vogliamo fare qualcosa e siamo costretti a fare il contrario. Per la maggior parte di noi, là dove c'è ammirazione ci sono anche gelosia ed odio; e questo è contraddizione pure. Nella


Bugei


dipendenza c'è l'angoscia e il dolore, di conseguenza, la contraddizione, il conflitto. L'osservazione, al di là delle possibilità dei sì e dei no, della verità e della menzogna, è senza dubbio un modo sano per andare a fondo delle cose. Potremmo dire che, nel rispetto delle norme di etichetta abituali, la posizione è fondamentale: schiena dritta, mento in su ... ma il senso comune è il modo migliore per evitare di commettere esagerazioni. È abbastanza sgradevole che qualcuno che frequenta un'esibizione cerchi di parlare circa il suo maestro, o mostri le sue impressioni personali in pubblico parlando di come lo fanno nella sua scuola, e cose del genere ... La maggior parte delle volte, siamo in un determinato luogo per ammirare qualcuno e non per fare pubblicità di un'altra persona. Le arti tradizionali hanno un fattore storico di incommensurabile valore; questo valore determina quelle che sono e quelle che non lo sono. Come Louis Bonald ha detto: "La cultura forma saggi; l'educazione forma uomini." Mi spiego: Diversi regimi mentali, o chissà, le abitudini quotidiane, si rivelano in alcuni casi piaceri fittizi che sottraggono la possibilità di una situazione di stallo. La cultura, senza dubbio, è uno di questi meravigliosi punti principali che permettono all'essere di inserirsi in altri mondi creati da altri. Questa forma di visione, strettamente analizzata, usurpa in diversi modelli, quello che alimenta l'ignoranza. È facile, il semplice fatto di permettere che l'idea di un'altra persona penetri e catturi la mia attenzione, o prenda il mio "sguardo", è di per sé un punto di espansione delle nostre misure individuali di osservazione. Dato che la vita che osserviamo in uno scenario esterno reagisce e si sviluppa nel modo in cui le permettiamo di essere evidente, la mente, in comunione con il fattore "integrazione", senza dubbio esplora nuovi universi in versioni più utilitarie - sia nei livelli spirituali o materiali. Durante i miei giorni come studente presso l'Università Cattolica, mi sono reso conto, attraverso un caro insegnante, che le ragioni che usiamo in istanti diversi, non sono altro che alcune proiezioni di verità seminate in precedenza. Nell'ambito delle


Bugei “L'imparare, il desiderio di imparare, cede spazio alla facilità di "reinventarsi" attraverso un "facebook", le reti sociali, ecc. Non c'è più via di scampo! Siamo destinati a rispettare questa legge inesorabile, al costo del minore danno e col maggiore vantaggio, se è ancora possibile...”


prospettive che ho scoperto attraverso l'abitudine alla lettura (e spero che gli strumenti forniti da questa abitudine con i libri, riviste, giornali, ecc, continuino ad arrivare in vie panoramiche, per alternare il "mimetismo" che ci consuma con la spossante e male trattata realtà delle nostre faccende giornaliere), c’è stata una che ha attirato la mia attenzione: l'IO e l'ALTRO! Come stabilire una sorta di misura di osservazione, quando nella nostra realtà interiore esistono già proporzioni acquisiti attraverso altre esperienze? Cosa accade, o accadrà, nella mente di ognuno di noi, quando, per esempio, stiamo ascoltando Bach? Mi ricordo di un giovane che, dopo l'ascolto di una composizione di Bach, la sua prima reazione è stata: "Questo è orribile!" La generazione di oggi, più tecnologica, transita lungo ritmi e suoni adiacenti alle loro tribù che dividono un'intera società mutante - per il dispiacere di molti "dinosauri" di altri tempi. Comunque, e ad una velocità tale, organizziamoci in un nuovo processo di adattamento che, attraverso una via normale, cerchi di stilizzare le nostre idee, per quanto avanguardisti esse possano essere. Forse, nel caso del quel giovane, la sua prima impressione fosse stata quella di un grido per le sue orecchie, così in sintonia con l'attuale "Tum Tum Tum ... ... ...", il che è un residuo dei tempi della "Disco", dei tanti suoni delle discoteche, come gli stili "house" oppure Hip Hop ... la realtà è che in ogni mente


Bugei




comanda un tipo di cultura, che si identifica con un certo tipo di panorama esterno. Se guardiamo in profondità, possiamo vedere che è l'essere chi deve trovare da lui stesso il suo significato e la sua sublimazione; è l'essere che stabilisce per se stesso la misura di un "mi piace" o no, ciò che la società gli presenta. D'altra parte, dal momento che tutto passa e tutto si trasforma, sono d'accordo con François La Rochefoucauld, quando dice che: "L'assenza cancella le piccole passioni e fortifica i grandi." Uno studente mi ha chiesto: "... Ma cosa succede se la riflessione fosse stata soltanto immaginazione, illusione?" Noi siamo parte di una realtà che obbedisce principi che non resistono l'ascensione. Blaise Pascal ha detto: "L'immaginazione ha tutti i poteri: essa fornisce la bellezza, la giustizia e la felicità, che sono le più grandi poteri del mondo". Siamo tutti in un tempo di transito, di cambiamenti interni ed esterni. La tecnologia sembra offrire un pannello di realtà virtuali che per il loro acuto interesse, ormai irreversibile, "presuppone" che nel giro di pochi anni, non saremo nient'altro che un'immagine costruita attraverso i nostri traumi e complessi Imparare. L'imparare, il desiderio di imparare, cede spazio alla facilità di "reinventarsi" attraverso un "facebook", le reti sociali, ecc. Non c'è più via di scampo! Siamo destinati a rispettare questa legge inesorabile, al costo del minore danno e col maggiore vantaggio, se è ancora possibile...


Bugei “Il mondo di oggi è pieno di idee innovative, sistemi, forme, esempi che nei tempi antichi avrebbero fatto la differenza nei campi di battaglia. Poi, l'idea stessa del tempo, la tradizione, la conservazione, ecc, ci porta al concetto di "arte". “



Le Filippine hanno una lunga storia di combattimenti a vita o morte. Dall'antichità ai tempi moderni, le arti di lotta dell'arcipelago delle Filippine hanno dimostrato più volte di essere efficienti, efficaci ed estremamente letali in combattimento. Innumerevoli sistemi di Arti Marziali filippine si estendono attraverso le migliaia di isole in questa regione. Molte sono "arti familiari" che, probabilmente, nessuna persona "estranea" arriverà mai ad imparare, ma fortunatamente, molte altre sono state messe a disposizione del resto del mondo. Dal punto di vista del Kyusho, lo studio inizia con l'apprendimento della rianimazione e del restauro, ma poi si sviluppa una focalizzazione sugli obiettivi mobili con il braccio come fondamento marziale. Nel sezionare un attacco, a parte i calci, tutti gli altri attacchi iniziano con le braccia, e la sfida è che i bracci sono le parti più veloci del corpo, con la massima gamma di movimento e capacità di attacco direzionale. Pertanto, questa è una sezione molto difficile dell'allenamento che dovrebbe essere integrata in ogni sessione, con numerose varianti. Ci sono altri modi per facilitare questo livello ed una di quelle risiede nella capacità di "Arm Trapping" o cattura del braccio. Un lavoro di collaborazione del Maestro di Kali Raffi Derderian e il Maestro Evan Pantazi.

REF.: • DVD/KYUSHO 24

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PIÙ SUI PRO E I CONTRO DEI CALCI Grandmaster John Pellegrini

Pochi mesi fa, ho avuto l'opportunità di trascorrere del tempo con il mio buon amico Grand Master Bill "Superfoot" Wallace. Ho incontrato Bill quasi 30 anni fa. Siamo diventati amici dopo aver sedersi sulla commissione d'esame per il mio 6 ° prova di Dan Moo Kwan Taekwondo Chang (ha anche firmato il mio certificato!). Nel corso degli anni, abbiamo condotto congiuntamente numerosi seminari e campus d'allenamento. Anche abbiamo viaggiato insieme in Irlanda e Finlandia. Abbiamo anche siamo stati Ospiti d'Onore in molti eventi di Arti Marziali e Hall of Fame. Nel 2006, Bill è entrato nel consiglio dell'Associazione Indipendente di Taekwondo, una organizzazione che ho fondato più di 25 anni fa. Pertanto, quando l'ho visto di recente tenere uno dei suoi seminari su calci, non avr ei stato sorpr eso a tutta la sua capacità di gettare calci alla testa senza sforzo e con una velocità accecante. L'avevo visto farlo migliaia di volte. Ma ciò che mi ha fatto riflettere questa volta sulla sua capacità eccezionale è stato il fatto che solo due mesi prima io avevo chiamato lui per augurargli un buon compleanno: "Superfoot" aveva appena compiuto 70 anni!


Combat Hapkido “Neanche quand'ero nel mio momento migliore in Taekwondo (circa 25 anni fa), sono stato riuscito ad essere tanto buono coi miei calci come Bill, (ma chi lo è stato?).”


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eanche quand'ero nel mio momento migliore in Taekwondo (circa 25 anni fa), sono stato riuscito ad essere tanto buono coi miei calci come Bill, (ma chi lo è stato?). Tuttavia, sono stato rispettato dalla mia ottima tecnica di calci e ordinariamente ero in grado di raggiungere uno studente medio in testa, nonché rompere molteplici tavolette di legno con poderosi calci in salto e lanciare colpi precisi e molto rapidi, con calci alti in rotazione. Così, forse ora molti si chiederanno se posso ancora farlo, e la risposta è ... no. Negli ultimi 10 anni, ho perso un sacco di flessibilità e le mie articolazioni, ginocchia ed anche, sono state indurite con disturbi di artrite lieve. Parte della ragione è anche il fatto che non dedico oramai 2 ore giornaliere di stiramento come facevo solitamente quando stavo impartendo 15 classi di Taekwondo a settimana. Una volta cambiato l'approccio della mia carriera marziale verso un tipo di autodifesa realistica, ho sentito che la capacità di calciare in testa non era necessaria e che, anche se fossimo in grado di eseguire tali tecniche in una rissa in strada, è una tattica pericolosa. Quindi, quando ho iniziato a strutturare il curriculum del mio sistema di Combat Hapkido, ho deciso di includere un numero di calci limitati, ma di una grande portata, che sarebbero efficaci in una situazione reale di auto-difesa, i più importanti, alcuni calci che la maggior parte delle persone, uomini e donne di tutte le


Combat Hapkido età, fossero in grado di eseguire in modo relativamente semplice. Dopo mesi di ricerca e sperimentazione, ho selezionato una dozzina di calci per soddisfare le nostre esigenze tecniche. Credo che i calci che abbiamo selezionato per il nostro sistema siano più che sufficienti per affrontare la maggior parte delle situazioni. Quindi, come siamo arrivati alla base della nostra filosofia di calci nel Combat Hapkido? In primo luogo abbiamo dovuto analizzare alcune delle realtà della nostra vita giornaliera: • La gente usa abbigliamenti e scarpe normali, non progettate per i calci acrobatici (a differenza della maggior parte delle Arti Marziali o sport da combattimento). • La maggior parte delle persone non sono molto flessibili in natura e non iniziano la giornata con esercizi di stretching prima di uscire da casa. • Il terreno sul quale un attacco può accadere potrebbe essere scivoloso dal ghiaccio o la pioggia, irregolare, roccioso, fangoso, ecc... E non è l'ideale per i calci spettacolari. • I calci alti impiegano più tempo per raggiungere il loro obiettivo e sono più facili da bloccare o schivare. • I calci alti lasciano il corpo esposto e più vulnerabile a contrattacchi • I calci alti ed in rotazione inducono il corpo a perdere l'equilibrio. • La gente di mezza età, gli anziani e le persone con limitazioni fisiche (ferite del passato, chirurgia, malattia, infortunio, ecc) non sono in grado di lanciare calci alti. Così, una volta considerati e valutati tutti questi fattori e altre osservazioni rilevanti, ne abbiamo preso un paio di decisioni semplici tecniche per il nostro sistema: • Abbiamo eliminato tutti i calci di salto (e in aria). • Abbiamo eliminato tutti i calci in giro. • Tutti i calci saranno diretti alla parte inferiore del corpo (sotto l'ombelico).



Combat Hapkido Ora potete chiedervi: Tutto questo è buono per il Combat Hapkido, un'arte che si occupa esclusivamente dell'autodifesa, ma per quanto riguarda l'ITA, la vostra organizzazione di Taekwondo, si applica la stessa filosofia sui calci? La risposta è no. Il Taekwondo è un'arte essenzialmente di calci e non si potrebbe modificare l'80% dei suoi calci e continuare a chiamarlo Taekwondo! Si tratta di un'arte che attira un gran numero di bambini (che sono molto più flessibili!) Ed è un elemento molto importante nello sport delle Arti Marziali. Calci, calci alti, in rotazione, in salto, in aria, e tutti i tipi di calci acrobatici, che sfidano la gravità, sono parte della sfida, l'emozione e il fascino duraturo di questa bellissima arte. Ed è per questo che il mio amico Bill è ancora così richiesto ed è chiamato per organizzare seminari un anno di anticipo! E a me succede lo stesso ... anche se con un pubblico diverso. E i nostri seminari congiunti hanno sempre avuto successo poiché riuniscono ad entrambi i gruppi di studenti e docenti, quelli che cercano grandi tecniche di calci e gli interessati nella pratica dell'autodifesa. Ci completiamo a vicenda. E per quelli di voi che credano che invidio le capacità per i calci di Superfoot e il fatto che non sembri cambiare con l'età, vi dirò semplicemente una cosa: avete ragione! E addirittura, dopo tutti questi anni, cerco di continuare a convincermi che tutto si riduce a ... genetica. Alti o bassi ... non smettere di dare calci!














Un grande pensatore del Jeet Kune Do, straordinario punto di riferimento, insegnante indispensabile, Tim Tackett ha scritto questo libro, paradigma di riflessioni intelligenti sulla rivoluzione che ha aperto il Piccolo Drago ed ha lasciato senza chiudere nel suo breve passaggio in questo mondo. Un libro essenziale per comprendere questa eredità. Oggi offriamo un estratto di questo lavoro, ora disponibile in scarico a costo molto basso. Non mancarlo! Alfredo Tucci

Il JKD: È ancora importante? Ho letto negli ultimi anni in varie riviste che il JKD ha perso di importanza. Ho sentito dire che imparare il JKD è come guidare un'automobile di 40 anni fa, quando potresti averne una nuova. La cosa più strana è che alcuni dichiarano che le tecniche da imparare, come il Silat, la Thai Boxing o alcuni tipi di Jiu Jitsu, sono in realtà molto più antiche del JKD stesso. Dicono che queste tecniche sono state approfondite attraverso il no holds barred, che è un tipo di lotta sul ring, e che ci si deve allenare sia sulle tecniche in piedi che su quelle che si basano sulle prese e sul suolo. Tutto questo è vero? Ma conoscono sufficientemente il JKD? Devo ammettere che se stai pensando di combattere nell'UFC e possiedi solo le conoscenze di JKD probabilmente non saranno sufficienti per affrontare questo tipo di

combattimenti. Il JKD è un’Arte senza regole, che si pratica in piedi. Penso sia una delle più realistiche Arti per il combattimento in piedi, oserei dire la più efficace. Quando il tuo avversario carica contro di te e cerca di farti cadere, esiste sempre la possibilità che tu riesca ad intercettare il suo movimento e con un pugno preciso e diretto farlo cadere; ma esiste anche la possibilità che la tua distanza e la tua coordinazione non siano corrette e che tu finisca al suolo senza rendertene conto. Per imparare a sopravvivere sul ring devi imparare prima di tutto a sopravvivere a terra. Anche se il gioco di piedi, il colpo in movimento ed i calci possono risolverti molti problemi, non sempre funzionano. Quando assisti ad un combattimento dell'UFC ti rendi conto di quante volte il lottatore sferri dei pugni esclusivamente per trovare il varco per applicare una chiave ed atterrare l'avversario. Può sembrare logico che un lottatore che


Jeet Kune Do


abitualmente combatte in piedi e che vuole salire su un ring, debba imparare come far cadere il rivale. Deve anche imparare a colpire e a muoversi a terra, a lavorare per sottomettere l'avversario o per rialzarsi, se si trova steso a terra supino. Se vuoi lottare sul ring, non ti sarà sufficiente conoscere il JKD, avrai bisogno di un altro tipo di allenamento. Che cosa succede per la strada? Ho sentito dire da molti praticanti di JKD che nessuno li può far cadere a terra. Non sono convinto che ciò sia corretto. Nonostante sia più facile usare il JKD in piedi, vi è sempre la possibilità di finire al suolo. Uno dei vantaggi del JKD da strada è che non possiede regole. Due delle più importanti tecniche del JKD non sono permesse sul ring. Sono un esempio il colpo di dita negli occhi ed il calcio laterale al ginocchio o allo stinco. Non ho visto nessuno continuare a combattere dopo che gli è stato messo un dito nell’occhio. Il JKD è un’Arte nella quale si usano le scarpe. Molti dei nostri calci sono pensati per essere sferrati con le scarpe. Un calcio laterale al ginocchio non è molto efficace quando lotti a piedi nudi in un ring; per strada, invece, se indossi delle scarpe, puoi uscire vincitore da qualunque scontro, sempre che tu sia in grado di sferrare un calcio. Benché il 90% degli scontri non si concluda al suolo, è sufficiente che ve ne siano solo alcuni per renderci conto che è necessario imparare a lavorare a terra. Per imparare a sopravvivere per la strada devi allenarti su altre cose. Devi allenarti sulle prese, ma se non stai pensando di combattere su un ring con regole


Jeet Kune Do "Se facessimo questa domanda a dieci diversi allievi di Bruce Lee è molto probabile che otterremmo dieci risposte diverse, benchÊ simili."


specifiche, allora l’impostazione delle prese sarà differente. Devi imparare quelle che Lloyd Kennedy chiama le prese da strada. Il concetto delle prese da strada parte dal fatto che tu non vuoi afferrare. Se pensi che trovarti a terra sul ring non sia una cosa così brutta, per la strada invece non è così, può essere molto pericoloso. Trovarti a rotolare per terra con qualche brutto ceffo, mentre i suoi amici cercano di darti calci in testa, non è una buona strategia per sopravvivere. Bert Poe ci diceva sempre che se ti trovi a terra con qualcuno che vuole farti del male, devi rompigli qualcosa e rimetterti in piedi. La nostra idea di allenamento completo è lavorare sul tuo JKD, affinché prima di trovarti al suolo, il tuo avversario venga colpito dal tuo calcio laterale, poi dal tuo blocco di gamba e dal tuo attacco agli occhi prima che possa afferrarti. Ci sono pertanto molti colpi, ginocchiate e gomitate. Se lui riesce a difendersi da tutto questo, allora ci sono effettive possibilità di finire al suolo. Ed è qui che l'allenamento completo entra in gioco. Dato che per la strada non vi sono regole, abbiamo assimilato la maggior parte delle tecniche di Lloyd Kennedy e di Bert Poe. Lavoreremo per non finire a terra, ma se ci finiamo, cercheremo di “rompergli qualcosa e di rimetterci in piedi” il prima possibile.

Che Jeet Kune Do pratichi? Dalla tragica e prematura morte di Bruce Lee, la questione di che cosa sia esattamente il Jeet Kune Do è stata molto controversa. Se facessimo questa domanda a dieci diversi allievi di Bruce Lee è molto probabile che otterremmo dieci risposte diverse, benché simili. Questo crea una grande confusione sul Jeet Kune Do ed è effettivamente facile confondersi con le tante versioni di JKD esistenti. Per riuscire a capire veramente il JKD, dobbiamo capire in primo luogo la sua evoluzione. Prima della morte prematura di Bruce Lee, poca gente aveva sentito parlare del Jeet Kune Do. S’insegnava solamente ad un gruppo scelto. Dopo la morte di Bruce non vi fu nessuna particolare intenzione di commercializzare il JKD. Non si pensò ad organizzare seminari di JKD o a scrivere libri sulla materia. Tuttavia, poco dopo cominciarono a sorgere molte scuole di Jeet Kune Do in tutto il mondo. Bruce Lee era diventato famoso e molta gente senza scrupoli stava approfittando della sua fama a fini commerciali. L’unica cosa che queste false scuole avevano in comune era che quello che insegnavano era più vicino alle tecniche che Bruce mostrava nei suoi film che al vero JKD. Benché ci siano elementi di JKD nei suoi film, ciò che

viene mostrato nello schermo è molto diverso da quello che Bruce insegnava. Una delle principali ragioni che spinse ad organizzare seminari di JKD fu quella di insegnare al pubblico l'autentico Jeet Kune Do. Così, benché questo ponesse fine alla divergenza tra il JKD dei film e il JKD reale, rimase ancora una certa confusione, perché quelli che impartivano i seminari chiamavano Jeet Kune Do o concetti di Jeet Kune Do quello che stavano insegnando, mentre altri preferivano chiamarlo Jun Fan Gung Fu. Per questo rimangono ancora senza risposta molte domande su quest’Arte. Per esempio: Che cos’è il Jeet Kune Do? Era semplicemente l'espressione personale di Bruce Lee nel combattimento? È uno stile? È un sistema? È un processo? O un prodotto? Si può insegnare? È un semplice miscuglio di altre tecniche di Arti Marziali? Quando studiavo con Dan Inosanto agli inizi degli anni ‘70, non esisteva tale confusione. Bruce Lee era ad Hong Kong e stava girando il suo primo film. A quell'epoca eravamo solo dodici allievi che ci riunivamo due volte la settimana nel cortile di Sifu Inosanto. Ciò che imparammo nel cortile di quella scuola si chiamava Jeet Kune Do. Il nome della scuola era Istituto Jun Fan Gung Fu. Jun Fan era parte del


Jeet Kune Do "Dopo aver lavorato con o osservato tutte le persone che sono divenute famosi istruttori di JKD, mi è stato chiaro che nessuno è in possesso di tutta l'arte di Bruce."


nome in cinese di Bruce. Il nome significava “La scuola di Bruce Lee”. A quell'epoca era uno dei pochi posti al mondo in cui potevi imparare Jeet Kune Do. Per questo motivo sentivamo che era un'arte speciale e che non bisognava insegnarla a chiunque passasse per di lì. Ci dissero che dato che la conoscenza era potere, dovevamo fare attenzione a chi lo trasmettevamo. C'erano determinate cose che non potevamo condividere con nessuno. Sembrava che la maggior parte degli istruttori di JKD fossero convinti di insegnare il “vero” Jeet Kune Do. Dopo aver lavorato con o osservato tutte le persone che sono divenute famosi istruttori di JKD, mi è stato chiaro che nessuno è in possesso di tutta l'arte di Bruce. Tutto quello che hanno è un pezzo del puzzle. Alcuni hanno pezzi più grandi di altri, ma nessuno ha tutti i pezzi, perché Bruce insegnò cose diverse a persone diverse, in momenti diversi ed in posti diversi. Possiamo dividere il JKD che s’insegna in due tipologie basilari ben distinte. Normalmente vengono definite concetti di Jeet Kune Do e Jeet Kune Do originale. I concetti di Jeet Kune Do cominciarono con Dan Inosanto. Promise a Bruce Lee di non insegnare l’arte a tutti. Quando Bruce andò ad Hong Kong a girare un film, la scuola di Chinatown venne chiusa e Dan Inosanto selezionò un gruppo di allievi per organizzare una classe ridotta di JKD nel suo giardino. Quando Bruce morì, Dan cominciò a ricevere inviti per dare lezioni in campi estivi. Dato che Dan non voleva che qualcuno ottenesse in quei

campi dei diplomi sui quali apparisse scritto Jeet Kune Do, insistette affinché gli allievi intervenuti ricevessero diplomi di partecipazione di Jun Fan Gung Fu. Dan pensava che non si potesse imparare il JKD in una settimana e non voleva che qualcuno uscisse dal campo estivo convinto di poter insegnare JKD. Anche se Dan Inosanto non voleva che i partecipanti parlassero di Jeet Kune Do, quest’ultimi insisterono nell’usare il Jeet Kune Do per farsi pubblicità. Dan voleva che si utilizzasse Jun Fan Gung Fu, ma dato che assai poca gente sapeva di che cosa si trattasse, continuarono ad usare il nome Jeet Kune Do. Allora Dan cominciò a dire che non stava insegnando il vero e proprio Jeet Kune Do, bensì dei concetti di Jeet Kune Do. Disse che usava principi di JKD nel suo insegnamento, ma non definì mai in che cosa consistevano quei principi. La maggior parte della gente che pratica i concetti di JKD non vede il Jeet Kune Do come un sistema o uno stile. Lo vedono più come un’impostazione filosofica nella quale ogni allievo sviluppa un'espressione personale dall'arte di Lee. Vedono il JKD come un mero punto di partenza per un’interpretazione individuale della lotta. Utilizzano una citazione di Bruce Lee che dice: “Ognuno dovrebbe intraprendere la ricerca della propria esperienza, assorbire ciò che gli sembra utile, scartare ciò che non serve ed aggiungere ciò che arriva dal proprio raccolto”. I seguaci dei concetti incoraggiano gli artisti marziali ad osservare tutte le arti marziali che possono e a scegliere ciò che per loro va bene. Utilizzando quest’impostazione dei concetti, un allievo può imparare a difendersi da un attacco con un movimento di Kali, proseguire con uno di Silat e finire con un movimento di Jiu Jitsu. I difensori di quello che si chiama JKD originale pensano che i difensori dei concetti di JKD abbiano fatto confusione presso il grande pubblico sugli aspetti del JKD che stanno utilizzando. Credono che il JKD sia di più del


Jeet Kune Do



Jeet Kune Do

"A Bruce interessava la sperimentazione costante, ma non sperimentava per il gusto di farlo."


“praticare la propria arte”. Per i difensori del JKD originale esso è una struttura definita che si deve insegnare ed usare come JKD “reale”, ma anche così si crea confusione, perché come abbiamo detto, Bruce Lee insegnò cose diverse a persone diverse, in momenti diversi. Possiamo dividere l'arte di Bruce in quattro momenti fondamentali. Una delle principali ragioni dell'apparizione della cosiddetta Fondazione Educativa Bruce Lee fu quella di promuovere l'unità ed il cameratismo tra le persone appartenenti alle quattro epoche dell'evoluzione dell'Arte Marziale di Bruce Lee. Sfortunatamente non è andata sempre così. Una possibile ragione è la mancanza di intendimento di ciò che Bruce Lee cercò di fare nella sua evoluzione personale. A Bruce interessava la sperimentazione costante, ma non sperimentava per il gusto di farlo. L'intenso studio di Bruce di altre Arti Marziali e l'analisi appassionata di vari metodi di allenamento moder no avevano un unico proposito: migliorare come artista marziale. Con questo obiettivo bene in mente, utilizzò le sue scuole come laboratori, dove poteva provare una tecnica nuova per una sessione di allenamento, per esempio, ed analizzar ne poi l’efficacia. I diversi istruttori che si unirono per formare il cosiddetto “Nucleus” decisero di chiamare l'arte di Bruce Jun Fan Jeet Kune Do. Questo nome

definirebbe l'arte di Bruce solamente in funzione di quello che insegnò durante la sua vita. Molti suoi allievi seguirono i suoi insegnamenti prima che creasse il Jeet Kune Do. Alcuni di essi hanno chiamato quest’Arte Jun Fan. Altri la chiamano Wing Cheng Do e altri ancora la chiamano Core JKD. Così, perfino tra i suoi allievi “originali” troviamo una certa confusione. Il seminario annuale JFJDK diede ai partecipanti l'opportunità di sperimentare le quattro tappe dell'Arte Marziale di Bruce. Come disse James Demile in un'intervista sul defunto Ed Hart, secondo allievo di Bruce, fu molto gratificante che la gente potesse osservare queste quattro tappe, perché era importante far capire che A si trasformava in B, come B in C e C in D. Come si vide poi nel seminario di Seattle, è ovvio che esistono enormi differenze in questi quattro periodi. Credo che James Demile lo spiegò meglio durante il suo intervento nel terzo seminario di Seattle (Washington). Facendo un’allusione sulle differenze che aveva osservato tra la prima tappa, nella quale lui fu una figura rilevante, e la quarta tappa (Chinatown), disse che era come se avesse avuto istruttori differenti. A prima vista sembra che la prima e l'ultima tappa siano due Arti Marziali completamente diverse, unite unicamente dalla persona che le insegnava, Bruce Lee. Ma se osserviamo brevemente la traiettoria della crescita di quest'Arte Marziale, vedremo che invece di osservarla

come quattro arti separate, dovremmo vederle come semplici tappe del desiderio di un uomo straordinario di diventare il migliore artista marziale del mondo. Non bisogna dimenticare che quando il Piccolo Drago andò negli Stati Uniti nel 1959 aveva solamente 18 anni. L'Arte Marziale che praticava di più era il Wing Chun, che studiava da quando aveva 13 anni. Il suo primo allievo fu Jesse Glover, che andò con lui all'istituto Edison a Seattle. Grazie a Jesse, Bruce cominciò ad allenare il suo secondo allievo, Ed Hart. Più tardi iniziò ad insegnare anche a James Demile e a Taky Kimura. A quell'epoca, Bruce Lee insegnava soprattutto una versione modificata del Wing Chun, con alcune tecniche di altri sistemi di Gung Fu. Dopo un anno, stanco di lavorare come sguattero nel ristorante di Ruby Chow, aprì una scuola con Taky come aiutante. Jesse Glover, Ed Hart e James Demile, che non volevano ricominciare daccapo, lo lasciarono. Nel 1962 Bruce cominciò ad insegnare a James Lee e ad Alan Jo. Nel 1963 si trasferì con la sua famiglia ad Oakland, lasciando la scuola di Seattle in buone mani, sotto la supervisione di Taky Kimura. Ad Oakland, Bruce cominciò a disfarsi di alcune delle tecniche antiche ed aggiunse nuovi elementi alla sua Arte Marziale personale. Pose più enfasi sulla preparazione fisica. Aggiunse anche il lavoro di piedi del Pugilato occidentale, per dare mobilità alla sua arte, ed i pugni del Pugilato


Jeet Kune Do occidentale per dotare il suo repertorio di pugni da più angolazioni. In quel momento, Jun Fan Gung Fu, che è il nome che Bruce diede alla sua arte, si componeva di prese del Wing Cheng e di pugni diretti con blocchi e colpi simultanei nei “quattro angoli”, un miscuglio di tecniche di calcio del Nord e del Sud della Cina, con angoli di pugno e tecniche di piedi di Pugilato. Nel 1964 Bruce si trasferì a Los Angeles per partecipare al programma televisivo Green Hornet e lasciò James Lee a curare la scuola di Oakland. Mentre stava a Los Angeles fece molti viaggi ad Oakland e a Seattle, per lavorare con James e con Taky. Nel 1967 aprì la scuola di Chinatown con Dan Inosanto come istruttore principale. A quell'epoca Bruce cominciò ad aggiungere la teoria della Scherma alla sua Arte

Marziale. Il colpo col dito della mano si usava in maniera simile al fioretto della Scherma occidentale. Adattò gli attacchi della Scherma alle cinque tipologie di attacco. Ma, ciò che è più importante, adottò la tecnica della difesa più efficace che consiste nell’intercettare l'attacco dell'avversario con un colpo secco. Bruce Lee pensava che essere capaci di intercettare con un colpo un attacco fosse estremamente importante, tanto che chiamò la sua arte Jeet Kune Do che significa “Il cammino del Pugno Intercettore”. Tenendo conto di tutto quello che è stato detto fino ad ora, come potrebbe vedere qualcuno dell'epoca di Taky, per esempio, una tecnica dell'epoca di Chinatown, che




sembra contraddire gli insegnamenti di Bruce Lee nell'epoca di Taky? Prima dobbiamo mettere da parte l'idea di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato. Secondo me, le tecniche di tutte queste epoche hanno il loro valore e sono giuste a loro modo. Non dobbiamo nemmeno dimenticare che le quattro epoche non sono completamente separate, perché alcune si intersecano con altre. Avendo studiato con vari allievi di Bruce Lee dell'epoca di Chinatown, posso affermare con certezza che esistono varianti addirittura nel modo in cui Bruce Lee insegnò loro una stessa tecnica. Uno studio dettagliato delle note di Bruce dell'epoca di Chinatown, mostra che benché facesse credere di insegnare le stesse cose a persone differenti, in realtà faceva in modo che si allenassero nella maniera più vantaggiosa per la costituzione fisica di ognuno degli allievi. Dopo aver lavorato con vari allievi di Chinatown, è chiaro che Bruce adattò i suoi insegnamenti ad ognuno di essi. Poteva essere semplicemente una piccola sfumatura nel colpo con pugno in diagonale, invece che in verticale, o grandi varianti, come il calcio statico e la sua sequenza più comune. Insegnava alla gente più bassa a fare un calcio laterale ginocchio-stinco, seguito da un colpo di dito. Alla gente più alta, come Bob Bremen, per il quale risultava più efficace rompere la linea, insegnò un'intercettazione di gamba, seguita da un pugno diagonale brusco. In questo caso, nessuna delle tecniche è corretta o scorretta. Sono semplicemente diverse. Una cosa che posso dire con certezza è che Bruce Lee non stava cercando una maniera imperfetta di fare le cose. L'idea che una tecnica dell'epoca di Chinatown fosse inferiore ad una tecnica di un'epoca precedente, contraddirebbe tutto quello che sappiamo su Bruce Lee. Dopotutto, aveva il coraggio di scrivere su una rivista un articolo in cui invitava chiunque lo leggesse a passare per la

scuola di Chinatown e praticare Full Contact con lui. Bob Bremer mi disse che più di uno si presentò lì, osservò l'allenamento per un po’ e poi cambiò opinione ed andò via. Un esempio per illustrare il cambiamento tra la prima epoca e la scuola di Chinatown è lo “straight blast” (attacco diretto). Bruce disse a Bob Bremen che in realtà esistono due “straight blast”. Gli disse di utilizzare l'attacco quadrato di spalla del Wing Chung, quando l'avversario si trovava giusto davanti a lui, per allontanarlo e stordirlo. Questo permette di ottenere la distanza adeguata per effettuare il pugno di un pollice. Quando si è ottenuta una distanza sufficiente, si finisce l'avversario con uno “straight blast”, che usa il peso del corpo per dare forza ai pugni dalle spalle e dal resto del corpo. Questo è quello che Bruce Lee chiamerebbe un “non-crispy attack” (attacco forte), nel quale si possono usare anche ganci di Pugilato e pugni diretti. Ma si dovrebbe usare questa tecnica solo quando l'avversario è ferito e non può contrattaccare in maniera efficace. Si può vedere un esempio in un video registrato nel patio di casa sua, in cui sta sferrando pugni al sacco con ganci molto forti. Ovviamente, lui non avrebbe mai attaccato in questo modo se non fosse stato sicuro di poterlo fare. Se vuoi vedere questo tipo di “straight blast” dal vivo, guarda l'attacco di Jack Dempsey a Jess Willard nel loro mega incontro. Mi risulta che Bruce Lee lo vide. Credo che tutti gli allievi di Bruce dovrebbero fare uno sforzo per imparare il più possibile, o sperimentare le tecniche e gli insegnamenti di ogni fase delle Arti Marziali del Piccolo Drago. Dovremmo cercare di capire perché eliminò determinate cose, perché ne cambiò alcune e ne aggiunse delle altre. Dobbiamo sapere, per esempio, se il fatto di non concentrarsi sull’uomo di legno a Chinatown, era dovuto all’idea che aveva assimilato già tutto il suo potenziale, o forse aveva trovato altri metodi di allenamento più produttivi. Non possiamo saperlo, possiamo solamente dedurlo. Se miracolosamente Bruce Lee potesse ritornare per alcuni istanti, gli domanderei: “Sifu, di tutte le tecniche che hai imparato, di tutti gli allenamenti che hai fatto, di tutti gli



esercizi che hai realizzato, quali sono stati i più importanti? Quali credi che siano stati una perdita di tempo? E quali sono stati fondamentali per farti diventare il grande artista marziale che sei diventato?” Anche se non possiamo sapere la risposta, credo che gli allievi di tutte le epoche della vita di Bruce Lee dovrebbero unirsi nello spirito di cooperazione e di passione per l’eredità che egli ci ha lasciato e cercare a tutti i costi di rispondere a queste domande. So che tutti potrebbero diventare migliori artisti marziali e maestri se riuscissimo a farlo. Se non lo facciamo, nessuno “saprà” veramente che cos’è il Jeet Kune Do e tra dieci anni se domanderemo a dieci maestri di JKD diversi “Che JKD stai praticando?”, otterremo dieci risposte diverse.

Dopotutto, non possiamo sapere con certezza come sarebbe il JKD se Bruce Lee fosse ancora qui a cercare di scoprire il modo più efficace di utilizzare il corpo umano nel combattimento. Probabilmente, se un suo allievo avesse visto quello che stavamo facendo nel 1973, direbbe che è come se avessimo avuto maestri diversi. Quello che dobbiamo fare è focalizzarci sul programma basilare ed utilizzarlo come guida nella nostra ricerca del modo più efficace di utilizzare il corpo umano nel combattimento. Credo che rimanendo fedeli ai principi del combattimento di Bruce Lee, impareremo e s v ilupperemo il no s tro JK D e al tempo s tes s o onoreremo la sua memoria facendolo sentire orgoglioso di noi.




In questo primo lavoro didattico, Andreas Weitzel, fondatore e capo istruttore dell'Accademia SYSTEMA Weitzel (Augsburg, Germania) e uno dei principali istruttori di SYSTEMA in Europa, spiega le basi più importanti del combattimento. In primo luogo definisce chiaramente il modo naturale di camminare, concentrandosi sul corretto svolgimento di ogni passo, per poi mostrare come utilizzare questo lavoro in applicazioni di combattimento. Una varietà di argomenti diversi sono spiegati in questo DVD, tra cui: Come sbilanciare un attaccante; Come colpire con i pugni e calciare correttamente; Come difendersi da prese, takedown, colpi e calci. Le dichiarazioni di questo video sono semplici ma chiare, in modo da facilitare a tutti la comprensione e l'apprendimento. Durante la sua spiegazione, Andreas include sempre e si concentra sui principi e fondamenti del SYSTEMA, mostrando come i diversi argomenti sono strettamente collegati tra loro. Allo stesso modo è mostrato il lavoro libero contro diversi attacchi a mani vuote e con armi in condizioni realistiche e alla massima velocità di esecuzione. In questo video, Andreas è assistito da Michael Hazenbeller (Rastatt) e Thomas Gössler (Augsburg), due istruttori esperti di Systema.

REF.: • DVD/SYSWEITZEL1

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Cosa succede quando due persone praticano ChiSao? Qual è il significato della loro pratica e quali sono gli obiettivi? In questo terzo DVD, "Chi Sao dalla base ad un livello avanzato," Sifu Salvador Sánchez affronta forse l'aspetto più importante del Wing Chun: il ChiSao, l'anima del sistema stesso, che fornisce il praticante di alcune caratteristiche speciali che sono completamente diversi dagli altri, e gli dà grandi virtù. Questo lavoro si occupa di alcuni aspetti di principio piuttosto semplici, ma come si approfondisce in loro, diventano sempre più sorprendenti. Si tratta di una caratteristica molto chiara nella cultura tradizionale cinese; ciò che è molto evidente a prima vista, contiene tuttavia una seconda o terza lettura, che sicuramente cambierà il vostro approccio, la pratica e la comprensione. Discuteremo come praticare Chi Sao attraverso i nostri drills e il modo di applicarli quei drills, quella capacità nello sparring, che collega alcuni concetti, forse non tanto legati al Kung Fu tradizionale, come ad esempio la biomeccanica, le strutture, la conoscenza della fisica, ecc., al fine di ottenere risultati migliori nella nostra pratica.

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In questo DVD, G.M. Larry Tatum (10 ° Dan) sviluppa tecniche del programma Kenpo al più alto livello. In particolare, alcuni delle sue "preferite", come Flashing Mace, Parting Wings, Entwined Lance… Magistralmente eseguite, e sulla base dell'esperienza del movimento, G.M. Tatum incorpora i suoi insegnamenti innovativi in queste tecniche che vi aiuteranno a aggiungere conoscenze e completare la vostra formazione nel sistema Kenpo. Inoltre, esse forniscono l'individuo con la scelta migliore per l'autodifesa, sulla base del pensiero logico e pratico, e lo mettono nel cammino della comprensione dell'arte del Kenpo. Questi sono i sistemi auto-difesa e di combattimento dei tempi moderni in cui viviamo. Essi sono stati progettati in modo che il praticante ottenga tutti i benefici che forniscono la pratica di queste tecniche. Questo DVD ha il sostegno del Maestro Adolfo Luelmo (9 Dan), che prosegue con una serie di tecniche eseguite in modo agevole e forte, per situazioni di aggressività estrema, in cui si possono apprezzare diversi stati dei movimenti, in un modo logico ed efficace. Finalmente, il Maestro Camacho Assisi (8 ° Dan), mostra una tecnica che combina la forza delle braccia e la sua esperienza con le gambe.

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Kyusho Jitsu


Evan Pantazi

Autentico Kyusho Recupero e rianimazione Kyusho International ha sempre indagato i meccanismi più profondi dietro Kyusho, non siamo stati soddisfatti con la teoria dei punti di pressione e gli aspetti di agopuntura come un modello pratico (ora è stato dimostrato che non è collegato). Non si tratta di scartare l'agopuntura come un programma praticabile relative a la salute, è semplicemente che non è correlato al Kyusho.Il fatto che molti "punti di pressione" si trovino sovrapposti agli obiettivi reali anatomici più profondi del Kyusho, è soltanto una coincidenza, poiché essi non sempre si sovrappongono, né coprono tutta la struttura soggiacente vitale. La nostra ricerca non si è fermata nelle correlazioni scientifiche e mediche, sebbene non riveliamo facilmente al pubblico i nostri risultati. Questa è una breve descrizione dei meccanismi alla base dei recuperi Kyusho (reanimazione è il termine più popolare usato da molti, ma non è una spiegazione completamente corretta).

Ciò che realmente accade Nella teoria del'Arte di Combattimento Kyusho Jitsu (lotta contro obiettivi vitali) e l'utilizzo del recupero (rianimazione) delle strutture vitali che sono state attaccate nel corpo umano, è importante capire cosa succede al corpo durante l'attacco a una struttura vitale. Per comprendere questo processo, è importante prendere in considerazione l'anatomia, la Chinesiologia e la Biomeccanica, per vedere il processo degli eventi che si verificano nel corpo e ciò che accade a ogni struttura. Innanzitutto, il cervello è diviso in una funzione cosciente del sistema di nervi cranici e periferici. Questo permette al cervello controllare attraverso il pensiero il 20% delle funzioni del corpo. Il sistema subconscio, nervo cranico e autonomo controlla l'80% del cervello e le funzioni involontarie del corpo. Il cervello invia un segnale bioelettrico che viene registrato come un segnale elettrico di 0,05 volt dal cervello al corpo e dal corpo al cervello. Questi 0,05 volt sono quello che gli orientali considerano l'energia interna (Chi) che si manifesta attraverso il corpo umano. Una struttura vitale è un punto caldo di molteplici reazioni che causano una moltitudine di reazioni nel corpo al momento dell'attacco. Vediamo le reazioni e gli effetti di ottenere una struttura vitale per il corpo umano.

La pelle (questo è il primo strato) * Struttura e ricevitori. A. Capelli (terminazioni nervose stimolate dal movimento dei capelli) B. Ghiandole sudoripare (senso del tatto alla superficie della pelle) Questi due ricevitori sono il primo sistema sensoriale nel corpo di contatto iniziale. Questi sono il senso immediato della sensibilità tattile.


Kyusho Jitsu Epidermide (questo è il secondo strato) A. Strato corneo, è qui dove le ghiandole sudoripare estendono dal derma attraverso l'epidermide e raggiunge la superficie della pelle. Questo è il secondo monitor sensoriale, giusto dopo che i capelli abbiano preso contatto. Derma (questo è il terzo strato) A. Terminazioni nervose libere (meridiani, struttura vitale / nervi / periferica, e strutture straordinarie). Nervi autonomi (struttura fondamentale) sensibili al tatto e il dolore. B. Corpuscolo di Krause terminazione nervosa sensibile al freddo.

C. Corpuscolo di Pacini terminazione nervosa molto sensibile. Reagisce con le terminazioni nervose libere. Terminazioni nervose che sono sensibili al calore - Corpuscolo di Ruffini. D. Dischi di Merkle - sono all'interno del derma e costituiscono la guaina che racchiude un disco biconvesso connettando a terminazioni nervose, che sono sensibili alla stimolazione tattile continua. Corpuscolo di Meissner - si trovano nella superficie esterna del derma, sono costituiti da un insieme di terminazioni nervose racchiuse da una guaina, e sono sensibili al tatto. Tutti questi recettori e fibre nervose sensoriali partono dalla superficie

della pelle; Essi passano attraverso il midollo spinale e raggiungono il tronco cerebrale in fasci. Essi si incrociano attraverso il talamo e finiscono nella corteccia cerebrale. Questi segni producono un movimento riflesso estensore crociato durante meno di un secondo dal midollo spinale prima che il cervello percepisca la sensazione di dolore. Quando si batte sulla superficie di una struttura vitale (rappresentato in molti vecchi dipinti, pergamene e scritti) tutte le strutture prima menzionate vengono coinvolti. Ad esempio, se si colpisce dell'avambraccio superiore interno, vi è un ramo dell'arteria e la vena radiali. Il nervo radiale è una area di fibre muscolari a contrazione lenta (nervi periferici), questo colpisce il controllo


Evan Pantazi

che avrebbe una persona cosciente, un quinto di secondo più tardi colpisce le fibre muscolari a contrazione rapida. Questi colpiscono i nervi autonomi del cervello e fa che il recettore perda il controllo delle articolazioni e dei muscoli e non sopporti il suo proprio peso cadendo finalmente a terra. L'azione incrociata riflessa dell'estensore provoca che la persona giri a 45 gradi, estendendo di dietro il braccio opposto e rovesciando la testa nella direzione di quello stesso braccio. Il giro rapido della testa colpisce il cervello per l'interruzione del segno dei nervi ed il contatto del cervello con l'interno del cranio. Il giro della testa sovrastimola l'arteria cervicale ascendente, il nervo auricolare maggiore, il nervo cutaneo, il nervo occipitale

minorenne ed i nervi accessorii, questo succede nel lato del collo tra la 3ª e 4ª vertebra cervicale ed è qui dove il lato destro o il lato sinistro del cervello si incrociano su una comunicazione verso il lato opposto del corpo. Questa incidenza sul nervo causerà il K.O. di una struttura vitale. Questo stato di incoscienza è causato da una mancanza di comunicazione elettrica dal cervello al corpo e dal corpo di nuovo al cervello, che ora ha bisogno di essere rianimato e recuperato. La fibra muscolare a contrazione rapida e la fibra a contrazione lenta si vedrano colpiti nella contrazione del muscolo, che provocherà che il nervo non abbia un flusso bio-elettrico normale. L'uso di diverse strutture fondamentali di rianimazione è necessario


Kyusho Jitsu affinché la persona recuperi la coscienza. È necessario ristabilire la struttura della testa, del cuore e del polmone. Per la rianimazione della testa si usa il nervo accessorio spinale; questo nervo si trova nella concavità del collo, ad entrambi i lati della colonna vertebrale. È coinvolto con le fibre muscolari di contrazione rapida del sistema nervoso involontario e con i nervi volontari del cervello. Massaggiando soavemente questi nervi si rianima la testa involontariamente e coscientemente (si restaura anche la normalità nella funzione bio-elettrica). Si tratta degli stessi nervi che sono massaggiati mentre si applica ghiaccio ai pugili nell'angolo tra gli assalti. Per la costrizione del torace è neces s ario co inv o lg ere il nerv o spinale associato al polmone, il Terzo Nervo Toracico (a qualcuno piace chiamarlo BL-13) e il Quarto Nerv o To racico S pinale / Nerv o

“Per la costrizione del torace è necessario coinvolgere il nervo spinale associato al polmone, il Terzo Nervo Toracico (a qualcuno piace chiamarlo BL-13) e il Quarto Nervo Toracico Spinale / Nervo Pericardio Associato (noto anche come BL-14).”

Pericardio Associato (noto anche co me BL-14). Il Quinto Nerv o Toracico Spinale, associato con il cuore (noto come BL-15). Queste strutture si vedono colpite per la costrizione dei muscoli associati coi nervi del dermatoma del diaframma. Il diaframma e la costrizione dei nervi toracici devono essere liberati per la rianimazione. Quando si batte leggermente su questi tre nervi si ripara il cortocircuito del segno elettrico col muscolo di contrazione rapida e si sciolgono i muscoli di co ntraz io ne lent a che s i erano irrigiditi, questo permetterà che il diaframma s i liberi della s ua costrizione. Anche si ricollega la co municaz io ne del cerv ello volontario ed involontario ed i nervi associati ristabiliscono gli interruttori po s itiv i (trans ferimenti di comunicazione). I nervi autonomi di po lo neg ativ o , o inco s ciente, riallineano il sistema di interruttori negativi. Questi nervi incoscienti e


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coscienti tornano a collegare il segno elettrico degli organi verso il cervello. Così, il cervello torna a collegare al corpo e dopo il cervello ed il corpo restituiscono la comunicazione elettrica e restaurano la funzione dell'organo affettato. Un'altra area vitale comune, si trova attorno alla zona che gli agopuntori chiamano SP-17 (a due centimetri di ogni capezzolo ed a oltre due verso il lato del corpo), benché in realtà si tratti del Quinto Nervo Intercostale. Si usa per il recupero / rianimazione del polmone Intermedio. Questa area vitale si trova dentro la fibra muscolare di contrazione rapida e causa una costrizione che fa che il diaframma delle persone eviti che respirino normalmente. Battendo questa struttura con le mani aperte ed in entrambi i lati del torso, simultaneamente, si libererà la costrizione del muscolo del torso.

Si ricollegherà il segno tra il cervello volontario ed involontario e si ristabilirà il segno elettrico del cervello al corpo e del corpo di nuovo al cervello. Questo a sua volta ripristinerà la respirazione normale nonché la funzione dei recettori che controllano il caldo ed il freddo. Questa è una breve spiegazione di come battendo una zona vitale si colpisce il corpo ed il cervello. Anche, la ripresa / restaurazione della zona vitale sistemerà l'interruzione elettrica del corpo e porterà il corpo alla funzione normale. Questo studio è stato realizzato da una squadra di professionisti della medicina che sono: Dr. Joe Sheppard; Prof. Gary Rooks 9º Dan di Kyusho Jitsu, Kyusho International; Dottoressa Jessica M. S. Kestle; e Jeff Wyatt. Scritto e presentato congiuntamente con Evan Pantazi, fondatore di Kyusho Inter national e www.kyusho.com.


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"Forse uno dei migliori spettacoli teatrali per quanto riguarda gli argomenti marziali." Magnifica rappresentazione nel Teatro La Rambleta, di Valencia, Spagna, dello spettacolo teatrale "I Shizen. Il popolo di Tengu", una grande iniziativa dell'Ambasciata del Giappone in Spagna, uno spettacolo audiovisivo proprio inquadrato nell'anno duale Spagna-Giappone, che celebrano anche la creazione di relazioni tra i due paesi. Lo spettacolo, creato per l'occasione, è stato anche parte della celebrazione pubblica della Kaze no Ryu, della cerimonia di laurea dei 6 nuovi Shidoshi, o Joho, come sono conosciuti nella lingua Shizengo. Un documentario su questa rappresentazione, viene prodotto con il suo making off, back stage, interviste, ecc, che includerà gran parte dello spettacolo, al fine di garantire che tutti coloro che sono interessati alla cultura Shizen in tutto il mondo, che non hanno assistito allo spettacolo, possano accedere ad esso e condividere, imparare e godere! "Il popolo di Tengu" è stato progettato come una presentazione pubblica della tradizione Shizen, in cui si ha storicamente e culturalmente inquadrato, ed evidenziando i suoi due aspetti più interessanti: da un lato la sua tradizione marziale, Bugei, e dall'altro la sua cultura spirituale: l'E-Bunto .


Nuovo

"La magia, il fascino, ha il gusto dello genuino. La forza di una cultura e di un popolo messa in scena nei suoi costumi." Sei Nuovi Shidoshi hanno celebrato la loro laurea secondo la tradizione Shizen, con tutte le sue cerimonie, antichi rituali e danze intorno al fuoco, la freccia cerimoniale, e la grande compagnia dei loro cari; con generositĂ e abbondanza, loro hanno celebrato e onorato tutti i mondi visibili e invisibili, nel "vecchio stile" del potente popolo di Tengu in una notte magica e indimenticabile... Chi ha detto che non esistono piĂš delle cose reali? La Festa di Promozione dei nuovi Joho (Shidoshi) del lignaggio Kawa, nella scuola Ogawa Ryu Kaze no Ha, diretta da Shidoshi Jordan Augusto Oliveira.




La Colonna di RaĂşl GutiĂŠrrez

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo studiato i diversi esercizi fisici precedenti alla pratica dei calci che si sviluppano nelle Arti Marziali in generale. D'ora in poi si comincia a intraprendere uno studio e ricerca intorno al combattimento. Per fare questo, prima di tutto devo chiarire quali sono le modalitĂ studiate in Fu-Shih Kenpo.



La Colonna di Raúl Gutiérrez n primo luogo vi è il Combattimento Tradizionale Kenpo, che permette l'uso dei pugni in tutti i loro angoli e modalità, nonché gli attacchi di mano aperta, come ad esempio: Seiken Tsuki, Uraken, Tettsui, Tatte Tsuki, Shuto, Teisho, Haito, ecc, e i diversi calci: frontale, laterale, circolare, rovesciato, scendente, all'indietro (Mae Geri, Yoko Geri, Mawashi Geri, Name Ashi Geri, Ura Mikazuki Geri, Ushiro Geri e altre manovre). Anche sono permessi i Low Kicks e le diverse spazzate, e perfino le proiezioni. Il Combattimento Tradizionale Fu-Shih Kenpo è libero, non ci sono categorie di peso né di grado. È anche a contatto e solo sono vietate gli attacchi a zone vitali, cioè, gli occhi, le orecchie, il naso, la colonna vertebrale, i genitali e le articolazioni.E 'fatto per gli altri senza protezioni mani e piedi. Essendo incontro troppo pericoloso, praticata solo nel dojo stesso e la riduzione e il controllo contatto eccessivo. È spettacolare e richiede quindi un alto livello di preparazione fisica,

I

tecnico e psicologico di entrambi i concorrenti. Il Combattimento Tradizionale Fu-Shih Kenpo è libero dalle restrizioni di peso e di grado. È anche uno sport di contatto in cui solo sono vietati i colpi in punti vitali, cioè: occhi, orecchie, naso, colonna vertebrale, genitalia e le articolazioni. Inoltre, i combattimenti si svolgono senza alcuna protezione nelle mani o piedi. Essendo troppo pericoloso, viene praticato solo nel proprio Dojo e con una riduzione e controllo nel contatto eccessivo. È spettacolare e quindi richiede un alto livello di preparazione fisica, tecnica e psicologica di entrambi i concorrenti. E a proposito di preparazione fisica, tutti quegli articoli che vi ho offerto in precedenza attraverso la mia rubrica mensile, dovrebbero essere studiati e costantemente praticati, dal momento che la forma fisica generale è essenziale al fine di disporre della tecnica e la strategia appropriata a possibili combattimenti di strada, tornei, campionati e addirittura negli esami di gradi o nelle mostre.

In altre parole, dobbiamo prestare molta attenzione e dedicare un po' di tempo per la nostra preparazione fisica in generale, dato che le arti marziali sono considerati sport completi. E questo è molto facile da capire: nessun altro sport, benché richieda anche grandi sforzi e costanza, arriva mai ad esigerci coprire tanti elementi per potere arrivare a praticarlo con successo. Le Arti Marziali richiedono una grande quantità di forza, coordinazione, velocità, estetica, equilibrio, ecc Inoltre, ogni tecnica deve essere eseguita su entrambi i lati (destra / sinistra). Per questo sono chiamate ARTI. Io spesso le paragono con la musica, perché nella musica dobbiamo sentire ed esprimere ogni nota, poi arrivano gli accordi, la melodia, ecc ... ed ogni elemento deve essere al suo posto, ora e durata. Senza tutto questo, semplicemente non c'è melodia che suoni in sintonia. Allo stesso modo, un artista marziale deve arrivare a sentire il movimento, farlo con eleganza, forza, velocità e precisione. Altrimenti non sarebbe in grado di comunicare il suo stile o arte


Kenpo “Il Combattimento Tradizionale Fu-Shih Kenpo è libero, non ci sono categorie di peso né di grado. È anche a contatto e solo sono vietate gli attacchi a zone vitali, cioè, gli occhi, le orecchie, il naso, la colonna vertebrale, i genitali e le articolazioni.”



E a proposito di preparazione fisica, tutti quegli articoli che vi ho offerto in precedenza attraverso la mia rubrica mensile, dovrebbero essere studiati e costantemente praticati, dal momento che la forma fisica generale è essenziale al fine di disporre della tecnica e la strategia appropriata a possibili combattimenti di strada, tor nei, campionati e addirittura negli esami di gradi o nelle mostre. In altre parole, dobbiamo prestare molta attenzione e dedicare un po' di tempo per la nostra preparazione fisica in generale, dato che le arti marziali sono considerati sport completi. E questo è molto facile da capire: nessun altro sport, benché richieda anche grandi sforzi e costanza, arriva mai ad esigerci coprire tanti elementi per potere arrivare a praticarlo con successo. Le Arti Marziali richiedono una grande quantità di forza, coordinazione, velocità, estetica, equilibrio, ecc Inoltre, ogni tecnica deve essere eseguita su entrambi i lati (destra / sinistra). Per questo sono chiamate ARTI. Io spesso le paragono con l'arte musicale, perché nella musica dobbiamo sentire ed esprimere ogni nota, poi arrivano gli accordi, la melodia, ecc ... ed ogni elemento deve essere nel suo giusto posto, nel suo tempo e nella sua durata. Senza tutto questo, semplicemente non c'è musica che suoni bene. Allo stesso modo, un artista marziale deve arrivare a sentire il movimento, farlo con eleganza, forza, velocità e precisione. Altrimenti non sarebbe in grado di comunicare il suo stile o arte L'attuale modalità di Combattimento Fu-Shih Kenpo, può essere paragonata al Kick-Boxing, nella quale, essendo uno stile di contatto in tutte le sue manifestazioni, punta alla vittoria dimostrata sulla base della ricerca del

Nock-Out (K.O.) dell'avversario. E per proteggersi a vicenda, i contendenti utilizzano protezioni in piedi, mani e genitali, e talvolta anche nella testa. Quindi sono ammesse tecniche di pugno, calci, low-kicks e spazzate. In onore al Gran Maestro di Kenpo Choki Motobu (1923, in Fu-Shih Kenpo cerchiamo di avvicinarci il più possibile alla "realtà" del combattimento e pertanto perseguiamo l'efficacia. Mio proprio padre (R.I.P.), é stato un pugile ed io ho indossato i guantoni a una tenera età. Ma contemporaneamente mi sentii sempre molto attratto per lo spettacolare maneggio delle gambe, di tale modo che durante la mia traiettoria, già dimostrata e registrata negli annali della storia delle Arti Marziali, sono stato sempre vicino a quelli grandi maestri, specialisti o professionisti che ho trovato nel mio cammino. Il mio prestigioso amico e compagno marziale il Maestro di Karate e Kobudo, Sergio Hernández Beltrán, segnalò nel suo momento la cosa seguente: Personalmente, nel mio primo contatto col Kenpo, attraverso il Maestro Raúl Gutiérrez nell'anno 1986, mi introdusse in una visione molto differente della difesa personale ed ovviamente del combattimento. Il Maestro Raúl Gutiérrez, nelle sue presentazioni delle tecniche di autodifesa del suo stile, nonché in combattimento, considera e tratta il vero "contatto" con un certo grado di controllo, ma non evita mostrare il realismo dell'arte. Dovuto al suo bagaglio tradizionale nel sistema Kenpo, lui è stato uno dei primi maestri che, alla fine degli anni Settanta in Spagna, si è avvicinato ad un nuovo sport da combattimento conosciuto come FullContact. Indossare i guantoni al fine di portare il combattimento ad una situazione di contatto più vicino alla realtà è sempre stato per il Maestro Gutiérrez qualcosa di naturale, un campo di ricerca importante, così ha praticato il pieno contact con Maestri del calibro di Dominique Valera, Bill Wallace , Joe Lewis, James Sisco, Tony Palmore, Johan Vos, Jan Plas, Benny Urquidez, José Vicente Eguzkiza, Danny

Lane, Chuck Norris, Pepe Legrá, Evangelista, ecc. Dal punto di vista sportivo, il consecutivo "boom" dei sistemi di sport di contatto, specialmente il Kick Boxing, e l'avvicinamento al combattimento con contatto da qualche sistema "tradizionale", per la prima volta conosciuto in Spagna, come il Koshiki Karatè-Do gli portarono ad essere fondatore e presidente del "World Karatè


La Colonna di Raúl Gutiérrez

Koshiki and Kick Boxing Assn", WKA e la "Associazione Spagnola di Koshiki", AEKO. Nel 1987, Raul Gutierrez ha viaggiato ad Irvine, California, per partecipare con la sua squadra spagnola per la prima volta in un campionato del mondo di Karate-Do Koshiki organizzato dal compianto Gran Maestro Robert A. Trias e Masayuki Kukan Hisataka. In questo evento, Gutiérrez e il suo team sono riusciti a vincere diversi titoli individuali, Campioni in Amateur e Terzo Posto in Professionial. Nel 1994, dal 3 al 9 novembre, si è svolto il 9th World Koshiki Karate Championship in Giappone, dove una delegazione guidata dal Maestro Gutiérrez ha partecipato con ottimi risultati pure. L'incontro tra il presidente e fondatore del sistema di combattimento Koshiki, il Maestro Masayuki Kukan Hisataka, 9 ° Dan, e il Maestro Raúl Gutiérrez, ha comportato che quest'ultimo sia stato riconosciuto come 6 ° Dan di Koshiki Karate-do, titolo che è stato concesso pubblicamente nella stessa Tokyo durante il Campionato. Il Maestro Gutiérrez ha anche ricevuto alte posizioni nella Federazione Mondiale [Membro del Comitato Internazionale e Rappresentante per la Spagna, insieme a Luis Pérez Santiago, allievo diretto (spagnolo) di Isataka Sensei]. Tatticamente e strategicamente, dopo aver assicurato una buona preparazione fisica e tecnica, gli aspetti che cominciano a diventare importanti sono: il "ballo" davanti all'avversario, sia per rompere o guadagnare angoli di evasione o attacco; le distanze; il nostro arsenale tecnico; l'analisi del comportamento dell'avversario davanti ai nostri finte, schivate o attacchi reali; prendere tempo per studiare l'avversario, soprattutto durante il primo round; scoprire che tipo di competitore è: di pressione, circolare, forte, agile, attaccabrighe, etc. L'obiettivo, dopo queste considerazioni, è quello

di essere efficace. E questo dovrebbe essere raggiunto attraverso un lavoro che permetta progredire senza causare lesioni gravi. Un buon concorrente sarà pulito e prudente, e non perderà il controllo in beneficio proprio ed anche per proteggere il suo rivale. I differenti esercizi devono provvedere il competitore del massimo di risorse tecniche e tattiche, e le sensazioni opportune che gli permettano di controllare la distanza e la mobilità dell'obiettivo. Senza aggressività apparente, lui deve imprimere tutta la forza in ogni impatto con una tecnica efficace e, se possibile, finale. Deve essere in grado di combinare il loro arsenale tecnico adeguatamente con apparente serenità e freddezza. Questo farà un'impressione sul suo avversario. Deve anche cercare di svolgere il suo gioco o strategia e non lasciarsi trascinare dalla strategia del suo avversario. Inoltre deve evitare usare in combattimento tutte quelle tecniche in cui non ha abbastanza fiducia, e quelle che gli fanno sprecare la sua energia, o semplicemente colpire l'avversario per il solo gusto di farlo. Deve cercare di dissimulare la possibile stanchezza, nervosismo o dolore per i colpi ricevuti, e imparare a colpire incatenando due o più livelli con tecniche simultanee. Riuscire a non "telegrafare" l'attacco, e farlo in modo che il nostro movimento sia più rapido dell'occhio umano, il che ostacolerà la sua difesa. Lavorare con scioltezza e agilità, e gettare i nostri attacchi il più direttamente possibile. Si deve tenere a mente che siamo di fronte ad un avversario probabilmente ben ammaestrato come noi, forse anche meglio, che sta anche cercando di ottenere la vittoria. Ci sono varie modalità di combattimento e regole diverse, come ad esemoio Sport Karate, LightContact, Semi-Contact, Full-Contact; Kick-Boxing,



La Colonna di Raúl Gutiérrez Muay-Thai, MMA, Tae-Kwon-Do Mondiale, Tae-Kwon-Do Tradizionale, ecc ... Tutte queste discipline richiedono un'elevata preparazione fisica e tecnica. Ma è comunque importante avere piena conoscenza e padronanza delle regole che disciplinano il torneo o evento in questione. Conoscere le regole e combattere sfruttando al massimo la combinazione di tecnica, tattica e i valori di punteggiatura possono risparmiare un sacco di problemi o delusioni.

Ci sono concorrenti che si limitano a svolgere le loro tecniche e tattiche preferite per garantire il loro successo. E questo potrebbe non essere troppo attraente o spettacolare, ma per loro è semplicemente non rischiare con altre tecniche che sono meno sicuri, o addirittura pericolose. Quando il Full-Contact è apparso, era obbligatorio di eseguire un minimo di calci in ogni round, perché altrimenti, i competitori finivano per limitarsi a "fare a pugni" come nel pugilato, e perfino molti in un brutto modo.


Kenpo L'uso dei calci, anche se questi sono più efficaci in rapporto al peso e la forza, è invece molto più faticoso al concorrente. In altri tornei, dove è ammesso il Low-Kick, molti si centrano esclusivamente su questo calcio efficace alla coscia con la tibia. Con tali regole, i tor nei perdono gradualmente la sua spettacolarità e finalmente diventano veramente noiosi. Ma ci sono anche magnifici professionisti con un'elevata gamma tecnica, di grande impatto visivo, spettacolarità, forza ed esecuzione pulita in tutte le loro manovre. In Kyokushinkai Karate,

K1, Sabaki Karate, per esempio, ho potuto godere di eccellenti eventi sportivi che ti mettono i capelli di punta. Due professionisti di fronte a fronte proporzionano un spettacolo sorprendente, e nonostante l'apparente durezza, il suo alto livello di preparazione fa che le lesioni siano minori. Perché sono sufficientemente allenati per dare e ricevere con grazia ed eleganza. Nel prossimo capitolo avremo modo di approfondire nell'allenamento dei pugni ed altri concetti di grande importanza per il Combattimento.




Keysi

QUANDO LE PERSONE RAGGIUNGONO IL CREPUSCOLO DELLA LORO VITA… "... non si pentino di non avere compiuto i suoi sonni, si pentino di non avere avuto il coraggio di lottare per ottenerli." Budo International: Che cosa è l'istinto? L'istinto è il nostro patrimonio di milioni di anni di evoluzione; è il nostro passato animale, un lungo viaggio per arrivare a ciò che noi oggi conosciamo come l'umanità, un'umanità intellettuale; la scienza, gli affari, il professioni, tutto quello che accade nel mondo politico, la filosofia, la religione, tutto si basa su l'intelletto. L'istinto è qualcosa di più antico, è la radice dell'evoluzione; è il prima, il durante e il dopo l'umanità. B.I.: Come funziona il cervello? Comprendere la funzione di base del cervello è essenziale per conoscere noi stessi e comprendere le nostre reazioni e comportamenti a determinati stimoli o situazioni, ma non ho alcuna intenzione di annoiarvi con spiegazioni complicate; il nostro istinto è l'eredità di milioni di anni di evoluzione e ne abbiamo avuto bisogno di tutto quello tempo affinché potesse svilupparsi fino a ciò che è in nostri giorni, in poche parole, qualcosa di tremendamente meravigliosa e allo stesso tempo incomprensibile; In un primo momento il nostro cervello ha sviluppato nel suo stato più primitivo, come quello di un rettile, che si occupa delle funzioni di base che ci tengono in vita; quando l'essere umano evolse, il cervello rettiliano evolse al sistema limbico, che è gover nato dalle emozioni, i ricordi; esso è rapido, istintivo,



Keysi

reagisce immediatamente al pericolo e agisce senza sforzo. Ma il grande salto, che ci distingue dagli animali, è stato lo sviluppo della corteccia cerebrale (neo corteccia prefrontale); questa terza parte è ciò che distingue gli esseri umani dagli animali; grazie ad essa possiamo parlare; è il nostro cervello razionale, che è molto più lento, logico, calcolatore e consapevole. B.I.: Può l'uomo vivere senza istinto? Senza il nostro istinto non saremmo in grado di sopravvivere neppure un solo minuto; questa esperienza di milioni di anni è primitiva, ma infallibile; no fa errori e produce negli essere umano miracoli di cui né la scienza né tutto l'intelletto del mondo sono coscienti e mai riusciranno a capire; per esempio, il nostro cibo (e non mi riferisco solo a cibo naturale, poiché oggigiorno quello sì sarebbe praticamente un miracolo), ma, senza entrare in dettagli, come è possibile che, qualunque sia quel che mangiamo, il nostro corpo lo trasformi in sangue? Come separa l'ossigeno dell'azoto? Come fa a distribuire ad ogni parte del corpo quello che necessita? Come può sapere il corpo la quantità di ossigeno che il cervello ha bisogno, ed eliminare contemporaneamente tutta la quantità di spazzatura che



Keysi

introduciamo nel nostro organismo? PerchÊ tutto questo lo fa esso... l'Istinto. B.I.: Istinto e meditazione? Le grandi scoperte scientifiche sono sempre frutto della meditazione, non dell'intelletto, da Archimede ad Albert Einstein. Il rilassamento è la base della meditazione, Albert Einstein solitamente passava ore nella vasca da bagno meditando, giocando con le pompe di sapone; quando ci rilassiamo lasciamo tutte le tensioni; la meditazione consiste in centrarsi nel presente, dimenticare il passato e il futuro; meditare è praticare l'attenzione per essere piÚ cosciente dei nostri sentimenti.



Keysi

B.I.: Keysi, Tecnica e Istinto. L'Istinto non potrà mai essere sradicato; è per l'Istinto che l'essere umano Sopravvive ed Evolve; lo stress sociale fa che le nostre menti siano limitate e che cerchiamo nella Limitazione i nostri riferimenti; analizzando la tecnica ho osservato che essa ci permette di sviluppare un'azione nel più breve tempo possibile e con la spesa minore di energia, facendo più efficace il movimento, ma ho osservato anche che la tecnica è la cosa esterna, quello che mostriamo fisicamente, e che questo applicato in una situazione reale non è funzionale. È qui dove il termine "concetto tecnico" scompare, e appaiono i "Principi", nella ricerca di quello che per me è la cosa più importante: l'Istinto; attraverso la tecnica è possibile sviluppare una grande abilità; la tecnica può essere insegnata, ma non l'Istinto; esso nasce con ogni persona e l'astuzia primaria deve essere risvegliata in ogni persona. La tecnica e la conoscenza sono necessari per avere un vero e proprio controllo del nostro potere fisico, ma per essere in grado di rispondere immediatamente in una situazione reale, abbiamo bisogno di avere una percezione diretta della realtà senza le interferenze dei pregiudizi e l'ideologia della nostra mente: in Keysi ci sforziamo per svegliare e riconoscere quello stato. Si tratta di una "conoscenza che trascende la logica", creando scenari in cui, attraverso la meditazione e l'azione, trascendiamo le limitazioni della logica e l'analisi, per rispondere in modo istintivo e creativo alle circostanze spontanee e mutevoli in ogni situazione. Se la Tecnologia, la Conoscenza e la Teoria consistono in sapere qualcosa, l'Istinto è farla. L'Istinto ci permette di effettuare qualcosa mentre gli altri continuano ancora a chiedersi se sarebbe possibile di farlo. Quando si ottiene, si sa e si sente.















Minou Risso

mail: budo.cinturanera@gmail.com


Il cosidetto Vovinam Integrale si raggiunge semplicemente tornando al vero Vovinam del Fondatore. L'obiettivo del fondatore era chiaramente e apertamente dichiarato: "raccolta di tecniche efficaci, assimilare la loro essenza e trasformare loro in tecniche di Vovinam", e in effetti, questo concetto rimane ancora in vigore ed è obbligatorio per tutti i Maestri di Vovinam in tutto il mondo. Vovinam è quindi un concetto di ricerca per ottenere uno stile super efficace. Tuttavia, oggi il 90% degli insegnanti Vovinam l'hanno dimenticato e si piegano ad un programma troppo caricato, troppo fisso, troppo estetico e talvolta del tutto inefficace in numerose Il Vovinam tecniche. Integrale è semplicemente riscoprire l'essenza originale dell'arte del Maestro Nguyen Loc. Per questo, abbiamo i principi, le tecniche di base, e non ci resta che tor nare a praticare il modo efficace di ogni tecnica e applicare il principio fondante. In questo DVD, per mano del Maestro Patrick Levet, studieremo la base del Vovinam Integrale, le minacce e gli attacchi di coltello, i controattacchi integrali, e la difesa contro la Dam Thang (pugno diretto) Dam Moc (pugno in gancio), Dam Lao (pugno di giavellotto) nonché leve di base delle gambe.

REF.: • DVD/VIET6

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Wing Tsun L'Eredità di Yip Man Ho praticato le Arti Marziali durante la maggior parte della mia vita. Ho iniziato all'età di 5 anni e non ho mai smesso di allenarmi fino ad oggi. Ho dedicato gli ultimi 20 anni allo studio e la pratica dello stile Wing Tsun Kuen, e posso affermare senza, paura di sbagliarmi che il giorno in cui ho incontrato il mio maestro di Wing Tsun, tutto è cambiato nella mia vita (professione, passione, amici, studi, tempo libero... tutto!). Da qualunque prospettiva io guardi, in un modo o nell'altro, tutto finisce nello stesso luogo: la passione per il W ing Tsun e per le Arti Marziali. Oltre al mio lavoro p r o f e s s i o n a l e nell'insegnamento e la promozione delle Arti Marziali, il Wing Tsun Kuen e tutto quello che circonda



Wing Tsun questo fantastico stile di Kungf Fu, ha transformato la mia forma di vedere, comprendere e camminare nella vita. Durante tutti questi anni, e come potete immaginare, ho incontrato migliaia di praticanti di Wing Chun in tutto il mondo. Soprattutto negli ultimi anni, che ho servito come Direttore Tecnico del Dipartimento di W ing Tsun della Federación Española de Luchas Olímpicas y Disciplinas Asociada (Federazione Spagnola di Lotte Olimpiche e Discipline Associate), ho avuto la possibilità di convivere e interagire con molti diversi maestri di famiglie e linaggi diversi. Molti di loro erano sconosciuti a me. A alcuni oggi io li chiamo "amici". Questa è la mia "testimonianza", la mia esperienza, ma sono sicuro che molti di quelli chi stanno leggendo questo articolo o seguino le nostre attività troveranno queste parole molto familiare. Potremmo cambiare il nome della persona che sta raccontando la sua esperienza e sono sicuro che sarebbe molto simile. Mi permetterò di lanciare questa riflessione personale per introdurvi nell'articolo di questo mese che abbiamo intitolato: "... L'eredità di Yip Man ..." Per coloro che non hanno avuto la fortuna di vivere la pratica di questo sistema, forse potrebbero chiedersi: perché? Che cosa ha questo sistema (e gli stili di Kung Fu cinese in generale) che cambia completamente la vita delle persone? Perché un piccolo uomo che è morto più di 40 anni fa rimane una figura così importante nella memoria collettiva dei praticanti di Wing Chun? Andiamo! ... Magari possa servire affinché altri possano cambiare la sua vita e trovare la migliore versione di se stessi. Sicuro che un giorno capiranno la grandezza del Lascito del Grande Maestro Yip Man.



Wing Tsun Perché Wing Tsun? Prima: è una progressione di insegnamento perfettamente disegnata, passo dopo passo, affinché ogni persona normale può giungere alla cima se persevera e lavora. Penso che questo sia il punto più attraente di questo sistema. Come una macchina perfettamente a maglie, ogni esercizio sviluppa la capacità di un certo livello, e nel grado successivo, nuovi esercizi (in particolare le corrispondenti sezioni di Chi Sao), ti prende fino a un altro livello a poco a poco, passo dopo passo. Questo è duro spiegare con parole, ci vogliono alcuni anni di pratica e richiede avere avanzato al grado tecnico per apprezzarlo. Personalmente, più studio, pratico ed insegno, più ammirazione mi produce di vedere quanto saggiamente disegnati stanno i diversi gradi fino al Terzo Grado Tecnico. Capacità come: rilassamento, allenamento, imparare a cedere, potere, esplosività, energia elastica, adattabilità e molti altre sono abilmente sviluppate di forma graduata affinché tutti quelli che seguano l'apprendistato riescano ad ottenere i loro risultati. Questo disegno intelligente attira l'attenzione di quegli studenti che hanno praticato altri stili, soprattutto gli stili interni, perché trovano istruzioni chiare e ben precise, e risultati rapidi e verificabili. Secondo: Un metodo salutare e con un bassissimo rischio di lesioni. Nell'allenamento delle Arti Marziali, le lesioni possono accadere per tre cause: 1. - Incidenti. Una caduta, un inciampo, un scivolone, ecc. Questo tipo di lesioni sono fortuite e si verificano sia all'esterno che all'interno della sala d'allenamento.


Colonna


Wing Tsun 2.- Traumatismi nel combattimento libero. Cioè, un colpo o una leva durante uno scambio libero di tecniche (a pieno contatto, semicontacto, ecc). Normalmente sono fondamentalmente occhi neri, naso rotto, rottura di pezzi dentali, fessura di costole, contusioni e lussazioni. In WT, questo tipo di lesioni non sono frequenti, tranne se gli allievi allenano da soli, senza direzione né controllo, perché normalmente non si pratica il combatte libero fino ad un certo livello. La gran distanza tra il lavoro tecnico ed il combattimento libero, è risolta in un modo abbastanza intelligente e logico, utilizzando un scalino intermedio che denominiamo Da Lat Sao, in cui cerchiamo di applicare il nostro arsenale tecnico, spostamenti, angolazioni, ecc, su un avversario in movimento (a differenza di molti degli stili

che fanno le tecniche su avversari che non si muovono e collaborano "in eccesso"). Se si pratica Chi Sao Libero, grazie al controllo dei colpi che proporziona questo esercizio, è molto raro il traumatismo. Molto probabilmente, i detrattori del nostro sistema penseranno che non si può fare combattimento se non si pratica il pieno contatto, ma non è così. La mia esperienza nel mondo delle Arti Marziali mi dice che è precisamente il modo "morbido" e flessibile di allenarsi quello che attira ad un maggiore numero di persone e, soprattutto, ciò che fa che i praticanti si "perpetuino" nel suo allenamento personale. Alla fine, con un allenamento corretto, l'efficacia appare come conseguenza della pratica e, di forma abbastanza


Colonna

“Se si pratica Chi Sao Libero, grazie al controllo dei colpi che proporziona questo esercizio, è molto raro il traumatismo.”


Wing Tsun curiosa, nei livelli avanzati esistono praticanti con un alto livello in combattimento ed un grande potere di impatto, a dispetto di non avere mai praticato a pieno contatto in combattimento libero durante il suo apprendistato. È un'altra delle grandi virtù che questo sistema formativo è riuscito a sviluppare con gli anni e la sua evoluzione costante. Terzo: Uno stile profondo che entusiasma ed appassiona. Qualcosa che ho potuto comprovare è che il WT creda autentici tifosi (per non dire "dipendenti"). Molta gente incomincia per caso e come passa il tempo si sente più interessata nell'arte finché essa diviene un aspetto principale della sua vita. Quello è per me un

aspetto fondamentale. Il WingTsun genera entusiasmo in persone che non avevano pensato mai dedicare poco più che un paio di ore alla settimana ad un'attività come questa, e li trasforma in veri Artisti Marziali che cercano la padronanza e la conoscenza di questo stile appassionante. -Nel WT ci sono molti aspetti che includono: l'Arte Marziale, la filosofia (Confucianesimo, Buddismo, Taoismo), l'educazione, le applicazioni per la salute, la psicologia, la cultura cina, ecc. Una vita sembra troppo breve per riuscire a dominare tutto, ma ciò non ci scoraggia, al contrario. Comunque, l'entusiasmo può essere in conflitto. La nostra famiglia probabilmente non capirà e quindi dobbiamo organizzarci bene e essere

intelligenti in modo di non trascurare altri aspetti della vita (famiglia, lavoro, amici, ecc), e soprattutto non diventare un "Wingtsun nut", noioso, che parla tutto il tempo sullo stesso argomento e che non ha nessun altro hobby o interesse.Quinto: Un'attività non competitiva che promuove la collaborazione tra le persone. Nel WT, aiutare il compagno a migliorare equivale a migliorare noi stessi. Più alto è il suo livello più alto sarà anche il nostro. Questa interdipendenza è molto utile, giacché permette di eliminare la competitività e crea un clima di aiuto reciproco e di buon umore. Anche se questo non impedisce considerare chi è meglio, questo problema viene neutralizzato dal desiderio di progredire. A



Wing Tsun prescindere di chi sia il numero 1, quello che cerchiamo è avanzare continuamente. La vanità non va bene con il nostro sviluppo in WT, almeno durante l'apprendistato. Sesto: Un'abilità che rimane a lungo anche se si smette di allenare. Questo è un aspetto curioso e molto suggestivo. L'ho confrontato con alunni che, per motivi familiari,

professionisti o geografici avevano smesso totalmente di allenarsi durante 4 o 5 anni, e quando ho tornato a praticare con loro ho potuto osservare che non avevano perso praticamente nessuna delle capacità che avevano sviluppate in precedenza. Alcuni hanno paragonato questo con la possibilità di andare in bicicletta. Benché passi molti anni senza toccare una bici, non appena ti monti sei capace di pedalare senza caderti. Forse è un tipo di memoria neuromuscolare, ma non lo so di preciso.


Colonna “La vanità non va bene con il nostro sviluppo in WT, almeno durante l'apprendistato.” “Uno stile profondo che entusiasma ed appassiona.”


Comunque, è molto motivante sapere che ciò che si è ottenuto non si perderà, a differenza di altri sport o attività. Settimo: Una capacità che può essere applicata inconsciamente. Un'altra curiosità è che quando si ha giunto un elevato livello di WT sembra che possa operare in modo inconscente. Quando qualcuno ti spinge o ti aggrappa, benché sia giocando, il tuo corpo reagisce cercando il vuoto prima che ti renda conto di quello che succede. Ho compagni che, essendo addormentati, se li muovi le braccia reagiscono come se stessero praticando Chi Sao. Questa è una abilità molto importante per affrontare il vero combattimento, in cui non c'è tempo per pensare o preparare.



Wing Tsun Ottavo: Il WingTsun è uno strumento interessante per comprendere la cultura cina. Con una storia di oltre 300 anni, il WT si è sviluppato nel corso di uno dei periodi più turbolenti e critici della storia di Cina - l'invasione Manchu, la nascita delle Triadi, la Rivolta dei Taiping, la pressione delle potenze straniere, la caduta dell'Impero, la Repubblica, l'invasione giapponese, la Seconda Guerra Mondiale, l'avvento al potere di Mao, il comunismo e la conseguente apertura. Studiando la storia della WT, vediamo anche di traverso il percorso seguito dalla civiltà cinese. Anche il cinema cinese ha fatto eco del lignaggio di maestri WT. Così troviamo i film i cui protagonisti sono: Ng Mui, Yim WingTsun, Wong Wah Bo, Leung Yee Tai, Leung Jan, Bruce Lee, e di recente ci sono stati ripresi molti film sul Maestro Ip Man (con esagerazioni notevoli). Il WingTsun è anche un ottimo modo per accedere la cultura tradizionale cinese, e così, nella sua teoria e terminologia, nei rapporti familiari di alunni e insegnanti, nelle strategie e i principi tecnici, ecc, troviamo numerosi elementi taoisti, buddisti e confucianesisti. Si tratta di una coincidenza interessante: secondo me, le cose buone (e le altre "non così buone") del WingTsun sono gli stesse che ha la cultura cinese. In altre parole, nel WingTsun possiamo vedere assolutamente rifletti il carattere speciale della gente e della cultura cinese, e viceversa. Abbiamo parlato prima delle carenze del nostro sistema, ma io personalmente, preferisco rimanere con le virtù: il rispetto, la pazienza, l'umiltà e la perseveranza. Credo che il Kung Fu sia uno dei migliori strumenti (se non il meglio di tutti) per conoscere la cultura cinese. Una cultura che è chiamata ad essere leader mondiale nel secolo XXI per la sua ricchezza, la sua influenza, la sua popolazione ed il suo vigore.



Wing Tsun


Colonna “Credo che il Kung Fu sia uno dei migliori strumenti (se non il meglio di tutti) per conoscere la cultura cinese.” E dopo tutto questo, credo che sarà molto facile comprendere l'importanza dell'Eredità del Gran Maestro Yip Man! Magari non ha pensato a ciò, ma lei, caro lettore, sta ora leggendo questa colonna del Wing Tsun della Revista Budo International mosso da una passione; è la stessa passione che ci spinge a me ed altre molte persone in tutto il mondo: Wing Tsun / Ving Tsun / Wing Chun... (lo scriva come preferisca!). Per prendere coscienza dell'importanza del patrimonio di Yip Man bisogna guardare indietro e osservare come dopo l'arrivo di Yip Man a Hong Kong e le sue classi (fino a quel momento esisteva solo la scuola del suo maestro Cham Wa Shum, in FotShan) la crescita del sistema in tutto il mondo è stata semplicemente spettacolare. Da una ventina di alumni nella metà del secolo XX, siamo passati ad oltre mezzo milione in tutto il mondo in solo alcuni anni. Se siamo in grado di giudicare l'eredità di una persona per quello che ha lasciato i suoi successori, quelli che hanno "ereditato" la sua eredità, allora possiamo dire che Yip Man è uno dei Maestri più importanti nella storia degli Arti Marziali. Da questa colonna vorrei riconoscere la sua Grandezza e reclamare il Rispetto massimo per la sua figura e quello che la sua opera ha supposto nelle nostre vite. Oggi ho amici in tutti i continenti. Sono persone che vivono e praticano la nobile arte del Wing Tsun e che probabilmente non avrei mai incontrato se non per questo emozionante stile di Kung Fu. Siete d'accordo? Sifu Salvador Sánchez Fondatore della TAOWS Academy



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In esclusiva per Budo International il DVD del Maestro Marco Morabito sulla difesa personale con la presentazione in anteprima del Krav Maga Israeli Survial System. Con questa opera verranno illustrate le tecniche e il metodo alla base di questo sistema in modo chiaro e trasparente. Nessun segreto quindi, ma una colossale opera che vi porterà nel vivo della difesa personale israeliana. Le tecniche sono illustrate in modo da essere facilmente comprensibili da tutti. Un’occasione davvero unica per avvicinarsi alla difesa personale o per approfondire le proprie conoscenze sul tema. L’autore di quest’opera è uno dei maggiori esponenti a livello mondiale di difesa personale e conta al suo attivo diverse esperienze in campo militare e società di sicurezza; pluripremiato in diverse nazioni, ospitato per corsi e seminari in tutto il mondo è diventato un portavoce internazionale di vari sistemi di combattimento corpo a corpo e difesa personale poco conosciuti ma estremamente efficaci. Studiando dal Giappone agli Stai Uniti, passando per Polonia, Spagna, Capo Verde, Germania, Israele, Francia e Russia. Una continua ricerca nelle zone più remote del mondo, come la Siberia e il deserto del Texas, senza mai fermarsi in una ricerca instancabile di acquisire nuove conoscenze senza mai smettere di porsi domande. Il Krav Maga Israeli Survial System non è una disciplina, un complesso di rigide regole ma un metodo, un processo in continua e perenne evoluzione. Questo lo rende adattabile ad ogni situazione e circostanza, permeabile a qualsiasi cambiamento, quindi in grado di fare tesoro dei propri errori cogliendo la propria esperienza come opportunità per migliorare.

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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“Ciò che abbellisce il deserto è che in qualche parte nasconde un pozzo d’acqua.” Antoine de Saint-Exupery “Quello che sappiamo è una goccia d’acqua; quello che ignoriamo è l’oceano” Isaac Newton Fluire non significa essere negligenti; l’acqua non lo è. Non c’è meandro che non copra, a tutto arriva. Dicono gli Asturiani che l’acqua ha “un muso molto fine”. Senza fretta, adattandosi alle circostanze, l’acqua è la metafora della persistenza e dell’adattabilità estrema. Il paradigma del cambiamento nella forma, senza trasformare l’essenza. L’acqua catalizza la vita, senza di essa la terra si secca e rimane deserta; il fuoco senza controllore inonda ogni cosa e l’aria, convertita in bufera di sabbia, non può portare la fertilità delle nuvole né la forza dei cambiamenti; persino il metallo con il suo uso è tornito nelle fucine! L’acqua ci conforta, ci pulisce, ci benedice. Immersi nei fiumi del momento, nuotiamo, lottiamo, naufraghiamo. Fluire, riconvenirsi davanti agli ostacoli, andare verso il basso, non opporsi a niente, l'acqua è la perfetta analogia dell'umiltà, dell'adattamento e del non conflitto. L'acqua vince senza obiettivo; seguendo la sua natura circonda qualunque ostacolo e ci insegna come vincere, ma con saggezza, senza logorio, senza perdere di vista l'obiettivo. Che cos’è una roccia sulla strada? Una montagna? Perfino incassata, filtra, o se tal cosa non è possibile, evapora; niente ferma il suo destino. Il fiume della vita ha lasciato sulle mie sponde questi testi che oggi condivido in formato libro. E dico “ha lasciato” perché ogni paternità è alquanto confusa, giacché tutti siamo parenti di coloro che ci precedettero, di coloro che c'ispirarono e inspirano, delle galleggianti nuvole dell'inconscio collettivo e perfino, chi lo sa, degli spiriti e delle coscienze che ci circondano. Non ho nulla da insegnare, perché nulla so, però chi vuole ascoltare i miei versi, lascio qui sincere e sentite riflessioni, ogni giorno più sentite che pensate, perché la mente è un ingannevole marchingegno che vede quel che vuol vedere e del quale ho imparato a sospettare.







Maha Guru Horacio Rodriguez è l'erede della stirpe di Pendekar Pak Victor De Thouars, di Pukulan Pencak Silat Serak, un sistema di combattimento importato dall'Indonesia agli Stati Uniti dai fratelli De Thouars nel 1960. Per molti anni, questa potente e sofisticata scienza è stata trasmessa oralmente in segreto solo a studenti selezionati (questi includono notevoli artisti marziali come Sijo Bruce Lee e Guro Dan Inosanto). Il Pukulan Pencak Silat Serak è un sistema completo con un programma di apprendimento di 10 fasi d'allenamento. Questo primo DVD della serie insegna posizioni di Tiga Lanka, i Sambuts di base 1-15, tecniche di finalizzazione, i Buang o takedown e le chiavi di presa, Tendjekan, difesa contro gli attacchi di massa, campi d'azione, cambi di gioco di gambe senza perdere spazio, punti di connessione Garisan, reindirizzare, base-angolo-leva, modi di occupare lo spazio, proiettare pressione in avanti per eludere o evitare un attacco, e come mantenere il controllo costante per dominare e ottenere il controllo finale.

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José Manuel Reyes Pérez, 7 ° Dan di Hapkido dalla Federazione Mondiale Hapkido (WHF) e membro del Consiglio di Amministrazione della stessa, Direttore Internazionale per l'Europa Occidentale e Presidente della Federación Española de Hapkido (FEH Federazione Spagnola di Hapkido), nel suo primo DVD, presenta un trattato completo sulle tecniche che rendono veramente grande questa tradizionale Arte Marziale coreana, attraverso l'eredità che gli è stata trasmessa direttamente dal Maestro Kwang Sik Myung, 10 ° Dan di Hapkido. Hapkido è l'arte dell'Auto-Difesa Dinamica per eccellenza, che combina velocità e fluidità, insieme con la preparazione fisica, la tecnica, la respirazione, la meditazione e la coltivazione dell'energia interna. Un'arte che copre una varietà di tecniche con e senza armi e combina difese e attacchi, comprese le tecniche di gamba, ginocchio, pugno, gomito, proiezioni e strangolamenti e, soprattutto, le tecniche di lussazione. In questo lavoro, il Maestro Reyes ci mostra gli esercizi di respirazione Danjon Hop, gli attacchi di braccio Gonkiok Sul, le tecniche doppie e triplici di gamba Jok Sul, l'auto-difesa Ho Shin Sul, le tecniche di attacco e difesa Dan Bong con bastone corto, e la difesa contro coltello. Un lavoro completo su un'arte, Hapkido, o la via per armonizzare l'energia, la cui pratica aiuta a migliorare notevolmente la nostra salute, sia fisica che mentale, offrendo ai praticanti vitalità, energia, fiducia in se stessi, carattere e personalità.

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