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Solidarietà | Dalla Bolivia, per diventare guide andine

L’associazione La Cordillera sta organizzando un soggiorno in Valmalenco per i giovani boliviani che frequentano la scuola di turismo e avventura di Peñas

di Lorenzo Arduini

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«V ogliamo dare la possibilità ai ragazzi che stanno per terminare gli studi nella scuola di turismo rurale e avventura a Peñas, in Bolivia, di venire in Valmalenco per affinare la propria formazione, aumentare il proprio livello e poter così affrontare le selezioni per diventare guide andine. In questo modo potranno lavorare sull’Altopiano boliviano dove sono nati, e non essere costretti a trasferirsi in città per potersi sostenere». A parlare è Davide Tincani, Socio Cai di 28 anni che vive in Valmalenco.

IL FUTURO DEI RAGAZZI DI PEÑAS

Insieme alla moglie Carlotta e ad altri ragazzi ha dato vita all’associazione La Cordillera (www. lacordillera.org), legata a doppio filo con la Missione Peñas di padre Antonio Zavatarelli, prete missionario di Menaggio che da anni vive sull’Altopiano boliviano. La Missione inizialmente si è impegnata nell’assistenza alla popolazione locale costruendo case e scuole, e portando aiuti alimentari e sanitari. «Con il passare del tempo, vivendo lì, padre Antonio ha visto che molti giovani lasciavano l’altopiano per cercare lavoro a La Paz e nella vicina El Alto. Si è dunque convinto che il turismo montano possa rappresentare un’opportunità lavorativa per i ragazzi locali, in una zona, quella della Cordillera Real e del Lago Titicaca, già frequentata da alpinisti ed escursionisti», spiega Tincani.

gli studenti della scuola di Peñas sulla cresta della Cabeza de Cóndor, gruppo del Condoriri, Cordillera Real, Bolivia (foto Daniele Assolari)

Nel 2017 padre Antonio (detto “Topio”) ha così fondato la scuola universitaria di “Turismo Rurale con menzione in Avventura”, riconosciuta dall’Università Cattolica Boliviana. Si tratta di un corso tecnico che prevede attività di trekking, alpinismo, andinismo, arrampicata su roccia e vela. La scuola, gestita dallo stesso padre Topio e da altri volontari, ha rafforzato così la pratica dell’andinismo nella comunità.

L’IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE

È qui che entrano in gioco Davide Tincani e l’associazione La Cordillera. «Io conosco padre Antonio dal 2015. Con mia moglie abbiamo trascorso tutto il 2020 sull’Altopiano boliviano come educatori dei ragazzi della scuola, che hanno tra i 19 e i 21 anni e che vivono e studiano in parrocchia gratuitamente. La parte accademica è curata da professori boliviani, mentre noi seguivamo gli altri aspetti della quotidianità di questi studenti, in particolare quella di servizio ai più poveri della comunità. Con loro abbiamo ricostruito case danneggiate, seminato patate e tanti altri lavori utili ai più bisognosi», racconta Davide. «La nostra associazione è nata nel 2019 per riunire i volontari che negli anni hanno lavorato a Peñas e che vogliono continuare a impegnarsi anche dall’Italia per questa comunità. Il nostro obiettivo ora è dare la possibilità agli studenti boliviani che stanno concludendo il percorso accademico di venire in Valmalenco nel marzo 2022, per migliorare ulteriormente la propria preparazione. Tutti i ragazzi della scuola sono molto motivati: a Peñas quelli che finiranno la scuola nel 2022 hanno fondato un’associazione che gestisce una caffetteria, un museo etnografico e una piccola agenzia viaggi che organizza trekking e ascensioni alpinistiche».

MONTAGNA, SOLIDARIETÀ E FORMAZIONE

Per il soggiorno in Valmalenco, che durerà tre mesi, l’idea è quella di coinvolgere diverse guide alpine «per offrire a chi verrà da noi una formazione effettiva, oltre a una permanenza che non rappresenti uno shock. Sono infatti ragazzi abituati a vivere in case di fango, non hanno mai viaggiato». La “casa” dove alloggeranno, e dalla quale partiranno per le attività in montagna, si trova a Spriana. È un immobile concesso all’associazione dal parrocco di Chiesa in Valmalenco e sarà pronta entro la fine di quest’anno. Davide e gli altri giovani dell’associazione La Cordillera intendono coinvolgere la comunità locale, le amministrazioni e il mondo della montagna (a partire dalle Sezioni Cai) per sostenere il progetto, facendo così diventare la Valmalenco un centro propulsore di solidarietà montanara. «I partecipanti al viaggio saranno scelti tra quelli più avanti nella preparazione, che hanno dunque maggiori possibilità di diventare guide andine una volta rientrati. Saranno in quattro o in sei, a seconda dei fondi che avremo a disposizione. Sicuramente ci saranno due ragazze, una cosa davvero degna di nota se pensiamo che in Bolivia attualmente le guide sono tutte di sesso maschile. Loro due possono diventare le prime guide andine donne del Paese». Davide Tincani non vede l’ora che il progetto si realizzi e che i giovani boliviani arrivino in Italia. «Sono convinto che questa esperienza sarà uno scambio alla pari, reciproco. Tutti potremo conoscere a fondo persone che vengono da posti lontani, insieme alle loro storie. I boliviani potranno poi venire in contatto con le diverse realtà di servizio e solidarietà che dall’Italia sostengono le Missioni nel loro Paese. Sarà bello vedere all’opera una macchina che mette insieme montagna, solidarietà e formazione».

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