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Ambiente | Rimosso il pannello solare sul Dolcedorme
Nel Pollino, la buona pratica dell’ascolto e dell’interlocuzione con le associazioni sul territorio permette la risoluzione dei problemi e delle questioni riguardanti l’impatto ambientale delle costruzioni e degli impianti
di Marco Tonelli - foto Mimmo Ippolito
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Posizionato sulla cima del Dolcedorme, un pannello solare per alimentare un sistema di videosorveglianza contro gli incendi dolosi ha sollevato alcune perplessità. Dopo la segnalazione di diverse associazioni, presenti sul territorio, tra cui il Cai Calabria e il Cai Basilicata, il Parco Nazionale del Pollino ha provveduto a rimuovere il pannello collocato sulla vetta più alta del massiccio omonimo. La costruzione era stata vista per la prima volta dall’escursionista del Cai Castrovillari, Mimmo Ippolito. «Sono andato a vedere di persona, c’erano gli operai al lavoro. Ho dunque scattato delle foto che ho poi mandato sia all’Ente Parco che alle associazioni. Queste ultime si sono subito attivate per chiedere spiegazioni». La cima del Dolcedorme è famosa per essere stata sempre vergine, mai toccata da croci e da altre strutture. L’installazione invece, era di dimensioni molto rilevanti. «Certamente aver individuato, sul piano tecnico, la cima del Dolcedorme è stato un errore che va riconosciuto ma che è stato completamente sanato. Personalmente, non appena ho preso coscienza della gravità della scelta, ho interpellato le associazioni più rappresentative, tra cui il Cai Calabria e Basilicata», spiega il presidente del Parco Nazionale del Pollino Domenico Pappaterra. L’Ente Parco e le associazioni hanno messo in piedi un tavolo per poter affrontare insieme le problematiche presenti e future. Insomma, la buona pratica dell’ascolto e del dialogo permette la risoluzione dei problemi e delle questioni riguardanti l’impatto ambientale delle costruzioni e degli impianti. «Da sempre abbiamo un rapporto di collaborazione con l’Ente Parco del Pollino. Il Presidente Domenico Pappaterra si è dimostrato collaborativo e attento alle esigenze delle associazioni sul territorio», spiega a Montagne360 la presidente del Cai Calabria, Maria Rosaria D’Atri.
LA LEZIONE DEL DOLCEDORME
Allo stesso tempo, il Gruppo regionale riconosce l’importanza di un sistema che permetta l’individuazione degli incendi, in una regione già duramente colpita dai roghi, come quelli che hanno interessato l’area dell’Aspromonte nell’estate del 2021. La presenza di un sistema di videosorveglianza per tutelare l’area del Dolcedorme è assolutamente necessaria e condivisibile. In particolare, in quel territorio si trovano Italus, l’albero più antico d’Europa e la faggeta vetusta del Pollinello, recentemente riconosciuta come patrimonio Unesco. «La lezione del Dolcedorme sarà utile nella fase di attuazione del programma di telesorveglianza finanziato dal ministero dell’Ambiente e che riguarderà l’intera area del parco, con quasi 200mila ettari. Per evitare errori ho già chiesto agli uffici competenti di predisporre una mappa con l’indicazione di tutte le installazioni e di condividerla preventivamente con il mondo associativo e con i sindaci dei comuni», spiega Pappaterra. Infine, la vicenda dimostra ancora una volta la posizione di contrarietà del Cai (e del Gruppo regionale calabrese) rispetto all’installazione di impianti e manufatti che possono essere impattanti per l’ambiente: sia che si tratti di pannelli solari, di impianti fotovoltaici o eolici, puntualizza D’Atri.