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Convegni Cai - Il punto | Nel continente buio
Raccontare l’esplorazione e ricercare nuovi materiali e nuove tecniche: questi i due punti centrali che sono emersi nell’incontro padovano della Commissione centrale speleologia e torrentismo del Cai
testo e foto di Franco Aichino, Membro della Commissione Centrale per la Speleologia e Torrentismo
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Proviamo a immaginare un continente immerso del buio assoluto o chiuso da pareti altissime che impediscono di comprenderne lo sviluppo e la direzione. L’approccio analitico diviene importante per comprendere quali passi fare e quale è la strada giusta per raggiungere la cima. E da sempre il torrentismo e la speleologia, in particolare, hanno insito il seme della ricerca scientifica. Oggi, con un briciolo di vanto, come confermato dal Presidente generale Antonio Montani presente alle giornate organizzate a Padova alla fine dello scorso mese di settembre, questo spirito di approccio scientifico alla montagna sopravvive quasi intatto fra speleologi e torrentisti.
UN’OCCASIONE DI CONFRONTO
Nell’affascinante cornice della città di Padova, in collaborazione della locale Sezione Cai, speleologi e torrentisti del Club alpino italiano si sono dunque incontrati dal 30 settembre al 2 ottobre per confrontarsi e scambiarsi esperienze sulle tematiche delle due attività gestite dalla commissione centrale per la speleologia e il torrentismo. Due sono i “fil rouge” principali che hanno guidato la kermesse, attraverso mostre fotografiche sulle esplorazioni di torrenti e grotte svolte sotto la bandiera del Club alpino italiano; il raccontare l’esplorazione e la ricerca e i materiali e le tecniche. In entrambe le sessioni sono stati presentati degli elaborati che dimostrano il livello oramai raggiunto dagli appassionati delle due discipline e dai titolati e qualificati delle scuole del Club alpino italiano in torrentismo e speleologia. Nel concreto abbiamo visto presentare studi compiuti sul tracciamento delle correnti d’aria e sulla fauna in grotta, sulla genesi, infine ricerche atte a mappare il mondo immerso nel buio. Allo stesso modo oltre all’importanza di comprendere cosa ci accade intorno, speleologi e torrentisti hanno la necessità di realizzare strumenti e attrezzature per fare il giusto passo nella giusta direzione. Da qui la ricerca si orienta sui materiali, con un occhio rivolto al passato e una mano protesa al futuro. Così da un lato gli studi sulle corde utilizzate a lungo in grotta si collegano a un filone storico che, in passato, ha rivoluzionato il nostro modo d’essere; dall’altro invece la presentazione del prototipo di un nuovo ancoraggio polivalente, sposa il concetto che torrentisti e speleologi hanno ancor oggi insito il lume della ricerca.
L’AMBIENTE
Proprio da questa voglia di conoscere nasce anche il concetto di rispetto dell’ambiente, sfociato durante questa tre giorni in una tavola rotonda con la partecipazione della Tam (Tutela ambiente montano) sull’acqua come bene primario e da tutelare. Una disamina approfondita sulla situazione delle fonti idriche dal punto di vista qualitativo ma non solo. L’acqua è un elemento sociale fondamentale. Importanza emersa in maniera preponderante, cosi come la necessità di un impegno di ognuno di noi, governanti inclusi, nel proteggerla e preservarla il più possibile. Forse il punto sostanziale di questo percorso fatto dalla Commissione centrale speleologia e torrentismo negli ultimi tre anni è la necessità sempre più forte di condividere e comunicare. Non stiamo parlando di una comunicazione fatta di mostre o conferenze ma di qualcosa di diverso. Volendo sintetizzare abbiamo visto nascere uno scambio interno dal Club alpino italiano e uno diretto verso l’esterno. In seno al Cai si è iniziato a parlare e confrontarsi in maniera trasversale attraverso le collaborazioni realizzate con Commissione centrale medica, Tutela ambiente montano, Commissione centrale speleologia e torrentismo e il laboratorio e la torre presso il centro studi di Padova. Un confronto che porterà di sicuro a una crescita a livello di conoscenze e un’apertura della visione globale di tutte le commissioni coinvolte. L’impiego da parte della Commissione centrale speleologia e torrentismo e dei suoi titolati e qualificati di strumenti informatici e dei canali social, nata anche dalla necessità di superare le barriere comunicative innalzate dalla pandemia, hanno aperto e rinnovato la voglia di comunicare all’esterno. Quanto emerso durante il congresso non può che essere una premessa a un frizzante futuro.