Montagne360 | Ottobre 2020

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EDITORIALE orizzonti e orientamenti

Ritrovarsi in assemblea con rispetto e prudenza di Vincenzo Torti*

Socie e Soci carissimi, ho già avuto modo di esprimere la più viva gratitudine per la vostra confermata appartenenza in un momento così delicato per ciascuno e per la collettività tutta: è stato un po’ come stringerci intorno ad un riferimento comune da tenere ben fermo, proprio quando incertezza e precarietà vorrebbero sopraffarci. Anche per questo, dopo la ripresa sia dell’attività in montagna, che delle Sezioni, sia pure con tutte le attenzioni del caso e nel costante rispetto di quelle che si sono rivelate forme di tutela efficaci e da mantenere costantemente, abbiamo deciso di riaprire anche le nostre assemblee, naturalmente affidandone alla sensibilità e alla valutazione di ciascuna realtà sezionale o regionale e di ciascun socio, anche in funzione di particolari andamenti territoriali, la promozione e la partecipazione. La decisione più delicata, ma anche più convinta, alla fine, si è rivelata quella di indire l’Assemblea dei Delegati che avrebbe dovuto tenersi a Trento lo scorso mese di maggio e che, sia pure con sincero rammarico, non abbiamo potuto confermare nella stessa località per l’assenza di strutture di accoglienza dalle dimensioni tali da garantire il rispetto di tutte le disposizioni a tutela della sicurezza individuale e collettiva. Perché, se pure questo è un “tempo che soffre e fa soffrire”, per usare l’immagine del poeta Mario Luzi, credo sia il momento di raccogliere l’invito di un uomo straordinario come Alex Zanardi, cui va il nostro augurio più sincero di poter, ancora una volta, risorgere: “Quando ti capita qualcosa di imprevisto, devi girare la testa e vedere se si può trasformare il tutto in una opportunità”. Sarà quindi il Paladozza di Bologna, con la sua capienza di oltre 4500 posti, ad accogliere la nostra Assemblea 2020 e tutti i delegati potranno parteciparvi con la certezza non solo di rilevanti distanziamenti, se si considera il rapporto tra capienza e presenze statisticamente attestantesi su circa 600 partecipanti, ma anche di modalità di svolgimento che evitino assembramenti e sovrapposizioni. Anche le operazioni di voto si svolgeranno in modo da assicurare il rispetto di tutte le cautele necessarie e, in ogni caso, sarà la sensibilità stessa di ciascun delegato

la miglior garanzia di corretto svolgimento di ogni fase. Purtroppo mancheranno i momenti conviviali che rappresentavano un’occasione di conoscenza reciproca e di scambio di opinioni tra delegati e tra questi e coloro che ricoprono cariche centrali, ma il maggiore spazio che verrà dato proprio agli interventi dei delegati consentirà, comunque, di valorizzare al meglio la sede assembleare per fornire indicazioni, proposte, valutazioni che possano indirizzare al meglio le scelte e, quindi, l’andamento del nostro Sodalizio in questa particolare situazione. E l’essere ancora così numerosi, a dispetto dell’inevitabile disorientamento e della conseguente incertezza generali, conferma che il Club alpino italiano, attraverso l’attività delle sue Sezioni, l’impegno dei singoli Soci e , non ultima, della Sede centrale, rappresenta un riferimento credibile, capace di azioni concrete, instancabile nel proporre modalità corrette di approccio alla montagna e fornire esempi positivi, specie in momenti di “assalto” come quelli verificatisi nel corso dell’estate. La proposta di itinerari alternativi con “scopriamo nuovi sentieri”, la differenziazione delle mete, evitando quelle che, causa una troppo agevolata accessibilità o l’essere “alla moda”, si prestavano ad invasioni di “infradito”, hanno confermato l’accortezza del nostro corpo sociale, così come il corretto approccio da parte di quanti hanno seguito le nostre raccomandazioni, a differenza di quanti hanno tristemente costretto il nostro Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico, i cui volontari ringrazio uno ad uno, ad un sovrannumero di interventi rivolti, per la stragrande maggioranza prossima alla totalità, a favore di frequentatori improvvisati o superficiali, quando non consapevolmente incoscienti. Anche per questo non dobbiamo rinunciare, neppure per un attimo, alla nostra missione di informare e formare, non solo per evitare che accadano incidenti, ma anche, se non soprattutto, perché la montagna intesa nella sua visione più ampia non si trasformi nel surrogato temporaneo di orfani di movide marine, ma rappresenti per nuovi potenziali frequentatori una scelta ben precisa di vivibilità ambientale e di ricerca di benessere individuale.Ÿ * Presidente generale Cai ottobre 2020 / Montagne360 / 1


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