CULTURA
Un premio alla natura Concluso il Film Festival della Lessinia 2020: la Lessinia d’Oro è volata nelle Terre alte del Buthan, in una tra le più remote scuole del mondo, per un film che è un inno all’istruzione e alla natura di Natalino Russo
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n’edizione davvero speciale quest’anno per il Film Festival della Lessinia, rassegna cinematografica internazionale dedicata a vita, storia e tradizioni in montagna, andato in scena dal 21 al 30 agosto scorsi a Bosco Chiesanuova (VR). Giunto al 26o anno, il festival ha raccolto la sfida imposta dalla pandemia proponendosi in versione ibrida: in aggiunta alla sala, i film sono stati trasmessi anche in streaming. Ed è stato un successo, visti gli oltre 5mila spettatori in presenza e i 3mila che si sono collegati da tutta Italia. Ad assegnare i premi principali è stato il pubblico. La Lessinia d’Oro per il miglior lungometraggio è andata a Lunana: a yak in the classroom / Lunana: uno yak in classe (Bhutan 2019) del regista Pawo Choyning Dorji, che ha conquistato anche il Premio della Giuria Microcosmo del carcere di Verona e la menzione speciale Log to Green. Il film racconta la storia di un giovane insegnante inviato a Lunana, uno sperduto villaggio sull’Himalaya, a otto giorni di cammino dall’ultimo luogo toccato da una strada. È un poetico romanzo di formazione capace di parlare con tenerezza di ricerca della felicità e di senso
60 / Montagne360 / ottobre 2020
di appartenenza, e al tempo stesso di tessere un inno alla natura e al valore dell’istruzione. La Lessinia d’Argento è stata assegnata al documentario Asho (Iran 2019) di Jafar Najafi, la storia di un bimbo pastore sulle montagne dell’Iran che sogna di diventare attore, inseguendo la sua divorante passione per il cinema. Il premio del Curatorium Cimbricum Veronense alla memoria di Piero Piazzola e Mario Pigozzi al miglior film di un regista giovane è andato a
Sotto, Pawo Choyning Dorji in collegamento per l'assegnazione della Lessinia d'Oro per il lungometraggio Lunana. In basso, alcuni protagonisti del film