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Via al primo monitoraggio nazionale del lupo Ispra, con la collaborazione di Federparchi e di Life WolfAlps-EU, produrrà una stima aggiornata della distribuzione e della consistenza della specie. Nell’attività sul campo coinvolto anche il Cai
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Foto Pixabay
6 / Montagne360 / ottobre 2020
Foto D. Berton
er la prima volta da quando il lupo è stato protetto, le istituzioni nazionali uniscono le forze per fotografarne distribuzione e consistenza, dalle Alpi alla Calabria. Il Ministero dell’Ambiente ha infatti dato mandato a ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di produrre una stima aggiornata sia della distribuzione che della consistenza della specie, utilizzando disegni di campionamento e protocolli standardizzati avanzati. Tra ottobre 2020 e marzo 2021, grazie al coinvolgimento di zoologi e genetisti e alla collaborazione di Federparchi e di Life WolfAlps-EU, verranno raccolti dati di campo basandosi su protocolli operativi omogenei e perlustrando percorsi prestabiliti in circa 1000 celle di dieci chilometri quadrati distribuite sull’intero territorio nazionale. Gli esperti di ISPRA, con il supporto di un pool di ricercatori universitari, hanno combinato in modo estremamente innovativo un disegno di campionamento probabilistico con le più avanzate tecniche di indagine
sperimentate sulla specie, per ottenere una stima della popolazione del lupo e della sua distribuzione. «Il lupo è una delle specie più conosciute in Italia, ma anche una delle più elusive e difficili da studiare», spiega Piero Genovesi, responsabile del Servizio Coordinamento Fauna Selvatica dell’Ispra. «Tutti i progetti finora attivati su questo carnivoro hanno avuto carattere locale e circoscritto nel tempo, limitando la possibilità di produrre una stima accurata a livello nazionale. Per poter produrre una stima aggiornata e accurata abbiamo coinvolto tutti gli enti territoriali, partendo da Regioni e Parchi Nazionali, ed abbiamo attivato una collaborazione
con i Carabinieri Forestali». Anche il Cai ha dato la propria disponibilità per dare una mano, nei modi e nei percorsi che saranno ritenuti più opportuni. «Oltre 350 soci hanno aderito alla nostra chiamata. Porteremo avanti un certosino lavoro di incastro con le richieste che riceveremo», afferma il referente nazionale del Gruppo Grandi Carnivori Davide Berton. Grazie ai dieci rappresentanti locali del Gruppo, «abbiamo la possibilità di collaborare in modo più stretto e produttivo con i tecnici incaricati e, soprattutto, riusciremo a dare una risposta calata sulle realtà locali». Conclude Berton: «Crediamo che questo monitoraggio possa essere la pietra miliare per poter finalmente avere dei dati completi e compiuti sul lupo in Italia. Dati che speriamo servano ad arrivare a un piano davvero efficace, che sia calato sulla realtà dei fatti e non su emozioni e su ideologie». Ÿ