EDITORIALE orizzonti e orientamenti
Gratitudine per la rinnovata appartenenza di Vincenzo Torti*
Carissime Socie e carissimi Soci, quelli che stiamo affrontando sono cambiamenti imposti dalla necessità di porre in essere e mantenere adeguate misure per evitare la ripresa di diffusione di un virus che ha così significativamente inciso su abitudini e modi di vita di miliardi di persone. Non c’è ambito di quotidianità che non ne sia stato coinvolto e le inevitabili conseguenze con cui confrontarsi richiederanno competenza nelle scelte, prudenza nelle valutazioni e volontà ferma di trasformare le avversità in occasioni. Ora, al di là di quelli che potranno essere gli indirizzi collettivi, frutto di regole imposte o di adeguamenti spontanei, la prima grande occasione che si offre ad ognuno di noi è quella di riconsiderare le singole priorità in vista di quella felicità cui ciascuno può legittimamente aspirare, riscoprendo, o forse scoprendo per la prima volta, la meraviglia di spazi liberi, lo stupore davanti alla bellezza della natura o del paesaggio, il valore degli affetti e dell’amicizia. E non basta ispirarsi al motto dell’oracolo di Delfo, quel gnothi seautòn – conosci te stesso – che spesso viene ricordato, se poi tralasciamo il non meno importante medén àgan – non desiderare niente di troppo – cui, invece, dovrebbe ispirarsi l’uomo nuovo del dopo-Covid, quali che siano i tempi per l’effettivo superamento della pandemia. Questo richiamo alla sobrietà, che arriva a noi attraverso i secoli, mai è stato così attuale, al punto da poter far intravedere che al diminuire delle esigenze non conseguiranno scenari apocalittici da postconsumismo, bensì, e molto più semplicemente, la possibilità di vivere una dimensione ecoantropologica, che ci permetta di dare risposte alle più che fondate paure dei giovani che – ricordiamolo – “sono lo specchio della nostra identità, il bilancio della nostra vita, la misura della nostra etica” (I. Dionigi – Parole che allungano la vita). E riparlare di paure, riconsiderandole seriamente, è doveroso, se è vero che la pandemia, che oggi condiziona le nostre vite e lo farà per non poco tempo ancora, nel 2008 – come ricorda Vito Mancuso nel recentissimo “Il coraggio e la paura” – nella classifica delle cause della paura secondo un’inchiesta
promossa dal World Social Summit, stazionava solo al quindicesimo posto. Ma è importante sapere come si possano affrontare le paure e il modo migliore è certamente quello di farlo insieme, raccogliendoci attorno a quel che abbiamo verificato avere davvero valore nelle nostre vite, per apparentemente semplice che possa apparire, e proiettarci convintamente verso un nuovo che sia veramente tale e non la pedissequa riproposizione di errori tramandati. Uno di questi riferimenti può certamente essere una Associazione, non per i servizi che pure può fornire, men che meno in via proporzionale ai mesi di attività, quanto piuttosto perché ci fa sentire parte di un insieme che ha a cuore quel che attrae il nostro interesse non egoistico e si sforza di tradurre in realtà concetti come rispetto, attenzione, formazione, solidarietà. Ecco, allora, il grande significato delle rinnovate iscrizioni al nostro Club alpino italiano, in un numero inimmaginabile sol che si considerino i tempi lunghi di confinamento e la estrema, doverosa, gradualità nella riapertura delle sedi sezionali e nella ripresa delle attività. Una appartenenza convinta della quale ringrazio ciascuno di voi, quale che sia la vostra età, il vostro modo di andare in montagna, il tempo che dedicate alla vostra Sezione, espressione di una disponibilità che arricchisce il Sodalizio senza, però, togliere valore e significato anche all’essere semplicemente iscritti. Un’appartenenza che esprime coraggio, voglia di ripresa e fiducia nella possibilità di incidere con esempi in una società che ha quanto mai bisogno di attenzione vera, di formazione seria e di impegno costante, tutte caratteristiche proprie di chi ama la montagna. Per questo non è un caso che proprio la Sezione di Codogno abbia superato quest’anno Ω e ce ne complimentiamo tutti Ω il precedente numero di iscritti. Perché “Non verremo alla meta uno ad uno / ma a due a due. Se ci conosceremo / a due a due, noi ci conosceremo / tutti, noi ci ameremo tutti e i figli / un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo / lacrima in solitudine” (Paul Eluard). ▲ *Presidente generale Cai settembre 2020 / Montagne360 / 1