CRONACA EXTRAEUROPEA
a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica - antcico@yahoo.com
La voce dell’in-quietudine Trentatré giorni sola in parete e senza mezzi per comunicare. Sull’inviolata Ovest del Cerro Chileno Grande, in Patagonia cilena, Sílvia Vidal apre Sincronía Mágica: 1200 metri di A3+/6a+, tre campi
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inita una grande salita si porta giù tutto. Finanche le carte delle sue caramelle, di cui è ghiotta: «L’unico lusso che mi concedo in una spedizione». E per portare giù tutto, appunto, le ci vuole tantissimo perché nessuno l’aiuta. Nessuno condivide con lei il percorso. Perché sola discende dalla parete. Esattamente com’è salita. Sílvia Vidal non si fa sconti. «Una bella fessura evidente e pulita che percorre dall’alto al basso una parete? Non è per me. Non andrebbe bene per l’artificiale estremo che pratico. Quanto più la via è illogica, tanto meglio». E gli obiettivi che negli anni questa minuta alpinista di Barcellona ha raggiunto parlano da sé. E di lei. Su una grande parete isolata, non di rado in alta quota. Protezioni mobili, dadi, friend, copper head, scalette, ganci, martelli e chiodi. «Come ultimissima spiaggia uno spit, se proprio la parete lo richiede. E ovviamente solo in apertura, e sempre piantato a mano», racconta lei. Grandi sacconi con viveri e materiale da portare su, recuperare, spostare. Campi da trascinarsi in parete. Giorni e giorni appesa. Senza mai scendere alla base. La Vidal è questo. Alpinismo quasi d’altri tempi. Pakistan, Alaska, Baffin, India, Patagonia. Avvicinamenti complessi e pareti da guadagnarsi centimetro dopo centimetro. Se c’è un luogo da esplorare, nelle forme meno commerciali possibili, lei è lì. Da oltre vent’anni. «Pareti vergini di cui ho poca informazione. Per le quali l’organizzazione di quanto e cosa portarsi è spesso complessa. E il cui avvicinamento richiede giorni e giorni, ripercorrendo il medesimo tragitto per trasportare tutto l’occorrente alla base dell’attacco, da sola». È accaduto così anche per l’ultima linea che Sílvia, con i suoi 46 chili di peso e 159 centimetri d’altezza, ha aperto nella Pa74 / Montagne360 / settembre 2020
tagonia cilena. Sul Cerro Chileno Grande: una montagna isolata in una valle laterale di Rio de los Exploradores, nella regione di Aysén, a 2mila chilometri da Santiago del Cile. Sedici giorni avanti e indietro per trasportare viveri e materiale attraverso la foresta pluviale, risalendo morena glaciale e ghiacciaio. Sei sacconi da venticinque chili, un solo giorno aiutata dai locali Andrea, Marco e Manu. 150 chilometri sotto i suoi piedi prima di attaccare la big wall. Giunta all’inviolata Ovest, e fissati i primi
180 metri, la Vidal ha attaccato la linea in stile capsula. Trascorrendo poi 33 giorni verticali, dal 7 febbraio al 10 marzo, senza mai scendere a terra. «Scalando una parete enorme e caotica. Abitando in un’amaca di 80 centimetri in larghezza e 2 metri in lunghezza. Progredendo tra cascate torrenziali, pioggia e vento per metà dei giorni, nella nebbia e nel sole». La Vidal aprirà una nuova linea di 1200 metri di A3+/6a+ che chiamerà Sincronía Mágica. Tre campi in tutto. Una sezione di oltre 300 metri