Camaleo Dicembre 2008

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Giornale d’Istituto fondato nel 2003

AREARE IL GIORNALE PRIMA DELL’USO

Anno 5 - Numero 2 - Dicembre 2008

PRIMO PIANO | povertà | pag.3

Povera Italia CAMEON | il viaggio Donne in viaggio Le eroine dei nostri tempi

a pag. 12

È tempo di crisi in Italia. I negozi sono vuoti, le fabbriche mettono in cassa integrazione migliaia di operai, due milioni e 456 famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e sette milioni di persone sono povere. È la recessione. Il PIL del nostro paese per tre trimestri consecutivi è stato inferiore all’1%, in particolare è diminuito dello 0,5% nell’ultimo trimestre e addirittura dello 0,9% nel secondo: il dato più basso dell’Unione Europea. Quello che si respira nell’aria è odore di povertà. Sono le conseguenze di una politica economica speculativa e assetata di guadagni che inevitabilmente si distrugge con le proprie mani. Le aziende per apparire incredibilmente ricche agli occhi del mercato e

Into the wild Un viaggio alla ricerca di se stessi

L’inter-rail Un’esperienza fatta viaggio

a pag. 14

quindi ricevere più investimenti possibili, tagliano sulla forza lavoro per mostrare un’opulenza dovuta solo ai soldi risparmiati e non alla reale produzione, limitata dagli stessi tagli che fanno apparire le industrie più ricche. Il processo è un gioco al massacro: taglio forza lavoro – ricchezza apparente – carenza manodopera – produzione scadente – fallimento. Risultato? Nel Nord Italia le industrie nazionali sono costrette a sfoltire i loro dipendenti (solo a Torino 79 aziende hanno comunicato l’avvio della cassa integrazione), le grandi multinazionali come la Motorola chiudono le proprie filiali e mandano a casa i lavoratori e anche le piccole industrie manifatturiere sono a rischio fallimento. Tutto questo viene poi associato – seppur i pareri degli esperti siano discordanti tra loro – alla stagflazione: Segue a pagina 2

www.camaleo.tk

a pag. 13

ARTE | pag 20

NIEMAYER l’architettura è libertà RACCONTO | pag 18,19 Io, me stesso e riflessi pirandelliani

Il racconto di Arciprete TESTA DI CALCIO |

DI NUOVO IN CAMPO


30 SECONDI

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Di Andrea Rossi

S

e per scongiurare la crisi si promettono soldi ai cittadini e poi si raddoppia l’iva alla tv satellitare. Se devi fare un viaggio e hai paura di prendere l’aereo perché non sai se parte, ma soprattutto se arriva.

PACCHETTO ANTICRISI

ARTICOLO 33

Misure urgenti a favore delle famiglie maggiormente a rischio povertà. D’altro canto, l’aumento dell’IVA sulla pay-tv rischia di far lievitare di 50€ la spesa annuale dei canali satellitari.

Come sferrare l’ultimo attacco alla scuola pubblica attraverso la modifica della Costituzione. L’eliminazione della frase “senza oneri a carico dello Stato” aprirebbe nuove frontiere per i privati,

IL PAESE DEGLI SPRECHI

LA SCUOLA A PEZZI

Troppi soldi sono bruciati in un anno dalla politica italiana. Dagli aerei a gli stipendi, la cifra risulta esorbitante.

Le scuole italiane cadono a pezzi, la tragedia di Rivoli è solo la punta di un iceberg fatto di falsi certificati di agibilità e situazioni davvero paradossali.

Se il presidente di vigilanza rai punta i piedi a terra come un bambino e dice: “io da qui non me ne vado!” Se mentre sei tra i banchi di scuola vedi il soffitto crollare. Se si vuol modificare l’articolo 33, e tu non sai neanche di che tratta. Se lo stesso presidente che raddoppia l’iva alla pay tv è il padrone della tv concorrente. Se gli stadi sono dipinti come il male, ma prova ad andarci, poi mi racconti. Se la chiesa dice che non si devono discriminare le nazioni che scelgono di discriminare gli omosessuali. Allora amici miei. POVERA ITALIA. Signore e signori, il secondo numero del Camaleo.

Cantami o Stezap del Camaleo il numero secondo che dopo i clamori de lo primo torna a raccontar del mondo spero che i lettori saranno a proprio agio

dalla prima

POVERA ITALIA

la condizione economica in cui è presente sia l’inflazione che la stagnazione della crescita dell’economia reale. Ergo: i prezzi salgono ma la produzione non aumenta. Il governo cerca di uscire dal guado della recessione ma non fa grossi passi avanti, le leggi anti-crisi hanno ben poco impatto se viene diminuita la pressione fiscale delle imprese, ossia le tasse pagate (attualmente al 5%) e non viene smossa quella dei lavoratori e pensionati (al 7%). Per rincarare la dose, poiché le disgrazie non vengono mai da sole, si aggiunge il problema dei precari: quattrocentomila lavoratori con contratto a termine rischiano di perdere il posto alla scadenza dei contratti il prossimo 31 dicembre. E anche su questo punto non è stato fatto niente. Un altro problema enorme della nostra economia è il debito pubblico, uno dei più alti del mondo. Le ragioni di un debito pubblico così elevato sono molto complesse, ma il concetto fondamentale è che

in Italia il 56% delle quote di partecipazione ai titoli di stato italiani appartiene ad investitori stranieri e quindi l’aumento del debito pubblico e strettamente legato ai “giochi” economici globali. E Berlusconi? Beh lui ormai è insuperabile nel risolvere i problemi economici del paese, ce lo invidia tutta Europa. Berlusconi per far fronte alla crisi dice: “italiani, consumate”. Inevitabile il confronto con la famigerata frase forse pronunciata da Maria Antonietta: “Al popolo manca il pane? Che mangino le brioches”. Ovvio che Berlusconi vuole che consumiamo, altrimenti le aziende che comprano gli spazio pubblicitari sulle sue reti falliscono e fanno a meno di reclamizzarsi. Meno ovvio è perché non vengono presi provvedimenti seri per far fronte alla recessione che non siano gli ennesimi, logori “annunci politici all’italiana”, molto in voga in questo governo.

Direttore Editoriale Direttore Organizzativo

chè ‘sta settimana si parlerà del viaggio Progetto Grafico

Vignette Ufficio Stampa Attività di consulenza

Giulio Viceconte Andrea Rossi Andrea Bolognino Lorena Gallotti, Federica Bertocco Stefano Scarpa


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PRIMO PIANO

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PACCHETTO ANTIANTI-CRISI Misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e imprese. Di Alessandra Petagna Anche il 2008 sta volgendo al proprio termine. Tra le polemiche, siamo pur sempre in Italia. Questo primo anno del Berlusconi quater è stato caratterizzato dall’emanazione di decreti legge alquanto discutibili e dalla successiva contestazione – e qui mi prefiguro nella m e nt e un a ppla uso pe r la “rivoluzione di ottobre” della scuola. Per non smentire una tradizione ormai avviata, non poteva poi mancare un progetto “originale” per risanare l’economia nazionale in tempo di crisi. Il ministro Tremonti è stato elemento fondamentale nella ideazione del piano anti–crisi, la cui approvazione di venerdì 28 novembre ha scatenato le proteste del PD: “Un aiuto per Natale”, questo il parere della parte politica uscita sconfitta dalle scorse elezioni ed ancora poco convincente – e convinta – nel ruolo dell’opposizione. Obiettivo del Governo è quello di recuperare sino a undici miliardi di euro nei prossimi tre anni, assumendo per di più un atteggiamento da “buon samaritano”. Sarà infatti concesso un bonus ai pensionati ed alle famiglie con figli a carico che presentino un reddito inferiore ai seimila euro annui, mentre è già disponibile la Social Card con l’accredito di quaranta euro mensili di cui usufruire nei negozi convenzionati, per lo più alimentari. È invece definitiva la notizia che vede escluse dal blocco delle tariffe la corrente elettrica, il gas, le autostrade e le ferrovie. Per i soliti “fratelli meno fortunati” è stata anche valutata la possibilità di ricontrattare il mutuo a tasso variabile, riducendo l’importo di ciascuna rata ed allungandone la durata, e la creazione di un Fondo per il credito per i

nuovi nati, grazie al quale, in caso di nascita o adozione di bambini, si potrà accedere a particolari prestiti dei quali si farà garante un’ apposita commissione ministeriale. Il Cavaliere afferma soddisfatto che ”E’ giusto che chi abbia un po’ di

denaro lo metta in circolo per rilanciare l’economia”, rendendo “felice” i proprietari di imprese: il settore imprenditoriale è infatti quello maggiormente danneggiato dalla proposta legislativa recentemente passata alle Camere. Si discute sull’ipotesi di detrarre l’ IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) dall'IRES (Imposta sul Reddito delle Società), scelta che penalizzerebbe enti pubblici e privati: Confindustria ed alcuni sindacati, tra i quali la CIGL di Epifani, che ha confermato lo sciopero generale previsto per il 12 dicembre, stanno manifestando stoica resistenza a tale proposta. C'è al contrario unanime accordo sulla richiesta all'Esecutivo di rendere gli sgravi fiscali in tredicesima, in modo da favorire i lavoratori dipendenti e rilanciare i consumi nel periodo natalizio ormai incombente. Sono state infine effettuate modifiche dal m in is t r o ombra dell’economia Bersani al modello da lui stesso avanzato nel 2007; il processo attraverso il

quale era possibile ridurre del 55% la spesa sull’acquisto di pannelli solari dalla dichiarazione dei redditi è stato reso più complesso, in quanto bisogna mandare via internet una domanda all’Agenzia delle Entrate e sperare in una risposta di assenso entro trenta giorni. Ma ciò che ha soprattutto colpito l’attenzione dei cittadini più critici è la volontà del nostro Presidente del Consiglio di aumentare l’IVA sulle Pay TV, ritenute proprietà “da ricchi”. Sky è in rivolta – molto significativi gli spot nei quali è denunciato l’atto succitato e lanciato un accorato appello agli abbonati affinché contrastino la scelta del Governo – ed il leader della televisione satellitare accusa il “Silvio nazionale” di stare operando uno stratagemma per far chiudere i battenti alle reti concorrenti e monopolizzare l’informazione mediatica in Italia. Forse stiamo troppo sottovalutando il buon Berlusconi: suvvia, sta solo cercando di incrementare il livello culturale nazionale – di per sé poco ammirevole – a pane & reality!


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PRIMO PIANO

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IL ROMPISCATOLE DE NATALE

Il “paccotto” antianti-crisi Di Dario De Natale

C’è crisi economica. La prima domanda da farsi, a questo punto, forse sarebbe: perché c’è crisi economica? La discussione sarebbe lunga, dovrei tirare in ballo la politica dell’expresidentepetroliere George W. Bush, ed esorbiterei dal tema centrale dell’articolo. Basti sapere, però, che la crisi economica non è una cosa che “accade”, non è una catastrofe naturale, imprevedibile, bensì ha delle motivazioni profonde e soprattutto, in linea di massima, dei responsabili. Di fronte alla crisi, ogni stato Europeo e mondiale sta rispondendo come meglio può. Anche il Governo Italiano, dunque, vara il suo “pacchetto anti-crisi”, analizzato in dettaglio dalla redattrice Alessandra Petagna. Letto con cura il suo articolo, dunque, passiamo a commentare il suddetto “pacchetto”. Certo, forse qui a Napoli sarebbe più proprio chiamarlo “pacco”, a giudicare dal suo contenuto: una serie di finti provvedimenti che tentano di dare l’impressione di riempire le tasche Italiane che vengono nel frattempo svuotate da paralleli aumenti di tasse varie. Della “Social Card” è praticamente inutile parlare: una misura populista e caritatevole che ha, forse, l’unico effetto di deridere a livello nazionale quei cittadini che, costretti a vivere con 6000€ annui, potranno, grazie a Tremonti, acquistare un dignitoso set di candele per il proprio funerale, causa morte da inedia, che, checché ne dicano i demagoghi della Domenica, è più che imminente. Sentiti ringraziamenti da parte del SEF, il Sindacato degli Evasori Fiscali, che, costretti a vivere con 6000€ annui nei loro panfili tempestati di diamanti, potranno beneficiare di quei 480€ per pagare i propri camerieri che, guadagnando 7000€ all’anno, non avranno invece diritto alla Social Card. Ma, come nota giustamente Alessandra, la cosa che più ha colpito i pochi interessati alle azioni governative è stato il raddoppio dell’Iva (dal 10% al 20%) per Sky. Basta fare un semplice, lineare ra-

gionamento: il Nano Malefico controlla il 50% delle reti televisive Italiane, in quanto padrone supremo di Mediaset, il restante 50% nel ruolo di Capo del Governo (considerando anche che un suo fantoccio, ex-PD, è commissario di vigilanza RAI), l’unico fiume televisivo che non sgorga direttamente dalle sue mani è Sky. Come risolvere il problema? Approfitta della crisi economica mondiale per raddoppiare l’Iva su Sky. In tal modo, per non chiudere il bilancio in pari, o magari in passivo, Sky sarà costretta ad aumentare i costi di abbonamento, perdendo così clienti (che cederanno, trasportati dalla corrente dei reality show e telegiornali finti) e gravando sulle tasche dei liberi dal controllo televisivo assoluto. Per fortuna, in Italia qualche cervello in grado di sostenere una semplice implicazione logica come questa esiste ancora, sebbene ben nascosto, tanto che la notizia e lo scandalo conseguente si diffonde rapida. Ma Berlusconi ha la risposta pronta: <<Ma quale conflitto di interessi. La sinistra ha concesso a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell'Iva. Abbiamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto ritornare l'Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri>>.

Falso dalla prima all’ultima parola, ovviamente, nel caso ci fosse ancora qualcuno che ritiene il Caimano in grado di dire la verità, ogni tanto. In realtà, l’agevolamento sull’Iva della pay-tv ha inizio nel 1991, Governo Andreotti (Sinistra?), che fissa al 4% l’Iva, non per Sky, che non esisteva, bensì per Telepiù, di proprietà di Berlusconi, ovviamente! Nel 1995, poi, il Governo Dini vuole portare l’aliquota al 19%, ma è votato (con la complicità di Rifondazione) un emendamento che la fissa all’attuale 10%. Dunque, caro (per quanto ci costi) Presidente Berlusconi, se privilegio c’è mai stato, è stato sempre e comunque a favore Suo! Tendenza, questa, che va avanti da tempo; tanto che, fin da quando al Governo c’era il ladro Craxi, non si scrive legge, nel nostro mal paese, che non sia per Suo proprio beneficio economico, non lavora avvocato se non per trovare il modo di cancellare un Suo processo, non si muove foglia che Don Silvio non voglia.


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QUANDO MANCANO LE REGOLE DEL GIOCO

Conflitto d’interessi “made in Italy” Di Francesca Lalla

all’astensione dei titolari di cariche di governo da “ogni atto idoneo ad A differenza della maggior parte dei influenzare specificamente, in virtù paesi europei e degli Stati Uniti, l’Italia non gode di una disciplina organica in materia di conflitto di interessi. Prima di tutto, è opportuno chiarire cosa si intende per conflitto di interessi. Per conflitto di interessi si intende l’affidamento di un’alta responsabilità decisionale (come un carica politica o giudiziaria) ad un soggetto con interessi personali o professionali in conflitto con l’imparzialità richiesta dalla responsabilità stessa, a cui può dunque venir meno dato il coinvolgimento dei propri interessi. Tuttavia va detto che la presenza di un conflitto di interessi non costituisce di per sé dell’ufficio ricoperto, i propri inteuna reato, finché non si abusi della ressi” e quelli, noti al titolare della posizione privilegiata per trar- carica, propri del coniuge o di pane personale beneficio. renti e affini, non è stato mai apIl recente caso Sky ha riaperto provato. Né tantomeno l’applicaziol’annosa discussione sul conflitto di ne della legge n 215 del 2004 interessi riguardante il controllo del- (versione modificata della legge la rete televisiva Mediaset, oltre che n.1236), il cosiddetto “blind trust”, di una delle principali case editrici che prevedeva l’affidamento del italiane e di una società calcistica patrimonio ad un consiglio direttivo da parte dell’attuale presidente del formato da institori, scelti tra persoConsiglio Silvio Berlusconi, dibattito ne di fiducia e parenti del titolare, cominciato in corrispondenza dell’- ha portato ad una eliminazione del entrata in politica di Berlusconi nella conflitto d’interessi, fatta eccezione XII/XIII Legislatura. Già allora l’ele- per le dimissioni di Berlusconi dalla zione del premier aveva suscitato carica di presidente dalla società un acceso dibattito riguardo al ri- calcio Milan. schio di vantaggio personale, data L’accusa di conflitto di interessi l’inesistenza di leggi che tutelassero scaturita dal passaggio dell’IVA di l’imparzialità decisionale. Infatti il Sky, la pay-tv del plurimiliardario progetto di legge avanzato in quegli imprenditore Murdoch, dal 10 al anni contro il conflitto di interessi 20%, applicata dal gover(progetto di legge n 1236 del 199- no italiano, ma di fatto ordinata dal 8), che di fatto sanciva l’obbligo Consiglio dell’Unione Europea, pog-

gia dunque su questi precedenti episodi di conflitto d’interessi. Alle accuse di favoreggiamento della rete Mediaset, mosse contro il Presidente del Consiglio dalla Sinistra, che ha appoggiato la denuncia di conflitto d’interessi di Murdoch, il premier ha risposto affermando l’impossibilità di abbassare l’IVA di tutte le pay-tv e delle payper-view (quali il digitale terrestre Mediaset Premium) e negando la presenza di conflitto d’interessi. Inoltre, se da una parte Murdoch ha reagito con la trasmissione di spot pubblicitari contro il governo, dall’altra il premier ha dichiarato che l’IVA agevolata per Sky al 10% concessa nel 1995 per favorire lo sviluppo della tv satellitare, non ha ormai più senso,considerata, tra l’altro, l’emergenza della crisi finanziaria. L’accesa polemica è stata fortunatamente placata dall’intervento della Ue, che già nel 2007 aveva presentato un reclamo, affermando che era necessario che l’Italia procedesse all’allineamento dell’IVA per i servizi di pay-tv, pena l’apertura di una procedura di inflazione. Tornando quindi al discorso iniziale, sembra chiaro che fino a quando non verrà varata una legge imparziale che porti all’eliminazione reale del conflitto di interessi, questo resterà uno dei “prodotti tipici” del nostro Bel Paese.


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Attacco alla Costituzione Il disegno di legge Volontè apre ai finanziamenti pubblici alle scuole private Di Alessandra Petagna

“Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.” Leggete questa frase e memorizzatela: probabilmente sarà una delle

succitato comma dell’articolo 33 della Costituzione (“senza oneri per lo stato”), poiché restrittivo e non adeguato a quanto stabilito dal decreto Gelmini. Questa la colpa della nostra equa, saggia Costituzione: cercare di fornire a tutti una formazione culturale almeno elementare. Ma i tempi sono diversi, ragion per cui è il caso di mandare al rogo la storia e la libertà di una nazione per un estemporaneo “capriccio istituzionale”, senza considerare che, di tagli, la scuola ne ha subiti fin troppi, in neanche sei mesi di provvedimenti legislativi. I due politici che si sono resi portavoce di tale desiderio di rinnovamento hanno motivato la loro proposta affermando che “…la libertà di

educazione, e quindi il superamento dell'attuale modello di scuola ancora prevalentemente statalista, è condizione indispensabile di qualunque riforma che voglia dare efficienza al sistema formativo e consenta all'Italia di competeultime volte che avrete modo di ve- re nel mondo”. Ma sì, nulla potrebderla. Di sentirne parlare, non credo. Il culmine è stato appena raggiunto: la base dell’indipendenza dell’Italia è stata attaccata. Pare infatti che la nostra Costituzione sia preistorica e poco attenta ai cambiamenti degli ultimi sessant’anni di progressi – ma anche di momenti bui, per carità – e che necessiti quindi di una revisione, quasi si trattasse di un’automobile. L’Onorevole Volontè, appoggiato anche dal suo “venerando” collega, il deputato Caparini, ha suggerito la soppressione di parte del terzo e

be risolvere meglio di così l’attuale ed indiscutibilmente critica “questione scolastica” italiana! Sono stati bersagliati il personale ATA, il corpo docenti, la nostra cultura, cosa altro potrebbe accaderci senza la protezione di qualche supereroe dai poteri straordinari? Mancheranno davvero i fondi per gli istituti pubblici, bocciati senza la famigerata sospensione del giudizio, o sono soltanto “voci di corridoio” sparse dal Centro-Sinistra? E quando ci si accorgerà che la nuova scuola non sarà più aperta a tutti cosa faremo?

E soprattutto, dato che siamo in piena crisi economica, come insistentemente ricordano i mass media, perché autorizzare sperperi degli apparati amministrativi ed aumentare le uscite finanziarie dei singoli cittadini? A chi gioverà? A noi studenti, non di certo. E’ inutile adesso “arrampicarsi sugli specchi”, giustificarsi con la falsa convinzione che nel vecchio continente i complessi didattici sono per lo più gestiti da privati grazie ad ingenti finanziamenti dello Stato stesso, con la motivazione inoltre che anche il comma originario, non soggetto alle modifiche previste dai due parlamentari, riserva parte del denaro del settore educativo agli enti non statali. Certo, l’istruzione è diritto fondamentale di ogni cittadino di un Paese democratico ed in quanto tale non deve essere negata a nessuno, ma dire che il Governo possa farsi carico anche delle spese dei moltissimi istituti non pubblici sparsi sul territorio nazionale è l’estremizzazione di un concetto utopico ed oggi non concretamente realizzabile. Ridurre l’inefficacia della didattica statale con l’introduzione nel sistema scolastico di elementi competitivi, come quelli tipici della parità con il privato? La concorrenza è di per sé parte integrante di un sano processo di evoluzione e sviluppo, finché almeno non danneggi l’istituzione pubblica e non gravi sulla popolazione. In tal caso, definire questa scelta “garante della libertà individuale” – come in precedenza fatto dall’esponente dell’UDC Volontè (nella foto) - appare decisamente un azzardo. Vogliamo davvero accettarla o subirla?


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Omosessualità e Vaticano: quando la Chiesa legittima l’emarginazione Lettera aperta all’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite Di Giulio Viceconte All’attenzione di Monsignor Celestino Migliore, il due dicembre scorso il premier francese Sarkozy, attuale presidente dell’Unione Europea, ha presentato all’Onu una mozione per depenalizzare il reato di omosessualità previsto in novantuno paesi del mondo e pagabile con la morte in sette di essi. La proposta è stata accolta positivamente da tutte le massime cariche mondiali, tranne una: il Vaticano. A questo proposito lei ha dichiarato che, nel caso dovesse essere accolta la mozione, “Gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verrebbero messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni.” La posizione della Santa Sede, penso che l’abbia notato, non è molto chiara. Come prima cosa: Lei è a conoscenza del contenuto della proposta? Perché dalle sue dichiarazioni si potrebbe pensare che la traduzione simultanea della sede delle Nazioni Unite abbia funzionato male durante la presentazione della mozione o che il presidente Sarkozy non si sia spiegato molto bene. Nella mozione, infatti, la parola “matrimonio” o “unione” non viene affatto citata. Nel testo della proposta non si parla di altro che della condizione degli omosessuali in alcuni paesi del mondo e non si chiede altro che non sia il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo. Le ricordo infatti che papa Benedetto XVI, in occasione del sessantenario della Dichiarazione universale dei diritti umani, che prevede come principio fondante l’uguaglianza tra uomini, ha dichiarato: “non sempre é rispettata l'uguaglianza tra tutti, né la dignità di ciascuno, mentre nuove barriere sono innalzate per motivi legati alla razza, alla religione,

alle opinioni politiche o ad altre convinzioni". Tralasciando che le barriere ideologiche esistono anche per l’orientamento sessuale – forse il papa ha voluto “riassumere” il concetto nella con l’espressione “altre convinzioni” – , se il Vaticano approva con tanta ammirazione la Dichiarazione universale dei diritti umani, secondo Lei, può mai cadere nella contraddizione di delegittimare quegli stessi diritti che tanto esalta? Perché non è molto coerente affermare l’uguaglianza degli uomini e poi chiudersi quando si tratta di difendere i diritti degli omosessuali, nascondendosi dietro la motivazione fragile e poco sensata che Lei ha dato del vostro dissenso. Se tutti gli esseri umani sono uguali al di là della razza, della religione o delle “altre convinzioni”, è mai possibile chiudere gli occhi davanti alle discriminazioni che gli omosessuali subiscono. Non sono anch’essi esseri umani? Oppure per la Chiesa Romana sono esseri

umani di “serie B”? Se in Iran lo scorso 19 luglio due ragazzi di sedici e diciotto anni, colpevoli solo di essere omosessuali, sono stati impiccati dopo quattordici mesi di sevizie e 288 frustate, non si può parlare di un diritto umano calpestato? Allora, se il Vaticano in quanto organo influente avesse la possibilità – e ce l’ha – di lanciare un monito contro questo tipo di discriminazione, non sarebbe doveroso che lo faccia? Le porgo i miei saluti complimentandomi con Lei. È incredibile, infatti, il modo in cui Lei con quella dichiarazione sia riuscito a capovolgere la situazione. Da che si parlava di discriminazioni nei confronti degli omosessuali ha subito cambiato le carte in tavola mettendo in mezzo una discriminazione inventata, ossia quella nei confronti dei paesi che non riconoscono le unioni civili. È stato in grado, in pratica, di rendere vittima il carnefice. Complimenti.


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COME TRITURARE DENARO

I numeri degli sprechi Di Jorge Giaquinto

260.000 euro

in agende da tavolo e da tasca del senato. Secondo un calcolo effettuato dal professor Antonio Merlo dell’università di Pennsylvania queste agendine costerebbero 28.000 euro lordi l’una, più dello stipendio annuo dei governatori del Colorado, del Maine, dell’Arkansas e del Tennessee messi assieme. Dopotutto è anche vero che Schwarzenegger (162.598 euro lordi) guadagna meno di un consigliere regionale dell’Abruzzo.

180.000 euro al giorno in voli di stato, per un totale di 65.700.000 euro annui. Dunque spesa triplicata rispetto ai 23.000.000 della precedente legislatura. Aereo di stato per: ministri, viceministri, sottosegretari ed in via del tutto eccezionale anche personale estraneo alla delegazione (portaborse, parenti, giornalisti graditi, purché accreditati al seguito su indicazione dell’autorità). Simpatica nota è quello che recentemente è successo che ha visto coinvolta la nostra ministra all’ambiente: Stefania Prestigiacomo. La Prestigiacomo difatti per recarsi da Roma a Varsavia ha preso un Falcon dell’aeronautica militare. Il Falcon, oltre a produrre una quantità sterminata di anidride carbonica, spende 7.200 euro l’ora di carburante, dunque 40.000 euro al giorno, tutto compreso. Prendendo un aereo di linea per tutta la delegazione avrebbero s p e s o 5 . 0 0 0 e u r o . Beh, saranno almeno felici i tifosi del Milan i cui giocatori per recarsi alle partite prendono voli di stato. 19.080 euro

in sei mesi per il noleggio di piante ornamentali.

56.000

euro in sei mesi per “camicie di servizio”.

16.200 euro

in “fornitura vestiario per motociclisti”. Viene spontaneo chiedersi cosa c’entrino forniture di vestiario per motociclisti per il parlamento, trovare la risposta a noi comuni mortali però è molto difficile.

7.251.000

euro in assegni di solidarietà ai senatori rimasti senza seggio. Di questi 7 milioni ben 307.328 sono stati indirizzati a Clemente Mastella per “reinserimento nella vita sociale”. La notizia scandalizzò talmente tanto Famiglia Cristiana che invitò Mastella a devolvere la somma in beneficenza, ma è inutile dire come si concluse la vicenda. 345.600 euro a Cossutta, 258.716 euro a Biondi e 278.516 a D’Onofrio per reinserirsi nella vita sociale.

1.955.000.000 euro annui tra Quirinale, Senato, Camera, Corte Costituzionale, Cnel e Csm.

320.496

euro lordi annui sono lo stipendio Luis Durnwalder, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, circa 36.000 euro più di quanto guadagna il presidente degli stati uniti.

21.000

i dipendenti della regione Sicilia: il sestuplo della Lombardia. La notizia però non si limita all’esorbitante numero di dipendenti regionali ma comprende anche che nell’ultimo anno il loro stipendio ha subito un aumento del 114%. Ciò determina una spesa di circa un miliardo di euro l’anno.

8.200 euro in tre mesi per “calze e 1.700.000 collant di servizio”.

euro annui per

senatore.

1 0 2 . 0 0 0 . 0 0 0 . 0 00 euro l’anno in sanità. 455 euro

per notte un posto letto in Lombardia, 897 euro a Roma. La Sicilia spende in sanità il 30% in più di tutta la spesa sanitaria della Finlandia.


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ALLARME EDILIZIA SCOLASTICA

Se la scuola ci cade in testa Di Mattia Ostinato Sabato 23 novembre 2008, nel contro soffitto dell’ aula 13 del primo piano del liceo scientifico Darwin di Rivoli, a pochi metri dal castello dei Savoia, i consunti fili di ferro che reggono un inutile e pesante tubo di ghisa un tempo usato per gli scarichi dei piani superiori, cedono facendolo crollare in mezzo alla classe e su quattro studenti: uno di loro, Andrea Macrì, rischia la paralisi mentre il suo compagno, Vito Scafidi, muore sul colpo schiacciato dal tubo. Questo increscioso incidente è solo la punta dell’ iceberg, un iceberg sommerso ma che ogni tanto riaffiora, facendo parlare di sé solo quando affonda una nave: sto parlando dell’ insicurezza nelle scuole, un annoso problema che causa danni anche molto gravi agli istituti e alle persone. Le cause di ciò spesso sono radicate nel passato, infatti molti degli istituti scolastici sono stati costruiti nei primi decenni del 900 o prima (spesso ottenuti riadattando ex conventi o ville signorili) e in molti casi nel tempo hanno subito poche ristrutturazioni, spesso solo marginali, che non hanno eliminato i danni dell’ usura causando molti incidenti negli istituti, alcuni dei quali anche mortali. Ovviamente l’ usura e l’ incuria non sono le uniche cause degli incidenti: infatti alcuni edifici risentono delle conseguenze dei costruttori senza scrupoli che, per risparmiare, utilizzano materiali scadenti o non seguono le norme di sicurezza incuranti dell’incolumità dei bambini: basti pensare al 31 ottobre 2002 quando, in seguito al terremoto che investì il centro sud, crollò una scuola elementare a San Giuliano di Puglia ucciden-

do 27 bambini e una maestra; in seguito si scoprì che il costruttore non aveva rispettato le norme di sicurezza, come ad esempio, l’armatura di acciaio,condannando così 28 persone per un pugno di lire (pugno che molti genitori delle vittime avrebbero voluto dargli). Uno dei problemi, per quanto riguarda la sicurezza nelle scuole, è che i punti deboli di un ‘istituto, come ad esempio travi pericolanti o altro, non si vedono finché non crollano. Questo perché i controlli alle scuole non sono effettuati come si deve: infatti in Italia c’è un’altissima percentuale di certificati di agibilità ma anche un bel numero di incidenti. Questo pone sullo stesso piano di colpa per gli incidenti non solo i costruttori disonesti ma anche le istituzioni colpevoli di non controllare bene gli edifici scolastici e di dare via come il pane i certificati di agibilità o vendere gli appalti senza pensare cosa ciò possa comportare per la sicurezza dei bambini. Le cifre comunque parlano chiaro: una scuola su cinque è a rischio e le

misure prese sono irrisorie,a pochi giorni dall’ ultimo incidente a Rivoli molti personaggi politici si sono affacciati sulla soglia dei mezzi mediatici dicendoci che prestoverranno

presiprovvedimenti,chelescuolesonosicure,chenonbiso gnaperderelafiducia,chetuttovabene ,checompratedaernestomeda,chevotatePdl e che tutto si aggiusterà; ma le cose qui sono ben lungi dall’ aggiustarsi, almeno finché non ci sarà un reale interessamento da parte della casta politica ma soprattutto finché non ci sarà una presa di coscienza da parte dell’ intero paese. Concludo lanciando un messaggio di speranza (in tema con le feste natalizie) una speranza vana, ma che, come non mi stancherò mai di ripetere, è l’ ultima a morire.


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ATTUALITÁ

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TERRORE A MUMBAI

Attentato al cuore dell’India Di Fiorenza de Minico Mumbai (Bombay) : La città più cosmopolita d'India, capitale finanziaria, commerciale, e perfino patria dell'industria dell'intrattenimento. Mumbai è una metropoli pulsante, vibrante, una città di contrasti: altissimi grattacieli si ergono maestosi da un lato,affollatissime baraccopoli dall'altro. E' in questo scenario che abbiamo assistito agli attentati terroristici degli ultimi giorni. Dobbiamo considerare che la città non è nuova a questo genere di atti sovversivi, basti pensare ai violenti conflitti etnico-religiosi risalenti al 1992 e gli attacchi ai danni dei treni di Mumbai del 2006. Ma torniamo al presente: E' il 26 Novembre quando Mumbai viene scossa da dieci attacchi terroristici avvenuti simultaneamente. Si contano più di 195 vittime, 30 feriti Indiani e 22 stranieri circa. Tutto inizia alle 22:30 con una serie di attentati concentrati principalmente nel quartiere turistico e nella stazione ferroviaria. Sono caratterizzati, tranne quello nella periferia nord di Mumbai, da sparatorie, lanci di granate e prese di ostaggi. Il più grave degli scontri ha avuto luogo nella sala d'aspetto della stazione: uomini armati hanno sparato e lanciato granate contro la folla. L'atrio dell'Oberoi Hotel è stato dato alle fiamme,una pompa di benzina a Colaba è esplosa,una stazione di Dadar è stata evacuata. Non è finita:un taxi imbottito di esplosivo è saltato in aria nei pressi di Ville Parle, una sparatoria con la polizia ha avuto luogo vicino al cinema Metro. Questi incidenti sono stati registrati in almeno nove posti diversi. Dopo aver preso d'assalto gli hotel di lusso della città tra cui il Taj Mahal, (con la cattura di numerosi ostaggi), gli scontri sono cessati dopo circa 60 ore con un san-

guinoso blitz per la liberazione dell'hotel, dove si erano asserragliati gli ultimi terroristi. Il totale degli ostaggi liberati durante le operazioni è di 610 persone. I terroristi uccisi invece sono stati 15,tranne uno, catturato vivo. Testimoni hanno riferito che essi cercavano persone con passaporto britannico o statu-

parlato di telefonate verso il Pakistan. Il 3 Dicembre il ministro degli Esteri indiano ha affermato di non avere dubbi in merito alla nazionalità dei responsabili degli attentati di Mumbai: sono pakistani e sono stati coordinati dal Pakistan. Continua il commissario di polizia

nitense. Preoccupante è la diffusione di informazioni discordanti forniteci dai media i giorni successivi alla tragedia:la complessità di questi attacchi però,sembra scagionare l'estremismo di matrice indù,sia per l'estrema precisione e il coordinamento dei responsabili che per un messaggio di posta elettronica spedito a varie agenzie giornalistiche. In questa comunicazione, l'operazione veniva attribuita ad un gruppo islamista sconosciuto, i Mujahideen del Deccan. Molti esperti sono concordi nel dire che sia presente anche la mano di Al Quaida dietro questi eventi dopo il ritrovamento di un cellulare dal quale era stata fatta una telefonata verso Karachi poco prima dell'inizio degli attentati. Numerose testimonianze hanno

Rakesh Maria che ha esposto alla CNN i tre mesi di addestramento in Pakistan dei terroristi e il loro piano d'azione contro la capitale finanziaria indiana. Quello stesso giorno centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta l'India per manifestare solidarietà alle vittime degli attacchi di Mumbai. E per protestare, inoltre,contro il governo per non aver difeso adeguatamente il paese. La manifestazione più numerosa c'è stata a Mumbai, dinanzi al Gateway of India, il monumento sul lungomare di fronte all'Hotel Taj Mahal .


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Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone.

John Steinbeck


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LORO VIAGGIAVANO SOLE Storie di donne che hanno fatto del viaggio la loro ragione di vita, e di morte Di Lorena Gallotti Un viaggio non va solo inteso come momento vacanza o affari. La meta di un viaggio non è soltanto una bella città d’arte o un paradiso esotico. Lo scopo di un viaggio non è solo l’evasione o il relax. Tutto questo ce lo insegna Giuseppina Pasqualino di Marineo. Chi è? Vi chiederete. Questo nient’altro è che il vero nome di Pippa Bacca. Un’italiana,un artista che fa della trasformazione degli oggetti un’arte. Pippa è purtroppo scomparsa durante la sua ultima performance, l’itinerante “Spose In Viaggio”, realizzata insieme all’artista Silvia Moro. Il progetto prevedeva di attraversare in autostop 11 paesi in stato di guerra,vestite da sposa, fino a raggiungere Gerusalemme. Lo scopo? Promuovere la pace e la fiducia nel prossimo. Il suo viaggio è iniziato a Milano l’8 marzo 2008, Pippa è riuscita ad attraversare Slovenia, Croazia, Bosnia e Bulgaria, ma arrivata ad Instanbul , separatasi dalla sua compagna, ha preso un passaggio da un uomo. Dal 31 marzo fino all’11 aprile nessuna notizia. Il suo corpo è stato poi ritrovato a Gebze ucciso e violentato da quello stesso uomo dal quale era riuscita a strappare un autostop. I funerali si sono svolti il 19 aprile nella basilica di San Simpliciano. La violenza a Pippa Bacca ha scosso energicamente l’opinione pubblica, italiana, europea e turca. È impensabile pensare che la testimone di un messaggio tanto importante, la protagonista di un viaggio della speran-

za, una portavoce di alti valori sia stata messa a tacere dalla più brutale, viscida, e orrenda delle violenze. È paradossale il confronto tra l’intento di Pippa e il modo in cui è morta. Si batteva per la pace, per elidere la violenza, girava vestita in abito da sposa, quello più significativo della femminilità, dell’essere donna, proprio in quei paesi in cui la donna nulla vale. E , proprio come quelle donne che avrebbe voluto difendere, è stata considerata come un oggetto, usata e buttata, violentata e poi uccisa. Altro viaggio. Altra storia. voce della Russia, è Anna Stepanovna Politkovskaja ,arrestata e più volte minacciata a causa della sua opposizione al governo e per le sue denunce di violazioni dei diritti umani commesse in Cecenia. La Politkovskaia ,inoltre, aveva realizzato una precisa inchiesta sulla corruzione ai vertici del ministero della Difesa e del contingente russo nella stessa Cecenia. Miriadi di pubblicazioni sul Novaya Gazeta (giornale di opposizione al governo russo), nel 2001 la vittoria del Global Award di Amnesty International per il giornalismo in difesa dei diritti umani e in seguito la partenza per salvarsi la vita a Vienna, numerosi viaggi in Cecenia per documentare i soprusi da denunciare nella sua inchiesta, l’attentato del 2004 quando si stava dirigendo a Beslan per avanzare delle proposte di liberazione per gli ostaggi della scuola n.1, sull’aereo le è stato servito un tè avvelenato, azione che lei ha attribuito ovviamente al governo russo, e infine l’assassinio nell’a-

scensore del suo condominio il 7 ottobre 2006. Il suo è stato un viaggio alla ricerca del vero, alla ricerca di giustizia e di denunzia. Un viaggio pericoloso, minato più è più volte. L’appoggio fornitole dall’opinione pubblica e dall’occidente non le è valsa la vita. La sua denuncia era come suono che vuole viaggiare senza l’aria, il mezzo. Suono muto. Annalena Tonelli, anche lei viaggiava sola per far valere un diritto, per smuovere l’opinione pubblica, e anch’essa è stata uccisa. Missionaria italiana, lottava in Somalia contro la pratica dell’infibulazione, la pratica barbara della mutilazione del genitale femminile. Aveva iniziato già negli anni ’90 a Merca, nel sud di Mogadiscio, ma il leader dei fondamentalisti che controllavano la città le intimarono di sgombrare se voleva salva la vita. Così nel 1996 si è trasferita a Borama per continuare la sua lotta, e per promuovere la sua campagna anti-infibulazione viaggiava nei villaggi più isolati e dispersi. Incontrava molte difficoltà poiché una donna non infibulata è impossibile da far sposare, ma raccoglieva consensi anche grazie agli aiuti che dava in generale alla povera gente. Il 2 giugno 2003 ricevette a Ginevra il premio ONU Nansen, il 5 ottobre dello stesso anno è stata uccisa nella tanto aiutata Borama, nello stesso ospedale che lei ha creato, da quei fondamentalisti che quasi un decennio prima l’avevano minacciata


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Un viaggio fatto esperienza Di Federica Bertocco “...il viaggio è una porta attraverso la quale si esce dalla realtà nota e si entra in un’altra realtà inesplorata, che somiglia al sono…” diceva lo scrittore francese Guy De Maupassant. Il viaggio è sempre stato uno dei temi più trattati, da Omero a Dante, da Alfieri a Pascoli, ma è anche stata, e lo è ancora adesso, una delle attività preferite dall’uomo. Sicuramente, viaggiare nel 21° secolo è molto più semplice rispetto al passato, grazie alla tecnologia e alle infrastrutture. Nel campo ferroviario, nel 1972 ci fu una “rivoluzione”: l’inter-rail (dal latino inter = tra, in mezzo, e l’inglese rail = ferrovia). L’interrail è uno speciale biglietto, o tessera ferroviaria, che consente di viaggiare per un periodo prestabilito di tempo, su tutte le linee ferroviarie europee. Ma rendiamo più chiara la spiegazione. La data di inizio di validità del biglietto è scelta liberamente dal viaggiatore, purché non sia posteriore di tre mesi alla data di acquisto. Inizialmente vi era una fascia massima d’età, ventisei anni, sopra la quale non si poteva viaggiare con l’interrail; successivamente, il biglietto fu aperto a tutte le età, ma con tariffe diverse. Infatti, tutte le persone al di

sotto dei ventisei anni possono richiedere biglietti solo in seconda classe; l’inter-rail per gli under ventisei viene chiamato Youth. Per gli over ventisei, invece, può essere richiesta la prima classe; questo tipo di inter-rail viene chiamato Adult. Per conoscere a fondo questa realtà, è necessario comprendere due espressioni chiavi: “One Country Pass” e “ Global Pass”. La prima frase indica un biglietto utilizzabile in una sola nazione con una scadenza massima di trenta giorni. La seconda, invece, comprende tutte le nazioni che aderiscono all’inter-rail, con una durata complessiva tra i dieci e i trenta giorni. I paesi che fanno parte del progetto inter-rail sono: Albania, Andorra, Austria, Belgio, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Isole Faeroer, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Moldavia, Monaco, Montenegro, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia,

San Marino, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria. Ovviamente solo i cittadini europei posso acquistare il pass inter-rail, se hanno una residenza in uno di questi, a partire da almeno sei mesi. Per i viaggiatori extracomunitari esiste il pass Eurial, ma con prezzi più elevati. Per esempio, se volessimo viaggiare con l’inter-rail, per una media di 15 giorni, la prima classe adulti costerebbe 489€, la seconda classe adulti costerebbe 359€, e la terza classe giovani 239€. Considerati i giorni, il prezzo si potrebbe definire conveniente! Non vi resta che provarlo, e se così fosse, Buon Viaggio!


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INTO THE WILD Un viaggio alla ricerca di sé stessi Di Roberta Setale Christopher è un giovane benestante che, dopo aver conseguito la laurea, decide di troncare ogni legame con la famiglia e rinunciare a un futuro prospero per intraprendere un lungo viaggio, senza soldi o sicurezze materiali, all’insegna della libertà estrema e della fuga da una società avvelenata e ipocrita. Prima della partenza, Chris dà tutti i suoi risparmi in beneficenza, brucia le ultime banconote e i documenti d’identità e, per non essere trovato dagli amici e dai genitori, che nel frattempo hanno ingaggiato un investigatore privato, sostituisce il suo vero nome allo pseudonimo di Alexander Supertramp. Consapevole delle difficoltà che la natura gli porrà davanti, Chris, munito di uno scarso equipaggiamento, impara a cacciare, a conservare la selvaggina e ad individuare le bacche commestibili. Prima di raggiungere la meta prediletta, ovvero la parte incontaminata dell’Alaska, Chris instaura, nel corso del suo viaggio, profondi legami con molte persone, che lo arricchiranno interiormente e al

Paese: Stati Uniti d'America Anno: 2007 Durata: 140' Genere: avventura, drammatico Regia: Sean Penn Soggetto: Jon Krakauer Sceneggiatura: Sean Penn Produttore: Art Linson, Sean Penn, William Pohlad Interpreti e personaggi Emile Hirsch: Christopher McCandless William Hurt: Walt McCandless Marcia Gay Harden: Billie McCandless Jena Malone: Carine McCandless Catherine Keener: Jan Burres Brian Dierker: Rainey Kristen Stewart: Tracy Tatro Hal Holbrook: Ron Franz Vince Vaughn: Wayne Westerberg

tempo stesso lascerà su di loro segni indelebili del suo passaggio. Quarta fatica cinematografica dell’attore e regista Sean Penn (attore in La sottile linea rossa, Mi chiamo Sam), Into the wild è l’acclamato adattamento cinematografico del romanzo di Jon Krakauer, Nelle terre estreme; il romanzo, pubblicato nel 1997 e successivamente nel 2008 in concomitanza con l’uscita del film, racconta la vera storia di Chistopher McCandless e del suo viaggio eremitico attraverso gli Stati Uniti; nel 1992, due anni dopo l’inizio del suo viaggio, Christopher fu trovato morto in un autobus abbandonato nel Parco Nazionale del Denali accanto al suo diario, nel quale era solito annotare i suoi appunti di viaggio. Senza far pesare la lunga durata del film, il regista ci narra abilmente la storia di un ragazzo che nella fuga riesce a trovare la felicità e la completa conoscenza di se stesso. Chris è un viaggiatore che ha per casa la strada: un estremista, una figura tormentata da un passato intriso di bugie, ma non per questo è un avventuriero dagli ideali deboli: Alexander Supertramp sfida il precario equilibrio tra l’uomo e la natura, cercando l’emancipazione dalle astrazioni, le false sicurezze e il consumismo; via dalla storia, dall’oppressione, dalla legge, dagli obblighi.

Molto curata la fotografia, che sfrutta la bellezza dei paesaggi naturali incontaminati, e la struttura della storia, che si avvale dell’uso continuo del flashback: l’arrivo di Chris in Alaska si alterna ai ricordi delle esperienze vissute e ad alcuni riferimenti alla situazione familiare dopo la sua partenza. Tra i vari personaggi, particolare importanza riveste nella prima unità del film la sorella di Chris, Carine (Jena Malone, vista in Donnie Darko), forse l’unica persona all’interno del film in grado di capire i motivi della scelta del fratello; la sua voce, che narra la storia, si alterna a quella di Chris, mentre recita alcuni pensieri tratti dal suo diario o citazioni dei suoi autori letterari preferiti, verso i quali mostra un’accesa devozione. Personificazione cinematografica del vero McCandless è l’emergente californiano Emile Hirsch (Alpha Dog), consacrato dopo l’uscita e il conseguente successo del film; grazie alla sua toccante interpretazione è stato eletto vincitore del National Board Of Review come miglior attore. La colonna sonora, interamente curata da Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, ha riscosso svariati premi, come il Golden Globe, assegnato al brano principale del film, Guaranteed. ”


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VIAGGIO IN PORTOGALLO di Josè Saramago La riscoperta delle proprie radici

Di Irene Nappi In viaggio per il proprio paese, in viaggio dentro se stesso. Al fianco di un viaggiatore senza volto e senza identità, Josè Saramago ci permette di viaggiare nel tempo e nello spazio, esplorando in profondità la sua patria: il Portogallo. Un po' guida turistica, un po' romanzo, le pagine di questo libro scorrono veloci sotto gli occhi di chi le legge. Grazie ad un periodare rapido e leggero, le parole si fondono trasformandosi in una diapositiva, e con un po' di fantasia in Portogallo ci si è per davvero. Monti e colline tinti d'ambra appaiono al posto del nero inchiostro e il bianco della pagine muta in azzurro cielo. Tutto comincia così: un'attesa interminabile alla dogana e il fiume Duero che placido e incurante le scorre accanto. Con lo spirito già rivolto al percorso che sta per intraprendere, il viaggiatore lascia che i propri pensieri vengano trasportati lontano dalla corrente. E

così si rivolge ad altri viag- sfuggiti, guardandolo con gli occhi giatori, i pesci, che senza del pensoso viaggiatore. Non manl'ostacolo di frontiere e cherà l'occasione di ascoltare racdogane si spostano perpe- conti dall'eco lontano e un po' invetuamente in un eterno rosimile, attingendo così alla fonte presente. Un sermone ai della saggezza locale. Sorge sponpesci, e per uno di quei taneo il dubbio che sia lo scrittore piccoli miracoli che di tanto stesso, almeno in parte, colui che si in tanto accadono, sembra sposta di luogo in luogo, di memoproprio che i suoi destina- ria in memoria guidandoci lungo il tari lo abbiano ascoltato cammino. Chissà che non sia così, con attenzione, apprezzan- ma non c'è risposta a questo interdo le parole dell'oratore. rogativo, se non la propria personaUn buon auspicio per u- le impressione. Le pagine che comn'avventura appena co- pongono questo volume sono cinminciata. E che proseguirà quecento, un numero di tutto rianche meglio, col sole spetto, che potrebbe far desistere i splendente o con la piog- lettori meno intraprendenti. Ma per gia autunnale, ma costan- chi ama lo stile di questo premio temente arricchito da ri- nobel per la letteratura, per chi ne cordi sempre nuovi che ama il paese, o entrambe le cose, andranno, a malincuore, a sono un ostacolo ben misero. Vale sostituire quelli precedenti, dunque la pena di provare almeno fondendosi in un mosaico variopinto ad incamminarsi lungo il tragitto di momenti trascorsi. Immagini pia- d'inchiostro di questo volume, scecevoli da incorniciare, come una gliendolo, magari, come base per foto ben riuscita da appendere al un viaggio da fare non solo con la muro della memoria, accompagnate mente , alla ricerca di ciò che ci è da altre che lo sono meno da ad- stato raccontato. Attenzione però a dolcire con il miele del tempo. Sce- non sminuirne l'importanza affrongliendo un percorso che si snoda tando il libro di Saramago come tra borghi antichi e pittoreschi paesi una semplice cronaca di viaggio. E' è facile, imbattendosi in un segno necessario, al contrario, assaporardel passato, perdersi in tempi più o ne le riflessioni sui sentimenti, sul meno lontani. Talvolta, a contatto viaggio come esperienza, e quindi con le rare realtà dove l'ospite vie- sulla vita stessa. ne ancora accolto sempre a braccia aperte, dove ciò che si ha si divide senza riserve con lo straniero di passaggio, non si fatica a credere di esserci davvero finiti, nel passato. Ogni meta di questo pellegrinaggio ha il suo piccolo gioiello da mostrare, sia esso una chiesa un po' sbilenca o un vigneto sterminato. Si avrà la possibilità di ANNO: 1981 apprezzarli, uno per uno in egual maniera, EDITORE: EDITORE Einaudi in quei dettagli che PREZZO € 12,00 altrimenti sarebbero PREZZO:


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Brida di Paulo Coelho Di Annanaria Architravo Nel “comeon” di questo mese, di viaggi se n’è parlato tanto: viaggi verso luoghi lontani, luoghi sconosciuti, ostili all’uomo o, perché no, presenti nella sua nostalgica memoria. Viaggi accomunati da un unico scopo: trovare risposte attraverso l’evasione e la scoperta di qualcosa di certo, reale. Ebbene, anche l’ultimo tra i capolavori di Paulo Coelho narra del viaggio di una giovane donna, Brida, alla ricerca di se stessa. Sarete però sorpresi di sapere che l’intera vicenda si svolge in Irlanda, e che non prevede lunghi pellegrinaggi. Si tratta, infatti, di un cammino spirituale attraverso la Tradizione del Sole e la Tradizione della Luna che porteranno la protagonista a rivivere il passato, percepire il presente e svelare il futuro. Grazie alla guida di un mago e una strega, personaggi eterei ed affascinanti, e al sostegno dell’Altra Parte di sé riuscirà a comprendere, sebbene non del tutto, la Sapienza del Mondo.

Biblioteche sotterranee, roccaforti me- un romanzo piuttosto impegnativo, non dioevali, immensi deserti dalle sorpren- adatto a coloro che nella lettura cercadenti sfumature e antichi templi; sono no solo una distrazione; anche tra gli questi i luoghi che la giovane apprendi- amanti del genere ha, infatti, scatenato sta avrà la possibilità di conoscere sen- opinioni completamente discordanti. Le za dover attraversare l’oceano, e che, numerose recensioni fanno risaltare sia attraverso la religione e i diversi rap- la bellezza della storia stessa, che se porti d’amore, la porteranno a diventa- letta con il cuore ha il potere di insere guida di greggi smarriti tra le cui gnare a prendere coscienza del mistepecore potremo individuare lo stesso ro, sia magari la ripetitività dell’autore autore. nel trattare argomenti presenti anche Il testo, infatti, è basato sul racconto negli altri suoi romanzi. della vita di Brida, guida spirituale di Per quanto riguarda lo stile il testo è uno dei numerosi viaggi di Coelho e scorrevole, ben non contiene elementi di fantasia (fatta articolato e eccezione per i nomi dei personaggi frutto di un’acsecondari che arricchiscono il testo, curata riflessiomodificati nel rispetto per la privacy), ne. ma rispetta le tradizioni. È sorprendente il modo in cui una simile vicenda si relazioni con il mondo attuale cinico e distaccato che nutre un profondo sospetto nei confronti dei valori intangibili e ANNO: 2008 non acquistabili. EDITORE Bompiani Pregno di saggezza per chi EDITORE: sarà in grado di coglierla è

PREZZO: PREZZO € 18,00

Quel trio esperto di viaggi on the road Di Andrea Rossi Il viaggio. Aldo Giovanni e Giacomo sono molto affezionati a questo motivo, sarà perché gli ha portato bene nel loro primo film “Tre uomini e una gamba”, o forse perché sviluppare un film o una scenetta inquadrando semplicemente i viaggiatori o al massimo il paesaggio che li circonda è il modo più efficace per mettere a nudo i sentimenti dei protagonisti. Per non parlare dell’ilarità che si viene a creare quando in macchina con te c’è Aldo che litiga con una segreteria telefonica, o che spara a un hamburger, Giacomo che non fa altro che parlare delle sue malattie e Giovanni che stermina la selvaggina della “tranquilla strada di campagna”. Ma dietro tutti questi artifici comici si nasconde un messaggio che, il Trio e il loro fedele regista Massimo Venier, sembrano voler lanciare. È come se tutti i loro film esprimessero la voglia di trascorrere delle ore isolati dal mondo reale, senza gli affanni e i pensieri che la vita quotidiana ti riserva. Solo in

compagnia delle uniche persone che realmente ti possono capire, con le quali realmente puoi confrontarti: i tuoi amici. E non necessariamente in un viaggio di piacere, anzi, in modo particolare condividendo una disavventura. “In tre uomini e una gamba” ne passano di tutti i colori: perdono Ringhio, fanno un incidente, Giacomo si becca una colica renale, perdono la gamba, vengono arrestati. Tutte queste disavventure hanno fatto sì che ogn’uno possa contare sugli altri due per farsi forza e superare i momenti difficili. “Così è la vita” è il più filosofico, lì addirittura si fa un parallelo tra il viaggio in macchina e il viaggio dalla vita alla morte. Aldo evade dal carcere, quindi dalla reclusione, dalla prigionia, dalle sofferenze, rapisce Giovanni e Giacomo, con i quali diventa amico e grazie ai quali Riconosce i valori importanti

della vita: l’onestà e l’amicizia. Questo è un po’ il percorso che l’uomo svolge nel corso della propria vita; nasce peccatore, confonde il bene col male, ma poi, passato a miglior vita, raggiunge la salvezza. Dai viaggi intrapresi insieme, Aldo Giovanni e Giacomo, non vogliono soltanto farci trascorrere 90 minuti in allegria, forse vogliono anche esprimerci la loro visione della vita.


FUORI ORARIO

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IPSE DIXIT Il peggio della politica Di Mattia Ostinato

bugie''. Pier Ferdinando Casi- minciato.Spello, 10 febbraio ni Udc infatti non sono bugie 2008 Walter veltroni ma “verità creative” ' Pd,L’Apocalisse…

“Se rinviano le elezioni, mi suicido”. Giuliano Ferrara, Aborto? No, grazie. Meno ma- Noi siamo un partito incazza- A Veltroni ho detto: sono il le che non l’ ha fatto sennò to e con la bava alla bocca''. tuo Messia, ti libero dall'abavrebbero dovuto disboscare Daniela Santanchè La Destra braccio mortale della sinie scavare la foresta amazzo- Beh in fondo uno dei motivi stra.Silvio Berlusconi nica per seppellirlo per cu non sono andati né Pdl.Tratto dal vangelo secon-

alla camera e né al senato è do Fede. “Non mi risulta che Bossi vo- che lì i cani non sono amlesse bruciare il Colosseo; il messi “Sono sicuro che la storia diColosseo sono soltanto pierà che George W Bush è statre e marmi e quindi non to un grande,davvero granLe donne della Lega e del può bruciare''. Silvio Berlu- centrodestra sono più belle, de, presidente degli stati uniti d’America”Silvio Berluperché sorridono di più di sconi Pdl perché se fosse stato di le- quelle del centrosinistra. gno ci avrebbe fatto un pen- Rocco Buttiglione,ex ppi,ex sierino? cdu ex udr ex ccd ex Fi ora udc.Il riso abbonda sul volto degli stolti. Per Prodi forse servirà l'intervento di Amnesty International. Siamo di fronte a un E forse, un giorno, ricordereimbarazzante caso di censu- mo che qui, oggi, in una belra imposto con piglio stalini- lissima domesta da Veltroni. Che pena''. nica italiana, Maurizio Gasparri, Pdl Amtutto è co-

sconi, Pdl

nesty international per prodi?WWF per Gasparri! ''Ergastolani e mafiosi votano a sinistra''. Maurizio Gasparri,Pdl ah!ecco perché Berlusconi diceva che nel suo partito c’ erano dei traditori. ''Berlusconi? A una certa età non si dovrebbero più dire


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Io, me stesso e riflessi pirandelliani Di Emanuele Arciprete Si può imparare a convivere con il proprio riflesso? Quanto tempo trascorrerà prima ch’esso decida di scivolar fuori dallo specchio? Può darsi che in tal caso avanzi la pretesa d’essere anche lui se stesso, così da non essere più qualcun altro? Sarebbe libero di agire in questo modo – e chi glielo negherebbe? – a patto che entrambi potessimo comprendere dove termina il tenue, soffuso – liquido? – confine che ci separa l’uno dall’altro. Ammesso che esista. D’altronde, mi rendo conto che queste domande possono apparire quanto meno assurde; ciò non significa che sia sbagliato porsele. Tuttavia, perché voi possiate capire quel che intendo davvero, senza ch’io vi lasci lì a vagare in un mondo di inconsistenze, privi di modelli reali – dacché sarebbe impossibile tentare di rispondere a quelle domande – mi limiterò a raccontare come si svolse ogni cosa. La domenica sera, verso le sei e mezza circa, sono solito recarmi in periferia, dove vive la mia ragazza. Per giungere da lei non ho che da prendere la circumvesuviana, e mi muovo di casa anche un’ora prima dell’incontro, dal momento che coi mezzi pubblici – soprattutto a Napoli – nulla è sicuro. A piazza Garibaldi prendo il mio treno. Anche quella volta di fatto mi apprestavo a fare così. Dato il giorno e l’ora invernale, con la stazione avvolta sempre in un alone di ombre notturne e luci elettriche, non mi aspetto mai di trovar molta gente, sicché nemmeno allora mi stupii nell’essere io solo ad attendere, sistemato lungo la fredda panchina di marmo del primo binario. Tenevo le cuffie ben premute sulle orecchie, intento ad ascoltare qualche brano metal, e leggevo Borges, non curandomi di null’altro. Quando vidi passare un paio di scarpe, ch’erano le mie stesse, per pura curiosità sollevai lo sguardo. Il tizio che le indossava era già di spalle, ma ebbi comunque modo

di notare la borsa nera che gli pendeva di lato, sulla quale risaltava una scritta rossa, accompagnata da un simbolo a me caro oltre ogni dire – la stessa borsa che poggiava sulle mie ginocchia. A quel punto, oltremodo stupito dalle coincidenze, vidi un piccolo vuoto nei suoi capelli castani, dietro al cranio, erroneamente da poter confondere con un principio di calvizie, quand’ecco che invece la sagoma di certo si presentava giovane, o così pareva. Mi levai in piedi e stetti a guardarla, mentre quella s’accomodava qualche metro più in là, silenziosa. Avvertii diffondersi nel mio corpo, come morfina, un senso di estraniazione, di inquieta apprensione. L’altra allora mi guardò e non poté che sorridere dinanzi al mio palese turbamento: altri non era che io stesso. Perfetto in ogni particolare. A quel punto, non seppi dir nulla, oltre che esclamare un masticato: « Gesùiddio! ». Negli occhi del ragazzo ondeggiava una fastidiosa derisione, quasi provocatoria; dopo aver atteso qualche istante, ridendo disse: « Bè? Ti stupisci forse? » Io però ero incapace di muovere un solo muscolo, e mi sentivo come se mi avessero rubato il corpo sotto il naso. Gemetti la prima cosa che mi venne in mente: « Sono morto? » « Non credo. E comunque ti sembrano domande da farsi? Se non fossi io, ti prenderei per pazzo. » « Appunto, tu! Io! Noi… cioè, dimmi qual è il tuo nome! » « Suvvia, credo che tu lo sappia: mi chiamo Emanuele Arciprete. » « Impossibile! », sussultai, « Emanuele Arciprete sono io! ». « Certo, ma non lo sei più di quanto non lo sia anch’io. » « Devo dimostrartelo, forse? Ti ho mai visto? Sto sognando! » « Sognare… forse lo stiamo facendo entrambi. O è l’uno a sognare l’altro. Chi può dirlo? In questa realtà – o so-

gno che sia – mi hai già visto, oggi, e più volte. Mi vedi così spesso! Ed io vedo te. Ci siamo incontrati anche poco prima che tu uscissi di casa. » « Quando? Io vedere te? Che follia è mai questa? » « Piuttosto che stare lì come un folle tu stesso, cosa ricordi d’aver fatto prima di giungere qui, laddove ci potremmo essere visti? » « Uno specchio? » « Vedi che ci arrivi. » « Tu… sei il mio riflesso! Ma che dico? Oddio, mi ritrovo impazzito! » « Riflesso… che io forse non possa dire lo stesso di te? » « Insomma, chi riflette chi? » « Bisognerebbe chiederlo allo specchio, suppongo. Ma non tiriamo in ballo pure lui. Soffre già abbastanza a guardare tutti gli idioti che gli si pongono davanti. » Stetti in silenzio con gli occhi spalancati, il respiro bloccato a metà, cercando di trovare un senso a quel delirio. « Parli di specchi… e idiozie simili… si può sapere perché diavolo mi avresti seguito? » « Non ho per caso la libertà di farlo? Bello lui! Tornaci tu a casa. Andrò io da Federica, ci penserò io a lei ». Si fermò, poi aggiunse con un sorriso strafottente, di quelli che conosco bene: « Non ti fidi di te? » « Non dirai sul serio! Mostro! Sei un riflesso e hai da stare altrove, non t’impicciare dei fatti miei. » « Sono tuoi quanto miei. Credi che Federica ci distingua, forse? Bravo imbecille! E sapresti dirmi dove cominci tu e finisco io? » « Tu non rifletti me stesso… sei un’immagine e basta, una proiezione. » « Non mi vedi? È carne, questa! Tocca! Quale immagine su uno specchio può avere sostanza? Siamo veri entrambi. » « O entrambi sbagliati. Ad ogni modo, me stesso dove lo metti? Pensi quel che penso io? »


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« Appaio te. Poco mi importa di quel che pensi tu! Sono ciò che appari per tutti e come ti vedono gli altri; dunque non meno vero di te. Chi potrebbe distinguerci? » « Nessuno… » « Infatti! E a chi credi interessi quel che vorresti essere? Sapendo solo tu quale sia la tua natura interiore – e non potendo dimostrarlo, dato che ti riveli eternamente scisso a metà – sei quello che appari, ossia un riflesso di te stesso. La forma sono io. C’è più realtà in me, che agli occhi degli altri appaio unicamente come quello che sono, di te che appari ma dici di essere diverso. » « Va’ via! Vivresti comunque la vita di qualcun altro. Godresti di uno stesso riflesso delle mie emozioni! Esse sono mie. L’anima è mia. » « Che non possa riempirmi anch’io i polmoni d’aria, per una volta? Che non possa saggiare le labbra di lei? Ne ho diritto quanto te. » « Credi di poterlo fare per tua scelta? Mi spiace, ma ne sei incapace. Ti riveleresti comunque assoggettato a me; e sarebbe vita libera la tua? Ti sfido, va’ a vivere! I sentimenti miei – se puoi provarli – sono io ad elaborarli, non tu che sei quel che appaio. La mia anima non si imprime in un vetro. Capisci? Dato che, come dici tu, si esiste in relazione agli altri, esisto perché appaio, giusto? Ebbene, io ti dico che non sono in realtà come appaio, per cui tu ti mostri come il riflesso di qualcosa che non è. Puoi dire tu stesso di esistere? Inoltre, io ho libertà di scegliere chi sono o come apparire; tu, riflesso, non puoi che attenerti alle mie scelte. Le tue azioni sarebbero prolungamenti o continuazioni delle mie. » « E chi è vero? Chi è che esiste? Colui che appare pur non esistendo o colui che esiste apparendo diverso da quel che è? » « Non c’è riposta, purtroppo… ». Restò interdetto; poi annuì, con rassegnazione. Si alzò e andò via. Da ciò, lettori, se ne traggano le opportune conclusioni. Fatto sta che ormai temo ogni volta ad affacciarmi su qualsiasi specchio. Chi è a scrutare nell’altro? Da che parte sono io? A vol-

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te ho paura di guardare in quella fredda superficie e non trovare nulla; altre volte, ho paura di guardare e trovare solo me stesso. laddove ci potremmo essere visti? » « Uno specchio? » « Vedi che ci arrivi. » « Tu… sei il mio riflesso! Ma che dico? Oddio, mi ritrovo impazzito! » « Riflesso… che io forse non possa dire lo stesso di te? » « Insomma, chi riflette chi? » « Bisognerebbe chiederlo allo specchio, suppongo. Ma non tiriamo in ballo pure lui. Soffre già abbastanza a guardare tutti gli idioti che gli si pongono davanti. » Stetti in silenzio con gli occhi spalancati, il respiro bloccato a metà, cercando di trovare un senso a quel delirio. « Parli di specchi… e idiozie simili… si può sapere perché diavolo mi avresti seguito? » « Non ho per caso la libertà di farlo? Bello lui! Tornaci tu a casa. Andrò io da Federica, ci penserò io a lei ». Si fermò, poi aggiunse con un sorriso strafottente, di quelli che conosco bene: « Non ti fidi di te? » « Non dirai sul serio! Mostro! Sei un riflesso e hai da stare altrove, non t’impicciare dei fatti miei. » « Sono tuoi quanto miei. Credi che Federica ci distingua, forse? Bravo imbecille! E sapresti dirmi dove cominci tu e finisco io? » « Tu non rifletti me stesso… sei un’immagine e basta, una proiezione. » « Non mi vedi? È carne, questa! Tocca! Quale immagine su uno specchio può avere sostanza? Siamo veri entrambi. » « O entrambi sbagliati. Ad ogni modo, me stesso dove lo metti? Pensi quel che penso io? » « Appaio te. Poco mi importa di quel che pensi tu! Sono ciò che appari per tutti e come ti vedono gli altri; dunque non meno vero di te. Chi potrebbe distinguerci? » « Nessuno… » « Infatti! E a chi credi interessi quel che vorresti essere? Sapendo solo tu quale sia la tua natura interiore – e non potendo dimostrarlo, dato che ti riveli eternamente scisso a metà – sei quello che appari, ossia un riflesso di

te stesso. La forma sono io. C’è più realtà in me, che agli occhi degli altri appaio unicamente come quello che sono, di te che appari ma dici di essere diverso. » « Va’ via! Vivresti comunque la vita di qualcun altro. Godresti di uno stesso riflesso delle mie emozioni! Esse sono mie. L’anima è mia. » « Che non possa riempirmi anch’io i polmoni d’aria, per una volta? Che non possa saggiare le labbra di lei? Ne ho diritto quanto te. » « Credi di poterlo fare per tua scelta? Mi spiace, ma ne sei incapace. Ti riveleresti comunque assoggettato a me; e sarebbe vita libera la tua? Ti sfido, va’ a vivere! I sentimenti miei – se puoi provarli – sono io ad elaborarli, non tu che sei quel che appaio. La mia anima non si imprime in un vetro. Capisci? Dato che, come dici tu, si esiste in relazione agli altri, esisto perché appaio, giusto? Ebbene, io ti dico che non sono in realtà come appaio, per cui tu ti mostri come il riflesso di qualcosa che non è. Puoi dire tu stesso di esistere? Inoltre, io ho libertà di scegliere chi sono o come apparire; tu, riflesso, non puoi che attenerti alle mie scelte. Le tue azioni sarebbero prolungamenti o continuazioni delle mie. » « E chi è vero? Chi è che esiste? Colui che appare pur non esistendo o colui che esiste apparendo diverso da quel che è? » « Non c’è riposta, purtroppo… ». Restò interdetto; poi annuì, con rassegnazione. Si alzò e andò via. Da ciò, lettori, se ne traggano le opportune conclusioni. Fatto sta che ormai temo ogni volta ad affacciarmi su qualsiasi specchio. Chi è a scrutare nell’altro? Da che parte sono io? A volte ho paura di guardare in quella fredda superficie e non trovare nulla; altre volte, ho paura di guardare e trovare solo me stesso.


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NIEMAYER: QUANDO L’ARCHITETTURA E’ LIBERTÀ Di Francesca Lalla Nel mese di dicembre è stata inaugurata a Napoli, in omaggio al grande architetto brasiliano contemporaneo Oscar Niemeyer, in occasione del suo 101° compleanno, una mostra fotografica (realizzata grazie alla collaborazione di grandi fotografi italiani e brasiliani) presso il padiglione America Latina della Mostra d’Oltremare. La mostra ha suscitato grande interesse anche nel presidente della Repubblica Giorgio Napoletano, che l’ha visitata in anteprima durante il suo soggiorno napoletano dei primi di dicembre. Attraverso gli scatti d’autore del brasiliano Robson Olivera e dell’italiano Mimmo Jodice, la mostra traccia un percorso cronologico sulle architetture del “grande vecchio brasiliano”, prodotte in oltre settant’anni di appassionato lavoro. Nato a Rio de Janeiro il 15 dicembre 1907, laureatosi nel 1937, Niemeyer trova la strada della modernità dopo l’incontro con Le Corbusier, maestro del Movimento Moderno. Comunista convinto per tutta la vita, urante il periodo della dittatura militare brasiliana, Niemeyer realizza il Palazzo delle Nazioni Unite a New York e nel ’56 mette in atto un progetto visionario: la costruzione di una nuova capitale al centro del Brasile, Brasilia appunto. Solo quattro anni per costruire gli edifici più importanti della città, come il Congresso Nazionale, la Corte Suprema Federale, la Cattedrale e il Museo Kubitschek, edifici tuttora di riferimento per la storia dell’architettura. Durante l’esilio in Europa, dovuto alla “scomodità” delle sue idee politiche, progetta la sede del Par-

tito Comunista Francese e la sede della Mondadori a Segrate. Dopo la recente costruzione del museo d’arte contemporanea di Niteroi, nei pressi di Rio, brillante e originale come sempre, Niemeyer ha presentato nel 2000 il progetto dell’Aditorium di Ravello, in Campania; un guscio bianco poggiato su un pendio del versante meridionale del paese, come un “grande occhio” aperto sul paesaggio, la cui costruzione rappresenterebbe l’ingresso definitivo del centro costiero nel circuito dei grandi eventi culturali internazionali. Tuttavia la realizzazione del progetto è ancora in forse, dati i numerosi vincoli paesaggistici e ambientali cui è soggetta Ravello, patrimonio dell’Unesco e la forse difficile integrazione della costruzione moderna con il paesaggio mediterraneo. D’altra parte,va detto che il segreto dell’ ispirazione di Niemeyer è proprio nella natura, nel paesaggio del Brasile, con le sue curve libere e sensuali. ”Quella curva -ha scritto-che incontro nelle montagne e nei fiumi del mio paese, nelle nuvole del cielo e nelle onde del mare,nel corpo della mia donna

preferita. Di curve è fatto tutto l’universo. L’universo curvo di Einstein”. Le sue opere, sono dunque pensate per fondersi armonicamente con l’ambiente circostante, nel rispetto della natura, nonostante il prevalente utilizzo di cemento, che nella sua architettura diventa ”lieve come le nuvole”. Ciò che ha reso quest’uomo una delle figure più amate e stimate in Brasile e in tutto il mondo è senza dubbio il suo impegno sociale, l’esempio di umanità e solidarietà verso il prossimo (che emergono, ad esempio, nella costruzione del nuovo Ministero dell’Educazione e della Sanità di Rio), la nitidezza e la moralità politica che, unite ad un tenace ideologismo e ad una fantasia torrenziale, hanno reso quella di Niemeyer una produzione senza eguali. Maestro d’arte e di architettura, ma dunque anche maestro di vita, egli ha detto: ”L’architettura non è importante; importante è la vita, importanti sono gli amici e la nostra voglia di cambiare questo mondo sbagliato”.


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SPETTACOLI

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“Vicky Cristina Barcellona”: il migliore parto alleniano degli ultimi tempi Di Federica Monda Di primo acchitto la vicenda potrebbe sembrare banale: due amiche in vacanza a Barcellona: una città che ben si presta al divertimento puro e semplice,con le avventure che ne derivano. Ma la sottile ironia e la conoscenza dell’animo umano che Woody come sempre dimostra, pervadono la vicenda e si insinuano a colorare gli eventi. Vicky e Cristina incarnano due pulsioni dell’anima femminile, combattuta tra il desiderio di stabilità ed equilibrio e il bisogno di evadere dalla monotonia della quotidianità. La loro tranquilla vacanza è scossa dall’incontro con Juan Antonio, un pittore di successo, che propone alle due un’allettante fine settimana ad Oviedo. Cristina, lo spirito libero per eccellenza, attratta da ogni avventura estrema capace di farle vivere emozioni forti, alla proposta di Juan Antonio non resiste, nonostante il pittore abbia esplicitamente dichiarato di voler andare a letto con entrambe. E’ pur vero che Juan Antonio fa la sua proposta con un tale charme, una tale eleganza fascinosa e carismatica che quale donna con un minimo di verve avrebbe mai potuto rifiutare? Forse qualcuna si. Infatti Vicky è in procinto di sposarsi,è innamorata del marito (anche se è un po’“citrullo”) e non ha alcuna intenzione di vivere esperienze eccentriche ed esaltanti. Ma ad un pittore maledetto è troppo difficile dire di no, e mentre Vicky si ripromette di fare la brava e di non farsi abbindolare dagli occhi focosi di Juan, le due partono e ci vanno eccome a Oviedo col jet privato dell’artistazzo. Il caso vuole, però, che durante lo stravagante week-end, Cristina si ammali,consentendo al pittore mostruosamente affascinante di impossessar-

si del cuore di Vicky e di aprirle uno squarcio nella vita al di là delle convenzioni. La povera non credeva che tanta passione fosse sperimentabile, soprattutto non sapeva che quando ti conquista un artista folle e geniale, è finita. Il marito “citrullo” diventa in poco tempo anche cornuto e tutto viene messo in gioco. Vicky dovrà fare esperienza diretta della follia e degli eccessi di una vita vissuta fuori dagli schemi per capire che infondo il marito un po’ ingenuo non è poi così male che gli artisti spesso lasciano il tempo che trovano. Juan Antonio,colpito dall’anticonformismo di Cristina, molto in sintonia con la sua personalità vivace e un po’ folle, intraprende con lei una relazione piuttosto seria e appassionata destinata, però, ad essere scossa dall’arrivo di Maria Elena, l’ex moglie, che non può essere definita altrimenti se non come incarnazione del furore: una furia,una pazza inferocita che,

per una fortuita serie di eventi, farà evolvere il rapporto di coppia in un triangolo, un rapporto a tre in cui Cristina, inizialmente entusiasta, ben presto si sentirà scomoda, insoddisfatta nel suo bisogno di indipendenza. Alla fine appare chiaro,infatti, che nulla potrebbe scalfirla nel profondo,nulla potrebbe condurla a rinunciare alla sua libertà. Il suo personaggio ricorda un po’ Sabina, oppressa dall’insostenibile leggerezza dell’essere. Rispetto agli ultimi lavori sfornati da Allen, “Vicky Cristina Barcellona” è il meglio riuscito in quanto indaga sulla psicologia e sulla vita umana consentendo al pubblico un’immedesimazione e una partecipazione più attiva alla vicenda,che gli altri non garantivano per l’eccesso di elementi paradossali e irrealistici,che,attenuati nel film in questione,consentono uno svolgimento più omogeneo della storia.

Paese: USA/Spagna Anno: 2008 Durata: 96' Genere: Commedia, Drammatico Regia: Woody Allen Soggetto: Woody Allen Sceneggiatura: Woody Allen Produttore: Letty Aronson, Jaumes Roures, Stephen Tenenbaum, Gareth Wiley Interpreti e personaggi Scarlett Johansson: Cristina Penélope Cruz: María Eléna Javier Bardem Juan Antonio Rebecca Hall: Vicky Patricia Clarkson: Judy Nash Chris Messina: Doug Kevin Dunn: Mark Nash


22

SPETTACOLI

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La Classe – Entre les mures Di Annamaria travo

Archi-

Al festival di Cannes 2008, l’ambita Palma D’Oro è stata conferita a “La classe – Entre les mures”, documentario riguardante le condizioni di disagio in una scuola pubblica francese e l’esasperato ruolo dei professori. Centoventotto minuti di riprese all’interno di una scuola, senza alcuna contestualizzazione nella metropoli parigina, in compagnia di un’unica classe, qualche professore e un preside dai rigidi principi. Un modo insolito e curioso di affrontare il problema rappresentato dalla sempre più dilagante ignoranza, con qualche accenno alla discriminazione verso un’intera cultura o un semplice stile. Nove mesi di ordinaria attività scolastica durante i quali, attraverso le scene che vengono proposte, lo spettatore osserva i progressi, seppur minimi, delle conoscenze e i contrasti, più o meno

Paese: Francia Anno: 2008 Durata: 128' Regia: Laurent Cantet Soggetto: François Bégaudeau Sceneggiatura: François Bégaudeau, Robin Campillo, Laurent Cantet Interpreti e personaggi François Bégaudeau: François Nassim Amrabt: Nassim Laura Baquela: Laura Cherif Bounaïdja Rachedi: Cherif Juliette Demaille: Juliette Dalla Doucouré: Dalla Wei Huang: Wei Franck Keïta: Souleymane Esmeralda Ouertani: Esmeralda Rachel Régulier: Khoumba

marginali, tra gli alunni e i professori. Apprezzabile l’impegno degli attori nel tentativo di interpretare la realtà. Eccessivi l’insolenza degli studenti e la comprensività del loro coordinatore generati dalla diversità di pensiero in una classe etnicamente variegata. La complessità dei rapporti è, molto probabilmente, causata dalla nascita di polemiche riguardanti le diverse culture, sia dal punto di vista religioso (un ragazzo mostra il proprio tatuaggio raffigurante il Corano) che da q u e l l o sportivo (fre que nti discussioni sulle diverse squadre calcistiche nazionali) o

anche dallo stile di vita (e da qui il genere del film che avrà un’amara conclusione per un ragazzo africano). Il film si apre con un primo piano di colui che insieme alla classe sarà protagonista assoluto della vicenda, mentre beve un caffè prima di avventurarsi in quello che sarebbe stato un prevedibile salto nel vuoto; le riprese sono così tremolanti che danno l’idea di un autobus in movimento. Propensione underground del regista o scelta di emancipazione? Ma non era “Anche l’occhio vuole la sua parte”? A questo proposito di certo non aiuta il ricorrente cambio di scena improvviso o l’atmosfera chiusa e cupa che rende perfino il momento di ricreazione simile alla giornaliera ora di libertà dei detenuti di un carcere. Dopo quei centoventotto minuti trascorsi ad immedesimarsi in una realtà scolastica così pessimistica spicca il buon gusto del regista se non altro per la scena finale con una panoramica dei banchi in disordine e il sottofondo delle grida d’incitamento degli alunni durante la partita di calcetto di fine anno. Ebbene, all’interessante tema si contrappongono numerose difficoltà di origine tecnica che tendono ad abbassare notevolmente la qualità della pellicola.


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Si comincia: TRIENNIO Di Andrea Sforza L’anno scorso ci siamo lasciati con la II^A campione (ora la nuova III^A). Quest’anno senza le vecchie V^F, V^D e III^B la storia potrebbe ripetersi. E anche se la squadra del classico è chiaramente la più forte ci sono 4-5 squadre che potrebbero cercare di strappare il titolo a Marino, Ferrara & Co. ma dovranno dimostrare carattere, continuità e voglia di vincere. Queste squadre sono la IV^I, capitanata dall’ottimo portiere Peluso, la IV^E, guidata da Claudio Marrone, la IV^F, trascinata da Mariano Verde, la III^B di Danilo De Luca e compagni, ma ci sono anche la V^F e la V^D di Luca Lizzadro e di Rodolfo Massa. Finalmente è cominciato il torneo più amato e seguito della scuola e quello di quest’anno si preannuncia molto più equilibrato e combattuto nonostante sia orfano di giocatori come Mariano Ab-

4^D

3^C

3 0

bate (capocannoniere), Marcello Squillante (miglior giocatore), Luca Rosiello e Walter Ferrante. Infatti le prime 3-4 partite hanno offerto risultati sorprendenti come la vittoria della III^F sulla III^B e risultati mai troppo eclatanti. La prima partita giocata è stata III^C – IV^D finita 3 a 0 per la squadra dello scientifico. Una doppietta di Rossi e il sigillo finale di Sforza stendono una squadra con poca voglia e con grandi svarioni difensivi. Come già accennato prima la III^F di Cafaro e Pennarola vince meritatamente su una III^B spenta e con poche idee. Risultato altalenante fino alla fine che non vede mai la squadra del classico in vantaggio mentre quella dello scientifico ci mette un pizzico di volontà in più che le ha permesso di portare a casa 3 punti importantissimi; a segno Pedata(autorete a favore della III^F), Aiello, Di Masi, Cavaliere e Cafaro. Il risultato forse più scontato è stato quello della partita tra V^D e V^E che ha visto la squadra di Rodolfo Massa (autore di 3 gol) vincere 3 a 1 (Penna a

segno per la V^E), anche se il match è stato combattuto e tirato e la squadra sconfitta non ha mai mollato dando del filo da torcere agli avversari. Come l’anno scorso la partita tra III^A e V^F (allora II^A e IV^F) fa scintille e diventa subito la partita più bella del torneo grazie calci, gol, belle giocate e tanto show. 3 a 3 il risultato finale, forse il risultato più giusto, ma se una delle due squadre avesse vinto nussuno avrebbe potuto parlare. Forse per la V^F c’è più rammarico che è passata da un possibile 4 a 2, occasione sciupata incredibilmente sottoporta da D’Amato, ad un pareggio in contropiede sugli sviluppi della suddetta azione. Eurogol di tacco di Ferrara e spettacolo (a volte, però, effimero) di Marino che riesce a fare almeno 3 tunnel agli avversari. Grande l’intesa tra i giocatori dello scientifico che danno vita ad azioni davvero belle. Marcatori (in ordine): autogol Mastrogiovanni, Festa, Lizzadro, Ferrara, Lizzadro, Parente Alessio. articolo dedicato a Enzuccio il fuggitivo

IN PRIMA

4D

3C

De Iuliis 6 Fa quello che serve, poco impegnato. Castagnaro 6 Non si vede ma fa buon lavoro. Sforza 6.5 Dalle sue parti non si passa. Gol di prepotenza. Oreto 6 Difensivamente efficace, purtroppo si perde in dribbling inutili. Rossi 7 Fa il suo dovere avanti: 2 gol e tanto movimento. A volte si vede anche dietro. Arpaia s.v.

Gangheri 5 Pessimo sul primo gol Lepre 5.5 Muscoloso in difesa. Quando sale combina poco. Avagnano 5.5 Comincia bene, si perde nella gara. De Luca 5 Inconcludente. Taraschi 5.5 Si batte per cercare il gol. Non lo trova

IL MIGLIORE

7

Rossi 4^D

Gangheri 3^C

5 IL PEGGIORE


TESTA DI CALCIO

24

3^B

3^B

3^F

Simeone 7 Evita il tracollo della squadra. De Luca 5 Se fossimo stati in piscina avrebbe avuto 9. Pedata 4.5 L’autogol segna la sua prestazione. Ferrara 5 Vaga per il campo senza una meta. Aiello 6 A differenza di altri ci mette impegno. Il gol gli vale la suffienza. Cavaliere 6 Il gol e poco altro. Meno dribbling andrebbero meglio.

Cappuccio 6 Fa quello che può in un ruolo che non è il suo. Pignalosa 8 Migliore in campo: un muro. Annulla ogni tentativo offensivo avversario. Pennarola 6.5 Tecnica e potenza. Gli manca solo il gol. Di Masi 6.5 Si fa trovare al posto giusto nel momento giusto. Cattivo il giusto in mezzo al campo Maraucci 6 A suo modo determinante.

3^F

2 3 Cafaro 7 Che giocatore. Gol a parte ottima gara. La palla va passata di più però. IL MIGLIORE

8

Pignalosa 3^F

4,5

Pedata 3^B

IL PEGGIORE

IN BREVE 3^A Parente And.

3 7

5^F Mastrogiovanni

3

5^D

3

5^E

6,5

Pinto Orta

5,5 Di Nunzio

6,5

5,5 Penna

6,5

Ferrara

7,5 Troisi

7,5

Parente Ale.

6,5 Festa

7

De Maria

7

D’Angelo

1

Tranchini

6

D’Amato

7

Menna

Marino

6

Lizzadro

7,5

Massa

7,5 Scaglione

6

D’Avino

s.v.

Scarfiglieri

6,5 Avallone

5,5

De Falco

5,5

Esposito

5,5

4^E

4

3^E

2

Quaremba

6,5 Di Scala

6

Marrone

7,5 Amato

6

Lieto

6

Schiattarella

5,5

Cotini

7

Micallo

6,5

Gattordo

6

Papoff

7

Simeone

6

Riccio

6,5

Formato

5,5

6

Cerbone

7

6


TESTA DI CALCIO

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Si comincia: BIENNIO Di Andrea Sforza A differenza del Triennio, nel torneo di quest’anno non ci sarà la squadra campione uscente cioè la II^E (ora la nuova III^E) e nanche l’ex II^F (arrivata al 3° posto) o l’ex IV^A (vicecampione), ormai disgregatasi. Questo rende i pronostici più difficili ma rende anche il torneo più aperto e tutto da seguire. Una delle favorite è la II^D di Stefano Marenghi (Gargano) e Mattia Russo (Poppy) che ha dilagato nella prima partita, ma ci sono anche la ID guidata da Sergio Perrella, la IIE di Russo&Guarino o la IIF di Luca Maraucci (grande protagonista nella prima partita). Da vedere come si comporteranno le nuove prime, che solitamente non riescono subito ad ambientarsi in un torneo che richiede gioco di squadra, cinismo e competitività. Ricordiamo che l’anno scorso i premi sono stati assegnati a Francesco Fusi, capocannoniere, Sergio Pennarola, miglior giocatore e Luigi Di Scala, miglior portiere.

2^E

La prima partita giocata è stata IV^B – V^B finita incredibilmente 3 a 3: la squadra del primo anno era infatti passata in vantaggio di 3 gol grazie ad una doppietta di Terribile (alla sua ex squadra) e una marcatura di Rizzo. Credendo di aver già vinto la partita la IV^B si rilassa e comincia a subire: le scorribande di Barbato e Maiolo danno i loro frutti, due gol del primo e uno del secondo portano la V^B ad agguantare un pareggio inaspettato. Intervistato a fine gara Terribile esterna tutta la sua amarezza per i due punti buttati: “abbiamo sbagliato, la partita non era chiusa, siamo stati molto ingenui”. Un altro risultato incredibile è quello del derby tra II^D1 e II^D3: 13 a 1. Partita stradominata da Marenghi & Co. autore di uno dei tanti gol, con lui a segno Leopaldi(7), Russo(3) e Zocco(2). Dilaga anche la ID nella partita vincendo per ben 9 a 1 sulla IV^C. Squadra trascinata dall’ottimo Sergio Perrella (autore di una tripletta) e da Sergio Reale (doppietta per lui). Gli altri gol

sono di Graziano(2) e Muto(2). Un’altra squadra che dilaga è la II^F trascinata da un grande Luca Maraucci (a segno per ben 5 volte) e dal suo portiere Stefano Avolio (per tutti Nuccio) che si esibisce in parate favolose. Il match termina sul risultato di 6 a 0, la squadra sconfitta è la I^E2. A segno anche Parisi. Big partitone tra II^E e I^E1 che finisce 4 a 3 per i ragazzi del 2°anno. In evidenza Guarino da una parte con tre gol e De Natale dall’altra con una doppietta. A segno anche Russo(II^E) ed Esposito(I^E). Un susseguirsi di gol, questa è stata la storia del match, che alla fine termina con il risultato più giusto: vittoria sofferta della II^E. Uheeeeeeeeeeeeeeeee!! (Y) dedicato a PierLuigi di ID e Pasquale di IID

1^E1

4 3

IN PRIMA

2^E Guarino A. 6.5 Ha trovato il suo ruolo. Conte 6 Buona prestazione. Perché viene sostituito? Bellomo 5.5 Se si impegnasse di più giocherebbe meglio. Russo 6.5 Gioca bene, ma sa fare cose migliori. Un gol per lui. Guarino 7 Bella tripletta. Passando la palla potrebbe segnarne 5. Daniele 5.5 Conte andava meglio.

1^E1 Piscopo 5.5 Non gioca malissimo, ma è timido. Dovrebbe metterci un po’ di personalità. Terzo 5.5 Come sopra. Morra 6 Da una mano alla squadra quando deve attaccare. De Natale 7 Anima la squadra. Segna due gol. Esposito 6.5 Gran gol. Gioca una buona partita ma può fare di meglio.

IL MIGLIO-

7

Guarino 2^E De Natale 1^E1

4 giocatori

5,5 IL PEGGIORE


TESTA DI CALCIO

26

2^F

2^F

1^E2

Avolio 7 Fa bene il suo dovere. Si destreggia anche in parate comiche. De Gemmis 6.5 Gioca senza fare pieghe. Ordinato. Maraucci 8 Cinque gol in tre parole: Luca Maraucci Day. Sicuramente è più forte del fratello. Parisi 7 Poteva segnare di più, ne fa solo uno. Buona gara comunque. Castellano 6.5 Gli manca solo il gol.

Nasti 6 Che può fare lui da solo? Anzi evita che il risultato diventi umiliante. Tarantino 5.5 Trotterella di qua e di là. Conclude poco. Buonadonna 5 Conclude poco e basta. Delvecchio 5.5 A differenza di altri ci mette impegno. Barbati 5 Gioca male e non fa nulla per migliorare.

1^E2

6 0

Ferrara 5 Dannoso. Ci vorrebbe un pallone solo per lui. IL MIGLIORE

8

Maraucci 2^F

5

3 giocatori 1^E2

IL PEGGIORE

IN BREVE 4^B

3

5^B

3

2^D1

13

2^D3

De Chiara

5,5 De Felice

5

Lombardi

Pisa

5,5 Maglio

6

Zocco

7,5 De Rosa

4,5

Rizzo

6,5 Barbato

7

Marenghi

7,5 Della Monica

4,5

7,5 Carbone

Avallone

6

Lalla

5,5

Russo

Terribile

7

Cestaro

5,5

Leopaldi

Maiolo

6,5

6

8

D’Andrea

1 5

5

Perrella

6,5

Sodano

4


TESTA DI CALCIO

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SOLDI PADRONI DEL CALCIO Di Gianmarco Formisano Rinnovo contratti? Non vi preoccupate, ci pensano i procuratori dei giocatori. Ad inizio Dicembre, molte testate di giornali annunciavano una “crisi” in casa Napoli dovuta alle mille richieste dei procuratori, e sottolineo procuratori e non giocatori, di un rinnovo contrattuale e di una “cosuccia” in più da tenere in banca, il triplo di quanto già guadagnano! Da quando la maledettissima Legge Bosman ha dato ai beneamati procuratori il potere contrattuale per conto dei propri assistiti, il calcio è andato piano piano in discesa libera: oramai infatti sopravvivono solo i club più ricchi, solo i club in mano ai petrolieri o ai Presidenti del Consiglio. E non è un caso che al primo posto della classifica troviamo l’antipatica Inter, in mano al ricco petroliere Moratti, che non si fa problemi ad accettare qualsiasi richiesta di rinnovo e ovviamente aumenti, avendo un budget economico a disposizione immenso. E il Milan? Già, dimenticavo, tut-

to rispetto, c’è Ronaldinho! Ronaldinho? Ma non è quello che stava al Barcellona che un tempo valeva fior di quattrini e adesso vale a stento 20 milioni? Ma non è quello che costa più del capocannoniere Milito? Ma quanti goal avrà fatto fino ad ora? Ma quando la finisce di sculettare in mezzo al campo quando corre? E soprattutto quando la smette di ballare la samba se riesce a vincere con le autoreti degli avversari (Milan-Napoli, 1-0, autorete di Denis)? Meglio un Napoli che si tiene i suoi piccoli grandi pupilli campioncini, che risponde a tono a club come Inter, Barcellona o Real Madrid quando implorano la cessione di Lavezzi, Santacroce e Hamsik. Ma recentemente alcuni di questi campioncini, o meglio alcuni dei loro procuratori, sembrano cadere dalle nuvole, chiedendo aumenti impossibili di contratti, destabilizzando l’equilibrio del club. E’ il

caso di Alejandro Junior Mazzoni, manager del richiestissimo Pocho:

“Il mio assistito è fondamentale per la squadra” – frase comparsa nelle maggiori testate giornalistiche che scombussola un po’ tutti. La richiesta di 3.5 milioni a stagione è improponibile se si pensa che solo l’anno scorso è stato acquistato Lavezzi e che all’inizio guardava dal binocolo anche solo 1 milione di euro stagionale. Dopo aver creato non pochi disordini in casa Napoli, Mazzoni chiarisce:

"Mai avuto in-tenzione di entrare in rotta. Ho grande ri-spetto per un uomo che ha portato il Napo-li, in appena quattro anni, dalla C postfallimento a questi risultati così signifi-cativi e tra le Grandi del calcio" - “Escludo ci siano tensioni o polemiche" – aggiunge. Abbassiamo un po’ le ali, qua nessuno è fesso!


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...NTE

dicembre_2008


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