Camaleo Novembre 2011

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novembre 2011

GIORNALE D'ISTITUTO DEL LICEO VICO FONDATO NEL 2003 ANNO 8 - NUMERO 1 - NOVEMBRE 2011

EDITORIALE

DI AMEDEO DE CHIARA

POLITICA

CROLLI ESTERI

LA PRIMAVERA ARABA DI CASTRESE PIO DE ROSA Chi di noi non si è sentito coinvolto emotivamente nei grandi conflitti nati nel Nord Africa tra la fine del 2010 e l’inizio di quest’anno ? Chi di noi è rimasto impassibile all’onda di entusiasmo che ha segnato questa Prima-

vera Araba ? Chi di noi, leggendo le notizie, è rimasto indifferente ai bombardamenti condotti dagli stati Europei e dagli USA? E chi di noi non ha dedicato un sorriso alle vittorie dei rivoltosi? Sono davvero in pochi a poter rispondere a quest’appello. Le Rivoluzioni attuate a pochi kilometri dalla nostra Italia hanno segue a pagina 19

SCUOLA

FORUM

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Crollo: questo è ciò che stiamo vedendo. Crollano i regimi negli stati arabi; crollano i muri a Pompei (l’ultimo è del 27 ottobre scorso: è ceduta la parete di un antico pozzo interno all'edificio 41 della via Consolare); crolla la Grecia; crolla la fiducia nell’euro (che non supera l’1,45 al cambio col dollaro); crolla la stima della comunità europea nei confronti dell’Italia e della sua classe politica; crolla il gradimento della classe politica italiana da parte degli italiani stessi. E crolla il quarto governo Berlusconi. Sembra che sia accaduto tutto all’improvviso. Quasi fosse stato un inciampo nel vuoto. Un improvviso tuffo a capofitto nel baratro. In realtà è tutto collegato. È dalla rivoluzione in Libia che abbiamo visto i primi sintomi. Un’incertezza sul da farsi, nata da una cattiva politica estera, che ci ha messo in difficoltà con gli alleati occidentali. Poi Pompei, pessima vetrina internazionale. Con l’Europa che deve intervenire per aver affidato un patrimonio dell’umanità a degli incapaci. E poi la Grecia, l’anticamera della nostra crisi. E degli altri GIPSI (gli stati europei con i più gravi problemi economici, tra cui l’Italia). Zapatero ha rassegnato le dimissioni da tempo. Anche il primo Ministro greco Papandreu ha poi ratificato le sue dimissioni. Noi, come sempre, in ritardo. Come se fossimo a scuola, il governo italiano si ricorda di giustificarsi quando il prof sta per interrogare, ma il prof in questione, l’Europa, non accetta altre giustifiche. E altre lettere di intenti. Perché poi se lo studente in questione non si è dimostrato serio, chi gli darebbe fiducia? Non c’è bisogno di comunicati ufficiali, commissariamenti o altro: basta un sorriso appena abbozzato sulle facce dei due più influenti capi di stato europei, per capire cosa si pensava del governo. Certo, l’atteggiamento del Presidente francese è stato quantomeno discutibile. Ma tutti i giornali e tutti i media che si sono lanciati all’attacco di Sarko (con servizi a dir poco ingenui e provinciali su mozzarelle e altri prodotti che contraddistinguono il “Belpaese”) segue a pagina 2


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