Sartelli | Catalogo

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GERMANO SARTELLI colloqui con la natura 1956 .2009

CAPIT Ravenna Danilo Montanari Editore




GERMANO SARTELLI colloqui con la natura 1956 .2009

a cura di Claudio Cerritelli

Danilo Montanari Editore


Germano Sartelli a Marina di Ravenna Park Hotel 10 luglio - 13 settembre 2009

Ideazione Emilio Benini

Organizzazione Capit Ravenna, Franco Bertaccini Collaborazioni Pro Loco - Marina di Ravenna Park Hotel Ravenna Patrocini Regione Emilia-Romagna Provincia di Ravenna Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Fotografie a cura di Hobby Foto - Ravenna ad esclusione di: pag. 32, 38, 56 Emilio Benini pag. 40-41 Daniele Casadio pag. 44 Patrizia Dal Re Stampa Grafiche Morandi - Fusignano (Ra) luglio 2009

ISBN 978-88-87440-11-9 Š 2009 CAPIT Ravenna Š 2009 Danilo Montanari Editore, Ravenna


Presentazione

Con questa mostra si conferma l’alto profilo delle iniziative espositive che da qualche anno stanno rivitalizzando una tradizione, ormai pluridecennale, di impegno di Marina di Ravenna verso la pittura in particolare e le arti in generale. Quest’anno l’attenzione si è rivolta ad un grande artista imolese, Germano Sartelli, di cui vengono illustrate le fasi essenziali dell’iter creativo attraverso una scelta di opere che dagli esordi - a metà del secolo scorso documentano un percorso di ricerca che giunge ai giorni nostri. La ristretta notorietà di Sartelli presso il grande pubblico e l’avere operato pressoché stabilmente nel suo luogo natale non devono indurre a sottovalutare l’importanza del suo ruolo nel panorama dell’arte italiana del ’900. Egli si colloca fra i massimi artisti italiani nell’ambito della sperimentazione che caratterizza l’attività delle maggiori personalità artistiche dal secondo dopoguerra ad oggi. La sua attività si sviluppa senza precisi confini fra scultura e pittura in un costante rinnovamento delle tecniche e dei materiali come la ricca produzione esposta ha modo evidenziare. Va riconosciuto alla Capit lo sforzo organizzativo che l’allestimento di una rappresentazione così completa del percorso pittorico dell’Artista ha certamente richiesto. Nel contempo auspichiamo che il ricorrente successo di pubblico delle ultime esposizioni possa ripetersi anche in questa occasione per offrire motivo a chi ha contribuito alla realizzazione di questo evento di trovare ragione di un impegno anche per future proposte di qualità. Fabrizio Matteucci Sindaco di Ravenna

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Germano Sartelli, colloqui con la natura 1956 .2009

In questa mostra dedicata all’arte di Germano Sartelli sono documentate le fasi essenziali del suo percorso creativo attraverso una scelta di opere che dagli anni Cinquanta giunge alle ricerche attuali, sorprendenti e inventive come quelle che risalgono ai momenti iniziali. Le composizioni materiche con cui l’artista esordisce oscillano dal piano bidimensionale alla terza dimensione, rivelando lo stesso respiro naturale sia nelle valenze polimateriche della pittura sia nell’uso di reperti metallici, frammenti e lacerti densi di sensibilità plastica. Sartelli esplora i differenti materiali della natura senza mai occultare il loro carattere originario, si tratta di spessori e di stratificazioni che suggeriscono sottili sintonie con il modo di sentire lo spazio come palpito interno alla luce del visibile. Negli anni Cinquanta l’artista utilizza foglie come ritmi spaziali che trasformano le nervature in segni interni agli umori del colore-terra, con ombre misteriose che nascono dal corpo della natura. Con la stessa sensibilità, egli si serve di frammenti di tela da cui si staccano fili sospesi su orditi di tracce materiche, imprevedibili tragitti della fantasia. Nello stesso tempo, Sartelli lavora su garze leggere e su carte intrise di atmosfere perdute, dispone intrichi di linee ondeggianti come percorsi in divenire, lascia emergere ritagli di giornale come dettagli di scritture parallele agli alfabeti della natura, evocando quelle che Pier Giovanni Castagnoli ha definito “immagini di segreta bellezza”. Il pensiero immaginativo della natura sostiene tutte le tensioni di ricerca, se ne avverte l’energia vivificante in ogni esplorazione corporea, in ogni tentativo di piegare la materia del paesaggio alle vibrazioni dell’aria, per filtrare giorno dopo giorno le forze nascoste del mondo circostante. Nelle opere legate alla scultura l’artista segue gli impulsi del gesto che imprime energia al corpo esile e provvisorio dell’immagine, un corpo fatto più di vuoto che di pieno e, proprio per questo, capace di emergere per allusioni e rarefazioni. La forma aerea sembra non bloccare mai il fluire della materia che cresce in tensione con l’esterno, quasi oscillando nel vento, in bilico tra opposte direzioni: si erge verso l’alto, gioca sull’orizzonte, lo supera con slanci che conquistano equilibri instabili. La natura è vissuta come una grande riserva di segni da cui prelevare infinite suggestioni, evocazioni poetiche che hanno la concretezza tangibile dell’esperienza manuale, il legame antropologico con i procedimenti del fare. Per Sartelli si tratta di scegliere i reperti, valutare la loro funzionalità, lasciarli in attesa di definizione, fare in modo che vengano alla luce nuove possibilità di impiego: questi sono gli atti preliminari che conducono al collage di carte strappate e macerate o all’assemblaggio di metalli corrosi, barattoli schiacciati, sottili lamiere arrugginite dal tempo. 7


Tutto ciò non è estraneo ai modi più fortemente scultorei del piegare metalli di varia provenienza, saldare i pezzi corrosi in un nuovo organismo plastico, farli vibrare in un diverso spazio dove la percezione dell’oggetto trovato si trasforma nell’incanto di un’altra identità. Maurizio Calvesi già nel 1958 accostava l’arte di Sartelli alle esperienze di Burri, a quella capacità di assumere i “segni più logorati e dimessi” in funzione di una rottura dei convenzionali registri pittorici, verso un uso della materia capace di evocare “il crepitio sommesso della lacerazione”. Le opere in ferro degli anni Cinquanta oscillano tra grovigli di fili in moto perpetuo e figure filiformi che somigliano a personaggi sopravvissuti alla violenza del tempo, scheletri di alberi dopo il diluvio, frammenti saldati come antenne che s’inerpicano cercando il vuoto. La continua ricerca di mutazioni spaziali non porta mai la scultura ad essere eco del proprio linguaggio ma a produrre tensioni verso l’origine della forma, per interrogare la materia oltre se stessa. In Sartelli l’amore della natura è radicato come una felice condanna che lo tiene legato allo scorrere lento del tempo, agli umori visivi, tattili, sonori, persino olfattivi, infatti la natura è un poema da riscrivere continuamente, affidandosi alla sapienza istintiva delle mani che toccano i materiali senza tradire eccessi e ridondanze. Si tratta di una pratica della scultura che non mira mai al monumentale e al celebrativo ma esprime piuttosto il respiro animato delle cose, con profonda aderenza ai tempi umani di ideazione e di esecuzione. Il colloquio con la natura avviene attraverso la cattura dell’aria che s’impiglia nel gioco contorto delle pieghe, degli scarti, delle intrusioni che spingono lo sguardo a superare l’urto della materia. La scultura come frammento conserva i caratteri del tutto, è un nucleo che stringe in sé tutti i possibili movimenti senza rinunciare a sottolineare la bellezza della corrosione, il fascino del materiale degradato, la contorsione inarrestabile della forma che non ha un attimo di tregua. La natura del ferro racconta se stessa, il modificarsi della superficie, il peso delle stratificazioni e degli ossidamenti, prodigi materici già presenti nel corpo originario della lamiera, mutazioni di corteccia e di luce, di forme aggettanti e di cavità mai uguali a se stesse. La seduzione del frammento come strumento di invenzione della forma è presente anche nelle sculture in ferro dei primi anni Sessanta, in quelle opere dove la misura si amplifica in una portata espressiva più forte delle esili apparizioni del periodo precedente. 8


I piani si piegano, si spezzano, si accartocciano in un complesso fluire di stratificazioni geologiche, di morfologie che evocano le oscure cavità della terra, i percorsi segreti della materia, la luce che si annida tra pieni e vuoti pulsando nel respiro indecifrabile delle ombre. L’artista punta sulla verità del dato naturalistico come spazio concreto per immaginare la genesi delle forme, passa dal reale alle suggestioni immaginarie che si possono captare dentro gli avvolgimenti della materia. Parallelamente alla sculture metalliche, verso la fine degli anni Cinquanta e per tutto il decennio successivo, il repertorio delle materie usate da Sartelli si allarga all’uso delle ragnatele e delle muffe che rivelano nuovi registri pittorici, un senso della luce come velo che lascia apparire immagini sospese e irripetibili. Entrano in gioco anche le composizioni sperimentali delle cicche dove l’artista sottomette all’invenzione di equilibri e di accostamenti tonali frammenti di cartine dai bordi bruciati, dall’aspetto precario e dal color nicotina, caratteri intrinseci che diventano pretesti di pittura, ritmi costruttivi risolti in molteplici variazioni. “Anche l’alone del fuoco che increspa l’orlo della cicca di una sigaretta – ha scritto Andrea Emiliani – è memoria di solitudine, di un silenzio orribilmente duro a riempirsi di un qualche significato”. Del resto, qualunque sia l’atmosfera originaria di queste materie, Sartelli sa riscattarne la presenza attraverso la trasfigurazione tattile del loro peso emotivo, nel senso che la natura non è mai assunta ciecamente ma rivive nel desiderio di fantasticare, seguendo la sensibilità del fare più che le codificazioni di chi usa la natura come linguaggio concettuale. Semmai la distanza mentale dal corpo dell’immagine è risolta nel situare alcuni oggetti quotidiani dentro teche di plastica o di vetro opaco che ne rendono misteriosa la lettura, come un filtro luminoso che evoca l’ambigua identità delle forme. Dopo questo senso di sospensione l’artista torna al colloquio diretto con la natura, basta osservare quale magia tattile assumono le piume di olmo, le scorze di pino, gli intrecci di fieno e via via, durante gli anni Settanta, i ricami di paglia, i ritmi dei ciocchi e dei legni naturali, le partiture di vimini e le terre sospese su strati di carta finemente incollata. A questo processo di trasmutazione Sartelli si rivolge calibrando da par suo composizioni che diventano scritture, partiture, arie musicali dove ciò che conta è il ritmo totale dei singoli segni, gli uni concatenati agli altri come in un alfabeto primario. Sui fogli abitati dai vimini agisce la fantasia aerea dello spazio sospeso, così come nelle carte 9


esiste la promessa del paesaggio come luogo di andamenti sbilanciati che tagliano l’orizzonte per aprire lo spazio, sconfinamento dell’immaginazione e metamorfosi della natura. La sensazione è che l’ambiente più idoneo per leggere queste opere sia lo studio dell’artista sull’Appennino imolese, la condizione originaria della loro genesi immaginativa, l’unica che restituisce il contesto effettivo per capire la luce e la misura spaziale delle materie che parlano lo stesso linguaggio della natura e tuttavia conservano, al suo cospetto, una irriducibile autonomia di sguardo. L’arte non vuole mimetizzarsi tra le forme naturali esistenti ma aspira a farsi luogo di profonda evocazione del respiro biologico delle cose, misura personalissima e astratta della natura, vissuta nel suo costante riferirsi a quella che Claudio Spadoni ha definito “cultura materiale che Sartelli ha nel sangue”. Nei primi anni Ottanta nasce un ciclo di paesaggi fatti di terra e di carte sovrapposte che si alternano alla leggerezza irraggiungibile di nuove grandi ragnatele su fondo scuro. Si passa dal velo di luce alla dura consistenza della terra che il gesto sommuove e trasforma in ritmi fugaci, in palpiti d’ombra che respirano nella luce del cielo. Ad esse seguono i “tronchi” utilizzati sia per frammento sia per prelievo integrale, in tal senso Sartelli interviene innestando cortecce di ferro che vanno a sostituirsi al linguaggio della natura come pure vibrazioni che il frastagliarsi della materia restituisce a se stessa. Non a caso l’artista usa la superficie scorticata dell’albero come supporto per accogliere frammenti di metallo accostati, sovrapposti, fissati come se fossero sul punto di staccarsi. In alcune istallazioni ambientali i “tronchi” sono collocati come in un bosco immaginario, suggeriscono l’idea di paesaggio reale abitato dai materiali dell’arte, pensiero plastico che ingloba natura e artificio in un unico processo estetico. Il segno è trattato nella sua purezza, è inciso sul metallo e poi fissato sul legno, funziona come un seme che produce altri segni che, a loro volta, si articolano in strutture più consistenti fino a dilatarsi nell’ambiente. D’altra parte, i tronchi sono disposti ad altezze diverse, sembrano abitare il luogo della galleria come uno spazio non staccato dal mondo, sono sculture viventi non destinate a simulare la natura-paesaggio ma ad essere tramiti di un nuovo paesaggio, quello che Dario Trento ha definito “natura analoga”. In effetti, questo ciclo di lavoro indica fino a quale sottile e naturale ambiguità Sartelli sa spingere il rapporto tra l’oggetto-tronco e il manufatto artistico, esibendo senza finzioni il doppio registro arte-natura come poli visibili dello stesso magnetismo formale. Il fatto che l’immagine mostri 10


esplicitamente le possibilità della scultura di assumere non solo un’iconografia preesistente ma la presenza stessa della materia non mette in gioco l’idea provocatoria del ready-made e neppure il senso della simulazione ma solo, e unicamente, il desiderio di calarsi nel paesaggio come slancio verso altre consistenze materiche. Solo un profondo rispetto e un’ammirazione stupefatta per il linguaggio delle forme naturali può aver spinto Sartelli a questo difficile esercizio di equilibrio tra legno e metallo, tronco e corteccia, natura e scultura, duplice identità che si trasforma nell’unico destino possibile: l’immagine come sintesi di tutte le esperienze precedenti. In un ciclo dedicato all’idea di “foresta”, una vegetazione fatta di ferro e acciaio segue la vertigine verticale dell’albero che contiene altri alberi, viaggi istoriati nel fitto gremirsi dei segni, con minimi spiragli e con massimi dinamismi entro il loro nucleo di germinazione. In altri casi, sottili lingue di metallo si sollevano dal piano di appoggio, si sovrappongono lentamente fino a divaricarsi verso l’alto in un gesto di apertura, con un poetico senso di annullamento nella luce che ispira il silenzio, la meditazione, l’ascesi. La lavorazione della superficie tocca vertici di finezza e di precisione segnica che raggiunge esiti di non facile descrizione, soprattutto quando l’erosione della materia porta lo sguardo dall’altra parte della superficie, a traforare la soglia percettiva. Qui Sartelli si lascia andare ad un sensibilissimo esercizio di scrittura che gli serve per catturare la luce che trapela creando effetti preziosi, fioriture di pieni e di vuoti, trasalimenti del colore metallico in toni che corrispondono alle vibrazioni della luce. L’aspetto sottile e frastagliato materializza le inquietudini dell’artista, alla continua ricerca di variazioni e mutazioni che non devono mai ridurre la scultura ad essere eco del proprio linguaggio ma tensione verso l’origine della forma, condizione essenziale per interrogare la materia oltre se stessa. Questa tensione si avverte anche nel recente ciclo delle carte segnate, graffiate, incise come superfici cariche di sensi pittorici e vibrazioni plastiche, grandi pagine di quell’infinito poema di luce naturale dove Sartelli fissa le tracce mutevoli della sua inconfondibile arte. Claudio Cerritelli

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OPERE 1956 .2009


STRACCIO 1956, tecnica mista, 55x35 cm

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GARZA 1956, tecnica mista, 55x35 cm

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SCULTURA 1957, ferro, h 85 cm

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SCULTURA 1957, ferro, h 85 cm

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COLLAGE 1958, tecnica mista, 77x67 cm

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SCULTURA 1958, ferro, h 59 cm

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COLLAGE 1958, tecnica mista, 50x23 cm

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CARTINE DI CICCA 1959, tecnica mista, 66x48 cm

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CARTINE DI CICCA 1959, tecnica mista, 30x24 cm

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CICCA 1960, tecnica mista, 24x18 cm

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PAGLIA 1961, tecnica mista, 47x65 cm

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FIENO 1962, tecnica mista, 70x100 cm

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RAGNATELA DI STOPPA 1964, tecnica mista, 60x40 cm

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RAGNATELA DI STOPPA 1965, tecnica mista, 100x70 cm

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CICCHE 1970, tecnica mista, 60x50 cm

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PAGLIA 1974, tecnica mista, 100x70 cm

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RAGNATELA DI FILO 1975, tecnica mista, 66x48 cm

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PALI 1977, tecnica mista, 100x70 cm

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CICCA 1980, tecnica mista, 70x100 cm

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TERRA 1982, tecnica mista, 170x148 cm

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TERRA 1982, tecnica mista, 100x120 cm

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COMPOSIZIONE 1984, tecnica mista, 140x200 cm

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COMPOSIZIONE 1984, tecnica mista, 140x200 cm

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CARTA LAVORATA 1984, tecnica mista, 100x80 cm

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COMPOSIZIONE 1988, tecnica mista, 75x244 cm

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SCULTURA 1990, rovere, h 184 cm

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SCULTURA 1993, legno con inserti in ferro, 23x72x23 cm

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SCULTURA 1994, ferro, h 300 cm

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SCULTURA 1995, ferro, h 63 cm

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SCULTURA 1995, ferro, h 76 cm

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SCULTURA 1995, ferro, h 41 cm

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SCULTURA 1996, bronzo, h 73 cm

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SCULTURA 2000, acciaio inox, h 51 cm

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CARTA GRAFFIATA 2006, tecnica mista, 100x70 cm

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CARTA GRAFFIATA 2007, tecnica mista, 100x70 cm

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CARTA GRAFFIATA 2007, tecnica mista, 100x70 cm

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CARTA GRAFFIATA 2007, tecnica mista, 100x140 cm

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LUNA 2008, rete metallica con inserti in lamiera, 191x60 cm

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Biografia

Nasce a Imola nel 1925. Dal 1938 al 1944 frequenta a Imola il laboratorio di ebanisteria dell’intagliatore Gioacchino Meluzzi. A Imola sviluppa le sue prime sperimentazioni artistiche condotte attraverso un isolato e paziente tirocinio. Dagli anni ’40 si applica al restauro di sculture marmoree; tra queste da segnalare il ripristino, nel biennio 46-’47, di quelle poste ad ornamento del ponte cittadino sulla via Emilia. Nei primi anni del dopoguerra entra in contatto con gli ambienti artistici di Bologna. Nel 1958 la sua prima esposizione personale, al Circolo della Cultura del capoluogo emiliano, presentata da Maurizio Calvesi che con Andrea Emiliani rimarrà uno dei suoi più fedeli esegeti. Dagli anni ’50, per circa trent’anni, insegna pittura nell’atelier dell’ospedale psichiatrico “Luigi Lolli” di Imola; nel 1954 organizza a Roma, presso la Fondazione Bresso, una mostra di opere dei degenti. L’esposizione, che riscuote un vivo interesse sia in campo artistico che medico clinico, è oggetto di numerose recensioni sulla stampa nazionale a testimonianza della vasta eco suscitata. Nel 1962 riceve il premio per la scultura del Ministero della Pubblica Istruzione, e due anni più tardi, nel 1964, viene invitato da Maurizio Calvesi, Afro Basaldella, Lucio Fontana e Cesare Gnudi a partecipare alla XXXII Biennale di Venezia. In questi anni conduce il suo lavoro nello studio-officina collocato nella Rocca di Imola. La sua attività artistica si rinnova costantemente nelle tecniche e nei materiali. La continua sperimentazione, partendo dalla lavorazione del ferro e del legno, si spinge, negli anni ’50, verso una ricerca continua di nuovi materiali, dagli stracci ai fili metallici, dalle cicche alle cartine di sigaretta. Con gli anni ’60 introduce nella sua produzione il vimini, le paglie, le ragnatele, i ciocchi. Legno, carta, ferro e lamiere diventano dagli anni ’70 in poi materia della sua creazione artistica; avventura che è proseguita sino ai giorni nostri con una vastissima produzione che si manifesta in una gamma molto ampia di formati e tematiche. La produzione pittorica e scultorea di Sartelli è stata esposta in molte mostre personali e rassegne collettive ed è presente in numerosi musei e collezioni private.

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Principali mostre personali

1958 1962 1963 1964 1969 1973 1974 1977 1978 1979 1980

1981 1982 1983

1984

1985 1986

1988 1989 1991 1992 1993 1994

1995

1997 Palazzo Rasponi Murat Arti, Ravenna 1999 Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria Morone 6, Milano 2001 Galleria De’ Foscherari, Bologna 2002 Pinacoteca Civica, Bologna 2004 Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria Credito Cooperativo, Fusignano (Ra) 2005 Chiostro di San Domenico, Bologna Galleria L’Elefante, Treviso 2006 Galleria Peccolo, Livorno Palazzo Sersanti, Imola (Bo) Mauriziano, Reggio Emilia 2007 Rocca Sforzesca - Pinacoteca, Dozza (Bo) 2008 Museo Riva del Garda (Tn) Villa delle Rose, Bologna

Galleria Circolo di Cultura, Bologna Galleria Arco d’Alibert, Roma Galleria De’ Foscherari, Bologna Studio d’Arte Errepi, Bologna Galleria De’ Foscherari, Bologna Palazzo Comunale, Cesena (Fc) Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Galleria Nuova 13, Alessandria Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Galleria civica d’arte moderna Palazzo dei Diamanti, Ferrara Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Laboratorio d’arte contemporanea, Goro (Fe) Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Galleria Morone 6, Milano Galleria Primo Piano, Carpi (Mo) Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria Baccarini, Faenza (Ra) Galleria Il Patio, Ravenna Saletta comunale d’esposizione, Castel San Pietro Terme (Bo) Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Galleria Voltone della Molinella, Faenza (Ra) Santa Maria delle Croci, Ravenna Galleria municipale E. Manet, Genevilliers, Francia Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria Nuovo Ruolo, Forlì Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Galleria Il Sole, Bolzano Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria L’Incontro Imola (Bo) Cassero, Castel San Pietro Terme (Bo) Centro culturale Nuovo Ruolo, Forlì Pinacoteca Comunale, Imola (Bo) Galleria L’Incontro, Imola (Bo) Galleria De’ Foscherari, Bologna C.I.R., Imola (Bo) Galleria De’ Foscherari, Bologna Circolo degli Artisti, Faenza (Ra)

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Mostre collettive

1957 Galleria L’Ariete, Milano 1958 “Premio Morgan’s Paint”, Rimini 1962 “Premio Ministero della Pubblica Istruzione”, Roma 1963 “Premio Castello Svevo”, Termoli (Cb) 1964 XXXIII Biennale di Venezia 1985 “Premio Spoleto” “Premio Città del Tricolore”, Reggio Emilia 1967 “Premio Silvestro Lega”, Modigliana (Fc) 1968 “Premio Modigliani”, Livorno “Premio Michetti”, Francavilla a Mare (Ch) 1971 Rassegna “Muro dipinto”, Dozza Imolese (Bo) 1973 “Tre artisti in Romagna”, Palazzo delle Esposizioni, Faenza (Ra) 1976 “Rassegna d’arte contemporanea”, Ascoli Piceno “Arte Fiera Galleria il Centro”, Bologna 1977 “La carta”, Galleria De’ Foscherari, Bologna Palazzo Comunale, Foligno (Pg) Galleria Arco d’Alibert, Roma 1978 “Oggetti”, Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria La Piramide, Firenze Premio Campigna, S. Sofia (Fc) 1981 “Regesto 70”, Bologna “Immaginario mediterraneo”, Siracusa 1982 “Registrazione di frequenze”, Galleria comunale d’arte moderna, Bologna “Naturalismo, memoria e presenza”, GoroCodigoro (Fe)-Bagnacavallo (Ra) 1983 “Critica ad arte”, Palazzo Lanfranchi, Pisa “L’informale in Italia”, Galleria comunale d’arte moderna, Bologna “L’idea dell’oro”, Galleria De’Foscherari, Bologna 1984 “De via Aemilia”, Padiglione arte contemporanea Ferrara - Ca’ Vendramin Calergi, Venezia “Scultura disegnata”, Roma “Recenti acquisizioni”, Galleria comunale d’arte moderna, Bologna 1985 “Paesaggio e paesaggio”, Palazzo Ducale, Mantova 1986 “L’acquerello gigante”, Galleria De’ Foscherari, Bologna “Paesaggio senza territorio”, Castello della Mesola (Fe)

1987 1988

1989

1990

1991

1992 1993 1995 1996

1997

1998 1999

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“Premio Campigna”, S. Sofia (Fc) “Sculture, sculture, scultori. Tendenze in Emilia Romagna”, Cassero, San Pietro Terme (Bo) “Topothesia. Ricognizione d’ambiente”, Cassero, San Pietro Terme (Bo) “Premio Marconi”, Bologna “Premio Campigna”, S. Sofia (Fc) “Intorno al ’60”, Chiostri di S. Domenico, Imola (Bo) “La più bella Galleria d’Italia”, Fortezza da Basso, Firenze “L’art a Bologne”, Musèe de Augustins, Tolosa “Premio Avezzano Presenze”, Avezzano (Aq) “Collages”, Galleria De’ Foscherari, Bologna Galleria Arco d’Alibert, Roma “Figure del fiume”, Palazzo Buzzalla, Adria (Ro) “Acquisizioni ’89”, Galleria comunale d’arte moderna, Bologna “Premio Marche”, Ancona Galleria De’ Foscherari, Bologna “Premio Michetti”, Francavilla a Mare (Ch) “Paraxo”, Andorra “Museo all’aperto”, Maglione Canavese (To) “Cinquanta artisti a Santa Sofia”, S. Sofia (Fc) “L’arte del paesaggio”, Loggetta Lombardesca, Ravenna “Panorama arte a Bologna. La generazione di mezzo“, Monzuno-Bazzano-Baricella (Bo) “L’arte contemporanea a Bologna”, Prima Biennale, Palazzo Re Enzo, Bologna “Figure della pittura. Arte in Italia 1956-1968”, Palazzo Sarcinelli, Conegliano (Tv) “Elementi: aria, acqua, terra e fuoco”, Magazzino del Sale, Cervia (Ra) “Tra peso e leggerezza. Figure della scultura astratta in Italia”, Cantù (Co) “Arte italiana: ultimi quarant’anni. Materiali anomali”, Galleria d’Arte Moderna, Bologna “Dadaismo, dadaismi. Da Duchamp a Wharol“, Palazzo Forti, Verona “L’informale italiano”, Galleria Niccoli, Parma “Musica e no”, Palazzo Ducale, Mantova “Proiezione 2000“, XIII Quadriennale d’arte, Roma


Bibliografia

2000

2001

2004

2005

2006

2008

2009

“Paesaggio: cinquanta pittori nella Romagna del ’900“, Centro culturale il granaio, Fusignano (Ra) “Questione di segni“, Triennale, Bologna “Venti artisti a Sasso Corvaro”, Sasso Corvaro (Pu) Biennale d’arte “Aldo Roncaglia”, Rocca Estense, San Felice sul Panaro (Mo) “Per un altrove: tra arte e virtuale”, Pala De Andrè, Ravenna “Pittura in Romagna: aspetti e figure del ’900“, Palazzo del Ridotto, Galleria comunale d’arte moderna, Bologna “L’incanto della pittura, percorsi dell’arte italiana del secondo Novecento“, Casa del Mantegna, Mantova “Le immagini del corpo”, Galleria De’ Foscherari, Bologna “Vele d’oro alla carriera”, Marina di Ravenna (Ra) “L’opera e lo spazio. Sculture del novecento“, Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, S. Giorgio in Poggiale, Bologna “Riuso. Rifiuto o riusato ad arte“, Comune di Odolo (Bs) “Bologna si rivela“, Palazzo Fava, Bologna “Il futuro della tradizione“, 45° Premio Suzzara, Suzzara (Mn) “Laboratorio Italia“, 57° Premio Michetti, Francavilla a Mare (Ch) “Le nuove acquisizioni del museo“, Museo della città di Ravenna, Ravenna “Venti per venti”, Glob Art Gallery, Acqui Terme (Al) “Informale Italiano“, Fondazione Città di Cremona, Cremona “Sulle tracce di Licini“, Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno Premio internazionale di Pittura Scultura e Arte Elettronica Guglielmo Marconi. “Per una storia 1988-2009“, Fondazione Marconi-Circolo Artistico di Bologna-Università di Bologna, Bologna “I Paesaggi e la Natura dell’Arte”, Museo d’arte contemporanea Arcos, Benevento “Parole al minimo“, Cavenaghi Arte, Milano

1958 M. Calvesi, Sculture e collages, presentazione mostra personale, Galleria Circolo di Cultura, Bologna. 1962 M. Calvesi, Germano Sartelli, presentazione mostra personale Galleria Arco d’Alibert, Roma 1963 A. Emiliani, Germano Sartelli, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. 1965 A. Emiliani, A scatola aperta, presentazione mostra personale, Errepi Studio d’Arte, Bologna. 1969 M. Calvesi, A. Emiliani, Germano Sartelli, catalogo, Galleria De’Foscherari, Bologna. 1973 P. G. Castagnoli, Sartelli, in Tre artisti in Romagna, catalogo, Palazzo delle Esposizioni, Faenza (Ra). R. Savi, Tre artisti in Romagna, “Nac”, 1973, n.6/7, pp. 30-31. 1974 P. G. Castagnoli, Germano Sartelli, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. 1977 P. G. Castagnoli, Germano Sartelli, catalogo, Galleria De’Foscherari, Bologna 1978 C. Spadoni, Sartelli, catalogo, Galleria L’Incontro, Imola (Bo). 1979 G. Fioroni, Germano Sartelli, catalogo, Galleria L’Incontro, Imola (Bo). M. Vescovo, Germano Sartelli, catalogo, Galleria d’arte moderna Nuova 13, Alessandria. 1980 M. Vescovo, Sartelli, catalogo, Galleria L’Incontro, Imola (Bo). G. Castagnoli, Germano Sartelli, catalogo, Galleria civica d’arte moderna Palazzo dei Diamanti, Ferrara. C. Cerritelli, Germano Sartelli fantasma tra le cose, “Questarte”, aprile. 1981 C. Spadoni, Germano Sartelli, legno, smalto, ferro, vimini, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. P. G. Castagnoli, Diario di un poeta dell’Appennino, “La Repubblica”, 3 giugno. B. Bandini, L’avventura di Ulisse, in Immaginario mediterraneo, catalogo, Siracusa. C. Cerritelli, Germano Sartelli, catalogo, Galleria L’Incontro, Imola (Bo). 1982 C. Spadoni, Naturalismo memoria e presenza, catalogo, Goro (Fe). 1983 A. Zevi, Germano Sartelli fu avvolto da mille ragnatele, “La Repubblica”.

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1987

1988

1989

1990

1991

C. Spadoni, Per un itinerario critico di Germano Sartelli, catalogo, Galleria Morone 6, Milano. A. Baccilieri, Germano Sartelli, in R. Barilli, F. Solmi (a cura di), L’informale in Italia, Bologna. V. Boarini, Con i residui del mondo le metamorfosi antiche di Germano Sartelli, “La Repubblica”. C. Cerritelli, Una “via” improbabile, in De Via Aemilia. Percorsi critici per tre generazioni di artisti negli anni ’80, catalogo, Padiglione Arte Contemporanea, Ferrara/ Ca’ Vendramin Calergi, Venezia. C. Spadoni, Germano Sartelli, catalogo, Galleria Il Patio, Ravenna. R. Pedrazzoli (a cura di), Paesaggio e paesaggio, catalogo, Palazzo Ducale, Mantova. C. Spadoni, G. Sartelli, catalogo, Galleria L’Incontro, Imola (Bo). V. Sgarbi (a cura di), Paesaggio senza territorio, catalogo, Castello della Mesola, Ferrara. A. Baccilieri, Scultura, sculture, scultori. Tendenze in Emilia Romagna, catalogo, Castel San Pietro Terme (Bo). A. Baccilieri, E. Crispoldi, C. Spadoni (a cura di), Catalogo Premio Campigna 1986 Trentesima edizione, S. Sofia (Fc). C. Spadoni, Germano Sartelli, catalogo, Santa Maria delle Croci, Ravenna. C. Cerritelli, La vocazione della natura, Germano Sartelli, in Maestri d’avventura, Ravenna C. Spadoni, Germano Sartelli, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. C. Spadoni, Germano Sartelli, “Flash Art” n.145. C. Spadoni (a cura di), Intorno al Sessanta. Aspetti dell’arte italiana dopo l’informale, 1958-1964, catalogo, Chiostri di S. Domenico, Imola (Bo). A. Baccilieri, E. Crispoldi, C. Spadoni (a cura di), I premi Campigna, Storia ed attualità, S. Sofia (Fc). C. Spadoni (a cura di), Premio Marche 1990. Biennale d’arte contemporanea. Rassegna nazionale, catalogo, Ancona. C. Spadoni, Germano Sartelli, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna.

1992 1993

1994

1995

1997

1999 2001 2004

2005 2006 2008

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C. Cerritelli, L’arte del paesaggio, aspetti della pittura italiana dal divisionismo all’informale, Loggetta Lombardesca, Ravenna. C. Spadoni, Carte lavorate, catalogo, Rasponi Arte Contemporanea, Bologna. R. Paiano, Germano Sartelli, catalogo, Castel San Pietro Terme (Bo). P. Bonfiglioli, L’arte contemporanea a Bologna. Prima Biennale, catalogo, Palazzo Re Enzo, Bologna. A.L. Alessandrini, Sartelli Germano, in La Pittura in Italia, il Novecento/2, 1945-1990, tomo secondo, Electa, Milano, p. 859. A. Emiliani, R. Pajano, C. Spadoni, Sartelli 1954-94, Pinacoteca Comunale, Imola (Bo). A. Emiliani, Germano Sartelli o dell’incantamento, catalogo, Galleria De’Foscherari, Bologna. M. Calvesi, A. Emiliani, M. Scolaro, C. Spadoni, Germano Sartelli. Racconti della memoria, Circolo degli Artisti, Faenza (Ra). G. Guberti, Germano Sartelli, catalogo, Palazzo Rasponi Murat Arti, Ravenna. R. Pasini, L’informale italiano, Edizioni Galleria Niccoli, Parma. D. Trento, La natura analoga, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. R. Daolio, Palinsesti, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. R. Daolio, Arpe d’erba e spartiti di latta, catalogo, Galleria De’Foscherari, Bologna. A. Emiliani, Mio caro Germano, catalogo, Galleria De’ Foscherari, Bologna. C. Cerritelli, Segreti della natura, catalogo, Premio Marconi, Bologna. A. Zanchetta, Penseé-Inventa(ria)re Sartelli, catalogo, Galleria Peccolo, Livorno. C. Cerritelli, Nel ritmo segreto della natura. Sulla scultura di Germano Sartelli, e Il respiro ambientale della scultura, tra storia e attualità, conversazione con A. Emiliani, catalogo, Museo Riva del Garda (Tn). C. Cerritelli, Ritmi segreti della natura, in Sulle tracce di Licini, catalogo, Palazzo dei Capitani, Ascoli Piceno.


Elenco opere

pag 14 STRACCIO 1956, tecnica mista, 55x35 cm

pag 27 RAGNATELA DI STOPPA 1965, tecnica mista, 100x70 cm

pag 44 SCULTURA 1994, ferro, h 300 cm

pag 15 GARZA 1956, tecnica mista, 55x35 cm

pag 28 CICCHE 1970, tecnica mista, 60x50 cm

pag 45 SCULTURA 1995, ferro, h 63 cm

pag 16 SCULTURA 1957, ferro, h 85 cm

pag 29 PAGLIA 1974, tecnica mista, 100x70 cm

pag 46 SCULTURA 1995, ferro, h 76 cm

pag 17 SCULTURA 1957, ferro, h 85 cm

pag 30 RAGNATELA DI FILO 1975, tecnica mista, 66x48 cm

pag 47 SCULTURA 1995, ferro, h 41 cm

pag 18 COLLAGE 1958, tecnica mista, 77x67 cm

pag 31 PALI 1977, tecnica mista, 100x70 cm

pag 48 SCULTURA 1996, bronzo, h 73 cm

pag 19 SCULTURA 1958, ferro, h 59 cm

pag 33 CICCA 1980, tecnica mista, 70x100 cm

pag 49 SCULTURA 2000, acciaio inox, h 51 cm

pag 20 COLLAGE 1958, tecnica mista, 50x23 cm

pag 34 TERRA 1982, tecnica mista, 170x148 cm

pag 51 CARTA GRAFFIATA 2006, tecnica mista, 100x70 cm

pag 21 CARTINE DI CICCA 1959, tecnica mista, 66x48 cm

pag 35 TERRA 1982, tecnica mista, 100x120 cm

pag 52 CARTA GRAFFIATA 2007, tecnica mista, 100x70 cm

pag 22 CARTINE DI CICCA 1959, tecnica mista, 30x24 cm

pag 36, 37 COMPOSIZIONE 1984, tecnica mista, 140x200 cm

pag 53 CARTA GRAFFIATA 2007, tecnica mista, 100x70 cm

pag 23 CICCA 1960, tecnica mista, 24x18 cm

pag 39 CARTA LAVORATA 1984, tecnica mista, 100x80 cm

pag 54 CARTA GRAFFIATA 2007, tecnica mista, 100x140 cm

pag 24 PAGLIA 1961, tecnica mista, 47x65 cm

pag 40, 41 COMPOSIZIONE 1988, tecnica mista, 75x244 cm

pag 55 LUNA 2008, rete metallica con inserti in lamiera, 191x60 cm

pag 25 FIENO 1962, tecnica mista, 70x100 cm

pag 42 SCULTURA 1990, rovere, h 184 cm

pag 26 RAGNATELA DI STOPPA 1964, tecnica mista, 60x40 cm

pag 43 SCULTURA 1993, legno con inserti in ferro, 23x72x23 cm

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Un ringraziamento particolare a Famiglia Zanchetta Provincia di Ravenna

per la disponibilitĂ degli spazi espositivi Comune di Ravenna Assessorato alla Cultura

Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

48100 Ravenna - Via A. Guerrini, 9 - Tel/Fax 0544.217274

MAIL BOXES ETC. www.mbe.it

Studio Legale Orlando Ravenna

HOBBY FOTO Via Castel San Pietro 33 48100 Ravenna

RUSSI - RAVENNA

UDINE



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