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Edizioni Capit Ravenna Premio di Pittura Marina di Ravenna 2012 - 56a edizione
I vincitori al MAR
Edizioni Capit Ravenna
Premio Marina di Ravenna 2012 Rassegna internazionale di pittura 56a edizione
I vincitori al MAR
Premio Marina di Ravenna 2012 Rassegna internazionale di pittura 56ÂŞ edizione
I vincitori al MAR
Premio Marina di Ravenna 2012 / Marina di Ravenna Prize 2012 Rassegna internazionale di pittura / International Painting Event 56ª Edizione / 56th Edition
I vincitori al MAR / Winners at the MAR Organizzazione / Organisation Capit Ravenna
Servizio fotografico / Photography Luciano Carugo
Collaborazioni / Collaborators MAR Museo d’Arte della città di Ravenna Pro Loco Marina di Ravenna
Ringraziamenti / Thanks to Gino Babini Franco Bertaccini Giovanni Sarasini
Patrocini / Sponsorship Ministero per i Beni e le Attività Culturali Regione Emilia Romagna Provincia di Ravenna Comune di Ravenna A cura di / Curated by Pericle Stoppa Segreteria / Secretarial Office Serena Tondini Barbara Bertozzi Selezione finalisti / Selection of Finalists Paola Babini Rosetta Berardi Roberto Pagnani
Catalogo / Catalogue Schede biografiche / Biographical Details Rosetta Berardi Traduzioni / Translations David Smith Cura editoriale / Editor Serena Tondini Stampa / Printers Tipografia Moderna, Ravenna Recapiti / Contact Premio Marina di Ravenna c/o Capit Ravenna via Gradenigo, 6 – 48122 Ravenna tel. 0544.591715 – fax 0544.598350 e-mail: capitra@libero.it www.capitra.it
Giuria / Jury Claudio Spadoni Francesca Baboni Sandro Parmiggiani Marco Tonelli Pericle Stoppa (Segretario) Comunicazioni esterne / External Communications Capit Ravenna Alberto Argnani Attilia Tartagni MAR Francesca Boschetti Nada Mamish Allestimento mostra / Exhibition Preparation Davide Caroli Mauro Focaccia
Riconoscenza / Acknowledgement
Premio Marina di Ravenna Marina di Ravenna Prize
2012 Rassegna internazionale di pittura International Painting Event
I vincitori al MAR Winners at the MAR
Bo Mi Kim Sandro Palmieri Marco Pariani Marina Scardacciu Giovanna Sottini
7 dicembre 2012 - 6 gennaio 2013 MAR Museo d'Arte della cittĂ , Ravenna
Edizioni Capit Ravenna
Presentazione
Presentation
Pericle Stoppa
Pericle Stoppa
Con la mostra al Mar, dedicata ai cinque vincitori del Premio Marina di Ravenna 2012 e corredata del presente catalogo, si conclude un’edizione particolarmente riuscita di una rassegna che, per la sua lunga storia e per quanto sa ancora esprimere, rappresenta un appuntamento atteso e qualificato nel complesso panorama degli eventi artistici che si realizzano nel nostro Paese.
With the exhibition at the MAR, dedicated to the five winners of the Marina di Ravenna Prize 2012 and accompanied by this catalogue, we conclude a particularly successful edition of an event which – with its long history and with what it is still able to express – is an eagerly awaited, high-level date on the complex calendar of artistic initiatives organised in our country.
Ancora una volta il Premio Marina ha mantenuto fede alla propria identità, strettamente collegata alle espressioni riconducibili alla sola pittura, senza con ciò disconoscere il valore di altre forme espressive che si manifestano, anche in termini di innovazione, nel variegato mondo delle arti figurative.
Once again the Marina Prize has remained faithful to its own identity, closely linked to expression relating to painting alone, yet without disregarding the value of other expressive forms that emerge, also in terms of innovation, in the variegated world of the figurative arts. The 2012 event confirmed the decision to restrict participation in the competition to painters under 40, which met with a very flattering response: no less than 254 young artists took part, more than 30 of them foreign, lending the feature of internationality that was one of our aims.
Con l’edizione 2012 si è confermata la scelta di riservare la partecipazione al concorso ai pittori di età inferiore ai 40 anni, riscontrando una risposta molto lusinghiera: ben 254 giovani artisti hanno aderito, oltre 30 dei quali di nazionalità straniere, facendo assumere alla manifestazione quel carattere di internazionalità che rientrava nei nostri obiettivi.
From the viewpoint of quality too, the responses lived up to expectations, demonstrating that painting is still alive and well and that the ferment permeating it among the younger generations represents a guarantee for the future. Definitely positive elements that underscore the identity of the Prize and strengthen us in our conviction.
Anche dal punto di vista della qualità le risposte sono risultate adeguate alle attese, a conferma che la pittura è tuttora viva e che il fermento che l’attraversa fra le giovani generazioni rappresenta una garanzia per il futuro. Si tratta di elementi sicuramente positivi che rimarcano l’identità del Premio e ci rafforzano nella nostra convinzione.
The selection Commission appointed to assess the works presented undertook an intense and far from simple assignment, from which the names of 38 finalists were drawn:
La Commissione preposta alla selezione nel valutare le opere presentate si è sottoposta a un intenso e non semplice lavoro dal quale sono scaturiti i nomi dei 38 artisti finalisti:
Rima Almozayyen, Federico Aprile, Mauro Bendandi, Giorgio Bernucci, Andrea Mario Bertocchi, Maddalena Buffoni, Daniele Cestari, Mary Cinque, Matteo Cocci, Rudy Cremonini, Marco Cuttica, Paula Dias, Massimiliano Errera, Sara Faccin, Jessica Ferro, Jacopo Flamigni, Simone Gardini, Fosco Grisendi, Vincenzo Grosso, Shih Hsing Chun, Enrico Ingenito, Bo Mi Kim, Krisztina Kormos, Kikoko Kokovi Kouevi Akoe Ekoe, Vincenzo Marsiglia, Enrico Minguzzi, Riccardo Negri,
Rima Almozayyen, Federico Aprile, Mauro Bendandi, Giorgio Bernucci, Andrea Mario Bertocchi, Maddalena Buffoni, Daniele Cestari, Mary Cinque, Matteo Cocci, Rudy Cremonini, Marco Cuttica, Paula Dias, Massimiliano Errera, Sara Faccin, Jessica Ferro, Jacopo Flamigni, Simone Gardini, Fosco Grisendi, Vincenzo Grosso, Shih
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Sabrina Ortolani, Sandro Palmieri, Marco Pariani, Paola Rattazzi, Michela Riba, Carlo Rivalta, Marina Scardacciu, Gennaro Scarpetta, Giovanna Sottini, Monia Strada, Ayano Yamamoto.
Hsing Chun, Enrico Ingenito, Bo Mi Kim, Krisztina Kormos, Kikoko Kokovi Kouevi Akoe Ekoe, Vincenzo Marsiglia, Enrico Minguzzi, Riccardo Negri, Sabrina Ortolani, Sandro Palmieri, Marco Pariani, Paola Rattazzi, Michela Riba, Carlo Rivalta, Marina Scardacciu, Gennaro Scarpetta, Giovanna Sottini, Monia Strada, Ayano Yamamoto.
The Marina Prize, held mainly from 23 to 25 August, took place at the FaroArte Gallery in Marina di Ravenna where the works of the finalists were on show until 10 September. Full days, devoted to being together in a climate of friendship and of participation in a rich programme of meetings and events, of which we give a photographic summing-up in the closing pages of this catalogue.
Il programma della manifestazione si è svolto in gran parte dal 23 al 25 agosto presso la Galleria FaroArte di Marina di Ravenna dove la mostra delle opere finaliste si è protratta fino al 10 settembre. Sono state giornate piene, all’insegna dello stare assieme in un clima di amicizia e di partecipazione al ricco calendario di incontri e di eventi, di cui diamo un resoconto fotografico nelle pagine conclusive di questo catalogo.
Judges Francesca Baboni, Sandro Parmiggiani, Marco Tonelli and Claudio Spadoni had the task of choosing five winners from the 38 finalists, whose names were read out in the course of the outdoor prize-giving ceremony in Marina di Ravenna’s most frequented and characteristic piazza, attended by a great crowd and in an atmosphere of curiosity and expectation.
Alla Giuria del Premio composta da Francesca Baboni, Sandro Parmiggiani, Marco Tonelli e Claudio Spadoni era riservato il compito di scegliere i cinque vincitori tra i 38 finalisti, i cui nomi sono stati resi noti nel corso della cerimonia di premiazione svoltasi all’aperto, nella piazza più frequentata e caratteristica di Marina di Ravenna, alla presenza di un folto pubblico e in un’atmosfera di curiosità e di attesa.
The applause elicited by the names of Bo Mi Kim, Sandro Palmieri, Marco Pariani, Marina Scardacciu and Giovanna Sottini was undoubtedly directed also at the other finalists who had created an artistic encounter that met with such general appreciation.
Gli applausi che hanno accompagnato i nomi di Bo Mi Kim, Sandro Palmieri, Marco Pariani, Marina Scardacciu e Giovanna Sottini, erano certamente rivolti anche a tutti i finalisti che hanno dato vita ad un incontro d’arte che ha riscontrato un generalizzato apprezzamento.
For these reasons I extend heartfelt thanks to everyone who contributed to the fine outcome of the Prize: the members of the selection Commission and the Jury, the various public and private concerns that backed the event and all the individuals who collaborated voluntarily.
Per queste ragioni rivolgo un sentito ringraziamento a tutti quanti hanno collaborato per il buon esito del Premio: ai membri della Commissione di selezione e della Giuria, ai vari soggetti pubblici e privati che hanno sostenuto la manifestazione e a tutte le persone che volontariamente hanno collaborato.
Special thanks to Claudio Spadoni, artistic director of the MAR, whose attention to and support of the Marina Prize increase its value and image.
Un ringraziamento particolare rivolgiamo a Claudio Spadoni, direttore artistico del Mar, per l’attenzione e il supporto che riserva al Premio Marina, accrescendone il valore e l’immagine.
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Premessa
Foreword
Claudio Spadoni
Claudio Spadoni
Non è certo per assecondare la tendenza giovanilistica, in voga ormai da tempo, che il Premio Marina di Ravenna ha adottato da due anni la scelta di riservare la manifestazione a giovani pittori. Una linea che solo in parte si discosta dalla lunga tradizione del ‘Marina’, peraltro opportunamente rimodellato rispetto alla formula iniziale dell’ ‘estemporanea’, che aveva mostrato col passare degli anni tutta la sua inadeguatezza. Com’è accaduto, peraltro, a tutte le analoghe manifestazioni sopravvissute anche alla tabula rasa sessantottesca.
It certainly wasn’t to endorse the youthful trend in vogue for some time that the Marina di Ravenna Prize decided two years ago to restrict the event to young painters. It’s a line which only shifts in part from the long ‘Marina’ tradition, which has moreover been suitably remodelled with regard to the initial ‘extemporaneous’ formula that with the passing of time had revealed all its inadequacy. Just as it happened with all similar events that had also survived the tabula rasa of ‘68. The choice of a competition restricted to painters under 40 responds rather to a twofold need: that of not proceeding with further and therefore somewhat taken for granted homage to figures already widely consecrated, and at the same time the determination to aim at the continuity of painting, understood in all its possible technical extensions. With regard above all to this second aspect, faithfulness to the tradition of the ‘Prize’ seeks to find in the work of young artists that singularity which does not contradict the need to keep an eye fixed on our own time.
La scelta di un concorso riservato a pittori ‘under 40’ risponde piuttosto ad una duplice esigenza: quella di non proseguire con ulteriori e dunque un po’ scontati omaggi a figure già ampiamente consacrate, e insieme la determinazione di puntare sulla continuità della pittura, sia pure intesa in tutte le sue possibili estensioni tecniche. Soprattutto per questo secondo aspetto, la fedeltà alla tradizione del ‘Premio’ intende trovare nel lavoro di giovani artisti quella peculiarità che non contraddice l’esigenza di tenere lo sguardo puntato sul nostro tempo.
In other words, on that condition summed up by a key word like ‘the contemporary’, frequently used at the risk of even gross approximations and equivocations. It should be understood that the strongest stake lies precisely in the choice of limiting the field to painting, in order to assess its endurance with respect to all the new expressive media and ‘tradition of the new’ techniques. Which, as seems evident, have returned to the almost unconditional embrace of artistic officialdom after the ‘setback’ that occurred in the famous – or notorious, depending on your opinion – 1980s: from the Transavanguardia to the New Savages and kindred spirits, to make it clear, who held the floor for a handful of years before undergoing a marked and almost inevitable re-dimensioning, with exceptions where they are due.
In altri termini, su quella condizione riassunta da una parola chiave come ‘il contemporaneo’, spesa frequentemente a rischio di approssimazioni ed equivoci anche grossolani. La scommessa più forte, s’intende bene, sta proprio nella scelta di restringere il campo alla pittura per saggiarne la tenuta a fronte di tutti i nuovi media espressivi e le tecniche da ‘tradizione del nuovo’. Che, come appare evidente, sono tornate ad accogliere il consenso quasi incondizionato dell’ufficialità artistica dopo il ‘ribaltone’ operato nei famosi – o famigerati, a seconda delle opinioni - anni Ottanta: dalla Transavanguardia ai Nuovi Selvaggi, e affini, per intenderci, che hanno tenuto banco per una manciata d’anni, prima di subire un marcato ridimensionamento, fatte salve le debite eccezioni, quasi inevitabile.
At bottom, a young artist’s choice of painting today stands for courageous faith in the possibil-
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In fondo, la scelta della pratica pittorica per un giovane d’oggi sta a significare una coraggiosa fiducia nella possibilità d’essere comunque interprete del proprio tempo, ma in una continuità di memoria che è insieme consapevolezza dei valori non surrogabili che la pittura rappresenta. Semmai, è proprio il confronto con lo sterminato orizzonte della storia della pittura stessa a rendere ancora più arduo ogni confronto, nel momento in cui si è quasi del tutto dismessa l’abitudine a ‘vedere’ e a intendere quanto l’opera dipinta può ancora esprimere.
ity of being in any case an interpreter of one’s time, but in a continuity of memory which is also awareness of the irreplaceable values that painting represents. If anything, it is precisely comparison with the endless horizon of the history of painting itself that renders any comparison even more arduous at a moment in which the habit of ‘seeing’ and of understanding how much the painted work may still express has been almost wholly cast off. This second edition of the ‘Marina’ is therefore far from being a mustering of the nostalgic but rather a question of young artists who have not given in to the enticements of different and perhaps, at least apparently, smoother roads.
Questa seconda edizione del ‘Marina’ è dunque quanto di più lontano da una chiamata a raccolta di nostalgici; piuttosto, si tratta di giovani che non hanno ceduto alle lusinghe di strade diverse, e magari, almeno all’apparenza, più agevoli.
So it seems to me a propitious occasion also for a museum, the MAR, which rewards the five selected artists with an exhibition, to once more demonstrate how history and topicality may not only cohabit but also turn out to be reciprocally necessary in a bond of consequentiality. And then I see it as a good sign that these young painters – Bo Mi Kim from Korea, Sandro Palmieri from Florence, Marco Pariani from Varese, Marina Scardacciu from Sassari and Giovanna Sottini from Brescia – are so different one from the other. And if it is no longer geography that characterises their expressive modes – as with ‘schools’ of painting, especially Italian, down through the ages – but the long-time contributions of an internationality of culture and a widespread eclecticism, as they say, which appears also on the historical surface of painting, then we must welcome it as a confirmation of awareness. Just like certain traits, perhaps revelatory of returning echoes from a not wholly evaporated historic memory: this too is a certain sign of prerogatives that hark back to the prime, still sustainable reasons of painting.
Mi sembra dunque un’occasione propizia, anche per un museo, il MAR, che premia con una mostra i cinque artisti selezionati, per dimostrare una volta di più come storia e attualità possano non solo convivere ma risultare reciprocamente necessari in un legame di consequenzialità. Che poi questi giovani pittori, la coreana Bo Mi Kim, il fiorentino Sandro Palmieri, il varesino Marco Pariani, Marina Scardacciu di Sassari, Giovanna Sottini di Brescia, siano quanto più diversi fra loro, mi pare buon segno. E se non è più la geografia a caratterizzare i loro modi espressivi- come lungo i secoli è stato proprio delle ‘scuole’ pittoriche, soprattutto italiane- ma sono ormai da molto tempo i portati di una internazionalità della cultura e un diffuso eclettismo, come si dice, ad affiorare anche sulla superficie storica della pittura, lo si dovrà accogliere come una conferma di consapevolezza. Così come certe tracce rivelatrici, magari, di echi ritornanti di una memoria storica non del tutto svaporata: anche questo un segno certo di prerogative che rimandano alle ragioni prime tuttora sostenibili della pittura.
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Bo Mi Kim Sandro Palmieri Marco Pariani Marina Scardacciu Giovanna Sottini
Bo Mi Kim
Bo Mi Kim
Nasce in Corea nel 1978. Vive a Seoul dove, fin dalle scuole superiori, inizia la sua formazione artistica. Nel 2011 si laurea all’Accademia di Belle Arti. Le sue mostre personali più recenti: 2012, I see myself in“Lim”(forest), Seoul Grimson Gallery and Gangneung Gallery; 2011, Oasis, Gangneung Gallery; 2010, Topo house Gallery; 2006, Selected Artist and exhibition in Songeun Gallery. Ha preso parte a diverse collettive fra le quali: 2012, Kunstart 12, Fierabolzano, Bolzano Italy; 2011, Qingdao Contemporary Art Fair, Qingdao Convention Centre; Yeo Baik Exhibition, Jeju Cultural Centre; Korean Women Artists Painting Exhibition, Seoul City Gallery (Gyeonghigung Branch); Hongik, Korean Women Artists Painting Exhibition, Insa Art Centre; Yeo Baik Exhibition, Korean Cultural Centre, Tokyo; Hong, Dong, Bak Private Exhibition, Baeksong Gallery, Yeo Baik Exhibition, IS Gallery. artforumasia@gmail.com
Born in Korea 1978. Lives in Seoul where she began her artistic training while still at high school. In 2011 she graduated at the Fine Arts Academy. Most recent solo shows: 2012, I see myself in “Lim” (forest), Seoul Grimson Gallery and Gangneung Gallery; 2011, Oasis, Gangneung Gallery; 2010, Topo House Gallery; 2006, Selected Artist and exhibition at Songeun Gallery. Has taken part in various collective exhibitions including: 2012, Kunstart 12, Fierabolzano, Bolzano Italy; 2011, Qingdao Contemporary Art Fair, Qingdao Convention Centre; Yeo Baik Exhibition, Jeju Cultural Centre; Korean Women Artists Painting Exhibition, Seoul City Gallery (Gyeonghigung Branch); Hongik, Korean Women Artists Painting Exhibition, Insa Art Centre; Yeo Baik Exhibition, Korean Cultural Centre, Tokyo; Hong, Dong, Bak Private Exhibition, Baeksong Gallery, Yeo Baik Exhibition, IS Gallery. artforumasia@gmail.com
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Bo Mi Kim. L’uomo è natura
Bo Mi Kim. Man is Nature
Daniele Torcellini
Daniele Torcellini
Bo Mi Kim, coreana, 1978, porta nella contemporaneità la lezione dell’antica pittura ad inchiostro dell’Asia Orientale per farne, ora come allora, la chiave d’accesso di un rapporto privilegiato con la natura che sia di pieno equilibrio e di serena armonia. L’inestricabile intreccio tra pittura, filosofia e spiritualità rivive di significati che al mutare delle epoche storiche mantengo intatti i propri valori. La ricerca di una compenetrazione tra animo umano e anima del mondo si riflette in una pratica artistica di perfetto controllo formale che fa dell’albero di pino il suo soggetto preferenziale. Quella di Bo Mi Kim è una astrazione della natura, di cui si vuole cogliere l’essenza, idealizzandola attraverso una pittura lirica e ineluttabile, per potersi liberamente abbandonare in essa lasciandosi alle spalle quotidianità difficili.
Bo Mi Kim, Korean, born 1978, brings to contemporaneity the lesson of the ancient East Asian art of ink wash painting, making it now as then the access key to a privileged relationship with nature that is fully balanced and in serene harmony. The inextricable interweave between painting, philosophy and spirituality lives once again with meanings that have maintained their values intact through the ages. The quest for interpenetration between human spirit and soul of the world is reflected in an artistic practice of perfect formal control which makes the pine tree its preferential subject. Bo Mi Kim’s is an abstraction of nature that seeks to grasp its essence, idealising it through lyrical and ineluctable painting in order to freely abandon oneself in it, leaving behind the difficulties of everydayness. Bo Mi Kim’s theme and style reveals a thread that reconnects the artist’s work with one of the most emblematic Japanese art works of the Momoyama period (late 16th century) – the pine trees of painter Hasegawa T haku – where the secret of the power of the scene seems hidden behind the emptiness of the white which immerses the trees in a poetically suspended atmosphere, in the complicity of the unresolved mystery, be it a completed work or a preparatory drawing. But the Korean artist’s work cannot be said to be directly influenced by her distant Japanese predecessor: rather it is a shared sensibility that leads towards comparable results. Bo Mi Kim moves within the fabric of a contemporaneity – unravelled and amalgamated – of which she rejects the internationalist enticements of modes of art uprooted from their places of origin, but with which she compares herself freely. If others choose the terrain of westernised forms to reflect on the role, nature, identity and possibilities, intrinsic and in the context of the international chessboard, of an orient – Korea in particular – in artistic, cultural and economic ascent, Bo Mi Kim literally plunges her roots in tradition in order to emerge with a signal of highly personal imprint and clear impact.
Nel tema e nello stile di Bo Mi Kim si rivela un fil rouge che riconnette il lavoro dell’artista ad una delle opere più emblematiche dell’arte giapponese del periodo Momoyama (fine XVI secolo) - i pini del pittore Hasegawa T haku - dove il segreto della forza della scena sembra nascondersi dietro il vuoto del bianco che immerge gli alberi in un’atmosfera poeticamente sospesa, nella complicità del mistero irrisolto se si tratti di un’opera completa o di un disegno preparatorio. Ma il lavoro della coreana non può dirsi direttamente influenzato da quello del lontano predecessore giapponese, piuttosto è una sensibilità condivisa a spingere verso risultati avvicinabili. Bo Mi Kim si muove nel tessuto di una contemporaneità - sfilacciato e amalgamato - di cui rifiuta le lusinghe internazionalistiche di modi dell’arte sradicati dai loro luoghi di provenienza, ma con il quale si confronta liberamente. Se altri scelgono il terreno di forme occidentalizzate per riflettere sul ruolo, sulla natura, sull’identità, sulle possibilità, intrinseche e nel contesto dello scacchiere internazionale, di un oriente - e una Corea in particolare - in ascesa artistica, culturale ed economica, Bo Mi Kim affonda, letteralmente, le radici nella tradizione per uscirne con un segnale di forte impronta personale e chiaro impatto.
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Un alfabeto ridotto e una grammatica semplificata per una lucida astrazione - dove il vuoto è tanto determinante quanto i segni del pennello - che vede particolari scelti di natura assumere valore assoluto e senza tempo. Un monocromo fatto di neri e pochi toni di grigio che si stagliano con forza sul bianco delle carte coreane su cui l’inchiostro è steso - rapidamente e con mano sicura - in lotta contro il suo veloce spandersi sulla superficie. Pennellate a volte più tese, asciutte e nervose, altre più larghe e fluide, che portano con sé ancora una memoria calligrafica. Ché sì le uniche variabili in gioco sono quelle legate al modo di utilizzare il pennello e alla miscela di acqua e inchiostro. Maggiore o minore pressione sulla carta, punto di attacco, punto di rilascio, direzione e velocità della pennellata. Tronchi, rami, venature, cortecce, nodi, arbusti, foglie, chiome, Bo Mi Kim ha un modo di usare il pennello - studiato ma libero e spontaneo nell’apparire - per ognuno degli elementi raffigurati. Ne emergono stesure pittoriche che descrivono e decorano alle stesso tempo, sospese tra la profondità dell’atmosfera e la superficie della carta e dei segni.
A reduced alphabet and simplified grammar for lucid abstraction – where empty space is just as determining as the brushstrokes – which sees selected details of nature take on an absolute and timeless value. A monochrome of blacks and few shades of grey that stand out strongly against the white of the Korean papers on which the ink is laid – rapidly and with a steady hand – in the struggle to keep it from quickly spreading over the surface. Brushstrokes sometimes tenser, drier and more nervous, other times broader and more fluid, which carry with them a memory of calligraphy. Because the sole variables in the game are those linked to the way of using the brush and to the mixture of water and ink. Greater or lesser pressure on the paper, point of contact, point of release, direction and speed of the brushstroke. Trunks, branches, grains, barks, knots, shrubs, leaves, foliages, Bo Mi Kim has a way of using the brush – studied but apparently free and spontaneous – for each of the elements depicted. What emerges is a pictorial spreading which at once describes and decorates, suspended between the depth of the atmosphere and the surface of the paper and signs.
L’artista coreana, nella sua pittura compie una ricerca che ha come obiettivo la sintesi e non l’analisi della natura, la verosimiglianza e non il realismo delle forme, in ultimo la verità dello spirito. La sua natura vive in frammenti colti da punti vista mutevoli. Talvolta stretti e bassi sul punto in cui il tronco e il terreno si incontrano. Talvolta più allargati e alti verso il punto in cui sono le chiome e il cielo ad incontrarsi. Talvolta vasti e verso l’orizzonte ad abbracciare una profondità di piani atmosfericamente prospettici in cui gli alberi scolorano dal nero al grigio. Angoli di visuale parziali che si ricompongono in un discorso unitario solo nella mente di un osservatore immerso nelle installazioni in cui l’artista dispone liberamente le opere nello spazio, articolando percorsi dello sguardo e del corpo, insieme. Come a voler offrire a chi entra nelle sue foreste la possibilità di un ricongiungimento con la natura attraverso l’arte, nella consapevolezza - come scrive l’artista - che, in ultimo, “l’uomo è natura”.
In her painting this Korean artist implements a research whose aim is the synthesis and not the analysis of nature, verisimilitude and not realism of forms, ultimately the truth of the spirit. Her nature lives in fragments grasped from mutable viewpoints. Sometimes tight and low on the point at which trunk and earth meet. Sometimes broader and higher towards the point at which the topmost foliage meets the sky. Sometimes vast and extended towards the horizon to embrace a depth of planes, atmospherically in perspective, in which the trees fade from black to grey. Partial visual angles which are recomposed in a unitary discourse only in the mind of an observer immersed in the installations where the artist freely sets out her works in space, comprising itineraries of eye and body together. As if wanting to offer those who enter her forests the chance to rejoin nature through art, in the awarenes – as the artist writes – that in the end “man is nature”.
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Bo Mi Kim Foresta guardami dentro / Forest see me inside inchiostro su carta coreana /ink on Korean paper, 540 x 200 cm., 2012
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Bo Mi Kim Sguardo nella foresta / Forest stare inchiostro su carta coreana /ink on Korean paper, 25 x 45 cm., 2012
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Bo Mi Kim Sguardo nel pino / Pine stare inchiostro su carta coreana /ink on Korean paper, 30 x 45 cm., 2012
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Bo Mi Kim Sguardo nel pino / Pine stare inchiostro su carta coreana /ink on Korean paper, 45 x 45 cm., 2012
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Bo Mi Kim Sguardo nel pino / Pine stare inchiostro su carta coreana /ink on Korean paper, 45 x 45 cm., 2012
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Sandro Palmieri
Sandro Palmieri
Nasce nel 1976 a Treia (Macerata), vive a lavora a Firenze. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Firenze alla Scuola del Prof. Adriano Bimbi nel 2000. Ha al suo attivo numerose esposizioni, fra le ultime: 2012, Personale Regler, Galleria Nove, Berlino; 2011, 54ª Esposizione Internazionale d’arte della Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato; 2010, Premio Mario Razzano per giovani artisti, IV edizione. Arcos, Museo d’ Arte Contemporanea del Sannio Benevento; 2009, Vincitore del Premio Camera di Commercio di Monza e Brianza. Serrone, Biennale Giovani Villa Reale, Monza; 2008, Mostra collettiva Lorenzo Barbieri e Sandro Palmieri, Galleria Benvenuti Firenze; Collettiva L’arto fantasma, Fondazione Vacchi Castello di Grotti, Ville di Corsano, Monteroni d’Arbia (SI); Vincitore del 3° premio nell’ambito della Rassegna Internazionale d’Arte, Sulmona XXXV edizione. sandro.palmieri@libero.it
Born 1976 in Treia (Macerata), lives and works in Florence. Diploma from the Florence Fine Arts Academy at the school of Prof. Adriano Bimbi, 2000. The most recent of his numerous exhibitions include: 2012, Solo show Regler, Galleria Nove, Berlin; 2011, 54th International Art Exhibition, Venice Biennale, Padiglione Italia; Luigi Pecci Centre for Contemporary Art, Prato; 2010, Mario Razzano Prize for young artists, 4th edition. Arcos, Museo d’ Arte Contemporanea del Sannio Benevento; 2009, Winner of the Monza and Brianza Chambe r of Commerce Prize. Serrone, Biennale Giovani, Villa Reale, Monza; 2008, Collective exhibition Lorenzo Barbieri and Sandro Palmieri, Galleria Benvenuti Florence; Collective exhibition L’arto fantasma, Fondazione Vacchi Castello di Grotti, Ville di Corsano, Monteroni d’Arbia (SI); Winner of 3rd prize at the International Art Exhibition, Sulmona, 35th edition. sandro.palmieri@libero.it
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La simultaneità di spazi esterni ed interni in Sandro Palmieri
The Simultaneity of Exterior and Interior Space in Sandro Palmieri
Drew Hammond
Drew Hammond
Sotto l’aspetto formale, tecnico e concettuale, le opere di Sandro Palmieri evidenziano una sintesi e una tensione tra due generi tradizionali di pittura: la natura morta e i paesaggi. Per definizione, i paesaggi ritraggono la natura all’aperto e presuppongono pertanto una grandezza di scala che fa sembrare piccole le forme umane, sminuendone l'importanza – indipendentemente che queste compaiano nell’immagine o siano in relazione con lo spettatore. La natura morta evoca l’opposto. Il suo spazio è confinato a un interno i cui limiti possono essere rappresentati oppure vanno oltre la cornice, poiché niente nell’immagine è più grande dello spettatore che la fruisce.
In its formal, technical, and conceptual aspects, Sandro Palmieri’s work posits both a synthesis and tension between two traditional genres of painting: still life, and landscape. By definition, landscape depicts nature in the outdoors and therefore presupposes a grandeur of scale that dwarfs the human form—whether humans appear in the image or whether in relation to the spectator. Still life painting evokes the opposite. Its space is confined to an interior whose limits are depicted or beyond the frame, for nothing in the image is greater than the spectator who perceives it. Since both landscape and still life would descend to illustration should they fail to refer to criteria besides their overt content, it follows that landscape in its depiction of nature and limitless distance presupposes an allusion to transcendence, while still life concerns itself with the immanent world of the fragile extent to which humans have dominion over nature.
Dal momento che i paesaggi e la natura morta sarebbero una mera illustrazione se non dovessero riferirsi a criteri oltre il loro esplicito contenuto, ne consegue che il paesaggio, nella sua descrizione della natura e della distanza illimitata presuppone un’allusione alla trascendenza, mentre la natura morta ritrae il mondo immanente della fragilità in cui gli esseri umani dominano la natura.
The vision of still life therefore is one of terrible clarity with its inevitable reduction of perspective and an implicit closeness of viewing distance. But since landscape is an exterior rendered most often in a way that respects human depth perception, a limitless perspective would never have the same degree of clarity throughout the depth of the image without resorting to abstraction—even a hyper-realistic perspective is an abstracted composite.
La visione della natura morta, pertanto, è terribilmente chiara, con la sua inevitabile riduzione di prospettiva e un’implicita vicinanza della distanza di visione. Dal momento però che il paesaggio è un esterno, il più delle volte reso in modo da rispecchiare la percezione umana della profondità, una prospettiva senza limiti non avrebbe mai lo stesso grado di chiarezza attraverso la profondità dell’immagine senza ricorrere all’astrazione—anche una prospettiva iperrealistica è una composizione astratta.
In Palmieri, we find a scrupulous destruction of resolution throughout the depth of the image by means of a nearly monochrome palette; a non-uniform, stippled monochrome counter-pigment; and a frequently elevated viewing angle that enhances the general foreshortening of perspective initiated by the works medium angle photographic source. The result is a uniformity of focal depth that is characteristic of still life, but without the sharpness of still life. The dystopian content of the image is not still life’s fruit of human labor, but its detritus only barely identifiable.
In Palmieri troviamo una scrupolosa distruzione della risoluzione attraverso la profondità dell’immagine per mezzo di una tavolozza quasi monocromatica; un contropigmento monocromatico non uniforme, puntinato; e un angolo di visione spesso elevato che evidenzia e valorizza lo scorcio generale della prospettiva iniziata dalla sorgente fotografica di angolatura media dell’opera. Il risultato è un’uniformità di profondità focale caratteristica della natura morta, ma senza la nitidezza della natura morta. Il
These images generate an ambiguity between outdoors and indoors. For the most part, they appear
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contenuto distopiano dell’immagine non è il frutto del lavoro umano della natura morta, ma i suoi frammenti solo appena identificabili.
to be outdoors, but they could be in large industrial spaces, and in either case their artificial perspective treatments make it nearly impossible to distinguish between these two kinds of generic spaces.
Queste immagini generano un’ambiguità tra esterni e interni. Per la maggior parte, sembrano essere esterni, ma potrebbero essere grandi spazi industriali e, in entrambi i casi, le loro rappresentazioni prospettiche artificiali rendono quasi impossibile distinguere tra questi due tipi di spazi generici.
Similarly, the artist casts into flux the matter of scale. What would be the scale relation between a human figure were it to appear in the frame, and the decayed objects strewn about it? Since their distances from the spectator are intentionally indeterminate, we cannot say.
Allo stesso modo l’artista fonde la questione della scala. Come sarebbe il rapporto di scala tra una figura umana, se dovesse apparire nella cornice, e gli oggetti in decomposizione sparpagliati attorno? Poiché le loro distanze dallo spettatore sono intenzionalmente indeterminate, non possiamo dirlo.
Often, a distinction between “strict” landscape and still life has to do with their degree of human presence implicit or explicit. In Palmieri, an implicit human presence is indisputable. But it is a presence that has defiled nature, and which is being reversed by the entropy that nature’s weight imposes.
Spesso, una distinzione tra paesaggio “rigoroso” e natura morta ha a che fare col relativo grado di presenza umana, implicita o esplicita. In Palmieri, una presenza umana implicita è indiscutibile. Ma è una presenza che ha profanato la natura e che viene riversata dall’entropia che il peso della natura impone.
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Sandro Palmieri CTRL 11 olio su tela /oil on canvas, 170 x 155 cm., 2012
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Sandro Palmieri CTRL 9 olio su tela /oil on canvas, 170 x 155 cm., 2012
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Sandro Palmieri CTRL 8 olio su tela /oil on canvas, 170 x 155 cm., 2012
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Sandro Palmieri CTRL 5 olio su tela /oil on canvas, 170 x 155 cm., 2012
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Sandro Palmieri CTRL 4 olio su tela /oil on canvas, 170 x 155 cm., 2012
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Marco Pariani
Marco Pariani
Nasce nel 1986 a Busto Arsizio, vive a Ferno (Varese). Diplomato al Liceo artistico “Paolo Candiani”, nel 2005 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera e la frequenta per cinque anni. Porta avanti un percorso che tratta il figurativo in chiave contemporanea. Hanno scritto su di lui Philippe Daverio, Renato Barilli, Alessandro Spadari, Stefano Pizzi, Ugo Maria Macola, Lele Lanfranchi, Ivan Quaroni e Andrea Del Guercio. Fra le sue ultime personali e collettive: 2012, Arte Cremona fiera, Cremona, a cura di Wannabee Gallery, Milano; 2011, I cavalieri, Mercato dei fiori di Milano, a cura di BigSizeArt, Milano; I dis-armati, Galleria Accademia Contemporanea, Milano, a cura di Andrea Del Guercio. 2011, Fuori salone, Milano Accademia Contemporanea, Parabiago (Mi), a cura di Andrea Del Guercio; Arte giovane sull’acqua, Idroscalo di Milano, a cura di BigSizeArt, Milano; Finalista XIII° Premio Morlotti, Imbersago (Lecco), a cura di Domenico Montalto e Giorgio Seveso; 2010, Golf club di Monticello, Cassina Rizzardi (Como), a cura di BigSizeArt, Milano. marco_paint86@hotmail.it
Born 1986 in Busto Arsizio, lives in Ferno (Varese). After graduating from the “Paolo Candiani” Art School he enrolled at the Brera Fine Arts Academy in 2005, which he attended for five years. His work deals with the figurative in a contemporary key. Critics who have written about him include Philippe Daverio, Renato Barilli, Alessandro Spadari, Stefano Pizzi, Ugo Maria Macola, Lele Lanfranchi, Ivan Quaroni and Andrea Del Guercio. His latest solo and collective shows include: 2012, Arte Cremona fair, Cremona, curated by Wannabee Gallery, Milan; 2011, I cavalieri, Milan Flower Market, curated by BigSizeArt, Milan; I dis-armati, Galleria Accademia Contem-poranea, Milan, curated by Andrea Del Guercio. 2011 Fuori salone, Milano Accademia Contemporanea 2011, Parabiago (MI), curated by Andrea Del Guercio; Arte giovane sull’acqua, Milan Hydroport, curated by BigSizeArt, Milan; Finalist in 13th Morlotti Prize, Imbersago (Lecco), curated by Domenico Montalto and Giorgio Seveso; 2010, Golf Club of Monticello, Cassina Rizzardi (Como), curated by BigSizeArt, Milan. marco_paint86@hotmail.it
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Eroi
Heroes
Sabrina Poli
Sabrina Poli
Nelle opere che Marco Pariani presenta in questa serie l’artista decide di rapportarsi al tema mitologico dell’eroe attraverso la figura del cavaliere, un personaggio tipico dell’epica medievale che si immerge però nel contemporaneo e combatte fino allo stremo contro le contraddizione sociali della contemporaneità.
In the works Marco Pariani presents in this series he relates to the mythological theme of the hero through the figure of the knight, a typical character in mediaeval epic who however is immersed in the contemporary and fights to the end against the social contradictions of contemporaneity. Interpretation of the struggle may therefore assume a twofold aspect, as metaphor of a shared and revolutionary battle or as transposition of a conflict of romantic tones where the protagonist tilts in vain against the windmills of the twenty-first century.
L’interpretazione della lotta può assumere così un duplice aspetto, come metafora di una battaglia comune e rivoluzionaria o come trasposizione di un conflitto dai toni romantici, dove il protagonista si scontra invano contro i mulini del ventunesimo secolo.
The images are packed with symbologies at once ancient and extremely topical but which are dealt with here as pure geometric forms.
Le immagini si colmano di simbologie antiche e allo stesso tempo estremamente attuali, le quali, però, vengono qui trattate come pure forme geometriche.
The artist employs the archetypal tools of childhood, such as elementary colours and forms, and it is precisely this childlike approach to drawing that reveals the genuineness of Pariani as an artist.
L’artista si affida agli strumenti archetipici dell’infanzia quali i colori e le forme elementari ed è proprio questo approccio infantile al disegno che svela in Pariani la genuinità del suo essere artista.
The great chromatic backgrounds become mystical spaces that unveil a sort of interior landscape, which as such leads to the reflection: Pariani’s painting is in fact a painting of action and contemplation, of tamed gestural instinctiveness and conscious thematic force.
Le grandi campiture cromatiche divengono spazi mistici che rivelano una sorta di paesaggio interiore, che in quanto tale induce alla riflessione: la pittura di Pariani è infatti una pittura di azione e contemplazione, di domata istintività gestuale e cosciente forza tematica.
The predominance of light-blue, which here takes on the role of colouristic leitmotif, harks back to a centuries old symbology where the colour, historically associated with water and the maternal figure, becomes pictorial expression of the desire for rebirth and spiritual renewal.
Il prevaricare dell’azzurro, che qui assume il ruolo di il leitmotiv coloristico, rimanda a una simbologia secolare ove la cromia, storicamente associata all’acqua e alla figura materna, diviene espressione pittorica di un desiderio di rinascita e rinnovamento spirituale.
The materials Pariani uses come from the youthful, street culture in which his artistic origins lie, demonstrating above all a reluctance to exclude himself from the world and a desire to intervene on the real. The means themselves in fact claim their part in the conceptuality of the picture: if in the first works of the series the artist painted on primed canvases, which gave a clean and almost graphic end result, in a second phase of his artistic inquiry Pariani chose, not at random, to work directly on unprimed canvas in order to achieve greater materiality in the work through the texture of the fabric, a feature he
I materiali utilizzati da Pariani provengono da una cultura giovane, di strada, nella quale Pariani fonda le origini del suo fare artistico, a dimostrazione soprattutto del suo non voler escludersi dal mondo e della sua volontà di intervento nel reale. Anche i mezzi, infatti, rivendicano il loro far parte della concettualità del dipinto: se nelle prime opere della serie l’artista dipingeva su tele pretrattate, che conferivano al risultato finale un effetto pulito e quasi grafico, in una seconda fase della sua ricerca ar-
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tistica Pariani sceglie non casualmente di lavorare direttamente sulla tela grezza per ottenere nell’opera, attraverso la texture del tessuto, una maggiore matericità (carattere che l’artista vuole mettere in luce anche chiedendo al gallerista, ove possibile, di illuminare lateralmente la tela al fine di accentuare l’ombreggiatura delle gocce colanti di colore).
seeks to highlight by asking gallery owners to illuminate the canvas laterally, where possible, with view to accentuating the shading of the seeping drops of colour. The choice of large size is indubitably a conscious one: the same philosophy adopted by the masters of American expressionism, acknowledging the unequivocal impact of large canvases which, as well as lending themselves perfectly to the vast white walls of contemporary museums, ensure that immediate empathy with the beholder to which colour painting aspires.
La grande dimensione è senza dubbio una scelta consapevole: è la medesima filosofia portata avanti dai maestri dell’espressionismo americano, che riconosce l’inequivocabile impatto della grandi tele le quali, oltre a prestarsi alla perfezione alle grandi pareti bianche dei musei contemporanei, garantiscono quell’immediata empatia con il fruitore a cui ambisce la pittura di colore.
In contrast with these great tonal spaces, masterfully set out, the highly meticulous and refined details induce the spectator to physically approach the work from a distance and visually cover the entire surface of the picture.
A opporsi a questi grandi spazi tonali, magistralmente accostati fra loro, curatissimi e ricercati particolari inducono l’osservatore, inizialmente posto a distanza, di avvicinarsi fisicamente all’opera e percorrere visivamente l’intera superficie del dipinto.
This harmonious relationship of dimensions also bears witness to the artist’s superb ability in handling the individual elements of the work and, creating total equilibrium among them, in finding them space within the composition.
Questo armonico rapporto di grandezze testimonia anche la preziosa maestria dell’artista nel trattare i singoli elementi dell’opera e, creando un totale equilibrio fra essi, nel trovare loro spazio all’interno della composizione.
Eroi is the most recent port of call in a voyage that has undergone extremely significant passages which, in spite of the artist’s youth, demonstrate a great mastery of his means and especially of the most ambiguous and cultivated content of figuration.
Eroi è la più recente tappa di un percorso che ha subito passaggi estremamente significativi i quali, nonostante la giovane età dell’artista, dimostrano una grande padronanza dei mezzi e, soprattutto, dei contenuti più ambigui e colti della figurazione.
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Marco Pariani Settantre / Seventy-three tenica mista su tela /mixed technique on canvas, 205x205 cm., 2012
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Marco Pariani Settantacinque / Seventy-Five tenica mista su tela /mixed technique on canvas, 205x205 cm., 2012
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Marco Pariani Settantasette / Seventy-Seven tenica mista su tela /mixed technique on canvas, 205x205 cm., 2012
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Marco Pariani Settantotto / Seventy-Eight tenica mista su tela /mixed technique on canvas, 205x205 cm., 2012
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Marco Pariani Settantanove / Seventy-Nine tenica mista su tela /mixed technique on canvas, 205x205 cm., 2012
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Marina Scardacciu
Marina Scardacciu
Nasce nel 1973 a Sassari, dove vive e lavora. Nel 1998 si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte F. Figari di Sassari in Decorazione Pittorica e nel 2005 si laurea in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti della stessa città. Ha partecipato a numerose rassegne d’arte, fra le ultime: 2012, Emergenze Arte Roma, Chiostro della Basilica di S. Anselmo, Roma, a cura di Paola Consorti; 2011, Branchi, Insieme di Insiemi, Meme arte contemporanea e prossima, Cagliari; Drawing Connection, Siena Art Institute, Siena; 2009, Mostra d’Arte Contemporanea, Circle, Centro Culturale Ex Lazzaretto di Sant’Elia, Cagliari, a cura di Alessandra Menesini; 2008, Incisioni Italiane, Palazzo della Frumentaria, Sassari, a cura dell’ Associazione Culturale Stanis Dessy; 2007, Gemine Muse – Il Viaggio, Museo d’arte Siamese “Stefano Cardu”a cura dell’Assessorato alla cultura del Comune di Cagliari. liberinumeri@gmail.com
Born 1973 in Sassari where she lives and works. In 1998 she gained her diploma in Pictorial Decoration at the F. Figari State Art Institute of Sassari and in 2005 graduated in Decoration at the Fine Arts Academy of the same city. She has taken part in numerous exhibitions, including most recently: 2012, Emergenze Arte Roma, Cloister of the Basilica of S. Anselmo, Rome, curated by Paola Consorti; 2011, Branchi, Insieme di Insiemi, MEME arte contemporanea e prossima, Cagliari; Drawing Connection, Siena Art Institute, Siena; 2009, Contemporary Art Exhibition, Circle, Cultural Centre Ex Lazzaretto di Sant’Elia, Cagliari, curated by Alessandra Menesini; 2008, Italian Engravings, Palazzo della Frumentaria, Sassari, curated by the Stanis Dessy Cultural Association; 2007, Gemine Muse – Il Viaggio, “Stefano Cardu” Museum of Siamese Art, curated by the Cagliari Municipal Culture Service. liberinumeri@gmail.com
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Orficonirico
Orficonirico
Ivan Quaroni
Ivan Quaroni “Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale”
“The opposite of play is not that which is serious but rather that which is real”
(Sigmund Freud, Il poeta e la fantasia)
(Sigmund Freud, The Poet and Phantasy)
È difficile circoscrivere il campo d’indagine della pittura, soprattutto quando essa ha che fare con i domini dell’ineffabile e dell’indicibile, categorie più facilmente ascrivibili all’ambito dell’Astrattismo, che non a quello della Figurazione.
It is hard to circumscribe the field of inquiry of painting, especially when it has to do with the domains of the ineffable and the unsayable, categories more easily ascribable to the context of Abstractionism rather than Figuration.
Marina Scardacciu appartiene, senza dubbio, al novero di coloro che hanno scartato l’opzione mimetica, scegliendo, semmai, la strada di una rappresentazione allusiva ed enigmatica, costellata di visioni epifaniche e d’inesplicabili associazioni.
Marina Scardacciu indubitably belongs to the circle of those who have discarded the mimetic option, choosing if anything the avenue of an allusive and enigmatic representation, studded with epiphanic visions and inexplicable associations.
Quelle di Orficonirico, sintomatico titolo delle opere più recenti, sono immagini perturbanti, ambigue, che sgrovigliano i riti iniziatici dell’infanzia e dell’adolescenza nel teatro di una natura infiammata da cromie irreali e sottilmente pervasa da un senso d’imminente tregenda.
Those of Orficonirico [Orphiconeiric], the symptomatic title of her most recent works, are perturbing, ambiguous images which unravel the initiatory rites of childhood and adolescence in the theatre of a nature enflamed by unreal colours and subtly pervaded by the sense of an imminent witches’ Sabbath.
La memoria corre alle venature drammatiche dell’Espressionismo, ma anche alle arcane sospensioni della Neue Sachlichkeit e del nostro Novecento. I suoi sono, infatti, personaggi colti in un dinamismo cristallizzato, glacialmente compreso nel contrasto delle campiture di rosso e verde e imbrigliato nel ritmico intervallarsi dei fusti arborei. Come nelle liriche di Baudelaire, la natura dipinta dall’artista viene metamorficamente trasfigurata in “un tempio in cui viventi colonne lasciano talvolta sfuggire confuse parole”.
Memory strays to the dramatic traces of Expressionism, but also to the arcane suspensions of Neue Sachlichkeit and our own Novecento. Hers are in fact characters grasped in a crystallised dynamism, glacially contained in the contrast of the red and green backgrounds and harnessed in the rhythmic punctuation of tree trunks. As in Baudelaire’s lyrics, the nature painted by this artist is metaphorically transfigured into “a temple in which living columns sometimes emit confused words”.
Ma l’epicentro di ogni episodio è altrove, nello svolgersi sotto i nostri occhi di un gioco insieme rituale e propiziatorio, indecifrabile come i culti dei misteri eleusini. Si ha come l’impressione che il clima di sognante sospensione sia l’effetto di uno stato di trance estatica, piuttosto che il frutto di una proiezione onirica.
But the epicentre of each episode is elsewhere, in the unfolding before our eyes of a game that is at once ritual and propitiatory, indecipherable like the cults of the Eleusinian Mysteries. It is as if one has the impression that the climate of dreaming suspension is a state of ecstatic trance rather than the fruit of an oneiric projection.
Se nei dipinti dell’artista c’è il sogno, allora è il sogno lucido degli gnostici, lo stato d’alterazione percettiva, provocata dalla ripetizione mantrica, ossessiva.
If there is dream in the artist’s paintings then it is the lucid dream of the Gnostics, the state of perceptual alteration brought about by obsessive, mantra repetition.
Gli enfants terribles di Marina Scardacciu praticano temibili passatempi, si trastullano sul crinale che se-
Marina Scardacciu’s enfants terribles practise fear-
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para la vita dalla morte, come se partecipassero a una sorta d’ipnotica e sanguinaria liturgia iniziatica.
ful pastimes, they play on the ridge that separates life from death, as if taking part in a sort of hypnotic and sanguinary initiatory liturgy.
Il loro, non è il gioco dell’evasione fantastica e dell’intrattenimento creativo. No, in quelle azioni non c’è nulla d’innocente. Sembra, invece, che i bambini della Scardacciu pratichino la scienza occulta dei negromanti, intenti a evocare incontrollabili forze primigenie, salvo poi rimanere sgomenti per il manifestarsi delle conseguenze. D’altra parte, come notava lo scrittore Anatole France, “il gioco è un corpo a corpo con il destino”. Ed è forse per la conseguenza di questo scontro che i corpi di questi giovani appaiono così lividi, esangui, appunto quasi per effetto di uno spavento supremo. Oppure, quello che li affligge è il pallore dei fantasmi o delle bianche larve di una trasmigrazione d’anime incompiuta. Se non altro, sarebbe un’interpretazione coerente con la tradizione orfica.
Theirs isn’t the play of imaginative diversion and creative entertainment. No, there’s nothing innocent in those actions. It appears instead that Scardacciu’s children practise the occult science of necromancers, intent on summoning uncontrollable primigenial forces, only to remain dismayed by manifestation of the consequences. On the other hand, as the writer Anatole France noted, “play is hand-to-hand combat with fate”. And it is perhaps due to the consequence of this clash that the bodies of these kids seem so livid, bloodless, almost as if from the effect of a supreme fright. Or what afflicts them is the pallor of ghosts or the white larvae of an uncompleted transmigration of souls. If nothing else, this would be an interpretation coherent with the orphic tradition.
Tuttavia, credo che l’opera di Marina Scardacciu non possa essere oggetto d’interpretazioni simboliche. Il suo segreto sta proprio nell’ambiguità semantica della rappresentazione, nella capacità di sventagliare una pletora di suggestioni, non immediatamente o necessariamente riconducibili dei significati logici. Piuttosto, come dicevo in principio, i domini operativi della sua pittura sono i territori dell’indicibile e dell’ineffabile. Quegli oscuri recessi della psiche umana, dove aleggia, ancora libero, il dogma arcano dell’esistenza.
Nonetheless, I believe that Marina Scardacciu’s work cannot be subjected to symbolic interpretations. Her secret lies precisely in the semantic ambiguity of representation, in the ability to spread forth a plethora of suggestions, not immediately or necessarily traceable, of logical meanings, Rather, as I said at the start, the operational domains of her painting are the territories of the unsayable and the ineffable. Those obscure recesses of the human psyche where, still free, the arcane dogma of existence hovers.
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Marina Scardacciu Eco cerca narciso / Echo seeks Narcissus olio su tela /oil on canvas, 100 x 150 cm., 2012
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Marina Scardacciu Vuole la carne separarsi dall'anima / Wants flesh separated from the soul olio su tela /oil on canvas, 100 x 150 cm., 2012
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Marina Scardacciu Colazione sull'erba / Luncheon on the grass olio su tela /oil on canvas, 100 x 150 cm., 2012
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Marina Scardacciu L'oracolo / The oracle olio su tela /oil on canvas, 100 x 150 cm., 2012
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Marina Scardacciu Come le stelle che cadono e non si accendono pi첫 / Like stars that fall and light up no more olio su tela /oil on canvas, 100 x 150 cm., 2012
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Giovanna Sottini
Nasce nel 1985 a Desenzano del Garda (Brescia), dove vive e lavora. Nel 2008 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Partecipa alle mostre collettive: La città delle donne e Presenze. Nel 2009 è presente a Bergamo arte fiera, ArtVerona, Innsbruck art fair, Novegro Arte Contemporanea, Immagina Fiera Reggio Emilia, ArtCremona, Viterbo Arte, Kunst art Bolzano, BerlinerListe Berlino, Line Art Gand. Partecipa alle mostre collettive: Presenze con Reartunostudio e Interpretare l’Arte con la Galleria d’Arte Contemporanea, La Bombonnière a San Remo. Nel 2010 è presente alla collettiva C.A.R.T nella Torre Civica di Sarnico Contemporary Artower e alle fiere ArtInnsbruck, ArtKarlsruhe, Bergamo Artefiera, ArtCremona e Viterbo Arte e ArtVerona con la partecipazione al Premio Aletti. Nel 2011 arriva finalista al Wannabee Art Prize di Milano. Nello stesso anno realizza la sua prima mostra personale presso White Art Gallery di Merano, e inizia una collaborazione con la galleria d’arte contemporanea Openart di Milano. viola.jo@libero.it
Born 1985 in Desenzano del Garda (BS) where she lives and works. In 2008 she graduated at the Bologna Fine Arts Academy. Took part in the collective exhibitions The City of Women and Presences. In 2009 she participated in the Bergamo Art Fair, ArtVerona, Innsbruck Art Fair, Novegro Arte Contemporanea, Immagina Fiera Reggio Emilia, ArtCremona, Viterbo Arte, Kunst art Bolzano, BerlinerListe Ber lin and Line Art Ghent. Collective exhibitions: Presences with Reartunost udio and Interpreting Art with the Galleria d’Arte Contemporanea, La Bombonnière in San Remo . In 2010 she took part in the collective exhibition C.A.R.T at the Torre Civica di Sarnico Contemporary Artower and at the fairs ArtInnsbruck, ArtKarlsruhe, Bergamo Artefiera, ArtCremona, Viter bo Arte and ArtVerona, competing for the Aletti Prize. In 2011 she was a finalist in the Wannabee Art Prize of Milan. In the same year she had her first solo show at the White Art Gallery of Merano and began collaboration with the contemporary art gallery Openart of Milan. viola.jo@libero.it
Foto Manuela Esquilli
Giovanna Sottini
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Il viaggio
The Journey
Walter Guadagnini
Walter Guadagnini
E’ ancora in pieno divenire il lavoro di Giovanna Sottini, una pittura concentrata tanto sulle iconografie quanto sulla specificità della lingua, di uno strumentario tecnico concepito come autentico nucleo espressivo, ragione primaria dell’agire.
Ancora ricca di rimandi a precedenti storici ben individuabili, soprattutto nella concezione del rapporto tra pittura e fotografia, la ricerca di Giovanna Sottini lascia immaginare nelle sue prove più recenti una maturazione i cui approdi non sono oggi ancora prevedibili, ma che è facile intuire saranno improntati a un’ ulteriore approfondimento di queste premesse, in vista di una sempre maggiore autonomia espressiva. E che non dovranno perdere la freschezza e la felicità del fare che emerge da queste prime prove.
Giovanna Sottini’s work is still in a full state of becoming: painting that concentrates as much on iconographies as on specificity of language, of a technical instrumentation conceived as authentic expressive nucleus, the prime reason of action. The everydayness of the situations featured in this young artist’s works is in fact called into question precisely by obsessive painting which in the best examples achieves the transformation of bodies and objects into pure decorative patterns, inducing the beholder to reflect on the nature of the image, yet without renouncing an agreeableness that lets the very pleasure of the painterly act shine through. Still rich in references to clearly identifiable historical precedents – above all in the conception of the relationship between painting and photography – Giovanna Sottini’s research, in its most recent manifestations, leaves us imagining a maturation whose outcomes are not yet foreseeable today; but it is easy to intuit that they will bear the imprint of further in-depth investigation of these premises, in view of an increasingly greater expressive autonomy. And that they will not lose the freshness and happiness in doing which emerges from these first attempts.
(...) Nel mondo dell’artista ci si entra se disposti al viaggio e a superare le proprie formae mentis. Ci si entra se si accoglie il diverso, si ha sete di incontrarlo e sperimentarlo, se ci si predispone all’ascolto, al dialogo, all’integrazione, all’arricchimento, nella volontà di svelare di ogni realtà le sue radici, la sua storia, le sue ragioni.
(...) One enters the world of the artist if one is willing to travel and overcome one’s own formae mentis. One enters if one embraces the different, if one has a thirst to encounter and experience it, if one is open to listening, to dialogue, to integration, to enrichment, in the desire to unveil the roots, the history and reasons of every reality.
Il suo iter di creazione procede per stratificazioni, gradi, passaggi, supporti, è repertorio di ricordi e rielaborazioni grafiche mentali, comunica riflessioni che dipanano dal reale verso una dimensione più sospesa ma più vera. La matrice di partenza è il viaggio, ciò che ne consegue il prodotto iconografico - magistrale e paziente – dell’analisi suggerita.
Her itinerary of creation proceeds by stratifications, degrees, passages and supports. It is a repertoire of memories and mental graphic reprocessing, communicating reflections that unravel from the real towards a dimension that is more suspended but more real. The matrix of departure is the journey, the result is the iconographic product – masterly and patient – of the suggested analysis.
La quotidianità delle situazioni che caratterizzano le opere della giovane artista viene posta in discussione, infatti, proprio da una pittura ossessiva, che giunge nelle prove migliori a trasformare corpi e oggetti in puri pattern decorativi, inducendo lo spettatore a interrogarsi sulla natura dell’immagine, senza rinunciare a una piacevolezza che lascia trasparire il piacere stesso dell’azione pittorica.
Il viaggio nella società contemporanea è sovente una delle migliori occasioni per camminare e giungere ad uno stato di ipnosi, ad una spaesante pace interiore in grado di farci prendere contatto con la parte più inconscia del territorio, a scoprire e scoprirsi, pensare, nutrire la mente di colori, suoni, odo-
The journey in contemporary society is often one of the best occasions for walking and achieving a state of hypnosis, a disorienting inner peace that can put us in touch with the most unconscious part of the territory, allow us to discover and to reveal
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ourselves, to think, to feed the mind with colours, sounds, smells of the street. And it’s walking that produces places, walking: an action that is “simultaneously perceptive act and creative act… the reading and writing of the territory” (Francesco Careri, Walkscapes. Walking as aesthetic practice), an act of celebrating the landscape, a sort of ritual pilgrimage.
ri della strada. Ed è il camminare a produrre luoghi, il camminare: un’azione che è “simultaneamente atto percettivo e atto creativo... lettura e scrittura del territorio”(Francesco Careri, Walkscapes. Camminare come pratica estetica), atto di celebrazione del paesaggio, una sorta di pellegrinaggio rituale. La strada che Giovanna ha scelto di percorrere è la strada dell’esperienza, la strada di chi accetta il rischio, si mette alla prova, vuole riconoscere se stesso dal confronto con altri individui culture religioni costumi architetture sovrastrutture...
The road that Giovanna has chosen to travel is the road of experience, the road of one who accepts risk, lays herself on the line, wants to recognise herself from comparison with other individuals cultures religions customs architectures superstructures...
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Giovanna Sottini Cavallini / Ponies stampe su plexiglass /prints on plexiglas, 2011
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Giovanna Sottini Caramelle / Sweets installazione di nove pezzi, acrilico su tela, /nine piece installation, acrylic on canvas, 25x30 cm. cad., 2011
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Giovanna Sottini Senza titolo / Untitled olio su tela, /oil on canvas, 70x70 cm., 2011
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Giovanna Sottini Glenda / Glenda olio su tela /oil on canvas, 130x130 cm., 2011
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Giovanna Sottini Io / Me olio su tela /oil on canvas, 130x130 cm., 2012
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Premio Marina di Ravenna 2012 / Marina di Ravenna Prize 2012 Diario fotografico della rassegna / Photographic diary of the event
Il Centro civico di Marina di Ravenna ove ha sede la Galleria FaroArte. The Civic Centre at Marina di Ravenna where the FaroArte Gallery is based.
Uno scorcio dell’allestimento della mostra dedicata alle opere dei 38 finalisti del Premio. View of the exhibition dedicated to the works of the 38 finalists.
Un’altra immagine della Galleria FaroArte. Another image of the FaroArte Gallery.
Giovedì 23 agosto: l’Assessore Ouidad Bakkali inaugura l’esposizione. Thursday 23 August: Councillor Ouidad Bakkali opens the exhibition.
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Un folto pubblico ha partecipato alla cerimonia inaugurale. Great public participation at the opening ceremony.
Giovedì 23 agosto: serata conviviale con gli artisti finalisti. Thursday 23 August: a convivial evening with the finalists.
Venerdì 24 agosto: “L’artista tra il pubblico e il privato: mercato e istituzioni” è stato il tema di una conversazione di Sandro Parmiggiani, Beatrice Buscaroli e Claudio Spadoni. Ha presieduto l’incontro Massimiliano Garavini (alla sinistra nella foto). Friday 24 August: “The artist between public and private sectors: market and institutions” was the theme of a conversation between Sandro Parmiggiani, Beatrice Buscaroli and Claudio Spadoni. The talk was chaired by Massimiliano Garavini (on the left in the photo).
Venerdì 24 agosto; serata culturale dedicata al ricordo di Pier Paolo Pasolini. Nella foto i relatori dell’importante convegno. Friday 24 August; cultural evening dedicated to the memory of Pier Paolo Pasolini. In the photo, the speakers at this important conference.
Sabato 25 agosto: “Pittura e nuovi media: aspetti della cultura contemporanea”, questo il tema della conversazione di Marco Tonelli, Francesca Baboni e Claudio Spadoni. Saturday 25 August: “Painting and new media: aspects of contemporary culture” was the theme of a conversation between Marco Tonelli, Francesca Baboni and Claudio Spadoni.
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Sabato 25 agosto: la serata di premiazione, presentata da Daniele Perini, è stata arricchita dall’esibizione del giovane tenore Déniz Leone, accompagnato al pianoforte dal maestro Andrea Bicego. Saturday 25 August: the prize-giving evening, presented by Daniele Perini, was enriched with a performance by the young tenor Déniz Leone, accompanied at the piano by Maestro Andrea Bicego.
Il pubblico presente alla cerimonia di premiazione. The public at the prize-giving ceremony.
Pericle Stoppa, curatore del Premio, Marco Tonelli, Francesca Baboni e Claudio Spadoni, componenti della giuria, intervistati da Daniele Perini. Pericle Stoppa, curator of the Prize, Marco Tonelli, Francesca Baboni and Claudio Spadoni, members of the jury, interviewed by Daniele Perini.
Giovanna Sottini premiata da Beppe Rossi, Vice presidente Confindustria Ravenna. Giovanna Sottini receives her prize from Beppe Rossi, Vice Chairman of Confindustria Ravenna.
Il giovane Marco Pariani premiato da Galliano Di Marco, Presidente Autorità Portuale di Ravenna. Young Marco Pariani receives his prize from Galliano Di Marco, Chairman of Ravenna Port Authority. 52
Marina Scardacciu, premiata da Gianni Bambini, Presidente Bambini srl. Marina Scardacciu receives her prize from Gianni Bambini, Chairman of Bambini srl.
Sandro Palmieri riceve il premio da Natalino Gigante, Vice presidente Camera di Commercio di Ravenna. Sandro Palmieri receives his prize from Natalino Gigante, Vice Chairman of the Ravenna Chamber of Commerce.
L’artista coreana Bo Mi Kim premiata da Fabrizio Matteucci, Sindaco di Ravenna. Korean artist Bo Mi Kim receives her prize from Fabrizio Matteucci, Mayor of Ravenna.
I cinque vincitori del “Marina 2012” festeggiati dal Sindaco di Ravenna e dal curatore del Premio. The five winners of the “Marina 2012” toasted by the Mayor of Ravenna and the curator of the Prize.
Al termine della serata un gruppo al femminile posa per una foto ricordo. At the end of the evening, a group poses for a souvenir photo.
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Premio Marina di Ravenna Albo d’oro
Marina di Ravenna Prize Roll of Honour
Il Premio Marina di Ravenna, sorto nel 1955 come Concorso di pittura estemporanea, si è svolto ininterrottamente fino al 2000 con la stessa modalità iniziale. Dopo due anni di interruzione, la manifestazione è ripresa adottando formule diverse. Dal 2011 la partecipazione al Premio è riservata agli artisti di età inferiore ai 40 anni. Questo l'Albo d'Oro dei premiati dal 2003:
The Marina di Ravenna Prize, set up in 1955 as an extempore painting Competition, continued uninterrupted and unchanged until 2000. After a two year pause the event was revived under new formulas. Since 2011 participation in the Prize has been reserved to artists under 40. This is the Roll of Honour of prize-winners since 2003:
2003
Tommaso Cascella, Bomarzo VT Bruno Ceccobelli, Todi PG Maurizio Di Feo, Gioia del Colle BA Jean Gaudaire Thor, Francia Graziano Pompili, Montecchio RE
2004
Ugo Nespolo, Torino Aurelio Caruso, Palermo Luigi Milani, Rovigo Helmut Tollmann, Germania
Premi alla carriera: Renzo Morandi, Ravenna Concetto Pozzati, Bologna
2005
Erio Carnevali, Modena Tommaso Cascella, Bomarzo VT Eugenie Jan, Francia Franck Moeglen, Germania Franco Sumberaz, Livorno Antonio Tamburro, Isernia
Premi alla carriera: Biagio Pancino, Francia Germano Sartelli, Imola BO 2006
Lorenzo D’Angiolo, Lucca Giuliano Ghelli, Firenze Claudie Lacks, Francia Giuseppe Simonetti, Palermo
Premi alla carriera: Gabriella Benedini, Milano Antonio Possenti, Lucca
2007
Franco Batacchi, Venezia Bernd Kaute, Germania Tone Lapajne, Slovenia Enrico Manera, Roma Ferran Selvaggio, Spagna
Premi alla carriera: Eugenio Carmi, Milano Hermann Nitsch, Austria 2008
Luca Alinari, Firenze Giuliano Barbanti, Milano Davide Benati, Modena
Renata Boero, Milano Nicola Carrino, Roma Giancarlo Cazzaniga, Milano Vittorio D’Augusta, Rimini Enrico Della Torre, Milano Giosetta Fioroni, Roma Walter Fusi, Siena Fathi Hassan, Egitto Romano Masoni, Pisa Mario Nanni, Bologna Giorgio Olivieri, Verona Mario Raciti, Milano Rino Sernaglia, Milano Medhat Shafik, Egitto Fausta Squatriti, Milano Tino Stefanoni, Lecco Walter Valentini, Milano
Premi alla carriera: Tullio Pericoli, Milano Achille Perilli, Roma 2009
Laura Baldassari, Ravenna Cesare Baracca, Lugo RA Xante Battaglia, Milano Ennio Calabria, Roma Pablo Echaurren, Roma Marco Gastini, Torino Franco Guerzoni, Modena Massimo Kaufmann, Milano Ugo la Pietra, Milano Eliana Maffei, Genova Renzo Margonari, Mantova Vittorio Mascalchi, Ravenna Franco Mulas, Roma Carlo Nangeroni, Milano Katja Noppes, Milano Lorenzo Piemonti, Milano Sergio Sermidi, Mantova Vanni Spazzoli, Ravenna Grazia Varisco, Milano Giorgio Vicentini, Varese Premi alla carriera: Gianfranco Baruchello, Roma Guido Strazza, Roma
2010
Premi alla carriera: Vasco Bendini, Parma Georges Mathieu, Francia Arnulf Rainer, Austria
2011
Massimiliano Errera, Trapani Filippo Farneti, Ravenna Ettore Frani, Roma Banafsheh Rahmani, Iran Manuela Vallicelli, Ancona
2012
Bo Mi Kim, Corea Sandro Palmieri, Firenze Marco Pariani, Ferno VA Marina Scardacciu, Sassari Giovanna Sottini, Desenzano BS
Si ringraziano per il sostegno alla manifestazione:
Mario Boccaccini
Ravenna
O.M.N.
Officine Meccaniche Navali
ROSETTI MARINO SPA
Compagnia Portuale
Finito di stampare nel mese di novembre 2012 da Tipografia Moderna Ravenna