Caritas Rivista marzo 2020

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CARITAS N. 2 / Marzo 2020

La Rivista di Caritas Svizzera

I bambini siriani hanno bisogno di istruzione Pagina 6

Focus

Integrazione

Svizzera

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Il Mozambico un anno dopo

Preparare i bambini profughi alla scuola

Una casa per i bambini in affido


Lettera aperta

I mercati Caritas sono dei luoghi d’incontro Care donatrici, cari donatori Da anni l’economia registra andamenti positivi e il tasso di disoccupazione si attesta a livelli molto bassi. Molti pensano quindi che in Svizzera non vi sia praticamente povertà. Ebbene, si sbagliano: secondo le ultime cifre dell’Ufficio federale di statistica, nel nostro Paese si contano 660 000 persone, di cui 140 000 bambini, costrette a vivere in situazioni di povertà. I motivi di questa crescente povertà in Svizzera sono molteplici. Ogni anno circa 40 000 persone perdono il diritto all’indennità. Vi sono ditte che pagano stipendi troppo bassi per garantire la sussistenza. Con i rapidi cambiamenti a livello economico le conoscenze professionali diventano presto obsolete e determinate attività scompaiono del tutto. La digitalizzazione gioca un ruolo molto importante in questa evoluzione. Per far fronte alla povertà, Caritas agisce su due livelli: da una parte ci impegniamo sul piano politico a favore di prestazioni complementari per le famiglie, di riduzioni dei premi migliori e del sostegno per le famiglie monoparentali. Allo stesso tempo vogliamo fornire anche un aiuto diretto alle persone colpite dalla povertà. In questo senso mettiamo a disposizione i

«Scopriamo cosa conta per le persone più indigenti e quali sono le loro esigenze.»

mercati Caritas dove le persone più indigenti possono acquistare i beni di consumo quotidiano a prezzi molto agevolati, grazie anche al generoso sostegno di vari grossisti e sponsor. Di recente è stato aperto un nuovo mercato Caritas a Bienne. L’esigenza è grande. Il fatturato annuo di tutti i mercati ammonta a 10 milioni di franchi, cifra molto significativa, considerati i bassi prezzi applicati. Nei mercati Caritas non si va però soltanto per fare la spesa e spendere poco. I negozi sono anche un luogo d’incontro e di scambio. Creiamo relazioni sociali e favoriamo l’integrazione. È importante che le persone ­indigenti non si ritirino nel proprio guscio bensì continuino a partecipare alla vita sociale. Anche per noi di Caritas lo scambio sociale è estremamente importante poiché impariamo a conoscere le esigenze delle persone colpite dalla povertà e cosa conta per loro. Questo scambio con i diretti interessati ci conferma che dobbiamo continuare a impegnarci sul piano politico per far fronte alla povertà. Desidero pertanto ringraziarvi di cuore, care donatrici e cari donatori, perché continuate a sostenere attivamente Caritas e il suo operato.

Hugo Fasel, Direttore Caritas Svizzera

Foto: Franca Pedrazzetti


Sommario

Imparare nonostante la guerra Malgrado il conflitto ancora in corso, i bambini in Siria vogliono ­andare a scuola. Seguono le lezioni in aule non riscaldate e sovraffollate perché la maggior parte delle scuole è stata bombardata e deve dapprima essere ricostruita. Jasmina, 14 anni, vive nella Ghouta orientale, una delle regioni più devastate della Siria. Racconta della sua quotidianità scolastica e di come lei e i suoi compagni di classe affrontano le avversità. Pagina 6

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F ocus: l’impatto di Idai sul Mozambico

La popolazione del Mozambico ha ancora bisogno di aiuto. Solo ora è possibile ricoltivare i campi.

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I ntegrazione: i bambini profughi vanno a scuola

Nella «Casa dell'istruzione e dell'integrazione» di Caritas, i bambini profughi partecipano a un programma prescolare. Dopo sei mesi vengono inseriti nella scuola pubblica.

13 Svizzera: prendersi cura dei bambini in affido

I coniugi Winter prendono in affidamento i bambini da ormai 40 anni. A volte hanno raggiunto i limiti delle proprie forze, ma hanno anche vissuto tanti momenti belli.

IMPRESSUM La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Lisa Fry (lf); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah); Vérène Morisod Simonazzi (vm) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Evelyne Bieri Copertina: Hasan Belal Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: CP 60-7000-4

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Eco

Eco mediatica

I volontari aiutano i contadini di montagna che si trovano in difficoltà.

«Vacanze attive» come volontari in montagna Anche nel 2020 Caritas Svizzera è alla ricerca di circa 1100 volontari disposti ad aiutare per almeno una settimana una famiglia di contadini in montagna. Non sono richieste conoscenze specifiche. Basta una sana motivazione a svolgere le attività più svariate che vanno dall’accudire i bambini al fare fieno. L’azienda può essere selezionata autonomamente online. Questo tipo di vacanza all’insegna del volontariato consente di gettare uno sguardo in ambienti completamente

diversi e fornire un fattivo aiuto alle famiglie di contadini di montagna. Chi opta per questa avventura contribuisce inoltre a ridurre l’impronta di CO2. Esiste persino un’opzione in più per le imprese che possono annunciarsi per una giornata con tutto il team. Questo programma di fitness «alternativo» può rivelarsi molto divertente e aiuta a migliorare lo spirito di gruppo. (lf) Maggiori informazioni: montagnards.ch

Nuovo mercato Caritas a Bienne Il 30 gennaio Caritas Svizzera ha aperto il nuovo mercato Caritas a Bienne. Le persone che vivono in condizioni di povertà nella città con il maggior numero di beneficiari dell’aiuto sociale in Svizzera possono ora acquistare generi alimentari e articoli per l’igiene a prezzi vantaggiosi. Nell’assortimento si trovano anche pane fresco, frutta e verdura. Caritas è convinta

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che il nuovo mercato nel centro di Bienne colmi una vera e propria lacuna. Ora tutte le maggiori città della Svizzera dispongono infatti di un mercato Caritas che funge anche da punto d’incontro sociale. Qui Caritas offre un impiego – finanziato dalla città – a sei disoccupati di lunga data che possono così aumentare le loro opportunità di reinserimento nel mercato del lavoro. (lf)

Corriere del Ticino / «Troppi bambini costretti a partire senza mezzi adeguati» | 29.1.2020 In Svizzera 660 000 persone, ovvero il 7,9 % della popolazione, sono colpite da povertà reddituale. Questa percentuale sale al 9,8 nella Svizzera romanda e al 10 % nella Svizzera italiana (…).L’UST evidenzia inoltre come di queste 660 000 persone 144 000 siano bambini. Il tasso di povertà infantile è notevolmente aumentato, passando dal 6,9 % del 2017 al 9,6 % del 2018. Un dato che tiene in allarme le strutture sociali. Caritas punta l’accento in particolare sulle opportunità a livello di formazione, di educazione, e definisce i nuovi numeri come «scioccanti». Corriere del Ticino / «Caritas dice sì a «Più abitazioni a prezzi accessibili» | 16.1.2020 Caritas Svizzera si è dichiarata favorevole all’iniziativa «Più abitazioni a prezzi accessibili» in votazione il 9 febbraio: «Le persone indigenti e a basso reddito – scrive l’associazione in un comunicato – hanno sempre più difficoltà a trovare un’abitazione a pigione moderata. È necessario che la Confederazione e i Cantoni promuovano maggiormente l’offerta di questo genere di alloggi. La povertà è spesso associata a una situazione abitativa precaria. Chi dispone di poco denaro deve accontentarsi di un appartamento troppo piccolo o in pessimo stato. La mancanza di spazio e le condizioni abitative talvolta malsane sono motivo di stress, esacerbano i conflitti familiari e compromettono lo sviluppo dei bambini. Inoltre, le pigioni elevate possono portare all’indebitamento» (…) In un bilancio familiare equilibrato, i costi per l’affitto non dovrebbero superare il 30 % del reddito. L’82 % delle persone colpite dalla povertà spende invece più di un terzo per l’alloggio.

Foto: Niels Herrmann


Focus

Admira Filipe spera un giorno di offrire una vita migliore a suo figlio.

Ritrovare l’autonomia Il 15 marzo 2019 l’uragano Idai ha sferzato il Mozambico, lasciando molte persone di fronte al nulla. Dopo la perdita dell’intero raccolto, la maggior parte della gente dipende ancora dagli aiuti alimentari e ha bisogno di sostegno per ricoltivare i campi. Come molte altre persone, anche Admira Filipe ha perso la casa nell’uragano Idai. A quel tempo era al terzo mese di gravidanza. Ora vive con il figlio di quattro mesi in una tenda messa a disposizione da Caritas e ha ricevuto ve-

Caritas insegna alle famiglie contadine i vari metodi di coltivazione sostenibile. stiti, cibo, elettrodomestici e attrezzature per l’agricoltura, come previsto dal programma di emergenza di Caritas. Nel frattempo, gran parte delle persone nella regione di Dombe ha costruito nuove capanne di argilla in una zona più elevata. Tuttavia, alcune famiglie continuano a vivere provvisoriamente nelle tende e, malgrado siano autosufficienti, dipendono tuttora dalle distribuzioni di cibo di Caritas. L’ultimo raccolto era inu-

Foto: Mario Macilau/Fairpicture

tilizzabile a causa dell’accesso limitato ai terreni agricoli dopo le inondazioni. Inoltre, i campi impregnati di acqua hanno favorito la rapida diffusione di parassiti e i terreni lungo il fiume sono ancora ricoperti di argilla e fango. Campi sicuri in altitudine I contadini stanno ora cercando di creare piantagioni in zone più elevate, anche se lassù la disponibilità di acqua è minore. A questa altitudine i campi sono protetti dalle inondazioni. In collaborazione con i partner locali, Caritas insegna alle famiglie contadine i vari metodi di coltivazione sostenibile e procura sementi adatte alle condizioni climatiche locali, come ad esempio il sesamo, il mais, diverse varietà di fagioli e altri ortaggi. L’ONG fornisce anche supporto tecnico, ad esempio finanziando i lavori di aratura necessari per preparare i campi alla se-

mina. I diretti interessati vengono sistematicamente coinvolti nella pianificazione e nell’esecuzione di tutte le attività sotto la guida di Caritas sul posto. L’obiettivo è quello di permettere loro di riconquistare l’autonomia così da non dover più dipendere dagli aiuti di emergenza. Accesso al mercato Finora gli agricoltori non avevano un accesso sufficiente ai mercati locali. Gli elevati margini di guadagno degli intermediari locali riducevano il loro reddito. Ora Caritas sta aiutando gli agricoltori a creare gruppi di mercato locali in grado di negoziare migliori accordi di fornitura e di acquisto permettendo così di generare più reddito e migliorare le loro condizioni di vita. Anche Admira Filipe spera un giorno di poter offrire una vita migliore a suo figlio. (lf) Maggiori informazioni sulla popolazione in Mozambico: caritas.ch/mozambico

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Reportage

Studiare malgrado il freddo e le aule affollate Ricerca: Zeina Shahla Fotografie: Hasan Belal

Jasmina e la sorellina si divertono a guardare un film sul cellulare.


Reportage Da nove anni regna la guerra in Siria. La quattordicenne Jasmina* frequenta l’intero ciclo scolastico durante questo periodo segnato dalla violenza. Dopo aver interrotto più volte la scuola e nonostante le aule fredde e sovraffollate, non ha perso la voglia di imparare. Quando Jasmina guarda fuori dalla finestra vede dei condomini bombardati e un cimitero. È ritornata in questo paesaggio di distruzione con la madre e le cinque sorelle due anni fa. Come quasi tutta la popolazione della città di Mleiha, la famiglia ha vissuto per anni in diversi luoghi, costretta a fuggire dai brutali combattimenti tra il governo e le forze della resistenza. Mleiha si trova vicino alla capi-

Oggi 5 scuole su 17 sono di nuovo operative, anche se in pessime condizioni. tale, nella Ghouta orientale, una delle regioni più devastate della Siria. La popolazione si sta avvicinando alle cifre di un tempo e oggi conta sui 25 000 abitanti. Ogni giorno si registrano nuovi arrivi. La gente abita in appartamenti gravemente danneggiati dagli scontri armati poiché non può più permettersi di affittare una casa in condizioni migliori in altre zone. Molte abitazioni non hanno ancora né porte né finestre. L’elettricità è disponibile solo per sei ore al giorno, e il più delle volte manca per l’intera giornata. Nella maggior parte delle case non c’è neppure l’acqua corrente. Al mercato le persone possono trovare molti beni di prima necessità, ma spesso i prezzi sono al di sopra delle loro possibilità. Il tasso di disoccupazione è elevato e il salario per un impiego a ore nel settore agricolo o edile è esiguo. La madre di Jasmina deve provvedere da sola alle sei figlie e dipende da ogni forma di sostegno. Grazie al progetto Carma Cash Assistance di Caritas, la famiglia può disporre del denaro per le necessità più urgenti. Il padre soffre di problemi di salute a causa della guerra e vive altrove. Solo due delle figlie frequentano la scuola. La sorella di Jasmina, affetta da

cecità, non ha questa opportunità, poiché nessun istituto offre lezioni speciali per bambini ipovedenti. Le tre sorelle più giovani sono ancora in età prescolare. Sei anni senza fissa dimora La vita di Jasmina si svolge tra le mura del suo angusto appartamento e la scuola. Tutti i 17 edifici scolastici di Mleiha sono stati fortemente danneggiati o distrutti durante il conflitto. Cinque sono ora di nuovo operativi, anche se in pessime condizioni. Jasmina frequenta la sesta e la settimana classe nello stesso anno. Questo modulo è stato sviluppato dal Ministero dell’istruzione e dall’UNICEF per gli allievi che hanno interrotto la scuola a causa della guerra. Jasmina ha mancato alcuni anni di scuola nel periodo in cui la sua famiglia è stata costretta a trasferirsi da un posto all’altro nella Ghouta orientale per oltre sei anni durante il brutale assedio. Ha do-

vuto abbandonare la scuola diverse volte, per poi riprenderla e in seguito interromperla di nuovo. Più tardi, mentre viveva a Saqba, è arrivata fino alla quarta elementare, mentre la guerra continuava a imperversare. Due anni fa, quando tacquero le armi nella regione e dopo essere ritornata a Mleiha, Jasmina ha finalmente potuto proseguire la sua formazione in un contesto pacifico. Istruzione per i bambini siriani A causa della guerra in Siria, molti bambini siriani hanno dovuto abbandonare la scuola o interrompere le lezioni per lunghi periodi, correndo così il rischio di crescere senza una formazione adeguata. Per impedire tali lacune, Caritas offre ai bambini opportunità di apprendimento sicure e adatte ai loro bisogni in tre centri sociali a Damasco, Aleppo e Tartus. Fornisce inoltre un perfezionamento professionale agli insegnanti, in particolare nella gestione dei bambini che hanno subito dei traumi. Nei prossimi mesi, Caritas Svizzera introdurrà questa offerta anche nella città distrutta di Mleiha e in altre regioni nella Ghouta orientale.

La maggior parte delle famiglie vive in case distrutte dai bombardamenti e prive di riscaldamento.

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nella stessa scuola. Le altre classi sono ancora più affollate, con oltre 65 ragazze nella stessa classe.» La scuola ideale per Jasmina sarebbe una scuola con al massimo 25 ragazze per classe, dotata di riscaldamento e non troppo rumorosa, in modo da poter seguire bene le lezioni. La ragazza sorride e afferma: «Vorrei andare a scuola solo in estate così non avremmo le dita tanto fredde e irrigidite.» (sg) * nome modificato

Per saperne di più: caritas.ch/syrie

Molte scuole non hanno finestre e i bambini soffrono il freddo.

Studiare al calduccio Jasmina riesce a seguire bene le lezioni. Da grande vuole fare la maestra perché

« Jasmina scrive con le dita irrigidite dal freddo. Studia per un futuro migliore. » adora i suoi insegnanti e vuole essere come loro. Le piace la matematica, ma ha qualche difficoltà con le scienze natu-

rali. Il problema principale per la ragazza sono il freddo e le classi sovraffollate. Le lezioni si tengono in una classe con 45 allievi. Cinque ragazze condividono lo stesso banco, il che rende particolarmente difficile scrivere sui quaderni. Alcune di loro devono quindi alzarsi così da lasciare un po’ più di spazio alle compagne. «A volte c’è tanto rumore in classe. Mi dà veramente fastidio!», esclama Jasmina. «Purtroppo non ci sono abbastanza edifici intatti nella zona. Tutte le ragazze della mia età devono andare

I bambini delle scuole siriane hanno bisogno del nostro sostegno La sua donazione aiuterà i bambini in Siria a tornare sui banchi per studiare.

Contribuisca anche lei con una donazione! Conto donazioni: 60-7000-4 Nota: « Bambini delle scuole siriane »

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La giornalista Zeina Shahla e il fotografo Hasan Belal di Damasco hanno visitato la città di Mleiha nel gennaio 2020 su incarico di Caritas Svizzera per realizzare questo reportage. La foto è stata scattata da Jasmina.


Reportage

Non tutti i rifugiati in Libano hanno un posto dove restare di sbarcare il lunario temporaneamente. «I versamenti in contanti sono molto importanti perché aiutano nel breve termine e in maniera individuale», afferma Mirna Sabbak, operatrice di Caritas Libano. Al bisogno, Caritas copre anche le spese ospedaliere o mediche. Mariam sta frequentando un corso di cucito presso Caritas Libano ed è seguita da un’altra organizzazione per la ricerca di un lavoro.

Da molti anni Mariam Khalaf, 25 anni, e i suoi tre figli conoscono solo la vita nel campo profughi.

Il cielo incombe sulla pianura della Bekaa cambiando colore ogni ora. In questa vasta distesa, situata tra due catene montuose, sorgono gli insediamenti di tende e baracche di legno in cui vivono ammassati più di un terzo dei circa 915 000 rifugiati siriani registrati e, secondo le stime, 650 000 rifugiati siriani non registrati in Libano. Stanno in tendopoli, fattorie abbandonate o garage – ovunque trovino un piccolo rifugio e un padrone di casa che tolleri la loro presenza o voglia fare affari con loro. In un campo vicino alla città di Zahle, Mariam Khalaf e i suoi figli Sidra, Shiro e Jalal sono seduti attorno alla stufa, il fulcro e l’unico mobile della loro tenda. Adesso, in inverno, le temperature scendono sotto lo zero. Una tempesta di grandine si rovescia sul campo. Dal soffitto entra acqua. Per andare in bagno bisogna percorrere un sentiero fangoso che porta a una casetta in lamiera. L’estrema povertà della gente qui è opprimente. I posti di lavoro scarseggiano, soprattutto in inverno. In primavera ci sono più possibilità di trovare un’occupazione a ore o stagionale nel settore agricolo. Quasi tutte le persone

Foto: Alexandra Wey

sono indebitate. Hanno sempre il terrore di essere sfrattate se non riescono a pagare l’affitto. Mariam l’ha già vissuto più

Le energie e le risorse sono allo stremo La maggior parte dei rifugiati nella pianura della Bekaa è rimasta qui per cinque, sei, sette anni. Sidra, Shiro e Jalal sono nati qui, non conoscono altro. La gente è al limite. «Vorrei soltanto una tenda dignitosa in un luogo dove possiamo restare», dice Mariam. Non osa neanche più sognare una casa vera.

« Vorrei soltanto una tenda dignitosa. » volte. «Ci spostiamo da un campo all’altro», racconta. «Non c’è un posto dove possiamo restare a lungo.» Aiuto in contanti come prevenzione In questa situazione ogni malattia, ogni decesso, ogni separazione e ogni furto diventa una minaccia reale. Il marito di Mariam è deceduto alcuni mesi fa per un problema cardiaco. I costi dei farmaci hanno prosciugato i suoi risparmi e per pagare il funerale ha dovuto contrarre un debito. Mariam è in avanzato stato di gravidanza e non ha alcuna formazione. In questi casi interviene Caritas. Le persone come Mariam che hanno subito un trauma socio-economico ricevono un aiuto in contanti, compreso tra i 200 e i 300 dollari al mese per una durata dai tre ai sei mesi, che permette loro

Anche i libanesi sono allo stremo. L’economia e le infrastrutture non riescono più a reggere gli altri 1,5 milioni di persone e la gente del posto si sta impoverendo sempre di più. Mentre Caritas offre aiuti in denaro anche alla popolazione libanese bisognosa, i finanziamenti della comunità internazionale dei donatori per far fronte alla catastrofe umanitaria vengono sempre meno. (ah)

Maggiori informazioni sulla storia di Mariam, con video: caritas.ch/mariam-f

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Attualità

Aiuti umanitari dopo il terremoto in Albania Caritas è intervenuta sul posto subito dopo il devastante terremoto in Albania e ora sta aiutando nella fase di ricostruzione.

Gli operatori di Caritas vagliano le necessità delle vittime.

Il 26 novembre 2019, il sisma ha colpito le coste dell’Albania sorprendendo la popolazione nel cuore della notte. Le luci dell’alba hanno evidenziato la reale gravità dei danni: decine di morti, oltre 2000 feriti, migliaia di sfollati. Particolarmente colpita è stata la popolazione più povera, le cui abitazioni, in condizioni precarie già prima della catastrofe, hanno retto malamente le violenti scosse del terremoto. Già dalle prime ore, Caritas Albania ha distribuito cibo, acqua e coperte a 1200 persone rifugiate in due tendopoli di fortuna. In stretta collaborazione con la ONG locale, anche Caritas Svizzera ha fornito

aiuti d’emergenza agli sfollati, mettendo a disposizione alloggi sicuri e riscaldati, distribuendo pacchetti di generi alimentari e articoli per l’igiene e fornendo un sostegno psicologico. Caritas Svizzera appoggia anche gli aiuti d’emergenza della Croce Rossa Svizzera. Fin dall’inizio abbiamo potuto contare sulla grande solidarietà della popolazione svizzera. Caritas Svizzera aiuta tuttora le vittime del terremoto a coprire i bisogni di base e pianifica la riparazione degli asili. (ah)

Ogni giorno migliaia di rifugiati venezuelani arrivano in Colombia La popolazione del Venezuela non ha più cibo, né medicine, né lavoro, né sicurezza. Milioni di esseri umani fuggono nei Paesi limitrofi, soprattutto in Colombia. Attraverso il progetto Famig, Caritas sostiene i rifugiati in Colombia come pure sul confine a Maicao. Le persone costrette ad abbandonare tutti i loro averi ricevono le cose essenziali per sopravvivere e una consulenza psicosociale. Il fatto di essere ascoltate le fa sentire meglio. Tra queste vi è Darlimar Alvarez, 29 anni. Ha quattro figli e aspetta il quinto. Prima della crisi la sua vita era perfetta. Insieme al marito gestiva un negozio di alimentari sotto casa. Ma poi Darlimar si separa e deve cavarsela da sola. Per giorni va alla ricerca di cibo per i suoi fi-

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gli. «Un giorno la mia primogenita è svenuta per la fame quando sono tornata a casa», racconta la donna. «Ho quindi deciso di lasciare il Paese.» Ha scambiato la sua casa con i biglietti del pullman per la Colombia, dove ha trovato lavoro come collaboratrice domestica e poi come aiutante in una panetteria. Nell’ambito del progetto Famig di Caritas ha beneficiato di un supporto psicologico e giuridico. Ha ricevuto anche i biglietti per far visita al fratello, che nel frattempo aveva rintracciato. (lf) Ha barattato la sua casa con i biglietti del pullman per la Colombia.

Foto: Leonard Hessling, Alexandra Wey


Integrazione

Nella «Casa dell'istruzione e dell'integrazione» i bambini elaborano il proprio passato.

«Qui a Matran possono tornare a essere bambini» Come integrare i bambini profughi nel sistema scolastico svizzero? Nel Canton Friburgo, nei primi sei mesi dal loro arrivo, Caritas Svizzera assiste le famiglie di profughi nella «Casa dell’istruzione e dell’integrazione» a Matran. I bambini tra i 4 e i 15 anni partecipano a un programma prescolastico che li prepara all’inserimento scolastico nel Canton Friburgo. «Sakr, per favore mi vai a prendere il tuo raccoglitore?», chiede l’insegnante al bambino. Visto il suo sguardo interrogativo, Émilie Romanens si rivolge a un’altra alunna. «Zeinab, potresti mostrare a Sakr dove si trova il raccoglitore?» La bambina è subito pronta ad aiutare Sakr che così

«Già dopo sei mesi i bambini possono essere integrati nel sistema scolastico friburghese.» impara il significato della parola «raccoglitore». Sakr, Zeinab e Mohammad hanno sei anni e sono venuti in Svizzera dalla ­Siria a inizio ottobre. In questa fredda giornata di gennaio imparano un po’ di francese e matematica. Tre insegnanti occupate al 50 % seguono al momento 27 bambini. «Quando

Foto: Caritas Svizzera

le famiglie arrivano qui, cerchiamo il dialogo con i genitori per avere informazioni sulla biografia scolastica dei loro figli», spiega Émilie Romanens. «Molti erano già iscritti a una scuola, altri no.» I bambini vengono suddivisi in tre gruppi, in base all'età e al livello di conoscenze. «Abbiamo un sistema flessibile che può essere adeguato ai vari bambini», sottolinea l’insegnante. «Una volta raggiunti i rispettivi obiettivi, i bambini cambiano gruppo.» Bambini traumatizzati Il francese e la matematica sono di primaria importanza. Ma vi sono anche lezioni di disegno, bricolage e sport. Naturalmente non può mancare neanche il canto che consente ai bambini di apprendere meglio la lingua. Prima si tratta tuttavia di scoprire se il bambino è disposto ad apprendere una nuova lingua e poi se ne è in

grado. Per alcuni è molto difficile perché hanno subito gravi traumi. A volte i bambini soffrono anche dei traumi subiti dai loro genitori che hanno vissuto situazioni di guerra e sono stati condannati all’esilio. Soprattutto i bambini siriani hanno già conosciuto violenze in prima persona nelle scuole o sono stati maltrattati o respinti quando erano in fuga attraverso i vari Paesi. Trovare le risposte a queste domande è compito degli insegnanti che dispongono di una qualifica supplementare per l’elaborazione di traumi. Continui progressi Dopo sei mesi i bambini accolti a Matran possono essere integrati nel sistema scolastico friburghese. «I bambini fanno tanti progressi e questo è molto positivo», si rallegra Émilie Romanens. «Certo, sono stati privati di una parte della loro infanzia, ma qui a Matran possono tornare a essere bambini.» (vm) La testimonianza di Émilie Romanens: caritas.ch/matran-f

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Personaggi Cose di tutti i giorni

Katia João, 21 anni, Mozambico

«Grazie a Caritas i miei figli possono mangiare più volte al giorno.»

Reyna ascolta le ragazze che vivono per strada e le invita al centro FMK.

Reyna toglie le ragazze dalla strada Reyna ama il contatto con le persone con background differenti. Presso la Fundación Munasim Kullakita in Bolivia si occupa di ragazze che vivono per strada o si prostituiscono. Reyna Salamanca, 33 anni, lavora per la Fundación Munasim Kullakita dal 2010. L’istituzione si occupa delle ragazze di La Paz ed El Alto che vivono per strada e sono perlopiù costrette a praticare la prostituzione. Molte hanno già subito violenze in giovane età. Reyna è una psicopedagogista. Osserva le ragazze, parla con loro e le invita al centro FMK, dove le segue in gruppo o individualmente. «È molto importante ascoltare queste ragazze e conoscere le loro storie.» Insieme alle giovani valuta le varie possibilità di intervento. Reyna spiega che sovente le ragazze che dipendono emotivamente dai loro protettori o stupratori sono già incinte o hanno malattie sessualmente trasmissibili. Si tratta quindi di rendere le ragazze indipendenti. Insieme parlano di sessualità e di droga e le giovani imparano a conoscere i loro diritti e i loro doveri. Reyna coinvolge nel suo lavoro anche la famiglia e la scuola.

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Aiutare le ragazze a rivendicare i loro diritti Reyna ama il contatto con le ragazze. Le piace anche intrattenersi con il proprio team e condividere le esperienze per migliorare il suo lavoro. L’obiettivo è quello di aiutare le giovani a far valere i loro diritti affinché non debbano più subire violenze sessuali né vivere in strada. Reyna è soddisfatta della sua missione. Ma ci sono anche momenti frustranti, ad esempio quando non riesce ad aiutare una ragazza. Allora si sente impotente. Fortunatamente nel suo lavoro prevalgono gli aspetti positivi. Essere in contatto con persone con background differenti l'arricchisce. (lf)

Qual è stata finora la sua esperienza peggiore? Il ciclone Idai ha distrutto la nostra casa togliendoci ogni mezzo di sussistenza. Il livello dell’acqua è salito rapidamente e mi sono subito trovata con l’acqua che mi arrivava fino alla gola. Sono riuscita a sopravvivere insieme ai miei figli solo grazie all’albero di mango. Come sta oggi? Oggi vivo da sola con i miei due figli in una capanna messa a disposizione dai parenti. Mio marito si è trasferito in Sudafrica alla ricerca di lavoro e finora non è tornato. Qual è la sua speranza? Con l’aiuto di Caritas vorrei coltivare verdura e cereali per riuscire a sfamare la mia famiglia. Cosa la rende felice? Sono molto felice che Caritas mi abbia dato le sementi e gli utensili necessari. Mi ha inoltre insegnato come coltivare i vari prodotti per avere da mangiare tutto l’anno. Come si prospetta il suo futuro? Grazie a Caritas ho imparato a coltivare mais e fagioli in modo sostenibile. Adesso i miei figli possono mangiare più volte al giorno e la mia vita ha di nuovo un senso. Ora credo che ci sia un futuro. (lf)

Foto: Álvaro López Molina, Caritas Svizzera


Svizzera

Dare una chance ai bambini I coniugi Winter sono genitori affidatari da oltre 40 anni. Spesso hanno raggiunto il limite delle loro forze, ma hanno vissuto anche molti momenti intensi e ricchi di soddisfazioni. La fattoria di Ursula e Richard Winter si trova nel punto più discosto del Canton Lucerna. Quando suona il campanello, Zima, il cane bianco dal pelo arruffato, corre subito alla porta. Adora stare in mezzo alla gente e spesso ha l’occa-

«In passato accettavamo semplicemente perché qualcuno era nel bisogno.» sione di fare nuove amicizie. Ursula e Richard sono infatti genitori affidatari da oltre 40 anni. Hanno iniziato con Peter*, 8 anni, figlio di parenti. Poi è arrivato Rolf*, 14 anni. Il primo giorno si è intro-

dotto nel negozio del villaggio senza permesso, ma con il tempo ha imparato ad accettare le regole. «La perseveranza è una delle qualità più importanti che bisogna possedere», spiega Ursula. «Abbiamo dovuto far fronte a innumerevoli episodi e ricominciare da capo.» D’altronde, le difficoltà li hanno spronati a non mollare mai. I coniugi Winter hanno imparato a gioire dei piccoli progressi. «È una sensazione meravigliosa quando i bambini ti accettano, fanno affidamento su di te e ti dicono ‹Ti voglio bene›», osserva Richard. All’inizio erano abbandonati a loro stessi, ma dagli anni Ottanta l’affidamento dei bambini è diventato più professionale.

Tendere la mano in caso di bisogno Sebbene avessero già tre figli piccoli, i coniugi Winter hanno comunque accolto ­altri tre bambini quando l’ufficio dell’assistenza sociale ha chiesto il loro aiuto. I bambini erano un po’ trascurati e a volte spingevano i genitori affidatari al limite delle loro forze. È stato un periodo intenso. «In passato accettavamo semplicemente perché qualcuno era nel bisogno. Oggi è diverso», osserva il padre affidatario. «Molti dettagli vengono chiariti in anticipo.» Secondo Richard, il fatto di avere sempre avuto animali domestici è positivo. Fare le coccole al cane e relazionarsi con l’animale è già un primo passo. I loro figli hanno adorato i nuovi fratelli. Eccellente assistenza da parte di Caritas Dopo un lungo periodo di pausa e aver letto in una rivista che Caritas era alla ricerca di famiglie affidatarie, i coniugi Winter hanno ripreso ad accogliere bambini. Questa volta è il turno dell’undicenne Farhad*, di origini afgane. La coppia apprezza molto la fattiva collaborazione con Caritas. Può richiedere assistenza in qualsiasi momento e chiamare un numero di emergenza 24 ore su 24 in caso di problemi urgenti. Come quando Farhad è scomparsa all’improvviso. Gli specialisti di Caritas sono intervenuti tempestivamente. Durante gli incontri regolari generalmente è presente un interprete interculturale, in modo da garantire una comunicazione chiara. I coniugi Winter partecipano anche ai seminari di Caritas, malgrado siano dei genitori affidatari navigati. Lo scambio con le altre famiglie è importante. «Constatiamo che sono confrontati con sfide simili alle nostre, e questo ci conforta. Con ogni bambino abbiamo sempre imparato qualcosa.» (lf) * I nomi dei bambini sono stati modificati

Anche gli animali domestici fanno parte del programma di assistenza della famiglia Winter.

Foto: Priska Ketterer

Serata informativa per gli ­interessati: 23 marzo a Lucerna (v. agenda a pag. 14) familienplatzierung.ch

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Servizi

Agenda 23 marzo 2020, ore 19.00–20.30 Serata informativa per persone ­interessate a prendere in affidamento giovani e bambini. Caritas Svizzera, Lucerna

Un futuro per i bambini del Nepal Il 25 aprile 2015 è venuto letteralmente a mancare il terreno sotto i piedi degli abitanti del Nepal. Sin dai primi giorni dopo il devastante sisma, Caritas Svizzera è stata presente nella regione di Sindhupalchok. Dopo una prima fase di aiuti d’emergenza, insieme a Helvetas abbiamo costruito 200 aule provvisorie per evitare che i bambini perdessero troppe lezioni di scuola. La ricostruzione è terminata a fine 2019: oggi oltre 4700 bambini possono studiare in 36 edifici scolastici ricostruiti a prova di sisma e dotati di impianti

sanitari e acqua potabile. Grazie al lavoro di sensibilizzazione, i bambini sanno anche come mettersi al sicuro se si dovesse ripetere una simile catastrofe e come proteggersi dalle malattie osservando determinate regole per l’igiene. Le persone nel distretto di Sindhupalchok sono consapevoli di quanto sia importante l’istruzione scolastica. (ah) Per maggiori dettagli sulla ­ricostruzione in Nepal: caritas.ch/nepal

Venite a scoprire i nostri video

Sentire in prima persona come la contadina Marie Bamounmanan del Ciad racconta della propria vita e dell’amore per l’albero del karité? Vivere direttamente le speranze delle persone fuggite dal Venezuela e il caos che regna al confine con la Colombia? Accompagnare i giovani volontari presso i contadini di montagna? Nessun mezzo informativo offre uno sguardo tanto diretto sulla vita come

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le immagini in movimento. Anche per Caritas i video diventano pertanto sempre più importanti. Scoprite i video sul nostro canale Youtube e fatevi direttamente un’idea dei ­nostri progetti, imparate a conoscere i collaboratori coinvolti e le persone per cui si impegna Caritas. E se vi abbonate a Caritas Svizzera su Facebook, Instagram o Twitter, potrete consultare regolarmente le nuove sequenze video direttamente sui vostri feed. (ah)

4 maggio 2020, ore 13.30 Evento informativo per i nostri ­donatori e le nostre donatrici Museo di viticoltura Torculum, Coira 12 maggio 2020, ore 13.30 Evento informativo per i nostri ­donatori e le nostre donatrici Museo di Ognissanti, Sciaffusa 5 giugno 2020, ore 17.00 Conferimento del Prix Caritas KKL Lucerna 18 giugno 2020, ore 14.00 Evento informativo sull’autodeterminazione nella ­vecchiaia Caritas Svizzera, Lucerna 22 giugno 2020, ore 14.00 Evento informativo sull’autodeterminazione nella ­vecchiaia Caritas Svizzera, Lucerna 21 settembre 2020, ore 19.00–20.30 Serata informativa per persone interessate a prendere in affidamento giovani e bambini. Caritas Svizzera, Lucerna

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Foto: Bikash Khadge, Alexandra Wey


Insieme

Volontariato: accompagnamento nella fase terminale

Marc Bolis (38 anni), Les Pontins

ard 2019. i del youngCaritas Aw Le vincitrici e i vincitor

Interconnessi in tutta Europa Il nostro mondo si trova ad affrontare sfide che richiedono soluzioni ­transfrontaliere. Ecco perché un buon networking a livello europeo è importante per una società sostenibile e giusta. Anche le vincitrici e i vincitori del premio youngCaritas 2019 puntano sull’interconnessione. Il premio destinato ai giovani impegnati in ambito sociale è stato conferito a Sustainability Week Switzerland. Il team organizzativo coordina le settimane della sostenibilità nelle università di tutta la Svizzera. La visione di successo è stata radicata a livello locale e poi diffusa su scala internazionale. Grazie al collegamento in rete, le settimane della sostenibilità si tengono già in diversi altri Paesi. La rete «youngCaritas in Europa» mostra cosa significa l’impegno transfrontaliero, con nuovi progetti in tutta Europa. Lo scambio crea nuove prospettive. Questa estate è previsto il prossimo incontro d’azione a Lourdes, in Francia. Sull’arco di cinque giorni, più di 400 persone motivate sviluppano idee e interventi sul tema della partecipazione. Quale organizzazione sostenitrice del «Comitato dei giovani per una Svizzera aperta», youngCaritas si impegna a favore

Foto: Fabienne Wheeler, Cyrille Voirol, su gentile concessione

di una Svizzera aperta. Stiamo unendo le forze per opporci all’iniziativa antieuropea per la limitazione che mira ad abolire la libera circolazione delle persone. Solo con un chiaro «No» potremo offrire ai giovani un futuro degno di essere vissuto. Lucia Messer

Processi come l’apertura e il cambiamento di prospettiva possono essere vissuti anche al campo estivo interculturale, che si terrà dal 26 luglio al 1° agosto nell’Oberland bernese. Richiedenti d’asilo minorenni non accompagnati e giovani di tutta la Svizzera trascorrono una settimana entusiasmante all’insegna del gioco, dello sport e del divertimento. Ulteriori informazioni e ­iscrizioni: youngcaritas.ch/sommerlager

«Quando è deceduto mio nonno, ho notato che gli altri residenti della struttura erano molto sensibili e attenti a ogni mia parola. Ho capito allora che condividendo con loro anche solo una piccola parte del mio tempo riuscivo a cambiare il vissuto della loro settimana. Penso che sottovalutiamo il potere delle piccole attenzioni, che tuttavia ricerchiamo tutti, per diletto o per necessità.»

Anne-Lise Mayor (53 anni), Montalchez

«Accompagno i malati gravi e le persone in fase terminale da una decina d’anni. Le persone che condividono questi intensi istanti con me mi regalano momenti di scambio autentico, in cui calano le maschere e scompare il bisogno di dimostrare qualcosa. Il gruppo dei volontari è molto importante perché posso raccontare le mie esperienze e ascoltare, a mia volta, il vissuto degli altri accompagnatori.»

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Mariam Khalaf (25 anni), vedova siriana con 3 figli, vive nel campo profughi in Libano

Fare la cosa giusta

Quando la povertĂ mostra il suo volto Per saperne di piĂš su Mariam: caritas.ch/mariam-f


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