CARITAS N. 3 / Giugno 2020
La Rivista di Caritas Svizzera
Il coronavirus minaccia le nostre esistenze Pagina 5
Attualità
Focus
Dal mondo
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I più poveri si Coronavirus: le respon- Proteggere i più sabilità della Svizzera vulnerabili dal virus adattano al clima
Lettera aperta
La vostra solidarietà è impressionante! Care donatrici, cari donatori Da mesi, ormai, l’emergenza coronavirus è una realtà onnipresente. Da un giorno all’altro, tutto è cambiato: la libertà di muoversi, gli scambi interpersonali, il lavoro quotidiano, la convivenza sociale. Tutto è stato limitato e ovunque regna incertezza e sconcerto. Gli effetti economici e sociali della pandemia sono enormi e misurabili. Presto la disoccupazione supererà quota 200 000. È il tasso più alto dell’ultima generazione. I disoccupati meno giovani non hanno quasi più nessuna prospettiva di trovare un posto di lavoro. Chi finisce l’apprendistato ora, dovrà aspettare a lungo un impiego. Il numero dei beneficiari dell’aiuto sociale cresce rapidamente. Vi sono anche molte persone che scivolano tra le maglie delle reti sociali e necessitano di aiuti immediati o persino di cibo gratuito. Migliaia di famiglie hanno perso una parte del loro basso reddito da un momento all’altro e quindi non riescono più a pagare le fatture del dentista, i costi per la formazione o l’affitto. Anche i lavoratori indipendenti che operano nel settore culturale nonché i cosiddetti sans papiers si ritrovano d’un tratto di fronte al nulla.
«Queste persone hanno bisogno di un sostegno semplice e immediato.»
Queste persone hanno bisogno di un sostegno semplice e immediato. Molti si rivolgono a Caritas. Da noi vengono ascoltati, ottengono preziosi consigli e ricevono gli aiuti necessari, a seconda del caso. Fino ad ora abbiamo impiegato oltre due milioni di franchi per questo operato. E se possiamo dare una mano è proprio grazie a voi, care donatrici e cari donatori. La vostra solidarietà è impressionante! Ma vi sono anche amare realtà in posti più lontani: i campi profughi in Grecia, gli sfollati di Idlib in Siria, le lavoratrici tessili in Bangladesh o le persone che hanno perso la base esistenziale a causa delle misure di confinamento. Temevo che queste situazioni drammatiche sarebbero cadute in dimenticanza. Ma mi sbagliavo. Voi, care donatrici e cari donatori, non avete perso di vista queste persone bisognose. Anche qui siete disposti ad aiutare. Sono profondamente colpito e commosso. Questo è il vero senso di solidarietà e umanità! Meritate tutta la mia gratitudine e il mio più profondo rispetto.
Hugo Fasel, Direttore Caritas Svizzera
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Foto: Franca Pedrazzetti
Sommario
Coronavirus: tanta gente è davanti al nulla La crisi del coronavirus è una minaccia per molte esistenze. Le persone che vivevano nella ristrettezza già prima della pandemia, ora hanno bisogno di aiuto. In migliaia si sono rivolti a Caritas e hanno ricevuto aiuti d’emergenza in modo rapido e non burocratico. Quattro ritratti di persone che vivono situazioni totalmente diverse tra loro. Pagina 5
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Attualità: il coronavirus e i poveri nel mondo
Caritas interviene con aiuti diretti e concreti e si impegna anche a livello politico per sostenere i più poveri.
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F ocus: aiutare i più vulnerabili nel Sud
Caritas aiuta le vittime della pandemia con misure igieniche e aiuti d’emergenza in Bolivia, Haiti e Sudan meridionale.
12 Dal mondo: il cambiamento climatico è una sfida per i contadini
Il cambiamento climatico richiede ai contadini del Sud grande spirito di adattamento. Caritas aiuta con misure ecologiche, economiche e sociali.
IMPRESSUM La rivista di Caritas Svizzera esce sei volte all’anno Editrice è Caritas Svizzera, Comunicazione e Marketing, Adligenswilerstr. 15, Casella postale, CH-6002 Lucerna, info@caritas.ch, www.caritas.ch, Tel. +41 41 419 24 19 Redazione: Lisa Fry (lf); Fabrice Boulé (fbo); Stefan Gribi (sg); Anna Haselbach (ah); Vérène Morisod Simonazzi (vm) Il costo dell’abbonamento è di 5 franchi all’anno e viene dedotto una sola volta dalla donazione. Grafica: Urban Fischer Copertina: Alexandra Wey Tipografia: Kyburz, Dielsdorf Carta: 100 % riciclata Conto donazioni: CP 60-7000-4
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Eco
Peter Marbet – nuovo direttore di Caritas
Caritas Svizzera avrà un nuovo direttore dal 1° novembre 2020 nella persona di Peter Marbet, 53 anni, nominato all’unanimità dal comitato direttivo di Caritas Svizzera. Marbet è laureato in storia moderna e scienze politiche a Berna e dispone anche di un Executive Master of Business
Administration in NPO Management. Subentrerà al nostro direttore di lunga data Hugo Fasel, che a novembre andrà in pensione dopo 12 anni dedicati alla guida dell’organizzazione. In passato Peter Marbet è stato responsabile dell’informazione di una grande compagnia di assicurazione malattia e in seguito ha assunto la funzione di responsabile del Dipartimento di politica e comunicazione di santésuisse. Dal 2008 è direttore del Centro di formazione sociosanitaria di Berna. Oltre a solide competenze nei settori della sanità, della formazione e della politica sociale, vanta anche un’ampia esperienza in materia di strutture politiche a livello federale e cantonale. Marbet ha vissuto anche in Brasile per due anni e conosce quindi le problematiche dei Paesi in via di sviluppo. (lf)
Contadini di montagna: cercansi 1000 volontari – benvenuti anche i giovani
Anche quest’anno Caritas Svizzera è alla ricerca di un migliaio di volontari disposti ad aiutare le famiglie di contadini di montagna durante gli intensi mesi estivi. Questa stagione verrà a mancare la forza lavoro proveniente dall’estero e quella appartenente ai gruppi a rischio di coronavirus,
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per un totale del 40 per cento di lavoratori in meno. Ora Caritas dovrà raddoppiare gli sforzi per trovare in particolare giovani volontari. Si confida quindi nel passaparola! Aiutare i contadini di montagna è un’attività molto interessante anche per i più giovani. Le attività più comuni sono la cura dei prati, la fienagione, la riparazione delle recinzioni, l’aiuto nelle faccende domestiche o l’accudimento degli animali. Per molti volontari il lavoro è impegnativo, ma anche molto appagante. Visto che in tempi di coronavirus i viaggi all’estero sono sconsigliati, perché allora non scoprire la vita in una fattoria di montagna? Sul nostro sito web potete trovare le offerte disponibili e prenotare direttamente. (lf) Maggiori informazioni: montagnards.ch
Medienecho La Regione | «Coronavirus, appello di Caritas al Consiglio federale» | 29. 4. 2020 Pagamento diretto una tantum di 1000 franchi per famiglie e persone singole con un reddito inferiore al livello che dà diritto a prestazioni complementari. (…) Caritas Svizzera invita il Consiglio federale e il Parlamento a tenere conto della difficile situazione di questa categoria e a definire un programma di aiuti per i soggetti indigenti. Il punto cardine di tale programma deve essere costituito da pagamenti diretti una tantum destinati alle persone a basso reddito e ai gruppi emarginati. Corriere del Ticino | «Gli aiuti di Caritas ai tempi del virus» | 9. 5. 2020 Dall’inizio della crisi per la COVID-19, Caritas Svizzera e le sue organizzazioni regionali hanno fornito aiuti transitori a 4000 persone per oltre mezzo milione di franchi e distribuito buoni acquisto utilizzabili nei mercati Caritas per un valore di 200 000 franchi. Particolarmente bisognose di sostegno sono le persone che prima della crisi riuscivano a mantenersi al di sopra della soglia di povertà con le proprie forze, ma che ora si trovano in difficoltà a causa delle perdite di reddito (…). Il Grigione Italiano | «Il numero di persone che necessitano di aiuto è destinato a crescere» | 30. 4. 2020 Alessandro Della Vedova, direttore Caritas Grigioni: «(…) sono varie tipologie di difficoltà a cui cerchiamo di dare un aiuto concreto. Ci sono ad esempio persone anziane o disabili che non escono più di casa. Per loro, Caritas Grigioni ha approntato un servizio di consegna di beni alimentari a domicilio. Poi ci sono persone che facevano capo ad organizzazioni volontarie che distribuiscono generi alimentari gratuitamente e che hanno momentaneamente sospeso le loro attività.»
Foto: Niels Herrmann, per gentile concessione
Reportage
Il coronavirus minaccia le nostre esistenze Ricerca: Lisa Fry Fotografie: Alexandra Wey
Ruth Mauron vive un’emergenza e si rivolge a Caritas.
Molte persone che già prima dell’attuale crisi sanitaria erano costrette a vivere nella ristrettezza, oggi si trovano sull’orlo di un precipizio esistenziale. Hanno perso il lavoro, non hanno un’assicurazione adeguata o non possono svolgere la loro attività a causa delle misure di sicurezza decise dalla Confederazione. Inoltre, ovunque regna la paura di contrarre il virus. La pandemia di coronavirus colpisce e intimorisce tutti noi. Improvvisamente ci siamo trovati in isolamento, è stato ordinato il lavoro ridotto, gli eventi sono stati cancellati, le imprese si sono fermate e la gente ha perso il lavoro. Chi non ha il diritto di beneficiare degli aiuti finanziari della Confederazione vede la sua vita cambiare drasticamente. Com’è accaduto a Ruth Mauron, 55 anni, domiciliata nella regione del Lago di Costanza, quando il 17 marzo il governo federale ha decretato il lockdown.
Ruth Mauron: lavoro ridotto con salario minimo Ruth lavorava come commessa in un chiosco e come addetta al servizio di lavanderia in un istituto sociale. Ma anche con due mansioni, il budget era già molto limitato e spesso faceva fatica a pagare le fatture. Ora la situazione si è fatta drammatica. Al chiosco può lavorare solo a ore e su chiamata, mentre alla lavanderia si reca solo tre mattine alla settimana in seguito all’introduzione del lavoro ridotto. Non percepisce alcuna indennità di di-
soccupazione perché l’attività nel chiosco era solo su chiamata. Nell’emergenza si rivolge a Caritas San Gallo. «Non sapevo più come gestire la situazione» racconta la donna. La consulente di Caritas analizza la situazione, esamina la documentazione e come aiuto immediato consegna a Ruth dei buoni acquisto per il mercato Caritas dove potrà procurarsi i beni di prima necessità. «Ma mi ha fissato anche un altro appuntamento» afferma Ruth Mauron. «Insieme alla consulente di Caritas abbiamo esaminato il quadro generale e definito delle misure per migliorare la mia situazione.» Ruth Mauron ripercorre la difficile storia della sua vita costellata da molti alti e bassi. Molte volte si è ritrovata in difficoltà finanziarie, una volta ha dovuto mantenere il figlio e poi
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Reportage
Grazie ai buoni acquisto per il mercato Caritas, Ruth Mauron arriva a fine mese con meno affanno.
anche la figlia. È in ritardo con il pagamento degli oneri fiscali e riesce a stento a pagare il premio della cassa malati. «Ma è così» afferma la donna da vera combattente che non si arrende mai. «Ogni giorno è un nuovo giorno. Sono molto
«Sono molto felice che Caritas mi aiuti a ritrovare un po’ di sicurezza in più.» felice che adesso Caritas mi aiuti a ritrovare l’equilibrio e un po’ di sicurezza in più.» Su chiamata, senza assicurazione Gran parte delle persone che nelle ultime settimane si sono rivolte alle organizzazioni Caritas regionali in tutta la Svizzera lavorano su chiamata e percepiscono una retribuzione oraria. La crisi colpisce an-
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che i lavoratori a basso reddito. Molti non vengono notificati alle compagnie assicurative dal datore di lavoro e di solito non hanno risparmi. Numerose famiglie, in particolare quelle monoparentali, si trovano in una situazione d’emergenza. In questi casi Caritas fornisce un sostegno rapido e senza burocrazia. L’organizzazione ha lanciato un appello, a cui la popolazione ha risposto generosamente, per la raccolta di fondi per le vittime della crisi da coronavirus e riceve anche denaro dalla Catena della Solidarietà con il quale sostiene le persone nel bisogno. Caritas contribuisce a colmare i bisogni finché non subentra l’assistenza sociale o non vengono erogate le prestazioni complementari. Ma è al fianco anche di coloro che non percepiscono alcuna prestazione statale, ad esempio con la consegna di buoni per l’acquisto di beni di prima necessità e spesso con il pagamento di un affitto, del premio della cassa malati o di altre fatture in sospeso. Forni-
sce un aiuto immediato – naturalmente effettuando dapprima i dovuti chiarimenti – e presta ascolto alle persone che sono state colpite dal destino così duramente e inaspettatamente. Carolina Pereira: duplice onere, nessun reddito Anche Carolina Pereira*, 60 anni, ha potuto ricevere conforto e un’assistenza celere. Da nove anni risiede a Ginevra, dove vivono anche i figli. Il lavoro come collaboratrice domestica presso diverse famiglie le consente di sopravvivere a malapena. Oltre che a sé stessa, deve provvedere anche alla figlia che è affetta da una grave malattia e vive con lei. Il peso di questa situazione grava ancora di più sulle sue spalle: «Mia figlia ha già subito tre operazioni. Spero che si riprenda.» Dice di aver sempre avuto un buon rapporto con i suoi datori di lavoro, ma ora non la chiamano più. «Tutti hanno paura del virus. Lo capisco» racconta la donna con un filo di
Reportage voce. «Ma come faccio a guadagnarmi da vivere adesso? Quanto durerà tutto questo?» Ha apprezzato molto la cordialità con cui è stata accolta telefonicamente dalla consulente di Caritas Ginevra, che si è subito dimostrata comprensiva e le ha promesso di aiutarla facendosi carico del pagamento dell’affitto del mese successivo. In quel momento Carolina si è sentita estremamente sollevata. «Fa bene sapere che c’è qualcuno che ci aiuta, che si preoccupa di noi.» Nei giorni successivi la consulente la chiama quasi ogni giorno perché ha bisogno di maggiori informazioni per completare le richieste necessarie per i vari uffici. Ma vuole sapere anche come sta Carolina Pereira. «Mi sento in buone mani» afferma la donna.
tito degli aiuti transitori di Caritas, si è rivolto a Caritas Turgovia. «Non sono mai stato particolarmente propenso a chiedere aiuto e ho apprezzato molto la comprensione dimostratami» racconta. «Ho pensato che in seguito avrei ricevuto qualcosa dall’assicurazione per perdita di guadagno, ma questo non basta di certo
per mantenere una famiglia di quattro persone. Ho quindi bisogno di un altro sostegno. Gli aiuti pratici e immediati ricevuti da Caritas Turgovia mi hanno tolto un gran peso e mi hanno permesso di pagare l’affitto dell’appartamento.» Non sa ancora come andrà avanti quest’anno. L’organizzazione di eventi sarà sospesa
«Non ho mai vissuto un periodo così lungo senza percepire nessun reddito. » Finn Jagd Andersen: eventi momentaneamente cancellati Diverso è il caso di Finn Jagd Andersen, 41 anni, residente nel Canton Turgovia, attivo come libero professionista nell’ambito della pedagogia circense e acrobata. Malgrado gli introiti irregolari, è sempre stato in grado di provvedere alla famiglia con due figli. Il lavoro nel circo e con i bambini in età scolare è la sua vita. Durante i workshop dedicati al circo trasporta i bambini in un’altra dimensione. Gli insegna a usare l’immaginazione, a inscenare un numero da clown o a fare i giocolieri. Anche Finn Andersen lotta sempre con il denaro, poiché gli incarichi e i progetti sono irregolari. Ma quest’anno andrà quasi tutto in fumo a causa dell’emergenza coronavirus. La maggior parte dei festival e degli spettacoli in programma per la stagione estiva sono già stati cancellati. Non ha mai vissuto un periodo così lungo senza percepire alcun reddito. Quando ha sen-
Finn Jagd Andersen è stato contento di aver trovato tanta comprensione da parte di Caritas Turgovia.
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Reportage robabilmente ancora per molto tempo. p «Spero che questa situazione consenta di acquisire maggiore consapevolezza delle precarie condizioni in cui vivono le persone attive in ambito culturale in Svizzera.»
« Essere trattati improvvisamente come dei delinquenti è stato stressante a livello psicologico.» Famiglia Gerzner: diffidenza sulla soglia di casa I Gerzner* sono una famiglia itinerante del Canton Argovia. I genitori si recano di porta in porta per vendere e comprare oggetti, ad esempio acquistando articoli
per il mercato delle pulci oppure offrendo vari tipi di tessili come asciugamani o presine. Si occupano anche dello sgombero di case e cercano di massimizzare i loro guadagni. Un’attività che esercitano da sempre è l’affilatura dei coltelli. Poiché vivono in una zona rurale, vanno spesso nelle fattorie, dove una parte del prezzo viene pagata il più delle volte in cambio di frutta o verdure fresche. L’emergenza coronavirus ha complicato molto la loro vita. Nelle prime settimane non potevano recarsi di casa in casa a causa del rischio di contagio. Ogni spostamento dei Gerzner veniva sorvegliato dalla polizia. «Essere trattati improvvisamente come dei delinquenti è stato molto stressante a livello psicologico» racconta con un sospiro la quarantenne Emilia Gerzner*. «Nel frattempo abbiamo ripreso la nostra attività itinerante, ma la gente non lo sa e quindi dobbiamo dapprima informarla e convin-
cerla.» Ma rispetto a prima, ora riescono a vendere solo una minima parte della loro merce. La famiglia, con due figli in età scolare, non riceve alcun credito transitorio perché ha ancora dei debiti. Nemmeno l’indennità per perdita di guadagno basterà per vivere. Caritas Argovia aiuta i Gerzner con dei buoni acquisto per il supermercato. Un ulteriore sostegno è ancora in fase di chiarimento. Sono grati di aver trovato in Caritas una consulente su cui possono fare affidamento. *Nome modificato
Maggiori informazioni: caritas.ch/covid19
Ondata di solidarietà in tutta la Svizzera In Svizzera la crisi da coronavirus ha generato un’enorme ondata di solidarietà. Molte persone che non hanno subito conseguenze così gravi vogliono prestare aiuto. Lo dimostra infatti il successo della raccolta di fondi indetta dalla Catena della Solidarietà. In molte località, inoltre, ci si offre per aiutare i vicini, i giovani si occupano della spesa per gli anziani o accudiscono i figli dei genitori che devono andare al lavoro. Anche alcuni mercati Caritas, dove le persone bisognose possono acquistare generi alimentari e prodotti per l’uso quotidiano a prezzi convenienti, hanno chiesto aiuto. E lo hanno ricevuto. Molti dipendenti sono dovuti rimanere a casa perché appartengono ai gruppi a rischio. Diversi giovani e anziani hanno risposto all’appello di Caritas e ora stanno aiutando nei mercati. Il mercato di Caritas San Gallo, ad esempio, è interamente gestito da volontari. Noemi Pazeller, 17 anni, si sta preparando per ottenere la maturità
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liceale e da inizio aprile lavora un giorno alla settimana nel mercato Caritas. «Qui mi si è aperto un altro mondo. È stimolante incontrare persone di ogni ge-
nere. Anche se la sera sono esausta, questo lavoro mi piace» afferma la ragazza. «Ma sono anche grata di essere in buona salute.»
Noemi Pazeller e Béatrice Zanga sono volontarie del mercato Caritas di San Gallo e incontrano persone molto diverse tra loro.
Foto: Sybille Pelzmann
Attualità
Caritas chiede maggiori aiuti statali per le persone che si trovano in difficoltà a causa del coronavirus. Tra queste ci sono anche i genitori single e i loro figli.
La crisi del coronavirus colpisce soprattutto i più poveri L’emergenza coronavirus costituisce una minaccia esistenziale per la popolazione più indigente in Svizzera e in tutto il mondo. Caritas non fornisce solamente aiuti diretti e concreti alle persone colpite, ma si impegna anche a garantire che i soggetti più deboli non vengano dimenticati dalla politica nell’ambito delle misure per far fronte alla crisi del coronavirus. Immaginate di percepire un reddito così basso che vi consente di coprire a malapena il fabbisogno quotidiano. Ogni franco guadagnato con fatica deve essere usato subito per acquistare i beni di prima necessità. Questa è la realtà di coloro che vivono al limite della soglia di povertà. La pandemia da coronavirus non lascia spazio ad alcun dubbio: numerose persone non sono in grado di reagire a una crisi così inaspettatamente grave. Non dispongono di riserve finanziarie né della capacità di resistenza economica. Caritas combatte ogni forma di povertà, sia in Svizzera che nel mondo. Questo fondamento del nostro lavoro assume un significato particolare nella crisi odierna che non ha precedenti nella storia recente. Dove regna la povertà, gli effetti della crisi sono particolarmente incisivi. Caritas risponde all’emergenza
Foto: Thomas Plain/Caritas
mediante progetti concreti in Svizzera e in tutto il mondo, di cui riferiamo in questa rivista. Ma Caritas Svizzera ha anche una responsabilità più ampia ed esercita un’influenza a livello politico. Pacchetto di aiuti per le persone colpite dalla povertà in Svizzera In occasione della sessione straordinaria di inizio maggio, Caritas Svizzera ha lanciato un appello al Consiglio federale e al Parlamento poiché le misure di sostegno messe in atto dal Consiglio federale per far fronte all’emergenza coronavirus presentano gravi lacune e non tengono in debita considerazione le persone con i redditi più bassi e quelle che vivono in condizioni di povertà in Svizzera. Caritas invita il Consiglio federale e il Parlamento a tenere conto della difficile situazione di questa categoria e a stanziare pagamenti
diretti e altre misure di sostegno per le vittime della povertà. Tali richieste sono state ascoltate nell’ambito della sessione straordinaria e integrate in diversi interventi parlamentari nel Consiglio nazionale e nel Consiglio degli Stati. La Svizzera deve assumersi la propria responsabilità sul piano globale Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, la pandemia di coronavirus genera gravi ripercussioni a livello economico e sociale. Allo stesso tempo, il Parlamento sta discutendo le modalità d’impostazione della cooperazione allo sviluppo della Svizzera nei prossimi quattro anni. È giusto che il Consiglio federale desideri impegnarsi ulteriormente nella lotta al cambiamento climatico e alle sue conseguenze. Ma non è giustificabile che per raggiungere tale intento vengano impiegati fondi destinati a contrastare la povertà e la fame. Secondo Caritas, la crisi dovuta al coronavirus mostra chiaramente che la Svizzera deve aumentare sensibilmente i contributi alle popolazioni dei Paesi meno abbienti. (sg)
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Focus
I più poveri dei Paesi in via di sviluppo non dispongono dei servizi igienici necessari a proteggerli dal contagio del virus.
Proteggere i più vulnerabili dal virus e dalle sue conseguenze La crisi del coronavirus comporta gravi conseguenze in particolare per le popolazioni dei Paesi più poveri. Per proteggere le persone più vulnerabili sono necessarie misure igieniche e aiuti d’emergenza. Inoltre, la lotta alla povertà assume un nuovo carattere di urgenza. «Prima della crisi vendevo dolciumi agli automobilisti fermi ai semafori. Il guadagno bastava appena per pagare vitto e alloggio. Ora non posso più lavorare a causa delle misure di confinamento. Ho molta paura di contagiare me stessa e i bambini» racconta Luz Maria Gutierrez che vive in Bolivia. Esposti alla crisi senza alcuna protezione Le popolazioni più povere dei Paesi del Sud del mondo sono praticamente indifese di fronte al coronavirus. Il loro stato di salute era già precario prima dello scoppio della crisi e il numero di persone fragili affette da malattie croniche era già elevato a causa dell’alimentazione inadeguata e
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della mancanza di servizi igienico-sanitari di base. Anche nei periodi senza epidemie, i sistemi sanitari di molti Paesi in via di sviluppo sono al limite delle loro capacità. La maggior parte delle persone residenti nei circa 20 Paesi aderenti ai progetti di Caritas Svizzera vivono alla giornata. Come Luz Maria Gutierrez, hanno rapporti di lavoro non regolamentati e non beneficiano di alcuna garanzia finanziaria da parte dell’assistenza sociale statale. Gli effetti delle misure di protezione, come il confinamento o la chiusura delle frontiere, si ripercuotono in modo molto rapido e incisivo soprattutto sui soggetti più bisognosi. I prezzi salgono, l’economia informale crolla e il commercio è in difficoltà o addirittura impossibile.
Già nel mese di marzo, Caritas ha iniziato ad adattare le attività dei suoi progetti alle nuove esigenze della popolazione, ad esempio ad Haiti, in Bolivia o nel Sudan meridionale. Haiti: lavoro di sensibilizzazione nelle campagne Ad Haiti, dove a inizio aprile è stata registrata la prima vittima da coronavirus, la gente povera che vive in campagna viene spesso dimenticata dal governo centrale. Caritas ha quindi avviato un progetto in tre comunità agricole che si rifà alle esperienze acquisite nella lotta contro il colera. I membri delle comunità che operano nelle postazioni sanitarie vengono sensibilizzati in merito all’emergenza coronavirus, così da trasmettere le informazioni nelle visite a domicilio. Le persone imparano l’importanza delle misure igieniche attraverso i comunicati radio o i manife-
Foto: Alexandra Wey
Focus sti. 3000 famiglie ricevono del sapone e nei villaggi vengono installate postazioni per il lavaggio delle mani.
Il coprifuoco e la chiusura delle frontiere colpiscono subito in particolare i più poveri. Bolivia: aiuti per la sopravvivenza ai più vulnerabili In Bolivia il coprifuoco ha privato migliaia di persone di un reddito e di una casa. Particolarmente colpite sono le fasce più povere della popolazione e i migranti venezuelani che vivono della vendita in strada e che abitano in alloggi di massa. In diverse città boliviane e nella zona di confine peruviana, Caritas fornisce cibo, buoni acquisto, articoli per l’igiene e materiale di protezione a 200 famiglie di rifugiati venezuelani e a 1545 boliviani particolarmente a rischio. Le famiglie ricevono un alloggio. Sudan meridionale: migliore accesso all’igiene Nel Sudan meridionale, dove la sicurezza alimentare è minacciata anche dall’invasione delle locuste, Caritas Svizzera col-
labora con la Corona Task Force dello Stato dell’Equatoria Orientale. La popolazione viene informata sui rischi e sulle misure di prevenzione attraverso la radio e veicoli dotati di megafoni, consentendo così di raggiungere pure le regioni discoste. 3000 famiglie ricevono anche secchi e sapone. Grazie alla rimessa in funzione di sette pozzi, le persone possono accedere all’acqua pulita. Durante le visite a domicilio, 30 addetti alla promozione dell’igiene forniscono ragguagli sul coronavirus e sulle misure sanitarie adeguate da adottare. Sfide organizzative La pandemia di coronavirus rappresenta una grande sfida a livello organizzativo per Caritas. I nostri esperti non possono più recarsi sul posto a causa delle restrizioni di viaggio. Alcune attività non possono essere svolte come previsto perché le scuole sono chiuse o gli eventi vietati. «Laddove possibile, realizziamo i nostri progetti e cerchiamo di reagire rapidamente all’evoluzione delle situazioni e di fornire aiuti d’emergenza» afferma Franziska Koller, responsabile del settore Cooperazione internazionale. «A lungo termine, ci adoperiamo per mitigare le conseguenze economiche che hanno colpito i meno abbienti.»
Solidarietà senza confini La crisi dovuta al coronavirus ha fatto aumentare la povertà in tutto il mondo. L’ONU teme un raddoppiamento entro fine anno del numero di persone che soffrono la fame. Oltre alle conseguenze non ancora prevedibili della crisi generata dal coronavirus, i Paesi in via di sviluppo stanno lottando anche contro le devastazioni causate dal cambiamento climatico. «Per evitare che la crisi da coronavirus diventi una crisi globale sul piano dello sviluppo, la solidarietà non può fermarsi ai confini nazionali, soprattutto in questo momento» sottolinea Patrik Berlinger, responsabile del servizio Politica dello sviluppo di Caritas Svizzera. «Per arrestare il surriscaldamento globale in corso e per far fronte agli effetti negativi della crisi da coronavirus sullo sviluppo, la Svizzera dovrebbe aumentare i fondi per la cooperazione allo sviluppo. Questo in nome dello spirito di solidarietà che da sempre la contraddistingue, ma anche nel proprio interesse, per superare insieme con successo queste crisi globali.» (ah)
Maggiori informazioni: www.caritas.ch/pandemia
I più poveri hanno bisogno del nostro aiuto Con la sua donazione sostiene le persone più vulnerabili in tutto il mondo durante l’emergenza coronavirus.
Ci aiuti con una donazione! Conto donazioni: 60-7000-4 Nota: « Vittime della crisi da coronavirus »
Foto: Fabian Biasio
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Dal mondo
Per aumentare i raccolti occorrono sementi di alta qualità che si adattano ai cambiamenti climatici.
Il cambiamento climatico amplifica la fame I progetti di Caritas Svizzera in Mali sono esemplari: le ampie misure adottate in ambito ecologico, economico e sociale aiutano la popolazione ad adattarsi al cambiamento climatico. Gli abitanti dei villaggi migliorano i loro redditi e la loro alimentazione preservando nel contempo le risorse naturali. Il rischio di impoverimento viene contrastato in maniera sostenibile. Tre progetti evidenziano come la cooperazione allo sviluppo a lungo termine e gli aiuti d’emergenza debbano essere complementari. Diverse regioni del Mali sono costrette a convivere con una crescente imprevedibilità delle precipitazioni. Una condizione alquanto precaria per un’economia agricola che dipende dall’acqua piovana. A ciò si aggiungono gli eventi climatici estremi sempre più frequenti. Ciononostante, nel circondario di Bandiagara, situato nel centro del Paese, anche l’adozione di semplici misure basta per incrementare la produzione di miglio e rivalorizzare gli scalogni sul mercato. Amala Tapily, un agricoltore di 55 anni che vive nel villaggio di Kendié, è convinto dell’efficacia degli sbarramenti di pietra: permettono di diminuire l’erosione e mantenere l’umidità nel suolo.
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«Ottimizzando le tecniche di coltivazione sono riuscito a far uscire la mia famiglia dalla povertà», racconta questo padre di otto figli che lavora la terra da oltre 30 anni. In passato riusciva con grandi sforzi a produrre a malapena 150 chilogrammi di miglio all’anno, un quantitativo insufficiente per sostentare la famiglia. La costruzione di un magazzino stabile gli consente anche di stoccare gli scalogni in modo corretto. Per questo ora può venderli a un buon prezzo al mercato di Bandiagara, mentre prima era costretto ad accettare cifre da fame.
Varietà di mais più adattabili In quattro comunità del circondario di Kita, che conta circa 35 villaggi, la sfida consiste nel contribuire a rafforzare la capacità di resilienza delle comunità vulnerabili. Il progetto, a cui aderiscono 570 famiglie (circa 6000 persone) che vivono prettamente della produzione di mais, mira ad aumentare i raccolti in termini di qualità e quantità. Ciò è possibile solo con l’accesso permanente ai mezzi di produzione, fra cui supporto tecnico, macchinari, utensili, sementi di alta qualità e che si adattano ai cambiamenti climatici. Il miglioramento delle conoscenze, la messa in rete degli agricoltori come pure la gestione sostenibile delle risorse naturali rappresentano degli aspetti centrali per l’incremento dei raccolti. Caritas affianca i contadini nella costituzione di cooperative e forma dei consulenti agricoli nei villaggi con l’intento di adottare pratiche di
Foto: John Kalapo
Dal mondo coltivazione resilienti al cambiamento climatico: uso di compost, costruzione di sbarramenti di pietra antierosione, acquisto e produzione di sementi certificate e adattate alle condizioni climatiche, utilizzo dei dati meteorologici per la pianificazione della produzione agricola, adeguamento del calendario agricolo in funzione del livello delle precipitazioni. Grazie al soste-
«Ottimizzando le tecniche di coltivazione sono riuscito a far uscire la mia famiglia dalla povertà.» gno delle cooperative, gli agricoltori possono procurarsi sementi di alta qualità e varietà resistenti al cambiamento climatico e imparano a produrre, certificare e vendere le proprie sementi. Le formazioni, la collaborazione dei produttori in seno alle cooperative e la loro messa in rete facilitano anche l’accesso al mercato. Ora gli agricoltori possono vendere una parte del raccolto aumentando così i propri guadagni. Salvare il lago Wegnia A Wegnia, nel circondario di Kolokani, bisogna salvare il lago per garantire la sopravvivenza dei villaggi circostanti. L’erosione danneggia gravemente i campi coltivati vicino alla riva e riempie il lago di sedimenti. In passato molto pescoso, il lago consentiva di sfamare numerose famiglie di pescatori e il pesce costituiva un elemento importante nella dieta degli abitanti dei villaggi. Ma oggi la situazione è ben diversa. Tuttavia, per salvarlo esistono delle soluzioni: rimboschimento, misure per la protezione degli argini, specie adattate al clima, rotazione delle colture, adeguamento delle tecniche di coltivazione e creazione di zone forestali protette. Gli abitanti dei villaggi sono pienamente coscienti dell’importanza della regione lacustre e cercano di proteggere l’ambiente naturale circostante attraverso nuovi metodi di coltivazione. Ma anche gli enormi
sforzi profusi dalla popolazione non riusciranno a contrastare l’evoluzione del clima né il progressivo prosciugamento del lago. Le precipitazioni sono sempre più imprevedibili, a volte così violente da provocare un dilavamento importante del suolo, e le temperature salgono costantemente. «La collaborazione con Caritas ci consente di migliorare le nostre condizioni di vita», afferma con gioia Famougouri Diarra, sindaco di Guihoyo, un comune in riva al lago Wegnia. Per poter migliorare costantemente le condizioni di vita in queste regioni fragili, i progetti di sviluppo sostenibile devono essere accompagnati da misure di aiuto d’emergenza, ad esempio in caso di cattivi raccolti e malnutrizione, come successo al termine della misera stagione
di raccolto 2017–2018 nella regione del lago Wegnia, e ora anche nel circondario di Bandiagara a causa delle scarse precipitazioni registrate nel 2019. Nel 2018 è stato versato del denaro a 2200 persone (312 famiglie), designate come le più vulnerabili dalle comunità dei sei villaggi, per acquistare il cibo mancante. Questa misura ha consentito loro di continuare a lavorare i campi senza essere costretti a tagliare quantità eccessive di legname per produrre del carbone e poi venderlo per guadagnarsi da vivere. Un provvedimento analogo è attualmente in corso di attuazione nel circondario di Bandiagara. (fb)
Maggiori informazioni: caritas.ch/modeste-i
La gestione sostenibile delle risorse naturali rappresenta un aspetto centrale per l’incremento dei raccolti.
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Servizi
Disposizioni del paziente: un tema estremamente importante anche importanti questioni e decisioni di natura medica. Le disposizioni del paziente consentono oggi di esprimere le proprie volontà secondo il principio di autodeterminazione. In caso di emergenza, la famiglia e l’équipe medica saranno quindi certi di agire secondo le indicazioni fornite dal paziente. Chi ne parla per tempo non viene colto alla sprovvista e sgrava i congiunti da una difficile decisione. Cogliete l’occasione in questo periodo particolare per affrontare queste tematiche e discuterne con i vostri cari. (lf) L’emergenza coronavirus pone ognuno di noi dinnanzi a nuove e grandi sfide e richiede enormi sforzi da parte di tutti. Ha sconvolto la nostra quotidianità e ci mette di fronte a innumerevoli domande, tra cui
Ulteriori informazioni a riguardo sono disponibili su caritascare.ch/prevoyance Hotline di consulenza gratuita: 0848 419 419
I prodotti a base di karité del Ciad saranno esportati in Svizzera Ce l’abbiamo fatta! I prodotti a base di karité fabbricati dalle donne in Ciad potranno essere esportati per la prima volta in Svizzera grazie a un progetto sostenuto da Caritas Svizzera. Sulla piattaforma di Gebana è stato infatti raggiunto il numero necessario di ordinativi. Le produttrici del Ciad, di cui abbiamo riferito nelle ultime edizioni della rivista, sono molto contente del successo della campagna. Purtroppo però al momento bisogna pazientare ancora un po’, poiché la crisi dovuta al coronavirus pone dei limiti anche a questo progetto. Inoltre, la stagione ideale per produrre il burro di karité è ormai terminata. Le circostanze ci obbligano pertanto ad attendere il nuovo raccolto di semi di karité in giugno e luglio e la produzione a settembre. Prevediamo di iniziare con l’esportazione al più tardi
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Agenda 18 settembre 2020 Evento informativo per le donatrici e i donatori di Caritas Svizzera a Sciaffusa 21 settembre 2020 alle 19.00 Serata informativa per persone interessate a prendere in affidamento giovani o bambini Caritas Svizzera, Lucerna 1° ottobre 2020 Vernissage Almanacco Politica dello sviluppo 2021, dalle 18.30 alle 21.30, presso lo stabile Neubad a Lucerna 13 ottobre 2020 Evento informativo per le donatrici e i donatori di Caritas Svizzera a Coira
I seguenti eventi sono stati annullati: 22 giugno 2020 Autodeterminazione nella terza età, Lucerna 29 giugno 2020 Evento informativo per le donatrici e i donatori di Caritas Svizzera a Lucerna 30 giugno 2020 Evento informativo per le donatrici e i donatori di Caritas Svizzera a Losanna
all’inizio del prossimo anno. Fino ad allora, è sempre possibile ordinare i prodotti sulla piattaforma online di Gebana. (vm)
Ordinazioni su: gebana.com/beurre-karite-tchad
Foto: Caritas Svizzera, Fabian Biasio
Insieme
Impiego nel mercato Caritas
Ramona Hügli, 24 anni, Buswil
he attuali. i scolari trattano tematic sse interattive i giovan Durante le visite in cla
youngCaritas a scuola
«Da metà marzo lavoro al mercato Caritas di Bienne nell’ambito di un progetto occupazionale dell’URC. È bello riprendere la routine quotidiana e anche per i miei bambini è positivo vedere che la loro mamma va a lavorare. Sono convinta che questo impiego mi darà l’opportunità di tornare a svolgere la mia professione.»
Da molti anni youngCaritas è attiva in ambito educativo con un’offerta di proposte variegate che consentono di integrare le tematiche sociopolitiche nelle lezioni scolastiche. In futuro youngCaritas intende rafforzare ulteriormente questo impegno. Attraverso le sue attività formative vuole sensibilizzare i giovani alle questioni sociali e mostrare loro le possibilità per impegnarsi a favore di una società solidale e sostenibile. youngCaritas mette inoltre a disposizione degli insegnanti offerte mirate per inserire nelle lezioni scolastiche gli argomenti riguardanti l’educazione allo sviluppo sostenibile. A partire dal livello secondario vengono proposte visite in classe gratuite che trattano di temi quali la povertà, la migrazione, i rifugiati e lo sviluppo sostenibile, allo scopo di stimolare i giovani a indagare il loro margine di azione. youngCaritas ha messo a punto anche delle apposite cartelle informative comprensive di materiale per gli alunni e di proposte per gli insegnanti. In futuro youngCaritas si prefigge di presentare ulteriori argomenti chiave a un target più giovane. I materiali scolastici
Foto: per gentile concessione
preparati in maniera accattivante sono adattati ai programmi didattici attuali. Con la ripresa delle lezioni, young Caritas offrirà di nuovo le visite in classe. Gradite ospitare un rappresentante di young Caritas? Allora contattateci su www.youngcaritas.ch/schule. Reto Schefer
Quale tematica vi sta a cuore? Il premio YoungCaritas Award sostiene la realizzazione di progetti da parte di giovani e viene conferito in occasione dell’evento annuale «Wir bewegen die Welt!». Ulteriori informazioni e iscrizioni: www.youngcaritas.ch/award
Jan Bleuler, 20 anni, Ins
«Per me Caritas è sinonimo di possibilità. Le persone che hanno difficoltà sul mercato del lavoro hanno l’opportunità di integrarsi dal punto di vista professionale. I clienti con difficoltà finanziarie possono fare acquisti come tutti gli altri. Per quanto mi riguarda, ho la possibilità di far parte di questo grande progetto e di crescere assumendomi ogni giorno le mie responsabilità.»
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s u ir v a n o r o c a d i is r C La situazione in Svizzera è drammatica. La crisi da coronavirus non si ripercuote soltanto sul piano sanitario, economico e politico. Le famiglie e le persone anziane che vivono da sole ne risentono di questo stato di emergenza. Sostenga le persone in grave difficoltà . Uniti per aiutare i piÚ deboli.
Grazie per la sua donazione PC 60-7000-4 www.caritas.ch/covid19